Facciamo un rifugio - i - Comune-info

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Facciamo un rifugio - i - Comune-info
Facciamo
un rifugio
L’accoglienza diffusa spiegata
      a bambini e ragazzi

                                 i
Facciamo un rifugio - i - Comune-info
Nella copertina e nelle pagine di questo quaderno alcuni disegni di Sara Vincetti,
                                                                                   illustratrice ed educatrice esperta di educazione all’aperto.

Facciamo un rifugio
L’accoglienza diffusa spiegata a bambini e ragazzi

Comune-info edizioni

Dicembre 2020

www.benvenutiovunque.it
info@comune-info.net

A cura di Marco Calabria, Gianluca Carmosino e Riccardo Troisi

Progetto grafico e impaginazione di Leonora Marzullo

Questo quaderno fa parte del progetto “Benvenuti Ovunque. Osservatorio
sull’accoglienza diffusa” promosso dall’Associazione culturale Persone Comuni
(editore del quotidiano web Comune-info) in collaborazione con la Rete dei
Comuni Solidali, la Rete di Cooperazione Educativa (con il sostegno dell’8X1.000
della Chiesa Valdese)                                                                                                                                                   iii
Facciamo un rifugio - i - Comune-info
3 Filastrocca dei quattro maghi del mondo                                  Possiamo fare rifugi ovunque e in tanti modi diversi
     Bruno Tognolini
                                                                           “Io non so cosa sono. Sono Swazi, sono Bushman, sono bianco. E forse
                                                                           non sono niente di tutti e tre o sono tutti e tre messi insieme...”
4    Il frullatore di Maria                                                (Orzowei, Alberto Manzi)
     Redazione di Benvenuti Ovunque
                                                                           Un bizzarro gruppo di persone composto da grandi e piccoli (bambini
                                                                           e bambine di due scuole elementari, una di Genova e una di Omegna)
7    Migrazioni, cerchio, radici e rami
                                                                           ha accettato una sfida: raccontare cos’è l’accoglienza diffusa dei
     Sonia Coluccelli e i bambini e le bambine dalla classe V Montessori
                                                                           rifugiati e mettere in comune alcuni pensieri, ma anche qualche
     I.C. Beltrami, Omegna
                                                                           disegno, intorno a parole importanti come accogliere e migrare.
                                                                           Il risultato è questo quaderno web.
10 Sono dentro, sono fuori                                                 Il destino di Facciamo un rifugio è ora nelle mani di insegnanti, di
     Cinzia Pennati e la 4C scuola primaria G. Daneo di Genova             educatori, di genitori ma anche di bambini e bambine, ragazzi e
                                                                           ragazze. Si tratta di leggere il quaderno dalla prima all’ultima pagina
                                                                           (oppure al contrario) per poi discuterlo insieme. Si tratta di lasciarsi
11   Caffè e popcorn                                                       guidare dal titolo, per condividere ricordi di quando abbiamo cercato
     Leyla Khalil, ass. Popoli insieme                                     qualche angolo nel quale sentirci al sicuro. Si tratta anche di scegliere
                                                                           alcuni libri o film che affrontano i temi del quaderno. E ancora si
                                                                           tratta di “aggiungere” racconti, interviste, lettere, recensioni, disegni,
14 Il re triste e i muri da saltare                                        fotografie...
     Giancarlo Cavinato                                                    È possibile segnalare come viene accolto il quaderno scrivendo a
                                                                           carmosino@comune-info.net.

16 Racconti da guardare e ascoltare
     Carlo Ridolfi

22 Tre racconti sull’accoglienza
     Alessandro Ghebreigziabiher

                                                                                                                                                  1
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Filastrocca dei quattro maghi del mondo
    Filastrocca
     Bruno Tognolini dei quattro maghi del mondo

    V     iaggio bel viaggio, io giramondo
          Giro la Terra nel giro rotondo
    Parto da qui, verso una meta                              Giro le carte, giro le spalle
    Strade che girano tutto il pianeta                        Volto le curve di bianche stradine
    Parto da qui verso un punto d’arrivo                      Fino a un cartello con su scritto FINE
    Cammino e guardo, cammino e scrivo                        Fine del viaggio, inizio del giorno
    Scrivo le cose sul diario di viaggio                      Scendo dal letto e mi guardo intorno
    Giro la pagina e cambia il paesaggio                      Forse era sogno, forse era vero
    Nuove pianure, nuove colline                              Forse ho viaggiato per il mondo intero
    Terre lontane ora siete vicine                            Forse ho girato per tutto il mio letto
    Terre straniere, mondo diverso                            Avevo un libro e forse l’ho letto
    Gira la testa perché mi son perso                         Ma quattro amici ora sono con me
    Giro la testa, giro lo sguardo                            Son Quattro Maghi, son Quattro Re
    Prendo la carta geografica e guardo                       Che resteranno per sempre al mio fianco
    Ecco la strada, c’è un puntolino                          Per consolarmi quando son stanco
    Ora si muove, son io che cammino                          Per consolarmi quando son triste
    Io che mi perdo, io che mi trovo                          Coi loro nomi di cose mai viste
    Giro al carta e mi oriento di nuovo                       Coi loro nomi di mari e colline
    Giro la curva e c’è un’altra strada                       Con le iniziali ma senza la fine
    Vado per quella, dovunque vada                            Con le partenze ma senza gli arrivi
    Strada maestra che cosa mi insegni                        Che si allontanano mentre li scrivi
    Strada scolara con cento compagni                         Che si avvicinano dovunque guardi
    Viaggiano insieme i compagni di via                       Nomi che incantano i piedi e gli sguardi
    Su questa strada che ci porta via                         Nomi che parlano di cose nuove
    Valli con fiumi, mari con monti                           Nomi che partono e il mondo si muove
    Piccoli alberghi e grandi orizzonti                       Nomi che portano in Ogni Dove:
    Fari di macchine, cieli di stelle                         NORD, SUD, EST, OVEST...
                                                              NORD, SUD, EST, OVEST...
2                                                                                                               3
     Apparsa per la prima volta nel Catalogo della Valigia Illustrata realizzata dalla Biblioteca Comunale di
     Casalecchio (settembre 2007 ).
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Il frullatore di Maria                                                              Ma perché si chiama accoglienza
                                                                                        diffusa?
                                                                                        A differenza dell’accoglienza nei      Blessing spera di diventare
    Redazione di Benvenuti Ovunque
                                                                                        grandi centri, l’accoglienza diffusa   una brava cuoca, Nasha invece
                                                                                        propone l’inserimento in piccoli       frequenta un corso di assistente

