Tre mega boiler imbarcati a Venezia

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Tre mega boiler imbarcati a Venezia
14 Febbraio 2021 -

Tre mega boiler imbarcati a Venezia

VENEZIA – Tre mega boiler Plug & Play di alta ingegneria made in Italy,
realizzate a Porto Marghera sono state imbarcate e spedite nella penisola
arabica. Sono state prodotte da Macchi (divisione della Sofinter spa con
headquarter a Gallarate e con altre unità produttive in Italia e in Europa).
Tre gioielli dell’ingegneria e della meccanica, dal peso di 510 tonn.
ciascuno e dalle dimensioni di 23.5 metri di lunghezza, 13.5 metri di
larghezza e 16.5 metri di altezza destinati a far parte di un impianto
Oil&Gas.

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Da 5 anni la Macchi ha scelto di aprire un nuovo stabilimento in via Ramo
dell’Azoto a Marghera in quanto le dimensioni ed il peso di questi prodotti
richiedono un “assembly yard” in prossimità dell’area portuale per
permettere, fatte tutte le verifiche del caso, di raggiungere il porto ed
assicurarne l’imbarco.

Tutte ragioni che hanno spinto la società a puntare su Porto Marghera come
luogo ideale per investire: e l’investimento ha dato i suoi frutti, se si
considera che dal 2016 ad oggi sono stati prodotti ed imbarcati a Marghera
ben 35 boiler, di cui 24 con modularizzazione Plug & Play.

Ma non solo. A Marghera operano anche altre due eccellenze di livello europeo
e globale, partner ideali per realizzare operazioni straordinarie come
questa: si tratta della Fagioli, azienda leader per i servizi in questo
settore – non da ultimo, la partecipazione alla ricostruzione del ponte di
Genova – e del terminal Multi Service specializzato e riconosciuto a livello
internazionale nella movimentazione dei project cargo da più di 20 anni
terminal di riferimento per il general – project cargo per il Nord Italia.

La Fagioli, che ha una sua base operativa anche a Marghera, negli ultimi anni
ha eseguito a Venezia una rilevante quantità di movimentazioni eccezionali,
sia per il trasporto che per il sollevamento. Tutto questo grazie
all’utilizzo di mezzi altamente tecnologici di ultima generazione con
capacità di trasporto e di sollevamento praticamente illimitate, e di
un’ingegneria interna che si occupa di trovare le soluzioni operative più
adatte e in totale sicurezza.

A questo si aggiunge un servizio fluviale di chiatte di proprietà per il
trasporto di carichi eccezionali via fiume da Cremona e da Mantova
direttamente al porto di Venezia.

Il terminal Multi Service, d’altra parte, ha un’expertise riconosciuta per la
spedizione di moduli di rilevanti dimensioni a Porto Marghera, in partnership
con Baker Hughes/Nuovo Pignone per i progetti Gorgon, Zadco, Tco
Tengizchevronoil e Block/Calcasieu. In questa specifica spedizione segue
tutte le fasi propedeutiche ed operative per permettere l’imbarco dei 3 super
moduli di Macchi tramite i mezzi speciali della Fagioli , peraltro garantendo
uno speciale accesso al terminal che consente ai pezzi oversize di transitare
verso la banchina.

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Il personale specializzato nella difficile manipolazione del project cargo
gestito secondo i criteri di fungibilità, mobilità ed aggiornamento
professionale oltre alle moderne attrezzature e ai suoi mezzi impiegati (gru
da 100/200 ton con tecnologia 4.0) rendono la società un terminal portuale
concorrenziale altamente competitivo, collocandolo leader nel settore con
pari dignità degli altri terminal nord europei .

Tutta l’operazione di preparazione all’imbarco è in corso da settimane: la
nave speciale sud coreana DongBang Giant è infatti giunta a Venezia settimane
fa, per essere adeguatamente attrezzata a imbarcare e trasportare in
sicurezza i mega carichi.

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Imbarchi straordinari al terminal
Lorenzini

LIVORNO – Sono stati imbarcati due importanti colli straordinari arrivati al
terminal Lorenzini da Firenze con un convoglio di 75 metri di lunghezza. La
spedizione proveniente dalla Nuovo Pignone è frutto di una partnership
consolidata con la Lorenzini & C.

Il primo collo del peso di 160 tonnellate ed il secondo di 180 tonnellate,
per un volume totale superiore ai 6000 metri cubi, sono stati imbarcati
sulla nave “Imke”.

