Effetti delle sequenze sismiche sulle strutture in muratura
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ANIDIS 2017 PISTOIA Effetti delle sequenze sismiche sulle strutture in muratura Giovanni Rinaldina, Claudio Amadiob, Salvatore Noèb a DADU – Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica, Università di Sassari, Piazza Duomo 6, 07401 Alghero b DIA – Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Università di Trieste, Piazzale Europa 1, 34127 Trieste Keywords: muratura, sequenza sismica, analisi dinamica non lineare, comportamento ciclico SOMMARIO In questo lavoro si indaga il comportamento sismico delle strutture in muratura soggette a sequenze sismiche. L’analisi è svolta mediante un apposito codice non lineare che descrive il comportamento isteretico a taglio di un pannello murario tramite un appropriato legame fenomenologico. Dapprima si presentano i risultati di una serie di analisi dinamiche non lineari su un sistema ad un grado di libertà (SDOF), rappresentativo della risposta ciclica tipica di una struttura in muratura non armata. Le sequenze sismiche adottate per l’analisi sono tratte da database nazionali e internazionali e selezionate sulla base dell’accelerazione massima al suolo (PGA) degli eventi consecutivi a quello principale. Gli aftershock considerati sono caratterizzati dall’avere PGA pari o molto simile all’evento principale, in modo da influire significativamente sulla richiesta di duttilità del sistema analizzato e, conseguentemente, sull’indice di danno impiegato per quantificare il degrado della struttura. I risultati ottenuti sono presentati in termini di risposta inelastica per sistemi a duttilità o resistenza costante. Sulla base dei risultati conseguiti, sono proposte delle variazioni ai fattori di struttura comunemente utilizzati nella progettazione sotto un solo sisma. Viene infine analizzato uno SDOF rappresentativo di un tipico edificio in muratura sotto la sequenza sismica del Centro Italia del 2016, al fine di evidenziare l’evoluzione del danno. struttura e mediante l’uso di sistemi possibilmente ricentranti. 1 INTRODUZIONE Nell’ambito della resilienza strutturale, tali I recenti eventi sismici del Centro Italia eventi ripetuti a breve distanza temporale non (ReLUIS-INGV, 2016) hanno evidenziato la permettono in genere di ripristinare né la fragilità del patrimonio edilizio dei centri storici funzionalità né di prevenire il collasso della italiani, in particolar modo sotto gli effetti di uno struttura. Un primo passo verso una progettazione sciame sismico che presenta aftershock con resiliente consiste nel progettare le strutture accelerazioni di picco (PGA – Peak Ground sismo-resistenti tenendo in debita considerazione Acceleration) simili o pari a quelle dell’evento i degradi delle stesse in condizione di eventi principale (mainshock). Il centro storico di sismici ripetuti. Nel Centro Italia tale indicazione Amatrice in provincia di Rieti, ad esempio, ha progettuale deve essere presa in considerazione subito un crollo progressivo delle strutture a per la ricostruzione, allo scopo di evitare le seguito degli eventi principali del 24 agosto 2016 situazioni già verificatesi durante lo sciame del e del 30 ottobre (Rinaldin, 2016). 