ECONOMIA VICENTINA FLASH N 6 - GreenVicenza
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ECONOMIA VICENTINA FLASH N° 6 (periodico di informazione economica) Febbraio 2021 “GREENVICENZA”: ALCUNI PARAMETRI AMBIENTALI DELLA PROVINCIA DI VICENZA riguarda soprattutto il rispetto dei tempi e la Premessa: la neutralità climatica a livello fissazione e la verifica degli obiettivi intermedi: è europeo entro il 2050 stato proposto quindi che la Commissione individui L'UE e i governi nazionali hanno individuato entro il 31 maggio 2023 una tabella di marcia per obiettivi precisi in materia di ambiente con un conseguire la neutralità climatica entro il 2050, che orizzonte strategico fino al 2050 al fine di: siano stanziate adeguate risorse finanziarie, che 1) tutelare e migliorare il capitale naturale; l’Unione e gli Stati membri eliminino gradualmente 2) realizzare una riconversione ecologica l’intera platea dei sussidi diretti e indiretti ai dell’economia in modo tale che siano minimizzate combustibili fossili entro fine 2025, che la le emissioni di gas climalteranti; Commissione pubblichi biennalmente una relazione 3) proteggere i cittadini dell'UE da ogni rischio per sull’avanzamento dei progetti di riduzione delle la salute derivante dall’ambiente emissioni nella dimensione europea e in quella dei La Commissione - attraverso la legge europea sul singoli Stati, che sia istituito un Consiglio europeo clima (pilastro fondamentale del Green Deal per i cambiamenti climatici (ECCC) quale europeo) - ha proposto quale obiettivo organismo scientifico indipendente preposto ad giuridicamente vincolante la c.d. “neutralità accertare e a valutare il percorso verso la neutralità climatica” ovvero l’azzeramento delle emissioni climatica. nette di gas a effetto serra entro il 2050. Entro giugno 2021 la Commissione verificherà la Il primo step della legge sul clima è il target al congruità degli strumenti politici necessari per 2030. La Presidente della Commissione Ursula von raggiungere il target intermedio al 2030. der Leyen ha proposto un taglio delle emissioni al Per il periodo 2030-2050 Bruxelles si è impegnata 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. a definire un itinerario unionale per la riduzione Il piano per il clima coinvolgerà tutte le aree e delle emissioni con step di verifica e controllo dei spazierà dai trasporti all’energia, dall'agricoltura progressi raggiunti ed entro settembre 2023 - e poi all’edilizia. ogni quinquennio - la Commissione valuterà la Su questo piano ambizioso si è espresso coerenza degli interventi dell’Unione e dei singoli favorevolmente il Consiglio dei Capi di Stato e di stati rispetto agli obiettivi avvalendosi di specifiche governo e dei ministri dell'Ambiente dei 27 con un raccomandazioni destinate agli Stati membri le cui assenso anche al target intermedio del 55%. misure si rivelino insufficienti o manchevoli. Il Parlamento europeo, ha proposto di elevare Il Piano europeo è estremamente ambizioso e ulteriormente il target intermedio portando dal 55% coraggioso. La partita politica - come emerge al 60% l'obiettivo di riduzione delle emissioni al chiaramente dalle proposte del Parlamento 2030, oltre a confermare il target intermedio al europeo - si giocherà sull’implementazione di 2040. Inoltre l’europarlamento ha chiesto che il misure adeguate, sulla fissazione di una road map taglio delle emissioni di carbonio non sia un definitiva e sull’efficacia dei meccanismi di controllo obiettivo da raggiungere esclusivamente e di sollecitazione dell’azione dei singoli Stati. nell’ambito del grande spazio dell’Unione, ma costituisca un obiettivo vincolante anche a livello di Contenuto dell’ “Economia Flash” singoli Stati che quindi sarebbero chiamati a Proprio perché l’Unione Europea appare conseguire la neutralità climatica entro il 2050. seriamente incamminata verso l’obiettivo della All’interno di questi percorso i deputati europei neutralità climatica entro il prossimo trentennio, ci è hanno chiesto lo stanziamento di adeguate risorse parso significativo aggiornare i dati ambientali finanziarie. Ma la preoccupazione del Parlamento 1
relativi all’area berica precedentemente elaborati in Quasi un quarto del totale delle imprese manifesta un report di qualche tempo fa. la volontà di effettuare investimenti sostenibili nel In questa Economia Flash abbiamo dunque periodo 2021-2023. Il digitale rafforza il green se è aggregato alcune delle informazioni disponibili sulla vero che le imprese ecologicamente proattive e situazione ambientale vicentina (da qui il titolo intenzionate a allocare risorse nella direzione delle “GreenVicenza”) realizzando una comparazione tra tecnologie 4.0 hanno beneficiato di un aumento di la provincia berica, altre province (prevalentemente fatturato del 20% oltre 4 punti in più delle imprese del Veneto) e la dimensione italiana. Laddove non green non digitali e più del doppio delle imprese erano disponibili dati di natura comparativa ci non green. siamo avvalsi delle informazioni concernenti i In conclusione secondo Ermete Realacci, comuni capoluogo. Presidente della Fondazione Symbola: “Si coglie I capitoli sono dieci: la “greeeconomy”, i rifiuti una accelerazione verso il green del sistema speciali e urbani, l’energia e le fonti rinnovabili, la imprenditoriale italiano. La sperimentazione in mobilità, le risorse idriche, la qualità dell’aria, il campo aperto di un paradigma produttivo fatto di verde urbano, l’inquinamento da rumore, il suolo, la cura e di valorizzazione dell’ambiente, dei territori e posizione di Vicenza per parametri ambientali nelle delle comunità...ci può aiutare ad uscire dalla crisi indagini sulla qualità della vita de “Il sole 24 ore” e migliori di come ci siamo entrati...il che può “Italia oggi”. contribuire a superare i mali antichi del Paese: non Tabelle e grafici non sono esaustivi di ogni solo il debito pubblico, ma le disuguaglianze, tematica, ma possono fornire alcune valide l’illegalità e l’economia il nero, una burocrazia indicazioni sulle performance ambientali della spesso inefficiente e soffocante”. provincia. E il Giuseppe Tripoli, Segretario Generale di Di seguito riportiamo in estrema sintesi alcune delle Unioncamere: “La transizione verde è un percorso risultanze fondamentali ripartite per capitoli. su cui le imprese italiane si sono già avviate...Le In ogni capitolo la parte relativa alle dinamiche imprese della green economy sono più locali è preceduta da un adeguato inquadramento resilienti...innovano di più, investono maggiormente generale in R&S, utilizzano di più le tecnologie 4.0 e privilegiano le competenze 4.0...Le imprese La “Green economy” giovanili guardano di più al green” L’undicesimo Rapporto Geenitaly 2020della Nella classifica delle province hanno effettuato eco- Fondazione Symbola e di Unioncamere si sofferma investimenti nel periodo 2015-2019 la provincia sulla green economy italiana. berica è 3° con una quota di imprese green sul Le imprese italiane dell’industria e dei servizi con totale delle imprese pari al 34,2% dietro Milano dipendenti che nell’arco temporale 2015-2019 (35,1%) e Treviso (34,8%) segno che sempre più hanno investito in prodotti e tecnologie green sono l’ambiente da mero vincolo esterno si sta oltre 432 mila con un