I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano - Da Papa Pio IX a Papa Francesco

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano - Da Papa Pio IX a Papa Francesco
1852 - 2014

I Francobolli dello Stato Pontificio
e della Città del Vaticano
                   Da Papa Pio IX a Papa Francesco

                        “I QUADERNI FILATELICI”
                        serie
                         0    curata dall’avv.to Francesco Gatto
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano - Da Papa Pio IX a Papa Francesco
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

        I FRANCOBOLLI DELLO
    STATO PONTIFICIO E DELLA CITTÀ
                         1
            DEL VATICANO
    Itinerario filatelico da Papa Pio IX a Papa Francesco

                                                                             Parte Prima

Nota dell’autore: “I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano” non è un prodotto editoriale, ma un quaderno, una agenda, un diario di appunti personale,
1

aggiornato a seconda del materiale ricevuto e/o disponibile sui vari siti, riviste o libri consultati. Le notizie che appaiono su questo quaderno possono anche non provenire da
fonti ufficiali, ma sono: scritti, appunti, informazioni, chiacchiere, pettegolezzi o altro, sentite, viste, riferite o pervenutemi a vario titolo. Pertanto non solo non se ne garantisce
la veridicità, ma ogni riferimento a cose, fatti o persone, falsi o realmente accaduti o anche solo ipoteticamente collegabili è da ritenersi puramente casuale. Comunque, fatto
salvo il principio che “I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano” è un quaderno di appunti strettamente personale e confidenziale, per i miei studi, voi
che leggete e/o curiosate, essendo impossibile verificare, per ovvi motivi, le fonti di tutto il materiale pervenutomi e qui inserito, se in queste pagine riscontrate: testi, immagini
o files, che considerate fortemente lesivi al “diritto di proprietà”, contattatemi così provvederò ad eliminare quanto segnalato. Se non diversamente indicato i francobolli
dell'Italia, del Vaticano e di San Marino, qui pubblicati, sono tratti dal sito web: http://www.ibolli.it/
Grazie. Avv.to Francesco Antonio Gatto - email: francesco.gatto4@gmail.com

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

                          “La curiosità è una delle caratteristiche
                                        più certe e sicure
                                     di un intelletto attivo”

                                             (S. Johnson)

                                                                          Questo quaderno
                                                                  è dedicato al mio amico
                                                                         Avv. Leo Larocca

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

Premessa
La crescente popolarità dei francobolli della Città del Vaticano Città tra i collezionisti è ben nota. Non sono,
tuttavia, tantissimi i collezionisti che si avvicinano alle emissioni postali dei cosiddetti Stati Romani 2. Questi
francobolli antichi, di oltre 150 anni, sono stati forse un po’ trascurati nel tempo. Il collezionista che si diletta
nelle varietà classiche scoprirà invece, in questo ambito, possibilità illimitate di ricerca. E’ difficile trovare un
campo più ricco ed affascinante per uno studioso di storia filatelica e politica di questo Stato. La storia di
questi francobolli attraversa gli anni più importanti della unificazione della penisola italiana.
La maggior parte dei collezionisti ha paura di collezionare questi francobolli, in quanto ci sono troppe varietà:
sia di colori che di stampa. Ed è poi quasi impossibile distinguere il vero dal falso. Anche le tirature talvolta
sono basse ed i prezzi pertanto sono nella media alti.
Al di là comunque di ogni considerazione, il modo migliore per dissipare questi timori è quello di raccontare
la storia delle Poste dello Stato Pontificio e di tutta la produzione filatelica.

Storia della Filatelia e delle Poste
“Quando si parla di francobollo non bisogna dimenticare che dietro questo multicolore pezzettino di carta vi è
una lunga e avventurosa storia, quella della Posta.
Il dotto Cujacio fa derivare la parola "Posta" da "Apostolis", cioè dall’abitudine di inoltrare "lettere apostoliche"
da parte della Curia Romana e del Papato. Questo termine appare per la prima volta nei Capitolari di Carlo
Magno, e poi nel terzo libro delle leggi dei Longobardi. Sta di fatto che la Chiesa ha sempre usufruito di
messaggeri, detti "cursores" per comunicare con ogni parte del mondo, fin dai tempi più remoti. Le più
importanti Abbazie ed i conventi avevano un servizio postale proprio con messaggeri a cavallo, o si servivano
di propri frati a piedi o a cavallo. Dei frati questuanti si servivano anche i privati per l’inoltro delle loro
missive. Anche se non bisogna dimenticare che in quel periodo pochissime persone sapevano leggere e
scrivere e inoltre molto raramente si facevano viaggi e quindi non vi era una reale necessità di scrivere.
Soltanto con il fiorire dei commerci e delle arti e la conseguente nascita di una classe sociale ricca e potente,
la borghesia, aumentò il bisogno di comunicazione a distanza. Nacquero allora le cosiddette Poste universitarie
e Poste dei mercanti.
                                                   Alcuni ambasciatori chiesero al Papa ed ottennero di poter ricevere la
                                                  corrispondenza diplomatica mediante propri corrieri. Si diede così il via
                                                  all’istituzione in Roma di uffici di "Poste Nazionali". La
                                                  prima fu istituita dalla Spagna, su autorizzazione di
                                                  Papa Alessandro VI (v.) nel 1499, subito seguita da
                                                  quella di Napoli e di Milano. La Posta a Roma e a
                                                  Firenze fu istituita nel 1536 da Paolo III 3.
In Gran Bretagna un educatore di nome Rowland Hill (v.), per ovviare il problema delle
tariffe postali, molto costose, propose di pagare, con un’affrancatura anticipata, una
tariffa uniforme, calcolata in base al peso della missiva, valida per tutte le destinazioni.
Per favorire il prepagamento Hill propose di utilizzare "un pezzo di carta grande
abbastanza da contenere un bollo e coperto al retro da una cera vischiosa, che con un po'
2
   Il nome ufficiale di questo territorio era Stato Pontificio, ma questo è raramente riscontrato nella letteratura filatelica anglofona. Si trovano più
comunemente i termini di Stati Romani o Stati Papali. A volte, in particolare nelle pubblicazioni in lingua straniera, ricorre il termine di Stato della
Chiesa (Lo Stato della Chiesa in lingua italiana; Kirchenstaat in tedesco; l'État d'Eglise in francese). Vedi l'articolo in Vaticano Note vol. 8, No. 3 (Nov-
Dev 1959), p. 5.
3
   Per approfondire vedi: Allegato 1 - LEGGE SUL SERVIZIO DELLA POSTA LETTERE E DEI CAVALLI “Il Generale delle Truppe Francesi
stazionate sul territorio della Repubblica Romana” - Anno 1798; Allegato 2 - EDITTO DEL CARDINALE DORIA PAMPHILIJ “Sopra il Pagamento
del Porto delle Lettere, ed altro che si manda per la Posta” - 31 Dicembre 1803; Allegato 3 - NOTIFICAZIONE Di ribasso del prezzo delle Lettere, e
della Partenza o Arrivo de’ Corrieri - 17 Maggio 1814.

