I CAVANIS E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA - Cavanis.org

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I CAVANIS E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA

Come figli dei venerabili Antonio e Marco Cavanis siamo tutti affidati al “particolare
patrocinio della B. V. Maria, nostra Madre”, fin dall’inizio della storia della nostra
Congregazione delle Scuole di Carità.
La vocazione Cavanis, quale via di santificazione, cioè di imitazione       di Cristo,
vivendo in comunità, dediti all’educazione della gioventù, consiste nell’imitare le virtù e
lo stile di vita di Maria, Madre di Gesù.

Abbiamo bisogno di una fonte, dove poter sempre attingere acqua della quale sentire
sempre sete. Sarà anche la fonte della gioia e della speranza. Questa fonte è Gesù
Cristo – Carità. Dice San Colombano (+615): “Beata l’anima trafitta dalla Carità! Essa
cercherà la sorgente, ne berrà; bevendone ne avrà sempre sete”.
I Padri Fondatori ci hanno lasciato una bellissima pagina su Gesù Cristo Crocifisso e il
suo Sacro Cuore quale fonte della “caritas pastoralis” , di fortezza, pazienza e
perseveranza nel nostro apostolato specifico e anche in ogni servizio sacerdotale (cfr.
POSITIO pag. 509 – 512).
Nel Proemio alle “Costituzioni” ci sono anche ricche indicazioni di pedagogia e di
spiritualità per aiutare i ragazzi a passare dalla scienza alla sapienza. Per i loro figli,
confratelli e poi continuatori dettero l’esempio di una vita profondamente unita a Dio e
intensamente laboriosa: non pensavano a sacerdoti e religiosi cavanis che si
accontentano di poco, pigri, in cerca di comodità e riposo, più che di lavoro, che temono
il sacrificio. Tutt’altro: nel testo originale delle Costituzioni in latino usano espressioni
forti, superlative, del tipo:

- “quam maxima charitate” (dedicarsi all’educazione con la più grande carità possibile),
- “peramanter” (con il più grande affetto ricevere e accogliere ragazzi e giovani
“dispersi”)
- “omnisque cura et labor … omnino gratis” (ogni attenzione, fatica e lavoro … devono
essere dati e affrontati del tutto gratuitamente),
- “per valida et opportuna remedia …occurri pro viribus debeat” (far fronte alle necessità
con i rimedi e i mezzi validi e opportuni … e con tutte le nostre forze),
- “omnes in Christo diligant … omnium virtutum specimen illis exhibeant” (amino tutti gli
alunni e i ragazzi in Cristo …e siano per loro esempio – specchio di tutte le virtù).

Gesù Cristo – Carità diventa la nostra fonte quando ci apriamo al suo Spirito, allo
Spirito Santo secondo questa preghiera, suggerita dal monaco San Colombano: “TU, o
Gesù, sei tutto per noi, la nostra vita, la nostra luce, la nostra salvezza, il nostro cibo, la
nostra bevanda, il nostro Dio. Ti prego, o Gesù nostro,d’ispirare i nostri cuori col soffio
del tuo Spirito e di trafiggere col tuo amore le nostre anime”.
Comprendiamo meglio così perché i nostri venerabili Fondatori si sforzavano di
dirigere e formare i loro religiosi ed educatori ad avere e mettere lo spirito in ogni
impegno e servizio, quello spirito che è frutto dello Spirito Santo e che deve apparire
anche nel nostro vivere di sacerdoti e religiosi. P. Antonio si chiede: perché è
necessario avere lo spirito religioso, ecclesiastico? Perché senza questo spirito sono
ombre e fantasmi di preti e di religiosi. “Nulla loro piace di quanto loro appartiene, tutto
sembra difficile e insuperabile. Le pene più piccole riescono loro amarissime; quel che
fanno, fanno con pigrizia, con inquietudine, con impazienza”. In che consiste questo
spirito? E’ una grazia abbondante ovvero una virtù dello Spirito di Dio ricevuta con
pienezza nell’Ordinazione nella professione religiosa per cui facciamo con affetto,
soavità,vigore, destrezza, perseveranza quello che da noi richiede lo stato ecclesiastico
(l’essere sacerdoti), l’appartenenza al nostro Istituto, l’insegnamento, la catechesi, il
gruppo giovanile, l’accompagnamento spirituale dei giovani, la parrocchia ecc. ecc..
Dice ancora il nostro P. Antonio: “come la luce fa che si vedano i colori, così questo
spirito fa che si vedano diretti a bene delle anime, della Chiesa e della Congregazione i
nostri pensieri, parole, studi, occupazioni ed affetti”.

