Grado - Divertirsi con il cinema all'aperto sull'Isola del Sole
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Grado – Divertirsi con il cinema all’aperto sull’Isola del Sole Due appuntamenti gratuiti per le famiglie, martedì 31 agosto e giovedì 2 settembre Il Comune di Grado, in coda al periodo vacanziero che molti hanno sfruttato per trascorrere delle piacevoli giornate sull’Isola del Sole, propone due appuntamenti gratuiti con il cinema e il divertimento. Le due proiezioni, con inizio alle ore 20.15, avranno luogo al campo di basket di via Marchesini e, in caso di maltempo, saranno rinviate ad altre date. Tratto dal libro di Dino Buzzati, martedì 31, verrà proiettato il cartone animato “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, realizzato nel 2019 dal grande disegnatore bresciano Lorenzo Mattotti. Le voci dei personaggi principali sono, tra gli altri, di Toni Servillo, Antonio Albanese e Corrado Guzzanti.
A seguire, giovedì 2 settembre, sarà possibile assistere alla proiezione di “Odio l’estate”, un divertente film con il famoso e consolidato trio comico composto da Aldo, Giovanni e Giacomo, coinvolto in un’intricata vicenda balneare con le rispettive famiglie. Nel cast della pellicola, uscita nel 2020 per la regia di Massimo Venier, anche Maria Di Biase e la partecipazione straordinaria di Massimo Ranieri e Michele Placido. L’ingresso ai due appuntamenti è gratuito e libero sino all’esaurimento dei posti disponibili. La prenotazione è obbligatoria al tel. 0431 898239, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle 12.00, o inviando una mail a: turismo@comunegrado.it. Sarà richiesto il green pass. Informazioni: Comune di Grado www.grado.info – turismo@comunegrado.it LIGNANO, INCONTRI CON L’AUTORE E CON IL VINO: GIOVEDì 26 AGOSTO ANDREA VITALI Giovedì 26 agosto, agli Incontri con l’autore e con il vino – promossi dall’Associazione Lignano nel Terzo Millennio presieduta da Giorgio Ardito, e curati dallo scrittore Alberto Garlini e dal tecnologo alimentare Giovanni
Munisso – protagonista Andrea Vitali con il suo ultimo romanzo “Un bello scherzo: I casi del maresciallo Ernesto Maccadò” (Garzanti). Appuntamento alle 18.30 al Palapineta nel Parco del Mare di Lignano Pineta. In “Un bello scherzo” Andrea Vitali lancia una nuova sfida al maresciallo Maccadò. Se pensava che a Bellano si potesse vivere tranquilli, ora avrà di che ricredersi. E i lettori con lui potranno scoprire come negli animi più miti e sottomessi si nasconda spesso la tempra degli eroi. Sembrerebbe impossibile, perché la posizione è invidiabile, ma anche al caffè dell’imbarcadero di Bellano capita che per una giornata intera entri solo qualche sparuto cliente. Come martedì 5 marzo 1935. Per tirare sera l’oste Gnazio Termoli deve inventarsele tutte, fino a lavare e rilavare bicchieri già puliti. E poi sbadigliare all’ingresso del bar deserto. Eppure questa è una data che non potrà dimenticare, né lui né l’intero paese. Al calare delle prime ombre, infatti, al molo attracca una motonave della Milizia confinaria da cui scendono tre uomini completamente vestiti di nero. Uno davanti e gli altri due dietro. Modi spicci e poche parole che incutono terrore. Muti e impietriti, il Gnazio e i pochi altri testimoni assistono a una scena che ha dell’incredibile. Dopo alcuni minuti i tre militi, infilatisi nell’intrico delle contrade, riappaiono al molo. Sempre in formazione, ma adesso tra loro, sorretto per le ascelle e trascinato come un peso morto, c’è il povero maestro Fiorentino Crispini. Caricatolo brutalmente a bordo, l’imbarcazione riprende il largo in direzione di Como. E il Gnazio? Come tutti sanno, meglio farsi i fatti propri, fingere di non aver visto nulla e morta lì. Ma in questo caso… Il maestro Crispini… Come è possibile? A ripensarci, da qualche tempo il maestro non sembrava più lui. Aveva mancato più volte, per esempio, il proverbiale appuntamento con il suo marsalino, che il Gnazio gli serviva ogni mattina. Però, da lì a immaginare che possa aver meritato un arresto del genere ce ne passa. Unica soluzione: affidare
la patata bollente ai carabinieri. Se la veda il maresciallo Ernesto Maccadò con quelli della Milizia. Capisca insomma cosa è successo e, se ci riesce, riporti a casa il Crispini. La Società Agricola Aquila del Torre di Savorgnano del Torre (Udine), in abbinamento alla presentazione del libro di Andrea Vitali, proporrà At, il suo Friulano Friuli Colli Orientali DOC 2018 biologico. Un vino bianco secco, fruttato al naso, minerale e sapido al palato. Un vino pieno e sfaccettato, con note floreali che conferiscono grazia e complessità al tempo stesso. Vivace, leggero, mai banale, possente eppure di una freschezza da assaporare, da gustare, da far girare sul palato, giocando con il finale amaro di mandorla appena accennato e stemperato da una lieve dolcezza. Equilibrato a tal punto da evocare la tradizione, ma distaccandosene per finezza e garbo. All’interno del Palapineta, ci sarà un corner allestito da Librerie Coop per poter acquistare le copie del libro con la possibilità di farsele firmare dall’autore. Come da Decreto legge del 23 luglio 2021, n. 105 sulle “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, sarà possibile accedere agli incontri soltanto se si è in possesso della Certificazione Verde Covid-19/Green Pass comprovante l’inoculamento almeno della prima dose vaccinale Sars-CoV-2 o la guarigione dall’infezione da Sars- CoV-2 (validità 6 mesi) o l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2 (con validità 48 ore). All’ingresso verranno richiesti al pubblico i dati personali, che saranno conservati per 14 giorni. Si consiglia di arrivare al PalaPineta con il modulo già compilato, scaricabile al link https://www.lignanonelterzomillennio.it/download/modulo-t racciabilita.pdf. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