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

                                     di umidità il mittente poteva attaccare al retro della lettera". Il "bollo", cioè
                                     l’impronta postale indicante la tassa pagata, era così utilizzato non solo per
                                     affrancare, ma anche come sigillo al posto della ceralacca molto usata a quei tempi
                                     (Penny Black) (v.).
                            Quest’idea ancora un po’ vaga del francobollo, venne nei mesi seguenti perfezionata
                            e il 1 maggio 1840 si attuò la riforma postale che prevedeva due diverse soluzioni:
                            una erano i cosiddetti interi postali, cioè buste e fogli da lettera già affrancati e
                            pronti per l’uso; l’altra era rappresentata da una "etichetta" gommata, che poteva
                            essere incollata facilmente su qualsiasi lettera, giornale o pacchetto da inoltrare per
                            posta. Il successo della riforma inglese varcò subito i confini del Regno Unito: la
tariffa uniforme in base al peso e il francobollo furono adottati già nel 1843 dai cantoni svizzeri di Zurigo e di
Ginevra e dal Brasile, nel 1845 da Basilea e poi via via e sempre più velocemente da tutti gli altri Paesi.
In Italia quasi tutti gli staterelli che allora si dividevano la penisola introdussero francobolli e tariffe uniformi
tra il 1850 e il 1852.
Lo Stato Pontificio li introdusse il 1 gennaio 1852.
Nello Stato Pontificio il servizio postale era considerato della massima importanza ed era efficientissimo:
dipendeva dal cardinale camerario di Santa Romana Chiesa che promulgava le leggi relative ai servizi mediante
appositi editti e fissava le relative tariffe.
                                  Pio IX, in un periodo in cui si discuteva molto intorno al
                                  potere temporale del papa, non volle mai che la sua effigie
                                  comparisse sui francobolli, ma che vi figurasse solo il
                                  simbolo del potere del papato, cioè le chiavi decussate (v.)
                                  sormontate dal triregno 4. Per questo le serie pontificie
                                  sono forse un po’ monotone nel loro disegno, pur variato
                                  nella composizione della cornice. La stampa della prima
                                  emissione fu effettuata nella Tipografia della Reverenda
                                  Camera Apostolica (il cui direttore era Francesco Salviucci, 1963 – Paolo VI
appartenente alla nota famiglia dei tipografi romani), mediante stereotipi uniti in quattro    Incoronazione
blocchi da 25. La prima serie fu poi sostituita da un'altra con valori in centesimi, nel 1867,
dopo la riforma monetaria. L’anno dopo fu emessa la terza serie, analoga alla precedente, ma dentellata,
stampata su carta lucida e colorata al recto, e bianca al verso.
Un grosso problema restava però insoluto: il traffico postale con l’estero. La soluzione venne trovata nel 1874
con la creazione dell’Unione Generale delle Poste: in pratica una convenzione unica firmata da 21 paesi (quasi
tutta l’Europa, l’Egitto, Turchia e Stati Uniti) i quali formavano "un solo territorio" per quanto riguardava il
traffico postale, consentendo così di fissare regole e tariffe uniformi per tutti i paesi aderenti, qualunque fosse
il percorso o il mezzo utilizzato. Anche in questo caso il successo fu immediato; il numero dei Paesi che
chiesero di aderire al trattato fu tale che già nel 1878 si decise di adottare una nuova e più calzante
denominazione: Unione Postale Universale 5. Nel 1870 esplose anche la rivoluzione della cartolina postale, il

4
   La tiara papale o triregno è una particolare corona utilizzata dai Papi sino alla seconda metà del secolo XX come simbolo di sovranità. Si tratta di
un copricapo extra-liturgico con infule, utilizzato particolarmente nel corso della cerimonia dell'incoronazione, di foggia conica (su modello
delle tiare mediorientali) più o meno rigonfia, inanellato da un numero di diademi via via accresciutosi sino ad un numero di tre (da cui il nome triregno)
e sormontato da un piccolo globo crucigero. Le tre corone sovrapposte della tiara papale indicano il triplice potere del pontefice: Padre dei principi e dei
re, Rettore del mondo, Vicario di Cristo in Terra. L'ultima tiara a venire utilizzata fu nel 1963 in occasione dell'elevazione al Soglio di papa Paolo VI,
che ne cessò successivamente l'uso. Venne messa in vendita e acquistata dal cardinale Francis Joseph Spellman, arcivescovo di New York, utilizzandone
il ricavato per le missioni africane. L'uso del triregno fu sostituito con quello della comune mitria. L'uso della tiara permane nello stemma pontificio e
negli stemmi personali dei papi, sebbene nel 2005 papa Benedetto XVI l'abbia sostituito con la mitria nel proprio stemma personale, il cui disegno,
tuttavia, nella presenza di tre bande dorate orizzontali richiama quello delle tre corone del triregno. Anche papa Francesco, nel 2013, ha mantenuto la
mitria sulla sommità del proprio stemma. (Wikipedia).
5
   L'Unione postale universale è un'organizzazione internazionale, con sede a Berna (Svizzera), che coordina le politiche postali dei paesi membri, e di
conseguenza l'intero sistema postale mondiale. Dopo la riforma postale inglese di Rowland Hill, su iniziativa degli Stati Uniti d'America Montgomery
Blair, ufficiale postale generale, organizzò una conferenza tenuta nel 1863, a Parigi (Francia), per continuare il processo di riforma postale al livello
internazionale. La conferenza, frequentata da delegati di quindici paesi europei e americani, scrisse i principi per gli accordi generali tra Stati. Avendo già
completato una riforma postale, riuscita nel suo paese, Heinrich Von Stephan ufficiale postale della Confederazione tedesca del nord, programmò un
piano per un'unione postale internazionale; su suo suggerimento il governo svizzero organizzò una conferenza internazionale a Berna, il 15

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

nuovo mezzo di comunicazione che, in cambio di una tariffa ridotta, chiedeva di rinunciare all’antica sicurezza
del segreto epistolare. Nel 900 furono introdotte anche le cartoline
illustrate che ebbero un notevole successo grazie anche al diffondersi della
stampa a più colori.
In base all’art. 2 dei Patti lateranensi del 2 giugno 1929, l’Italia riconobbe
alla Santa Sede "la sovranità nel campo internazionale, come attributo
inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione, ed alle esigenze
della sua missione nel mondo". Di conseguenza furono riconosciuti i diritti
del nuovo Stato sotto ogni profilo, ivi compreso quello di poter avere
servizi postali propri.
Lo Stato della Città del Vaticano fu ammesso all’U.P.U. a partire dal
1 giugno 1929, mentre il Governo italiano si impegnò a procurare personale                                           1974 - Centenario dell’U.P.U.
e materiale per l’istituzione dei servizi.
Il 29 luglio 1929 fu conclusa tra lo Stato della Città del Vaticano e lo Stato Italiano una convenzione per
l’esecuzione dei servizi postali, in base agli accordi di Stoccolma del 28 agosto 1924, ed alla Legge
Fondamentale dello Stato del Vaticano e quella sulle Fonti del Diritto, rispettivamente n. 1 e n. 2 del 7 giugno
1929, di emanazione pontificia. L’attivazione del servizio postale vaticano fu stabilita dall’ordinanza VIII del 30
luglio 1929 ed ebbe inizio a partire dal successivo 1 agosto.
Tutte le emissioni vaticane sono sancite da "Ordinanze", pubblicate sulle Acta Apostolicae Sedis 6, una sorta di
"gazzetta ufficiale" della Santa Sede. Sia le ordinanze che le Acta, opportunamente affrancati e bollati 1° giorno,
                                     costituiscono anche oggetto di collezionismo e sono di particolare interesse
                                     filatelico. In un secondo tempo nello stesso modo furono autorizzate anche
                                     le emissioni di interi postali, sia cartoline postali che aerogrammi.
                                                L’avventura della lettera continua anche oggi nell’era dei computers e
                                                dell’elettronica. Gli scritti restano, anche per raccontarci la meravigliosa
                                                storia delle comunicazioni umane nell’arco di quasi un millennio: una storia
                                                fatta di lettere e cartoline, di francobolli e di bolli postali, di segni grafici e
                                                di etichette, una storia che ognuno di noi può rielaborare, ricostruire,
                                                reinventare o usare a suo piacere entrando nell’immenso, appassionato,
                                                multiforme mondo del collezionismo filatelico. Un mondo senza confini di
  1998 – Esposizione mondiale di filatelia      spazio, di tempo, di idee” 7.

