ECONERRE - Più forte del terremoto, l'Emilia 'vede' la fine ricostruzione

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ECONERRE - Più forte del terremoto, l'Emilia 'vede' la fine ricostruzione
ECONERRE - Più forte del terremoto, l’Emilia
‘vede’ la fine ricostruzione

Otto anni dopo il terremoto, si fa il punto sulla ricostruzione. Il 95% dei cittadini è tornato nelle
proprie case, e sono stati erogati 6 miliardi e 400 milioni di euro di contributi

di Antonella Cardone

Sei miliardi e 400 milioni di euro di contributi, 16 mila abitazioni e più di 5 mila piccoli negozi
tornati agibili, 2.600 progetti delle grandi imprese finanziate, il 95% dei cittadini tornati nelle
proprie case. E’ questo il bilancio a otto anni dal terremoto in Emilia, che con due scosse il 20 e
29 maggio 2012 mise in ginocchio una larga parte della regione- investendo in particolare le
province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna – togliendo la vita a 27 persone e
lasciando dietro di sé milioni e milioni di euro di danni.

La commemorazione arriva mentre stiamo affrontando la pandemia del Coronavirus. E quanto
accaduto allora con la ricostruzione post sisma viene preso ad esempio della capacità di reazione e
di ripresa di noi emiliani, pur con il lutto nel cuore per quanti non ce l’hanno fatta, oggi come ieri.

“L’esperienza del terremoto tanto ci ha insegnato, e possiamo portarla anche in questa occasione.
Non si può riparare solo alla vita delle persone che non ci sono più, il primo pensiero è andato a loro
e alle loro famiglie, ma tutto il resto è nella nostra disponibilità e può dipendere da noi. E’ stato così
col terremoto e così è ora, bisogna rimboccarsi le maniche” commenta il sottosegretario alla
Presidenza, Davide Baruffi esordendo nella conferenza stampa di presentazione del bilancio della
ricostruzione che ha fatto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

Emerge come il completamento della ricostruzione post sisma sia ormai vicino, nonostante
l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus abbia rallentato il cammino. Anzi, quando il lockdown
fermava gli ultimi cantieri, proprio dal distretto biomedicale modenese, fra i più avanzati nel
mondo e capace di rialzarsi in pochissimo tempo dopo le scosse del maggio 2012, sono arrivati
messaggi di speranza e reazione più forti del virus.

Le aziende del settore biomedicale non hanno mai fermato le produzioni e, in massima sicurezza
sanitaria, hanno saputo mettersi a disposizione dell’Emilia-Romagna e dell’Italia intera per la
produzione di macchinari per la respirazione extracorporea , dando risposta alle esigenze del
sistema sanitario. Al contempo, il Tecnopolo di scienze della vita di Mirandola è diventato,
assieme all’Università di Bologna, laboratorio di riferimento per testare e certificare i dispositivi di
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protezione individuale, per rispondere rapidamente alle richieste delle imprese che avevano
riconvertito la propria produzione.

E’ gente con resilienza e spirito di adattamento, quella del cratere, che ha tenuto botta e continua a
farlo: a gennaio si vedeva come i posti di lavoro, rispetto al 2012, qui erano aumentati.

Poi il Coronavirus ha rimesso tutto in discussione.

La ricostruzione, però, non si ferma e Stefano Bonaccini, che è anche Commissario alla
ricostruzione ha adottato, condividendole con enti locali e parti sociali, specifiche misure per
garantire più tempo e maggiore liquidità, rinviando le scadenze, anticipando i pagamenti e
prorogando i termini per chiudere gli interventi e, quindi, non perdere i contributi.

Si è messo mano a più di 10 mila edifici per oltre 27 mila unità immobiliari: restano ancora 400
pratiche ancora da autorizzare, quelle per gli edifici che abbisognano di procedure più complesse.

Il resto avanza al galoppo: a oggi già l’82% delle somme concesse è stato ritirato.

Negli ultimi anni, dopo aver sistemato le scuole, le aziende, le case, gli edifici pubblici, lo sforzo si è
concentrato in modo crescente sui centri storici, nella parte pubblica e nella privata: sono arrivati 18
milioni cui sono stati aggiunti 30 milioni nel 2019.

Altri fondi arriveranno, a partire già da giugno, per sostenere attività che possono fare investimenti
nel cratere, e altri ancora sono previsti per la fine dell’anno. La Regione Emilia-Romagna ha
previsto che nella Fase 2 si dovrà sostenere e accompagnare chi avrà la forza di aprire la propria
attività, con un cofinanziamento significativo, del 70%.

“Alla vigilia dell’ottavo anniversario di quella drammatica, prima scossa del 20 maggio 2012 –
afferma il presidente Bonaccini– voglio ricordare coloro che hanno perso la vita: ci stringiamo ai
loro cari, così come a chiunque abbia sofferto, a iniziare dai tanti che rimasero feriti. Anche questi
territori– prosegue- dopo soli otto anni si sono ritrovati a dover fare i conti con un’emergenza
sanitaria senza precedenti. Ma qui tutti – donne e uomini, imprese, lavoratori – hanno dimostrato
ancora una volta di saper affrontare i momenti più difficili, mettendo forza d’animo, conoscenze e
professionalità al servizio dell’intera comunità regionale e del Paese. Anche grazie a fabbriche,
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laboratori e infrastrutture ricostruite in soli otto anni. Ancor di più adesso ci rimboccheremo le
maniche, insieme, per completare definitivamente la ricostruzione nell’arco dei prossimi tre anni,
con interventi per 2,2 miliardi di euro. Investimenti pubblici e cofinanziamenti privati che
contribuiranno a far ripartire l’Emilia-Romagna, recuperando e creando nuovi posti di lavoro
attraverso un modello di crescita che sia sostenibile. Ma così come è successo nelle aree colpite dal
sisma, ne uscirà una regione ancora più forte e bella”.

