Facciamo un rifugio - i - Comune-info
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Nella copertina e nelle pagine di questo quaderno alcuni disegni di Sara Vincetti, illustratrice ed educatrice esperta di educazione all’aperto. Facciamo un rifugio L’accoglienza diffusa spiegata a bambini e ragazzi Comune-info edizioni Dicembre 2020 www.benvenutiovunque.it info@comune-info.net A cura di Marco Calabria, Gianluca Carmosino e Riccardo Troisi Progetto grafico e impaginazione di Leonora Marzullo Questo quaderno fa parte del progetto “Benvenuti Ovunque. Osservatorio sull’accoglienza diffusa” promosso dall’Associazione culturale Persone Comuni (editore del quotidiano web Comune-info) in collaborazione con la Rete dei Comuni Solidali, la Rete di Cooperazione Educativa (con il sostegno dell’8X1.000 della Chiesa Valdese) iii
3 Filastrocca dei quattro maghi del mondo Possiamo fare rifugi ovunque e in tanti modi diversi Bruno Tognolini “Io non so cosa sono. Sono Swazi, sono Bushman, sono bianco. E forse non sono niente di tutti e tre o sono tutti e tre messi insieme...” 4 Il frullatore di Maria (Orzowei, Alberto Manzi) Redazione di Benvenuti Ovunque Un bizzarro gruppo di persone composto da grandi e piccoli (bambini e bambine di due scuole elementari, una di Genova e una di Omegna) 7 Migrazioni, cerchio, radici e rami ha accettato una sfida: raccontare cos’è l’accoglienza diffusa dei Sonia Coluccelli e i bambini e le bambine dalla classe V Montessori rifugiati e mettere in comune alcuni pensieri, ma anche qualche I.C. Beltrami, Omegna disegno, intorno a parole importanti come accogliere e migrare. Il risultato è questo quaderno web. 10 Sono dentro, sono fuori Il destino di Facciamo un rifugio è ora nelle mani di insegnanti, di Cinzia Pennati e la 4C scuola primaria G. Daneo di Genova educatori, di genitori ma anche di bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Si tratta di leggere il quaderno dalla prima all’ultima pagina (oppure al contrario) per poi discuterlo insieme. Si tratta di lasciarsi 11 Caffè e popcorn guidare dal titolo, per condividere ricordi di quando abbiamo cercato Leyla Khalil, ass. Popoli insieme qualche angolo nel quale sentirci al sicuro. Si tratta anche di scegliere alcuni libri o film che affrontano i temi del quaderno. E ancora si tratta di “aggiungere” racconti, interviste, lettere, recensioni, disegni, 14 Il re triste e i muri da saltare fotografie... Giancarlo Cavinato È possibile segnalare come viene accolto il quaderno scrivendo a carmosino@comune-info.net. 16 Racconti da guardare e ascoltare Carlo Ridolfi 22 Tre racconti sull’accoglienza Alessandro Ghebreigziabiher 1
Filastrocca dei quattro maghi del mondo Filastrocca Bruno Tognolini dei quattro maghi del mondo V iaggio bel viaggio, io giramondo Giro la Terra nel giro rotondo Parto da qui, verso una meta Giro le carte, giro le spalle Strade che girano tutto il pianeta Volto le curve di bianche stradine Parto da qui verso un punto d’arrivo Fino a un cartello con su scritto FINE Cammino e guardo, cammino e scrivo Fine del viaggio, inizio del giorno Scrivo le cose sul diario di viaggio Scendo dal letto e mi guardo intorno Giro la pagina e cambia il paesaggio Forse era sogno, forse era vero Nuove pianure, nuove colline Forse ho viaggiato per il mondo intero Terre lontane ora siete vicine Forse ho girato per tutto il mio letto Terre straniere, mondo diverso Avevo un libro e forse l’ho letto Gira la testa perché mi son perso Ma quattro amici ora sono con me Giro la testa, giro lo sguardo Son Quattro Maghi, son Quattro Re Prendo la carta geografica e guardo Che resteranno per sempre al mio fianco Ecco la strada, c’è un puntolino Per consolarmi quando son stanco Ora si muove, son io che cammino Per consolarmi quando son triste Io che mi perdo, io che mi trovo Coi loro nomi di cose mai viste Giro al carta e mi oriento di nuovo Coi loro nomi di mari e colline Giro la curva e c’è un’altra strada Con le iniziali ma senza la fine Vado per quella, dovunque vada Con le partenze ma senza gli arrivi Strada maestra che cosa mi insegni Che si allontanano mentre li scrivi Strada scolara con cento compagni Che si avvicinano dovunque guardi Viaggiano insieme i compagni di via Nomi che incantano i piedi e gli sguardi Su questa strada che ci porta via Nomi che parlano di cose nuove Valli con fiumi, mari con monti Nomi che partono e il mondo si muove Piccoli alberghi e grandi orizzonti Nomi che portano in Ogni Dove: Fari di macchine, cieli di stelle NORD, SUD, EST, OVEST... NORD, SUD, EST, OVEST... 2 3 Apparsa per la prima volta nel Catalogo della Valigia Illustrata realizzata dalla Biblioteca Comunale di Casalecchio (settembre 2007 ).