significativo aumento. Nel trasformando in una occasione di sviluppo e in una manifatturiero la quota supera il terzo del totale risorsa competitiva (35,8%). Nel 2019 si è raggiunto un record: quasi Un altro importante indicatore è costituito dalle 300 mila aziende hanno allocato risorse nella registrazioni EMAS. Ebbene, a Vicenza nel 2018 si direzione della sostenibilità; tra questi investimenti contavano 11 registrazioni(in calo rispetto al 2014). spiccano l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili Con 1,28 registrazioni EMAS ogni 100 mila abitanti oltre alla riduzione dei consumi di acqua e rifiuti la provincia berica sottoperforma il valore medio davanti alla diminuzione delle sostanze inquinanti e italiano (1,61), ma risulta superiore a quello il maggior impiego delle materie seconde. regionale (0,90); sostanzialmente allineate (1,29 Al dramma della pandemia hanno reagito meglio le registrazioni EMAS ogni 100 mila abitanti) con imprese green che si sono dimostrate più resilienti: Vicenza sono Venezia e Rovigo mentre Belluno tra le imprese che hanno effettuato investimenti per svetta con 1,98 e le altre realtà provinciali la sostenibilità il 16% ha visto crescere il proprio esprimono performance inferiori: 0,75 Padova, 0,65 fatturato contro il 9% delle imprese non eco- Verona, 0,23 Treviso investitrici. La crisi da shock sanitario ha coinvolto Un terzo indicatore riguarda le certificazioni in misura più pesante le imprese non green: ambientali. A Vicenza nel 2018 erano 510 le unità nell’ambito delle imprese il cui giro d’affari è sceso locali di organizzazioni pubbliche e private con del 15% queste ultime si attestano al 14,5% mentre certificazione di sistemi di gestione ambientale UNI le più ambientalmente virtuose si fermano all’8,2%. EN ISO 14001 con un aumento del 29,8% Le imprese eco-investitrici assumono nella misura nell’orizzonte temporale quinquennale contro del 9% contro il 7% di quelle che non lo sono. La +34,9% nel veneto e +26,7% in Italia). Però stessa dinamica si può constatare per l’export Vicenza è apicale quanto a numero di certificazioni (16% contro 12%), per l’attitudine all’innovazione di gestione ambientale UNI EN ISO 14001 per 100 (73% versus 46%) e gli investimenti in R&S (33% e mila abitanti: sono (nel 2018) 59,5 contro 32,0 in 12% rispettivamente le imprese green e le altre). Italia e 44,8 a livello regionale (58,3 Rovigo, 48,0 2
Belluno43,2 Venezia, 40,8 Padova, 38,8 Treviso e recupero al fine di ridurre i rifiuti prodotti e 38,4 Verona). aumentare il riciclo dei materiali. L’ultimo indicatore è costituito dai certificati di gestione dell’energia che a Vicenza sono passati Il Dlgs n° 116 ha peraltro introdotto il “Programma da 3 nel 2015 a 24 nel 2018. Nell’area berica vi nazionale per la gestione dei rifiuti”, attraverso cui il sono 2,80 certificati ogni 100 mila abitanti più del Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con Veneto (2,58), ma meno che in Italia (3,18). Questi ISPRA, determina i criteri, e gli indirizzi strategici a i valori nelle altre province venete: 4,94 nel cui le Regioni e le Province autonome dovranno bellunese, 3,17 nel veneziano, 4,00 nel padovano. uniformarsi nella predisposizione dei Piani regionali 2,17 nella realtà scaligera, 1,18 nella marca e 1,29 di gestione rifiuti. nel rodigino. Legambiente, Greenpeace, Zero Waste Italy, Kyoto Club e Wwf hanno espresso la posizione del Rifiuti speciali e urbani mondo ambientalista sui criteri che dovrebbero E’ recentemente entrato in vigore il D.Lgs. ispirare il Programma nazionale. 116/2020 – cosiddetto “Decreto Rifiuti” – che In particolare le associazioni sottolineano come recepisce in un unico decreto due delle quattro non si debba focalizzare la pianificazione sulle direttive europee (la 2018/851 e la 2018/852) “necessità impiantistiche” ma elaborare contenute nel “Pacchetto Economia Circolare” e armonicamente misure complessive connesse introduce significative modifiche al Testo Unico all’economia circolare e riguardanti la prevenzione, Ambientale (TUA). la riduzione e la raccolta oltre all’’impiantistica Il decreto innanzitutto assimila i rifiuti speciali a poiché “il software di sistema (nuovi modelli di quelli urbani quando essi siano “simili per natura e attività, riprogettazione dei materiali, composizione ai rifiuti domestici” e quindi entrambe organizzazione dei circuiti) è più importante del le tipologie concorreranno al conseguimento degli cosiddetto hardware (sistema impiantistico, ed in obiettivi di riciclo individuati dall’Unione Europea. particolare quello per trattamento e smaltimento del Conseguentemente le aziende non sono vincolate RUR)”. Una corretta pianificazione non può che ad optare per il gestore pubblico per la gestione dei prevedere interventi virtuosi di riduzione, raccolta rifiuti da esse prodotte, ma sarà possibile scegliere differenziata, riciclo e compostaggio, un gestore privato che attesterà l’avvio dei rifiuti a pretrattamento del RUR (Rifiuto Urbano Residuo), recupero. smaltimento previo coinvolgimento dei territori e I rifiuti urbani comprendono: senza centralizzazioni evitando le incongruenze del 1) i rifiuti domestici indifferenziati e da raccolta c.d. “Sblocca Italia” che non contemplava la differenziata, ivi inclusi carta e cartone, vetro, necessaria VAS (Valutazione Ambientale metalli, plastica, rifiuti organici, legno, tessili, Strategica”) e che trasformava l’obbligo di imballaggi, rifiuti di apparecchiature elettriche ed pretrattamento in obbligo di incenerimento. In elettroniche, rifiuti di pile e accumulatori e rifiuti particolare - sostengono le associazioni – vanno ingombranti,con materassi e mobili; perseguiti scenari ambiziosi di riduzione e riciclo 2) i rifiuti indifferenziati e da raccolta differenziata dei rifiuti (già peraltro resi effettivi nei territori e derivanti da altre fonti e sono simili per natura e quindi dimostratisi praticabili) volgendo l’agenda di composizione ai rifiuti domestici gestione dei rifiuti verso un obiettivo di Le aziende che scelgono l’operatore privato spegnimento progressivo degli inceneritori nel devono sono detassate proporzionalmente alla solco delle opzioni strategiche dei Paesi nordici e quota di rifiuti avviati a recupero. delle opzioni della politica di finanziamento della La scelta di un operatore pubblico da parte delle BEI che esclude meccanismi di finanziamento utenze non domestiche vincola per un quinquennio dell’incenerimento. E del resto le aree che più sono Il decreto si sofferma approfonditamente sulle riuscite a minimizzare il conferimento in discarica modalità di tracciamento dei rifiuti in preparazione sono quelle libere dalla rigidità dell’opzione del nuovo Registro elettronico dei rifiuti, il Rentri termocombustione. che sostituirà il Sistri. A livello veneto (dati dell’Osservatorio regionale sui La consegna dei rifiuti non costituisce esclusione rifiuti) la produzione dei rifiuti speciali nel 2018 è automatica della responsabilità rispetto alle stata di 15.533.739 tonnellate di cui 78.279.544 operazioni di effettivo recupero o smaltimento la tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, 6.203.127 quale in determinati casi è esclusa laddove sia resa tonnellate di rifiuti da Costruzione e Demolizione e una attestazione di avvenuto smaltimento. 1.051.069 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi La Responsabilità estesa del produttore del bene , Questi le quota delle singole province sul totale (ERP) secondo cui il costo dell’inquinamento è a veneto: Verona 26,9%, Treviso 20,8%, Vicenza capo dal soggetto produttore della merce 20,6%, Padova 13,3%, Venezia 13,0%, Rovigo inquinante è estesa ai produttori dei beni durevoli e 3,2% e Belluno 2,2%. A livello berico la produzione inoltre i produttori possono organizzare le filiere del di rifiuti speciali nel 2018 è stata di 3.198.521 tonnellate di cui 240.991 tonnellate di rifiuti 3
