Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani

Pagina creata da Nicolo' Ferraro
 
CONTINUA A LEGGERE
Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani
05_maggio_2007_DEF.qxp        11-05-2007        14:32      Pagina 209

                                                                                                                                                               Contributi pratici
                              Piroplasmosi nei Cavalli
                               abruzzesi e marchigiani

      Gennaro J.
      Di Corinto
      Libero professionista
                                                                                                                                          Parole chiave
      Barbara Bonfini,
                                                                                                                                          Piroplasmosi
      Giovanni Savini
      I.Z.S. dell’Abruzzo                                                                                                                 Theileria equi
      e del Molise                                                                                                                        Babesia caballi
                                                                                                                                          immunofluorescenza
      Antonio Gatti                                                                                                                       reazione a catena
      Università di Teramo                                                                                                                della polimerasi

                              Riassunto                                              I risultati dell’analisi di 303 cavalli scelti con
                                                                                     criteri di casualità mostrano che l’infezione
                              Tra il 2002-2005 un gruppo di 380 cavalli              da T. equi è attualmente responsabile della
                              allevati in Abruzzo e nelle Marche sono stati          quasi totalità delle piroplasmosi equine pre-
                              esaminati per Theileria equi e Babesia ca-             senti in Italia: in questo studio, il 96,1% del-
                              balli mediante immunofluorescenza indiret-             le positività è dovuto a T. equi, ed il rappor-
                              ta (IFI) e reazione a catena della polimerasi          to riscontrato tra le due infezioni protozoa-
                              (PCR). Per l’infezione da T. equi sono stati i-        rie è 25:1. Percentuali di infezione da T. equi
                              noltre valutati l’andamento nel periodo con-           simili sono state osservate tra cavalli di dif-
                              siderato, l’influenza di alcuni fattori intrinse-      ferente sesso, attitudine e regione di prove-
                              ci ed estrinseci all’animale e l’associazione          nienza, mentre percentuali diverse si sono
                              con la sindrome da minor rendimento.                   osservate tra le varie classi di età, con valori
                              Per lo studio dell’andamento dell’infezione            significativamente più elevati nei cavalli di
                              nei quattro anni, in alcuni casi sono stati effet-     età superiore agli 8 anni. La percentuale di
                              tuati più prelievi da uno stesso animale per           infezione è risultata uniformemente distribui-
                              un totale di 582 campioni esaminati in IFI e           ta nei prelievi effettuati nella stagione favo-
                              PCR. Per verificare se il periodo in cui è stato       revole alla infezione ed in quella invernale.
                              effettuato il prelievo potesse aver influito sul-      L’associazione tra infezioni da T. equi e sin-
                              la percentuale d’infezione, sono stati compa-          dromi da minor rendimento è stata confer-
                              rati i risultati ottenuti in PCR dai 189 prelievi      mata dai risultati della comparazione tra la
                              del periodo novembre-aprile con i 331 di               percentuale d’infezione riscontrata in PCR in
                              maggio-ottobre, mesi in cui le zecche sono             un gruppo di 306 cavalli clinicamente sani
                              più abbondanti. Per stimare l’influenza di al-         al momento del prelievo e quella ottenuta
                              cuni fattori intrinseci ed estrinseci all’anima-       in un gruppo di 74 cavalli che presentavano
                              le, sono stati esaminati in IFI campioni di dif-       un calo delle performance sportive e/o una
                              ferente sesso (n = 380), classi di età (377),          inusuale svogliatezza nelle normali attività
                              regione (n = 378) e attitudine (360).                  quotidiane.
                                                                               5 / 209
Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani
05_maggio_2007_DEF.qxp         11-05-2007        14:32    Pagina 210

