La grande cometa del 2020 - Come l'abbiamo vista GIOVANNI BONINI - L'onda Book
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© 2020 Editoriale Delfino Srl Via Aurelio Saffi, 9 - 20123 Milano (Italia) Tel. +39.02.9578.4238 www.londabooks.com Copertina: L’astro chiomato C/2020 F3 NEOWISE, ripreso dall’autore poco prima dell’alba, a inizio luglio. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adatta- mento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (microfilm, copie fotostatiche com- presi), sono riservati per tutti i Paesi. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, mec- canici o altro senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Impaginazione: Myriam Masiero - Padova (Italia) Stampa: Mediagraf SpA - Noventa Padovana (PD) Finito di stampare nel mese di luglio 2020 Prodotto interamente realizzato in Italia Editoriale Delfino: da sempre sostenitrice del Made in Italy Codice ISBN: 979-12-80185-02-0 SSION MADE WITH PA 2 Editoriale Delfino
A chi ancora alza lo sguardo al Cielo, per carpire le infinite meraviglie della Natura e tenerle in serbo per sé e per gli altri. Figura D.1. Lo spettacolare astro chiomato C/2020 F3 NEOWISE, con la sua lunga coda di polve- ri. Immagine del 9 luglio, ripresa mentre iniziava ad albeggiare. NEOWISE La grande cometa del 2020 Come l’abbiamo vista 3
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Questo libro non è un rigoroso trattato scientifico, bensì una sorta di “Souvenir spaziale”, un ricordo di una delle più belle comete degli ultimi anni, resasi ben visibile a occhio nudo e ancora meglio nelle fotografie a lunga esposizione o, come si usa oggi, sommando digitalmente più fotogrammi. Giovanni Bonini www.facebook.com/Temporary.Management.Giovanni.Bonini www.linkedin.com/in/g-bonini-project-management-p6/ NEOWISE La grande cometa del 2020 Come l’abbiamo vista 5
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Indice 09 Prefazione di Andrea Accomazzo. 11 Introduzione. 19 Capitolo 1. L’astro chiomato C/2020 F3 NEOWISE nel cielo del mattino. 19 1.1. La mia prima osservazione visuale. 21 1.2. La mia prima osservazione fotografica. 24 1.3. Gli ultimi due giorni della prima decade di luglio. 30 1.4. Le mie ultime levatacce mattutine. 39 Capitolo 2. La cometa C/2020 F3 NEOWISE nel cielo della sera. 49 Capitolo 3. L’astro chiomato C/2020 F3 NEOWISE alla minima distanza dalla Terra. 51 Capitolo 4. Fotografie dal mondo. 51 4.1. Gerald Rhemann, Austria. NEOWISE La grande cometa del 2020 Come l’abbiamo vista 7
56 4.2. James Whitney Young, Stati Uniti. 60 4.3. Lorenzo Tagliaro, Italia. 61 4.4. Petr Horálek, Repubblica Ceca. 66 4.5. Michael Jäger, Austria. 71 Conclusioni. 75 Bibliografia essenziale. 8 Editoriale Delfino
Prefazione di Andrea Accomazzo Head Solar System and Exploration Missions Division European Space Agency (ESA) Se ci trovassimo nel XV secolo, Giovanni Bonini sarebbe uno di quegli scienziati meticolosi che abbiamo visto documentare in ogni singolo dettaglio la Natura che ci circonda ed i suoi fenomeni, con il fine ultimo di carpire tutti i segreti. Invece, ho avuto il piacere di conoscere Giovanni nel XXI secolo, nella sede dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dove ha lavorato per diversi mesi ad un impegnativo progetto di cambiamento nel centro di controllo. Da subito mi ha colpito per la sua passione per la Natura, siano le montagne, le stelle ed anche il genere umano. In Giovanni si trova la passione genuina per la scoperta, per l’osservazione, per l’analisi con l’obiettivo di capire a fondo i processi, i meccanismi, le regole di tutto quello che viene a contatto con lui. In questo libro Giovanni ci racconta della sua esperienza personale alla ricerca ed osservazione della cometa NEOWISE, ovvero uno dei corpi celesti che hanno caratterizzato il 2020, l’anno del COVID-19. Un anno che mai ci saremmo aspettati di vivere. Ed in questo bizzarro periodo Giovanni ha preso tutto il tempo di cui aveva bisogno per proiettarsi nei secoli scorsi ed andare ad osservare i misteri della Natura a lui tanto cari. Levatacce, ore di attesa, messa a punto degli strumenti fotografici, ricerca di informazioni: un diario di bordo per tutti che, oltre a fornire spiegazioni e dettagli su comete e apparecchi ottici, trasmette tutta la passione del nostro uomo. Tutto questo ci ricorda quanto sia fondamentale la curiosità e la NEOWISE La grande cometa del 2020 Come l’abbiamo vista 9
