Ecco i vincitori dei Nastri d'Argento 2020
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Ecco i vincitori dei Nastri d'Argento 2020 Si è svolta il 6 luglio, presso il Museo MAXXI di Roma, la cerimonia dei Nastri d’Argento, il premio del cinema italiano assegnato dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani (SNGCI), un’edizione all’insegna del ricordo del grande maestro compositore e musicista Ennio Morricone, scomparso lo stesso giorno. Molti artisti presenti hanno dedicato un pensiero all’icona della musica da film, che ha lasciato nel mondo colonne sonore di sconfinata bellezza e che ha permesso al nostro paese di avere numerosi importanti riconoscimenti. Ci aspettavamo una cerimonia nel rispetto delle norme di sicurezza e così è stato, non ci aspettavamo però una cerimonia molto poco coinvolgente: il periodo non è dei migliori e la ripresa è difficile, ma proprio per questo motivo, quel che era possibile fare si sarebbe dovuto fare con molto più trasporto ed emozione. Paradossalmente la cerimonia dei David di Donatello dell’8 maggio scorso, svolta in piena pandemia e alla presenza del solo presentatore, si è rivelata essere molto più sentita e brillante. Scenografia e musica quasi inesistenti, sembrava tutto molto improvvisato e preparato con superficialità; fuori luogo sarebbero stati sicuramente i lustrini delle scorse edizioni, ma dell’emozione avevamo davvero bisogno e qualche piccola attenzione in più avrebbe decisamente aiutato. La situazione è stata aggravata dallo spoiler già dalla mattina di tutti i vincitori, su numerose testate giornalistiche e su profili social, che sicuramente ha smontato il brivido dell’attesa, rendendo ancor più piatta la serata.
Mettendo da parte la cerimonia in sé, per fortuna ci hanno pensato i vincitori e il valore delle opere a trasmetterci l’arte e la bellezza che tanto serve al nostro paese in un momento decisivo come questo. Di seguito i vincitori: Miglior film Favolacce Migliore regia Matteo Garrone – Pinocchio Miglior regista esordiente Marco D’Amore – L’Immortale Miglior commedia Figli di Giuseppe Bonito Miglior produttore Agostino, Giuseppe e Mariagrazia Saccà – Favolacce e Hammamet Miglior attore protagonista Pierfrancesco Favino – Hammamet Miglior attrice protagonista Jasmine Trinca – La Dea Fortuna Miglior attore non protagonista Roberto Benigni – Pinocchio Miglior attrice non protagonista Valeria Golino – 5 è il numero perfetto, Ritratto della giovane in fiamme Miglior attore di commedia Valerio Mastandrea – Figli Miglior attrice di commedia Paola Cortellesi – Figli Miglior soggetto Il Signor Diavolo di Pupi, Antonio e Tommaso Avati Miglior sceneggiatura Favolacce – Damiano e Fabio D’Innocenzo Migliore fotografia Paolo Carnera – Favolacce Migliore scenografia
Dimitri Capuani – Pinocchio Miglior montaggio Marco Spoletini – Pinocchio, Villetta con ospiti Migliori costumi Massimo Cantini Parrini – Pinocchio, Favolacce Miglior sonoro Maricetta Lombardo – Pinocchio Migliore colonna sonora (ex aequo) Brunori Sas – Odio l’estate Pasquale Catalano – La Dea Fortuna Miglior canzone originale Che vita meravigliosa di Diodato – La Dea Fortuna Oltre a questi, una lunga lista di premi speciali, assegnati dal Direttivo con il Consiglio Nazionale: Film dell’anno a “Volevo nascondermi” del regista Giorgio Diritti; Nastro alla carriera all’attore Toni Servillo; Nastro europeo al regista Pedro Almodovar per il film “Dolor y Gloria”; Nastro d’oro al direttore della fotografia Vittorio Storaro per “Un giorno di pioggia a New York”; Premio speciale a “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” del regista e illustratore