La complessa operazione, portata a termine con successo grazie all’esperienza
e la professionalità del personale coinvolto, testimonia l ’ottima
collaborazione tra il terminal e lo spedizioniere della merce.

Al termine dell’imbarco, Daniele Grifoni, amministratore delegato del
terminal ha dichiarato:
“Esprimo soddisfazione e sottolineo la qualità dei servizi per la merce varia
che l’azienda ha espresso nel passato ed esprime, con continuità, da anni.
Questo, di fatto, è dovuto alla grande professionalità del personale del
terminal e conferma la continuità aziendale in questo settore che è
strategico per l’azienda, per per il porto in cui operiamo e per il retro
porto”.

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Piombino: firmati due protocolli per
il futuro del porto

PIOMBINO – Sono due i protocolli di intesa che sono stati firmati ieri al
Comune di Piombino. Il primo, quello tra la Regione Toscana, il Comune,
l’AdSp del mar Tirreno settentrionale e la Nuovo Pignone che interessano il
nuovo insediamento nell’area darsena nord, l’altro tra gli enti e la Piombino
industrie marittime.
“Con orgoglio e convinzione abbiamo investito sulla costa -ha detto il

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presidente della Regione Enrico Rossi- perchè il problema della Toscana è
proprio quello di far crescere la costa”. Il presidente ha anche annunciato
l’arrivo di una lettera che annuncia che Anas darà avvio alla progettazione
esecutiva della bretella 398.
Il presidente Stefano Corsini, prendendo la parola ha sottolineato come il
porto di Piombino rappresenti il nodo logistico dell’Italia del Sud e il
collegamento con l’Adriatico.
Nelle interviste video i commenti alla giornata dei vari intervenuti.

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Bari: progetto in Cile della Nuovo
Pignone

BARI – Nuovo Pignone, società del gruppo Baker Hughes, GE company (Bhge),
farà partire da Bari un importante ordine destinato al Cile, confermando così
il porto di Bari come snodo intermodale strategico e funzionale al florido
comparto della grande industria che opera nell’area.

“La spedizione dei macchinari – spiega Enrico Mangialardo, general manager
Bhge Nuovo Pignone- è composta da due lotti, il primo dei quali partito da
Bari pochi giorni fa e costituito da 10 skid pompa per un totale di 300
tonnellate, mentre il secondo lotto, previsto in partenza entro inizio
Agosto, composto da 16 casse contenenti pompe centrifughe complete di motori
e centraline di lubrificazione per un totale di oltre 400 tonnellate.”

“La commessa -continua- è finalizzata ad unirsi al progetto iniziato nel 2014
per la costruzione delle stazioni di pompaggio per un acquedotto lungo circa
200 chilometri, realizzato per una grande azienda mineraria cilena.”

“La vitalità e la capacità competitiva della nostra grande industria vengono
servite e alimentate dalla funzionalità infrastrutturale dei nostri scali
portuali” commenta il presidente dell’AdSp MAM Ugo Patroni Griffi. “Uno
scambio di sinergie proficuo che rinvigorisce l’economia di tutto il
territorio. Anche questo imbarco, così come quelli precedentemente effettuati
da Bhge Nuovo Pignone, contribuisce notevolmente a dare ulteriore slancio ai
traffici commerciali portuali. C’è da aggiungere che quando un’azienda leader
come questa utilizza più volte lo scalo per operazioni commerciali rilevanti,
l’immagine del porto ne risulta indubbiamente rafforzata. Peraltro, come è
noto, la presenza manifatturiera del gruppo General Electric in Puglia non è
costituita solo da Bhge Nuovo Pignone di Bari ma anche dalla grande fabbrica
di GE Avio Aero di Brindisi, anch’esso un sito di eccellenza mondiale per la
costruzione e manutenzione di motori aerei e marini” conclude il presidente.

Non è la prima volta che l’azienda metalmeccanica utilizza il porto di Bari
per esportare all’estero le proprie produzioni. Tra le movimentazioni più
importanti, si ricorda quella avvenuta nel 2016 quando un carico di 297
tonnellate costituito da sei pompe centrifughe, più ausiliari standard Api

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610, costruite da Bhge Nuovo Pignone, furono destinate a una nuova raffineria
in Kuwait, per la produzione di carburanti green.
Mentre nel 2015 inoltre, lo stabilimento barese fornì poco più di 30 pompe
destinate a sollevare elevate quantità di acqua dal livello del mare sino a
circa tremila metri di altezza nelle miniere di rame del Cile; in questo
specifico segmento, oltre che nelle produzioni “su misura” per raffinerie e
petrolchimici, il sito di Bari vanta una notevole specializzazione.