Il frullatore di Maria Ma perché si chiama accoglienza diffusa? A differenza dell’accoglienza nei Blessing spera di diventare Redazione di Benvenuti Ovunque grandi centri, l’accoglienza diffusa una brava cuoca, Nasha invece propone l’inserimento in piccoli frequenta un corso di assistente R itirare i panni asciutti, fare la spesa (biscotti, olio, uva bianca, detersivo per i piatti), gruppi ospitati in appartamenti, condivisi con altre persone, sparsi familiare per aiutare gli anziani con qualche acciacco. Insomma, imparare l’italiano, con etichette nelle città. L’accoglienza diffusa è l’obiettivo è diventare presto completare gli esercizi sul verbo che ricordano tanti nomi di oggetti riservata alle persone che hanno autonome, per poter riprendere avere, prendere l’appuntamento diversi: “Tavolo”, “Sale”, “Padella”, ottenuto lo status di rifugiato o in mano la propria vita. Per avere con la pediatra, restituire a Maria, “Frigorifero”, “Bicchiere”... rifugiata. Si tratta di persone che un aiuto nella preparazione dei la vicina di casa, il frullatore. Chissà purtroppo hanno subito violenze documenti sul riconoscimento di se Aminata riuscirà a fare tutto nella Aminata, Blessing e Nasha sono per motivi di razza, religione, rifugiato o rifugiata, per seguire mattinata: per fortuna gli elenchi nate in Nigeria, il paese più nazionalità, opinioni politiche corsi con cui imparare l’italiano appuntati sui foglietti attaccati al popoloso di tutta l’Africa. Sono e che per queste ragioni non oppure un mestiere, ma anche frigorifero non sono sempre così in Italia da alcuni mesi e hanno possono tornare nel proprio per risolvere altri problemi della impegnativi. Foglietti colorati di trovato quella casa attraverso un paese. Spesso hanno vissuto viaggi vita di ogni giorno, i progetti di quel tipo si trovano in molte case. progetto di “accoglienza diffusa”. lunghi e difficili per raggiungere accoglienza diffusa mettono a Quelli gialli sono di Aminata, quelli L’accoglienza diffusa è l’ospitalità l’Italia. I rifugiati hanno tutti disposizione un’organizzazione verdi di Blessing, Nasha invece ha data ai rifugiati in un territorio, i diritti e tutti i doveri dei sociale, cioè delle persone che scelto il colore rosa. Ognuna di sulla base di un accordo tra il cittadini italiani, con esclusione diventano un po’ una grande loro vive in una stanza insieme Governo nazionale, i Comuni di quelli che presuppongono la famiglia con cui imparare a con la propria bambina: Aminata e alcune organizzazioni sociali. cittadinanza italiana, ad esempio conoscere un paese diverso e è la mamma di Dafina, Blessing di Tutto nasce dall’articolo 10 della il diritto di voto. mettere alla spalle un passato Ima e Nasha di Selam. Costituzione italiana, la nostra I progetti di accoglienza diffusa complicato. legge più importante, in cui hanno una durata di uno/due La cucina è il luogo nel quale si possiamo leggere: “Lo straniero, anni, un periodo nel quale le Le organizzazioni, ad esempio, mangia insieme almeno una volta al quale sia impedito nel suo persone dedicano del tempo per cercano le case dove vivere i al giorno, si condividono pensieri, Paese l’effettivo esercizio delle studiare la lingua italiana ma primi due anni: non è sempre problemi, sorrisi e a turno ognuno libertà democratiche garantite spesso anche per imparare un facile trovarle, perché a volte c’è lava i piatti. In realtà la cucina dalla Costituzione italiana, ha mestiere: Aminata, ad esempio, chi pensa che gli stranieri siano è anche una bizzarra aula dove diritto d’asilo nel territorio della vuole proprio imparare a cucire, persone che provocano problemi Repubblica, secondo le condizioni più di altre. Anche nel palazzo stabilite dalla legge”. dove vivono Aminata, Blessing e 5 4
Nasha c’era chi non era contento Migrazioni, cerchio, radici e rami del loro arrivo, come Maria, la Filastrocca Sonia Coluccelli edei quattro i bambini e le bambinemaghi dalla classe del mondo V Montessori I.C. Beltrami, Omegna signora del piano di sopra. Con il passare dei giorni, i vicini di casa le hanno conosciute e tutto è andato per il verso giusto: oggi Maria presta volentieri il suo N oi tutte le mattine ci mettiamo seduti in cerchio. È così da cinque anni. In cerchio discutiamo, frullatore a Blessing e fa lunghe un diritto, un bisogno che per chiacchierate con Dafina. ascoltiamo, impariamo, costruiamo, ogni persona è essenziale venga domandiamo, lavoriamo, leggiamo, soddisfatto, anche se sappiamo pensiamo, cresciamo. che non sempre accade. Perché Abbiamo parlato in questi anni ci sono molte cose in cui siamo di moltissimi argomenti, abbiamo diversi, ne abbiamo fatto un elenco confrontato le nostre idee e lunghissimo (il nostro corpo, progettato anche come dargli forma le lingue che parliamo, l’origine con spettacoli, libri, canzoni. e la nazionalità, le abitudini, le E, sì, nel nostro cerchio abbiamo convinzioni religiose e non solo, parlato di barconi affondati con i gusti, i talenti, …), mentre quelle dentro tante persone, dei diritti in cui siamo uguali, ovunque di ciascuno, piccolo