pericolosi, 1.760.940 di rifiuti non pericolosi esclusi Nel rapporto “Comunità rinnovabili 2020” i rifiuti da Costruzione e Demolizione e 1.196.590 Legambiente disegna un quadro completo della tonnellate di rifiuti da Costruzione e Demolizione. diffusione delle fonti rinnovabili in Italia nel 2019 e Per quanto concerne i rifiuti urbani la provincia di nell’ultimo decennio e si sofferma sulle iniziative di Vicenza si ripartisce nei due bacini del Brenta (che condivisione-autoproduzione di energia verde. raccoglie l’area bassanese e dell’Altopiano) e di Nel nostro Paese in dieci anni sono stati installati Vicenza (la rimanente e maggioritaria parte della più di un milione di impianti tra elettrici e termici in provincia). Nel Veneto la percentuale di raccolta 7.911 comuni italiani contro i 356 di partenza e differenziata è cresciuta dal 68,7% del 2018 al l’apporto delle fonti rinnovabili al sistema elettrico 69,5% del 2019. nel vicentino si è passati dal italiano si è concretizzato in una lievitazione della 72,3% al 72,7%; mentre nelle altre province produzione energetica di quasi 50 Twh passando l’incidenza della raccolta differenziata raggiunge da 63,8 TWh del 2008 a 114,8 TWh del 2019 l’82,2% nella Marca, il 76,8% nel bellunese, il sicché è stato significativamente intaccato il 66,3% nel veronese, il 65,3% nel veneziano e il modello imperniato sulle fonti fossili la cui 64,7% nel rodigino. decurtazione è quantificabile in 13 GW. Risultati molto positivi dunque riconducibili come Tuttavia non possono essere taciuti - osserva sottolinea l’Osservatorio Regionale sui rifiuti Legambiente - la lentezza e i ritardi della crescita dell’ARPAV ad una pluralità di fattori quali la dell’energia pulita nel nostro Paese: la media delle diffusione capillare della raccolta separata della installazioni dal 2015 in poi è di soli 459 MW di frazione organica, l’attuazione della raccolta solare e 390 di eolico, un ritmo insufficiente per domiciliare anche delle frazioni secche riciclabili tenere fede agli impegni assunti nel contrasto ai (carta, vetro, plastica” attraverso metodiche di cambiamenti climatici e nel conseguimento di raccolta incentrate sul “porta a porta” intensivo), obiettivi che - di questo passo - sarebbero raggiunti l’articolata presenza sul territorio dei centri di con 20 anni di ritardo. Nel 2019 si è verificato un raccolta, lo sviluppo dell’industria del aumento positivo, ma eccessivamente lento: recupero/riciclo, il rapporto proporzionale tra il installati 750 MW ovvero 272 MW in più su base pagamento del servizio e la quantità di rifiuti annua di solare fotovoltaico e 450 MW di eolico prodotti, l’estensione della pratica del cioè 112 MW in meno rispetto al 2018. La compostaggio domestico e la realizzazione di produzione da rinnovabili si è attestata a 114 TWh efficaci campagne informative per i cittadini. contro una domanda elettrica nazionale di 326 11 comuni della provincia di Vicenza raggiungono o TWh. Il contributo delle fonti rinnovabili rispetto ai superano la soglia-simbolo dell’80% di raccolta consumi elettrici è aumentato dal 15 al 36% e in differenziata: Agugliaro, Isola vicentina, quelli complessivi dal 7 al 19%. L’impulso Castegnero, Nove, Arcugnano, Caldogno, Alonte, accrescitivo maggiore si è registrato nel solare Bressanvido, Noventa, Monticello Conte Orto e fotovoltaico e nell’eolico la cui quota sui consumi Viillaverla. Tra i comuni più popolosi il capoluogo si elettrici nazionali si è collocata rispettivamente al attesta al 70,3%, Bassano del Grappa al 75,1%, 7,6% e al 6,2%. Schio al75,2%, Valdagno al 75,5%, Thiene al In tale contesto Legambiente ritiene che il prossimo 66,1%, Arzignano al 74,2%, Montecchio Maggiore decennio sia decisivo per aumentare il ricorso alle al 72,7%, Lonigo 76,9. fonti rinnovabili nell’ambito della produzione italiana di energia: il target è conseguire al 2030 una L’energia elettrica e le fonti rinnovabili produzione da fonti di energia pulita pari ad almeno Le fonti rinnovabili di energia (sole, vento, mare, 80-100 Twh; contestualmente sarà necessario calore della terra) rappresentano il futuro comprimere i consumi attraverso misure alternativo ai combustibili fossili e nucleari essendo significative e diffuse di efficienza energetica. inesauribili e pulite. Legambiente ha inoltre avanzato dieci proposte Così il WWF descrive le priorità in materia di prioritarie per la fase post-covid: energia: “E’ necessaria la sostituzione delle fonti 1) la semplificazione delle procedure di non rinnovabili con quelle rinnovabili, nell’ambito di autorizzazione per piccoli impianti da fonti una pianificazione concordata delle potenze, delle rinnovabili di piccola taglia e l’emanazione di linee tipologie, e della localizzazione delle stesse. Ma guida per favorire i progetti di grandi dimensioni prima di ogni altra cosa, queste fonti debbono 2) il recepimento della direttiva europea sulle essere veramente rinnovabili e “carbon-neutral”, comunità energetiche e il via libera ai progetti fino a ossia contribuire alla sostenibilità degli usi 200 kW agevolati dalla costituzione di un fondo per energetici e alla effettiva riduzione delle emissioni l’accesso al credito a tassi agevolati; di CO2. Inoltre è vitale rilanciare una vera 3) la promozione di progetti di agrovoltaico, per pianificazione territoriale, in modo da coniugare l’integrazione del fotovoltaico in agricoltura e il varo salvaguardia della natura e della biodiversità, tutela di incentivi diretti agli agricoltori nell’ambito della del paesaggio, esigenze alimentari e produzione PAC; energetica”. 4