C.L. ALEX BRITTI feat. FLAVIO BOLTRO Sabato 28 Agosto- Castello di San Giusto, ore 21.00 – Arena Grande Tanto di lui e della sua musica lo annuncia il suo volto: i tratti severi, lo sguardo inafferrabile, il sorriso contagioso. «Perché sono figlio unico, sono abituato a star da solo, non cerco e non ho mai cercato il sostegno del gruppo»: il romano Alex Britti è un chitarrista e un autore solista, fiero, deciso. Nel 1997 è arrivato il contratto con la Universal Music, con “Solo una volta (o tutta la vita)” che lo porta al successo popolare, esploso nel 2000 con il secondo album “La vasca”. Da lì non si è più fermato, ha collaborato con Mina, suonato con Ray Charles, senza negarsi nessuna esperienza, dai progetti blues di nicchia al talent show “Amici”, dove compare in qualità di professore nel 2018. Un artista versatile, che nel corso degli anni ha saputo conquistarsi l’affetto del pubblico con un repertorio forse più noto per i suoi pezzi pop, ma dalla profonda e sincera anima blues e jazz. In questi mesi Alex non si è mai fermato, e questo tour arriva dopo la pubblicazione di due singoli “Brittish” prodotto da Salmo e “Una Parola Differente” usciti nel 2020. Tra le due pubblicazioni ha svolto lezioni di chitarra online per raccogliere fondi per l’ospedale Niguarda e in occasione del Primo Maggio si è esibito di notte in una suggestiva piazza
San Giovanni deserta interpretando “Hey Joe” di Jimi Hendrix nel 2020 ed ha aperto l’edizione 2021 al Parco della Musica. Da “Mi piaci”, il pezzo che nel 1999 lo ha lanciato verso il successo, fino ai brani delle sue partecipazioni a Sanremo, alle canzoni squisitamente pop delle estati tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, quando lui e Ricky Martin duellavano a colpi di “tormentoni”, fino alle collaborazioni con Edoardo Bennato e al suo lavoro per il cinema, con la composizione della colonna sonora del film “Immaturi” dell’amico regista Paolo Genovese. Pezzi strumentali, eseguiti con la chitarra blues, con Britti che non rinuncerà di mostrare al pubblico virtuosismi allo strumento e a rivelare un’anima blues e jazz che ha sempre rivendicato con orgoglio. E non mancheranno i grandi successi – “Solo una volta”, “Una su un milione”, “La vasca” che come sempre trascineranno ed emozioneranno il pubblico. Il tour prevede la rivisitazione del repertorio di Alex in chiave più intimista, elegante e incalzante allo stesso tempo, in cui i brani di successo vengono affiancati da brani che lo stesso Alex ama definire i “lati B” quindi meno conosciuti, i non singoli ma, che incarnano alla perfezione lo spirito di questo progetto in cui per una volta “è la canzone al servizio dei protagonisti e non il contrario”. Per questa sua nuova avventura ha scelto un compagno di viaggio ideale che si aggiungerà alla band, un musicista a tutto tondo, un trombettista che ha il suo stesso istinto, la sua stessa anima, Flavio Boltro. L’incontro tra due musicisti eclettici, due complici estremamente affiatati a cui bastano poche note di un brano per capire dove andranno a parare senza il bisogno di prove estenuanti, dove la fa da padrona l’improvvisazione e la capacità di ascoltarsi e la piena consapevolezza di parlare la stessa lingua, quella lingua dal sapore blues e jazz. Sul palco ad accompagnare i due protagonisti ci saranno tre musicisti, Davide Savarese alla batteria, Emanuele Brignola al basso e Mario Fanizzi al
pianoforte e tastiere. Tre musicisti scelti perché capaci di esaltare tutti i momenti del concerto, professionisti concreti in grado di seguire, interpretare e farsi coinvolgere dall’onda affidandosi completamente nelle mani di chi condurrà la nave. Giovedì 26 agosto, alle 21.30 in piazza Libertà a Udine MORE THAN JAZZ, GRAN FINALE “DANCE” Un “tutto esaurito” dietro l’altro, centinaia di spettatori che non hanno voluto mancare gli appuntamenti del jazz udinese del giovedì. Ma anche tante, tantissime persone che per ogni concerto si sono gustate ai lati del palco o sulla piazza gli spettacoli dei grandi artisti del panorama jazzistico internazionale invitati a Udine. More Than Jazz, la rassegna organizzata per l’estate friulana da SimulArte, chiude giovedì 26 agosto alle 21.30, come sempre sul palco di piazza Libertà, il suo programma udinese 2021. Un’edizione, la terza, non a caso intitolata Rediscovering Europe. «La ritrovata mobilità – spiega il presidente di SimulArte, Federico Mansutti – ci ha permesso quest’anno di poter ospitare artisti e pubblico europei riaccendendo così la curiosità nella scoperta dei territori, del patrimonio artistico e culturale della regione. Vogliamo ringraziare – conclude – il folto pubblico che ha seguito con entusiasmo tutta la rassegna, ma anche le istituzioni, i partner, gli sponsor e lo staff che hanno reso possibile il successo di questa edizione».