voglia di sapere insita nell’essere umano: è solo grazie a questo istintivo bisogno di andare oltre, di guardare oltre che si può pensare ad un’umanità che si evolve e si adatta ad un mondo che cambia. Andrea Accomazzo lavora presso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) come responsabile per le operazioni di volo delle missioni interplanetarie. Nel corso degli anni ha ricoperto il ruolo di Flight Director per le missioni Rosetta, BepiColombo e Solar Orbiter. Il suo Focus si sposta ora sulle missioni di esplorazione di Marte e della Luna, in particolare con la campagna di recupero di campioni del suolo marziano prevista per la fine di questo decennio. Figura P.1. Da sinistra a destra: Andrea Accomazzo, Giovanni Bonini, Mauro Del Ben e Stefano Di Lucente, presso il centro di Darmstadt (Germania) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). 10 Editoriale Delfino
Introduzione Le comete sono corpi minori, facenti parte del Sistema Solare, il sistema stellare nel quale viviamo. In genere, il nucleo di un astro chiomato ha un diametro di pochi chilometri: nulla in confronto a quello dei pianeti o dei loro satelliti naturali, come la Luna. Figura I.1. La cometa C/2020 F3 NEOWISE è stata uno degli astri chiomati più spettacolari degli ultimi anni. Ecco come si presentava la mattina dell’8 luglio, poco prima dell’alba. Le comete provengono dai più remoti confini del Sistema Solare, dove sono ibernate nella nube di Oort, la cui forma è sferica. Per questa ragione, possono avere delle orbite con le inclinazioni più disparate. Ogni tanto, qualcuna di queste “palle di neve sporca” si dirige verso l’interno del sistema stellare in cui viviamo, “accendendosi”: NEOWISE La grande cometa del 2020 Come l’abbiamo vista 11
a mano a mano che si avvicina al Sole, un astro chiomato inizia a consumarsi. I suoi ghiacci sublimano, portando con sé una discreta quantità di polveri. L’attività è tanto più intensa quanto minore è la distanza dalla nostra stella. Gas e polveri danno vita alla chioma, che avvolge il nucleo, e alle code, una di gas e una di polveri, che possono anche apparire sovrapposte per un effetto meramente prospettico. Se la cometa passa a breve distanza dal Sole, lo Stress termico e meccanico, dovuto alle forze di marea, può comportare la rottura (o fissione) del nucleo, un fenomeno spesso associato alla “morte” dell’astro chiomato. Soprattutto le comete più giovani possono avere dei periodi orbitali di molte migliaia di anni, sebbene non tutti gli astri chiomati siano periodici. Alcuni di essi, dopo averci fatto visita, si perdono nel vuoto dello spazio interstellare, percorrendo le loro orbite paraboliche: le parabole, infatti, non sono delle curve chiuse, così come le iperboli. Fino a qui, ecco spiegato ciò che succede dal punto di vista fisico. Tuttavia, è lecito chiedersi che cosa possa vedere un osservatore visuale, ubicato sulla superficie del nostro bel pianeta azzurro. Molto dipende dalla particolare cometa e dalla geometria dell’incontro, che può essere più o meno favorevole, perché non è detto che la Terra e l’astro chiomato si trovino sempre nella medesima posizione l’una rispetto all’altro. Ecco spiegato, per esempio, come mai la celebre cometa di Halley, che gli astronomi chiamano 1P/Halley, a volte si è rivelata estremamente spettacolare, mentre in altri casi non ha entusiasmato, come in occasione dell’ultimo passaggio al perielio, che è il punto dell’orbita più vicino al Sole. Ma perché 1P/Halley? “1P” significa che è il primo astro chiomato per il quale fu accertata la periodicità. Muovendosi lungo un’orbita ellittica, torna a farci visita ogni x anni, dove x rappresenta il periodo orbitale (in anni: 76, nel caso della 1P/ Halley). 12 Editoriale Delfino
Figura I.2. Ecco come si presentavano la chioma, con il falso nucleo, e la coda di polveri, la mattina del 9 luglio. In un certo senso, la cometa di Halley è un astro chiomato “a misura d’uomo”, perché il suo periodo orbitale è confrontabile con la vita umana. Alcune comete, invece, tornano a farci visita ben più frequentemente, mentre altre impiegano centinaia o migliaia di anni per descrivere le loro orbite: sono quelle a lungo periodo. NEOWISE La grande cometa del 2020 Come l’abbiamo vista 13