Lorenzo Mattotti; Nastro della legalità al film “Aspromonte” di Mimmo Calopresti; Miglior casting director a Davide Zurolo per “L’Immortale”; Premi Guglielmo Biraghi all’attore Giulio Pranno per “Tutto il mio folle amore” e Menzione speciale all’attore Federico Ielapi per “Pinocchio”; Premio Graziella Bonacchi all’attrice Barbara Chichiarelli per “Favolacce”; Miglior cameo dell’anno alla scrittrice Barbara Alberti per il ruolo nel film “La Dea Fortuna”; Premio Nino Manfredi all’attore Claudio Santamaria per il ruolo di padre in “Tutto il mio folle amore” e “Gli anni più belli”; Premio Nastri SIAE per la sceneggiatura del film “Buio” ad Emanuela Rossi; Premio Nuovo IMAIE per il doppiaggio a Stefano De Sando, Claudia Catani ed Emanuela
Rossi. Vincitori indiscussi risultano così essere i film “Favolacce” dei fratelli D’Innocenzo e “Pinocchio” di Matteo Garrone, che pare non abbiano però esaltato tutto il pubblico, come magari ha fatto “La Dea Fortuna” di Ferzan Ozpetek, che qui ha trionfato con il Nastro alla Miglior attrice protagonista per Jasmine Trinca, il Miglior cameo, la Miglior colonna sonora e il terzo importante premio dell’anno al cantautore Diodato che, dopo il Festival di Sanremo, si è aggiudicato grazie al brano “Che vita meravigliosa”, anche il David di Donatello ed il Nastro d’Argento come Miglior canzone originale. Poche sono state le parole durante la serata, dedicate alle maestranze del cinema in estrema difficoltà, agli esercenti e a tutti gli operatori del cinema e del teatro, ma restiamo convinti che, in questa estate strana, il cinema (all’aperto e in sicurezza) possa essere una delle valide alternative per trascorrere il tempo in modo rilassante e costruttivo e per questo motivo speriamo che in Italia si punti sempre più, anche economicamente, su prodotti di qualità, su giovani talenti, sulla sperimentazione e la creatività per poter adoperare il meraviglioso strumento del cinema per creare un futuro sempre più splendente e fruttuoso. Si avvicina l'attesa edizione 2020 dei Nastri d'Argento del cinema italiano Periodo non facile anche per il cinema, ormai lo diciamo da un po’, ma questo non ha mai fermato la sua voglia di ripartire e di riprendersi i suoi spazi. Così assistiamo, in questa strana estate 2020, alla creazione di nuove aree di cinema all’aperto, a nuove modalità di fruizione del prodotto film e alla trasformazione di formule collaudate per conformarsi alle necessarie regole di sicurezza. In questo scenario si inseriscono premi, festival e anche la cerimonia dei Nastri d’Argento, il più
antico premio cinematografico italiano, assegnato ogni anno dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani (SNGCI), dal 1946; quest’anno la cerimonia, spostata al Museo MAXXI di Roma, si svolgerà in presenza il 6 luglio. Sarà un’edizione necessariamente diversa dalle altre; la diretta, che andrà in onda su Rai Movie, si svolgerà sicuramente nel rispetto delle norme di sicurezza e adotterà inevitabilmente un registro meno sfavillante e più pacato rispetto alle scorse edizioni, ma quello che possiamo dire è sicuramente che il nostro paese ha bisogno di tornare a sognare e di conseguenza ha bisogno del cinema per farlo, qualsiasi forma esso adotti. Il pensiero va automaticamente ad un altro premio cinematografico importante, svolto in piena pandemia, il David di Donatello, che l’8 maggio scorso, in presenza solo del presentatore Carlo Conti, ha avuto luogo con una cerimonia, sicuramente sottotono, ma che è ugualmente riuscita a regalare momenti d’emozione agli attori e professionisti protagonisti e anche al pubblico a casa. Diversi saranno, per fortuna, i Nastri