Stagione teatrale 2017 2018 - Comune di Scandiano
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
cartellone musica giovedì 15 marzo 2018 2017 nessuna voce dentro –– Berlinomillenovecento- ottantuno 2018 prosa mercoledì 4 aprile 2018 prosa le avventure di martedì 7 novembre 2017 numero primo lacci prosa martedì 19 dicembre 2017 –– un alt(r)o everest prosa Rassegna di spettacoli martedì 23 gennaio 2018 per famiglie: l’uomo seme A teatro con mamma e papà prosa domenica 14 gennaio 2018 giovedi 1 febbraio 2018 trincea sandokan o la fine dell’avventura danza martedì 13 febbraio 2018 domenica 28 gennaio 2018 tosca x nuova barberia carloni prosa domenica 11 febbraio 2018 martedì 6 marzo 2018 racconto alla rovescia la bottega del caffè
martedì –––– lacci di Domenico Starnone 7 nov con Silvio Orlando, Roberto Nobile, Sergio Romano, Maria Laura Rondanini, Vanessa Scalera –––– e con Giacomo de Cataldo ore 21 scene Roberto Crea costumi Silvia Polidori Aspettando musiche Stefano Mainetti prosa luci Gaetano La Mela regia Armando Pugliese produzione CARDELLINO «Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie». Si apre così la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta. Si sono sposati giovani, all’inizio degli anni Ses- santa, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent’anni con una fami- glia a carico è diventato un segno di arretratezza più che di autonomia. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta e lei a Napoli con i figli. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è più radicale dell’abbandono, ma niente è più tenace di quei lacci invisibili che legano le per- sone le une alle altre. Domenico Starnone ci regala una storia emozionante e fortissima, il racconto magistrale di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insu- perabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.
martedì –––– un alt(r)o everest di e con Mattia Fabris e Jacopo Maria Bicocchi 19 dic scene Maria Spazzi light designer Alessandro Verazzi –––– sound designer Silvia Laureti ore 21 scelte musicali Sandra Zoccolan assistenti alla scenografia Erika Giuliano e Marta Vianello produzione ATIR TEATRO DI RINGHIERA prosa con il sostegno di NEXT 2016 Jim Davidson e Mike Price sono due amici. Sono una corda- ta. Nel 1992 decidono di scalare... la loro montagna: il Monte Rainier nello stato di Washington, Stati Uniti. Il sogno di una vita, una vetta ambita da ogni scalatore, un passaggio obbligatorio per chi, nato in America, vuole defi- nirsi Alpinista. “The Mountain” come la chiamano a Seattle. Ma le cose non sono mai come ce le aspettiamo e quella sca- lata non sarà solo la conquista di una vetta. Sarà un punto di non ritorno, un cammino impensato dentro alle profondità del loro legame, un viaggio che durerà ben più dei 4 giorni impiegati per raggiungere la cima. “L’alt(r)o Everest” è una storia vera, non è una storia famosa, da essa non è stato tratto nessun film, ma potrebbe essere la storia di ognuno di noi. E forse lo è. Proprio per la sua spietata semplicità. Una storia che racconta le difficoltà e i passaggi obbligatori che la vita ci mette davanti. Crepacci. Non possiamo voltarci dall’altra parte e non possiamo girar- ci intorno ma solo attraversarli. Due amici, due vite, due destini indissolubili.