settembre 1874, alla quale parteciparono rappresentanti di ventidue nazioni e il 9 ottobre nel trattato di Berna si istituisce l'Unione postale generale
(giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della posta). I membri nell'Unione aumentarono così rapidamente, durante i tre anni che seguirono la firma
del trattato, che il nome Unione postale generale fu cambiata nel 1878 in Unione postale universale. Il trattato di Berna del 1874 riuscì a unificare un
intricato e contraddittorio sistema di servizi postali e regolamentazioni nazionali in un solo territorio postale di scambio reciproco di oggetti postali. I
paesi che parteciparono alla conferenza ridussero il numero di tariffe postali da 1200 a una tariffa per tutti. Ancora oggi l'UPU organizza, coordina e
regolamenta la spedizione di lettere e documenti in tutto il mondo (Wikipedia).
6
   Gli Acta Apostolicae Sedis (latino per "Atti della Sede apostolica"), abbreviato AAS, sono la gazzetta ufficiale della Santa Sede e della Città del
Vaticano. Attualmente sono pubblicati mensilmente, ma durante il corso dell'anno escono talvolta numeri aggiuntivi rispetto alla periodicità mensile.
7
    Premessa tratta dal sito web del Vaticano: http://www.vaticanstate.va/content/vaticanstate/it/servizi/ufficio-filatelico-e-numismatico/storia-della-
filatelia---poste.html

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I francobolli degli Antichi Stati Italiani 8
I francobolli degli Antichi Stati Italiani (v. cartina) si collocano in
un periodo molto complesso della storia Italiana, che vide la
scomparsa degli antichi Ducati, l'unificazione del territorio sotto
un'unica bandiera e la nascita del Regno d'Italia; un periodo
segnato da guerre, occupazioni e moti insurrezionali: il
Risorgimento.
All'epoca dell'emissione dei primi francobolli, avvenuta l’1 Giugno
1850 da parte del Regno Lombardo-Veneto, il territorio Italiano
era diviso in Stati con differenti monete, amministrazioni e
governi; basti pensare che nel 1859 circolavano nei vari Stati
qualcosa come 270 tipi diversi di monete, tra ufficiali e non.
Questo complica la storia postale del periodo che diviene così
estremamente affascinante e variegata per i differenti rapporti
postali esistenti sia tra gli Stati stessi che con il resto del mondo;
rapporti postali ancor oggi non del tutto chiariti in ogni aspetto e
quindi stimolo ulteriore per lo studio del collezionista. Come si
può vedere nella cartina introduttiva, dopo la Iª Guerra di
Indipendenza il territorio Italiano era diviso nei seguenti Stati (da
nord a sud):

        Regno di Sardegna
                          Storia particolare quella della posta nel Regno di Sardegna, che si
                          trovò a gestire in poco tempo il servizio postale nell'intera Italia,
                          ente virtuoso che aveva subito adottato un sistema efficiente di
                          affrancatura delle lettere, con valori e tariffe ben definite, in lire
                          italiane. Già nel 1819 infatti emise alcune fascette affrancate, dette
                          "Cavallini di Sardegna", per il disegno impresso a secco
                          riproducente un postiglione a cavallo, con valori da 15c., 25c. e 50c.
                          Un vero e proprio servizio postale, che si protrasse fino
     Prima emissione                                                                                  Prima emissione
    01.01.1851 – Effigie  all'emissione di francobolli propri.                                       01.01.1851 – Effigie
    del Re Vitt. Eman. II I francobolli del Regno di Sardegna sono i più longevi del                 del Re Vitt. Eman. II
                          comparto degli Antichi Stati italiani, in quanto presero piano piano
    piede su tutto il territorio nazionale, con la graduale unificazione dell'Italia. Nel 1º gennaio 1851 venne
    emessa la prima serie, di tre valori, in ovale a fondo pieno, in stampa litografica.
    Lo stesso tipo di francobollo venne poi ristampato in tre modalità diverse, le prime due: nel 1853 con
    diciture a secco in rilievo su carta colorata, e nel 1854 in litografia, centro bianco e fondo colorato.
    Nel 1855 vide la luce la più nota emissione del Regno di Sardegna, composta da 6 valori: 5c. verde pisello,
    10c. terra d'ombra, 20c. cobalto, 40c. vermiglio, 80c. ocra arancio, 3 Lire rame.

        Regno Lombardo-Veneto
    Il Regno Lombardo Veneto fu il primo ad emettere francobolli, a partire dal 1850. Questi francobolli furono
    stampati nella Tipografia di Stato Austriaca di Vienna. La stampa di questi francobolli era effettuata
    tipograficamente su carta a mano bianca, i valori in centesimi e la filigrana era composta da grandi lettere
    "KKHM" (iniziali di Kaiserliche und Königliche Handels Ministerium - Imperiale Regio Ministero del
    Commercio)

8
    Notizie tratte dal sito web: http://www.antichistati.com/1024/master/intros.htm

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano - Da Papa Pio IX a Papa Francesco
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

     Francobollo da 15 cent.         Francobollo da 10 soldi. Effigie di   Francobollo da 15 soldi. Effigie di   Francobollo da 5 soldi rosa. Serie
    Stemma austro-ungarico                 Francesco Giuseppe              Francesco Giuseppe, del 2º tipo.        dell'aquila bicipite. Dent. 14.

      Ducato di Parma
                           Nel 1852 il Ducato di Parma emise i suoi primi
                           francobolli. Il territorio del Ducato comprendeva
                           Parma, Piacenza e la Lunigiana (detta Circondario
                           di Pontremoli, di cui faceva parte anche l'attuale
                           Provincia di Massa Carrara. Il territorio fu ceduto
                           dal Granducato di Toscana al Ducato di Parma col
                           trattato del 1844). Il sovrano era Carlo III di
                           Borbone. I francobolli raffigurano il giglio
                      borbonico sormontato dalla corona ducale, agli angoli sono disegnati quattro ornati e due
Giglio borbonico in un
 cerchio sormontato   decorazioni greche laterali completano la vignetta. Il conio per i cliché in ottone della tavola di
 dalla corona ducale  stampa venne inciso da Donnino Bentelli. Nel 1859 entrarono in vigore i francobolli del
                      Governo Provvisorio, in sostituzione dei francobolli ducali. Il comandante Luigi Carlo
Farini provvide a unificare le regioni parmensi e modenesi. Nel 1860 furono annesse al Regno di Sardegna, poi al
Regno d'Italia.

      Ducato di Modena
                               Nel 1852 il Ducato di Modena (comprendeva i territori di Modena,
                               Reggio, Garfagnana, Massa e Carrara, Guastalla e Frignano), emise i
                               suoi primi francobolli. L'incisione del cliché per questi francobolli fu
                               opera di Tomaso Rinaldi e venne poi moltiplicata in stereotipia[3] per
                               realizzare la lastra di stampa che serviva al metodo tipografico con
                               cui vennero prodotti. I fogli erano da 240 francobolli, divisi in quattro
                               gruppi da 60. Il 15 giugno 1859, a seguito della guerra
                               d'indipendenza, venne costituito il Governo provvisorio delle
                               province modenesi.
 Francobollo "errore di colore" da 25 cent. Aquila estense sormontata dalla
corona ducale, senza punto dopo le cifre
                                                                                                  Granducato di Toscana
                          I francobolli nel Granducato di Toscana furono emessi a partire
                          dal 1851/1852, in attuazione della convenzione fondamentale per la Lega
                          Postale Austro-Italica, stipulata il 5 novembre 1850 con l'Austria. Il
                          Granducato    comprendeva        i   sei compartimenti   postali    di
                          Firenze, Grosseto, Lucca, Pisa e Siena, l'isola d'Elba, l'isola di Pianosa, l'isola
                          del Giglio ed altre minori. Il 27 aprile 1859, a seguito dei moti popolari

 Francobollo da 6 Crazie del Granducato di Toscana                                                               Francobollo da 5 centesimi del Governo
 Provvisorio
della Seconda Guerra d'Indipendenza, il Granduca Leopoldo fuggì da Firenze, facendo decadere il governo
granducale.