4) l’aumento degli investimenti nei sistemi di visto sopra - è preponderante quanto a produzione accumulo tanto nella rete di trasmissione quanto in lorda di energia) e fatto 100 l’energia tradizionale la quella della distribuzione con il varo di meccanismi quota veneziana è del 74,1% (6,7% Verona, 5,2% premiali per coloro coinvolti della “demand- Rovigo, 5,0% Padova, 4,1% Treviso, 3,7% response”; Vicenza, 1,2%, Belluno. Rispetto al totale della 5) l’approntamento di un Piano per l’efficienza produzione lorda di energia rinnovabile la quota di energetica che introduca consistenti riduzioni dei Vicenza è del 10,9% contro il 29,1% di Belluno, il consumi nell’edilizia e nell’industria 18,5% di Verona, il 15,7% di Treviso, il 10,6% di 6) l’elettrificazione delle città per trasporti e Padova, l’8,7% di Venezia e il 6,5% di Rovigo. Il riscaldamento/raffrescamento degli edifici al fine di rapporto tra produzione lorda di energia rinnovabile contrarre inquinamento ed emissioni; e popolazione consacra il primato del bellunese 7) il potenziamento delle reti di trasmissione e con 119,1 Gwh; molto distanti le altre aree: Rovigo distribuzione nonchè delle interconnessioni 23,1 Gwh ogni 10 mila residenti, Verona 16,6 Gwh, internazionali e con Sicilia e Sardegna; Treviso 14,7 Gwh, Vicenza 10,5 Gwh, Padova 9,4 8) l’espansione delle risorse destinate al Gwh e Venezia 8,4 Gwh con un valore medio biometano; regionale di 17,1 Gwh. 9) la predisposizione e attivazione di progetti eolici Consumi di energia elettrica (fonte Terna): nel offshore e l’avvio di consorzi di imprese per progetti Veneto ammontano (sempre nell’anno 2018) a di eolico galleggiante nelle acque di Sicilia e 30.501,4 Gwh di cui oltre un quinto nell’area berica Sardegna; (Verona 21,2%, Padova 17,9%, Treviso 16,9%, 10) la soppressione dei sussidi alle fonti fossili Venezia 15,3%, Rovigo 5,3% e Belluno 3,3%). Nel unitamente alla riforma della tassazione energetica Veneto l’industria assorbe il 48,3% dei consumi il in rapporto alle emissioni. terziario il 31,0% il domestico il 18,3% e Ma a Vicenza qual è la situazione? Gli impianti l’agricoltura il 2,3%, mentre nella provincia del fotovoltaici (fonte: GSE) sono 22.847 (anno 2019) Palladio la vocazione manifatturiera è confermata con una quota del 2,6% rispetto al totale nazionale dal peso preponderante sui consumi elettrici (meglio nel Veneto fanno solo Padova e Treviso) e dell’industria (61,7%) rispetto al terziario (21,9%), una potenza di 314,3 MW (ma Padova, Rovigo, al domestico (15,1%) e all’agricoltura (solamente Treviso e Verona hanno performance migliori) e 1,3%). una incidenza sul dato nazionale dell’1,5%. Su Infine la potenza efficiente degli impianti di base annua la quantità degli impianti è aumentata produzione di energia elettrica: Nel veneto la quota dell’8,1% (+8,6% il Veneto e +7,0% l’Italia) e la della potenza da rinnovabili sulla potenza totale potenza è lievitata del 4,8% (+4,3% e +3,8% nelle (6.375,6 MW) si attesta al 54,4% mentre a Vicenza dimensioni regionale e nazionale). si tocca l’83,6% (Belluno 96,3%, Treviso 89,9%, La produzione energetica vicentina degli impianti Padova 80,0%, Verona 79,9%, Rovigo 60,7%, fotovoltaici (fonte: GSE) nel 2019 è pari a 304,7 Venezia 10,8%. GWh (tranne Belluno e Venezia la produzione delle Altri dati riguardano i comuni capoluogo di altre province è superiore) e una quota dell’1,3% provincia. Ecco allora che la potenza totale dei sul totale nazionale e la crescita su base annua è pannelli solari fotovoltaici a Vicenza è passata da dello 0,6% (+0,5% la media veneta e +4,6% quella 77,53 KW per 1.000 abitanti del 2016 a 129,53 nel nazionale). 2018 di cui 3,48 di proprietà diretta La produzione lorda di energia elettrica nella dell’amministrazione comunale (erano 3,13 nel regione Veneto (fonte: Terna, dati al 2018) è pari a 2016). La percentuale di abitanti servizi da 17.603 Gwh di cui 880,0 servizi ausiliari (e quindi la teleriscaldamento a Vicenza-città si attesta al 4,4% produzione netta si attesta a 16.723,9 Gwh) La Il gas metano totale prelevato dalle reti di produzione lorda vicentina è pari a 1.246,0 Gwh distribuzione nella provincia di Vicenza si attesta a cioè il 7,1% del totale regionale (Venezia 43,4%, 790,9 milioni di m3 nel 2018 (785,5 nel 2017) di cui Belluno 14,3%, Verona 12,2%, Treviso 9,6%, 108,0 nel capoluogo pari al 13,7%. Padova 7,6%, Rovigo 5,8%). Secondo Terna nel Veneto la produzione lorda di La mobilità energia rinnovabile (idrica, fotovoltaica, geotermica, Per un’Italia più verde, innovativa e inclusiva: eolica e bioenergie) è pari al 47,0% del totale. La Legambiente ha recentemente presentato il suo quota di energia rinnovabile vicentina è pari al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per il 72,6% (904 Gwh in valore assoluto); tra le varie Paese: 23 priorità di intervento, 63 progetti realtà provinciali spicca Belluno con una quota di territoriali da finanziare e 5 riforme trasversali energia rinnovabile del 95,6% seguita da Treviso necessarie per accelerare la transizione ecologica (77,3%), appunto Vicenza (72,6%), Verona e rendere la Penisola più moderna e sostenibile. (70,9%), Padova (65,2%), Rovigo (52,8%) mentre Legambiente si è soffermata anche sulla grande Venezia è maglia nera con una quota ferma al questione della mobilità. Legambiente ricorda 9,4% (si consideri che Venezia - come abbiamo innanzitutto che la Corte di Giustizia ha condannato 5
l’Italia per violazione della direttiva europea sulla - Revisione fiscale delle accise e tasse sui trasporti qualità dell’aria perché i liti sono stati in base alle emissioni di CO2 e graduale sistematicamente e continuativamente superati. eliminazione dei Sussidi dannosi al 2025. Alla mobilità è ascrivibile il 26% delle emissioni - Revisione fiscale della mobilità aziendale o nazionali e di larga parte dell’inquinamento comunitaria: sostegno alle flotte in condivisione per atmosferico in ambito urbano. L’obiettivo della aziende e dipendenti e comunità. decarbonizzazione totale al 2050 dell’intero settore Per quanto concerne la rete infrastrutturale il Piano è conseguibile a condizione che si realizzi in parte dalla constatazione che la mobilità terrestre ambito urbano una mobilità a zero emissioni e zero delle persone e delle merci è per oltre tre quarti su incidenti mortali in città al 2030. Ciò presuppone gomma. Ecco perchè è necessario un riequilibrio una grande impegno dei Comuni e delle Città modale con una forte crescita dell’incidenza del metropolitane per attivare progetti e politiche di trasporto di lunga percorrenza su ferrovia mentre densificazione e rigenerazione urbana e servizi di per i grandi camion e per il trasporto navale e trasporto per le persone e le merci plurimodale aereo bisogna puntare su tecnologie e motori a pubblico e formato esclusivamente da nuovi mezzi zero emissioni, utilizzando l’idrogeno verde. In a zero emissioni accompagnati dall’eliminazione generale occorre passare dalle grandi opere alla dei veicoli più inquinanti. mobilità sostenibile nei territori e nelle periferie. Il documento indica i risultati su cui realizzare Anche relativamente alle infrastrutture sono indicati progetti da finanziare entro 5 anni nelle città con un gli obiettivi sui quali avviare progetti da finanziare, investimento di 20 miliardi: gli interventi da non finanziare e le riforme - Ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura necessarie. d’uomo e rispettoso dell’ambiente; Tra gli obiettivi sono indicati i seguenti: - Rifinanziare il Piano nazionale della sicurezza - Cura del ferro soprattutto per il trasporto locale e stradale (legge 144/1999) per progetti di mobilità aree metropolitane dolce - 10.000 km di ciclovie turistiche. - Realizzare 5.000 km di ciclovie urbane. - Infrastrutture di ricarica per auto, furgoni, taxi, - Incentivare la Mobilità elettrica condivisa (micro, flotte e TPL. bici, auto, van e cargo bike) - Manutenzione rete stradale Anas e regionale - Promuovere interventi esemplari di green logistic esistente, messa in sicurezza e adeguamento a zero emissioni, digitalizzazione, van elettrici, tecnologico. cargo bike, centro logistici di quartiere. - Elettrificazione delle banchine portuali - Aumentare la dotazione di mezzi pubblici urbani: - “Ultimo miglio” della rete ferroviaria per tutti i porti 15.000 nuovi