martedì –––– l’uomo seme racconto di scena ideato diretto e 23 gen interpretato da Sonia Bergamasco –––– dal libro L’uomo seme di Violette Ailhaud, ed. Playground ore 21 (traduzione di Monica Capuani) drammaturgia musicale e interpretazione Faraualla e Rodolfo Rossi Aspettando luci Cesare Accetta prosa scene e costumi Barbara Petrecca movimenti coreografici Elisa Barucchieri produzione CADMO In un villaggio di montagna dell’Alta Provenza, all’indomani della Grande Guerra, tutti gli uomini sono morti. Il paese è abitato solo da donne e bambini. Violette Ailhaud, testimone dei fatti, trova solo allora e finalmente le parole per raccon- tare di quando, ancora ragazza, il suo villaggio aveva vissuto un’identica tragedia. Violette affiderà questo suo memoria- le a un notaio con l’incarico di consegnarlo alla più giovane delle sue discendenti. Una lingua forte, scabra e ventosa ci conduce in cima alle montagne dove è ambientata la vicenda e dove vive questa comunità di sole donne che stringerà un incredibile patto per la vita. Inno spiazzante alla vita, L’uomo seme è uno spettacolo corale concepito in forma di ballata, in cui racconto, canto e azione scenica cercano un punto di equilibrio essenziale. “Quando una storia ci colpisce al cuore sentiamo il bisogno di raccontarla di nuovo e di rinnovarne il segreto ancora e ancora per ritrovare, in chi guarda e ascol- ta, conferma del nostro sguardo. Questo è quello che mi è successo quando ho letto L’uomo seme, testimonianza viva di un’esperienza unica e sconvolgente.” (Sonia Bergamasco)
giovedì –––– trincea scritto e interpretato da Marco Baliani 1 feb scene e costumi Lucio Diana immagini e musica Mirto Baliani –––– visual design David Loom ore 21 costumi ed elementi di scena Lucio Diana, Stefania Cempini regia Maria Maglietta produzione MARCHE TEATRO prosa in coproduzione con Festival delle Colline Torinesi PREMIO ENRIQUEZ 2016 XII edizione “per una comunicazione e un’arte di impegno sociale e civile” Città di Sirolo (Ancona) “La scena è una grande pagina bianca, uno spazio sospeso, un luogo che attende di vivere. È anche una delle “gabbie” di Francis Bacon, artista a cui ci siamo ispirati nella ideazione dello spettacolo. La gabbia permette di isolare uno spazio tempo astratto in cui poter “dissezionare” le presenze umane che la agiscono. In questo spazio il corpo di un soldato inizia a muoversi e allora, come grattando nella scorza del tempo, riaffiorano schegge di vita, luoghi, azioni, sempre in una for- ma materica, concreta. Il soldato è un corpo narrante, tragico baluardo di un disperato istinto di sopravvivenza, e non rac- conta di un solo uomo, ma ci restituisce i diversi istanti di vita di uomini “comuni” nelle condizioni disumane della Prima Guerra Mondiale. Le immagini si susseguono a volte sollecita- te da un suono, a volte create dalle parole, altre volte ancora guidano il corpo del soldato o ne sono guidate, in una tessitu- ra di linguaggi l’un l’altro compenetranti, senza mai cedere a una descrizione illustrativa. I tanti corpi che appaiono e si dissolvono nello spazio ci restituiscono la frammentarietà dell’esistenza umana in trincea, lo spaesamento, la solitudine, la perdita di individualità.” (Maria Maglietta)
martedì –––– tosca x Compagnia Artemis Danza / Monica Casadei 13 feb coreografia, regia, luci, scene e costumi Monica Casadei musica Giacomo Puccini –––– elaborazione musicale Luca Vianini ore 21 assistente alle coreografie Camilla Negri co-produzione LUGO OPERA FESTIVAL / FESTIVAL LA VERSILIANA in collaborazione con Teatro Comunale di danza Bologna, AMAT & Teatro dell’Aquila / Comune di Fermo Con Tosca X Monica Casadei esplora l’universo pucciniano interpretando la celeberrima opera lirica con segno impe- tuoso ed empatia intellettuale. Anche questo titolo prosegue il percorso di indagine che da diverse stagioni appassiona la coreografa: la relazione tra il gesto coreografico e la parola drammaturgica, foriera di una cifra stilistica in sé già elo- quente. Un nesso, quello tra fisicità e drammaturgia, parti- colarmente evidente nell’opera più drammatica di Giacomo Puccini, che concentra le tensioni e le sfide tra opposti nel secondo atto, il più ricco di colpi di scena, capaci ancora di tenere lo spettatore in costante apprensione. Un atto anche musicalmente di grande interesse, tra tutti il meno melodi- co, caratterizzato invece da incisi taglienti e armonie disso- nanti che l’hanno fatto paragonare all’estetica dell’espres- sionismo tedesco. Sono proprio le accentazioni del secondo atto, che resta il nucleo della pièce, ad interessare Monica Casadei, per il côté musicale quanto per il fiume di dramma e sadismo che ne scaturisce.
