I MECCANISMI VASCULO PROTETTIVI DELL'ALCOOL - VINO E SALUTE
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IN PRIMO PIANO VINO E SALUTE I MECCANISMI VASCULO PROTETTIVI DELL’ALCOOL Grazie alla scoperta degli effetti positivi di sostanze come il resveratrolo (e alla diffusione mediatica del cosid- detto French paradox), già da diveso tempo il vino, soprattutto rosso, ha trovato un valido alleato, che contra- sta con la criminalizzazione dell’alcool e con l’eccessivo giro di vite imposto dal nuovo codice della strada. La ricerca in questo senso va avanti e un consumo moderato di vino viene sempre più “promosso” quale cardio- vasculo protettore. “Si dice che Dionisio vide un giorno pendere dalla vite un magnifico grap- polo d’uva: lo staccò dal tralcio, lo premette in una coppa d’oro e ne fece uscire, per la prima volta al mondo, un liquore color porpora. Assaggiato che l’ebbe si sentì ritemprato nelle forze e provò un piacevole senso di euforia e di ebbrezza, batté le mani e chiamò, perché lo assaggiassero, le Ninfe e tutte le divinità dei boschi. Ne bevvero, prima con diffidenza, poi a garganella tanto da festeggiare inco- ronandosi il capo con tralci e pampi- ni, danzando al suono dei flauti e dei tamburi”. Era nato il Vino! Che sia stata un’invenzione degli uomini o un dono prodigioso di Dionisio, sta di fatto che il vino, liquore sacro alle divinità o netta- re da gustare in un banchetto, da millenni è prodotto in Italia. Questa Nazione, per il par- ticolare microclima e la qualità del terreno, è particolarmente adatta alla viticoltura e, per la vocazione di alcuni territori, è chiamata “Terra dei Vini”, evocando l’antico nome di Enotria. Fonti storiche della letteratura enologica af- fermano che i primi coloni provenienti dalla Grecia nell’VIII sec. a. C. giunti sul litorale di “Punta Alice” (Cirò) in Calabria, trovarono uno spettacolo meraviglioso, un luogo ricco di frutti di ogni genere e soprattutto di viti “che si perdevano a vista d’occhio“. Calabria, infatti, di Vincenzo Montemurro significa abbondanza di ogni bene e deriva dal Cardiologo Ospedale Scillesi d’America - Scilla (Rc) greco Хαλός che significa “bello” e βρν w ˉ che 18 N°4 - APRILE 2015
IN PRIMO PIANO significa “germoglio”. Da quanto esposto, si evince che i Greci non importarono la coltura Correlazione tra mortalità cardiovascolare e per tutte le cause, della vite, bensì la cultura del vino. Infatti la in relazione al consumo di alcool, in soggetti viticoltura italiana ebbe la sua origine e i suoi con( ) e senza( ) storia clinica di malattaia coronarica primi successi in questa regione, dove l’enolo- gia greca si affermò e solo successivamente si diffuse nel resto d’Italia. VINO E PREVENZIONE STUDI E RISULTATI Quasi sempre i percorsi virtuosi per la pre- venzione delle malattie cardiovascolari si as- sociano a rinunce, sofferenze e privazione, ragion per cui spesso sono caratterizzati da un andamento rallentato, talora indeciso e fino alla loro interruzione, no per il vino! Il quale, se assunto in quantità moderate (2 Fond. G. Lorenzini, 2002 Muntwyler, Lancet, 1998 bicchieri al giorno) sembra avere un effetto Figura 1 cardio-vasculo-protettivo. Al riguardo, nu- merosi studi hanno evidenziato e confer- mato l’effetto favorevole dell’assunzione di moderate quantità di alcool sul rischio Rischio realtivo di mortalità cronica, cardiovascolare. A partire dal Framingham in bevitori moderati vs soggetti astemi, in alcuni studi epidemiologici Study sino al Nurses Health Study e al più re- cente British Heart Study hanno confermato e meglio definito questa correlazione, e cioè che una moderata assunzione di alcool favo- risce una riduzione della mortalità per tutte le cause sia nel sesso maschile che femminile, con un andamento della curva di mortalità a tipo “J” detta anche a “U”, a significare che le dosi moderate di alcool hanno effetti fa- vorevoli mentre dosi elevate soltanto effetti negativi. Nel 1998 nel Physisicians’ Health Study si è osservata una ridotta