I nostri Fondatori ci tenevano a questo spirito, a questo fervore di spirito e ci parlano
quindi, in diversi documenti, dello spirito della preghiera, dello spirito della vocazione,
del lavoro, dell’obbedienza, della povertà ecc. ecc. Ecco come il P: Marco presenta i
suoi giovani confratelli, padri, studenti e novizi (siamo nel 1838): “Essi già sono avvezzi
a condurre una vita frugale e laboriosa; sono esperti nell’esercizio della cura paterna di
molti giovani;… Sono dedicati insomma per spirito di vocazione a custodire, ad
assistere, ad ammaestrare la gioventù, contenti e lieti di sacrificare le proprie sostanze
e la propria vita a maggior gloria di Dio e a vantaggio della società”.

Quindi: il dono della vocazione infonde lo spirito, il disinteresse (= la gratuità) alimenta
la purità d’intenzione, la fiducia nell’aiuto divino e nella protezione di Maria nostra
Madre ispira conforto in ogni situazione e difficoltà. Come ottenere questo spirito?
Dicono i Fondatori: con la preghiera, con la lettura spirituale della Sacra Scrittura, dei
testi dei Fondatori e della vita dei Santi, con la conversazione con buoni sacerdoti e
religiosi.
LA DEVOZIONE A MARIA SANTISSIMA NEI NOSTRI FONDATORI
         E NELLA VITA DELLA NOSTRA CONGREGAZIONE

P. Antonio Angelo Cavanis moriva a Venezia il 12 Marzo 1858, esattamente un mese
dopo le prime apparizioni della Madonna a Santa Bernadette, a Lourdes. E’ probabile
che il venerato Padre non sia venuto a conoscenza del fatto date le sue condizioni di
salute: ne sarebbe stato contentissimo perché la devozione all’Immacolata era
specialissima in lui ed egli la volle, assieme al fratello P. Marco, particolare negli anni
della formazione, così come nella vita e nell’apostolato di tutti noi congregati. (Così è
stato, per grazia di Dio, sempre nella vita nostra e negli ambienti educativi dell’Istituto.
Cito del secondo secolo alcuni fatti: nel 1904, le solenni feste e preghiere a Venezia per
i 50 anni dalla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione; 1908 il
pellegrinaggio a Lourdes di P. Antonio Dalla Venezia e di P. Basilio Martinelli a nome di
tutta la Congregazione; nel 1910 veniva dedicata alla Beata Vergine di Lourdes la
cappella della nuova casa del Noviziato; .nel 1912 la rifondazione della congregazione
mariana per alunni ed ex-allievi a Venezia; nel 1919 veniva dedicata all’Immacolata la
nuova Chiesa dell’Istituto Cavanis di Porcari (Lucca); nel 1931 le celebrazioni in onore
di Maria SS.ma “Mater Dei” (15° centenario del Concilio di Efeso) e con la benedizione
delle statue di Maria , collocate nel cortile dei ragazzi a Possagno e a Venezia; nel 1936
– 1939 la grotta dell’Immacolata in Col Draga e il bel mosaico con la Mater Dei – Madre
delle Scuole di Carità nella Chiesa della Casa Sacro Cuore per Esercizi Spirituali; nel
1954 veniva dato il nome di Maria Immacolata al nuovo Istituto Cavanis di Chioggia e
quello di Marianum Cavanis all’Istituto di Capezzano Pianore. Personalmente ricordo
come le belle novene in preparazione alla festa dell’Immacolata avevano un particolare
richiamo, fatto di gioia,affetto e speranza, nel cuore degli alunni piccoli e grandi in tutte
le nostre scuole e associazioni giovanili). Quando la Congregazione iniziò la sua
presenza e attività in Brasile, i religiosi vollero che le famiglie religiose, che riunivano i
padri e i fratelli di più luoghi, prendessero il nome da un titolo di Maria SS.ma, es.
“Famiglia religiosa di Nossa Senhora Aparecida”, di “Nossa Senhora do Carmo”, ecc.
ecc.