    R     itirare i panni asciutti, fare
          la spesa (biscotti, olio, uva
    bianca, detersivo per i piatti),
                                                                                        gruppi ospitati in appartamenti,
                                                                                        condivisi con altre persone, sparsi
                                                                                                                               familiare per aiutare gli anziani
                                                                                                                               con qualche acciacco. Insomma,
                                                imparare l’italiano, con etichette      nelle città. L’accoglienza diffusa è   l’obiettivo è diventare presto
    completare gli esercizi sul verbo           che ricordano tanti nomi di oggetti     riservata alle persone che hanno       autonome, per poter riprendere
    avere, prendere l’appuntamento              diversi: “Tavolo”, “Sale”, “Padella”,   ottenuto lo status di rifugiato o      in mano la propria vita. Per avere
    con la pediatra, restituire a Maria,       “Frigorifero”, “Bicchiere”...            rifugiata. Si tratta di persone che    un aiuto nella preparazione dei
    la vicina di casa, il frullatore. Chissà                                            purtroppo hanno subito violenze        documenti sul riconoscimento di
    se Aminata riuscirà a fare tutto nella     Aminata, Blessing e Nasha sono           per motivi di razza, religione,        rifugiato o rifugiata, per seguire
    mattinata: per fortuna gli elenchi         nate in Nigeria, il paese più            nazionalità, opinioni politiche        corsi con cui imparare l’italiano
    appuntati sui foglietti attaccati al       popoloso di tutta l’Africa. Sono         e che per queste ragioni non           oppure un mestiere, ma anche
    frigorifero non sono sempre così           in Italia da alcuni mesi e hanno         possono tornare nel proprio            per risolvere altri problemi della
    impegnativi. Foglietti colorati di         trovato quella casa attraverso un        paese. Spesso hanno vissuto viaggi     vita di ogni giorno, i progetti di
    quel tipo si trovano in molte case.        progetto di “accoglienza diffusa”.       lunghi e difficili per raggiungere     accoglienza diffusa mettono a
    Quelli gialli sono di Aminata, quelli      L’accoglienza diffusa è l’ospitalità     l’Italia. I rifugiati hanno tutti      disposizione un’organizzazione
    verdi di Blessing, Nasha invece ha         data ai rifugiati in un territorio,      i diritti e tutti i doveri dei         sociale, cioè delle persone che
    scelto il colore rosa. Ognuna di           sulla base di un accordo tra il          cittadini italiani, con esclusione     diventano un po’ una grande
    loro vive in una stanza insieme            Governo nazionale, i Comuni              di quelli che presuppongono la         famiglia con cui imparare a
    con la propria bambina: Aminata            e alcune organizzazioni sociali.         cittadinanza italiana, ad esempio      conoscere un paese diverso e
    è la mamma di Dafina, Blessing di          Tutto nasce dall’articolo 10 della       il diritto di voto.                    mettere alla spalle un passato
    Ima e Nasha di Selam.                      Costituzione italiana, la nostra         I progetti di accoglienza diffusa      complicato.
                                               legge più importante, in cui             hanno una durata di uno/due
    La cucina è il luogo nel quale si          possiamo leggere: “Lo straniero,         anni, un periodo nel quale le          Le organizzazioni, ad esempio,
    mangia insieme almeno una volta            al quale sia impedito nel suo            persone dedicano del tempo per         cercano le case dove vivere i
    al giorno, si condividono pensieri,        Paese l’effettivo esercizio delle        studiare la lingua italiana ma         primi due anni: non è sempre
    problemi, sorrisi e a turno ognuno         libertà democratiche garantite           spesso anche per imparare un           facile trovarle, perché a volte c’è
    lava i piatti. In realtà la cucina         dalla Costituzione italiana, ha          mestiere: Aminata, ad esempio,         chi pensa che gli stranieri siano
    è anche una bizzarra aula dove             diritto d’asilo nel territorio della     vuole proprio imparare a cucire,       persone che provocano problemi
                                               Repubblica, secondo le condizioni                                               più di altre. Anche nel palazzo
                                               stabilite dalla legge”.                                                         dove vivono Aminata, Blessing e 5
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Nasha c’era chi non era contento          Migrazioni, cerchio, radici e rami
    del loro arrivo, come Maria, la       Filastrocca
                                             Sonia Coluccelli edei   quattro
                                                               i bambini e le bambinemaghi
                                                                                     dalla classe del   mondo
                                                                                                  V Montessori I.C. Beltrami, Omegna
    signora del piano di sopra.
    Con il passare dei giorni, i vicini
    di casa le hanno conosciute e
    tutto è andato per il verso giusto:
    oggi Maria presta volentieri il suo       N     oi tutte le mattine ci mettiamo
                                                    seduti in cerchio. È così da
                                              cinque anni. In cerchio discutiamo,
    frullatore a Blessing e fa lunghe                                                    un diritto, un bisogno che per
    chiacchierate con Dafina.                 ascoltiamo, impariamo, costruiamo,         ogni persona è essenziale venga
                                              domandiamo, lavoriamo, leggiamo,           soddisfatto, anche se sappiamo
                                              pensiamo, cresciamo.                       che non sempre accade. Perché
                                              Abbiamo parlato in questi anni             ci sono molte cose in cui siamo
                                              di moltissimi argomenti, abbiamo           diversi, ne abbiamo fatto un elenco
                                              confrontato le nostre idee e               lunghissimo (il nostro corpo,
                                              progettato anche come dargli forma         le lingue che parliamo, l’origine
                                              con spettacoli, libri, canzoni.            e la nazionalità, le abitudini, le
                                              E, sì, nel nostro cerchio abbiamo          convinzioni religiose e non solo,
                                              parlato di barconi affondati con           i gusti, i talenti, …), mentre quelle
                                              dentro tante persone, dei diritti          in cui siamo uguali, ovunque
                                              di ciascuno, piccolo o grande che          siamo nati, sono pochissime, ma
                                              sia, dei muri che abbiamo nella            fondamentali: avere una casa e una
                                              testa (paure, pensieri negativi, o         famiglia, avere un nome, potersi
                                              peggio l’indifferenza di cui parla         curare, avere acqua e cibo, andare
                                              Liliana Segre le cui parole abbiamo        a scuola, essere liberi di esprimere
                                              ascoltato e letto con emozione) e          le proprie idee, vivere in sicurezza
                                              di quelli che separano le persone in       e in pace.
                                              tanti posti del mondo.                     Volevamo dire questo con quei
                                              Due anni fa abbiamo appeso dei             cartelli: che ognuno può essere
                                              cartelli al tronco di un albero del        se stesso ma che tutte le persone
                                              parco giochi vicino alla nostra            hanno lo stesso valore e quindi
                                              scuola, ogni cartello indicava             devono essere certe di poter
                                                                                         contare sempre sugli stessi diritti.