Soddisfazione per come la città abbia apprezzato la rassegna la esprime anche l’assessore comunale alla Cultura, Fabrizio Cigolot. «La collaborazione con Simularte – commenta – ha consentito di portare in città non solo artisti di qualità e spessore internazionale, ma anche di proporre una rassegna jazzistica fresca e coinvolgente capace di dare spazio ai tanti talenti nati e cresciuti in Friuli, già famosi e apprezzati a livello nazionale e non solo. Se, come amministrazione, dovessi prendere un impegno per i prossimi due anni – conclude – lo farei sicuramente per More Than Jazz, uno degli appuntamenti di punta del cartellone di UdinEstate». Il concerto finale Per l’ultimo appuntamento udinese di More Than Jazz 2021 sarà davvero difficile restare seduti sulle sedie. Ospite del gran finale, infatti, sarà il Tingvall Trio con “Dance”, progetto elettrizzante nel quale i tre musicisti, Martin Tingvall (pianoforte), Omar Rodriguez Calvo (basso) e Jürgen Spiegel (batteria), cattureranno il pubblico con una coinvolgente moltitudine di sfaccettature musicali. Del Tingvall Trio, non ci sarebbe bisogno di presentazioni, visto che si parla di un gruppo di artisti jazz dalla Germania che ha raggiunto il successo, sia a livello nazionale che internazionale, ricevendo ben 3 Echo Jazz Awards, e i cui album in studio hanno raggiunto vendite da dischi d’oro. “Dance” è il titolo del nuovo progetto in cui il trio porta gli ascoltatori in un viaggio intorno al mondo, lasciando che sia la più ampia varietà di stili di danza ad abbagliare e
affascinare, come una vivida forma espressiva emozionale. Nonostante l’inerente riconoscibilità del suono tipico del Tingvall Trio, molte delle composizioni di “Dance” sono rivestite di una tenuta incredibilmente nuova. Accanto a sfumature orientali o a battiti reggae, infatti, si possono scoprire anche i sapori dell’America latina, ma anche momenti pieni di profondità riflessiva. Info, biglietti e normative Covid Lo spettacolo, come tutti quelli proposti da More Than Jazz, è a ingresso gratuito, ma con prenotazione obbligatoria sul sito www.morethanjazz.it, via telefono al numero 0432 1482124 dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19 o via email all’indirizzo biglietteria@simularte.it. Secondo le vigenti norme, per assistere agli spettacoli dal vivo c’è l’obbligo di presentare all’ingresso un Green Pass che attesti la somministrazione di entrambe le dosi di vaccino o della prima dove avvenuta da 15 giorni, oppure la guarigione da Sars-Cov-2 e il conseguente termine dell’isolamento, oppure l’esito negativo di un test antigenico o molecolare rapido al virus Sars-Cov-2 che sarà ritenuto valido per le 48 ore da quando è stato effettuato. Dante nella Poesia: conferenza di Gian Mario Villalta a Villa de Claricini
Dornpacher Nel 700mo anniversario della morte del Sommo Poeta, la Fondazione propone una ricca serie di iniziative culturali per approfondire lo studio e la conoscenza dell’opera dantesca Giovedì 26 agosto alle 18.30, nella storica dimora a Bottenicco di Moimacco (Ud), il direttore artistico di PordenoneLegge parlerà di tradizione e originalità nella poesia di Dante prima della Commedia. Accesso gratuito con prenotazione obbligatoria sul sito visit.declaricini.it/it oppure telefonando al numero 0432 733234. Bottenicco di Moimacco (UD), 23 agosto 2021 – Continuano le iniziative del percorso “Dante 700 – Tutte quelle vive luci”, ideato e organizzato dalla Fondazione de Claricini Dornpacher per festeggiare il traguardo dei 50 anni di attività e celebrare il 700mo anniversario della morte del Sommo Poeta. Prossimo appuntamento in programma sarà, giovedì 26 agosto con inizio alle 18.30, la conferenza Dante nella poesia “Guido i’ vorrei. Tradizione e originalità nella poesia di Dante prima della Commedia” a cura di Gian Mario Villalta, direttore artistico di PordenoneLegge. La partecipazione è gratuita previa prenotazione obbligatoria al sito visit.declaricini.it/it oppure telefonando al numero 0432 733234.