Ritornando ai nostri venerabili Fondatori, vorrei fermarmi solo su due documenti che
rivestono grande importanza, perché parte del carisma fondazionale: la lettera di P.
Antonio Cavanis, preposito dell’Istituto al Card. Patriarca J. Monico e – tramite lui – al
S. Padre PIO IX, e la preghiera “O cara Madre Maria” che fa parte del nostro quotidiano
religioso e ministeriale. Osserviamo anzitutto che la nostra Congregazione, fondata da
due fratelli che fin dall’infanzia portavano nel nome e nel cuore Maria e l’amore alla
gran Madre di Dio, è nata ed è stata posta sotto il particolare patrocinio di colei che loro
chiamavano “la nostra cara Madre Maria”. A Lei i due fratelli affidavano i giovani della
congregazione mariana e dell’oratorio, le vocazioni (molto numerose) che essi
dirigevano spiritualmente ed aiutavano materialmente e negli studi, i giovani religiosi
che con loro vennero a formare la prima Comunità Cavanis.

All’amore della cara Madre Maria attribuivano le grazie e gli aiuti anche per le necessità
materiali della vita del gruppo giovanile (Congregazione Mariana), delle Scuole e della
nuova Congregazione sorta nel 1819 – 20, per es. l’acquisto del palazzo per le Scuole
e per gli Esercizi, il pagamento dei debiti, l’esito di pesanti pratiche burocratiche:
tennero memoria di tutto questo nel Diario di Congregazione. Dobbiamo quindi dire che
il termine “patrocinio” significava due grandi espressioni della loro fede e della loro
devozione a Maria:
a) la certezza che Maria, al cui cuore di madre Gesù morente aveva affidato l’umanità,
era presente. vegliava,proteggeva con la sua preghiera la loro vita, l’opera e i giovani
loro affidati;
b) la fiducia totale in Maria che diventava l’esempio ideale di accettazione della Volontà
di Dio, di ascolto della Parola, di purezza e castità, di amore gratuito: quindi ci si
affidava a Lei per fare con il suo aiuto il cammino della vita.

1835, 23 Aprile. P. Marco, a Roma per ottenere l’approvazione pontificia della
Congregazione, così scrive al fratello P. Antonio: “Così, (avendo potuto scegliere un
padre Servita come Consultore), godo anche la compiacenza di veder disposta la
fondazione di un Istituto che è sotto il particolare patrocinio della Gran Vergine
Nostra Madre, da un religioso che con titolo specialissimo le appartiene”.

1841, 17 Novembre. P. Marco si trova Vienna per ottenere l’approvazione dello Studio
filosofico-teologico proprio dell’Istituto. Così scrive al fratello e ai confratelli di Venezia:
“… quand’ecco giungermi d’improvviso la scorsa domenica, festa del Patrocinio della
Gran Vergine Madre, un biglietto di Mons. Bragato …”.

1841, 17 Dicembre. La sospirata approvazione viene ottenuta proprio il giorno 8
Dicembre festa dell’Immacolata; ne viene data subito comunicazione ai confratelli e P.
Antonio così scrive a nome di tutti: “La Gran Madre di Dio ha fatto anche in questo
caso da quella tenerissima Madre che è pure per noi. Sia indelebile nei nostri
cuori la gratitudine e la fiducia nel suo validissimo patrocinio” (cfr. EMM VI 143).

Osservazione: Quando la nostra Chiesa di Sant’Agnese era aperta al pubblico, si celebrava la festa della
Madonna del Soccorso nella seconda domenica di Novembre. Credo che i nostri Fondatori si riferiscano
a questo quando parlano di “festa del patrocinio di Maria”. Poi ci sono stati tanti cambiamenti di
calendario liturgico e attualmente la devozione alla Madonna del Soccorso è sentita soprattutto nelle
nostre parrocchie ed opere del Brasile.
LETTERA DEL PADRE ANTONIO CAVANIS AL CARDINALE
                       PATRIARCA J. MONICO

Siamo alla fine del 1849, anno particolarmente duro per la città di Venezia assediata
dagli Austriaci e costretta alla resa dopo mesi di bombardamenti e le conseguenze della
fame e del colera. Anche per i nostri Fondatori e i due Istituti da loro diretti è stato un
periodo di grande sofferenza.