martedì –––– la bottega del caffè di Carlo Goldoni 6 mar con Massimo Brizi, Antonio Zavatteri, Lisa Galantini, Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Roberto Serpi, Aldo –––– Ottobrino, Pier Luigi Pasino, Mariella Speranza ore 21 scene e costumi Laura Benzi luci Sandro Sussi regia Antonio Zavatteri prosa produzione GANK / TEATRO DE GLI INCAMMINATI Il caffettiere Ridolfo prende a cuore sia la sorte del giova- ne mercante di stoffe Eugenio, che da tempo frequenta as- siduamente la casa da gioco di Pandolfo, sia quella di sua moglie Vittoria, che cerca invano di farlo recedere da quel vizio dispendioso. Come sovente accade in Goldoni, questo nucleo narrativo centrale si allarga però sino a formare un affresco composito e colorato, nel quale trovano bella collo- cazione anche la torinese Placida che, travestita da pellegri- na, va in cerca del marito Flaminio, e il nobile e prepotente don Marzio, napoletano ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle due donne di ricondurre sulla retta via i loro mariti. Il lieto fine è inevita- bile in questa commedia spumeggiante, nella quale trovano spazio anche i sogni domestici della ballerina Lisaura. Ma prima di giungere a questo esito rasserenante, Goldoni trova modo ancora una volta di accompagnare gli spettatori lungo il complesso e contraddittorio sentiero dei sentimenti uma- ni, facendo in modo che questo percorso acquisti inedita e imprevista vitalità attraverso la specifica arte del teatro.
giovedì –––– nessuna voce dentro berlino millenovecentottantuno 15 mar di e con Massimo Zamboni –––– con Angela Baraldi e Cristiano Roversi ore 21 collaborazione a regia e drammaturgia Mariano Dammacco fonica e luci Simone Filippi in collaborazione con ATER Associazione Teatrale Emilia Romagna musica Un viaggio d’iniziazione nella tumultuosa Berlino del Muro e delle case occupate, dalla strada al palco, dal palco alla stra- da attraverso il racconto di un percorso esistenziale, quasi che ogni canzone possa dissolversi in un brano teatrale. È il 1981, Massimo Zamboni ha 24 anni, e più che scappare dalla provincia emiliana è alla ricerca di un indefinito sé. Berlino, in quella lunga estate, è una città di giovani e di musica, di voglia di futuro, di case occupate: un mix irripetibile di inten- sità e fragilità. E poi c’è il Muro. Entra in scena sommessa- mente, quasi soffocato dalla vitalità dell’esperienza cittadi- na, per poi impadronirsi dello spazio e del senso rivelandosi come autentico coprotagonista del racconto. Nella girando- la di situazioni, tra i giorni a servire ai tavoli di un ristoran- te italiano e le notti a inseguire il sogno più underground, si fa strada la consapevolezza che sia pressoché impossibile uscire dal proprio guscio identitario. La riduzione teatrale del libro Nessuna voce dentro (Einaudi, maggio 2017) mette in scena quella Berlino, grazie alle parole del libro e alle can- zoni di un’epoca in cui la musica viveva di piena identifica- zione con la vita e la storia.
mercoledì –––– le avventure di numero primo di e con Marco Paolini 4 apr testi Gianfranco Bettin e Marco Paolini produzione JOLEFILM –––– ore 21 Raccontare storie ambientate nel futuro prossimo è un esercizio confinato in un genere: la fantascienza. Esiste una tradizione di fantascienza in letteratura e nel cinema prosa ma a teatro non è molto diffusa. Per tagliare la testa al toro conviene subito dire che Numero Primo è un esperimento di fantascienza narrata a teatro, ma che agli autori non piace chiamarla così. Numero Primo è una storia che racconta di un futuro probabile fatto di cose, di bestie e di umani rime- scolati insieme come si fa con le carte prima di giocare. Nu- mero Primo è anche il soprannome del protagonista, figlio di Ettore e di madre incerta. Ma anche le cose e le bestie hanno voci e pensieri in questa storia. Marco Paolini e Gianfranco Bettin, coautori di questo lavoro, sono partiti da alcune do- mande: Qual è il rapporto di ciascuno di noi con l’evoluzione delle tecnologie? Quanto tempo della nostra vita esse occu- pano? Quanto ci interessa sapere di loro? Quali domande ci poniamo e quali invece no a proposito del ritmo di ade- guamento che ci impongono per stare al loro passo? Quanto sottile è il confine tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale? Se c’è una direzione c’è anche una destinazione di tutto questo movimento?