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Facciamo un rifugio - i - Comune-info
Dopo il ritorno a scuola quest’anno                                                   carta d’identità con sé, che l’identità
ci siamo rimessi a ragionare nel                                                      non si può scrivere su un foglio o
nostro cerchio, con le mascherine        Ciascuna delle mie appartenenze              su un documento, perché a volte è                   albero, le radici sono i pensieri per
ma finalmente ancora insieme             mi unisce ad un gran numero di               astratta, che in chi non conosciamo                 noi più solidi e su cui da tempo
guardandoci davvero negli occhi e        persone, tuttavia, più le appartenenze       possono esserci molte capacità                      siamo d’accordo, i rami quelli nuovi
ci siamo detti che abbiamo ancora        che prendo in considerazione sono            e conoscenze (come nel caso del                     su cui stiamo ancora discutendo.
delle cose da scoprire e nuove idee      numerose più la mia identità risulta         ragazzino del Mali con la pagella                   E dopo una mostra che parlava
e persone da ascoltare e quando          specifica (…) grazie agli stessi criteri,    cucita nella giacca e mai arrivato in               anche di dadaismo abbiamo voluto
Adenane ha detto che gli adulti          presi tutti insieme, ho la mia identità      Italia per poterla mostrare).                       rappresentarlo così, il nostro albero,
sono più «fissati» dei bambini           personale, che non si confonde con           E visto che dall’albero eravamo                     cercando tra le pagine di giornale
con la questione dell’identità, alla     nessun’altra».                               partiti, Amos ha fatto la proposta di               un titolo, un’espressione, una
maestra è venuto in mente un libro                                                    provare a rappresentare le parole                   parola per dire quello che abbiamo
bellissimo che aveva letto, è di         Poi la maestra ci ha proposto di             che abbiamo detto tante volte e                     condiviso in questi anni ma anche in
uno scrittore libanese che vive in       fare un’attività particolare: il gioco       quelle scoperte da poco su un grande                questi ultimi giorni. E dove la parola
Francia e si chiama Amin Maalouf, il     dell’identità. Ognuno di noi ha scritto                                                          giusta non c’era l’abbiamo costruita
titolo del libro è proprio L’identità.   su un foglio le sue caratteristiche e                                                            noi, lettera per lettera, in cerchio.
Dopo qualche giorno, ce ne ha            appartenenze: oltre alla nazionalità         Luca B., Diego B., Tian B., Ismaele D., Alice F., Clarissa F., Erica F., Vittoria G., Samuele G.,
letto una parte:                         anche la religione, lo scoutismo, lo         Jacopo G,, Rebecca L., Amos M., Adenane M., Alessandro M., Ilaria M., Emmanuelle N.,
                                         sport praticato, la squadra del cuore,       Sofia S., Giorgia V., Marta Z.
                                         l’origine della famiglia. Poi la maestra
«Mi capita di fare talvolta quello       ci ha chiesto ancora di provare a
che definirei “il mio esame di           ricostruire in quali situazioni tutti
identità” come altri fanno il loro       quei pezzi di noi si sono messi
esame di coscienza. Dato che il mio      insieme, perché, come scrive Maalouf,
scopo non è quello di ritrovare in       L’identità non è data una volta per tutte,
me stesso una mia appartenenza           si costruisce e si trasforma durante
“essenziale”                             tutta l’esistenza. Siamo ciò che siamo
in cui potermi riconoscere, adotto       e abbiamo incontrato passioni di vario
l’atteggiamento opposto: scavo           tipo grazie alle nostre amicizie, ai
nella mia memoria per ritrovare il       suggerimenti arrivati in famiglia, per
maggior numero di elementi della         un documentario, dopo aver provato
mia identità, li raccolgo, li allineo,   e aver scoperto una passione.
non ne rinnego nessuno.                  È stato interessante ragionare su noi
                                         stessi e poi ci ha fatto pensare al fatto
                                         che spesso i migranti non hanno la
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Facciamo un rifugio - i - Comune-info
Sono dentro, sono fuori                                                      Caffe' e popcorn
     Cinzia Pennati e la 4C scuola primaria G. Daneo di Genova
                                                                               Filastrocca        dei
                                                                                  Leyla Khalil, ass.    quattro
                                                                                                     Popoli insieme maghi del mondo