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano - Da Papa Pio IX a Papa Francesco
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

In questo periodo fu instaurato un Governo Provvisorio, in attesa dell'Unità d'Italia. I francobolli granducali emessi
nel 1851 raffigurano un Marzocco (leone seduto) coronato, con lo scudo gigliato, in una cornice rettangolare con la
scritta "francobollo postale toscano".

     Stato Pontificio (o della Chiesa) (v. capitoli successivi)

     Regno delle Due Sicilie (diviso in Regno di Napoli e Regno di Sicilia).
                         Nel 1858 venne emessa la serie dei francobolli del Regno di
                         Napoli, con filigrana "gigli borbonici", in fogli di 200 esemplari
                         disposti in due gruppi di 100. Comprendono fino a tre tavole
                         diverse, che vengono evidenziate per alcune piccole differenze nei
                         francobolli. I francobolli non sono dentellati. Di seguito nella
                         tabella sono riportati i tipi e le varie colorazioni principali.
                         La serie del Regno di Sicilia venne emessa nel 1859 con gli stessi
        7 valori della serie del Regno di Napoli ma con l'effigie del re Ferdinando II di Borbone.

     Territori delle Romagne
                         La serie dei francobolli per le Romagne venne emessa il 1º settembre 1859. La serie
                         reca una grande cifra in una cornice rettangolare, con la scritta a caratteri maiuscoli "FRANCO
                         BOLLO POSTALE ROMAGNE". La prima domanda che sorge spontanea è "perché mai
                         un'emissione in Bajocchi, quando si faceva di tutto per cancellare le tracce del dominio
                         Pontificio?". La risposta è già stata data indirettamente nell'introduzione storica. La Lira
                         Italiana venne introdotta con Decreto del 28 Giugno 1859, e divenne moneta ufficiale il
                         1° Novembre. Il problema è che nelle Romagne i francobolli Pontifici si esaurirono ben
                         presto per cui si dovette provvedere ad una nuova emissione. Per varie ragioni storico-
                         politiche e di "convenienza" (vista la situazione piuttosto caotica che si era venuta a
        creare nei territori) i francobolli non potevano essere quelli Sardi, per cui ci si arrangiò come possibile
        ed in maniera piuttosto artigianale. Inoltre l'unica moneta che circolava nella realtà di tutti i giorni era
        il Bajocco Pontificio, per cui non c'era molto da scegliere. E così "il 30 Agosto 1859 fu emanato un
        decreto a firma di Cipriani, Governatore Generale, che autorizzava l'emissione di una nuova serie di
        francobolli" (Donald S. Patton, "The Romagna", marzo 1953) (Wikipedia).

Fu la IIª Guerra d'Indipendenza che sconvolse del tutto e definitivamente questo assetto, dando il "colpo di
grazia" ad un sistema che vacillava già da tempo sull'onda delle spinte indipendentiste e liberali che andavano
ormai sempre più diffondendosi. Il Regno Lombardo-Veneto perse quasi tutta la Lombardia nel
Maggio/Giugno del 1859. Lo Stato Pontificio perse i territori delle
Romagne con le Marche e l'Umbria (Giugno 1859). Con alterne vicende
anche la Toscana (Aprile 1859) ed i Ducati di Modena e Parma (Giugno
1859) passarono sotto il Regno di Sardegna. Stessa sorte toccò al vasto
Regno delle Due Sicilie (Marzo-Settembre 1860), con la ben nota azione di
Giuseppe Garibaldi.
Il Regno d'Italia nasce ufficialmente il 17 Marzo 1861, quando "Vittorio
Emanuele II assume per grazia di Dio e volontà della Nazione per se e per
i suoi successori il titolo di Re d'Italia".
Solo i territori del Veneto e di parte del Lazio resistettero un po’ più a
lungo. I primi furono annessi a seguito della IIIª Guerra d'Indipendenza       2011 - 150° Anniversario Unità d’Italia
nel 1866, i secondi definitivamente nel 1870 con la conquista di Roma.
Trattare in questa sede il complesso degli avvenimenti storico-politici che portarono all'Unità d'Italia sarebbe
veramente troppo lungo, noioso e pretenzioso. Ho preferito dunque limitarmi ad inserire una breve scheda
storica per ognuno degli Stati, giusto per avere un'idea del quadro socio-politico dell'epoca piuttosto che

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano - Da Papa Pio IX a Papa Francesco
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

affrontare nel dettaglio la storia di ogni Stato. Oltre che alla lettura di questi brevi schede, rimando vivamente
alla consultazione delle molte opere specializzate esistenti, delle quali alcune sono citate in questo quaderno.
Ai vari Stati sovrani si susseguirono diversi Governi Provvisori man mano che andava delineandosi l'unità
nazionale. Ecco quindi affiancarsi alle emissioni-tipo dei vari Stati, le emissioni dei Governi Provvisori (Parma,
Modena, Romagne, Toscana, Napoli e Province Napoletane).
Ogni Stato emise propri francobolli, quasi sempre rappresentanti lo stemma dello Stato o l'effigie del re.
Quasi tutti i francobolli non erano dentellati, ad eccezione di alcune emissioni del Regno Lombardo-Veneto e
dello Stato Pontificio, e venivano separati con le forbici; se a ciò aggiungiamo l'illuminazione spesso precaria e
l'esiguità dei margini (basti pensare ai francobolli di Toscana dove lo spazio tra due esemplari era sovente
inferiore ad 1 millimetro!), si capisce perché i francobolli si presentino spesso molto irregolari nei margini.
Ma è proprio la mancanza della dentellatura perfetta e regolare come accade oggigiorno, unita ai colori
adottati per la stampa ed alla fattura della stampa stessa, così imprecisa ed "artigianale" se raffrontata a quella
odierna, a determinare buona parte del fascino "antico" di questi francobolli che, nel loro settore, sono delle
piccole opere d'arte.
La loro vita fu relativamente breve (il Regno d'Italia venne costituito nel 1861) ma la molteplicità degli usi,
delle tirature, delle varianti cromatiche rende questo settore della filatelia e la collezione dei francobolli degli
ANTICHI STATI assolutamente unico.