      Contributi pratici

      Introduzione                                       L’Italia non sembra discostarsi da quanto          stati effettuati più prelievi da uno stesso a-
                                                         osservato negli altri Paesi: benché queste         nimale per un totale di 582 campioni di
      La piroplasmosi equina è una parassitosi           infezioni protozoarie siano endemiche e            siero e di sangue esaminati per T. equi e B.
      delle cellule ematiche trasmessa da zecche         rappresentino ancora oggi una delle mag-           caballi. Per la T. equi, inoltre, è stata valuta-
      e sostenuta da protozoi del genere Babe-           giori cause d’impedimento alla movimenta-          ta la possibile influenza che fattori intrinse-
      sia, B. equi e B. caballi.                         zione di cavalli, non vi sono che pochi stu-       ci all’animale, come sesso ed età, od e-
      B. equi, a causa della presenza di uno sta-        di recenti, che hanno rilevato titoli anticor-     strinseci, come periodo di campionamen-
      dio schizogonico intra linfocitario prece-         pali nei confronti di T. equi e/o B. caballi in    to, regione di appartenenza e attitudine,
      dente a quello intra eritrocitario nell’ospite     quasi un terzo dei cavalli esaminati, con ti-      possono avere sulla percentuale di infezio-
      vertebrato, all’assenza di trasmissione tran-      toli da imputare per la quasi totalità alla pri-   ne. Per il sesso, gli animali sono stati divisi
      sovarica e alla resistenza ai babesicidi tra-      ma che, delle due, è l’infezione più grave.        in 140 castroni, 79 maschi e 161 femmine.
      dizionali, è stata inclusa nel genere Theileria.   In questo lavoro ci si è prefisso di aggior-       Per l’età, si sono formate tre classi: nella pri-
      La malattia può manifestarsi in forma ipera-       nare i dati esistenti, in modo da avere il         ma sono stati inclusi 71 soggetti da 1 a 3
      cuta, acuta, subacuta e cronica: le prime          punto sulla attuale presenza della babesio-        anni, nella seconda 143 da 4 ad 8 e nella
      due sono caratterizzate da un quadro cli-          si in Abruzzo e nelle Marche e di appro-           terza 163 cavalli di età superiore agli 8 anni.
      nico grave, talvolta mortale, mentre le for-       fondire alcuni aspetti di questa patologia         Per la regione di appartenenza, la percen-
      me subacuta e cronica si presentano, di nor-       per tanti versi ancora poco chiari.                tuale di infezione nei 225 cavalli abruzzesi
      ma, in forma subdola e spesso inapparente.         Ricondurre lo scarso rendimento di un ca-          è stata comparata con quella osservata nei
      A questi casi subdoli ed alla conseguente          vallo atleta alla piroplasmosi non è pratica       153 marchigiani. Per valutare se l’attitudine
      formazione di permanenti serbatoi di infe-         comune e non di rado siffatti quadri clinici       dell’animale potesse influire sulla percen-
      zione è legata la vasta diffusione della ma-       rimangono privi di una diagnosi e, di con-         tuale di infezione da T. equi, sono stati in-
      lattia nel mondo.                                  seguenza, di una terapia in grado di risol-        clusi nello studio 189 cavalli da sella (equi-
      Il problema principale di questa patologia,        vere il problema. Ulteriore obiettivo di que-      tazione di campagna) e 171 utilizzati in va-
      oltre alla gravità dei sintomi, è rappresenta-     sto studio è quindi quello di indagare se          rie discipline sportive come galoppo, trot-
      to dal suo difficile controllo: infatti, tenuto    infezioni da T. equi possono essere asso-          to, ostacoli, giostre cavalleresche, raining,
      conto degli ambienti in cui vengono alle-          ciate a sindromi da minor rendimento.              endurance, morfologia, alta scuola.
      vati gli equini, della loro estesa superficie                                                         Per tutti questi fattori sono stati considerati
