Fondamenti della matematica - Decima lezione
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Come visto nella precedente lezione, ad ogni lunghezza si può associare un numero che esprime il rapporto tra tale lunghezza e quella presa come unità di misura. Affrontiamo ora il problema della misura di superfici.
Poniamo le basi Ad ogni superficie piana S è associato uno ed un solo numero reale non negativo A(S), chiamato misura (o area) di S, tale che: - se S è un segmento allora: ( ) = 0; - se S è un rettangolo di dimensioni , allora la sua area è: = ∙ ; - se S’ ed S” sono due superfici congruenti allora: ( ’) = ( ”) ; - se la superficie S è la somma delle superfici S’ ed S” allora: ( ) = ( ’) + ( ”).
Un percorso per le aree: Utilizzando i teoremi sull’equivalenza di figure piane si possono dedurre le formule per il calcolo delle aree di molti poligoni
Un parallelogramma P è equivalente ad un rettangolo avente base ed altezza congruenti a base b e altezza h del parallelogramma ( ) = ∙ ℎ Un rombo R è equivalente alla metà di un ∙ rettangolo avente base ed altezza congruenti ( ) = alle diagonali D e d del rombo 2 Un triangolo T è equivalente alla metà di un ∙ℎ rettangolo avente base ed altezza congruenti ( ) = a base b e altezza h del triangolo. 2 Un trapezio Q è equivalente ad un triangolo avente base congruente alla somma delle ( + ) ∙ ℎ basi B e b del trapezio ed altezza congruente ( ) = all’altezza h del trapezio. 2
L’area di ogni altro poligono può essere calcolato scomponendolo in parti di cui si sa calcolare l’area = 1 + 2 + 3 + ( 4)
Caso particolare: i poligoni regolari Il calcolo dell’apotema richiede conoscenze di trigonometria. Per tale ragione è stata stilata una tabella in cui compare un numero fisso , dipendente dal numero dei lati, con cui calcolare l’apotema: = ∙ Ogni poligono regolare P di n lati può essere diviso in n triangoli T tra loro congruenti, quindi ∙ ( ∙ ) (2 )∙ = ∙ = ∙ 2 = 2 = 2
Esercizi 1) Dimostra che sono equivalenti i quattro triangoli in cui le diagonali dividono un parallelogramma. 2) Dimostra che il quadrato costruito su una diagonale di un quadrato ha area doppia di quella del quadrato dato. 3) Dimostra che la retta passante per i punti medi delle basi di un qualsiasi trapezio lo divide in due trapezi equivalenti. 4) Ammesso che le dimensioni di un rettangolo aumentino, una del 15% e l’altra del 10%, in quale percentuale aumenta l’area del rettangolo? [A] 1,5% [B] 15% [C] 26,5% [D] 30% . Una sola alternativa è corretta. Individuarla e fornire un’esauriente spiegazione della scelta operata. 5) Internamente al quadrato ABCD si prenda il punto E in modo che il triangolo EAB sia equilatero. Si “intuisce” che, dei triangoli AED e DEC, uno è acutangolo e l’altro è ottusangolo: è richiesto di dimostrarlo.
Area delle figure curvilinee Ad ogni poligono si può perciò associare un numero che corrisponde alla sua area, cioè alla misura della sua superficie. Rimane però il problema del calcolo delle aree di figure curvilinee; questo problema, affrontato nel mondo greco già a partire dal V secolo a.C., veniva chiamato un problema di quadratura: costruire cioè un quadrato di area uguale a quella della figura considerata. La sfida più grande era la quadratura del cerchio. Ippocrate di Chio, matematico e astronomo, si occupò di problemi di quadratura di superfici limitate da archi di cerchio, riuscendo a determinare l’area di una figura chiamata lunula.