2016. In generale, le strutture dovrebbero essere Una utile indicazione sul tema sopra proposto progettate sulla base del concetto di resilienza passa attraverso la correzione dei fattori di (Bruneau e Reinhorn, 2006), che è la capacità di struttura abitualmente impiegati per le strutture in un sistema di ripristinare la piena operatività muratura. In questo lavoro verranno analizzati dopo un evento che ne interrompe degli oscillatori ad un grado di libertà con temporaneamente l’uso. In ambito strutturale, tale comportamento non lineare tarato su quello tipico richiesta si soddisfa attraverso semplici delle strutture in muratura non armata, al fine di prescrizioni come la ridondanza strutturale, che ricavare le risposte inelastiche a duttilità o prevede di aumentare il numero di componenti resistenza costante sotto eventi ripetuti. Si critiche dell’edificio (ad es. strutture portanti valuterà l’aumento di duttilità richiesta nei verticali) in modo da prevenire danni estesi alla confronti delle sequenze sismiche considerate e SG03-67
saranno proposte delle variazioni ai fattori di 23/10/2004 18:34 6.3 -5.26 299 struttura comunemente utilizzati, che attualmente 25/10/2004 06:05 5.7 -4.27 299 sono tarati su un solo evento rappresentato dallo 27/10/2004 10:40 6.0 -5.23 299 spettro di progetto e non rispecchiano il degrado 05/04/1997 23:46 5.9 -2.29 45 strutturale ereditato da eventi precedenti. Nell’ultima parte del lavoro, al fine di NW China 11/04/1997 05:34 6.1 2.68 60 evidenziare l’evoluzione del danno dovuto ad una 15/04/1997 18:19 5.8 2.34 60 sequenza sismica, viene analizzato uno SDOF 11/03/2011 14:46 9.0 4.12 300 soggetto alla sequenza sismica recentemente Tohoku 07/04/2011 23:32 7.1 3.89 184 registrata in Centro Italia. 29/11/2004 03:32 7.0 2.72 159 Hokkaido 06/12/2004 23:15 6.7 2.93 121 2 ANALISI DELLE SEQUENZE SISMICHE 19/02/1990 05:34 6.2 1.44 51 Weber 13/05/1990 04:23 6.4 1.64 54 2.1 Selezione delle sequenze sismiche A queste 10 è stata aggiunta la sequenza che Per svolgere lo studio si è deciso di riferirsi ha recentemente interessato il Centro Italia. Le unicamente a sequenze sismiche naturali registrazioni, selezionate dal database ESM (Luzi realmente registrate, evitando di considerare et al. 2016), spaziano dalla data del mainshock sequenze artificiali (Amadio et al., 2003). Tale (24 agosto 2016) fino al 3 novembre per la scelta si basa essenzialmente sulle osservazioni stazione di Norcia. La Tabella 2 riporta le fatte per le sequenze sismiche reali, composte registrazioni prese in considerazione. generalmente da sismi con caratteristiche molto differenti in termini di PGA, durata e contenuto Tabella 2. Elenco dei sismi per la sequenza del Centro spettrale. Italia. Per questo studio si sono utilizzati i database Distanza di terremoti nazionale ITACA (Luzi et al., 2008), Data Ora PGA epicen- Profon- Durata dità giapponese NIED (Fujiwara et al., 2004) e quello evento evento Mw trale internazionale COSMOS (Archuleta et al., 2006). La ricerca ha portato alla scelta e all’utilizzo di 10 [cm/s2] [km] [km] [s] sequenze sismiche naturali (composte da 2, 3 e 4 24/08/2016 01:36 6.0 352.57 15.3 8.1 40.0 sismi) già utilizzate in Rinaldin et al. (2017), 24/08/2016 02:33 5.4 167.01 4.7 8.7 47.1 elencate in Tabella 1. 24/08/2016 02:59 4.1 51.50 3.8 9.0 44.0 24/08/2016 04:06 4.3 64.06 3.5 7.6 38.3 24/08/2016 17:46 4.4 12.00 17.7 10.0 42.6 Tabella 1. Elenco delle sequenze sismiche internazionali 25/08/2016 12:36 4.3 3.85 27.0 10.0 55.4 utilizzate. 