P. F. S. Zanon, storico della vita dei Fondatori e primo postulatore per la Causa della
loro Beatificazione, così scrive nel II° volume della Vita documentata: “Ma immenso
gaudio a quelle anime sante aveva portato una grande notizia. Pio IX, accogliendo le
preghiere che da tutto il mondo cattolico numerosissimi Vescovi avevano più volte ala
Santa Sede, perché fosse definita come dogma di fede la Immacolata Concezione della
Beatissima Vergine Maria, aveva prescritto che si facessero pubbliche e solenni
preghiere … e aveva ordinato a tutti i Vescovi di riferire alla S. Sede quale fosse su tal
punto della dottrina cristiana la persuasione dei fedeli. I Vescovi vollero che anche i
Superiori religiosi esprimessero in proposito il sentimento loro e quello dei confratelli”.

Alla lettera del Patriarca di Venezia il P. Antonio risponde manifestando tutta la sua
gioia per l’iniziativa della S. Sede, e incaricato di riferire “quanta sia la devozione degli
Ecclesiastici della Congregazione delle Scuole di Carità verso la Concezione della B. V.
Immacolata, e quanto il loro desiderio di sentir pronunciato sopra di questo argomento il
giudizio definitivo della S. Sede Apostolica, egli si reputa ben felice nel poter umiliare in
tale occasione un nuovo solenne omaggio di profonda venerazione e di fervido filiale
affetto all’amabilissima nostra Madre e Regina coll’attestare essere questa una delle
principali devozioni del proprio clericale Istituto, coltivata distintamente fin dal tempo del
Noviziato. Per tutti lietissimo sorgerebbe quel giorno nel quale per infallibile oracolo
dell’Apostolica Sede venisse ad essere definito qual dogma della nostra Fede che la
SS.ma Vergine sia stata per singolar privilegio fin dal primo istante della sua
Concezione esente dalla colpa di origine, purissima e immacolata”.

Osservazione. La risposta di P. Antonio porta la data del 30 Novembre 1849. “Il primo giorno di
Dicembre, il P. Anton’Angelo intimava la devozione dell’Anno mariano con la recita quotidiana dell’Ave
Maris Stella ed offerta di fioretti spirituali, a impetrare per l’intercessione di Maria SS.ma rinvigorimento
dell’Istituto e specialmente la vocazione di nuovi operai” (P. Zanon, o. c. ).
E’ questo il 3° Anno mariano indetto dai Padri Fondatori. Anche il secondo ebbe inizio l’8 Dicembre (1826
– 27) e fu tenuto in ringraziamento per i 25 anni dell’Opera e per chiedere aiuti e benedizioni per le
Scuole. Il primo ebbe inizio domenica 2 Maggio 1824, celebrata con molta solennità e con l’adorazione al
SS.mo Sacramento. Anche l’Istituto femminile celebrava l’Anno Mariano.
Nella storia della spiritualità cattolica l’iniziativa di celebrare un Anno mariano si deve ai
nostri Padri Fondatori. Non ci sono notizie precedenti in merito. Si conosce il Mese
mariano che in Occidente è il mese di Maggio, dovuto alla devozione popolare,
caratterizzato dalla preghiera del Rosario e dalla pratica del “fioretto”. In Oriente si
sviluppò molto presto un Mese mariano su base liturgica: per gli Ortodossi è il mese di
Agosto, centrato sulla grande festa della Dormizione di Maria (Maria Assunta al Cielo),
mentre per i Copti è il mese di Dicembre con la grande solennità del Natale del Signore.
Aver celebrato per ben tre volte nella loro vita un anno mariano, assieme ai confratelli
della loro nuova Congregazione religiosa e agli alunni dei due Istituti testimonia quanto
fosse profonda nei nostri due venerabili Fondatori la devozione a Maria SS.ma, come
ne sentissero vivo e operante il suo amore materno, necessaria l’imitazione delle virtù,
con quale fiducia ne invocassero il patrocinio. Lo ricaviamo anche dalla preghiera “O
CARA MADRE MARIA.

                         O CARA MADRE MARIA

E’ la preghiera mariana che ci hanno lasciato i nostri Padri. La nostra Congregazione la
dice tutte le sere al termine della liturgia dei Vesperi. Con tutta la chiesa i religiosi
cavanis ringraziano il Signore con il Cantico di Maria Vergine, e con i Fondatori
rinnovano il loro affidamento “all’amore dolcissimo e al patrocinio della loro cara
Madre”. La nostra icone mariana fondamentale è quindi quella di Maria Madre di Dio e
Madre dei discepoli. I Fondatori l’hanno sempre sentita e amata, invocata e predicata
così. Quindi per questa icone ricorriamo al Vangelo di San Giovanni che essendo il più
caro a Gesù, il discepolo che lui amava, sentiva forse maggiormente anche l’affetto
riverente e l’amore per la mamma di Gesù. Maria è sul Calvario, ai piedi della Croce su
cui hanno confitto suo Figlio. Gesù morente “ vedendo la madre e lì accanto a lei il
discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al
discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua
casa” (Gv 19,26-27).