rassegna di spettacoli per famiglie –– a teatro con mamma e papà Illustrazione di Marco Somà
domenica –––– sandokan o la fine dell’avventura 14 gen Liberamente tratto da Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari –––– scrittura scenica Giovanni Guerrieri ore 16 con la collaborazione di Giulia Gallo e Giulia Solano con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano a teatro tecnica Federico Polacci con produzione I Sacchi di Sabbia/Compagnia Sandro Lombardi in collaborazione con Teatro Sant’Andrea, mamma La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi con il sostegno della Regione Toscana e papà “Signore e Signori, buona sera! Può mai questa nostra pedana contenere i vasti mari della Malesia? Che potrebbe inzeppare in questa O di legno anche soltanto le scimitarre che sbigottirono e atterrirono gli inglesi di Labuan? Oh, perdonateci! Ma se può una semplice cifra su un foglio rappresentare un milione, con- cedete anche a noi, gli zeri di questa grossa somma, di muo- vere le forze della vostra fantasia: supponete racchiuse entro le cinta di questo tinello due terribili potenze, che dalle sponde opposte di un rischioso braccio di mare si minacciano! Gli inva- sori inglesi, coloni a Sarawak e i terribili pirati di Mompracem, giustizieri e paladini dei mari, guidati dall’invincibile Sandokan, la Tigre della Malesia! Fate d’un uomo mille uomini; createvi di fantasia un poderoso esercito. Se noi diciamo navi figuratevi vere navi, e guardatele rincorrersi sfidando le furie dei venti. Sarà il vostro pensiero qui a vestire d’armi i nostri guerrieri, e trasportarli d’un lampo da un luogo all’altro! Riducendo a un’ora di clessidra il passaggio dei giorni e dei mesi!” (Shake- speare, Prologo dell’Enrico V, riadattato per l’occasione) Età consigliata: dai 5 anni
domenica –––– nuova barberia carloni di Mario Gumina e Teatro Necessario 28 gen con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori Aspettando –––– regia Mario Gumina ore 16 pittore di scena Patrizio Dall’Argine luci Dario Andreoli a teatro produzione Teatro Necessario in collaborazione con Danzarte progetto Next – Oltre con il Palcoscenico, Regione Lombardia mamma grazie a Solares Fondazione delle Arti/Teatro delle Briciole e papà La barberia era, fino a non molto tempo fa, il punto nevralgico del paese. L’idea portante dello spettacolo è ricreare l’atmosfe- ra di quei tempi non troppo lontani in cui il barbiere cantava, suonava, serviva da bere, consigliava... in una parola, intratte- neva i suoi ospiti. E, naturalmente, faceva barba e capelli. Nel gioco, il palco non è altro che la barberia medesima, animata dai tre aspiranti barbieri, e la platea una grande sala d’attesa. Il pubblico tutt’intorno ne definisce i confini spaziali e assurge infine a parte integrante della sala medesima, cioè dello show. Lo spettacolo gioca sul tempo dell’attesa. Attesa del cliente da parte dei barbieri che ingannano il tempo cimentandosi in singolari dimostrazioni di abilità. Attesa anche da parte dello spettatore, il quale, a conti fatti, non può che ‘temere il peg- gio’. Un’attesa che mistifica una più profonda crisi di identità, giacché ‘essere barbieri’ significa ‘avere un cliente’ così come ‘essere attori’ significa ‘avere un pubblico’. Sciamani e dottori, veri e propri artisti del cuoio capelluto determinati a curare, a suon di lozione, qualunque problema, i barbieri/musicisti osten- tano orgogliosi il proprio talento gestuale... Età consigliata: dai 5 anni