26/08/2016 04:28 4.8 6.67 26.6 10.9 71.7 27/08/2016 02:50 4.0 4.68 13.5 8.2 53.5 Durata PGA evento 28/08/2016 15:55 4.4 12.83 12.0 8.7 72.7 Sequenza Data Mw 31/08/2016 18:12 4.1 5.88 14.0 9.0 50.6 [m/s2] [s] 03/09/2016 01:34 4.3 123.42 3.3 10.6 69.2 03/09/2016 10:18 4.5 16.31 12.7 9.0 69.6 03/09/2010 16:35 7.1 -1.51 110 Christchurch 15/09/2016 14:40 4.3 10.64 8.2 10.0 9.7 21/02/2011 23:51 6.1 5.56 110 19/09/2016 23:34 4.1 2.56 20.2 9.7 53.6 10/06/1997 23:24 5.4 -4.81 37 16/10/2016 09:32 4.1 16.79 8.3 9.0 45.1 Nocera Umbra 26/09/1997 00:33 5.7 4.85 29 26/10/2016 17:10 5.4 294.74 10.1 8.7 52.9 26/09/1997 09:40 6 -4.92 14 26/10/2016 19:18 5.9 248.28 13.2 7.5 57.7 26/10/2016 21:42 4.6 59.33 8.1 9.5 73.6 11/03/1978 05:40 3.7 4.59 13 27/10/2016 03:19 4.1 24.46 7.2 9.0 57.6 Mexicali Valley 11/03/1978 23:57 4.8 4.57 10 27/10/2016 03:50 4.4 7.12 21.7 8.9 58.3 12/03/1978 00:30 4.5 -4.51 12 27/10/2016 08:21 4.4 27.13 9.0 9.3 43.8 25/04/1992 11:06 7 -5.78 60 30/10/2016 06:40 6.1 476.43 5.4 9.4 50.0 Mendocino Cape 31/10/2016 03:27 4.3 58.72 2.6 11.0 44.0 26/04/1992 00:41 6.6 5.87 40 31/10/2016 07:05 4.4 82.16 7.3 20.0 43.1 20/09/1999 17:47 7.6 -9.83 160 Chi Chi, Taiwan 01/11/2016 07:56 4.7 18.14 23.5 9.9 73.5 20/09/1999 18:03 6.2 -9.33 104 02/11/2016 19:37 4.0 4.47 10.9 10.0 56.5 Niigata 23/10/2004 17:56 6.6 -5.21 299 03/11/2016 00:35 4.7 36.45 26.7 8.0 35.3 SG03-68
La costruzione delle sequenze sismiche di input è stata realizzata interponendo tra una scossa e l’altra un intervallo di 30 secondi, sufficiente affinché il sistema ritorni in una condizione di quiete anche per i ridotti coefficienti di smorzamento adottati (ξ=0.05). 2.2 Sistema SDOF utilizzato Il legame costitutivo adottato per eseguire l’analisi sui sistemi SDOF è stato ottenuto semplificando il legame ciclico a taglio proposto da Tomazevic e Lutman (1996), già utilizzato efficacemente per rappresentare le strutture in Figura 1. Legame ciclico utilizzato per l’analisi degli oscillatori semplici. muratura non armata in campo non lineare (Rinaldin et al., 2016). In particolare, viene Sono stati indagati i livelli di duttilità pari a 2, 3 utilizzato il legame di Figura 1, che presenta una e 4, ottenendo per ciascun evento delle sequenze curva scheletro bi-lineare composta da ramo analizzate gli spettri inelastici a duttilità costante. elastico e plastico. La pendenza Kpl di Un esempio degli spettri inelastici ottenuti è quest’ultimo è stata variata in modo da ottenere 3 riportato in Figura 2. L’analisi è condotta per configurazioni diverse: ogni periodo strutturale compreso tra 0.1s e 4.0s, 1. Kpl=0, elasto-perfettamente plastico; con passo 0.01s. 2. Kpl=-0.05Kel, softening del 5%; 3. Kpl=-0.10 Kel, softening del 10%. La risposta è presentata in termini di spettro di risposta anelastico e di duttilità richiesta a resistenza prefissata. Tali risposte sono ottenute tramite un codice di calcolo in linguaggio Fortran che esegue un’analisi dinamica dell’oscillatore semplice attraverso integrazione numerica dell’equazione del moto, già utilizzato in Rinaldin et al., 2017 e Amadio et al., 2016 con altri tipi di leggi elasto-plastiche. Con riferimento alla Figura 1, che riporta schematicamente i principali parametri per la Figura 2. Spettri della sequenza di Capo Mendocino a definizione della legge elasto-plastica, i percorsi duttilità costante di scarico mostrati in giallo sono composti da 2 rami consecutivi. Il primo ramo scarica una Questa prima serie di analisi ha permesso di percentuale di forza pari a rispetto alla indentificare i rapporti fra i fattori di struttura q resistenza in curva scheletro, mentre il secondo dipendenti dalla sola duttilità mediante l’Eq. 1. riporta il percorso sulla parte negativa della backbone. qseq Rq (T ) (1) Il legame implementa degrado di rigidezza e qenv resistenza. I parametri per la definizione del ciclo sono elencati di seguito: in cui qseq è il fattore di struttura calcolato periodo 1. Kel rigidezza del ramo elastico; per periodo sullo spettro dell’intera sequenza, 2. Kpl rigidezza del ramo plastico; mentre qenv è calcolato sull’inviluppo degli spettri 3. Fcr forza al limite elastico (cracking); di ogni singolo evento che la compone. 4. percentuale di forza utilizzata nel primo Il fattore di struttura viene calcolato come in Eq. ramo di scarico; 2. 5. parametro di degrado di rigidezza; 6. parametro di degrado di resistenza; S a ,el (T) 7. du spostamento ultimo. q (2) S a ,inel (T) SG03-69