Il progetto “Dante 700 – tutte quelle vive luci” è sostenuto dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dantesche del Ministero della Cultura, dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Agenzia di PromoTurismoFVG, dalla Fondazione Friuli, dalla Camera di Commercio di Udine e Pordenone, dalla Banca di Cividale e da oltre 50 prestigiosi enti pubblici e privati di livello internazionale, nazionale e regionale. Pozzis, Samarcanda: recensione del film di Stefano Giacomuzzi con Alfeo Carnelutti (Cocco)
Pozzis, Samarcanda è un film non categorizzabile in maniera precisa, situandosi in una zona indefinita compresa tra il road movie, il film autobiografico e il documentario di viaggio. I due protagonisti sono Cocco e Stefano. Due personalità e due esperienze di vita agli antipodi. Cocco è un biker settantenne, con un passato da emigrante e corridore motociclistico. Negli anni ottanta subisce un grave incidente di gara che lo costringe in ospedale per un lungo periodo, e sviluppa il morbo di Chron. Si trasferisce a Pozzis, un paesino disabitato sulle montagne friulane, in provincia di Udine. Comincia ad organizzare i Cocco Meeting, motoraduno che ben presto diventa popolarissimo e contribuisce a regalare una seconda vita allo sperduto agglomerato di case. Nel 1999 viene accusato di un omicidio, del quale si dichiara subito colpevole. Una vicenda dai contorni molto controversi, tanto che Cocco riceve una condanna mite, dieci anni di reclusione, dei quali ne
sconta otto. Nel 2018 parte per Samarcanda. Unici compagni di viaggio: la sua amata motocicletta (il cui motore è più vecchio di lui di cinque anni), Stefano e una striminzita troupe cinematografica. Il film parte da qui. Stefano ha solo ventidue anni ed è fresco di studi cinematografici. Dal loro incontro è nata l’idea di girare il film, una sorta di racconto di viaggio nel quale non ha neanche importanza la destinazione, come ci viene fatto sapere nelle prime battute del film, girate durante un Cocco Meeting a Pozzis, nel quale si vendono magliette per finanziare la spedizione. Pozzis, Samarcanda: un racconto dove convivono realtà apparentemente inconciliabili In effetti tra Stefano e Cocco c’è una differenza abissale di età, esperienze vissute e visione del mondo. La principale motivazione di Stefano nell’imbarcarsi nell’avventura è di girare un film, mentre per Cocco si tratta di vincere una sfida con sé stesso, per vedere cosa è in grado di fare alla sua età e con tutti i suoi problemi (considerando anche che la sua moto è più vecchia di lui). Anche tra Pozzis e Samarcanda la differenza è immane: il luogo di partenza è un paesino disabitato disperso nelle montagne friulane, Samarcanda è un luogo mitico e famosissimo, lontano oltre seimila chilometri. Un viaggio difficile, quindi, sotto molteplici punti di vista: una coppia eterogenea che affronta un viaggio lunghissimo, in terre lontane, sia in termini di distanza fisica che di differenza culturale, su strade spesso al limite dell’inutilizzabilità, con una motocicletta più vecchia del suo pilota settantenne, per altro in condizioni fisiche non certo eccelse. Ma nonostante tutto e nonostante tutti, l’incredibile impresa riesce. Il film racconta tutte le tappe principali di questo viaggio, ma lo fa in maniera minimalistica, e questo lo rende ancora più credibile e coinvolgente.