domenica –––– racconto alla rovescia di e con Claudio Milani 11 feb scenografie Elisabetta Viganò, Armando Milani musiche Chiantella, Emanuele Lo Porto, –––– Andrea Bernasconi ore 16 poesia Paolo Ceccato luci Dario Andreoli a teatro Il Racconto alla Rovescia è un conto alla rovescia, metafora con del tempo che scorre e scandisce la vita in desideri e ap- mamma puntamenti importanti come: la nascita, ossia la fine di una grande attesa. La scelta, sapere a cosa dire sì e a cosa dire e papà no. La diversità; L’ io e il tu; La meraviglia, ossia la sorpresa; l’Arcobaleno dopo il temporale. Questi i regali che Arturo apre il giorno del suo compleanno, quando capirà cosa signi- fichi crescere e imparerà – come tutti i bambini in sala - a contare alla rovescia. Uno spettacolo sulla crescita con una scena tanto semplice e stilizzata alla visione quanto com- plessa e ipertecnologica nell’ideazione: tutti i regali che Ar- turo scopre, attraverso dei meccanismi tecnologici nascosti, appaiono al pubblico dei bambini come veri miracoli, affidati a segni di semplicissima materia che fa parte dell’infanzia, fili di lana, palloncini, uova, strisce di carta, fiori ed erba co- lorata. Miracolosi appunto, perché è proprio del grande tea- tro far apparire miracoloso tutto ciò che avviene sul palco e non solo con le parole. Età consigliata: dai 5 anni
informazioni prenotazioni via e-mail e telefoniche Inizio spettacoli ore 21. Le prenotazioni si possono effettuare scrivendo una e–mail A spettacolo iniziato non sarà consentito l’accesso alla sala. all’indirizzo info@cinemateatroboiardo.com oppure telefonando al numero 0522 854.355. I biglietti CARTA DOC: agevolazioni per i possessori di carta Doc prenotati dovranno essere tassativamente ritirati entro il vidimata per l’anno scolastico in corso. giorno precedente lo spettacolo, pena l’annullamento della prenotazione. biglietti Intero 18 € abbonamenti Ridotto 16 € BOIARDO 8 Abbonamento all’intera Stagione Teatrale riduzioni biglietti Intero 105 € – persone fino a 29 anni e oltre i 60 anni di età Ridotto 85 € (soci Coop, Azzurra e Associazioni del – abbonati alla Rassegna del cinema d’essai territorio se in gruppi di almeno 10 persone) – soci COOP: ogni Carta Socio permette di acquistare n. 1 Soci COOP: ogni Carta Socio permette di acquistare n. 1 abbonamento a prezzo ridotto abbonamento a prezzo ridotto CARNET 4 Abbonamento a 4 spettacoli a scelta vendita biglietti – orari biglietteria Unico 60 € Dal 2 ottobre per tutti gli spettacoli della Stagione nei seguenti orari: – lunedì dalle 9 alle 13 vendita abbonamenti – nelle serate di programmazione del cinema – su appuntamento telefonando al numero 0522 854.355 prelazione abbonamenti Boiardo 8 – il giorno dello spettacolo dalle 18 alle 21 Dal 10 al 17 settembre la vendita è riservata agli abbonati – online sul circuito Vivaticket www.vivaticket.it della Stagione 2016/2017 con la formula Boiardo 8, che potranno confermare il posto occupato nella scorsa Stagione.
nuovi abbonamenti Boiardo 8 per informazioni e prenotazioni In vendita dal 18 al 24 settembre Cinema Teatro Boiardo via XXV aprile, 3 Carnet 4 42019 Scandiano (RE) In vendita dal 25 settembre al 1 ottobre Tel 0522 854.355 info@cinemateatroboiardo.com www.cinemateatroboiardo.com www.ater.emr.it campagna abbonamenti Cinema Teatro Boiardo orari biglietteria dal 10 settembre al 1 ottobre Durante la campagna abbonamenti la biglietteria sarà aperta nei seguenti orari: – lunedì e mercoledì dalle 9 alle 13, domenica dalle 19 alle 21 – su appuntamento telefonando al numero 0522 854.355 – nelle serate di programmazione cinematografica Lo spettacolo Lacci La Direzione si riserva di apportare al programma sarà audiodescritto per modifiche che si rendessero necessarie per cause di forza non vedenti e ipo vedenti a cura maggiore. del Centro Diego Fabbri di Forlì Rassegna di spettacoli per famiglie: A teatro con mamma e papà CARTA del DOCENTE Inizio spettacoli ore 16 SPENDI QUI IL TUO BUONO cartadeldocente.istruzione.it Biglietti Adulti 6 € Crediti fotografici Bambini (fino a 12 anni) 5 € In copertina: Marco Caselli Nirmal Abbonamento ai tre spettacoli L’uomo seme: Marco Rossi Adulti 15 € Nessuna voce dentro: Andrea Mannucci Bambini (fino a 12 anni) 12 € Le avventure di numero primo: Marco Caselli Nirmal
Con il contributo di www.cinemateatroboiardo.com
Puoi anche leggere