mortalità cardiovascolare tra i soggetti che consuma- vano dosi quotidiane di alcool rispetto a i soggetti astemi. La correlazione era eviden- te sia tra i pazienti con storia pregressa di malattia coronarica sia tra i soggetti senza storia di malattia. Nello stesso studio è stato possibile osservare, inoltre, come l’incidenza della patologia tendeva a diminuire con con- Fond. G. Lorenzini, 2002 Marmont, BMJ, 1991 tinuità passando dai soggetti astemi a quelli Figura 2 che consumavano due o più drink al giorno; la riduzione del rischio di eventi, per questi Sembra che l’andamento della curva a “U” JAMA nel 2001, ha evidenziato che nei pazienti ultimi, è stata dell’ordine del 20% (Fig. 1). possa essere spiegata in parte con una ridu- con pregresso IMA astemi sottoposti a follow- zione di incidenza di infarto del miocardio e up per 5 anni e mezzo la mortalità è risultata di A risultati analoghi sono giunte le metanali- di scompenso cardiaco. Un lavoro recente di- circa il 30% nel periodo osservato. Viceversa in si di vari studi caso-controllo e successivi stu- mostra come anche la sopravvivenza dopo un coloro (sempre con pregresso IMA) che consu- di prospettici i quali, hanno rilevato una più infarto miocardico acuto sia diversa tra i consu- mavano meno di un drink al giorno è stata del bassa incidenza di coronaropatia nei bevitori matori di bevande alcoliche e gli astemi. A tal 15% ed ancora tra i soggetti che assumevano moderati rispetto agli astemi (Fig. 2). proposito lo studio di Mukamal, pubblicato su più di un drink al giorno del 8% circa (Fig. 3). N°4 - APRILE 2015 19
IN PRIMO PIANO mana. Questo studio dimostra come, tra gli anziani, il consumo moderato di alcool sia in- versamente correlato con il rischio di demen- za. Infatti la maggiore riduzione del rischio di tale malattia è stata osservata per 1-6 dosi di alcool a settimana e quindi per una quantità di consumo piuttosto bassa, invece per colo- ro che assumevano più di 14 drink a settima- na lo studio ha evidenziato una tendenza di maggior rischio (+22%)(Fig. 6). Leitmann, analizzando in modo prospet- tico l’associazione tra assunzione di alcool e colecistectomia su una vasta popolazione di 80980 donne, reclutate, sempre, nell’am- bito del Nurses Health Study senza diagnosi di calcoli biliari ha concluso dopo 20 anni di follow-up che l’apporto di alcool, sotto forma di qualunque bevanda (birra, vino, liquori) è inversamente associato con il rischio di calco- losi biliare. I risultati di questo studio, infatti, Tali differenze osservate nello studio sono A ciò vanno aggiunti i dati che provengono dimostrano in maniera evidente che, il consu- risultate statisticamente significative. E anco- dallo studio SOLVD il quale, su una popola- mo di modiche quantità di alcool si accompa- ra, Sacco, nel ’99, pubblica i primi dati relativi zione di oltre sei mila pazienti con disfunzio- gna ad una progressiva riduzione del rischio allo studio di Manhattan, che suggeriscono ne sistolica ventricolare sinistra ha messo in di colecistectomia. L’alcool potrebbe quindi che anche l’incidenza di ictus ischemico è evidenza che, un consumo lieve/moderato ridurre il rischio di litiasi biliare, afferma Leit- favorevolmente influenzata dal consumo di di alcool in soggetti ischemici con F.E. ≤35% mann e collaboratori, in quanto quest’ultimo dosi moderate di alcool. Infatti lo studio con- non si associa a una prognosi avversa bensì aumenta la conversione del colesterolo ad dotto su circa 1800 soggetti ha dimostrato riduce il rischio di infarto miocardico fatale acidi biliari, stimola lo svuotamento della co- che l’incidenza di ictus di natura ischemica (-45%), la mortalità per tutte le cause (-15%) lecisti, inibisce la concentrazione della bile in si riduce del 35-40% tra i consumatori di 2-3 e cardiovascolare (-28%) (Fig. 5). colecisti per la nota capacità dell’alcool di ri- drink al giorno rispetto ai soggetti che dichia- durre l’assorbimento di acqua da parte della ravano di essere completamente