      corporea e dell’ingente produzione di se-          Materiali e metodi                                 solo i risultati ottenuti dall’esame sierologi-
      creto da parte delle ghiandole sudoripare                                                             co dei campioni (IFI). Per verificare se il pe-
      quando l’animale è sottoposto ad allena-           Studio epidemiologico                              riodo in cui è stato effettuato il prelievo po-
      mento, è difficile tenere basso il livello di      L’indagine, iniziata alla fine del 2001 e ter-     tesse aver influito sulla percentuale d’infe-
      infestazione dell’ospite vertebrato.               minata nell’ottobre del 2005, ha coinvolto         zione, i risultati ottenuti in PCR dai 189 pre-
      Un altro fattore non trascurabile è rappre-        380 cavalli di differente età, sesso, razza        lievi effettuati nel periodo novembre-apri-
      sentato dal fatto che, a seguito di un episo-      ed attitudine, allevati nelle regioni Abruzzo      le sono stati comparati con quelli dei 331
      dio acuto, un cavallo può diventare carrier        e Marche. A parte un gruppo composto da            prelievi del periodo maggio-ottobre, mesi
      di infezione anche per tutta la vita, con la       74 animali, in cui il prelievo è stato effettua-   in cui le zecche sono più abbondanti.
      conseguente presenza di soggetti asinto-           to a seguito di un sospetto clinico, la scelta
      matici che, in particolari situazioni di stress,   degli altri campioni ha rispettato criteri ca-     Monitoraggio clinico
      possono riproporre il quadro clinico tipico        suali e, tra questi, 303 sono stati esaminati
      della forma acuta.                                 per determinare la percentuale di animali          Il monitoraggio di tipo clinico è stato rea-
      Le babesie equine sono cosmopolite: so-            infetti dalle due infezioni protozoarie.           lizzato su una popolazione equina com-
      no state segnalate nell’Europa meridionale         Il sangue è stato prelevato asetticamente          posta da 380 animali, tutti allevati in scude-
      e nell’ex Unione Sovietica, mentre non si ri-      dalla vena giugulare del cavallo in due pro-       rie e utilizzati in varie discipline sportive o
      portano casi di origine autoctona in Sviz-         vette sottovuoto, di cui una contenente an-        da sella. Al momento del prelievo ogni ani-
      zera, al nord delle Alpi, Austria, Germania,       ticoagulante (EDTA). Sui campioni di siero         male era sottoposto a visita clinica.
      Olanda, Irlanda e Gran Bretagna, nonostan-         l’esame per la ricerca di anticorpi è stato        L’indagine ha comparato la percentuale di
      te la presenza dei potenziali vettori re-          effettuato utilizzando la metodica di immu-        infezione da T. equi riscontrata in PCR in un
      sponsabili della trasmissione.                     nofluorescenza indiretta (IFI), mentre sui         gruppo di 306 cavalli clinicamente sani al
      Aree endemiche sono l’Africa, l’America la-        campioni di sangue con anticoagulante è            momento del prelievo con quella ottenuta
      tina e tutta l’Asia, eccetto il Giappone.          stata eseguita la reazione a catena della          in un altro gruppo di 74 cavalli, in cui si os-
      In Australia sono state introdotte nel 1976,       polimerasi (PCR), in accordo con quanto            servavano o erano segnalati dall’allevatore
      mentre negli Stati Uniti sono rimaste loca-        descritto da Cammà et al.                          un calo delle performance sportive e/o una
      lizzate in Florida grazie al’’imposizione di       Per lo studio dell’andamento dell’infezione        inusuale svogliatezza nelle normali attività
      rigide misure precauzionali.                       nei 4 anni considerati, in alcuni casi sono        quotidiane.
                                                                             5 / 210
Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani
05_maggio_2007_DEF.qxp         11-05-2007        14:32      Pagina 211