o grande che siamo nati, sono pochissime, ma sia, dei muri che abbiamo nella fondamentali: avere una casa e una testa (paure, pensieri negativi, o famiglia, avere un nome, potersi peggio l’indifferenza di cui parla curare, avere acqua e cibo, andare Liliana Segre le cui parole abbiamo a scuola, essere liberi di esprimere ascoltato e letto con emozione) e le proprie idee, vivere in sicurezza di quelli che separano le persone in e in pace. tanti posti del mondo. Volevamo dire questo con quei Due anni fa abbiamo appeso dei cartelli: che ognuno può essere cartelli al tronco di un albero del se stesso ma che tutte le persone parco giochi vicino alla nostra hanno lo stesso valore e quindi scuola, ogni cartello indicava devono essere certe di poter contare sempre sugli stessi diritti. 6 7
Dopo il ritorno a scuola quest’anno carta d’identità con sé, che l’identità ci siamo rimessi a ragionare nel non si può scrivere su un foglio o nostro cerchio, con le mascherine Ciascuna delle mie appartenenze su un documento, perché a volte è albero, le radici sono i pensieri per ma finalmente ancora insieme mi unisce ad un gran numero di astratta, che in chi non conosciamo noi più solidi e su cui da tempo guardandoci davvero negli occhi e persone, tuttavia, più le appartenenze possono esserci molte capacità siamo d’accordo, i rami quelli nuovi ci siamo detti che abbiamo ancora che prendo in considerazione sono e conoscenze (come nel caso del su cui stiamo ancora discutendo. delle cose da scoprire e nuove idee numerose più la mia identità risulta ragazzino del Mali con la pagella E dopo una mostra che parlava e persone da ascoltare e quando specifica (…) grazie agli stessi criteri, cucita nella giacca e mai arrivato in anche di dadaismo abbiamo voluto Adenane ha detto che gli adulti presi tutti insieme, ho la mia identità Italia per poterla mostrare). rappresentarlo così, il nostro albero, sono più «fissati» dei bambini personale, che non si confonde con E visto che dall’albero eravamo cercando tra le pagine di giornale con la questione dell’identità, alla nessun’altra». partiti, Amos ha fatto la proposta di un titolo, un’espressione, una maestra è venuto in mente un libro provare a rappresentare le parole parola per dire quello che abbiamo bellissimo che aveva letto, è di Poi la maestra ci ha proposto di che abbiamo detto tante volte e condiviso in questi anni ma anche in uno scrittore libanese che vive in fare un’attività particolare: il gioco quelle scoperte da poco su un grande questi ultimi giorni. E dove la parola Francia e si chiama Amin Maalouf, il dell’identità. Ognuno di noi ha scritto giusta non c’era l’abbiamo costruita titolo del libro è proprio L’identità. su un foglio le sue caratteristiche e noi, lettera per lettera, in cerchio. Dopo qualche giorno, ce ne ha appartenenze: oltre alla nazionalità Luca B., Diego B., Tian B., Ismaele D., Alice F., Clarissa F., Erica F., Vittoria G., Samuele G., letto una parte: anche la religione, lo scoutismo, lo Jacopo G,, Rebecca L., Amos M., Adenane M., Alessandro M., Ilaria M., Emmanuelle N., sport praticato, la squadra del cuore, Sofia S., Giorgia V., Marta Z. l’origine della famiglia. Poi la maestra «Mi capita di fare talvolta quello ci ha chiesto ancora di provare a che definirei “il mio esame di ricostruire in quali situazioni tutti identità” come altri fanno il loro quei pezzi di noi si sono messi esame di coscienza. Dato che il mio insieme, perché, come scrive Maalouf, scopo non è quello di ritrovare in L’identità non è data una volta per tutte, me stesso una mia appartenenza si costruisce e si trasforma durante “essenziale” tutta l’esistenza. Siamo ciò che siamo in cui potermi riconoscere, adotto e abbiamo incontrato passioni di vario l’atteggiamento opposto: scavo tipo grazie alle nostre amicizie, ai nella mia memoria per ritrovare il suggerimenti arrivati in famiglia, per maggior numero di elementi della un documentario, dopo aver provato mia identità, li raccolgo, li allineo, e aver scoperto una passione. non ne rinnego nessuno. È stato interessante ragionare su noi stessi e poi ci ha fatto pensare al fatto che spesso i migranti non hanno la 8 9
Sono dentro, sono fuori Caffe' e popcorn Cinzia Pennati e la 4C scuola primaria G. Daneo di Genova Filastrocca dei Leyla Khalil, ass. quattro Popoli insieme maghi del mondo L e bambine e i bambini della 4C della scuola primaria Giovanni A mira è arrivata in Italia tre anni e mezzo fa e, quasi subito, è stata accolta dall’Associazione Daneo (I.C. Maddalena - Bertani) Raccontaci qualcosa sulle tue di Genova sono partiti insieme con Sono dentro, sono fuori di volontariato Popoli Insieme, a origini. una discussione nella quale sono Sono fuori quando sono triste, Padova. Oggi vive in una casa tutta Sono nata in Etiopia, in un paesino rimbalzate tante parole-concetto mi prendono in giro. sua, suo marito lavora e insieme vicino a Addis Abeba. La mia famiglia importanti tra cui razzismo, si occupano di una bambina non era ricca. Per mettere qualche esclusione, delusione, prepotenza, Sono fuori quando