in cui S a ,el (T) è l’accelerazione spettrale elastica e 2.3 Valutazione del danno strutturale S a ,inel (T) è l’accelerazione spettrale inelastica. Per stimare il danno strutturale accumulato nel L’analisi con il medesimo input sismico è stata corso dell’analisi e dopo ogni singolo evento condotta anche a resistenza costante, prefissata a sismico all’interno delle sequenze utilizzate, si è 3 livelli distinti pari all’inverso delle duttilità fatto riferimento anche all’indice di Park & Ang investigate. La resistenza richiesta dallo spettro (1985a, 1985b) come già utilizzato in passato da elastico è stata ridotta attraverso un coefficiente k Amadio et al. (2003). L’indice di danno DI viene come in Eq. 3. calcolato secondo l’Eq. 6: d max d cr E Fcr k Fe k Sa ,el (Ti ) (3) DI 0.15 H (6) du d cr Fcr du in cui Fe è la forza richiesta al sistema elastico e Sa ,el (Ti ) è l’accelerazione dello spettro elastico al in cui dmax è lo spostamento massimo periodo Ti. I valori di k utilizzati in questo lavoro raggiunto, dcr è lo spostamento al limite elastico, sono: du è lo spostamento ultimo, EH è l’energia dissipata per isteresi e Fcr è la forza al limite - 0.25 per strutture poco resistenti; elastico. - 0.33 per strutture mediamente Questo indice di danno identifica usualmente i resistenti; seguenti stati della struttura in base al suo valore: - 0.50 per strutture con buona capacità se è maggiore di 0.77 la struttura è prossima al resistente. collasso, se è maggiore di 0.4 la struttura ha Mediante questa ultime serie di analisi è possibile subito danni gravi e irreparabili, infine al di sotto valutare il rapporto fra le duttilità richieste dalla di tale soglia la struttura ha subito danni sequenza e dall’inviluppo di ogni singolo evento reversibili e limitati. componente, come in Eq. 4. La relazione proposta in Eq. 6 ha un primo termine dipendente dalla duttilità e un secondo r , seq definito in funzione dell’energia dissipata: in R (T) (4) questo modo vengono presi in considerazione r ,env entrambi i fenomeni (duttilità e dissipazione dell’energia in input) che regolano il dove r , seq è la duttilità richiesta dalla comportamento di una struttura soggetta al sisma. sequenza e r ,env è la duttilità richiesta La valutazione dell’indice di danno DI viene dall’inviluppo dei singoli eventi, per ogni periodo effettuata alla fine di ogni evento che compone analizzato e a parità di fattore di riduzione k. una sequenza. In Figura 3 viene presentata Sostituendo l’Eq. 2 nell’Eq. 1 si ottiene l’Eq. 5, in l’evoluzione del comportamento ciclico dello cui viene esplicitata la relazione fra il rapporto fra SDOF analizzato quando sottoposto alla sequenza i fattori di struttura e l’inverso del rapporto delle di Capo Mendocino. duttilità richieste. (a) Fe, seq Fe , seq Fy , seq Fy , seq Rq (T ) Fe,env max( Fe ,env ) max Fy ,env max( Fy ,env ) (5) max( Fy ,env ) 1 Fy , seq R (T ) Per tale ragione sono stati scelti dei fattori di riduzione della resistenza k pari all’inverso delle duttilità investigate. SG03-70