                    1985 - Esposizione internazionale di filatelia a Roma (Antichi Stati Italiani)

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

                                     Lo Stato Pontificio
Ha un’antica origine (ottavo secolo), andò sempre estendendosi fino al X secolo.
E' conosciuto anche come "Stato della Chiesa" ed è storicamente il territorio dei Papi, che erano i sovrani dello
Stato. All'epoca dei primi francobolli (1852) il Papa era Pio IX (il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti)
divenuto Papa nel 1846.
All'inizio del periodo filatelico il territorio era molto
vasto ed i suoi confini andavano dal Regno
Lombardo Veneto al Regno di Napoli, toccando due
mari (Adriatico e Tirreno). La superficie complessiva
era di circa 41.150 Kmq (comprendendo anche due
piccole enclavi in territorio di Napoli, attribuite dal
Trattato di Vienna: Benevento e Pontecorvo).
Contava circa 3,5 milioni di abitanti e la capitale era
Roma. Il territorio era diviso in 4 regioni (Romagne,
Marche, Umbria, Lazio), suddivise in province (in
realtà il nome corretto sarebbe Legazioni e
Delegazioni) (v. cartina del territorio).
Varie e complesse sono le vicende che portarono alla
totale (o quasi) sparizione dello Stato Pontificio:
ebbero inizio con la II Guerra d'Indipendenza. I
primi territori persi furono quelli delle Romagne
(Giugno 1859). La sconfitta di Magenta determinò
l'arretramento      delle      truppe       Austriache.
Contemporaneamente          le    truppe      Pontificie
abbandonarono i territori. La determinazione ed il
fermento popolare portarono dapprima alla
creazione di una Giunta di Governo in Bologna, cui
aderirono poi rapidamente le altre città. Il 15 Giugno
si insediò il Governo Provvisorio sotto la giuda di
Lionello Cipriani. Tra la fine di Novembre e l'inizio
di Dicembre del 1859 insieme ai territori degli ex
Ducati di Modena e Parma, le Romagne vennero
poste sotto la dittatura di Carlo Farini (che diviene
"Governatore" dal 1° Gennaio 1860) con il nome di
"Regie Provincie dell'Emilia".
Fu poi il turno, nel 1860, delle Marche e dell'Umbria,
supportate dalle sempre crescenti insurrezioni di piazza. L'invasione dell'Umbria cominciò l'11 Settembre del
1860 e durò ben poco: già il 18 Settembre Spoleto si arrendeva. In Novembre i plebisciti popolari sancirono
l'adesione al Regno di Sardegna, che avvenne il 17 Dicembre. Anche nelle Marche l'occupazione iniziò l'11
Settembre e si concluse con la conquista di Ancona, il 29 Settembre, ormai accerchiata sia da terra che dal
mare (bombardata dalla flotta Sarda).
Congiuntamente all'Umbria vennero indetti i plebisciti che sancirono l'annessione al Regno di Vittorio
Emanuele II. Lo Stato Pontificio veniva così ridotto al "Patrimonio di San Pietro", di circa 11.700 Kmq. e 700
mila abitanti. L'offensiva Sarda sarebbe continuata verso Roma (e in realtà così accadde) se da Torino non
fosse stato intimato di fermarsi; infatti la Francia, in appoggio allo Stato Pontificio aveva deciso di difendere il
territorio restante. Le varie truppe Sarde fermarono la loro azione abbandonando anche qualche territorio nel
frattempo conquistato.

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

Nel 1870 a seguito delle vicende della III Guerra d'Indipendenza l'esercito italiano va all'attacco di Roma su
diversi fronti (non dimentichiamoci che anche il Regno delle Due Sicilie era ormai da tempo italiano e che
quindi lo Stato Pontificio era accerchiato da ogni lato), occupando progressivamente tutti i territori del
Patrimonio di San Pietro; le truppe francesi si erano infatti ritirate sia per i problemi della guerra tra Francia
e Prussia che preoccupavano non poco i francesi sia perché era ormai oggettivamente impossibile (e ben poco
conveniente...) ostacolare l'unificazione italiana.
L'esercito italiano fa irruzione in città il 20 Settembre 1870 dalla famosa "Breccia di Porta Pia" (v.): alle ore 14
la città si arrende. L'annessione della città e del Lazio avviene a seguito
del referendum del 2 Ottobre 1870. Al Papa restò solo il territorio della
Città del Vaticano: ben misera cosa se si pensa alla potenza ed alla
dimensione iniziale dello Stato.
Come si può intuire le vicende postali assumo una complessità ed una
ricchezza di situazioni veramente enormi. Tariffe, usi di francobolli
Pontifici e Sardi, tassazioni, posta militare, combinazioni miste, sono
veramente molteplici ed interessanti. Non è tuttavia scopo di questo
lavoro esaminarle, sia per la complessità degli argomenti che
richiederebbero trattazioni storiche e politiche separate ed approfondite
che vanno oltre le mie possibilità, sia perché ci si perderebbe in una frammentazione di spiegazioni, tariffe,
contesti che ben poco avrebbero di organico.
Lascio ai collezionisti specializzati l'approfondimento dei vari capitoli di questo interessantissimo periodo
storico-postale.
                              La moneta circolante era inizialmente lo Scudo (v.),
                              suddiviso in 100 Bajocchi (v. BAJ). Uno scudo valeva 5,375
                              Lire ed un Bajocco era equiparato a 5 centesimi.
                              Dal 18 Giugno 1866 anche lo Stato Pontificio introdusse il
                              sistema metrico-decimale e la nuova moneta fu la Lira
                              Pontificia, divisa in 100 centesimi, equiparata a 18,66
                              Bajocchi.

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

                               PONTIFICATO DI PIO IX
                        Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti) (v.) (nato a Senigallia il 13 maggio 1792 – e
                        m. a Roma 1878), papa dal 1846 al 1878. Nato da una famiglia di piccola nobiltà
                        marchigiana, fatti gli studi teologici e filosofici (ostacolati da una malattia di natura
                        epilettica), fu ordinato sacerdote nel 1819. Fu guardia nobile di Pio VII (1800-1823).
                        Fu vescovo di Spoleto (1827) e poi di Imola, dove la sua semplice bontà e il suo
                        fervore religioso gli conciliarono vaste simpatie, mentre le sue relazioni con uomini
                        di orientamento liberale (come il conte Giuseppe Pasolini, per cui consiglio lesse il
                        “Primato morale e civile degli Italiani” del Gioberti e gli “Ultimi casi di Romagna”
                        del d'Azeglio) gli creavano una reputazione, di prelato aperto e favorevole alle
                        riforme.
Morto Gregorio XVI, la coscienza diffusa della necessità di modificare la linea politica rigidamente
conservatrice del defunto pontefice fece sì che nel breve conclave del 15-16 giugno 1846 il Mastai Ferretti
(che nel 1840 era stato creato cardinale) concentrasse su di sé trentasei voti contro i dieci andati al
Lambruschini (segretario di Stato di Gregorio XVI). L'amnistia concessa un mese dopo (16 luglio) dal nuovo
papa ai condannati politici accrebbe la sua popolarità, e i liberali italiani credettero di aver trovato in Pio IX
il pontefice augurato dal Gioberti. Il grido di “Viva Pio IX” divenne così la parola d'ordine del movimento
liberal moderato. Dopo l’amnistia prese altre misure innovatrici.
Ma la pressione dal basso aveva finito con lo spingere Pio IX più in là di quanto egli non avesse desiderato,
come dimostrò tra l'altro il fatto che egli si decise a concedere uno statuto soltanto il 14 marzo 1848, dopo
che cioè statuti erano stati promulgati a Napoli, Firenze e Torino. La crisi latente nei rapporti tra il papa e il
movimento nazionale italiano si rivelò in tutta la sua gravità subito dopo l'inizio della prima guerra
d'Indipendenza, quando con l'allocuzione del 29 aprile 1848 Pio IX dichiarò che, nella sua qualità di
rappresentante del Dio di pace, non avrebbe potuto associarsi alla guerra contro l'Austria.
Gli eventi negli Stati Pontifici precipitarono dopo che, rivelatosi impotente il ministero presieduto da T.
Mamiani, il potere fu affidato a Pellegrino Rossi (15 settembre 1848), con il mandato di ristabilire l'ordine.
Ucciso il Rossi (15 novembre), la situazione precipitò ed il papa si risolse così a fuggire a Gaeta (24
novembre), mentre a Roma prevalevano le tendenze radicali, con la conseguente proclamazione della
Repubblica Romana (9 febbraio 1849).
Caduta Roma in seguito alla spedizione delle truppe francesi del generale Oudinot (luglio 1849), Pio IX
rientrò a Roma il 12 aprile 1850 ed affrontò, insieme col nuovo segretario di Stato Antonelli, i problemi
della restaurazione e della ricostruzione nei suoi Stati (crisi finanziaria, riassetto della pubblica
amministrazione, opere pubbliche). Ma il ritorno a un regime assoluto restrinse sempre più le basi del
consenso nei confronti del potere temporale e ne preparò il crollo, avvenuto attraverso le successive tappe
dell'annessione al regno di Sardegna delle Legazioni (1860) e dell'annessione allo Stato unitario italiano del
Lazio e di Roma (1870). Si acuiva così la Questione romana perché Pio IX condannò (con l'enciclica “Ubi
nos”, 15 maggio 1871) la “Legge delle Guarentigie” approvata dal parlamento italiano, si rinchiuse nel
Vaticano considerandosi come prigioniero e fece adottare come linea politica dai cattolici italiani
l'astensione dalla partecipazione alle elezioni per la camera (“Non expedit” Non conviene).
Sul piano delle relazioni con gli Stati Pio IX (che seguì una direttiva di vigoroso intervento nella vita delle
Chiese nazionali nell'intento di accrescere il prestigio dell'autorità pontificia) dovette anzitutto affrontare il
lungo e difficile conflitto giurisdizionale con il Piemonte (“Leggi Siccardi”).
In Francia, dove il papa non nascose la sua ostilità nei confronti dei cattolici “liberali”, la Chiesa godette dal
1849 in avanti di una situazione privilegiata (“Legge Falloux”), mentre la liturgia e la mentalità romane
soppiantavano le tradizioni gallicane. Concordati favorevoli alla Santa Sede vennero conclusi con l'Austria
(1855) e vari Stati tedeschi (Württemberg, 1857; Baden, 1859; Nassau, 1861), anche se poi i successi così
conseguiti furono limitati dalla crisi del Kulturkampf