Perché sia Cocco (Alfeo Carnelutti) che Stefano interpretano sé stessi, senza maschere e senza filtri. E forse non potrebbe essere diversamente, visto che non stiamo parlando di attori professionisti. Niente dialoghi ricercati o fini citazioni, niente effetti speciali. Solo fatti accaduti, ripresi in tempo reale, probabilmente senza il tempo di costruire scene complesse. Probabilmente improvvisando, adattandosi agli imprevisti e alle situazioni contingenti. Pozzis, Samarcanda: il racconto di un’avventura e di una improbabile amicizia capace di superare ogni difficoltà Il viaggio tra Pozzis e Samarcanda mette a dura prova il rapporto tra Stefano e Cocco. Ma alla fine il loro legame ne esce accresciuto e cementato, perché entrambi, ognuno a modo loro, si rendono conto di avere bisogno uno dell’altro. Quella che all’inizio è una convivenza forzata, diventa un’occasione di arricchimento reciproco, e permette ai due di portare a termine l’impresa, superando anche il malore che costringe Cocco a letto per diversi giorni. Forse è proprio Cocco il vero protagonista del film. Una persona semplice, dall’esperienza di vita ricchissima, dalla forza interiore incredibile, che gli ha permesso di superare ostacoli impensabili. Con tante piccole storie da raccontare, tratte dalle sue personali esperienze, che descrive con il suo linguaggio semplice, ma efficace. In particolare, durante tutta la pellicola, Stefano cerca di strappare a Cocco la verità sui fatti oscuri che lo hanno portato a passare tanti anni della sua vita in carcere. All’inizio il biker non vuole parlarne, ma lentamente la sua resistenza si sgretola, e alla fine si lascia sfuggire più di qualcosa, per la gioia degli spettatori. E di Stefano. Ma anche quest’ultimo si accorge che, volente o nolente, deve rinunciare a qualcosa. L’ossatura del film non può derivare dal viaggio fisico in sé: non c’è tempo per godersi gli incredibili paesaggi, esplorare città tanto lontane e differenti dalle nostre,
indugiare sugli innumerevoli incontri con culture diverse. Bisogna andare avanti, a testa bassa, nonostante la stanchezza, gli imprevisti, le difficoltà. Pozzis, Samarcanda: un film che fa della semplicità e immediatezza il suo punto di forza Insomma stiamo parlando di una pellicola molto semplice, quasi improvvisata, donchisciottesca, realizzata con mezzi esigui. Ma fatta con passione, capace di dare molto allo spettatore che si lasci trasportare nel racconto. Che mette in scena la forza dell’amicizia e della volontà, capaci di trasformare un sogno in realtà. Un film nel quale il viaggio dalla sperduta Pozzis alla mitica Samarcanda è – alla fine – solo un pretesto. Anche perché, come ci viene fatto sapere, “a Samarcanda non c’è niente”. Ma non importa. Perché ci sono le vite dei protagonisti alla base del racconto. In particolare quella di Cocco, che nel film fa anche un viaggio nella sua memoria, raccontandoci frammenti delta sua vita, di certo non ordinaria. Ed è proprio Cocco che nel film, grazie alla sua gestualità spontanea, riesce a superare ogni barriera culturale e linguistica, nonostante di certo non eccella in dialettica. Il film indugia spesso sui paesaggi spesso esotici attraversati (Bulgaria, Turchia, Georgia, Russia, Kazakistan, Uzbekistan, per citarne qualcuno), ma questo non è l’aspetto prevalente. Quella che emerge è la componente umana, nel senso più profondo del termine, senza i filtri di complesse narrazioni o spesso inutili effetti speciali. Un film che mette in scena anche l’impresa incredibile portata a termine da tre persone, con una motocicletta e un furgone d’appoggio. Stefano Giacomuzzi (che è anche regista) e Alfeo Carnelutti (Cocco) mettono in scena sé stessi, con l’aiuto di Matteo Sacher (addetto alle riprese).
Il film è stato inizialmente autofinanziato, ottenendo poi il sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission, del Fondo Audiovisivo FVG e dell’Agenzia Regionale per la Lingua Friulana (il film è in lingua friulana, sottotitolato in italiano). Pozzis-Samarcanda ha vinto il premio come migliore film all’Edera Film Festival di Treviso. Complimenti ragazzi! Fine agosto armonico con Carniarmonie I concerti da mercoledì 25 a domenica 29 agosto È l’ultima settimana agostana del Festiva Carniarmonie, il festival del festival diretto da Claudio Mansutti che sta portando in questi primi trent’anni di storia musicale la bellezza di cinquantaquattro concerti in due mesi, da luglio a settembre, nei luoghi più rappresentativi ed incantevoli di Carnia, Valcanale e Canal del Ferro. Con la chiosa di due appuntamenti il 3 e 5 settembre, il finale da mercoledì 25 a domenica 29 agosto conta ben cinque concerti di alto livello artistico e di varia estrazione, con ospiti solisti ed ensembles di grande prestigio nei generi classica, antica, contemporanea e jaz Il violinista Christian Sebastianutto, il pianista Daniele Bonini ed i maestri falegnami Fratelli Rossitti, sono i protagonisti del concerto con esposizione di manufatti