(b) (a) Figura 3. Cicli forza spostamento dello SDOF per T=1s dopo il primo evento (a) e alla fine della sequenza (b) di Capo Mendocino. 3 ANALISI DEI RISULTATI Per brevità sono presentati di seguito i risultati per le sequenze sismiche di Christchurch (2011) e (b) di Hokkaido (2004). Queste due sequenze sono rappresentative dei diversi comportamenti rilevati durante una sequenza sismica. Nelle figure successive, si fa riferimento al ciclo alla Tomazevic elasto-perfettamente plastico con la sigla TOM EPP, mentre il legame isteretico adottato viene rappresentato dalla sigla TOM seguita dalla percentuale di softening utilizzata. 3.1 Christchurch (c) La richiesta di duttilità per la sequenza sismica coincide quasi completamente con quella del sisma di maggiore intensità all’interno della sequenza stessa. Questo si osserva anche al variare delle caratteristiche del modello ciclico adottato. Con riferimento alla Figura 4, si nota come, per sistemi a bassa duttilità, la richiesta di resistenza per la sequenza sismica coincida quasi (d) completamente con quella del sisma di maggiore Figura 4. Spettri inelastici per la sequenza di Christchurch intensità. Per valori di duttilità maggiori invece, a per =2 con legame TOM elastico perfettamente plastico partire da un periodo T=0.60s, le richieste (a) e con softening al 10% (b) e con =4 (c),(d). ottenute per la sequenza e per il sisma di maggiore intensità risultano diverse, presentando All’aumentare del softening la distanza dallo numerose intersezioni tra le due curve. spettro elastico aumenta, come mostrato in Figura 4c. Per questa sequenza, le relative richieste di duttilità sono riportate in Figura 5. SG03-71
(a) (b) (b) (c) Figura 5. Richieste di duttilità con k=0.5 (a) e k=0.25 (b) per la sequenza di Christchurch. Con il diminuire della resistenza (Figura 5b), (d) le richieste di duttilità aumentano fino a valori Figura 6. Spettri inelastici per la sequenza di Nocera Umbra non raggiungibili dalla struttura, in particolare per per =2 con legame TOM EPP (a), con softening al 10% i periodi corti. (b) e con =4 (c),(d). 3.2 Hokkaido La sequenza di Hokkaido (2004), composta da due sismi di intensità paragonabile, presenta una richiesta di duttilità diversa da quella di inviluppo di ogni singolo sisma, per range di periodi molto estesi. Questo effetto è più visibile all’aumentare della duttilità, come mostrano gli spettri inelastici di Figura 6. Tale comportamento viene confermato dalle richieste di duttilità visibili in Figura 7. Figura 7. Richieste di duttilità per la sequenza di Hokkaido con k=0.25. 4 ANALISI DEI RISULTATI 4.1 Rapporti di duttilità I rapporti di duttilità, misurati utilizzando l’Eq. 4, sono riportati nel seguito per tutte le sequenze (a) analizzate e per i 3 livelli di resistenza assunti. SG03-72
Per il fattore k=0.25, il softening al 10% non viene analizzato perché considerato troppo penalizzante. Un rapporto inferiore all’unità indica che la richiesta di duttilità dovuta alla sequenza è inferiore a quella relativa all’inviluppo dei singoli eventi componenti. Per ogni caso analizzato viene riportato il 95° percentile fra tutte le sequenze, al fine di (b) rappresentare il valore caratteristico che ha il 5% di probabilità di superamento. I risultati riportati in Figura 8, relativi alle strutture meno resistenti, mostrano come la dipendenza dalla forma del ciclo d’isteresi non sia molto marcata in termini di richiesta di duttilità, come già evidenziato in Amadio et al. (2016). La Figura 9 mostra invece i rapporti di duttilità per strutture mediamente resistenti; la Figura 10 (c) per quelle di buona resistenza. Figura 9. Rapporti fra richieste di duttilità per tutte le analisi con k=0.33 per legame TOM EPP (a), TOM al 5% (b) e TOM al 10% (c). (a) (a) (b) (b) Figura 8. Rapporti fra richieste di duttilità per tutte le analisi con k=0.25 per legame TOM EPP (a) e TOM al 5% (b). (c) Figura 10. Rapporti fra richieste di duttilità per tutte le analisi con k=0.5 per legame TOM EPP (a), TOM al 5% (b) e TOM al 10% (c). (a) I valori del 95° percentile sono elencati in Tabella 3. Da essi si possono desumere gli aumenti di duttilità richiesta dovuti alle sequenze, riportati in Tabella 4. SG03-73