d’Argento che si svolgeranno in presenza a Roma, ma ciò che resta uguale è l’esigenza che abbiamo di andare avanti e di riappropriarci di una sorta di normalità che ci faceva sentire tranquilli, quella parte di normalità sana, che produce bellezza, arte e cultura. Scopri il nuovo numero: Tutto è Comunicazione La comunicazione è diventata centrale nella vita di tutti noi ed è cambiata molto nell’ultimo periodo a causa dell’epidemia. Abbiamo assistito all’esplosione di nuove piattaforme digitali come Zoom, alla comparsa degli scienziati nei talk show televisivi e ad una comunicazione di brand incentrata su valori diversi rispetto al recente passato. In attesa del 6 luglio, qui i film, gli attori ed i professionisti del settore candidati all’ambito premio: Miglior film
Gli anni più belli Hammamet La Dea Fortuna Favolacce Pinocchio Migliore regia Gianni Amelio – Hammamet Pupi Avati – Il Signor Diavolo Cristina Comencini – Tornare Fratelli D’Innocenzo – Favolacce Matteo Garrone – Pinocchio Pietro Marcello – Martin Eden Mario Martone – Il sindaco del rione Sanità Gabriele Muccino – Gli anni più belli Ferzan Ozpetek – La Dea Fortuna Gabriele Salvatores – Tutto il mio folle amore Miglior regista esordiente Stefano Cipani – Mio fratello rincorre i dinosauri Marco D’Amore – L’Immortale Roberto De Feo – The Nest Ginevra Elkann – Magari Carlo Sironi – Sole Igor Tuveri (IGORT) – 5 è il numero perfetto Miglior commedia Figli di Giuseppe Bonito Il Primo Natale di Salvo Ficarra e Valentino Picone Lontano lontano di Gianni Di Gregorio Odio l’estate di Massimo Venier Tolo Tolo di Luca Medici Miglior produttore Marco Belardi e Paolo Del Brocco – Gli anni più belli Agostino, Giuseppe e Mariagrazia Saccà – Favolacce e Hammamet Attilio De Razza e Giampaolo Letta – Il primo Natale Luca Barbareschi e Paolo Del Brocco – L’ufficiale e la spia Matteo Garrone e Paolo Del Brocco – Pinocchio Miglior attore protagonista Stefano Accorsi, Edoardo Leo – La Dea Fortuna Pierfrancesco Favino – Hammamet Luca Marinelli – Martin Eden Francesco Di Leva – Il sindaco del rione Sanità Kim Rossi Stuart – Gli anni più belli
Miglior attrice protagonista Giovanna Mezzogiorno – Tornare Micaela Ramazzotti – Gli anni più belli Lunetta Savino – Rosa Lucia Sardo – Picciridda Jasmine Trinca – La Dea Fortuna Miglior attore non protagonista Roberto Benigni – Pinocchio Carlo Buccirosso – 5 è il numero perfetto Carlo Cecchi – Martin Eden Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco – Il sindaco del rione Sanità Massimo Popolizio – Il primo Natale, Il ladro di giorni Miglior attrice non protagonista Barbara Chichiarelli – Favolacce Matilde Gioli – Gli uomini d’oro Valeria Golino – 5 è il numero perfetto, Ritratto della giovane in fiamme Benedetta Porcaroli – 18 Regali Alba Rohrwacher – Magari Miglior attore di commedia Luca Argentero – Brave ragazze Giorgio Colangeli – Lontano lontano Valerio Mastandrea – Figli Giampaolo Morelli – 7 ore per farti innamorare Gianmarco Tognazzi – Sono solo fantasmi
Mi gli or at tri ce di co m m ed ia An to ne lla Att ili – Tolo Tolo Paola Cortellesi – Figli Anna Foglietta – D.N.A. – Decisamente Non Adatti Lucia Mascino – Odio l’estate Serena Rossi – Brave ragazze, 7 ore per farti innamorare Miglior soggetto Bar Giuseppe di Giulio Base Buio di Emanuela Rossi Il grande salto di Daniele Costantini Il Signor Diavolo di Pupi, Antonio e Tommaso Avati L’uomo del labirinto di Donato Carrisi Miglior sceneggiatura Favolacce – Damiano e Fabio D’Innocenzo Il sindaco del rione Sanità – Mario Martone, Ippolita Di Majo La Dea Fortuna – Gianni Romoli, Silvia Ranfagni, Ferzan Ozpetek Martin Eden – Pietro Marcello, Maurizio Braucci Tutto il mio folle amore – Umberto Contarello, Sara Mosetti Migliore fotografia Luan Amelio – Hammamet Paolo Carnera – Favolacce Daniele Ciprì – Il primo Natale Daria D’Antonio – Tornare, Il ladro di giorni Italo Petriccione – Tutto il mio folle amore