astemi. Vi- Inoltre Mukamal e collaboratori in uno stu- mucosa colecistica. Tutti questi meccanismi ceversa, per dosi di alcool superiori (≥4 drink dio prospettico di corte condotto su 5888 potrebbero spiegare l’effetto protettivo os- al giorno) la curva si inverte e l’incidenza della adulti di età superiore ai 65 anni reclutati servato (Fig.7). patologia summenzionata tende a salire fino nell’ambito del Cardiovascular Health Study a raggiungere un’incidenza tre volte superio- ha riscontrato una ampia e significativa ridu- È il caso di precisare che, la correlazione re rispetto agli astemi tra i consumatori di 7 o zione del rischio di demenza negli anziani che tra bassa mortalità per malattie coronariche più drink al giorno (Fig.4). assumevano da 1 a 6 dosi di alcool per setti- e consumo di vino è stata fatta per la prima Soppravvivenza dopo un infarto miocardico acuto (IMA) Consumo di alcool e rischio di ictus ischemico in relazione al consumo medio di alcool nello studio di Manhattan precedente l’evento Fond. G. Lorenzini, 2002 Mukamal, JAMA, 2001 Fond. G. Lorenzini, 2002 Sacco, JAMA, 1999 Figura 3 Figura 4 20 N°4 - APRILE 2015
IN PRIMO PIANO volta alla fine degli anni 70’ e, a tal proposito, Correlazione tra consumo lieve-moderato di alcool e progosi in pazienti si ricorda che subito dopo è stato formulato con disfunzione sistolica ventricolare sinistra il concetto del ”Paradosso Francese”, termi- F.E.:0,35% ne con il quale si intende il fenomeno per cui 20 Bevitori in Francia, nonostante l’alto consumo di ali- 15 lievi-moderati 10 menti ricchi in acidi grassi saturi, l’incidenza 5 N= 2594 di mortalità per malattie cardiovascolari era 0 -5 inferiore rispetto ad altri paesi dieteticamen- Astemi -10 te comparabili. Questo fenomeno è stato ini- -15 N= 3719 zialmente correlato al consumo di vino rosso, -20 -15% -25 ma altre possibilità sono state considerate -30 -28% dai ricercatori negli ultimi anni. A partire da -35 -40 Bevitori questa prima ipotesi, numerose ricerche -45 Astemi sono state effettuate per dimostrare quali -50 -45% fattori potessero avere un effetto protetti- Mortalità Mortalità per Morte per infarto vo. Alcuni studi si sono concentrati sull’effet- cardiovascolare tutte le cause miocardico to dell’alcool e sono arrivati alla conclusione H.A. Cooper et al. Journal of the American College of Cardiology, 2000 ; 35: 1753-1759. Studio SOLVD che un consumo moderato di vino (65 anni le del plasminogeno (TPA) e miglioramento della funzione endoteliale. A questi favore- 30 -22% voli effetti, devono essere aggiunte l’azione 20 sulle piastrine, con conseguente riduzione 10 dell’ aggregabilità delle stesse e quella sul 0 fibrinogeno (riduzione dei livelli plasmatici), -10 tutto ciò ha ricadute positive sulla fluidità del -20 sangue (fig.8). -30 40 -35% -31% Bevitori Tuttavia, l’alcool da solo non basta a spie- -50 Astemi gare il fenomeno, infatti alcuni dati hanno -60 -54% mostrato che il vino è più efficace di altre 1 1-6 7-13 > 14 bevande alcoliche nella riduzione dell’in- Drink/Sett Drink/Sett Drink/Sett Drink/Sett cidenza delle malattie cardiovascolari. Mukumal KJ, Kuler LH, Fitzpatrick AL et al. J Am Med Assoc. 2003; 289: 1405-1413. Secondo alcune ipotesi la ragione di tale proprietà del vino deriverebbe dall’elevata Figura 6 quantità di polifenoli di cui è ricco, e in parti- colare per la presenza del resveratrolo. Que- Consumo di alcool e rischio di colecistectomia ste sostanze sono altamente antiossidanti, in una popolazione femminile e questa proprietà sta alla base delle loro NURSE Health Study - N=80980 Donne - Follow up 20 anni conosciute azioni cardioprotettive. Ma quali sono i livelli di assunzione dell’alcool affinché 0 esso possa avere un effetto cardioprotet- -6% tivo? E ancora, quali sono i reali meccanismi -5 farmacologici attraverso cui si realizza tale R.R: 0,94 -10 effetto? -15 -27% -20 IL METABOLISMO -25 Bevitori DELL’ETANOLO Astemi -30 R.R: 0,73 Va precisato che il metabolismo dell’eta- nolo, ha luogo per la quasi totalità a livello Rischio relativo epatico. Solo il 2-3% dell’alcool ingerito vie- Leitmann MF, Tsai C-J, Stampfer M. et al. Am J Clin Nutr 2003; 78: 339-347 ne eliminato per via polmonare infatti, que- sta via di eliminazione è sfruttata nei ben Figura 7 noti “Breath-test”. La principale via del meta- N°4 - APRILE 2015 21