d’artigianato artistico di mercoledì 25 agosto alle ore 20.30 presso il Museo Carnico delle arti popolari di Tolmezzo. Un progetto che rientra nella programmazione de La musica del legno che unisce arte musicale e artigianato artistico. I due talenti musicali friulani, Sebastianutto e Bonini, eseguiranno un programma Otto-Novecentesco che guarda alla Francia e alla Norvegia, con la presenza di Bach attraverso la superlativa Ciaccona dalla partita n. 2 BWV 1004 per violino solo, un brano che ha fatto la storia della letteratura per lo strumento ad arco nel contesto barocco. Un momento di grande lirismo che sarà anticipato dalla Sonata FP 119 di Francis Poulenc e seguito dalla Sonata n. 3 op. 45 in do minore di Grieg, per concludere con Saint Saëns nell’anniversario dei cento anni dalla morte con l’Introduzione e Rondò Capriccioso op. 28. Un programma pregnante ed esteso, tra virtuosismo e profondità espressive, con un duo composto da brillanti, giovani e riconosciuti solisti. Giovedì 26 agosto alle ore 20.30 nella Chiesa di San Giacomo di Priuso di Socchieve, il duo femminile di respiro internazionale composto dalla fisarmonicista Martina Jembrišak e dalla violinista Valentina Danelon, sarà protagonista di un concerto tra Novecento e contemporanea promosso in collaborazione con l’Associazione Progetto Musica. I rispettivi strumenti con questo progetto vengono esaltati nelle rivisitazioni della musica popolare, grazie alle due abilissime soliste, giovani talenti particolarmente richiesti e giù vincitrici di importanti concorsi internazionali, come il recente premio “Ivo Vulieviuć” attribuito alla musicista croata. Eseguiranno un vario programma, avvincente, sentimentale, seducente nel trasporto dei ritmi su danze popolari, tango, samba, con musiche di Angelis, Bartok, Piazzolla, Lo Bianco Francisco, Musorgskij, Kusjakov, Hermosa, dove l’est Europa incontra l’Argentina e il Brasile. Una formazione speciale per questo atteso concerto di Carniarmonie, con la fisarmonicista e bandoneonista croata Martina Jembrišak, selezionata dall’Associazione Progetto
Musica per la ha creazione assieme alla violinista friulana Valentina Danelon di un programma frizzante in cui la dolce malinconia di Piazzolla si alterna a brani di grande virtuosismo, come i “Quadri” di Mussorgskij. È la Petite Écurie, ensemble di oboi con fagotto e percussioni di fama internazionale, l’atteso ospite del concerto di venerdì 27 agosto alle ore 20.30 nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Forni di Sopra, appuntamento nato dalla collaborazione con Anciuti Music Festival (Amf) e il format La musica del legno. In questo contesto, ad anticipare il concerto che vede protagonista una straordinaria formazione, la Petite Écurie, spesso ospite in contesti musicali dedicati al barocco di alta levatura, alle ore 18.00 alla Cjasa dai Fornès di Forni di Sopra, ci sarà la presentazione del fagotto barocco copia dell’Anciuti, ovvero la riproduzione fedele del manufatto realizzato dal costruttore carnico di strumenti a fiato Giovanni Maria Anciuti (Forni di Sopra 1674 – Milano 1744), figura che l’omonimo festival promuove attraverso concerti, campus musicali e masterclass. Realizzato dal maestro liutaio François De Rudder, uno strumento commissionato dal Comune di Forni di Sopra, la copia verrà presentata dal maestro liutaio, dal direttore artistico dell’Amf Paolo Pollastri, con la partecipazione dello stesso De Rudder al fagotto e Alberto Busettini al cembalo. Il batterista Luca Colussi insieme al pianista Paolo Corsini ed al contrabbassista Alessandro Turchet, crea un trio per dare voce alla sua creatività, cimentandosi in una sorta di viaggio che ripercorre le molte esperienze passate diventate ormai “Segni”. È questo il titolo del primo disco solista di Colussi e del concerto di sabato 28 agosto alle ore 20.30 nella Sala Polifunzionale di Chiusaforte. Un concerto in forma di suite, dove l’improvvisazione diventa l’elemento predominante e dove il repertorio non è importante di per sé, ma un mezzo che si presta a diventare un gioco collettivo. Insieme i tre artisti della nostra regione, dopo svariate
esperienze con grandi musicisti internazionali, hanno scelto di creare un ensemble stabile, friulano, a testimonianza della vivacità del panorama musicale regionale e delle loro qualità creative. Luca Colussi studia fin da giovanissimo con Basso, Venier, Dani e affianca anche lo studio del clarinetto classico con Mansutti. La sua carriera decolla nel 1998 suonando con moltissimi musicisti di chiara fama internazionale e nazionale tra cui Grossman, Gravish, Taylor, Winstone, Tavolazzi, Bosso, Venier, Bearzatti, Tosca. Suona in importanti festival in tutta Europa e ha all’attivo una discografia di 100 dischi. “Two for two times” è un grandioso progetto che intende abbracciare il pubblico e farlo vibrare insieme nei diversi aspetti ritmici e melodici delle percussioni. Sarà infatti un quartetto di straordinari percussionisti a dar energia e suoni al concerto di domenica 29 agosto alle ore 18 nella Sala Cinema di Forni Avoltri. Sono: Filippo Gianfriddo, Emiliano Rossi, Diego Desole e Paolo Bertoldo. Il programma comprende per lo più musiche di autori del tardo Novecento e della contemporanea, poco noti al grande pubblico ma di sicuro effetto, tanto per la composizione dell’ensemble, quanto per gli autori e le opere proposte. Dal compositore americano Reich, rappresentante per antonomasia della musica minimalista, a Koppel, compositore danese, con l’entrata in scena due strumenti melodici come il vibrafono e la marimba, la prima parte di concerto sarà una continua sorpresa nelle variazioni modulari dell’insieme. Cambierà nuovamente la prospettiva d’ascolto con il brano di Urabl Stadler in cui su una parte cantata, il pubblico verrà avvolto da ritmi latini. Con Koshinski si troverà la virtuosità di due set speculari di multi percussioni che dialogano tra loro, per concludersi il concerto con lo spettacolare brano di Miki “Marimba Spiritual”. I concerti sono ad ingresso gratuito con esibizione del green pass. Consigliata la prenotazione su carniarmonie.it