mi sento solo, bellissima di nome Lisa. Per loro soldo da parte, a quindici anni ho violenza, guerra, distanza, muri, ma arrabbiato e non siamo amici. arrivare al punto in cui sono oggi deciso di lavorare in una caffetteria anche accoglienza, uguaglianza, Sono fuori quando un maschio rappresenta un primo, grande insieme alla mia migliore amica. felicità, migrazioni. Poi un video mi comanda, quando sono traguardo. Abbiamo intervistato e un lavoro individuale prima di Amira per farci raccontare la sua Com’era il lavoro? delusa, quando non vedono. storia. una elaborazione collettiva che Molto diverso dall’Italia! Sono ha preso la forma del testo Sono Sono dentro quando mi diverto, musulmana e nel bar dove lavoravo dentro, sono fuori. “Si sono anche sono interessato e felice. Amira, come ti trovi in Italia? non si servivano bevande alcoliche. posti il problema del maschile Sono dentro quando mi sento Adesso bene. Quando sono arrivata Inoltre, anche il caffè in Etiopia generico - racconta la maestra non conoscevo nessuno. Poi, grazie viene preparato diversamente. accolto, aiutata e non mi al mio impegno e al supporto Cinzia Pennati - Alla fine hanno deciso che scrivere un po’ al tradiscono. degli operatori dell’Associazione, Spiegaci meglio! maschile è un po’ al femminile Sono dentro quando sono libera ho imparato l’italiano, a fare Il caffè in Etiopia si prepara seguendo fosse la scelta migliore”. di essere me stessa e quando l’uncinetto, ad andare in bicicletta. una cerimonia tradizionale. Ora non vedo l’ora che sia il fine Si prendono i chicchi ancora verdi, lo sono tutti gli altri. settimana per fare la carne alla si fanno tostare in un pentolino brace insieme ai vicini di casa. fino a che diventano neri come Anche loro hanno una figlia piccola quelli che conoscete qui in Italia. e ci troviamo molto bene con loro. Per far sentire a tutti l’aroma che sprigionano dopo la tostatura, si avvicina il pentolino al naso di ogni 10 11
ospite e si soffia verso di loro: è un modo di manifestare rispetto e accoglienza verso l’ospite. Spesso, Amira, mentre preparava il caffè, ha durante la cerimonia, si fa bruciare continuato a raccontarmi del suo un po’ di incenso. Successivamente, viaggio verso il Sud Sudan, dove ha si macinano i chicchi fino ad conosciuto suo marito, dei problemi ottenere una polvere fina che si politici e delle persecuzioni che li versa, insieme all’acqua, in una hanno spinti a lasciare il paese per “jebena” di terracotta. Si lascia fuggire verso l’Italia a bordo di una bollire qualche minuto e…il caffè barca vecchia e malfunzionante. è pronto per essere servito agli Sul suo volto vedevo le tracce di un ospiti! ricordo triste, ma subito a entrambe è tornato il sorriso quando Lisa, sua Dal chicco verde alla bevanda figlia di tre anni e mezzo, è entrata pronta: è molto diverso dal caffè di corsa in salotto e si è tuffata sui espresso in piedi al bar! Con che popcorn. dolci viene servito? Adesso posso dirlo con piena Il caffè etiope si serve con i convinzione: il caffè etiope sta popcorn: questa cosa fa sorridere benissimo con i popcorn. tutti i miei amici italiani. Per voi è strano, ma io ho sempre visto la mia famiglia bere caffè mentre mangiava popcorn. Si abbinano bene? Te lo preparo subito: sarai tu stessa a decidere! 12 13
Il Tavolo cerca di far presente che Il re triste e i muri da saltare tutti hanno diritto ad avere diritti, che i diritti devono essere garantiti cittadinanza ai bambini. Ci sembra Filastrocca dei quattro maghi del mondo Giancarlo Cavinato a tutti. giusto impegnarci in questo, anche se è difficile ottenere dei risultati. Nel mondo ci sono tante ingiustizie U n’antica favola racconta che un re di un paese lontano era malato di tristezza. Non gli piaceva Si guardarono e dissero: «È il e differenze, guerre, sofferenze, per questo è importante la Scriveva Gianni Rodari: «Bambini, imparate a fare le cose difficili: parlare collaborazione e la conoscenza al sordo, mostrare la rosa al cieco, nulla, non era mai soddisfatto, nostro uomo». Entrarono nella di cosa succede da parte di tutti. liberare gli schiavi che si credono tutto era per lui grigio e brutto. capanna per chiedergli la camicia, liberi». Trattava male tutti, non sopportava ma… quell’uomo era così povero C’è bisogno anche del vostro Potete vedere cosa facciamo nel sito nessuno vicino. Nessun medico che non aveva neppure una impegno per costruire insieme www.saltamuri.it. riusciva a guarirlo dalla malinconia. camicia! (da un racconto di Leone un futuro migliore. Il vostro Solo un vecchio saggio disse Tolstoj). giudizio, le vostre osservazioni che per guarire il re bisognava anche sulle piccole ingiustizie fargli indossare la camicia Ma la felicità, cos’è? È avere a scuola, nell’ambiente, sono che indossava un uomo felice. dei beni preziosi, è avere importanti. Sarebbe bello che delle ricchezze, solo gli adulti tutti potessero vivere liberamente, Gira di qua, gira di là per tutto il hanno bisogno di essere felici? giocare, condividere esperienze. regno, i servi e i ministri della corte non trovavano