     L    e bambine e i bambini della 4C
          della scuola primaria Giovanni                                          A     mira è arrivata in Italia tre anni
                                                                                        e mezzo fa e, quasi subito,
                                                                                  è stata accolta dall’Associazione
     Daneo (I.C. Maddalena - Bertani)                                                                                        Raccontaci qualcosa sulle tue
     di Genova sono partiti insieme con     Sono dentro, sono fuori               di volontariato Popoli Insieme, a          origini.
     una discussione nella quale sono       Sono fuori quando sono triste,        Padova. Oggi vive in una casa tutta        Sono nata in Etiopia, in un paesino
     rimbalzate tante parole-concetto       mi prendono in giro.                  sua, suo marito lavora e insieme           vicino a Addis Abeba. La mia famiglia
     importanti tra cui razzismo,                                                 si occupano di una bambina                 non era ricca. Per mettere qualche
     esclusione, delusione, prepotenza,
                                            Sono fuori quando mi sento solo,      bellissima di nome Lisa. Per loro          soldo da parte, a quindici anni ho
     violenza, guerra, distanza, muri, ma   arrabbiato e non siamo amici.         arrivare al punto in cui sono oggi         deciso di lavorare in una caffetteria
     anche accoglienza, uguaglianza,        Sono fuori quando un maschio          rappresenta un primo, grande               insieme alla mia migliore amica.
     felicità, migrazioni. Poi un video     mi comanda, quando sono               traguardo. Abbiamo intervistato
     e un lavoro individuale prima di                                             Amira per farci raccontare la sua          Com’era il lavoro?
                                            delusa, quando non vedono.            storia.
     una elaborazione collettiva che                                                                                         Molto diverso dall’Italia! Sono
     ha preso la forma del testo Sono
                                            Sono dentro quando mi diverto,                                                   musulmana e nel bar dove lavoravo
     dentro, sono fuori. “Si sono anche     sono interessato e felice.            Amira, come ti trovi in Italia?            non si servivano bevande alcoliche.
     posti il problema del maschile         Sono dentro quando mi sento           Adesso bene. Quando sono arrivata          Inoltre, anche il caffè in Etiopia
     generico - racconta la maestra                                               non conoscevo nessuno. Poi, grazie         viene preparato diversamente.
                                            accolto, aiutata e non mi             al mio impegno e al supporto
     Cinzia Pennati - Alla fine hanno
     deciso che scrivere un po’ al
                                            tradiscono.                           degli operatori dell’Associazione,         Spiegaci meglio!
     maschile è un po’ al femminile         Sono dentro quando sono libera        ho imparato l’italiano, a fare             Il caffè in Etiopia si prepara seguendo
     fosse la scelta migliore”.             di essere me stessa e quando          l’uncinetto, ad andare in bicicletta.      una cerimonia tradizionale.
                                                                                  Ora non vedo l’ora che sia il fine         Si prendono i chicchi ancora verdi,
                                            lo sono tutti gli altri.
                                                                                  settimana per fare la carne alla           si fanno tostare in un pentolino
                                                                                  brace insieme ai vicini di casa.           fino a che diventano neri come
                                                                                  Anche loro hanno una figlia piccola        quelli che conoscete qui in Italia.
                                                                                  e ci troviamo molto bene con loro.         Per far sentire a tutti l’aroma che
                                                                                                                             sprigionano dopo la tostatura, si
                                                                                                                             avvicina il pentolino al naso di ogni
10                                                                                                                                                                 11
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ospite e si soffia verso di loro:
è un modo di manifestare rispetto e
accoglienza verso l’ospite. Spesso,     Amira, mentre preparava il caffè, ha
durante la cerimonia, si fa bruciare    continuato a raccontarmi del suo
un po’ di incenso. Successivamente,     viaggio verso il Sud Sudan, dove ha
si macinano i chicchi fino ad           conosciuto suo marito, dei problemi
ottenere una polvere fina che si        politici e delle persecuzioni che li
versa, insieme all’acqua, in una        hanno spinti a lasciare il paese per
“jebena” di terracotta. Si lascia       fuggire verso l’Italia a bordo di una
bollire qualche minuto e…il caffè       barca vecchia e malfunzionante.
è pronto per essere servito agli        Sul suo volto vedevo le tracce di un
ospiti!                                 ricordo triste, ma subito a entrambe
                                        è tornato il sorriso quando Lisa, sua
Dal chicco verde alla bevanda           figlia di tre anni e mezzo, è entrata
pronta: è molto diverso dal caffè       di corsa in salotto e si è tuffata sui
espresso in piedi al bar! Con che       popcorn.
dolci viene servito?                    Adesso posso dirlo con piena
Il caffè etiope si serve con i          convinzione: il caffè etiope sta
popcorn: questa cosa fa sorridere       benissimo con i popcorn.
tutti i miei amici italiani. Per voi
è strano, ma io ho sempre visto
la mia famiglia bere caffè mentre
mangiava popcorn.

Si abbinano bene?
Te lo preparo subito: sarai tu stessa
a decidere!

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Il Tavolo cerca di far presente che

  Il re triste e i muri da saltare                                                 tutti hanno diritto ad avere diritti,
                                                                                   che i diritti devono essere garantiti    cittadinanza ai bambini. Ci sembra
Filastrocca     dei quattro maghi del mondo
   Giancarlo Cavinato                                                              a tutti.                                 giusto impegnarci in questo, anche
                                                                                                                            se è difficile ottenere dei risultati.
                                                                                   Nel mondo ci sono tante ingiustizie