Osserva P. Antonio: “Egli ci lascia Maria per Madre, se vogliamo essere discepoli”, se
siamo disposti a prenderla nella nostra casa, partecipe e sostegno della nostra vita
consacrata e del nostro apostolato.
Dipendenti da questa icone fondamentale, troviamo altre immagini di Maria per le tre
parti in cui è divisa la preghiera nella quale i nostri Padri ci hanno insegnato a chiedere
quotidianamente e insistentemente:
1) la santità per noi e per tutti;
2) che il nostro Istituto cresca e si rafforzi a gloria di Dio e per il bene dei giovani
“abbandonati”;
3) la vittoria sul male, con l’aiuto dell’Immacolata, e la benedizione su tutti i sacrifici e gli
impegni educativi intesi a “raccogliere, custodire e incamminare la gioventù alla bella
Patria”.

Prima icone: Maria alle nozze di Cana. Ancora dal Vangelo di San Giovanni: “Non
hanno più vino” (Gv 2,3); “Fate quello che vi dirà” id 2,5). Per imitare il Signore Gesù,
per vivere uniti a Lui che è la vite e la fonte di vita eterna , per camminare con pazienza
e perseveranza nella strada della perfezione evangelica è necessaria la grazia. La
Madonna prega perché a nessuno manchi mai questo vino, perché il suo Divin Figlio
trasformi l’acqua della nostra debolezza,delle nostre stanchezze e pigrizie in vino di
generosità e fervore di opere. P. Marco aggiunge “con forte lena”, cioè “con vigoria di
spirito e di volontà”: ci vuole coraggio e spirito di sacrificio per fare bene “quello che Lui
ci dice e ci dirà”, per pregare e lavorare con fedeltà nel ministero educativo e
sacerdotale a cui ci ha chiamato.

Seconda icone: Maria in preghiera con gli apostoli nel Cenacolo. “Tutti questi erano
assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di
Gesù, e con i fratelli di Lui” (At 1,14).
Gesù sale al cielo e dice loro: “Voi riceverete forza dallo Spirito Santo e mi renderete
testimonianza a Gerusalemme … e fino agli estremi confini della terra” (At 1,8). Qui io
ci vedo tutti i discepoli, in tutte le età della storia, in tutte le vocazioni, secondo i talenti
ricevuti; quindi nella Chiesa, nella parrocchia, nelle famiglie anche religiose, in ogni
attività educativa e pastorale.

Maria non si isola, non si chiude in casa, perché ormai la sua casa è quella dei
discepoli del Signore: è la persona più santa e parte della Chiesa, dentro il cammino
della storia umana è la Madre e il sostegno di ogni apostolo, di colui che accoglie i
piccoli con amore paterno e prega con loro e per loro. “Con il dolcissimo vostro amore –
chiedono i Fondatori e noi con essi – impetrateci la bella grazia di veder crescere il pio
Istituto con sempre nuovo vigore a maggior gloria di Dio e a salute di tanti abbandonati
figliuoli”. La Pentecoste continua, perché il pio Istituto ha un compito tanto grande
quanto lo sono (e lo saranno sempre) le necessità dei giovani. E Maria c’è, e sarà
sempre con noi: Madre nella preghiera, nella vita fraterna, nella testimonianza
dell’apostolato, proprio come nei giorni del Cenacolo e della Chiesa nascente.

Terza icone: L’Immacolata .E’ la donna-madre della Genesi: “Io porrò inimicizia tra te e
la donna, tra la tua stirpe e la tua stirpe e questa ti schiaccerà la testa” (Gn 3,15). Per
questo il P. Marco dice: Voi che siete così terribile a tutto l’inferno. A Maria Immacolata i
nostri Padri riconoscono uno straordinario potere nella lotta contro il tentatore, il
demonio. Il maligno infatti vuole la rovina dei figli di Dio e pone insidie nel loro
cammino; i giovani sono esposti e tentati al male soprattutto quando sono “dispersi”, e
non hanno l’aiuto di una vera famiglia, di una buona educazione.
Per questo essi chiedono alla Vergine santa di proteggere “con il suo validissimo
patrocinio” il lavoro, i sacrifici, in campo educativo, ogni iniziativa pastorale intesa ad
accogliere fanciulli e giovani con amore di padre, educarli nella fede ed istruirli nelle
scienze, a difenderli dai pericoli ed aiutarli anche nelle necessità materiali, indirizzandoli
alla “bella patria del cielo”. E’ utile ricordare anche il libro dell’Apocalisse: “Allora il drago
si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua
discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso
della testimonianza di Gesù” (Ap 12,17). Il drago è contro la Chiesa e coloro che sono
chiamati con vocazione speciale ad educare i giovani e a far loro conoscere “la bellezza
delle verità della Fede” e a far loro “gustare la soavità della divina Legge”.