nessuno felice, Il Tavolo SaltaMuri è nato nel Nel nostro paese c’è una grande tutti avevano dei problemi, tutti 2018 e ha fra i propri scopi la ingiustizia: bambini come voi, litigavano, tutti maltrattavano gli realizzazione della felicità e delle vostri compagni di scuola, di giochi, altri. Chi era povero si lamentava condizioni per una vita dignitosa nati in Italia, o arrivati con le loro di essere sfruttato, chi era ricco per tutti i bambini e gli adulti famiglie o da soli da anni, non sono aveva paura che gli portassero via nel nostro paese e nel mondo. considerati cittadini. Come se non i suoi beni. Ma una sera, passando avessero i diritti che secondo le accanto a una baracca, sentirono Perché questo sia possibile leggi internazionali tutti i bambini un uomo che diceva: «Ho lavorato, bisogna che ciascuno sia messo devono avere garantiti. Per questo ho fatto molta fatica, ho sudato, in condizioni di stare bene, non il Tavolo SaltaMuri chiede assieme ma ho mangiato e adesso vado solo che non abbia malattie, ma a molte altre associazioni una a riposare sul mio sacco di possa sviluppare buoni rapporti, legge per il riconoscimento della paglia. Sono proprio felice». non si senta messo da parte o svalorizzato. Da soli è difficile 14 essere felici. 15
Racconti da guardare e ascoltare Don Bluth, che ha per titolo Fievel sbarca in America. È la Carlo Ridolfi storia di una famiglia di topolini, emozionante e interessante. i Toposkovich, che abitavano in Forse noi, negli ultimi anni, ci D a quanto tempo, secondo te che mi leggi, che tu ti chiami Antonio o Ginevra o Jasmin o Malik Russia ma che da lì, nel 1885, sono scacciati da una feroce invasione di gatti cosacchi (purtroppo il siamo un po’ troppo abituati a pensare che siano solo persone da altri paesi che arrivano in Italia. di migrazione. Lo fa, ad esempio, o con qualsiasi altro bellissimo con un film di venticinque minuti film si ispira a vicende storiche Dobbiamo invece ricordarci, nome, da quanto tempo, dicevo, (che tecnicamente si chiama realmente accadute: molti magari facendocelo raccontare secondo te il cinema racconta mediometraggio) realizzato nel uomini e donne di religione da qualche nonno o zia o cugino di donne e uomini e bambini e 1917 e intitolato Charlot emigrante. ebraica furono scacciati dalla che abbiano vissuto esperienze bambine e ragazze e ragazzi che Charlot, sono convinto che tu Russia nell’Ottocento). Il viaggio del genere, che moltissimi italiani lasciano la loro terra per andare lo conosca già, è il personaggio verso gli Stati Uniti è pieno di sono emigrati all’estero per a cercare un’altra vita lontano? creato e interpretato dal grande pericoli, avventure, distacchi cercare lavoro e condizioni di vita Da tanto, tanto tempo, te lo posso attore e regista inglese Charlie e ritrovamenti e il racconto migliori. garantire. Chaplin. Anche Chaplin, infatti, cinematografico è davvero Lo raccontano molte canzoni, Innanzitutto ricordiamo insieme aveva intrapreso un viaggio di alcune delle quali davvero che il cinema, che, se volessimo emigrazione dalla Gran Bretagna, bellissime. usare la parola per intero, si dov’era nato e aveva vissuto i primi chiama cinematografo, nasce anni della sua vita, agli Stati Uniti. ufficialmente in Francia nel 1895 In questo film, quindi, racconta grazie alle invenzioni dei due in parte anche la sua esperienza, fratelli Auguste e Louis Lumière. facendolo, perché era un grande Nasce in bianco e nero (il cinema artista del cinema comico, con a colori arriverà intorno al 1935) e grandissima capacità di farci muto, cioè senza la possibilità di sorridere e anche ridere a sentire rumori, voci e musica (il crepapelle, pur raccontando storie cinema sonoro inizierà nel 1927). che spesso erano drammatiche. Ma già all’epoca del cinema Facendo un salto bello lungo avanti muto il cinema racconta storie nel tempo possiamo ricordarci di un bel film a disegni animati realizzato nel 1986 dal regista 16 17
Provate ad ascoltare (qualcuno Fermati, non andare troppo ve la potrebbe cantare, oppure la lontano e come bestie abbiamo riposà. Guarda lì tutti i miei sogni stretti trovate senz’altro sia in audio che Sono solo due esempi di moltissimi Tutti per uno è un film realizzato in una mano in video su Internet) una canzone che potrei proporti, solo per Dividerei il mio pane nel 2010 dal regista francese come Mamma mia, dammi cento incuriosirti, come spero, sul fatto Ti mostrerei le danze Romain Goupil, che racconta lire (erano parecchi soldi, un che di emigrazione si parla in Ti bagnerei con l’acqua più di Youssef, un ragazzino che tempo), che ci parla dell’epoca pratica da quando esiste l’essere preziosa del diamante viene espulso da scuola perché nella quale migliaia di contadini Nella casa dei padri di guerrieri umano e che moltissimi romanzi, clandestino e senza cittadinanza, antichi delle regioni del Nord d’Italia racconti, quadri, partiture e di come i suoi compagni di classe Di regni perduti e di re partivano per andar a cercar musicali, canzoni, film e telefilm dimenticati riescono prima a nasconderlo e fortuna in Argentina o in Brasile. ne parlano. Di misteri e segreti tramandati poi a creare le condizioni affinché Con la macchina del tempo del Di mano in mano dalla notte dei lui e la sua famiglia facciano una Dello stesso periodo, siamo tra il nostro pensiero possiamo quindi tempi vita normale e felice. 