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L’insediamento di ”Bhge – Nuovo
Pignone” a Piombino

PIOMBINO – Completare, nel più breve tempo possibile, le opere in corso di
realizzazione e la progettazione delle opere restanti nell’area della darsena
Nord e consentire così l’insediamento di assemblaggio moduli industriali di
Nuovo Pignone, società del gruppo Baker Hughes, a GE company (BHGE), nel
porto di Piombino.

È questo l’obiettivo dell’accordo procedimentale firmato a Firenze alla
presenza del presidente della Regione, Enrico Rossi, dal presidente
dell’Autorità di Sistema portuale del mar Tirreno settentrionale, Stefano
Corsini, e da Massimo Messeri, numero uno di Nuovo Pignone fino allo scorso
31 Marzo, accompagnato dal neo presidente Michele Stangarone.

Assemblaggio e collaudo di grandi moduli industriali per la compressione del
gas o la produzione di energia elettrica: sono queste le attività che Nuovo
Pignone intende svolgere nello scalo piombinese e per sviluppare le quali
sono state avviate nei mesi scorsi le opere di completa infrastrutturazione
dell’area e di completamento della viabilità di accesso alla darsena Nord.

In particolare, sono in corso di svolgimento le attività di consolidamento di
200 mila metri quadri di piazzale operativo della banchina interna della
darsena Nord, mentre le attività di realizzazione dei sotto servizi e
realizzazione dei piazzali sono in fase di progettazione esecutiva
(l’affidamento dei lavori è previsto entro il 2018).

Con l’accordo BHGE si impegna ad avviare a proprio carico le attività di
progettazione esecutiva dei sotto servizi e delle platee per assemblaggio e
collaudo dei moduli industriali. L’Authority penserà alla progettazione delle
restanti opere e alla realizzazione entro il 2019. Nuovo Pignone si impegna
inoltre ad investire una somma di 20milioni di euro nel triennio 2018- 2020
finalizzata anche alla realizzazione di infrastrutture per la logistica tra
cui un magazzino coperto di 14 mila mq. L’Autorità di Sistema garantirà
inoltre a Nuovo Pignone la collaborazione necessaria all’ottenimento delle
autorizzazioni necessarie per la realizzazione del piano industriale.

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“Quello sottoscritto oggi è un accordo di vitale importanza per lo sviluppo
del porto di Piombino, che consolida la volontà comune delle parti in causa
ad affrontare insieme le sfide che abbiamo davanti” ha commentato il
presidente Stefano Corsini. “Ci proponiamo così il rilancio economico
dell’area in un contesto di business internazionale, smentendo nei fatti i
pregiudizi sull’incertezza regolatoria che spesso frena gli investimenti
stranieri”.

“BHGE-Nuovo Pignone aveva da tempo manifestato il proprio interesse a
investire nell’area portuale di Piombino con un cantiere di assemblaggio di
moduli industriali, che vediamo come una valida opportunità in vista di una
crescente domanda di questo tipo di soluzioni. Questo insediamento è in
supporto e complementare al cantiere di Avenza – ha dichiarato il presidente
uscente di Nuovo Pignone Massimo Messeri- Questo accordo quindi è un
ulteriore passo che va nella direzione tracciata tempo fa. ”

“L’accordo firmato tra l’Autorità portuale di sistema e BHGE – commenta il
presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – rappresenta un esempio
virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato grazie al lavoro congiunto
tra professionalità del personale di Piombino dell’Autorità stessa ed i
tecnici di BHGE. Il porto di Piombino ha infatti attratto l’interesse del
principale investitore estero in Toscana (ed uno dei più importanti in
Italia) per le sue nuove caratteristiche infrastrutturali (nuova diga
foranea, nuove banchine, fondali a -20mt, nuovi piazzali attrezzati), rese
possibili anche dall’azione sinergica del Commissario straordinario per i
lavori al porto di Piombino attivato a seguito del primo accordo di programma
del 2013. Tutte opere che hanno visto investire Regione Toscana più di 200
milioni e che risulteranno determinanti anche per le future necessità del
Gruppo Jindal e di altri attori nel campo della logistica, così come ci
auguriamo anche per attività di refitting e carpenteria navale”.