A chi gli chiede una stima per dare completata la ricostruzione, Bonaccini risponde che per il
decennale, nel 2022, “mi aspetto sia stato grossomodo completato, resterà forse qualcosina. Ma
siamo molto avanti: questa ricostruzione, come ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella verrà annoverata tra quelle esemplari”.

L’intervento video del governatore Stefano Bonaccini

La ricostruzione in sintesi

Abitazioni

Gli edifici completati sono 7.600, per circa 16 mila abitazioni (prime e seconde case) rese di nuovo
agibili e 5.400 piccole attività economiche. I termini per il deposito delle domande è ormai concluso
e la situazione vede il 98% della ricostruzione leggera completato, così come il 76% di
quella pesante. Complessivamente, sono state completate 9.607 ordinanze di concessione di
contributi sulle 10.007 presentate ai Comuni, pari al 96%. Ancora aperti i termini per il deposito
delle domande di contributo per la ricostruzione delle pertinenze. Per la ricostruzione delle
abitazioni e delle piccole attività economiche, il totale dei contributi concessi ammonta a 3 miliardi,
di cui già liquidati 2,4 miliardi.

Assistenza alla popolazione

Quasi il 95% di cittadini e famiglie sono rientrati nelle proprie case. Infatti, degli oltre 16.500
assistiti nel 2012 dopo le scosse, beneficiano delle misure di aiuto previste nel percorso di rientro
(collocazione in altra abitazione o sostegno all’affitto) poco più di 1.000 nuclei familiari, il 90% dei
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quali ha subìto un danno pesante alla propria abitazione.

La biblioteca di Mirandola

Attività produttive

La ricostruita scuola media di Concordia

Per la ricostruzione produttiva (industria, agricoltura e commercio), le domande di contributo
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approvate sono 3.497, per un totale di 1,9 miliardi di euro concessi di cui 1,6 già liquidati. I progetti
conclusi sono 2.663, circa otto su dieci. A questi si aggiungono 5.400 attività economiche e
commerciali ripristinate, dai negozi alle botteghe artigiane, collegate alle abitazioni. Inoltre, per la
messa in sicurezza degli immobili produttivi, i capannoni, sono stati concessi contributi, con fondi
messi a disposizione dall’Inail, per circa 63 milioni di euro a 1.573 imprese, di cui oltre il 76% è già
stato liquidato.
Con le misure per progetti di ricerca e innovazione di piccole e medie imprese e per le startup
nell’area del “cratere ristretto” sono stati stanziati, solo nel del 2019, 6 milioni di euro.

Opere pubbliche e dei beni culturali

Le fontane di Medolla

Per la ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali le risorse totali messe in campo,
comprensive dei cofinanziamenti disponibili, ammontano a 1 miliardo e 405 milioni di euro. La
gran parte, quasi un miliardo (957 milioni), proveniente dai fondi del Commissario delegato e
assegnata ai singoli interventi tramite i Piani attuativi annuali; 37,6 milioni a interventi di ripristino
di chiese e scuole, attraverso due specifiche ordinanze. Gli altri 449 milioni sono coperti da
cofinanziamenti provenienti da donazioni private (sms, concerto Campovolo), fondi e donazioni
propri degli enti attuatori e rimborsi assicurativi. In totale, gli interventi finanziati sono 1.656.

Centri storici
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Il centro storico di San Felice

Per la rinascita dei centri storici ricompresi nel perimetro del “cratere ristretto”, in aggiunta a 18
milioni erogati dalla Regione nel 2018 attraverso il Programma speciale d’Area, sono state stanziati
ulteriori 30 milioni: i comuni interessati dall’ordinanza hanno già individuato, e inviato al
Servizio tecnico, le priorità progettuali cui destinare tali risorse e sono stati concessi circa 800 mila
euro ai Comuni che hanno inviato la progettazione esecutiva.
Inoltre, per favorire il ripopolamento e la rivitalizzazione delle aree dei centri storici dei 30
Comuni del cratere ristretto sono stati inizialmente stanziati 35 milioni a cui ne sono stati aggiunti
altri 14 milioni a fronte delle numerose richieste avanzate. I progetti sin qui presentati sono stati
871, di questi 656 sono già stati finanziati con 39 milioni a sostegno interventi previsti del valore di
56 milioni.
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La chiesa del Gesù a Mirandola, in fase finale della ricostruzione

                             Direttore responsabile: Claudio Pasini. Segreteria di redazione c/o Unioncamere
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 “Econerre-economia Emilia-Romagna” (Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6285 del 27 aprile 1994 – Iscrizione ROC – Registro Operatori
 Comunicazione n. 26898)
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