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

 Pio IX (che diede nuovo impulso all'attività missionaria, soprattutto nell'Africa) svolse infine un'intensa
 opera di magistero dottrinale, prendendo ripetutamente posizione contro quelli che a lui sembravano essere
 gli errori del secolo, condannati poi complessivamente nel Sillabo e nell'enciclica accompagnatoria “Quanta
 cura” (8 dicembre 1864; nell'elenco di questi errori erano il panteismo, il naturalismo, il razionalismo,
 l'indifferentismo, il socialismo, il comunismo, l'intervento dello Stato nelle questioni morali e religiose). Pio
 IX (che nel 1854 aveva proclamato il dogma dell'Immacolata Concezione “Ineffabilis Deus”) culminò la sua
 opera di restaurazione dell'autorità papale con la convocazione del concilio Vaticano, inaugurato nel
 dicembre 1869, che proclamò come articolo di fede l'infallibilità pontificia (18 luglio 1870).

Per approfondimenti: http://digilander.libero.it/siticattolici/Pontefici/Papi/Pio_ix.htm

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

Date storiche importanti dello Stato Pontificio
 13 dicembre 1803 Bando Generale delle Poste di Roma e Stato ecclesiastico (v. Allegato 11)
 17 maggio 1809 Pio VII perde il potere temporale.
 17 maggio 1809 Roma viene aggregata alla Francia.
 24 maggio 1814 Pio VII viene rimesso sul trono.
 18 luglio 1815 Il Papa rientra in Roma.
 20 agosto 1823 Muore Pio VII.
 27 settembre 1823 A Pio VII succede Leone XII.
 10 febbraio 1829 Muore Leone XII.
 31 marzo 1829 Viene eletto Pio VIII.
 1. dicembre 1829 Muore Pio VIII.
 2 febbraio 1831 Viene eletto Gregorio XVI.
 4 febbraio 1831 Rivoluzione nelle Romagne, Marche ed Umbria.
 26 marzo 1831 Repressi i moti rivoluzionari.
 1. giugno 1846 Muore Gregorio XVI.
 6 giugno 1846 Viene eletto Pio IX.
 13 febbraio 1848 Pio IX concede la Costituzione.
 14 luglio 1848 Ferrara occupata dagli austriaci (sarà resa il 18/2/1849).
 5 febbraio 1849 Apertura della Costituente. Repubblica Romana.
 2 luglio 1849 Fine della Repubblica Romana.
 3 luglio 1849 Roma occupata dalle truppe francesi.
 14 luglio 1849 I francesi ristabiliscono il potere temporale del Papa.
 1. gennaio 1852 Emissione dei primi francobolli del Pontificio.
 12 marzo 1860 Annessione delle Romagne al Regno di Sardegna.
 17 ottobre 1860 Annessione dell'Umbria al Regno di Sardegna.
 17 dicembre 1860 Annessione delle Marche al Regno di Sardegna.
 12 settembre 1870 Gli italiani occupano Viterbo (gen. Ferrero).
 20 settembre 1870 Gli italiani entrano in Roma (gen. Cadorna).
 20 settembre 1870 Pio IX perde il potere temporale.
 9 ottobre 1870 Unione del Lazio al Regno d’Italia.
 1 gennaio 1871 Roma proclamata capitale d' Italia.

                                                  14
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

Le tariffe
Ecco brevemente quali erano le principali tariffe postali esistenti per una lettera primo porto per l'interno
(lettere di un foglio). Il doppio porto pagava il doppio, il triplo pagava 3 volte e via dicendo. L'affrancatura era
facoltativa e non gravavano sovrattasse per il mancato o parziale affrancamento (il destinatario pagava la sola
differenza). Da precisare che le tariffe venivano calcolate in base a tre "Distanze" postali e 40 "Direzioni".

  Entro la stessa Direzione Postale                                                             1 bajocco

  Fra Direzioni Postali limitrofe (sullo stesso percorso postale)                              2 bajocchi

  Fra Direzioni Postali non limitrofe ma nella stessa "distanza"                               3 bajocchi

  Idem se a distanze diverse                                                                   4 bajocchi

  Idem se non contigue                                                                         5 bajocchi

  Stampe di un foglio (qualsiasi località)                                                     1/2 bajocco

  Stampe (oltre un foglio, fino ad un oncia di peso)                                            1 bajocco

  Stampe (per ogni oncia in più)                                                                1 bajocco

  Raccomandazione                                                                                +50%

  Ricevuta di ritorno                                                                          5 bajocchi

A queste tariffe vi sono alcune eccezioni specifiche che non è qui il caso di menzionare.
A seguito del cambiamento di moneta, le tariffe interne per lettere ogni 10 grammi di peso vennero fissate
come segue (restò inizialmente facoltativa l'affrancatura delle lettere ma obbligatoria quella degli stampati;
tuttavia le lettere non affrancate pagavano a destino il doppio della tassa dovuta):

  Per la città                                                                                 5 centesimi

  Qualsiasi altra destinazione                                                                10 centesimi

  Manoscritti e campioni (ogni 50 grammi)                                                     20 centesimi

  Stampati (ogni 40 grammi)                                                                    2 centesimi

  Raccomandazione                                                                            + 20 centesimi

  Ricevuta di ritorno                                                                         20 centesimi

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I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