Tabella 3. Valori dei rapporti di duttilità – 95° percentile. (c) Modello 95° percentile isteretico k=0.25 k=0.33 k=0.50 TOM EPP 1.184 1.062 1.031 TOM 5% 1.242 1.143 1.046 TOM 10% / 1.153 1.110 Tabella 4. Aumento percentuale della duttilità richiesta dovuto alla sequenze sismiche internazionali. Modello Aumento richiesta dutt. isteretico Figura 11. Rapporti fra fattori di struttura per tutte le analisi k=0.25 k=0.33 k=0.50 con duttilità 2 per legame EPP (a), TOM al 5% (b) e TOM TOM EPP 18% 6% 3% al 10% (c). TOM 5% 24% 14% 5% (a) TOM 10% / 15% 11% 4.2 Rapporti dei fattori di struttura L’analisi dei risultati ottenuti in termini di spettri inelastici ha permesso di evidenziare anche i rapporti del fattore di struttura come da Eq. 1. Per tali valori, viene riportato il 5° percentile per ogni caso analizzato. In Figura 11 sono riportati i risultati i rapporti raccolti per tutte le sequenze per duttilità 2, (b) mentre in Figura 12 quelli per il livello di duttilità 4. (a) (c) (b) Figura 12. Rapporti fra fattori di struttura per tutte le analisi con duttilità 4 per legame EPP (a), TOM al 5% (b) e TOM al 10% (c). In Tabella 5 sono riportati i valori dei rapporti fra i fattori di struttura al 5° percentile. Si può notare come la riduzione del fattore di struttura dovuta alla sequenza sismica sia molto prossima all’inverso dell’aumento di duttilità di Tabella 3 e pertanto possano essere proposti gli stessi valori anche per la riduzione del fattore di struttura. SG03-74
Tabella 5. Valori dei rapporti fra fattori di struttura – 5° percentile. Modello 5° percentile isteretico Dutt. 2 Dutt. 3 Dutt. 4 TOM EPP 0.880 0.881 0.911 TOM 5% 0.879 0.882 0.889 TOM 10% 0.876 0.897 0.927 5 INDICI DI DANNO L’indice di danno di Park & Ang (Eq. 6, 1985a, 1985b) è stato utilizzato nello studio della sequenza del Centro Italia allo scopo di far (b) Figura 13. Indici di danno per la sequenza del Centro Italia emergere l’evoluzione del danneggiamento con =2 e legame TOM al 5% per T=0.3s (a) e T=0.5s (b). strutturale. Tale sequenza non è stata utilizzata nei risultati precedentemente presentati. Al fine di rispecchiare le caratteristiche delle murature dei centri storici danneggiati dalla sequenza, sono state indagate, mediante un modello SDOF, le duttilità 2 e 3 con il solo modello isteretico TOM al 5% di softening. I risultati con duttilità 2 sono presentati in Figura 13 per i periodi strutturali scelti di 0.3 e 0.5s. La Figura 14 mostra un comportamento analogo al caso precedente, sebbene la duttilità in quest’ultimo caso sia stata incrementata a 3: solamente le struttura in muratura con buona resistenza (k da 0.5 a 0.75) non hanno subito danni con il mainshock del 24 agosto e sono sopravvissute all’intera sequenza evitando il collasso. Gli altri tipi di strutture meno resistenti (a) hanno subito invece un danno consistente con il mainshock per poi arrivare al collasso (DI=1) con l’evento del 30 ottobre, o in alcuni casi anche prima come per k=0.25. (b) Figura 14. Indici di danno per la sequenza del Centro Italia con =3 e legame TOM al 5% per T=0.3s (a) e T=0.5s (b). I risultati presentati non sono necessariamente coerenti con i percentili (a) presentati in precedenza relativi alle sequenze internazionali, poiché sono riferiti ai soli periodi 0.3s e 0.5s. SG03-75