1870 e i primi anni del Novecento, E della voce dei tamburi ad attraversare luoghi e periodi evocare i santi parla Trenta giorni di nave a storici, passando dalle due Due sorelle di origine turca, E di regine di vento vapore, che ha versi che non canzoni che abbiamo appena Di vento di tempesta Yasemin e Nesrin Samdereli, lasciano spazio al dubbio se vi ricordato a brani molto più Di quel che era hanno scritto (e la prima anche volessimo interrogare su come vicini a noi nel tempo, come una E di quello che oggi resta diretto come regista) nel 2011 erano trattati i nostri compatrioti famosissima canzone di Adriano Di quel che era un bellissimo film che si intitola quando arrivavano nelle Americhe, Celentano che forse anche i E di quello che oggi resta Almanya – La mia famiglia va in come tuoi parenti ricorderanno, come Germania, nel quale raccontano Il ragazzo della via Gluck, che Torniamo al cinema, perché le vicende dei loro nonni, Trenta giorni di nave a vapore racconta di un ragazzo arrivato a c’è qualche altro film di cui ti partiti dall’Anatolia contadina e che nell’America noi siamo arrivati vorrei parlare. (Ce ne sarebbero Milano dal Sud d’Italia, o come Se montanara negli anni Sessanta per e nell’America che siamo arrivati moltissimi, ma se riesco ad solo mi guardassi, della bravissima andare a lavorare nell’industria abbiam trovato né paglia e né fieno Fiorella Mannoia, che ha, tra gli accendere in te un po’ di curiosità automobilistica tedesca. abbiam dormito sul piano terreno e come bestie abbiamo riposà altri, versi come vedrai che poi anche tu ti metterai abbiam dormito sul piano terreno in cerca…). Andrea Segre, regista veneziano che da tempo si occupa nei 18 19
suoi film e nei suoi documentari possiamo cominciare a respirare soprattutto del tema delle l’aria di un mondo largo, aperto, migrazioni, racconta nel suo film grande e luminoso. Si chiamano del 2013 intitolato La prima neve Un ultimo suggerimento, prima Mohamed, Houcine, Carlos, dell’amicizia che nasce nella Valle di lasciarti andare, come spero, in Rahis, Ziad, Omar, Pap, Raul, dei Mocheni in Trentino fra il molti di questi viaggi per gli occhi John, Pino, Peppe, Marian, Abdel, giovanissimo Michele e Dani, un e per le orecchie. Se ti capitasse Amrit. Magari qualcuno che ha uomo arrivato dal Togo in Italia di passare per Roma, non lontano uno di questi nomi ce l’hai come dopo una drammatica traversata dalla stazione dei treni di Roma compagno di classe o negli scout del Mediterraneo. Termini ti potrebbe capitare di o nella squadra di calcio o al corso passeggiare per una zona nota di chitarra o lo incontri nel parco Nel 2018, ispirandosi al romanzo come piazza Vittorio. Vedrai colori vicino casa. È una grande fortuna, del 2013 scritto da Romain di ogni tipo. Annuserai profumi di ricordalo! Puértolas L’incredibile viaggio cibi diversissimi. Sentirai suoni Buona visione e buon ascolto! del fachiro che restò chiuso in molto diversi gli uni dagli altri, ma un armadio Ikea, il regista Ken tutt’altro che non armonici. Scott realizza in Francia il film Ne potresti poi ritrovare traccia L’incredibile viaggio del fachiro, che in un film del 2006, diretto dal ha non pochi momenti di grande regista Agostino Ferrante, che divertimento raccontando le si intitola L’orchestra di piazza peripezie migratorie di un giovane Vittorio. Racconta la storia (vera) di indiano e che, in particolare, come lo stesso Agostino Ferrante porta in sé un importante e un suo amico musicista, Mario messaggio sull’importanza della Tronco, si misero in cerca di scuola, soprattutto per i bambini musicisti e cantanti per formare e i ragazzi più poveri, come un’orchestra. Solo a vedere i strumento fondamentale per nomi degli uomini e delle donne essere più liberi. che trovarono per comporre un gruppo musicale particolarissimo 20 21
Tre racconti sull' accoglienza Come se un fiore si liberasse del polline per impedire alle api di nell’affrancarsi da incalcolabili Filastrocca dei quattro maghi del mondo Alessandro Ghebreigziabiher raccoglierlo. privilegi dono del passato. Peggio, come se la terra stessa Un regalo confezionato al prezzo di facesse marcire i propri frutti sogni e sangue, per amore dei noi Noi e loro negandoli alle creature viventi. nel futuro. Come se l’intera danza si I diritti. C’era una volta il paese dei noi. riducesse ad un dare e prendere, Fu la privazione che funzionò meglio. Il paese dei noi era abitato da ignorandone il prosieguo che Perlomeno all’istante. persone i cui nomi erano semplici dall’inizio del mondo vede nel Via il diritto al cibo e via il diritto Da leggere in pochi minuti. da pronunciare. passo seguente l’esatto scambio ad un riparo da pioggia e freddo, Altrimenti, tutti quelli che Io, te, me stesso, tu, ancora