AREA DELLA LUNULA Ippocrate dimostrò che la lunula ADCE è equivalente al triangolo ACO. Il semicerchio ABC ha area doppia di quella del semicerchio AEC. Infatti: Area (semicerchioABC)/Area(semicerchioAEC) = / = = Di conseguenza , considerando il quarto di cerchio OADC Area(OADC)= Area (ACE). La lunula AECD si ottiene sottraendo da AEC la parte color fucsia; il triangolo AOC si ottiene sottraendo da OADC la parte color fucsia, quindi AECD è equivalente ad AOC
Esercizio Utilizzare quanto dimostrato nella slide precedente per giustificare la seguente affermazione relativa alla figura a fianco: «La superficie colorata è equivalente al quadrato»
La quadratura del cerchio La risoluzione dei problemi sulle lunule non contribuì però a risolvere il problema della quadratura del cerchio, (della costruzione cioè del lato del quadrato equiesteso ad un assegnato cerchio) , o meglio a risolverlo secondo la concezione greca, cioè con i soli strumenti di riga e compasso. Il problema della quadratura del cerchio è equivalente a quello della rettificazione della circonferenza (tracciare un segmento congruente alla circonferenza rettificata di raggio assegnato) Di fatto quindi si tratta di determinare il rapporto tra circonferenza e diametro, cioè, oggi noi possiamo dire, il valore di . Esaminiamo un solo tentativo, il contributo di Archimede
IL CONTRIBUTO DI ARCHIMEDE Archimede (287-212 a.C., Siracusa), stabilì, per primo, la costanza del rapporto della circonferenza con il diametro e cercò il valore di con procedimenti di indefinita approssimazione successiva, ottenuti considerando i perimetri dei poligoni regolari inscritti e circoscritti al cerchio, con numero di lati sempre crescente. Archimede assunse come postulato, che la lunghezza di ogni arco minore della semicirconferenza è maggiore della corda sottesa e minore della somma delle lunghezze dei segmenti tangenti negli estremi dell’arco. Da ciò segue che la circonferenza rettificata è maggiore del perimetro di ogni poligono regolare inscritto e minore del perimetro di ciascun poligono regolare circoscritto.
< < + ( ) < < ( )
Da tale disuguaglianza Archimede passò a quella fra le corrispondenti misure rispetto al diametro. Detto 2p il perimetro del poligono inscritto e 2P il perimetro del poligono circoscritto si può dire che : < < All’aumentare del numero n dei lati dei poligoni regolari considerati, poiché la differenza 2 2 − 2 2 diventa sempre più piccola, il grado di approssimazione diventa sempre maggiore. Archimede, partendo dagli esagoni regolari inscritto e circoscritto e raddoppiando successivamente il numero n dei lati fino a 96, determinò i perimetri di questi poligoni e ne dedusse che + < < +
Ottenne così un valore di approssimato di a meno di due millesimi. Va tenuto presente che né Archimede né alcun altro matematico greco fece mai uso della notazione per indicare il valore del rapporto tra circonferenza e diametro. Il metodo di Archimede non rispetta certo i canoni richiesti dalla matematica greca, ma si può dire che anticipa i metodi dell’analisi infinitesimale, che si svilupperà a partire dal XVII secolo. Solo alla fine del XVIII secolo si è dimostrata l’irrazionalità del rapporto tra circonferenza e diametro, cioè di .
Oggi quindi possiamo concludere che, data una circonferenza C di raggio r : 2 = 2 mentre il cerchio associato C ha superficie di area A = πr 2 Il problema del calcolo di aree di superfici qualunque, anche illimitate, ha trovato infine una risoluzione esauriente con il calcolo integrale.
Esercizio C’è relazione tra perimetro e area? • se (perimetro di A > perimetro di B) allora (area di A > area di B)? • due figure isoperimetriche sono necessariamente equiestese? Per rispondere considerare la seguente tabella: Mostrare un esempio per ciascuno dei 9 possibili casi. Ad es. guardando la prima casella in alto, si tratta di trovare due figure A e B, tali che il perimetro di A è maggiore del perimetro di B e l’area di A è maggiore dell’area di B
La geometria analitica
LA GEOMETRIA DELLE COORDINATE •Nasce nel secolo XVII, favorita sia dallo sviluppo delle ricerche e dei risultati in campo aritmetico ed algebrico, sia dalle richieste , nello studio della natura, di risultati quantitativi •Padri fondatori sono Fermat e Descartes, mossi dalle necessità della scienza e dall’interesse per la metodologia,
I LIMITI DELLA MATEMATICA GRECA • Incapacità di cogliere il concetto di numero irrazionale. • Mancanza di un metodo generale nella risoluzione dei problemi. • Difficoltà a capire l’infinitamente grande, l’infinitamente piccolo, i procedimenti infiniti.
• PIERRE DE FERMAT (1601-1665), avendo lavorato nel campo dell’algebra è preparato ad applicarla allo studio delle curve, volendo trovare per esse dei metodi generali di analisi. • RENEE DESCARTES (1596-1650) si avvicina alla matematica attraverso tre vie: -come filosofo -come studioso della natura -come uomo interessato agli usi della scienza. Egli si propone di prendere quanto di meglio c’è nella geometria e nell’algebra e di correggere i difetti dell’una con l’aiuto dell’altra. A Cartesio è evidente la potenza dell’algebra e la sua superiorità rispetto ai metodi geometrici greci nel fornire una metodologia più estesa e nel rendere meccanici i ragionamenti e minimo perciò il lavoro necessario per risolvere i problemi.