6 CONCLUSIONI Tomazevic M., Lutman M., 1996. Seismic behavior of masonry walls - Modeling of hysteretic rules, Journal of In questo lavoro viene analizzato il Structural Engineering, 1048-1054. comportamento delle strutture in muratura Rinaldin G., Amadio C., Macorini L. A macro-model with soggette ad una sequenza sismica. Sono state nonlinear springs for seismic analysis of URM buildings. Earthquake Engng Struct. Dyn. (2016) 45 utilizzate 10 sequenze sismiche internazionali, no.14: 2261-2281. DOI: 10.1002/eqe.2759. mediante analisi dinamica di uno SDOF non Amadio C, Rinaldin G, Fragiacomo G. Investigation on the lineare con un opportuno comportamento accuracy of the N2 method and the equivalent isteretico, per le quali sono stati raccolti gli spettri linearization procedure for different hysteretic models, inelastici e le richieste di duttilità della sequenza Soil Dynamics and Earthquake Engineering (2016), alla struttura. Tali dati sono stati processati per 83:69-80, DOI: 10.1016/j.soildyn.2016.01.005 Rinaldin G, Amadio C, Fragiacomo M. Effects of seismic ottenere la correzione da apportare al fattore di sequences on structures with hysteretic or damped struttura da utilizzare nella progettazione. Le dissipative behaviour, Soil Dynamics and Earthquake attuali normative tecniche non tengono conto Engineering, 97 (2017) 205–215, DOI: della riduzione del fattore di struttura dovuta agli 10.1016/j.soildyn.2017.03.023 sciami sismici che, di fatto, seguono sempre Park YJ, Ang AHS. Mechanistic seismic damage model for reinforced concrete. Journal of Structural Engineering l’evento principale. Nell’ottica di una (ASCE) 1985a; 111(4):722–739. progettazione delle strutture condotta secondo un Park YJ, Ang AHS, Wen YK. Seismic damage analysis of principio di resilienza, è opportuno considerare reinforced concrete buildings. Journal of Structural dei fattori di struttura ridotti sulla base delle Engineering 1985b; 111(4):740-757. quantità evidenziate, facendo riferimento nella progettazione al raggiungimento della sopravvivenza della struttura ad un’intera serie di eventi sismici, e non ad un unico evento come viene fatto attualmente. Nel lavoro sono riportate alcune prime indicazioni in tale senso anche se ulteriori approfondimenti su strutture reali sono necessari. BIBLIOGRAFIA ReLUIS-INGV Workgroup, 2016. Preliminary study of Rieti earthquake ground motion records V4, available at http://www.reluis.it. Rinaldin G, 2016. Il sisma di Rieti, http://giovanni.rinaldin.org/giovanni/cms/sisma-rieti-2. Bruneau M, Reinhorn A, 2006. Overview of the Resilience Concept. Proceedings of the 8th U.S. National Conference on Earthquake Engineering, 2040, April 18- 22, 2006, San Francisco, California, USA. Amadio C, Fragiacomo M, Rajgelj S, 2003. The effects of repeated earthquake ground motions on the non-linear response of SDOF systems. Earthquake engineering & structural dynamics, 32 (2), 291-308. Luzi L, Hailemikael S, Bindi D, Pacor F, Mele, F, Sabetta F, 2008. ITACA (ITalian ACcelerometric Archive): A Web Portal for the Dissemination of Italian Strong- motion Data, Seismological Research Letters, 79 (5), 716–722. Doi: 10.1785/gssrl.79.5.716. Fujiwara, H., Aoi, S., Kunugi, T., & Adachi, S. et al. Strong-motion Observation Networks of NIED: K-NET and KiK-net. Cosmos Report (2004). Archuleta, R.J., Jamison S., Melinda S. The COSMOS Virtual Data Center: A web portal for strong motion data dissemination. Seismological Research Letters 77.6 (2006): 651-658. Luzi L, Puglia R, Russo E & ORFEUS WG5 (2016). Engineering Strong Motion Database, version 1.0. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Observatories & Research Facilities for European Seismology. doi: 10.13127/ESM. SG03-76
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