Hunger Games: il nuovo libro della saga - GLOBElife
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Leggi l'articolo su beautynews Hunger Games: il nuovo libro della saga Il prequel di Hunger Games: tutte le curiosità (senza spoiler) di “Ballata dell'usignolo e del serpente― Senza ragazza di fuoco ma con una qualche presenza della ghiandaia imitatrice sono tornati gli Hunger Games. Dal 19 maggio, infatti, è in libreria per Mondadori il nuovo romanzo della saga, disponibile anche su Audible in versione audiolibro. Si chiama Ballata dell’usignolo e del serpente ed è già in fase di realizzazione un film su questa storia prequel ambientata 64 anni prima degli eventi raccontati nella trilogia di Suzanne Collins. Si sono trasformati in quattro film sbanca botteghino attualmente in onda nella maratona di Italia Uno (fino al 28 maggio, ogni giovedì in prima serata) e hanno lanciato nell’universo delle star il Premio Oscar Jennifer Lawrence. Ecco le curiosità da conoscere – senza troppi spoiler – prima d’iniziare la lettura. Stavolta niente Katniss, come avrebbero sperato i fan, ansiosi di sapere cosa succede nella sua vita da moglie di Peeta (Josh Hutcherson), suo compagno nell’Arena di ben due edizioni dei Giochi della fame, e da mamma dei loro due bambini. O magari curiosi di conoscere il passato del loro mentore Haymitch (Woody Harrelson), un altro vincitore degli Hunger Games proveniente dal Distretto 12, il più povero del regno futurista di Panem. E, perché no?, sbirciare tra i segreti di uno dei Tributi (i partecipanti ai giochi) più amato, Finnick (Sam Claflin). Niente da fare: il prequel Ballata dell’usignolo e del serpente – nelle sue 600 pagine - è totalmente incentrato sul Presidente Coriolanus Snow (interpretato al cinema da Donald Sutherland), la nemesi della protagonista, incarnazione del Male stesso a Capitol City, capitale appunto di questa nazione nata sui resti degli Stati Uniti in un indeterminato e post- apocalittico futuro. pagina 1 / 6
LA TRAMA pagina 2 / 6
All’epoca dei fatti raccontati nel romanzo, Snow è un diciottenne, tra i rampolli più influenti dell’elite di Capitol City. Ormai orfano di entrambi i genitori, vive con la cugina Tigris (sì, la stilista che Katniss e soci incontrano durante la loro incursione ne Il canto della rivolta) e la “signoranonna―, come chiama la matriarca di casa. Sono lontani i tempi dell’opulenza perché, con la distruzione del Distretto 13 durante la guerra civile di dieci anni prima, gli investimenti paterni sono andati in fumo. L’unica occasione di riscatto per questo giovane ambizioso caduto in disgrazia gli viene offerta quando, assieme ad altri talenti in erba dell’aristocrazia, si ritrova a fare da mentore negli Hunger Games. Gli capita – ironia della sorte – il tributo femmina del Distretto 12, Lucy Gray, in pratica la più debole pedina tra i 24 sfidanti all’ultimo sangue sorteggiati nelle varie regione, tra tutti i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Per tirarla fuori sana e salva dall’Arena deve mettere da parte atteggiamenti snob e pregiudizi per giocare d’astuzia. Donald Sutherland nei panni di Presidente Snow LE DOMANDE DEGLI APPASSIONATI Il fandom di Hunger Games avrebbe decisamente preferito un racconto in stile Midnight Sun di Stephenie Meyer, ossia la versione di Twilight raccontata da Edward anziché da Bella. O quantomeno un prequel che seguisse la falsariga della saga- madre, come ha fatto Cassandra Clare con i suoi Shadowhunters, a cui ha regalato una nuova trilogia forse persino più appassionante di quella originale. Ma siccome in fin dei conti, come hanno dimostrato gli Animali Fantastici di J.K. Rowling (antesignani di Harry Potter ambientati all’epoca del giovane Albus Silente), ogni qualvolta si ritorna su un terreno familiare e tra storie amate l’interesse sale alle stelle, non serve Nostradamus per predire che anche questo romanzo sarà un bestseller. A dispetto di ogni comprensibilissima obiezione del pubblico. Il lato positivo? I lettori di Suzanne Collins grazie a questa nuova storia potranno risponde ad alcune interessanti domande sul passato. Si scoprirà così, tra le altre cose: chi ha realmente inventato gli Hunger Games, come sono nati gli ibridi (spaventose creature modificate geneticamente come armi letali), perché la ghiandaia chiacchierona ha messo in crisi il governo centrale e in che modo i giochi sono stati affinati per diventare lo strumento di propaganda e di oppressione. LE DIFFERENZE DALLA SAGA-MADRE pagina 3 / 6