autobus elettrici per il TPL e nuove italiani reti tranviarie per 150 km e nuove metropolitane - Progetti pilota per idrogeno verde per 25 km. Da non non finanziare invece: - Elettrificare il parco veicoli della Pubblica - Gli investimenti già previsti per le linee Alta Amministrazione e convertire parte del parco auto capacità ferroviaria inel senso che non debbono pubblico in flotte condivise sottrarre risorse agli investimenti PNRR. - Prevedere agevolazioni fiscali o bonus per taxi - I veicoli con motore a combustione interna. esclusivamente elettrici - - L’ampliamento della capacità di trasporto aereo. - Sviluppare la filiera industriale delle batterie - L’ampliamento della rete autostradale. Contemporaneamente andranno accantonati gli - Le infrastrutture di gas fossile (GNL/ GNC) per i investimenti relativi alla produzione, trasporti. trasformazione, distribuzione, stoccaggio o - Le navi diesel, ad eccezione degli investimenti dia combustione di combustibili fossili, le bioenergie ammodernamento non sostenibili e l’acquisto di veicoli a combustione Tra le riforme necessarie si indicano: interna (compresi plug-in). - La revisione del Piano Nazionale Infrastrutturale Sono poi indicate le riforme necessarie: - Il nuovo Piano Generale dei Trasporti e della - Stop alla commercializzazione dei veicoli a Logistica a zero emissioni. combustione interna al 2030 e programmare il Il Recepimento direttive “Eurovignette” per le strade divieto di circolazione dei veicoli a combustione a pedaggio entro il 2045. Veniamo a Vicenza. Nell’area berica la densità - Introduzione nei Piani Urbani della Mobilità veicolare per km2 di superficie territoriale è Sostenibile di obiettivi vincolanti di superiore alla media regionale e nazionale: 282 decarbonizzazione al 2030 e la limitazione della contro 227 e 171 (dati 2018); si deve inoltre circolazione delle auto inquinanti con più di 10 anni. constatare una progressione: 268 nel 2015 (164 in > Revisione del codice della strada funzionale alla Italia), 272 nel 2016 (166), 278 nel 2017 (169). mobilità sostenibile Questi i valori nelle altre realtà venete: 377 Padova, 311 Treviso, 268 Verona, 249 Venezia, 115 Rovigo, 49 Belluno. 6
Anche il tasso di motorizzazione delle autovetture La criticità investe anche l’intelaiatura vicentino è superiore al valore nazionale: 679 dell’infrastrutturazione idrica chiamata ad un autovetture circolanti ogni 1.000 abitanti (651 nel difficile ammodernamento. Veneto e 646 in Italia da 615 nel 2015) nel 2018 La salute umana è minacciata dal combinato (642 nel 2015, 654 nel 2016 e 668 nel 2017). disposto costituito dai cambiamenti climatici e dal Relativamente ai motocicli il tasso di crescente deperimento quantitativo e motorizzazione berico oltrepassa leggermente il deterioramento qualitativo delle risorse idriche sia dato veneto (101) ed è di poco inferiore al dato per le patologie determinate dagli alimenti e nazionale (112). dall’acqua sia per l’impatto degli accadimenti Nell’area berica ogni 1.000 vetture circolanti nel meteorologici estremi sia per la sottonutrizione e i 2018 93,0 sono a bassa emissione (erano 80,5 deficit alimentari generati da siccità e inondazioni. l’anno precedente) di cui 11,6 elettriche o ibride L’acqua si presenta come il “connettore climatico” (8,3 nel 2017) e 81,5 gas o bi-fuel (80,5); il dato capace di raccordare le strategie e gli obiettivi vicentino è sostanzialmente allineato con quello relativi allo Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030), ai nazionale, ma sottoperforma il valore veneto cambiamenti climatici (Accordo di Parigi) e alla (116,6, dieci in più dell’anno antecedente). riduzione del rischio di catastrofi (Quadro di La densità di piste ciclabili nel capoluogo è pari nel Sendai): le risorse idriche costituiscono quindi il 2018 a 77,4 km per 100 km2 di superficie focus per attivare sinergie negli studi, nell’adozione territoriale in aumento rispetto al 2013 (69,9); nel di strategie, nel reperimento delle risorse per veneto Vicenza è preceduta da Padova (181,7) e aumentare il rapporto costi-benefici e armonizzare da Treviso (109,6km.). le decisioni minimizzazione dei rischi reciproci. Infine i posti-km. offerti dal trasporto pubblico locale Ma il processo è biunivoco: se da un lato sempre nei capoluoghi di provincia: a Vicenza l’adattamento ai cambiamenti climatici è dunque siamo nel 2018 a quota 3.680 posti km. per fondamentale per la gestione delle risorse idriche abitante in aumento rispetto al 2013 (3.484) . (contrasto alle alluvioni e allo stress idrico per Vicenza città vede sovraperformare Venezia agricoltura e industria), dall’altro lato la gestione (11.176) e Padova (3.855), mentre seguono delle risorse idriche è essenziale per la mitigazione Verona (3.441), Belluno (3.103), Treviso (3.100) e degli effetti climatici: l’efficientamento dei regimi Padova (3.855). Il valore medio nazionale è però idrici produce un risparmio energetico e una più elevato: 4.553 posti km. per abitante. conseguente diminuzione delle emissioni di gas da effetto serra; interventi di gestione dell’acqua quali Le Risorse idriche l’agricoltura di conservazione e la tutela delle zone Un recente rapporto ONU sulle risorse idriche umide favoriscono la conservazione del carbonio sottolinea come l’acqua nei suoi aspetti quali- nelle biomasse e nei suoli, il trattamento moderno quantitativi è direttamente condizionata dai delle acque reflue concorre a ridurre i gas serra e cambiamenti climatici e quindi ad essere violato è il può produrre quella importante fonte di energia diritto dell’’intera popolazione umana ad accedere a rinnovabile che è il biogas questo bene essenziale. Le stime previsionali degli esperti dell’IPCC Tale minaccia globale si aggiunge al crescere di indicano un decremento delle precipitazioni in pressioni specifiche sulle risorse idriche in Europa meridionale e una espansione in Europa innumerevoli aree del pianeta. settentrionale con pesanti conseguenze per i Le risorse idriche influenzano molti fattori tra cui la sistemi di irrigazione, la tutela degli ecosistemi e la sicurezza alimentare, la salute, l’urbanizzazione, qualità della vita delle popolazioni. Gli interventi l’energia, l’attività industriale, il benessere che si impongono a livello europeo riguardano il economico, l’equilibrio degli ecosistemi e quindi conseguimento di una maggior efficienza idrica, l’elevata vulnerabilità degli assetti idrologici per l’implementazione di misure strategiche di l’impatto dei cambiamenti climatici si riverbera sulla risparmio idrico, il monitoraggio condiviso delle condizione complessiva della nostra qualità della informazioni sullo stato quali-quantitativo della vita e della stessa sopravvivenza del genere risorsa idrica, il consolidamento coerente delle umano. misure di adattamento ai cambiamenti climatici e di Nell’ultimo secolo l’impiego globale dell’acqua è riduzione del rischio di disastri, l’impiego di risorse sestuplicato e tale dinamica ascensionale - trainata finanziarie da parte di molteplici fonti internazionali, dai maggiori tassi demografici, dalla crescita nazionali e private. dell’economia e da modelli di consumo sempre più L’Unione Europea è consapevole che l’acqua è un idrovori - è destinata a permanere ad un tasso pari elemento fondamentale per la vita animale e all’1% annuo. vegetale nonché per l’economia e del carattere L’approvvigionamento idrico diventerà sempre più sovrastatuale della sua tutela. problematico e discontinuo e l’alterazione climatica Una direttiva quadro europea sulle acque statuisce peserà maggiormente sulle parti del mondo già un quadro giuridico per tutelare le acque pulite e caratterizzate da stress idrico. ripristinarne la qualità e per assicurare il loro 7