      Analisi statistica                                                            Figura 1   Distribuzioni di probabilità della percentuale di animali positivi
                                                                                               alla reazione a catena della polimerasi per T. equi e B. caballi

      I dati parassitologici e sierologici sono stati analizzati mediante
      approccio bayesiano utilizzando la distribuzione di probabilità
      beta (s+1, n-s+1), dove s è il numero totale dei campioni positivi
      e n è il numero totale dei campioni esaminati. Il picco della curva
      di distribuzione rappresenta il valore più probabile della percen-
      tuale degli animali positivi mentre la larghezza della curva dà infor-
      mazioni circa l’incertezza della stima dovuta alla dimensione del
      campione. Sono stati inoltre calcolati i rispettivi intervalli di confi-
      denza al 95%.

      Risultati
                                                                                    Figura 2   Distribuzioni di probabilità della percentuale di animali
                                                                                               positivi alla immunofluorescenza per T. equi e B. caballi
      Studio epidemiologico
      Dei 303 campioni di sangue esaminati in PCR, 43 sono risultati posi-
      tivi per T. equi (14,2%, l.c.i. 10,7%, l.c.s. 18,6), mentre 1 trottatore
      castrone di 8 anni per B. caballi (0,33%, l.c.i. 0,8%, l.c.s. 1,8%).
      Due castroni di 8 e 10 anni, uno adibito alla sella e l’altro agli osta-
      coli, hanno evidenziato presenza di materiale genetico di en-
      trambi i protozoi (0,66%, l.c.i. 0,2%, l.c.s. 2,4%) (Fig. 1).
      Dei 303 campioni di siero esaminati in IFI, 57 sono risultati positivi
      per T. equi (18,7%, l.c.i. 14,8%, l.c.s. 23,6%), 1 cavalla da scuola
      di 8 anni per B. caballi (0,33%, l.c.i. 0,8%, l.c.s. 1,8%) mentre 1
      castrone maremmano di 8 anni da sella ha evidenziato presenza di
      anticorpi nei confronti di entrambi i protozoi (0,33%, l.c.i. 0,8%,
                                                                                    Figura 3   Distribuzioni di probabilità della percentuale di animali
      l.c.s. 1,8%) (Fig. 2).                                                                   positivi alla reazione a catena della polimerasi per T. equi
      Il 2004 è l’anno che ha fatto rilevare una percentuale superiore di
      animali positivi alla T. equi (Figg. 3-4). L’incremento osservato al
      test dell’immunofluorescenza è risultato significativo rispetto al da-
      to rilevato nel 2002 (Fig. 4). Non vi sono stati incrementi significa-
      tivi (P > 0,05) nelle percentuali di animali infetti da T. equi negli altri
      anni considerati in questo studio (Figg. 3-4).
      Percentuali di infezioni da T. equi simili sono state riscontrate nei
      castroni (26,4%, l.c.i. 20,0%, l.c.s. 34,5%), nei maschi (20,2%, l.c.i.
      12,9%, l.c.s. 30,4%) e nelle femmine (17,4%, l.c.i. 12,3%, l.c.s.
      24,0%) esaminati (Fig. 5), mentre percentuali differenti si sono evi-
      denziate nelle diverse classi di età considerate. In particolare, i va-
      lori osservati nella classe che includeva cavalli di età superiore agli
      8 anni (25,8%; l.c.i. 19,7%, l.c.s. 33,0%) sono risultati significativa-
                                                                                    Figura 4   Distribuzioni di probabilità della percentuale di animali
      mente più elevati rispetto a quelli evidenziati nella classe di caval-                   positivi alla immunofluorescenza per T. equi
      li di età compresa tra gli 1 e 3 anni (9,9%, l.c.i. 4,9%; l.c.s. 19,0%)
      (Fig. 6). Non si sono riscontrate differenze significative (P>0,05)
      nelle percentuali di infezione osservate tra i cavalli adibiti alla equi-
      tazione campestre e quelli impiegati nelle diverse discipline spor-
      tive, tra i cavalli abruzzesi e quelli marchigiani e tra i prelievi effet-
      tuati nella stagione favorevole all’infezione ed in quella invernale.

      Monitoraggio clinico
      Quando testati per T. equi mediante PCR, il gruppo di cavalli che
      presentava una sintomatologia da scarso rendimento ha evidenzia-
      to una percentuale di infezione da T. equi superiore (P < 0,05)
      rispetto al gruppo che al momento del prelievo non presentava
      sintomi (Fig. 7).
                                                                               5 / 211
Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani
05_maggio_2007_DEF.qxp         11-05-2007         14:32      Pagina 212