Migliore scenografia Dimitri Capuani – Pinocchio Emita Frigato, Paola Peraro, Paolo Bonfini – Favolacce Giuliano Pannuti – Il Signor Diavolo Luca Servino – Martin Eden Tonino Zera – L’uomo del labirinto Miglior montaggio Esmeralda Calabria – Favolacce Marco Spoletini – Pinocchio, Villetta con ospiti Jacopo Quadri – Il sindaco del rione Sanità Patrizio Marone – L’Immortale Claudio Di Mauro – Gli anni più belli, 18 Regali Migliori costumi Massimo Cantini Parrini – Pinocchio, Favolacce Cristina Francioni – Il primo Natale Alessandro Lai – Tornare Andrea Cavalletto – Martin Eden Nicoletta Taranta – 5 è il numero perfetto Miglior sonoro Maurizio Argentieri – Il sindaco del rione sanità, Tornare Gianluca Costamagna – L’Immortale Denny De Angelis – Martin Eden Maricetta Lombardo – Pinocchio Gilberto Martinelli – Tutto il mio amore folle Migliore colonna sonora Brunori Sas – Odio l’estate Pasquale Catalano – La Dea Fortuna Dario Marianelli – Pinocchio Mauro Pagani – Tutto il mio amore folle Nicola Piovani – Gli anni più belli Miglior canzone originale Che vita meravigliosa di Diodato – La Dea Fortuna Gli anni più belli di Claudio Baglioni – Gli anni più belli Il ladro di giorni di Alessandro Nelson Garofalo, cantata da Nero Nelson e Claudio Gnut – Il ladro di giorni Rione Sanità di Ralph P. – Il sindaco del rione Sanità Un errore di distrazione di Brunori Sas – L’ospite We come from Napoli di Liberato, con Gaika e Robert Del Naja – Ultras
Pr ot ag on ist i an ch e qu i, fil m pl uri pr em iat i, ap pr ez zati da pubblico e critica, come “La Dea Fortuna” di Ferzan Ozpetek, “Gli anni più belli” di Gabriele Muccino, “Hammamet” di Gianni Amelio e “Favolacce” dei fratelli D’Innocenzo. Due importanti premi saranno assegnati: il Nastro alla Carriera al bravissimo attore napoletano Toni Servillo e il Nastro dell’Anno al film “Volevo nascondermi” del regista Giorgio Diritti, che narra la storia del pittore Ligabue, interpretato da un eccellente Elio Germano. Mesi di ripartenza questi per l’Italia e per il cinema italiano, diamo anche noi il nostro contributo, quindi, popolando le arene estive e andando a recuperare opere di grande valore che non abbiamo visto, riprendendoci così, con le dovute accortezze, anche un po’ di socialità che è momentaneamente venuta meno, e quale miglior scusa per farlo, se non quella della visione di un bel film. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome
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N. b. in alcuni casi per annata sono segnalati due film, sia per l’esigua distanza di incassi l’uno con l’altro, sia perché poteva capitare che un film non campione di incassi in Italia, con gli introiti del mercato internazionale poteva raggiungere o anche superare gli incassi del film primatista nelle sale nazionali. Si badi bene inoltre, che il valore degli incassi di anno in anno tende a salire, per via dell’inflazione e dell’aumento di valore della Lira, per cui non è possibile una comparazione veloce sugli incassi, se non tramite complessi calcoli matematici. Quel che interessa in questo saggio, è comunque annotare il film o i film campioni di incassi annata per annata, pietre miliari assolute del nostro cinema. 1946: Aquila nera- di Riccardo Freda. Con Gino Cervi e Rossano Brazzi. Adattamento riuscito del racconto Dubrowskij di Aleksan Puskin. 