P IN PRIMO PIANO w w w bolismo epatico dell’alcool è rappresentata Effetti dell’alcool su alcuni fattori della coagulazione e della fibrinolisi e sulla LPa dall’enzima Alcool Deidrogenasi (ADH), che ossida l’alcool in acetaldeide. L’acetaldeide Fibrogeno Col. HDL è successivamente convertita in acido aceti- Fattore VIIc Plasminogeno co dall’enzima acetaldeide deidrogenasi. In presenza di un apporto eccessivo di alcool, PAI - 1 NO2 e funzione endoteliale entrano in gioco anche il sistema, MEOS (si- T-PA Aggregazione piastrinica stema ossidativo microsomiale epatico) che produce durante la conversione dell’etanolo LPa PCR ad acetaldeide ioni perossido, aumentando Endotelina quindi lo stress ossidativo, e forse una Ca- talasi H2O2 dipendente. L’acetato prodotto Figura 8 dall’alcool può essere convertito ad Acetil- CoA, ed utilizzato per i vari processi biosin- Metabolismo dell’etanolo tetici cellulari, o trasformato in CO2 ed acqua dopo essere entrato nel ciclo di Krebs, con liberazione di energia utilizzabile da parte dell’organismo. (Fig.9). Figura 9 IL CONCETTO DI DRINK VINCENZO MONTEMURRO Sappiamo che l’unità di misura del consumo di alcool utilizzata dalla comunità scientifica è il “drink”, ossia una bevanda alcolica contenente circa 12 g di alcool. Un bicchiere di vino (cir- ca 125 ml) o una lattina di birra (330 ml) o un bicchiere di superalcolico (40 ml) equivalgono Laureato in Medicina e Chirurgia all'Uni- ciascuno ad un “drink”, in quanto il loro contenuto alcolico è di circa 12 g. La formula che con- versità degli Studi di Messina. Specializzato sente di calcolare la quantità di alcool espresso in grammi di una bevanda alcolica richiede la in Medicina Interna in Cardiologia. conoscenza della: a) gradazione alcolica; b) volume (espresso in ml) della bevanda stessa. Per- Relatore da circa 30 anni ai più importanti tanto i grammi di alcool saranno calcolati moltiplicando: ml x gradazione alcolica x 0,8 (densità congressi nazionali di cardiologia in Italia. dell’alcool)/100. Il contenuto di alcool, espresso in grammi, delle bevande citate sarà: Bicchiere di vino 125x12x0,8/100=12 grammi; Lattina di birra 330x4x0,8/100=10,56 grammi; Bicchiere di Membro della FACULTY del GW-ICC da 5 superalcolico 40x40x0,8/100=12,8 grammi. Una moderata dose di alcool corrisponde all’incirca anni che si svolge a Pechino - Cina; (Congres- all’assunzione di 30-40 gr di alcool al giorno nell’uomo e un po’ meno nella donna. so della Grande Muraglia ovvero mondiale di cardiologia cinese e dell’area orientale). Organizzatore e Direttore scientifico dei Dosi standard e contenuto medio di alcool ( in grammi e ml) Congressi nazionali di Cardiologia,“Scilla delle bevande alcoliche di usao frequente Cuore” (Scilla - Italy); “Scilla e Cariddi” (Lipari - Italy),“I Tempi del Cuore” (Taormina - Italy) 1 dose (”drink”) equivale convenzionalmente a: Gradazione alcolica media e del “Internetional Medical Congerss” (La Valletta - Malta). 1 Birra Socio fondatore della SICOA (Società Ita- 4% vol (330x4x0,8)/100=10,46 grammi liana di Cardiologia Ospedalità Accreditata). (300 mL) Socio fondatore dell’ A.I.C.O. (Associazione Italiana Cardioncologia) e membro compo- nente, in atto, del Consiglio direttivo nazio- 1 Bicchiere di vino 12% vol (125x12x0,8)/100=12 grammi nale. (125 mL) Componente Collegio dei Probiviri della S.I.C. (Società Italiana di Cardiologia). In atto Responsabile dell'ambulatorio di 1 Superalcolico Cardiologia presso “Ospedale Scillesi d’A- 40% vol (40x40x0,8)/100=12,8 grammi (125 mL) merica” di Scilla - ASP Reggio Calabria. NB: il peso specifico dell’alcolico è 0,789 22 N°4 - APRILE 2015
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