impiego sostenibile quali-quantitativo sul lungo mila m3 di cui 5 milioni e 599 mila per uso civile e andare data la pressione che su tale risorsa è domestico esercitata da molteplici fattori dall’agricoltura al A Vicenza città nel 2018 l’acqua immessa in rete turismo, dai trasporti all’energia. ammonta a 10 milioni e 791mila metri cubi pari al Nel 2012 la Commissione ha varato il “Piano per la 7,5% del totale regionale. I litri pro-capite immessi salvaguardia delle risorse idriche europee”, un in rete sono 266, un valore inferiore a quello programma strategico sul lungo andare finalizzato nazionale (378) e nella dimensione regionale a conseguire un approvvigionamento idrico inferiore a quello di tutte le altre province: Venezia qualitativamente congruo a tutti gli usi legittimi in 548 litri per abitante, Belluno 411, Verona 392, un’ottica di trasversale integrazione delle politiche Padova 309, Rovigo 303, Treviso 284. sulle acque all’interno della politiche di settore. Il Sempre nel comune capoluogo le perdite idriche Piano prevede l’implementazione da parte degli reali sono quantificate nel 2018 (in percentuale sui Stati membri di una contabilità delle risorse idriche volumi immessi in rete) nel 21,6% un valore e di obiettivi di efficienza idrica e l’individuazione di decisamente inferiore a quello medio italiano standard europei per il riutilizzo delle acque. (37,3%) e anche ai valori delle altre città capoluogo L’Unione Europea ha varato due quadri giuridici del Veneto: Belluno 43,3%, Venezia 42,0%, Rovigo principali per la protezione e la gestione delle 35,7%, Treviso 34,0%, Venezia 32,7% e Padova risorse d’acqua dolce: 27,0%. 1) La direttiva quadro europea sulle acque interne superficiali, di transizione, costiere e sotterranee e La qualità dell’aria si propone di prevenire e diminuire l’inquinamento Legambiente nel suo ultimo rapporto della risorsa idrica, di agevolarne l’utilizzo sull’inquinamento atmosferico (“Mal’aria di città sostenibile, di tutelate e migliorare l’ambiente 2021”) si sofferma ampiamente sulla qualità acquatico, di ridurre gli effetti di inondazioni e dell’aria nei capoluoghi di provincia nel 2020, siccità. Tutte le acque devono conseguire un buon redigendo sia la graduatoria delle città che hanno stato ecologico e in capo agli Stati membri vi è superato i limiti giornalieri previsti per le polveri l’obbligo di predisporre Piani di gestione dei bacini sottili (PM10) sia la classifica delle città che hanno idrografici e programmi specifici di carattere superato il valore medio annuale per le polveri attuativo. sottili (PM10) individuato dalle Linee guida Tale direttiva quadro è integrata con altre direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che più specifiche: la direttiva sulle acque sotterranee, stabilisce in 20 microgrammi per metro cubo la direttiva sull'acqua potabile, la direttiva sulle (µg/mc) la media annuale per il PM10 da non acque di balneazione, la direttiva sui nitrati, la superare contro quella di 40 µg/mc della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, legislazione europea. la direttiva sugli standard di qualità ambientale e la Sono peraltro in arrivo le nuove linee guida direttiva sulle alluvioni. dell’OMS che - facendo seguito alle acquisizioni 2) La direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente scientifiche - suggeriranno valori inferiori agli attuali marino che è il pilastro ambientale della politica e la Commissione europea potrebbe modificare la marittima integrata istituita per garantire lo sviluppo direttiva sulla qualità dell’aria allineando i limiti economico dell’economia marittima normativi con quelli dell’OMS. contestualmente tutelando l’ecosistema marino. Come affermato dall’ARPAV gli studi L’obiettivo è di raggiungere elevati standards epidemiologici hanno sancito una correlazione tra ecologici delle acque marine assicurandone la le concentrazioni di polveri in aria e la protezione e la preservazione e impedendone il manifestazione di malattie croniche alle vie peggioramento. respiratorie, in particolare asma, bronchiti, Venendo alla situazione vicentina, nel comune enfisemi. Inoltre il particolato agisce da veicolo per capoluogo l’acqua fatturata totale nel 2018 sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli ammonta a 209 litri per abitante al giorno (erano idrocarburi policiclici aromatici ed alcuni elementi in 235 nel 2012) di cui quella per uso civile e tracce. Le particelle di dimensioni inferiori domestico è 138 litri per abitante. Il valore berico costituiscono un pericolo maggiore per la salute dell’acqua fatturata totale è inferiore alla media umana, perchè penetrano in profondità italiana (229 litri per abitante) e i valori della altre nell’apparato respiratorio. realtà provinciali sono i seguenti: Venezia 308, “Mal’aria” ci dice che sono 35 le città capoluogo di Verona 264, Padova 224. Rovigo 186, Treviso 185 provincia che hanno oltrepassato con almeno una e Belluno 183. La media nazionale dell’acqua centralina la soglia dei 35 giorni con una media fatturata per uso civile e domestico risulta superiore giornaliera superiore ai 50 µg/mc prevista per le a quella berica: 165 contro 138 litri per abitante polveri sottili (Pm10). Torino figura maglia nera (Verona 169, Venezia 161, Padova 148, Rovigo della classifica con i 98 giorni di superamenti 138, Treviso 137 e Belluno 127). Il valore assoluto verificatisi nella centralina Grassi; poco meglio di acqua fatturata totale ammonta a 8 milioni e 464 fanno Venezia (via Tagliamento) con 88 sforamenti 8
e Padova (Arcella) con 84. Tra le 10 città con il più costituzione in mora da parte della Commissione forte inquinamento atmosferico secondo questo europea in riferimento alle eccessive parametro troviamo poi Rovigo (83), Treviso (80), concentrazioni di particolato fine (Pm2,5), Milano (79), Avellino e Cremona (78), Frosinone dall’inefficacia dei Piani nazionali e regionali e degli (77), Modena e Vicenza (centralina di San Felice) Accordi di programma susseguitisi e non rispettati che con 75 giorni di superamento dei limiti, a livello locale anche per il timore di dover chiudono le 10 peggiori città. assumere decisioni impopolari: è il caso ad Ma ancora più preoccupante è il dato riguardante esempio dell’Accordo di bacino padano che - le medie annuali delle città capoluogo registrate nel debole e scarsamente ambizioso fin dall’origine - è 2020 perché segnalano la sussistenza di un stato poi vanificato con deroghe che hanno fenomeno cronico e sono il criterio di riferimento impedito sia una rigorosa pianificazione sia il per la protezione della salute. Ebbene, sono ben 60 monitoraggio dell’ottemperanza delle misure le città italiane (il 62% del campione analizzato) adottate. che hanno fatto registrare una media annuale “Mal’aria delle