195 milioni di lire di incasso bastarono per diventare il film più visto di quell’annata. 1947: Come persi la guerra- di Carlo Borghesio. Con Macario e Vera Carmi. Curioso ritratto antiretorico del soldato nazionale, coraggioso suo malgrado, a cui la comicità stralunata di Macario aggiunge un tocco di surreale pacifismo. Quasi 300 milioni di lire incassati in Italia, e se si somma il mercato estero gli incassi raggiungono l’incredibile somma di 808 milioni di lire incassati, risultati per l’epoca strepitosi. 1948: Fifa e arena- di Mario Mattoli. Con Totò e Isa Barzizza. Grande successo per il secondo film del sodalizio Mattoli-Totò. Numerosi momenti di puro delirio totesco con dialoghi genialmente surreali. Incassi di 391 milioni di lire a fronte di più di 4 milioni e mezzo di presenze in sala. 1949: Catene- di Raffaello Matarazzo. Con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson. Inaspettato record d’incassi della stagione, con la mostruosa cifra di 735 milioni di lire di incasso, il film lanciò il nome di Matarazzo come quello di autentico maestro del melodramma all’italiana. Napoli Milionaria- di Eduardo De Filippo. Con Eduardo De Filippo, Leda Gloria, Totò e Titina De Filippo. Tratto dalla omonima commedia teatrale, il capolavoro di Eduardo offre uno specchio che ha il potere di riflettere una realtà alterata dagli individui e dietro la quale si annida il vuoto più profondo. Rinvigorito anche dalla presenza di Totò, affianco all’amico e collega Eduardo, il film sul mercato nazionale incassa 446 milioni di lire ( il secondo incasso dell’annata), però nettamente al primo posto se si considera il mercato internazionale. Tutto ciò grazie al grande successo che la commedia aveva ottenuto al festival di Cannes. L’enorme consenso internazionale contribuì a far conoscere l’opera di Eduardo anche fuori d’Italia. 1950: L’imperatore di Capri- di Luigi Comencini. Con Totò e Mario Castellani. Pellicola di grande successo con Totò esilarante nei panni del dandy, alle prese con rocambolesche avventure sull’isola dell’amore. Oltre 400 milioni di lire di incassi. 1951: Io sono il Capataz- di Giorgio Simonelli. Con Renato Rascel e Luigi Pavese. 450 milioni di lire di incassi e la stella cinematografica di Rascel, da questo momento in poi, splenderà luminosa. Esilaranti le avventure di Rascel tra equivoci e peripezie varie, in un folkloristico sud America. 1952: Don Camillo– di Julien Duvivier. Con Fernandel e Gino Cervi. Successo di pubblico senza
precedenti: 1 miliardo e mezzo di incassi, 12 milioni di biglietti venduti nelle sale. Fernandel nei panni di Don Camillo e Gino Cervi in quelli di Peppone entrano nella leggenda. Film e personaggi epocali, con quattro seguiti, nati dalla sagace penna di Giovannino Guareschi. 1953: Pane, amore e fantasia- di Luigi Comencini. Con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. 2 miliardi di incassi e quasi 14 milioni di biglietti venduti, per uno dei film più famosi e più visti della storia del cinema italiano. Indimenticabile Vittorio De Sica nei panni del maresciallo dei carabinieri; ed anche la Lollobrigida, consacrata da questo film a ruolo di star. Tre seguiti. 1954: Ulisse- di Mario Camerini. Con Kirk Douglas e Silvana Mangano. Dall’Odissea di Omero, il film italiano più costoso del dopoguerra, prodotto da Ponti-De Laurentiis. Kirk Douglas è Ulisse, SIlvana Mangano interpreta invece, sia Penelope che la Maga Circe. Gli incassi sfiorano i 2 miliardi di lire, in Italia è leggermente sotto al contemporaneo “Pane, amore e gelosia”, anche se con il mercato americano, lo stacca nettamente. Pane, amore e gelosia– di Luigi Comencini. Con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Il seguito delle avventure del maresciallo dei carabinieri e della bella “bersagliera”, ancora sostenuto dall’umanissimo umorismo di De Sica e dalla popolare avvenenza della Lollo. Talmente richiesto dal successo di pubblico del precedente film che inizia esattamente dove finiva l’altro. E gli incassi aumentano: 2 miliardi e 300 milioni incassati. Primo incasso della stagione sul mercato nazionale, superato con gli introiti del mercato internazionale dall’Ulisse di Ponti e De Laurentiis. 