I FRANCOBOLLI DELLO STATO PONTIFICIO
                                                           Sono quei francobolli emessi ed utilizzati nello Stato della Chiesa tra
                                                           il 1º gennaio 1852 e la Presa di Roma (20 settembre 1870).
                                                           Lo Stato Pontificio è l'ultimo, in ordine cronologico, tra gli "antichi
                                                           stati italiani" ad emettere e regolamentare l'utilizzo dei francobolli.
                                                           L'introduzione dei francobolli, o "bolli
                                                           franchi" come venivano a volte
                                                           chiamati all'epoca, avviene a seguito
                                                           di un editto del cardinale Giacomo
                                                           Antonelli (v.)9 del 29 novembre 1851
                                                           e successivo decreto del Ministero
      Il Palazzo Madama, attuale sede del Senato           delle        Finanze        (datato 19
        italiano, era la sede della Posta Pontificia       dicembre 1851)            denominato
                        (1851-1870)                        "Regolamento per l'applica-zione dei
                                                           bolli franchi alla corrispondenza
postale")10.
Il soggetto dei francobolli è uguale per tutte le emissioni ed è lo stemma del
Vaticano (composto dalle chiavi decussate sovrastate dalla tiara papale)
sovrastato dalla scritta "FRANCO BOLLO POSTALE". Il valore nominale del
francobollo è riportato sotto lo stemma con tre lettere: "BAJ", "SCUDO",                                                   Cardinale Giacomo Antonelli
"CENT" rispettivamente per Bajocco, Scudo e centesimi di Lira vaticana. Le
sigle delle valute sono seguite dal numero che indica il valore.
______________________________________

                                           In araldica la chiave assume diversi significati simbolici:

                                                      La potenza, quando connessa alle cariche di castellano o governatore,
                                                   La obbedienza e la sottomissione, quando si riferisce all'offerta delle
                                           chiavi di una città,
                                                 Il grande favore e la fiducia, quando utilizzata dai gentiluomini di
                                           camera dei sovrani.
                                           Una coppia di chiavi, una d'argento e una d'oro, solitamente poste
                                           in decusse sono l'emblema dei Pontefici. In questo caso possono comparire sia
       Chiavi pontificie accollate
               allo scudo                  sotto la tiara pontificia sia accollate allo scudo.

9
   Antonèlli, Giacomo. - Cardinale (Sonnino 1806 - Roma 1876), amministratore e politico più che uomo di chiesa (non fu mai sacerdote), dopo aver
dato prova di sé in varî uffici, nominato (1845) protesoriere della Camera apostolica e poco dopo tesoriere generale, concluse felici operazioni
finanziarie. Creato cardinale da Pio IX (11 giugno 1847) e chiamato alla presidenza della Consulta di Stato, l'A., già non avverso al moto riformista,
divenne, dopo l'assassinio di P. Rossi, il più fermo sostenitore dell'intransigenza assolutista papale di fronte alle nuove idee e in tal senso influì sull'animo
di Pio IX (fuga a Gaeta, crociata delle potenze cattoliche). Segretario di Stato dal 1849 alla morte, mantenne il suo intransigente indirizzo politico, il
quale, se nella prima fase procurò alla S. Sede vantaggi notevoli (influenza sulla Francia di Napoleone III, concordato del 1851 con la Toscana,
del 1855 con l'Austria), fallì di fronte alle aspirazioni nazionali italiane e, dopo il concilio vaticano del 1870, suscitò violente reazioni anche
all'estero: Kulturkampf in Germania, denuncia del concordato in Austria. (Treccani, Enciclopedia n line)
10
     Allegato 4 – Editto del Cardinale Antonèlli del 29.11.1851; Allegato 4 bis – Regolamento dei Bolli Franchi del Cardinale Antonèlli del 19.12.1851;
Allegato 5 – Editto del Cardinale Antonelli del 06.11.1863.

                                                                              16
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

La prima emissione - introduzione generale
      11 francobolli • Dentellatura assente • Senza filigrana • Stampa: tipografia 11 • Stampato
da: Reverenda tipografia apostolica • Fogli da: 25 • Disegno di Doublet e Decoppet • Tiratura
varie

L'emissione dei primi francobolli da parte del Stato Pontificio risale al 1°
Gennaio 1852, mentre lo studio risale al 1847.
Vedi gli allegati circa l'Editto del Cardinale Antonelli (29 Novembre 1851)
ed il decreto del Ministero delle Finanze (19 Dicembre 1851) relativi
all'introduzione ed all'uso dei "Bolli Franchi").
L'incisione venne effettuata da Doublet e Decoppet e le matrici in rame
furono approntate dalla fonderia “F. Decoppet & C.” di Roma. Il soggetto
centrale dei francobolli è identico per tutti i valori e rappresenta
l'Emblema Pontificio con le chiavi incrociate (dette "decussate") e la corona
Papale. Attorno vi sono dei piccoli ornati e fregi di tipo diverso per i vari
valori, il tutto racchiuso da cornici anch'esse di tipo e forma differente per
i valori. In alto si trova la dicitura "FRANCO BOLLO POSTALE", scritta a
semicerchio per tutti i tagli, ed in basso l'indicazione del valore (in lettere per il mezzo Baj, in numero per
tutti gli altri valori).
La stampa venne eseguita in tipografia da parte della "Reverenda Tipografia Apostolica", su carta colorata, sia
a mano che, in seguito, a macchina: la carta a mano 12 viene denominata "a traliccio" per la trama a volte
simile a quella di un tessuto. I due valori più elevati (50 Baj ed 1 Scudo) vennero stampati in colore su carta
bianca, solo di tipo a macchina.
I francobolli furono stampati in fogli di 100 pezzi, divisi in 4 gruppi di 25 separati da un interspazio a croce
(Fig. 1). I valori da 50 Baj ed 1 Scudo vennero stampati invece in fogli da 50 pezzi (2 gruppi sovrapposti di 25
separati da un interspazio orizzontale). I valori da mezzo, 1, 3, 4, ed 8 Baj sono contornati da un doppio filetto
separatore, continuo l'orizzontale ed interrotto il verticale. Solo l'1 Baj ebbe due composizioni differenti in cui
la continuità dei filetti risulta invertita (cfr. scheda del valore). Nel 1858 venne approntato anche un valore da
20 Baj in colore giallo che non fu però emesso (v. Allegato 8 – Il francobollo pontificio da 20 baj. Non
emesso). Venne interamente distrutto ad eccezione di un foglio intero che si trova al Museo Postale Vaticano
e di un pezzo singolo, oggi in mani private.

11
    La stampa tipografica viene eseguita utilizzando matrici in rilievo (rilievografia) composte da composizioni a mano di caratteri mobili, righe di
Linotype o clichés. Tale tecnologia di stampa eredita il concetto dal torchio pressore ideato da Johann Gutenberg per la sua Bibbia a 42 linee, la stampa
tipografica è la tecnica di stampa più tradizionale presente in una tipografia moderna. Le caratteristiche finali di uno stampato tipografico sono: 1)
tonalità di colore di inchiostro molto "forti e profonde"; 2) la caratteristica impressione (segnatura) posteriore della carta dovuta alla pressione della
matrice di stampa a rilievo (caratteri, righe Linotype o cliché); 3) maggiore inchiostrazione sui bordi delle lettere e dei tratti.
12
    Il procedimento seguito per la produzione della carta a mano è in estrema sintesi il seguente: l'impasto, precedentemente e opportunamente preparato,
giunge al tino, consistente in una vasca munita di un agitatore per mantenere la sospensione in continua mescolazione. Per fabbricare il foglio di carta si
impiega la «forma» o «modulo», costituita da un telaio di legno su cui viene fissata una tela a maglie metalliche. L'operaio (c.d. laurente) immerge la
forma nella sospensione fibrosa e, nel ritirarla, vi imprime una serie di scuotimenti rapidi al fine di ottenere una feltrazione (unione tra le fibre) uniforme.
L'acqua, nel frattempo, scola attraverso le maglie della tela metallica. La forma quindi viene prelevata da un altro operaio (c.d. ponitore) che lo comprime
contro un feltro umido di lana, in modo tale da realizzare il distacco del foglio dalla tela ed il conseguente trasferimento dello stesso sul feltro. A questo
punto segue la pressatura idraulica dei fogli al fine di ottenere una prima disidratazione della carta. I fogli vengono poi avviati all'asciugamento che può
realizzarsi per stendaggio al coperto o in un tunnel a circolazione di aria calda.