LEVANTE “Dall’alba al tramonto live” 24 agosto – UDINE, Castello Levante, cantautrice e scrittrice siciliana amatissima dal pubblico, considerata fra le poche artiste nel panorama italiano attuale in grado di tracciare la nuova strada del pop, è pronta a salire sul palco del Castello di Udine domani, martedì 24 agosto, per il recupero dell’unica data in Friuli Venezia Giulia del suo “Dall’alba al tramonto live”, originariamente prevista per lo scorso 27 luglio e rinviata a causa del maltempo. I biglietti già acquistati per il concerto, organizzato da Zenit srl, in collaborazione con Comune di Udine, Regione Friuli Venezia Giulia e PromoTurismoFVG, evento inserito nel calendario di UdinEstate, rimangono validi per la nuova data. Nuovi biglietti saranno acquistabili anche domani alla biglietteria dalle 19.30, porte aperte dalle 20.00 e inizio concerto in programma alle 21.30. Per l’accesso al concerto (possibile solo da Piazza Libertà) sarà necessario esibire il green pass o l’esito negativo di tampone. Tutte le info su www.azalea.it Due nuove produzioni artistiche per la cantautrice Levante, entrambe ruotano intorno ai grandi temi della fine e dell’Inizio. È uscito venerdì 21 maggio il nuovo brano “Dall’alba al tramonto”, una ballad ipnotica che ruota intorno a quelli che comunemente vengono ritenuti “poli opposti”, come appunto, l’alba e il tramonto, il giorno e la notte, l’inizio
e la fine, e tutti quegli estremi che in realtà implicano per loro natura una condizione di reciprocità e dipendenza. “Come il giorno e la notte, anche molte relazioni umane si fondano su una polarità che si rivela solo apparente. – ha commentato Levante – Il tema è il timore della fine e la confidenza con l’inizio, per ritrovarsi nella tenera sentenza che quei due opposti sono due volti dello stesso momento.” Levante ritorna quindi con un nuovo progetto dopo “Vertigine”, colonna sonora della serie tv “Baby”, la hit radiofonica “Sirene” e il successo di “Tikibombom” certificata oro per le vendite. Anche il suo ultimo album “Magmamemoria” ha raggiunto la certificazione oro per le vendite. Claudia Lagona è Levante, cantautrice e scrittrice siciliana. Nel 2014 registra “Manuale distruzione“, il suo primo disco, che esordisce nella top ten degli album più venduti in Italia. Il secondo lavoro è “Abbi cura di te“, da cui vengono estratti, oltre al brano omonimo, i singoli “Ciao per sempre“, “Finché morte non ci separi” e “Le lacrime non macchiano“. A giugno del 2015 Claudia dà il via all’Abbi Cura Di Te Tour che comincia al Miami Festival di Milano. La tournée la porta in quasi trenta città italiane. Nel 2017 esce il singolo “Non me ne frega niente“, che anticipa l’album di inediti “Nel caos di stanze stupefacenti“. All’interno del disco è presente anche un duetto con Max Gazzè, intitolato “Pezzo di me“. Sempre nel 2017, pochi giorni dopo aver presenziato ancora una volta al concerto del 1° Maggio, viene reso noto che Levante sarà una dei quattro giudici dell’undicesima edizione italiana di X Factor. Partecipa ben figurando Festival di Sanremo 2020 con la canzone “Tikibombom“. Fra i prossimi concerti in Castello a Udine troviamo quelli l’Omaggio a Morricone con la FVG Orchestra (28 agosto) e Alice canta Battiato con la FVG Orchestra (31 agosto, evento inserito nel festival Nei Suoni dei Luoghi).
Il Cercatore di Infinito: Il documentario sulla vita dell’alpinista e poeta Armando Aste prima nazionale a Padova 27 agosto 2021 (ore 21.15), Arena estiva del Cinema Esperia di Padova: approda finalmente in sala Il cercatore di Infinito: il documentario di Andrea Azzetti e Federico Massa dedicato alla mitica figura di Armando Aste, grandissimo scalatore, poeta della montagna, uomo di pensiero e di anima che ha fatto dell’alpinismo un’occasione preziosa di riflessione umana ed etica, ponendosi come esempio per le nuove generazioni. In sala saranno presenti i due registi che si confronteranno con il pubblico sul loro lavoro, sulla figura di Aste e su molto altro. “Dio non mi chiederà quante montagne ho conquistato ma cosa ho fatto per gli altri.” Questo il messaggio di Armando Aste, grande alpinista, scomparso nel 2017. Il documentario mostra gli autori nei luoghi che hanno formato l’uomo e l’alpinista, andando all’origine della sua Fede. Il viaggio termina in Africa: all’inaugurazione di un ospedale realizzato con una donazione di Aste. La riflessione sui valori che ispirano la montagna si apre a una riflessione sull’uomo e i suoi limiti.