  U      n’antica favola racconta che
         un re di un paese lontano era
  malato di tristezza. Non gli piaceva      Si guardarono e dissero: «È il
                                                                                   e differenze, guerre, sofferenze,
                                                                                   per questo è importante la
                                                                                                                            Scriveva Gianni Rodari: «Bambini,
                                                                                                                            imparate a fare le cose difficili: parlare
                                                                                   collaborazione e la conoscenza           al sordo, mostrare la rosa al cieco,
  nulla, non era mai soddisfatto,           nostro uomo». Entrarono nella          di cosa succede da parte di tutti.       liberare gli schiavi che si credono
  tutto era per lui grigio e brutto.        capanna per chiedergli la camicia,
                                                                                                                            liberi».
  Trattava male tutti, non sopportava       ma… quell’uomo era così povero         C’è bisogno anche del vostro             Potete vedere cosa facciamo nel sito
  nessuno vicino. Nessun medico             che non aveva neppure una              impegno per costruire insieme            www.saltamuri.it.
  riusciva a guarirlo dalla malinconia.     camicia! (da un racconto di Leone      un futuro migliore. Il vostro
  Solo un vecchio saggio disse              Tolstoj).                              giudizio, le vostre osservazioni
  che per guarire il re bisognava                                                  anche sulle piccole ingiustizie
  fargli    indossare     la   camicia      Ma la felicità, cos’è? È      avere    a scuola, nell’ambiente, sono
  che indossava un uomo felice.             dei beni preziosi, è          avere    importanti. Sarebbe bello che
                                            delle ricchezze, solo gli    adulti    tutti potessero vivere liberamente,
  Gira di qua, gira di là per tutto il      hanno bisogno di essere      felici?   giocare, condividere esperienze.
  regno, i servi e i ministri della corte
  non trovavano nessuno felice,             Il Tavolo SaltaMuri è nato nel         Nel nostro paese c’è una grande
  tutti avevano dei problemi, tutti         2018 e ha fra i propri scopi la        ingiustizia: bambini come voi,
  litigavano, tutti maltrattavano gli       realizzazione della felicità e delle   vostri compagni di scuola, di giochi,
  altri. Chi era povero si lamentava        condizioni per una vita dignitosa      nati in Italia, o arrivati con le loro
  di essere sfruttato, chi era ricco        per tutti i bambini e gli adulti       famiglie o da soli da anni, non sono
  aveva paura che gli portassero via        nel nostro paese e nel mondo.          considerati cittadini. Come se non
  i suoi beni. Ma una sera, passando                                               avessero i diritti che secondo le
  accanto a una baracca, sentirono          Perché questo sia possibile            leggi internazionali tutti i bambini
  un uomo che diceva: «Ho lavorato,         bisogna che ciascuno sia messo         devono avere garantiti. Per questo
  ho fatto molta fatica, ho sudato,         in condizioni di stare bene, non       il Tavolo SaltaMuri chiede assieme
  ma ho mangiato e adesso vado              solo che non abbia malattie, ma        a molte altre associazioni una
  a riposare sul mio sacco di               possa sviluppare buoni rapporti,       legge per il riconoscimento della
  paglia. Sono proprio felice».             non si senta messo da parte o
                                            svalorizzato. Da soli è difficile
  14                                        essere felici.                                                                                                        15
Racconti da guardare e ascoltare                                                Don Bluth, che ha per titolo
                                                                                     Fievel sbarca in America. È la
     Carlo Ridolfi
                                                                                     storia di una famiglia di topolini,   emozionante e interessante.
                                                                                     i Toposkovich, che abitavano in       Forse noi, negli ultimi anni, ci

     D     a quanto tempo, secondo te
           che mi leggi, che tu ti chiami
     Antonio o Ginevra o Jasmin o Malik
                                                                                     Russia ma che da lì, nel 1885, sono
                                                                                     scacciati da una feroce invasione
                                                                                     di gatti cosacchi (purtroppo il
                                                                                                                           siamo un po’ troppo abituati a
                                                                                                                           pensare che siano solo persone
                                                                                                                           da altri paesi che arrivano in Italia.
                                            di migrazione. Lo fa, ad esempio,
     o con qualsiasi altro bellissimo       con un film di venticinque minuti        film si ispira a vicende storiche     Dobbiamo       invece    ricordarci,
     nome, da quanto tempo, dicevo,         (che tecnicamente si chiama              realmente      accadute:      molti   magari facendocelo raccontare
     secondo te il cinema racconta          mediometraggio) realizzato nel           uomini e donne di religione           da qualche nonno o zia o cugino
     di donne e uomini e bambini e          1917 e intitolato Charlot emigrante.     ebraica furono scacciati dalla        che abbiano vissuto esperienze
     bambine e ragazze e ragazzi che        Charlot, sono convinto che tu            Russia nell’Ottocento). Il viaggio    del genere, che moltissimi italiani
     lasciano la loro terra per andare      lo conosca già, è il personaggio         verso gli Stati Uniti è pieno di      sono emigrati all’estero per
     a cercare un’altra vita lontano?       creato e interpretato dal grande         pericoli, avventure, distacchi        cercare lavoro e condizioni di vita
     Da tanto, tanto tempo, te lo posso     attore e regista inglese Charlie         e ritrovamenti e il racconto          migliori.
     garantire.                             Chaplin. Anche Chaplin, infatti,         cinematografico  è   davvero          Lo raccontano molte canzoni,
     Innanzitutto ricordiamo insieme        aveva intrapreso un viaggio di                                                 alcune delle quali davvero
     che il cinema, che, se volessimo       emigrazione dalla Gran Bretagna,                                               bellissime.
     usare la parola per intero, si         dov’era nato e aveva vissuto i primi
     chiama cinematografo, nasce            anni della sua vita, agli Stati Uniti.
     ufficialmente in Francia nel 1895      In questo film, quindi, racconta
     grazie alle invenzioni dei due         in parte anche la sua esperienza,
     fratelli Auguste e Louis Lumière.      facendolo, perché era un grande
     Nasce in bianco e nero (il cinema      artista del cinema comico, con
     a colori arriverà intorno al 1935) e   grandissima capacità di farci
     muto, cioè senza la possibilità di     sorridere e anche ridere a
     sentire rumori, voci e musica (il      crepapelle, pur raccontando storie
     cinema sonoro inizierà nel 1927).      che spesso erano drammatiche.
     Ma già all’epoca del cinema            Facendo un salto bello lungo avanti
     muto il cinema racconta storie         nel tempo possiamo ricordarci
                                            di un bel film a disegni animati
                                            realizzato nel 1986 dal regista
16                                                                                                                                                                  17
Provate ad ascoltare (qualcuno                                              Fermati, non andare troppo
     ve la potrebbe cantare, oppure la                                           lontano
                                           e come bestie abbiamo riposà.
                                                                                 Guarda lì tutti i miei sogni stretti
     trovate senz’altro sia in audio che   Sono solo due esempi di moltissimi                                           Tutti per uno è un film realizzato
                                                                                 in una mano
     in video su Internet) una canzone     che potrei proporti, solo per         Dividerei il mio pane                  nel 2010 dal regista francese
     come Mamma mia, dammi cento           incuriosirti, come spero, sul fatto   Ti mostrerei le danze                  Romain Goupil, che racconta
     lire (erano parecchi soldi, un        che di emigrazione si parla in        Ti bagnerei con l’acqua più            di Youssef, un ragazzino che
     tempo), che ci parla dell’epoca       pratica da quando esiste l’essere     preziosa del diamante                  viene espulso da scuola perché
     nella quale migliaia di contadini                                           Nella casa dei padri di guerrieri
                                           umano e che moltissimi romanzi,                                              clandestino e senza cittadinanza,
                                                                                 antichi
     delle regioni del Nord d’Italia       racconti,      quadri,    partiture                                          e di come i suoi compagni di classe
                                                                                 Di regni perduti e di re
     partivano per andar a cercar          musicali, canzoni, film e telefilm    dimenticati                            riescono prima a nasconderlo e
     fortuna in Argentina o in Brasile.    ne parlano.                           Di misteri e segreti tramandati        poi a creare le condizioni affinché
                                           Con la macchina del tempo del         Di mano in mano dalla notte dei        lui e la sua famiglia facciano una
     Dello stesso periodo, siamo tra il    nostro pensiero possiamo quindi       tempi                                  vita normale e felice.
     1870 e i primi anni del Novecento,                                          E della voce dei tamburi ad
                                           attraversare luoghi e periodi
                                                                                 evocare i santi
     parla Trenta giorni di nave a         storici, passando dalle due                                                  Due sorelle di origine turca,
                                                                                 E di regine di vento
     vapore, che ha versi che non          canzoni che abbiamo appena            Di vento di tempesta                   Yasemin e Nesrin Samdereli,
     lasciano spazio al dubbio se vi       ricordato a brani molto più           Di quel che era                        hanno scritto (e la prima anche
     volessimo interrogare su come         vicini a noi nel tempo, come una      E di quello che oggi resta             diretto come regista) nel 2011
     erano trattati i nostri compatrioti   famosissima canzone di Adriano        Di quel che era                        un bellissimo film che si intitola
     quando arrivavano nelle Americhe,     Celentano che forse anche i           E di quello che oggi resta             Almanya – La mia famiglia va in
     come                                  tuoi parenti ricorderanno, come                                              Germania, nel quale raccontano
                                           Il ragazzo della via Gluck, che       Torniamo al cinema, perché             le vicende dei loro nonni,
     Trenta giorni di nave a vapore        racconta di un ragazzo arrivato a     c’è qualche altro film di cui ti       partiti dall’Anatolia contadina e
     che nell’America noi siamo arrivati                                         vorrei parlare. (Ce ne sarebbero
                                           Milano dal Sud d’Italia, o come Se                                           montanara negli anni Sessanta per
     e nell’America che siamo arrivati                                           moltissimi, ma se riesco ad
                                           solo mi guardassi, della bravissima                                          andare a lavorare nell’industria
     abbiam trovato né paglia e né fieno
                                           Fiorella Mannoia, che ha, tra gli     accendere in te un po’ di curiosità    automobilistica tedesca.
     abbiam dormito sul piano terreno
     e come bestie abbiamo riposà          altri, versi come                     vedrai che poi anche tu ti metterai
     abbiam dormito sul piano terreno                                            in cerca…).                            Andrea Segre, regista veneziano
                                                                                                                        che da tempo si occupa nei