Jennifer Lawrence alias Katniss La prima e forse più importante differenza rispetto alla trilogia di Hunger Games riguarda la modalità del racconto. Stavolta non è Snow a parlare in prima persona, come faceva Katniss, ma il racconta si fa più distaccato, in terza persona. La scrittrice accompagna nell’infanzia e adolescenza del “carnefice― da una distanza di sicurezza. In parte vuole offrire delle attenuanti per i comportamenti di questo tiranno senza cuore e mostrare quando e come si è indurito il suo cuore – con risvolti sentimentali a dir poco spiazzanti – fino a risalire a quel barlume di umanità che ancora esisteva in lui prima di quella fatidica decima edizione dei giochi. L’oppressore è stato un tempo oppresso, anzi quasi un sopravvissuto di quel sistema di oppressione e ingiustizie concentrato nelle sedi del potere a Capitol City, che hanno spiegato e spezzato tutte le aree del Paese con un bagno di sangue senza precedenti. Per riscattare in parte quest’anima nera gli si affianca un tributo che sembra la versione un po’ gipsy di Katniss, quindi si può dire che la ragazza di fuoco riecheggia nel racconto in spirito per sottolineare il percorso emotivo di Snow. E non solo il suo: gli Hunger Games di Ballata dell’usignolo e del serpente si presentano persino più spietati e orribili di quelli già conosciuti perché da un lato contengono in nuce tutte le potenzialità letali di questa pratica, ma non del tutto sviluppate. Fin dall’inizio, infatti, i giochi nell’Arena (che ricordano gli spettacoli dei gladiatori romani) sono una punizione esemplare per scongiurare altri ribellioni, ma all’epoca delle vicende non hanno ancora sviluppato la natura perversa che li trasforma in puro intrattenimento, un talent show capace di anestetizzare le coscienze rendendoli – se possibili – ancora più pericolosi. Nel libro i Tributi non sono beniamini delle folle, ma animali incatenati mani e piedi nelle gabbie dello zoo, senza cibo né acqua, alla mercé di tutto e tutti. Gli abitanti di Capitol City non hanno sviluppato ancora quel genere d’interesse che porta i vincitori ad essere coccolati e vezzeggiati come campioni, quindi i partecipanti ai giochi sono carne da macello, vittime sacrificali di cui a stento si ricorda il nome e la provenienza. La barbarie, insomma, si presenta in una forma grezza e primitiva e gli Strateghi (i “registi― degli Hunger Games) ancora non hanno affinato le proprie armi migliori. D’altronde il concetto per cui in tempi bui pur di sopravvivere si arriva ad incarnare la versione peggiori di se stessi sembra oggi tristemente attuale, in periodo di pandemia. pagina 4 / 6
Presidente Snow Katniss Murray CloseIL PREQUEL CONVINCE? La risposta è “nì―. Difficilmente si riesce ad empatizzare in maniera viscerale con qualcuno dei protagonisti e si ha l’impressione di essere spettatori di un massacro, invece di sentirsi parte in causa delle tragedie raccontante, come invece succede fin da subito quando è Katniss a parlare. Per quanto inevitabile sia l’effetto-nostalgia nei confronti di una delle saghe young adult più riuscite di sempre, l’interesse per la carriera politica del presidente Snow arriva fino ad un certo punto. Da un lato si vorrebbe sapere di più della protagonista femminile Lucy, dei suoi trascorsi, dei suoi pensieri e delle sue speranze mentre dall’altro incombe su di lei un’eredità difficile da colmare, quella della ragazza di fuoco. pagina 5 / 6
Lo spirito ribelle che brucia letteralmente nella trilogia di Hunger Games qui è solo accennato perché il focus dell’intera vicenda viene totalmente spostato altrove, nella mente degli oppressori. E questo non sempre giova alla narrazione. Staremo a vedere, insomma, se l’adattamento cinematografico saprà imprimere un tocco più coinvolgente ma una cosa è certa: “Gli Snow – come si legge spesso nel romanzo – si posano in cima, come la neve―. D’altronde il serpente sa sempre avvolgere le proprie spire cogliendo di sorpresa l’avversario, ma questa vicenda insegna a non sottovalutare l’usignolo. E in un momento storico incerto come quello che si sta vivendo trovare rifugio nelle pagine di un mondo già familiare, anche se per molti versi oscuri, resta rassicurante, quindi solo per questo vale la pena ritornare a Panem. IL TOTO-CASTING Non potendo purtroppo ritrovare gli attori della saga originale in questo nuovo contesto prequel, il cast sarà presumibilmente nuovo di zecca. Lionsgate potrebbe puntare su un gruppo di promettenti sconosciuti, ma se invece volesse scommettere sul sicuro le opzioni tra gli under 20 e 30 di successo sarebbero molto variegate. Nei panni di Coriolanus Snow potrebbe cimentarsi Asa Butterfield (Sex Education), ad interpretare il tributo femmina Bella Thorne (A tutto ritmo) e in quello di Tigris la “felina― Lily Rose-Depp. Come presentatore dei Giochi sarebbe perfetto, invece, Robert Sheehan. Il Toto-Mentori potrebbe includere Milly Bobby Brown (Stranger Things), Nick Robinson (Jurassic World), Mackenzie Foy (Twilight) e Maisie Williams (Il trono di spade) mentre nel team degli Strateghi ci starebbero benissimo Theo James (Divergent), Jared Gilmore (C’era una volta) e Hailee Steinfeld (Pitch Perfect 3). E come Tributi? Roman Griffin Davis (JoJo Rabbit), Dafne Keen (Logan), Micah Abbey (Grey’s Anatomy), Jack Dylan Grazer (Shazam!) e Jenna Ortega (Jane the virgin). pagina 6 / 6 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
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