Delle parole di Armando Aste, celebre alpinista scomparso nel 2017, colpisce una definizione in particolare: quella di dilettante, che lo scalatore dedicava a se stesso, per ricordare la necessità di non perdere di vista, in montagna, il rimettersi ad un qualcosa di più grande. Non solo umiltà, ma anche una profonda forma di rispetto per la montagna stessa, per i suoi pericoli, per la sua unicità, per quel sublime che riempie di pace. Senza dimenticare la sua fede:“Dio non mi chiederà quante montagne ho conquistato” soleva dire “ma cosa ho fatto per gli altri.” Un uomo affascinante, la cui storia viaggia spesso parallela al mito, spingendo Andrea Azzetti e Federico Massa a dedicargli questo documentario dall’iconico titolo: Il Cercatore di Infinito.
L’uomo Chi è Armando Aste? Nato nel 1926 a Isera, in provincia di Trento, nel secondo dopoguerra ha intrapreso una folgorante carriera di imprese, in grado di portarlo oltre i confini nazionali: non solo in Svizzera, per scalare il monte Eiger, ma anche in Patagonia, fin sui pendii delle Ande, in quella che negli anni ‘50 doveva sembrare la fine del mondo conosciuto. Il tutto senza dimenticare la propria etica e la propria integrità, ponendosi come un esempio non solo di sportivo, ma anche di essere umano, simbolo di un’identità cristiana testimoniata a qualsiasi altitudine e di fronte a qualsiasi difficoltà, anteponendo la sicurezza dei propri compagni a ogni costo. Ritiratosi negli anni ‘80, non ha abbandonato il mondo della montagna, dedicandosi a diverse pubblicazioni e continuando a raccogliere onorificenze, costruendo il proprio retaggio, lasciando la propria testimonianza a chi vorrà seguirne le orme. Si è spento a 91 anni
Domani TEATRO VERDI GORIZIA Il pifferaio magico nella versione interattiva di Anà- Thema Teatro Sarà una versione interattiva de Il pifferaio magico quella che martedì 24 agosto Anà-Thema Teatro metterà in scena alle 20.30 al Teatro Verdi nel terzultimo appuntamento con Verdid’Estate. Un buffo cantastorie gira per il mondo con la sua valigia piena di personaggi straordinari e divertenti, per raccontare le storie più belle ai bambini. Il suo fedele aiutante “Gufetto” gli sussurra che è la volta appunto dell’avventura del misterioso suonatore di piffero, protagonista della più celebre delle fiabe dei fratelli Grimm. Il musicista, dal magico potere incantatorio, è ingaggiato dagli abitanti per liberarsi dai topolini che invadono il paese di Hamelin, con la promessa di un sacco di monete d’oro. Ma quando il pifferaio torna vittorioso, il sindaco gli nega la ricompensa, così saranno proprio i bambini, in un finale a sorpresa, a liberare la città. Tutti gli 11 spettacoli di Verdid’Estate si svolgono al Verdi con inizio alle 20.30: il biglietto di ingresso costa 3 euro per gli appuntamenti dedicati al pubblico di famiglie e bambini e 8 euro per le altre serate. Come già avvenuto la scorsa estate è possibile prenotare i posti anticipatamente tramite il sito del Teatro (http://www1.comune.gorizia.it/teatro/). I tagliandi dovranno poi essere ritirati nei due giorni lavorativi precedenti la sera della rappresentazione, dalle 16 alle 19, in biglietteria (via Garibaldi, 0481-383601). La vendita diretta dei biglietti
non prenotati avverrà il giorno stesso dello spettacolo, dalle 16 alle 20 in biglietteria. Per Il pifferaio magico i biglietti prenotati potranno essere ritirati venerdì 20 e lunedì 23 agosto. Per meglio organizzare la disposizione degli spettatori nella sala e garantire il massimo distanziamento possibile, si invita a utilizzare la possibilità di prenotazione. La sera stessa della rappresentazione i biglietti prenotati e non ritirati saranno messi in vendita. Gli accorgimenti di sicurezza Insieme al biglietto nominativo, tutti gli spettatori dovranno esibire all’ingresso del Teatro il Green Pass. Con il Decreto Legge del 22 luglio ne è stata infatti introdotta l’obbligatorietà dal 6 agosto in occasione dello svolgimento di tutti gli spettacoli, sia all’aperto che al chiuso. L’obbligo della certificazione verde non trova applicazione per i bambini di età inferiore ai 12 anni e per i soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del ministero della Salute. Il documento, da esibirsi in formato cartaceo o digitale, attesta una delle seguenti condizioni: – aver fatto la vaccinazione anti COVID-19 (almeno prima dose); – essere risultati negativi al test molecolare o antigenico rapido effettuato nelle ultime 48 ore; – essere guariti dal COVID-19 negli ultimi sei mesi. All’interno del teatro sarà obbligatorio l’utilizzo della mascherina, che dovrà essere correttamente indossata per tutta la permanenza nei locali del Teatro. Per i bambini valgono le regole generali. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso sia superiore a 37,5 °C. Saranno forniti gel disinfettanti per le mani e saranno
presenti cartelli indicanti le buone norme igieniche. Sono state inoltre create uscite alternative, utilizzando le vie di emergenza, per non creare affollamenti durante il deflusso del pubblico.
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