18                                                                                                                                                            19
suoi film e nei suoi documentari                                                  possiamo cominciare a respirare
     soprattutto del tema delle                                                        l’aria di un mondo largo, aperto,
     migrazioni, racconta nel suo film                                                 grande e luminoso. Si chiamano
     del 2013 intitolato La prima neve        Un ultimo suggerimento, prima            Mohamed,       Houcine,      Carlos,
     dell’amicizia che nasce nella Valle      di lasciarti andare, come spero, in      Rahis, Ziad, Omar, Pap, Raul,
     dei Mocheni in Trentino fra il           molti di questi viaggi per gli occhi     John, Pino, Peppe, Marian, Abdel,
     giovanissimo Michele e Dani, un          e per le orecchie. Se ti capitasse       Amrit. Magari qualcuno che ha
     uomo arrivato dal Togo in Italia         di passare per Roma, non lontano         uno di questi nomi ce l’hai come
     dopo una drammatica traversata           dalla stazione dei treni di Roma         compagno di classe o negli scout
     del Mediterraneo.                        Termini ti potrebbe capitare di          o nella squadra di calcio o al corso
                                              passeggiare per una zona nota            di chitarra o lo incontri nel parco
     Nel 2018, ispirandosi al romanzo         come piazza Vittorio. Vedrai colori      vicino casa. È una grande fortuna,
     del 2013 scritto da Romain               di ogni tipo. Annuserai profumi di       ricordalo!
     Puértolas L’incredibile viaggio          cibi diversissimi. Sentirai suoni        Buona visione e buon ascolto!
     del fachiro che restò chiuso in          molto diversi gli uni dagli altri, ma
     un armadio Ikea, il regista Ken          tutt’altro che non armonici.
     Scott realizza in Francia il film        Ne potresti poi ritrovare traccia
     L’incredibile viaggio del fachiro, che   in un film del 2006, diretto dal
     ha non pochi momenti di grande           regista Agostino Ferrante, che
     divertimento raccontando le              si intitola L’orchestra di piazza
     peripezie migratorie di un giovane       Vittorio. Racconta la storia (vera) di
     indiano e che, in particolare,           come lo stesso Agostino Ferrante
     porta in sé un importante                e un suo amico musicista, Mario
     messaggio sull’importanza della          Tronco, si misero in cerca di
     scuola, soprattutto per i bambini        musicisti e cantanti per formare
     e i ragazzi più poveri, come             un’orchestra. Solo a vedere i
     strumento fondamentale per               nomi degli uomini e delle donne
     essere più liberi.                       che trovarono per comporre un
                                              gruppo musicale particolarissimo