città 2021” non si limita a superiore a quanto indicato dall’OMS. La classifica diagnosticare i mali, ma - come è tradizione di delle città maggiormente inquinate in base alle Legambiente - individua anche le terapie medie annuali vede in testa Torino con 35 formulando anche numerose proposte operative: microgrammi/mc come media annuale di tutte le Relativamente alla mobilità: centraline urbane del capoluogo, seguita da • Potenziamento del trasporto pubblico e Milano, Padova e Rovigo (34µg/mc), Venezia e della mobilità condivisa, elettrica ed Treviso (33 µg/mc), Cremona, Lodi, Vicenza, efficiente, per garantire ai cittadini il diritto di Modena e Verona (32 µg/mc). Il limite suggerito muoversi senza inquinare. dall’OMS è però superato anche da numerose città • Obiettivo VisionZero: nuova mobilità, del Sud tra cui Avellino (31 µg/mc), Frosinone (30 sicurezza stradale, ambiente, rigenerazione µg/mc), Terni (29 µg/mc), Napoli (28 µg/mc), Roma urbana, decarbonizzazione. (26 µg/mc), Genova e Ancona (24 µg/ mc), Bari (23 • Risorse vincolate a: Pums, obiettivi di modal µg/mc), Catania (23 µg/mc). share, realizzazione di bicipolitane e strade Secondo Legambiente proprio la pandemia da scolastiche. Covid-19 apre una “opportunità di ripresa e • Stop progressivo alla circolazione delle auto resilienza” che tenga insieme gli aspetti sanitari, nei centri delle città .ripartendo da subito dal sociali, economici e ambientali. blocco dei diesel Euro4 e proseguendo col Legambiente ricorda come gli ultimi dati legati alla blocco degli Euro5 previsto per il 2025 e mortalità prematura ascrivibile all’inquinamento quello degli Euro6 al 2030, anno in cui atmosferico quantificano in oltre 50mila i decessi chiede la fine della vendita e della annui dovuti all’esposizione eccessiva ad inquinanti circolazione delle auto a combustione. atmosferici come le polveri sottili (in particolare il • Stop agli incentivi per la sostituzione dei Pm2,5), gli ossidi di azoto (in particolare l’NO2 ) e mezzi più vecchi e inquinanti a favore di l’ozono troposferico (O3). mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti. Il rapporto tra inquinamento atmosferico e mortalità • Spazio alla mobilità leggera in tutte le su è stato recentemente riconosciuto anche a livello forme: a piedi, in bici, col monopattino, giudiziario: infatti un tribunale inglese - con un sedie a rotelle elettriche, grazie anche al pronunciamento storico - ha riconosciuto lo smog ridisegno delle strade pubbliche. come concausa della morte di Ella Kissi-Debrah, • Road e ticket Pricing, LEZ: estensione delle una bambina di 9 anni, scomparsa nel 2013 in aree centrali e degli orari di limitazioni della seguito all’ennesimo attacco d’asma poiché sia il circolazione delle auto e di furgoni, come giudice che il medico legale hanno certificato che i argine al traffico. livelli di biossido di azoto (NO2) in prossimità della • Biocarburanti dannosi: divieto dell’aggiunta casa della bambina - superiori ai valori indicati dalle di biocarburanti liquidi dannosi (oli linee guida dell’OMS e dell’Unione Europea - alimentari) al gasolio d’autotrazione, hanno concorso al deterioramento della salute soprattutto nei servizi pubblici. della bambina. Tra l’altro tale sentenza apre la via Per quanto concerne l’uso dello spazio pubblico e a possibili e numerosi altri procedimenti giudiziari della strada: intentati da cittadini che vivono entro aree a forte • Aumento delle corsie preferenziali per i inquinamento atmosferico. mezzi del TPL, per garantire un servizio I dati sopracitati dimostrano che la situazione nel rapido ed efficiente. nostro Paese è profondamente insoddisfacente • Riprogrammazione dello spazio pubblico come evidenziato dalle due procedure di infrazione delle città fatto su misura per l’uomo e non comminate all’Italia per il mancato rispetto dei limiti per le macchine con estensione delle aree normativi previsti dalle Direttiva europea per il pedonali nei centri urbani e nei quartieri Pm10 e gli ossidi di azoto, dalla lettera di 9
• Realizzazione di percorsi ciclo-pedonali giorni di superamento, Treviso 53, Rovigo 49 e continui che connettano intere porzioni di Verona 44. città e di quartieri. Veniamo alle medie annuali delle PM10. • Approccio “15 minuti” come in programma a Legambiente applica i più severi limiti per la Parigi: città, comuni e quartieri vivibili i dove protezione della salute umana suggeriti nelle linee tutti i servizi essenziali sono raggiungibili a guida dell’OMS, stabiliti in 20 microgrammi/mc piedi in un quarto d’ora e sostegno alle (contro i 40 microgrammi/mc stabiliti dalla politiche di “ecodensità”, recuperi e normativa): nel 2020 la performance di Vicenza è rigenerazione urbana, per arginare la stata la nona peggiore tra quelle dei comuni dispersione abitativa, lo sprawl urbano, il capoluogo con 34 µg/mc (40 µg/mc nel 2017) consumo di suolo. contro 37 a Venezia e Padova, 34 Treviso, 32 • Zone scolastiche di rispetto e strade Rovigo, 31 Verona e 22 Belluno. scolastiche, per la sicurezza dei nostri Per quanto concerne le particelle più piccole PM2,5 bambini e ragazzi, sostegno all’accesso alle la soglia di legge è 25 µg/mc quale media annua, scuole in mobilità ciclo-pedonale e in ma le linee guida dell’OMS fissano in 10 µg/mc la mobilità autonomia dei ragazzi. Estensione soglia per la protezione della salute umana. delle zone 30, strade a priorità ciclabili, così Vicenza scende nel 2018 da 28 a 24 µg/mc versus come definite nella riforma del codice della 27 µg/mc di Padova, 26 di Venezia, 25 di Rovigo, strada, che devono divenire la norma in tutti 21 di Treviso e Verona e 14 di Belluno. i centri abitati piccoli e grandi mentre le vie Il biossido di azoto (NO2), inquinante normalmente a scorrimento veloce (limite a 50 all’ora) generato a seguito di processi di combustione devono essere invece l’eccezione, non la soprattutto dai veicoli, svolge - come sottolinea regola. l’ARPAV - un ruolo fondamentale nella formazione In riferimento al riscaldamento domestico: dello smog fotochimico in quanto costituisce • Abitazioni ad emissioni zero grazie alla l’intermedio di base per la produzione di tutta una capillare diffusione del “Bonus 110%” che serie di inquinanti secondari pericolosi come favorisca il progressivo abbandono delle l’ozono, l’acido nitrico e l’acido nitroso. E’ un gas caldaie a gasolio e carbone da subito, e a tossico irritante per le mucose e responsabile di metano nei prossimi anni. specifiche patologie a carico dell’apparato Infine l’agricoltura: respiratorio (bronchiti, allergie, irritazioni). Vicenza • Cambiamento e ristrutturazione della filiera evidenzia una media annua di 34 µg/mc (la soglia agro-zootecnica: occorre impostare una limite per la protezione della salute umana è 40 strategia di ristrutturazione che consegua la µg/mc) contro 51 a Venezia, 38 a Padova, 30 a forte riduzione del carico zootecnico nelle Rovigo e a Treviso, 27 a Belluno e 26 a Verona. aree della Pianura Padana sostenendo Infine l’ozono (O3). Secondo l’ARPAV l’ozono produzioni che differenzino le fonti di reddito troposferico è un tipico inquinante secondario che per le aziende agricole e che non siano si forma nella bassa atmosfera a seguito di reazioni collegate ad emissioni inquinanti. fotochimiche che