1955: Pane, amore e…- di Dino Risi. Con Vittorio De Sica, Sophia Loren e Antonio Cifariello. Terzo film della serie, la novità è la sostituzione della Lollobrigida con la Loren, sua mortale nemica nell’immaginario cinematografico nazionale. Sullo sfondo di una Sorrento mozzafiato, De Sica continua ad incantare, prendendo in giro l’irriducibile gallismo nazionale. 1 miliardo e mezzo di incassi, in calo rispetto ai primi due della serie, ma sufficienti per essere incoronato per il terzo anno di fila, campione di incassi del cinema italiano. 1956: Poveri ma belli- di Dino Risi. Con Renato Salvatori, Maurizio Arena, Marisa Allasio, Alessandra Panaro e Lorella De Luca. Un film che ormai fa parte della storia del nostro cinema: dialettale, giovanilmente scanzonato, divertente, che piacque molto al pubblico: un miliardo di incasso al botteghino, due seguiti. Uno dei capostipiti della commedia all’italiana. I cinque attori, poco conosciuti fino ad allora, passarono subito alla notorietà. 1957: Belle ma povere- di Dino Risi. Con Renato Salvatori, Maurizio Arena, Marisa Allasio, Alessandra Panaro e Lorella De Luca. Il successo di Poveri ma belli impone un seguito, che conferma lo spirito scanzonato del primo episodio e soprattutto l’indovinata fusione tra ambiente popolaresco e aspirazioni piccolo-borghesi. Inalterato il quintetto di attori, leggermente in calo gli incassi: 808 milioni di lire, comunque sufficienti per essere il film più visto dell’anno. Arrivederci Roma– di Roy Rowland e Mario Russo. Con Renato Rascel, Mario Lanza e Marisa Allasio. Ispirato alla omonima canzone rasceliana e realizzata in co-produzione dalla Titanus con l’americana MGM, la pellicola incassa 798 milioni di lire solo in Italia, ad un soffio dalla pellicola Belle ma povere. E’ ovvio che, con gli incassi in territorio americano, il film in questione superi abbondantemente l’opera di Risi. Rimane comunque una grande interpretazione di Rascel, in un
vero e proprio inno alla città eterna. Curiosità: in entrambi i film c’è Marisa Allasio, sex symbol italiano del periodo. 1958: I soliti ignoti- di Mario Monicelli. Con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Tiberio Murgia, Claudia Cardinale, Carlo Pisacane e Totò. La migliore commedia all’italiana di sempre. Un bel ritmo, piccole annotazioni gustose e una serie di personaggi sbozzati alla perfezione e che sono entrati a far parte della nostra memoria collettiva. Quasi un miliardo di lire di incassi e nomination all’Oscar come miglior film straniero. Con due seguiti. 1959: La Grande Guerra- di Mario Monicelli. Con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Silvana Mangano e Romolo Valli. Confezione di gran classe, numerose figurine memorabili: la prostituta Costantina della Mangano; l’umano tenente Gallina di Romolo Valli. E a tener le redini di tutto, i due protagonisti, Gassman e Sordi, più esuberante il primo, più pacato il secondo. Kolossal sulla prima guerra mondiale, di grande efficacia: uno dei capolavori assoluti del nostro cinema. Leone d’oro al festival di Venezia, 1 miliardo e mezzo di incassi.
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