      Contributi pratici

      Figura 5   Distribuzione di probabilità della percentuale di stalloni,           trate in altri studi così come in questo, dove includendo tutte le
                 cavalle e castroni positivi alla immunofluorescenza per T. equi
                                                                                       positività riscontrate nei tests impiegati si raggiungono livelli di po-
                                                                                       sitività del 26,4%, e la bassa frequenza di casi conclamati riferibili
                                                                                       a T. equi, farebbero supporre una presenza endemica di questa
                                                                                       parassitosi con la maggior parte dei casi a decorso asintomatico.
                                                                                       Nello stabilire questa situazione sono senza alcun dubbio entrate in
                                                                                       gioco le caratteristiche biologiche di T. equi, quali la possibilità di
                                                                                       trasmissione transtadiale dell’infezione da parte del vettore, che ne
                                                                                       determinano la capacità di diffondersi più velocemente rispetto a
                                                                                       B. caballi. In questo contesto è il cavallo stesso che può considerar-
                                                                                       si serbatoio di infezione in quanto può rimanere parassitato da T.
      Figura 6   Distribuzione di probabilità della percentuale di cavalli positivi    equi per tutta la vita, mentre la zecca gioca un ruolo secondario.
                 alla immunofluorescenza per T. equi suddivisi per classi di età       È chiaro che in un simile scenario il riscontro di una distribuzione
                                                                                       uniforme della positività nei prelievi effettuati nelle stagioni caldo
                                                                                       umide rispetto a quelle fredde diventa facilmente prevedibile.
                                                                                       Parimenti, diventano comprensibili anche le analoghe elevate
                                                                                       percentuali di positività riscontrate in categorie come cavalli da
                                                                                       equitazione campestre o cavalli adibiti a varie discipline sporti-
                                                                                       ve dove la diversa tipologia di allevamento, nonché le diverse
                                                                                       attenzioni, potevano far presumere differenze significative nei
                                                                                       livelli di infezione.
                                                                                       La resistenza di T. equi alle terapie e la frequenza con cui i cavalli
                                                                                       sono soggetti a spostamenti ne facilitano ulteriormente la diffusio-
      Figura 7   Distribuzione di probabilità della percentuale di cavalli
                 positivi alla reazione a catena della polimerasi                      ne dando origine a popolazioni equine con percentuali di infezio-
                 per T. equi suddivisi in base alla sintomatologia                     ni simili come quelle abruzzesi e marchigiane.
                                                                                       In queste condizioni di endemia si viene così a creare una situa-
                                                                                       zione di stabilità caratterizzata da livelli di infezione pressoché
                                                                                       costanti negli anni, così come evidenziato in questo studio (ad
                                                                                       eccezione dei dati IFI ottenuti nel 2003), e dalla rarità dei casi cli-
                                                                                       nici segnalati.
                                                                                       In un contesto simile diminuiscono le forme iperacute-acute ed
                                                                                       aumentano quelle croniche rendendo l’approccio diagnostico più
                                                                                       complesso.
                                                                                       I risultati ottenuti in questo lavoro evidenziano una chiara correla-
                                                                                       zione tra presenza di forme subdole caratterizzate da minor ren-
                                                                                       dimento ed infezione da T. equi.
      Discussione                                                                      Diventa quindi importante, da parte del veterinario, essere al cor-
                                                                                       rente della presenza di questa parassitosi spesso troppo sottova-
      I risultati esposti confermano che l’infezione da T. equi è attual-              lutata nel territorio dove esercita la professione.
      mente responsabile della quasi totalità delle piroplasmosi equine                Un corretto approccio diagnostico è alla base di un mirato inter-
      presenti in Italia.                                                              vento terapeutico. Quest’ultimo, nei casi di sindrome da minor
      In questo studio, il 96,1% delle positività è dovuto a T. equi, ed il            rendimento segnalati ed/o osservati nel presente lavoro, ha restitui-
      rapporto riscontrato tra le due infezioni protozoarie è 25:1.                    to il cavallo ai rendimenti abituali.
      Come in altre occasioni dimostrato, oggi si assiste ad un totale                 È noto come in situazioni di endemia i puledri nati ricevano anti-
      ribaltamento rispetto a quanto accadeva 35 anni or sono quando                   corpi materni verso T. equi attraverso il colostro.
      la maggior parte delle segnalazioni di piroplasmosi riguardava in-               In queste aree l’immunità passiva trasmessa con il colostro, com-
      fezioni da B. caballi, talora anche in rapporto 10:1.                            provabile fino a 5 mesi di età, insieme a fattori non specifici, garan-
      La riduzione delle infezioni da B. caballi è sicuramente da attribui-            tisce ai puledri protezione nei confronti delle babesie equine per
      re, almeno in parte, ad un cambiamento del sistema di allevamen-                 i primi 6-9 mesi di vita. Infezioni (frequenti in tali condizioni) prese
      to, con una riduzione del tipo brado o semibrado a cui sembra                    durante questo periodo stimoleranno una risposta immunitaria atti-
      correlata l’infezione da B. caballi.                                             va più duratura senza provocare quadri clinici conclamati.
      L’incremento delle infezioni da T. equi è, invece, da implicare a di-            Dai risultati ottenuti è evidente come la percentuale di infezione
      versi fattori. La presenza di elevate percentuali di infezioni riscon-           negli animali esaminati cresca con l’aumentare dell’età.

                                                                                 5 / 212
Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani
05_maggio_2007_DEF.qxp         11-05-2007       14:32     Pagina 213

      I livelli di infezione più elevati si sono riscontrati negli anima-
      li di età superiore agli 8 anni.
      Se è vero che con il passare degli anni aumenta la probabilità
      che un animale incontri una zecca infetta, è altrettanto vero
      che l’aumentata percentuale di infezione riscontrata nei caval-
      li anziani potrebbe essere una conseguenza del fatto che
      infezioni da T. equi possono durare tutta la vita dell’animale.
      Sebbene quest’indagine abbia coinvolto solo due regioni ed
      un numero limitato di animali, si è tuttavia convinti che studi
      simili siano in grado di fornire utili informazioni sulla situazio-
      ne di queste parassitosi in Italia.
      È fuor di dubbio che l’approfondimento di alcuni aspetti, per
      molti versi ancora poco chiari, possa favorire un giusto ap-
      proccio al problema evitando inutili apprensioni o eccessive
      superficialità.
      È utile ricordare che una giusta informazione potrebbe evita-
      re contrattempi che non giovano né alla professione né tanto
      meno alla situazione italiana.

                   La bibliografia è disponibile sul sito
                     www.ilprogressoveterinario.it
Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani Piroplasmosi nei Cavalli - abruzzesi e marchigiani
Puoi anche leggere