interessano inquinanti precursori Le tabelle contenute in questo report e riguardanti i prodotti per lo più dai processi antropici. A causa comuni capoluogo del Veneto si riferiscono agli della sua natura, l’ozono raggiunge i livelli più anni 2017 e 2018 e danno conto della situazione elevati durante il periodo estivo, quando gravemente deteriorata della città di Vicenza. l’irraggiamento è più intenso e tali reazioni sono Abbiamo visto come nel Rapporto di Legambiente favorite. Gli effetti provocati dall’ozono vanno relativo al 2020 la centralina di San Felice abbia dall’irritazione alla gola ed alle vie respiratorie al registrato ben 75 giorni di superamento del limite di bruciore degli occhi; concentrazioni più elevate 50 µg/mc prevista per le polveri sottili (PM10) il che dell’inquinante possono comportare alterazioni colloca la città del Palladio in 10° posizione nella delle funzioni respiratorie ed aumento nella classifica delle peggiori città. frequenza degli attacchi asmatici, soprattutto nei Nel 2018 i giorni di superamento del limite per la soggetti sensibili. L’ozono è responsabile anche di protezione della salute umana delle polveri sottili danni alla vegetazione ed ai raccolti. PM10 sono stati 57 in diminuzione rispetto ai 100 La soglia è fissata in 120 µg/mc calcolato come dell’anno precedente che avevano situato Vicenza massimo giornaliero della media mobile su 8 ore appena sotto il livello (102 raggiunto da Padova). I quale obiettivo a lungo termine per la protezione 57 giorni di superamento rappresentano tuttavia un della salute umana da non superare più di 25 giorni livello ben superiore ai 35 giorni di superamento in un anno. A Vicenza i giorni di superamento sono massimi previsti dall’attuale legislazione (D.Lgs 155 49 nel 2018 (62 nel 2017) contro 76 a Venezia, 72 del 2010). Nel Veneto - sempre nel 2018 - solo a Rovigo, 70 a Padova e a Verona, 63 a Treviso e Belluno registra un livello di inquinamento inferiore 7 a Belluno. alla soglia di legge: le altre realtà mostrano sforamenti generalizzati: Venezia e Padova 64 10
Verde urbano 3) Monitoraggio della strategia: “Monitorare la Le funzioni del Verde urbano sono molteplici: Strategia per aumentare i benefici ecologici, protettiva, sanitaria, ecologica, educativa, economici e sociali del Verde urbano”. ricreativa, urbanistica. Vi sono poi “linee di intervento trasversali” ai diversi Recentemente il ministero dell’Ambiente ha varato obiettivi: una Strategia nazionale del verde urbano. “ Incrementare la copertura degli alberi e delle La legge n° 10/2013 ha attribuito al Comitato per lo aree verdi (passare da mq a ha). Sviluppo del Verde Pubblico il compito di Incrementare la diversità vegetale delle foreste predisporre un Piano Nazionale che determini urbane in linea con le potenzialità del territorio. criteri e linee guida finalizzate: Selezionare specie vegetali autoctone coerenti • alla realizzazione di aree verdi permanenti con le caratteristiche edafiche e ecologiche del intorno alle maggiori conurbazioni e di filari territorio anche per garantire la piena funzionalità alberati lungo le strade; dei servizi ecosistemici. • al rinverdimento delle pareti e dei lastrici Incentivare progetti di Infrastrutture Verdi per solari, alla creazione di giardini e orti e al riconnettere gli spazi verdi urbani e periurbani. miglioramento degli spazi con adeguamento Supportare progetti di ricerca per la valutazione dei dell’edilizia e delle infrastrutture pubbliche e benefici economici delle foreste urbane anche in scolastiche che assicuri la riqualificazione termini di creazione di nuovi posti di lavoro. degli edifici. Incentivare la cooperazione con i vivai locali e gli Il Piano non si traduce in una pianificazione orti botanici, per rispondere agli obiettivi della vincolante quanto nell’individuazione di una serie di strategia a livello locale. criteri cui i vari ambiti locali debbono uniformarsi Connettere le aree verdi in sistemi integrati in nell’approntamento di veri Piani territoriali funzione della “domanda” di servizi ecosistemici. Il sistema morfologico italiano è prevalentemente Considerare i viali alberati e le alberate come collinare e montano e la biodiversità floristica e “parchi lineari” utili per la connessione ecologica faunistica è assai elevata. Il dilatarsi della densità delle foreste urbane e periurbane. abitativa determina una estensione Monitorare lo stato di salute delle piante e dei dell’impermeabilizzazione dei suoli in un contesto suoli a livello urbano e periurbano. di cambiamenti climatici. Favorire i processi di recupero dei corsi d’acqua La Strategia promuove un nuovo modello di e delle cenosi ripariali e acquatiche. pianificazione urbanistica mirata all’adattamento al Promuovere l’uso e la durata di vita dei prodotti cambiamento climatico e all’eliminazione da parte legnosi. del verde urbano delle sostanze inquinanti. Ma il Utilizzare cenosi miste, sempreverdi e verde urbano potrà dispiegare compiutamente le caducifoglie, per ottimizzare la rimozione degli sue potenzialità destinando ampi spazi al sistema inquinanti. forestale e deforestando intere aree per consentire Integrare le Infrastrutture Verdi con la mobilità la permeabilità crescente dei suoli e la urbana sostenibile sostenendo la riduzione degli penetrazione nel terreno delle risorse idriche. spazi asfaltati. La Strategia indica tre obiettivi prioritari: Pianificare interventi per ridurre la produzione di 1) Biodiversità e servizi ecosistemici: “tutelare la allergeni. biodiversità per garantire la piena funzionlità degli Favorire una più equa distribuzione delle aree ecosistemi e delle Infrastrutture Verdi in una città verdi tra le diverse aree della città. resiliente” Sfruttare il potere codificante del linguaggio 2) Cambiamenti climatici e isola di calore: simbolico dell’albero per formare al rispetto della Aumentare la superficie e migliorare la funzionalità natura i più giovani e stimolare senso critico, ecosisyemica delle infrastrutture verdi in una città memoria e identità nei più grandi”. resiliente” Tutte le tipologie di verde urbano possono essere 3) Benessere e qualità della vita: “Migliorare la sussunte nella categoria di “foresta urbana”, La salute e il benessere dei cittadini grazie alla stessa FAO individua cinque diversi tipi di foresta rimozione degli inquinanti da parte dell’ecosistema urbana: boschi e superfici boscate periurbane, foresta”. parchi e boschi urbani, piccoli parchi di quartiere, Le azioni strategiche sono invece così individuate: giardini privati e spazi verdi, alberature stradali, altri 1) Sensibilizzazione, sicurezza e educazione spazi verdi con presenze arboree: scarpate, ambientale: “Conoscenza e fruizione sono le basi golene, cimiteri, orti botanici, terreni agricoli etc. della sicurezza”. La Strategia - nell’archiviare definitivamente una 2) Pianificazione e progettazione delle aree verdi in concezione meramente estetica e ricreativa delle città: “ Assumere la foresta come strumento di aree verdi in città – sottolinea molto efficacemente pianificazione e progettazione di spazi e attività come le foreste urbane siano aree produttrici di umane” beni e servizi ecosistemici: “fornitura di habitat rifugio per la flora e la fauna, conservazione della 11
Puoi anche leggere