L’essenza della geometria analitica consiste nel porre un ambiente geometrico in corrispondenza con un insieme numerico e nel tradurre sistematicamente questioni geometriche in questioni algebriche e viceversa. In tale modo, ai ragionamenti dimostrativi e costruttivi tipici della geometria sintetica si sostituiscono o si affiancano procedure di calcolo algebriche così che per la soluzione di un problema si utilizzano sia le risorse della geometria sia quelle dell’algebra e dell’analisi. La geometria analitica è quindi un nuovo metodo matematico per la rappresentazione e lo studio delle proprietà di enti geometrici (punti, linee, superficie, ecc.) per mezzo di relazioni analitiche.
La base di tale metodo sta nella corrispondenza biunivoca tra i punti di una retta e i numeri reali che si ottiene fissando sulla retta: • un punto O, detto origine del riferimento, • un punto unitario U • un verso di percorrenza. In tal modo ad ogni punto della retta si può associare il valore del rapporto , dove indica il segmento orientato e il segmento assunto come unità di misura. Tale valore, che chiamiamo x, è positivo se P segue O nel verso di percorrenza, negativo in caso contrario. > 0 < 0
Nel piano = = ′ ≡ ( , ) La corrispondenza biunivoca tra punti del piano e coppie ordinate di numeri reali è assicurata dall’unicità della parallela e dall’unicità del punto di intersezione tra due rette.
Se gli assi sono perpendicolari e i segmenti unità di misura sono congruenti il sistema di riferimenti si dice ortogonale monometrico o ortonormato. L’asse orizzontale si chiama asse delle ascisse, quello verticale asse delle ordinate
Algebra Geometria • Punto • Coppia ordinata di numeri reali ( , ) • Linea • Equazione , = 0 • Stabilire se un punto • Verificare che la coppia appartiene ad una linea ordinata sia soluzione dell’equazione • Determinare i punti di • Risolvere un sistema di intersezione tra curve equazioni • …… • …….
La retta Nel piano cartesiano ogni equazione di 1° grado rappresenta una retta: • : = 0 • : = 0 • ’ : = ℎ • ’ : = • : = + (m : coefficiente angolare della retta) Se la retta passa per l’origine degli assi: =
Come si può vedere anche dal grafico se il coefficiente angolare è positivo, la retta con l’orientamento positivo dell’asse x forma un angolo acuto , se è negativo l’angolo è ottuso. = → = = , per valori positivi di m e di x, è l’equazione della proporzionalità diretta: due grandezze sono direttamente proporzionali se il loro rapporto è costante Il grafico della proporzionalità diretta è una retta passante per l’origine
L’equazione = + ( ≠ 0) rappresenta una retta non passante per l’origine degli assi; q è il valore dell’ordinata del punto in cui la retta incontra l’asse y Come si vede dal grafico ad incrementi uguali della x corrispondono incrementi uguali della y: la relazione di proporzionalità diretta non è tra x e y, ma tra i loro incrementi. Per i valori di x positivi, si ha quindi il grafico della relazione lineare
La parabola Ci limitiamo a ricordare due equazioni particolari = 2 E’ la parabola con vertice nell’origine. Se > 0 la concavità è rivolta verso l’alto, Se < 0 la concavità è rivolta verso il basso. Per valori positivi di x e di a la parabola rappresenta il grafico della proporzionalità quadratica: se x raddoppia y quadruplica, se x si dimezza y si riduce ad ¼ del valore precedente … e così via.
Dall’equazione = 2 , che rappresenta una parabola con vertice l’origine, ma con asse di simmetria l’asse x, si ricava l’equazione = =2 In questo caso è la y a crescere più lentamente: se la x quadruplica la y raddoppia… e così via =
L’iperbole equilatera L’equazione dell’iperbole equilatera è: = Se > 0 la curva grafico si trova nel primo e terzo quadrante; Se < 0 la curva grafico si trova nel secondo e quarto quadrante. Per valore positivi di x e di k, la curva è il grafico della proporzionalità inversa: due grandezze sono inversamente proporzionali se il loro prodotto è costante
Esercizio Associare ad ognuno dei seguenti casi l’equazione corretta, stabilire il tipo di proporzionalità e tracciare il grafico 1) x= lato del rombo; y=perimetro del rombo. 2) x= raggio del cerchio; y=area del cerchio. 3) x e y dimensioni di un rettangolo di area 20. 4) x= lato di un triangolo isoscele, di base fissa pari a 10; y= perimetro del triangolo isoscele. 5) x=area del quadrato; y=lato del quadrato
Puoi anche leggere