                                                                              17
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

                                                          Fig. 1: l'interspazio orizzontale

Questa emissione restò in uso per un periodo lunghissimo (fino al 20 Settembre del 1867) e questo lascia
facilmente intuire come la carta si possa presentare in spessori e gradazioni di colore assai variabili (per non
dire radicalmente differenti) essendo fornita da diversi produttori (il principale fornitore fu la cartiera Graziosi
di Subiaco in diversi spessori ma venne anche usata una fornitura della cartiera “Miliani” di Fabriano ed
un’altra della cartiera francese “Cansons Frères” ed inglese “Bath”, (v. Allegato 7 – La carta BATH nella
produzione dei francobolli dello Stato Pontificio). Anche gli inchiostri da stampa non furono costanti, con
tipiche tirature oleose, semi-oleose e con inchiostro grigiastro.
Sempre a causa del massiccio impiego le tirature furono tantissime (anche oltre 50 per i valori di maggiore
uso); i cliché subirono dunque rotture, deformazioni ed ossidazioni che determinarono lettere incomplete,
cornici spezzate, ammaccature, incompletezze nei disegni e via discorrendo (v. Allegato 6 – Difetti degli
stereotipi della prima emissione).
Per il valore da 50 Baj sono generalmente catalogati due diversi tipi: il primo stampato con i cliché normali ed
il secondo ristampato molto dopo (1864) con i cliché che si erano completamente ossidati: il risultato fu
pessimo (Confronta la scheda del valore).
Tra le varietà, oltre alle già accennate ammaccature, mancanze di lettere, punti, parti dei disegni ecc. (che più
che varietà sono difetti di cliché o di stampa) si trovano pezzi con decalco 13, stampe in albino, stampe recto-
verso, coppie tête-bêche 14 (pochissimi valori del Mezzo Baj) e doppie stampe. Talora è possibile rinvenire
pezzi che presentano parti di filigrana di alcuni dei produttori della carta (Pietro Miliani, Canson Frères, Bath
- quest'ultima è in realtà il marchio a secco del produttore e non una filigrana) oppure pezzi con la così detta
"filigrana di ricucitura". In rari casi si possono trovare delle impronte di spazi tipografici tra due esemplari,
esattamente come avviene per la prima emissione del Lombardo Veneto.
Da sottolineare il particolare utilizzo di questi francobolli come frazionati: infatti vennero sovente (o, per
meglio dire, più spesso che in altri Stati) tagliati nelle dimensioni più diverse per sopperire alla mancanza di
taluni valori. Sempre nella sezione "Approfondimenti" si trovano alcuni esempi.
Riassumendo, la serie si compone dei seguenti valori (elencherò i gruppi principali di tonalità, seguendo lo
schema esposto dal "Catalogo Sassone Specializzato", ed. 2011) con l'avvertenza che si tratta solo di una scelta
e che esistono moltissime tirature intermedie e quindi altre classificazioni possibili:

                                                                                                                  Quotazione Quotazione
      Valore             Colore                 Descrizione               Distribuzione             Carta
                                                                                                                    Nuovo      Usato
     Mezzo Baj           Grigio               Chiavi e valore "BAJ            Dal 1852              Mano              € 1.350              € 165

13
    Il decalco, in questo caso specifico, è un errore di stampa; ed era provocato da una stampa a vuoto (cioè senza foglio). In questo caso il rullo di
pressione (sporco di colore) apportava una stampa rovescia sul verso del foglio successivo. Il decalco "spostato" era dovuto alla sovrapposizione dei fogli
ancora freschi di stampa.
14
    Tête «testa» e bêche, contrazione dell’ant. fr. (à) beschevet «con la testa dell’uno ai piedi dell’altro». Disposizione di due francobolli in
modo che la parte superiore dell’uno si trovi di fianco a quella inferiore dell’altra. I francobolli della coppia (nella tiratura) risultano l’uno
di fianco all’altro ma uno a diritto e l’altro a rovescio.

                                                                           18
I Francobolli dello Stato Pontificio e della Città del Vaticano

                                    MEZZO" inseriti in una
                                    doppia cornice di forma
                                            ellittica

  Mezzo baj    Grigio azzurro                  Idem                   01.01.1952                   1.350     165

  Mezzo baj   Grigio verdastro                 Idem                                                2.200     500

  Mezzo baj     Grigio lilla                   Idem                                                1.350     650

  Mezzo baj        Lilla                       Idem                                                7.000    5.000

  Mezzo baj      Lilla vivo                    Idem                                                2.000    2.000

                                     Chiavi e valore "BAJ
                 Violetto           MEZZO" inseriti in una
 Mezzo Baj      grigiastro          doppia cornice di forma           Dal 1864      Macchina      € 550     € 15
                                            ellittica

  Mezzo baj      Violetto                      Idem                                                 120      350

  Mezzo baj    Violetto cupo                   Idem                                                 550      600

                                     Chiavi e valore "BAJ 1"
                  Verde                                                              Mano 1a
   1 Baj        grigiastro
                                 inseriti in una doppia cornice di    Dal 1852     composizione   € 600     € 15
                                        forma semi-ellittica

    1 Baj      Verde azzurro                   Idem                                                1.500     100

                                  Chiavi e valore "BAJ 1" inseriti
                                                                                   Macchina 1a
   1 Baj       Verde scuro        in una doppia cornice di forma      Dal 1858     composizione   1.500     120
                                           semi-ellittica

                                  Chiavi e valore "BAJ 1" inseriti
                                                                                    Macchina 2°
   1 Baj       Verde scuro        in una doppia cornice di forma      Dal 1864     composizione    180      145
                                           semi-ellittica

                                     Chiavi e valore "BAJ 2"
   2 Baj       Verde oliva       inseriti in una doppia cornice di    Dal 1852        Mano        € 450     € 36
                                        forma rettangolare

    2 Baj     Verde giallastro                 Idem                                                 450      36

                                     Chiavi e valore "BAJ 2"
   2 Baj          Bianco         inseriti in una doppia cornice di    Dal 1867      Macchina       € 30     € 120
                                        forma rettangolare

    2 Baj     Bianco verdastro                 Idem                                                 140      30

                  Grigio
    2 Baj                                      Idem                                                1.500     25
                azzurrastro

                                     Chiavi e valore "BAJ 3"
   3 Baj      Bistro arancio     inseriti in una doppia cornice di    Dal 1852        Mano        € 4.500   € 75
                                             forma ovale

    3 Baj     Bruno grigiastro                 Idem                                               10.000     300

    3 Baj      Bruno rosaceo                   Idem                                               13.500     350

    3 Baj        Camoscio                      Idem                                                4.500     75

    3 Baj      Giallo paglia                   Idem                       1858                    30.000    1.100

               Giallo paglia
    3 Baj                                      Idem                                                  -      1.300
                  chiaro

                                     Chiavi e valore "BAJ 3"
              Giallo cromo
   3 Baj        (bruno)
                                 inseriti in una doppia cornice di    Dal 1863      Macchina       € 80     € 300
                                             forma ovale

    3 Baj          Bruno                       Idem                                                 500      100

    3 Baj     Bruno grigiastro                 Idem                                                 700      140

                                                                     19
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