20                                                                                                                            21
Tre racconti sull' accoglienza                                                      Come se un fiore si liberasse del
                                                                                      polline per impedire alle api di      nell’affrancarsi da incalcolabili
Filastrocca    dei quattro maghi del mondo
   Alessandro Ghebreigziabiher                                                        raccoglierlo.                         privilegi dono del passato.
                                                                                      Peggio, come se la terra stessa       Un regalo confezionato al prezzo di
                                                                                      facesse marcire i propri frutti       sogni e sangue, per amore dei noi
  Noi e loro                                                                          negandoli alle creature viventi.      nel futuro.
                                                                                      Come se l’intera danza si             I diritti.
  C’era una volta il paese dei noi.                                                   riducesse ad un dare e prendere,      Fu la privazione che funzionò meglio.
  Il paese dei noi era abitato da                                                     ignorandone il prosieguo che          Perlomeno all’istante.
  persone i cui nomi erano semplici                                                   dall’inizio del mondo vede nel        Via il diritto al cibo e via il diritto
                                                 Da leggere in pochi minuti.
  da pronunciare.                                                                     passo seguente l’esatto scambio       ad un riparo da pioggia e freddo,
                                                 Altrimenti, tutti quelli che
  Io, te, me stesso, tu, ancora io,                                                   dei ruoli.                            via il diritto alla cura e via il diritto
                                                 sapessero leggere troverebbero
  sempre te, ma allora io?, e perché                                                  Ridare quel che si è preso.           all’accoglienza.
                                                 aria sufficiente nella cervice per
  tu?, e così via.                                                                    E allora capitò di tutto, nel regno   Via, insomma, il diritto ad esistere e
                                                 permettere al cuore di entrare.
  Al di fuori del paese dei noi,                                                      dei noi.                              divenne più facile.
                                                 E respirarvi.
  vivevano loro.                                                                      C’era chi si privò dell’amore         Anzi, da facile divenne naturale.
                                                 Mi soffermerò solo su una di esse.
  Loro avevano nomi meno semplici                                                     e chi della fantasia, chi del         Ignorare, violentare, torturare,
                                                 Si da il caso che i noi temessero
  da pronunciare.                                                                     senso dell’humor e chi della          discriminare, sacrificare, calpestare,
                                                 che loro potessero defraudarli
  Almeno secondo noi.                                                                 comprensione.                         sfruttare.
                                                 di qualcosa.
  Lui, lei, l’altro, l’altra, tutti gli altri,                                        C’era chi rinunciò ad avere voce      Loro.
                                                 Qualsiasi cosa, anche la più
  quelli, quello là, quell’altra, questi                                              in capitolo e addirittura chi si      Il problema, però, è che a forza
                                                 improbabile, come ad esempio
  qua, ma perché non se ne stanno a                                                   dimenticò del tutto di averla,        di togliere a mani basse molti tra
                                                 il futuro.
  casa loro, ecc.                                                                     una voce.                             gli abitanti non riuscivano più a
                                                 Ovvero, ciò che non esiste ancora.
  Ora, si da il caso che molti tra                                                    Ci fu perfino chi eliminò dalla       rammentarsi cosa volesse dire essere io.
                                                 Tuttavia, a causa del delirante
  gli abitanti del paese dei noi non                                                  propria esistenza la via che ti       Fu così che tanti tra gli io si
                                                 suggerimento di qualche
  vedessero di buon occhio loro.                                                      porta su un’altra, di via.            convinsero di essere perlomeno noi.
                                                 decerebrato imbonitore,
  Le ragioni sono molteplici e non                                                    No, dico, ve lo immaginate che        E tutti gli altri divennero ignorabili,
                                                 ascoltato con attenzione sulla
  staremo qui a narrarle.                                                             rottura di scatole vedere un solo     calpestabili, sfruttabili, torturabili,
                                                 pubblica piazza solo perché
  Non basterebbe un singolo                                                           orizzonte sino alla morte?            violentabili.
                                                 capace di urlare con maggior
  racconto per cambiare le cose.                                                      Ciascuno troncò parte di sé           Perché tutti gli altri che non fossero
                                                 vigore, gli abitanti del paese dei
  Per quanto scritto con parole facili.                                               tra le più degne di esserci,          io erano diventati loro.
                                                 noi si erano convinti che il modo
  Chiaro e diretto.                                                                   ma la maggioranza concordò
                                                 migliore per impedire a loro di
                                                 derubarli fosse privarsi da soli
                                                                                                                            Tratto da Storie e Notizie n. 1195
  22                                             del meglio che avessero.                                                                                         23
                                                                                                                            La storia recitata
La classe perfetta                                                               Agguantarono con decisione
Il video                                                                         l’adorato cucciolo e lo iscrissero
                                                                                 ad altra scuola. Come dire, meno        Quindi, abbracciarono e salutarono
C’era una volta una coppia di                                                    inquinata, insomma. Non facciamo        la creatura su cui avevano riposto
genitori nostrani. I due avevano un                                              discriminazioni sul colore della        ogni speranza. E uscirono dall’ospizio
unico figlio e, come quasi sempre        Noi non siamo razzisti, si dissero.     pelle o altro, giurarono a se stessi.   con un sorriso felice sulle labbra.
capita, su quest’ultimo avevano          E’ che vogliamo bene a nostro           E’ che dobbiamo preoccuparci della
riposto ogni speranza sul futuro         figlio. Chi potrebbe biasimarci?        qualità dell’istruzione di nostro
che attende tutti noi. Nei giorni                                                figlio, mica della sua integrazione
                                         Mirabile dictu, l’anno seguente,
in cui divenire madre o padre                                                    con le diverse culture. Ora, me
                                         nel dì che avrebbe dato il via
era solo una parola volteggiante                                                 ne rendo conto, da questo punto