io, dei ruoli. via il diritto alla cura e via il diritto sapessero leggere troverebbero sempre te, ma allora io?, e perché Ridare quel che si è preso. all’accoglienza. aria sufficiente nella cervice per tu?, e così via. E allora capitò di tutto, nel regno Via, insomma, il diritto ad esistere e permettere al cuore di entrare. Al di fuori del paese dei noi, dei noi. divenne più facile. E respirarvi. vivevano loro. C’era chi si privò dell’amore Anzi, da facile divenne naturale. Mi soffermerò solo su una di esse. Loro avevano nomi meno semplici e chi della fantasia, chi del Ignorare, violentare, torturare, Si da il caso che i noi temessero da pronunciare. senso dell’humor e chi della discriminare, sacrificare, calpestare, che loro potessero defraudarli Almeno secondo noi. comprensione. sfruttare. di qualcosa. Lui, lei, l’altro, l’altra, tutti gli altri, C’era chi rinunciò ad avere voce Loro. Qualsiasi cosa, anche la più quelli, quello là, quell’altra, questi in capitolo e addirittura chi si Il problema, però, è che a forza improbabile, come ad esempio qua, ma perché non se ne stanno a dimenticò del tutto di averla, di togliere a mani basse molti tra il futuro. casa loro, ecc. una voce. gli abitanti non riuscivano più a Ovvero, ciò che non esiste ancora. Ora, si da il caso che molti tra Ci fu perfino chi eliminò dalla rammentarsi cosa volesse dire essere io. Tuttavia, a causa del delirante gli abitanti del paese dei noi non propria esistenza la via che ti Fu così che tanti tra gli io si suggerimento di qualche vedessero di buon occhio loro. porta su un’altra, di via. convinsero di essere perlomeno noi. decerebrato imbonitore, Le ragioni sono molteplici e non No, dico, ve lo immaginate che E tutti gli altri divennero ignorabili, ascoltato con attenzione sulla staremo qui a narrarle. rottura di scatole vedere un solo calpestabili, sfruttabili, torturabili, pubblica piazza solo perché Non basterebbe un singolo orizzonte sino alla morte? violentabili. capace di urlare con maggior racconto per cambiare le cose. Ciascuno troncò parte di sé Perché tutti gli altri che non fossero vigore, gli abitanti del paese dei Per quanto scritto con parole facili. tra le più degne di esserci, io erano diventati loro. noi si erano convinti che il modo Chiaro e diretto. ma la maggioranza concordò migliore per impedire a loro di derubarli fosse privarsi da soli Tratto da Storie e Notizie n. 1195 22 del meglio che avessero. 23 La storia recitata
La classe perfetta Agguantarono con decisione Il video l’adorato cucciolo e lo iscrissero ad altra scuola. Come dire, meno Quindi, abbracciarono e salutarono C’era una volta una coppia di inquinata, insomma. Non facciamo la creatura su cui avevano riposto genitori nostrani. I due avevano un discriminazioni sul colore della ogni speranza. E uscirono dall’ospizio unico figlio e, come quasi sempre Noi non siamo razzisti, si dissero. pelle o altro, giurarono a se stessi. con un sorriso felice sulle labbra. capita, su quest’ultimo avevano E’ che vogliamo bene a nostro E’ che dobbiamo preoccuparci della riposto ogni speranza sul futuro figlio. Chi potrebbe biasimarci? qualità dell’istruzione di nostro che attende tutti noi. Nei giorni figlio, mica della sua integrazione Mirabile dictu, l’anno seguente, in cui divenire madre o padre con le diverse culture. Ora, me nel dì che avrebbe dato il via era solo una parola volteggiante ne rendo conto, da questo punto al nuovo viaggio tra banchi e nell’orizzonte che verrà, tali auspici in poi la storia assume contorni lezioni, il pargolo si ritrovò di erano diventati preziosi allo a dir poco paradossali, per non nuovo in trincea, solo contro spasimo, soprattutto per le oscure dire grotteschi, poiché l’incubo si una maggioranza di cinesi. Così, nubi di sfiducia e paura intrise che ripeté ancora. Ancora. E ancora. senza indugio, il papà e la mamma non mancavano mai di seguirli Ogni anno i due rivissero la spostarono il bimbo in un’altra lungo il loro rispettivo cammino. medesima perfida scena, con scuola. Come dire, più omogenea, Tipico. E il primo giorno di scuola il figlio pronto per iniziare una in sintesi. Il nostro non è razzismo, arrivò. Ma con esso, le nubi di cui nuova avventura scolastica in pensarono. E’ che desideriamo il sopra si annerirono ulteriormente, meglio per il nostro unico figlio. compagnia di un’orda aliena. per quanto ciò fosse possibile, Quale genitore potrebbe dissentire? Un’orda rumena, filippina, presagendo tempeste crudeli e Trascorse esattamente un anno marocchina, tutto tranne quel nubifragi senza alcuna pietà. La e il primo giorno di scuola fu rassicurante romana, milanese, causa di tale funesta immagine ancora una volta segnato da un perfino napoletana a cui si fu identica per entrambi. Il loro destino irrimediabilmente sadico, erano abituati Nondimeno, non piccolo sarebbe stato solo e poiché il ragazzino finì in un’aula si arresero mai e, dopo anni, indifeso in mezzo ad un’intera gravida di studenti nord africani, trovarono finalmente quel che classe di bambini rom. con tutti i rischi del caso. Vedi cercavano. Una classe di uguali e islam, terrorismo e droga, tu riconoscibili abitanti italici per il Per i nostri fu inaccettabile e sai a cosa mi riferisco. I genitori loro unico figlio. Un paradiso in così decisero di trasferirlo in si guardarono con inaspettata cui vederlo crescere al sicuro. Per un’altra scuola. Come dire, meno diffidenza, sospettando entrambi sempre. contaminata, ecco. nell’altro il germe della mala sorte, tuttavia, non persero tempo nelle Tratto da Storie e Notizie n. 968 loro personali beghe. 24 25