Di solito, gli astri chiomati dal breve periodo orbitale sono quelli più vecchi e consumati, per cui raramente danno spettacolo: le perturbazioni gravitazionali, spesso riconducibili a qualche incontro ravvicinato con i pianeti esterni, hanno accorciato il tragitto di queste comete intorno alla nostra stella. A ogni giro di boa intorno al Sole, perdono del materiale, consumandosi. A volte, può capitare che la Terra incontri le polveri disperse da qualche astro chiomato, capaci di originare una vera e propria pioggia di stelle cadenti o meteore. Per esempio, le celebri Lacrime di San Lorenzo o Perseidi, visibili intorno all’11 - 12 agosto di ogni anno, sono legate alla cometa 109P/Swift- Tuttle. Come si è visto, si tratta del centonovesimo (“109”) astro chiomato per il quale si è accertata la periodicità (“P”). Questi detriti spaziali, chiamati meteoroidi, sono disposti lungo l’orbita della cometa che li ha originati, in genere raggruppati in vere e proprie nubi, ciascuna delle quali è associata a un ben preciso passaggio al perielio. I meteoroidi sono soggetti a due tipi di forze: gravitazionali (poiché hanno una massa) e di pressione (avendo una superficie). Queste ultime sono legate alla radiazione solare e dipendono dalla superficie, che, per una sfera, è una funzione del raggio al quadrato. Le forze gravitazionali, invece, dipendono dal volume e, quindi, dal raggio al cubo (sempre nel caso di una sfera). Di conseguenza, i meteoroidi più piccoli vengono spazzati via dalla radiazione solare, mentre quelli di maggiori dimensioni sono fortemente influenzati dalle forze gravitazionali. Questo spiega come mai le Leonidi del 1998 furono così ricche di “bolidi” (Fireball), cioè stelle cadenti di eccezionale luminosità, capaci di rivaleggiare con Venere o persino con la Luna. Nel 1999, invece, le Leonidi diedero vita a una magnifica tempesta di stelle cadenti (Meteor Storm), ma la percentuale di bolidi fu molto più bassa rispetto a quella dell’anno prima. Nel 1998, infatti, la Terra incontrò una nube di detriti molto vecchia, che era stata “spopolata” dalla pressione della radiazione solare, 14 Editoriale Delfino
la quale aveva spinto via le particelle più piccole, lasciando soltanto i meteoroidi di maggiori dimensioni. Figura I.3. Il cielo stellato è uno dei più grandi spettacoli naturali ed è alla portata di tutti. Qui vediamo Sirio e la costellazione di Orione, prossima al tramonto dietro le Piccole Dolomiti parzialmente innevate. Perché C/2020 F3 NEOWISE? Si tratta di un astro chiomato nuovo, mai osservato in precedenza. “C”, quindi, indica che abbiamo a che fare con una cometa. “2020” è l’anno della sua scoperta. “F3” significa che è il terzo (“3”) astro chiomato scovato dal 16 al 31 marzo, vale a dire nella metà mese che corrisponde alla lettera “F”. Infine, “NEOWISE” è il nome dello “scopritore”, in questo caso il Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) della NASA, impegnato nella ricerca e osservazione dei Near-Earth Objects (NEO). Questi oggetti, tra i quali ci sono anche le comete, sono potenzialmente pericolosi per la sopravvivenza della vita umana. Sfiorando il nostro pianeta e intersecando la nostra NEOWISE La grande cometa del 2020 Come l’abbiamo vista 15
orbita, potrebbero impattare con la Terra. Le conseguenze sarebbero apocalittiche. Se un asteroide, per esempio, dovesse cadere nel mare o nell’oceano, darebbe vita a una gigantesca onda anomala, di proporzioni bibliche e dalle conseguenze a dir poco devastanti. Se, invece, dovesse impattare con qualche continente, alzerebbe una tale quantità di polveri da offuscare l’atmosfera terrestre per molti mesi o anni. La luce del Sole non potrebbe più raggiungerci. Ci sarebbe un crollo termico e si arresterebbe la fotosintesi clorofilliana. Quindi, i vegetali morirebbero e gli erbivori resterebbero senza cibo, seguiti dai carnivori. Come le pandemie, tutto ciò è già accaduto. Con ogni probabilità, succederà ancora, anche se non sappiamo quando. Ecco perché è importante tenere monitorati questi oggetti, capaci di cancellare la vita sulla Terra. Un tempo, molti astri chiomati venivano scoperti dagli astrofili. Famosissimo, per esempio, è il neozelandese William Ashley Bradfield, scomparso nel 2014: con ogni probabilità, è lui il “cacciatore di comete” per eccellenza, avendone scoperte ben diciotto. Il primo astro chiomato che osservai, l’11 novembre 1987, fu scoperto proprio da William Ashley Bradfield: si tratta della C/1987 P1 Bradfield, che si rese facilmente visibile con un binocolo. Insieme alle tempeste meteoriche e a un’eclisse totale di Sole, ammirata dalla ristretta fascia di totalità, gli astri chiomati sono tra i più grandi spettacoli della Natura. Sebbene ve ne siano quasi sempre, visibili con un buon telescopio amatoriale, solo di tanto in tanto le comete diventano così luminose da poter rivaleggiare con le stelle più brillanti. Da questo punto di vista, il 2020 si era aperto con delle grandi illusioni, legate agli astri chiomati C/2019 Y4 ATLAS e C/2020 F8 SWAN. Il nucleo della prima cometa, in particolare, è andato in frantumi, decretandone la fine. Per fortuna, le due grandi delusioni legate agli astri chiomati 16 Editoriale Delfino
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