                                         al nuovo viaggio tra banchi e
nell’orizzonte che verrà, tali auspici                                           in poi la storia assume contorni
                                         lezioni, il pargolo si ritrovò di
erano diventati preziosi allo                                                    a dir poco paradossali, per non
                                         nuovo in trincea, solo contro
spasimo, soprattutto per le oscure                                               dire grotteschi, poiché l’incubo si
                                         una maggioranza di cinesi. Così,
nubi di sfiducia e paura intrise che                                             ripeté ancora. Ancora. E ancora.
                                         senza indugio, il papà e la mamma
non mancavano mai di seguirli                                                    Ogni anno i due rivissero la
                                         spostarono il bimbo in un’altra
lungo il loro rispettivo cammino.                                                medesima perfida scena, con
                                         scuola. Come dire, più omogenea,
Tipico. E il primo giorno di scuola                                              il figlio pronto per iniziare una
                                         in sintesi. Il nostro non è razzismo,
arrivò. Ma con esso, le nubi di cui                                              nuova avventura scolastica in
                                         pensarono. E’ che desideriamo il
sopra si annerirono ulteriormente,       meglio per il nostro unico figlio.      compagnia di un’orda aliena.
per quanto ciò fosse possibile,          Quale genitore potrebbe dissentire?     Un’orda       rumena,      filippina,
presagendo tempeste crudeli e            Trascorse esattamente un anno           marocchina, tutto tranne quel
nubifragi senza alcuna pietà. La         e il primo giorno di scuola fu          rassicurante romana, milanese,
causa di tale funesta immagine           ancora una volta segnato da un          perfino napoletana a cui si
fu identica per entrambi. Il loro        destino irrimediabilmente sadico,       erano abituati Nondimeno, non
piccolo sarebbe stato solo e             poiché il ragazzino finì in un’aula     si arresero mai e, dopo anni,
indifeso in mezzo ad un’intera           gravida di studenti nord africani,      trovarono finalmente quel che
classe di bambini rom.                   con tutti i rischi del caso. Vedi       cercavano. Una classe di uguali e
                                         islam, terrorismo e droga, tu           riconoscibili abitanti italici per il
Per i nostri fu inaccettabile e          sai a cosa mi riferisco. I genitori     loro unico figlio. Un paradiso in
così decisero di trasferirlo in          si guardarono con inaspettata           cui vederlo crescere al sicuro. Per
un’altra scuola. Come dire, meno         diffidenza, sospettando entrambi        sempre.
contaminata, ecco.                       nell’altro il germe della mala sorte,
                                         tuttavia, non persero tempo nelle                                               Tratto da Storie e Notizie n. 968
                                         loro personali beghe.
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Lo straniero dal mare e l’uomo sulla riva       publica lapidazione, tradizionale o
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Un uomo emerge dalle acque Pochi                                                preferito del credente canonico.        Non solo crediamo solo a quel che
passi ed è sulla riva. Già, pochi                                               Ancora non abbiamo risolto              vediamo, ma facciamo anche di tutto,
passi. Perché questa è la distanza,       “Del terrorismo, stavi per dire?      materiale scontato per i nostri         giorno dopo giorno, pur di vedere
altro che chiacchiere. Un altro si        Ascolta, ma ti sembra possibile       terapeuti, come il rapporto tra         sempre meno. Siamo un popolo
avvicina. Un breve istante. E gli è       che noi altri si possa accusare       sessualità e culto e intersezioni       che, nei fatti, si dimostra capace di
accanto sulla riva. Certo, istante.       qualcuno neppure di aver              eliminate da secoli da società          discriminare qualsiasi cosa transiti
Perché questo è il tempo che              effettivamente suscitato terrore      degne di essere definite moderne        innanzi ai suoi occhi. Dalla punta dei
conti davvero. “Chi sei?” chiede          nel prossimo, ma addirittura di       come quello tra chiesa e stato. Con     capelli al tallone del piede, colori,
il secondo. “Sono uno straniero.”         averne anche solo le intenzioni?      quale autorevolezza potremmo,           forme, suoni e quant’altro, tutto
“Piacere”, fa l’altro. “Piacere, hai      Noi siamo i maestri della paura,      non dico giudicare, ma anche solo       diviene      all’istante    informazione
detto? Cos’è, uno scherzo?” “No,          siamo i signori dell’incubo, le       parlare degli altri?” “Sì, d’accordo,   necessaria e sufficiente per catalogare
non lo è. Perché me lo domandi?”          madri di tutte le umane fobie.        ma…” “Non c’è ma che tenga,             il prossimo, presunto uguale o
“Perché non avrei mai creduto che…”       Da generazioni insegniamo ai          perdonami se ti interrompo              indubbio diverso che sia. Nemici,
“Guarda, ti fermo subito”, lo             nostri bambini prima a temere,        ancora. Anzi, perdonami e               intrusi, cattivi, incivili, pericolosi,
interrompe l’uomo dal lato sicuro         che amare, prima a diffidare, che     basta, di tutto.” “Di tutto cosa?”      criminali, immorali, li sentiamo
della costa, “so bene a cosa ti           sperare, prima a emarginare,          “Di tutte le assurdità che avrai        ovunque, ci basta aprire gli occhi…”
riferisci. A quella storia della terra    che comprendere. E abbiamo            potuto sentire su di noi, prima di      L’uomo che poco prima era affiorato
nostra, di ognuno al paese suo, ma        appreso la lezione così bene da       arrivare qui. Perdonaci, perché         dalle onde del mare si ammutolisce e
è una menzogna, non so dove               esserne talmente ossessionati da      noi siamo un popolo infinitamente       guarda l’altro con un’espressione tra il
tu l’abbia letta o sentita dire,          proiettare l’immagine di noi stessi   diviso. Facciamo di tutto pur di        perplesso e l’ammirato.
ma lo sappiamo che qui siamo              sugli altri, certi che anche loro     isolarci l’uno dall’altro. Nazioni,     “Be’”, fa con sollievo nella voce, “tutto
tutti abusivi, dalla nascita, per         siano brutti quanto noi. Ovvero,      regioni, province, città, quartieri,    mi sarei aspettato tranne una tale
definizione. Le nostre cosiddette         terrorizzati all’idea…” “Ho capito,   palazzi, appartamenti, il buco          accoglienza. Sono contento, come ti
nazioni sono costruite sul furto          ma c’è pure il problema della…”       stesso che può essere la nostra         chiami?”
della terra altrui, sullo sterminio       “Religione, lo so, è roba nota.       camera, il fragile regno sotto          L’altro si guarda in giro, quindi solleva
dei nativi, sullo sfruttamento delle      Ti sarà arrivata di sicuro una        le coperte del letto, la cieca          le proprie mani e le osserva come se
ricchezze naturali che possiamo           nostra fantomatica avversione         vita che abbiamo vissuto finora         le vedesse per la prima volta.
ammirare solo in un video ad              per il credo altrui, ma anche         protetta da eserciti di illusioni       “Non ne ho la più pallida idea”,
alta definizione su Youtube…”             questa è una balla, amico mio, tra    che nascondiamo nella pancia.           risponde inaspettatamente smarrito
“Sì, questo lo so anch’io, ma             le più paradossali, in effetti.       Siamo un popolo ignorante,              e con flebile speranza aggiunge:
c’è anche questa cosa del…”               No, dico, siamo ancora oggi           incredibilmente ignorante.              “Ma vorrei disperatamente esistere
                                          prigionieri di una concezione della                                           davvero…”
                                          fede a dir poco medievale, dove
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“Ho abitato in tanti posti e così tanto diversi che
     faccio fatica a sceglierne uno quando devo dire di
     dove sono. Credo che uno sia del posto in cui gli
     vogliono bene”

                                     (Osvaldo Soriano)

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