Lo straniero dal mare e l’uomo sulla riva publica lapidazione, tradizionale o digitale che sia, è ancora lo sport Un uomo emerge dalle acque Pochi preferito del credente canonico. Non solo crediamo solo a quel che passi ed è sulla riva. Già, pochi Ancora non abbiamo risolto vediamo, ma facciamo anche di tutto, passi. Perché questa è la distanza, “Del terrorismo, stavi per dire? materiale scontato per i nostri giorno dopo giorno, pur di vedere altro che chiacchiere. Un altro si Ascolta, ma ti sembra possibile terapeuti, come il rapporto tra sempre meno. Siamo un popolo avvicina. Un breve istante. E gli è che noi altri si possa accusare sessualità e culto e intersezioni che, nei fatti, si dimostra capace di accanto sulla riva. Certo, istante. qualcuno neppure di aver eliminate da secoli da società discriminare qualsiasi cosa transiti Perché questo è il tempo che effettivamente suscitato terrore degne di essere definite moderne innanzi ai suoi occhi. Dalla punta dei conti davvero. “Chi sei?” chiede nel prossimo, ma addirittura di come quello tra chiesa e stato. Con capelli al tallone del piede, colori, il secondo. “Sono uno straniero.” averne anche solo le intenzioni? quale autorevolezza potremmo, forme, suoni e quant’altro, tutto “Piacere”, fa l’altro. “Piacere, hai Noi siamo i maestri della paura, non dico giudicare, ma anche solo diviene all’istante informazione detto? Cos’è, uno scherzo?” “No, siamo i signori dell’incubo, le parlare degli altri?” “Sì, d’accordo, necessaria e sufficiente per catalogare non lo è. Perché me lo domandi?” madri di tutte le umane fobie. ma…” “Non c’è ma che tenga, il prossimo, presunto uguale o “Perché non avrei mai creduto che…” Da generazioni insegniamo ai perdonami se ti interrompo indubbio diverso che sia. Nemici, “Guarda, ti fermo subito”, lo nostri bambini prima a temere, ancora. Anzi, perdonami e intrusi, cattivi, incivili, pericolosi, interrompe l’uomo dal lato sicuro che amare, prima a diffidare, che basta, di tutto.” “Di tutto cosa?” criminali, immorali, li sentiamo della costa, “so bene a cosa ti sperare, prima a emarginare, “Di tutte le assurdità che avrai ovunque, ci basta aprire gli occhi…” riferisci. A quella storia della terra che comprendere. E abbiamo potuto sentire su di noi, prima di L’uomo che poco prima era affiorato nostra, di ognuno al paese suo, ma appreso la lezione così bene da arrivare qui. Perdonaci, perché dalle onde del mare si ammutolisce e è una menzogna, non so dove esserne talmente ossessionati da noi siamo un popolo infinitamente guarda l’altro con un’espressione tra il tu l’abbia letta o sentita dire, proiettare l’immagine di noi stessi diviso. Facciamo di tutto pur di perplesso e l’ammirato. ma lo sappiamo che qui siamo sugli altri, certi che anche loro isolarci l’uno dall’altro. Nazioni, “Be’”, fa con sollievo nella voce, “tutto tutti abusivi, dalla nascita, per siano brutti quanto noi. Ovvero, regioni, province, città, quartieri, mi sarei aspettato tranne una tale definizione. Le nostre cosiddette terrorizzati all’idea…” “Ho capito, palazzi, appartamenti, il buco accoglienza. Sono contento, come ti nazioni sono costruite sul furto ma c’è pure il problema della…” stesso che può essere la nostra chiami?” della terra altrui, sullo sterminio “Religione, lo so, è roba nota. camera, il fragile regno sotto L’altro si guarda in giro, quindi solleva dei nativi, sullo sfruttamento delle Ti sarà arrivata di sicuro una le coperte del letto, la cieca le proprie mani e le osserva come se ricchezze naturali che possiamo nostra fantomatica avversione vita che abbiamo vissuto finora le vedesse per la prima volta. ammirare solo in un video ad per il credo altrui, ma anche protetta da eserciti di illusioni “Non ne ho la più pallida idea”, alta definizione su Youtube…” questa è una balla, amico mio, tra che nascondiamo nella pancia. risponde inaspettatamente smarrito “Sì, questo lo so anch’io, ma le più paradossali, in effetti. Siamo un popolo ignorante, e con flebile speranza aggiunge: c’è anche questa cosa del…” No, dico, siamo ancora oggi incredibilmente ignorante. “Ma vorrei disperatamente esistere prigionieri di una concezione della davvero…” fede a dir poco medievale, dove 26 Tratto da Storie e Notizie n. 1253 27
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“Ho abitato in tanti posti e così tanto diversi che faccio fatica a sceglierne uno quando devo dire di dove sono. Credo che uno sia del posto in cui gli vogliono bene” (Osvaldo Soriano) 32
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