Nota. Le tre icone proposte: Maria a Cana di Galilea, Maria nella Pentecoste, Maria
Immacolata potente nella lotta contro il maligno, il tutto derivante dalla volontà di Gesù
che Maria riceva in affidamento, come Madre, coloro che s’impegnano ad essere
discepoli e a riceverla in casa come ha fatto Giovanni, possono servire come trama per
sviluppare uno studio (una tesina) sulla spiritualità mariana nella vita dei Fondatori
Antonio e Marco Cavanis e della nostra Congregazione.

Per la festa dell’Immacolata, aggiungo alcuni pensieri desunti dal Nuovissimo Dizionario MARIA I,
Stefano De Fiores,EDB (pagg. 868 ss.)
  •     “A Maria, prima redenta da Cristo, che ha avuto il privilegio di non essere sottoposta neppure per
        un istante al potere del male e del peccato, guardano i cristiani come al perfetto modello ed
        all’icona di quella santità (cf, LG 65), che sono chiamati a raggiungere, con l’aiuto della grazia di
        Dio, nella loro vita” (Giovanni Paolo II).
  •     La santità di cui Maria è esempio per la Chiesa possiede alcune caratteristiche che diventano
        lezioni per tutti: a) realismo, in quanto Maria fu donna di santità ordinaria, prosaica e anonima,
        lontana da miracolismo e spettacolarità, quindi condivisibile dalla maggior parte del popolo di
        Dio; b) le passioni integrate, perché Maria, come il Figlio suo,ha sentito le passioni del dominio,
        del possesso e dell’amore, ma le ha integrate nella volontà salvifica di Dio; c) servizio, in quanto
        Maria ha vinto la passione del dominare, del prevalere, insegnando a stare sotto la legge della
        grazia e rimanendo al servizio del popolo e della sua libertà.
  •     Immagine della Donna che schiaccia il drago. Tra tutte le immagini dell’Immacolata ha prevalso,
        nel popolo cristiano, quella della Donna che schiaccia la testa del serpente. Maria, versione
        femminile del figlio dell’uomo (DN 7), appare come una forza pura, santa e bella, che si confronta
        con la forza bruta del Mostro e lo vince. Ella costituisce un’energia assiologia evidente: ispira i
        comportamenti etici della lotta contro le forze d’oppressione e di morte (Guadalupe, Jasna Gora).
        Maria è inondata dagli splendori della grazia, che a sua volta effonde sul mondo, ma nello stesso
        tempo schiaccia la testa al serpente.
  •     Maria Immacolata, realizzazione di sublimi ideali umani. Dell’anelito di libertà, icona di libertà,
        l’ideale della donna finalmente realizzato; dell’anelito di purezza assoluta: il cuore umano trova in
        Maria la tuttasanta. Non si tratta di purezza ingenua, perché accompagnata dalla lotta;
        dell’anelito di bellezza infinita. La Piena di Grazia è bella perché, amata da Dio, ha corrisposto
        con coraggio e fedeltà e ha combattuto il drago con la mansuetudine.
  •     L’Immacolata e il sistema preventivo (la sopraveglianza dei nostri Fondatori). Esiste una chiara
        analogia tra l’azione preventiva del Signore nel preservare Maria dal peccato d’origine, e il
        compito dell’educatore che raggiunge il massimo traguardo prevenendo le cadute dei giovani
        mediante un’assidua presenza. P. De Fiores qui cita Don Bosco e il suo metodo preventivo; noi
        abbiamo la testimonianza della pratica dei nostri Padri che ne hanno fatto un caposaldo della
        loro pedagogia e pastorale nella congregazione mariana, nell’oratorio e nelle scuole.

P. Giovanni De Biasio, CSCh
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