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A Piombino un’area per la logistica
industriale

PIOMBINO – Baker Hughes GE company (Bhge) – Nuovo Pignone. C’è il parere
favorevole del Comitato tecnico amministrativo al progetto dei lavori di
infrastrutturazione per la realizzazione di un’area per la logistica
industriale del porto di Piombino. Il via libera del ”Cta”, organo del
Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche Toscana-Marche-Umbria, con
funzioni consultive per opere il cui ammontare è inferiore a 50 milioni di
euro, è uno step importante, che consente all’Autorità di Sistema di
procedere con la predisposizione del progetto esecutivo e del successivo
bando di gara.

Gli interventi si estendono su una superficie di circa 200 mila metri quadri
e consistono nella completa infrastrutturazione dell’area e nel completamento
della viabilità di accesso alle aree della Darsena Nord. I lavori sono

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finalizzati alla realizzazione di un’area attrezzata da destinare alla
logistica industriale. Tra le opere previste, il completamento della
viabilità di accesso alla Darsena Nord in prosecuzione della nuova strada di
ingresso al porto (stralcio SS 398 dello svincolo Gagno-Terre Rosse); la posa
in opera delle reti di distribuzione dei servizi interni all’area e delle
reti di servizi necessari per lo svolgimento delle attività industriali;
l’allestimento della rete anti incendio, la realizzazione delle strutture di
fondazione dei manufatti principali da realizzare nell’area e la sistemazione
a verde della striscia di terreno che costeggia l’area di intervento.

Il progetto è diviso in due fasi, in una prima fase verranno realizzati
lavori che comprendono tutte le opere, servizi ed impianti che interessano la
porzione occidentale dell’area di recupero al mare e il primo settore della
vasca impermeabile per una superficie di 150 mila metri quadrati, mentre
nella seconda verranno realizzati gli stessi lavori per la rimanente
porzione: 48 mila metri quadrati. Successivamente, il tempo stimato per
realizzare tutte e due le fasi è di un anno e mezzo. Il costo vivo delle
opere è di circa 40 milioni di euro.

Con questi interventi sarà possibile dare sostanza all’insediamento di Bhge –
Nuovo Pignone nel porto di Piombino. Procedere speditamente: è questa la
priorità per il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno
Settentrionale, Stefano Corsini.

Programma Galileo, soddisfazione del
presidente Rossi

FIRENZE – Una notevole soddisfazione per il più grande investimento mai fatto
da un’impresa in Toscana: 600 milioni di euro che sono in parte già impiegati
e in parte nei programmi di Nuovo Pignone.
L’ha espressa il presidente della Regione Toscana a margine della firma che
ha apposto insieme al ministro dello sviluppo economico sull’addendum
all’Accordo di programma, con cui si finanzia con ulteriori 65 milioni euro,

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in aggiunta ai precedenti 120, il programma Galileo che si pone l’obiettivo
di creare in Toscana un centro di eccellenza mondiale per lo sviluppo di
turbine e compressori oil & gas, concentrando in Italia tutte le fasi di
progettazione e produzione.
Il programma Galileo è stato presentato da Baker Hughes, una company di
General electric che in
Italia opera principalmente attraverso il Nuovo Pignone.
Secondo il presidente si tratta di un progetto che sta funzionando, gli
investimenti sono stati fatti, così come le assunzioni che l’accordo
prevedeva. Baker Hughes GE conferma dunque la sua presenza in Toscana anche
grazie al supporto, economico e non solo, che la Regione ha fornito ai suoi
progetti di sviluppo.
Ha poi osservato, ringraziandolo per questo, come nell’attuale ministero per
lo sviluppo economico la Regione ha trovato un più sicuro e attento punto di
riferimento e la sua azione azione ha rappresentato un punto di svolta nelle
politiche industriali dell’esecutivo.
Quanto alla ventilata ipotesi di una cessione del settore oil & gas da parte
di Baker Hughes GE, il presidente della Regione ha detto di non essere
preoccupato e di fidarsi delle rassicurazioni che sono state fornite e anche
la firma di oggi fornisce un ulteriore motivo di conforto circa la conferma
del volume di investimenti previsto in Toscana.
In questa regione, che non è soltanto la terra delle bellezze artistiche, ma
anche del manifatturiero, della ricerca e dell’innovazione, ha sede il
maggiore centro mondiale di progettazione e realizzazione delle turbine per
l’oil & gas ed è per ”Bhge” la prima nel mondo in questo settore, un
risultato non scontato che pone buone basi anche per futuri sviluppi e mostra
la capacità di trattenere sul proprio territorio le imprese multinazionali
come ”Bhge”.

Accordo da 200 mln per General
Electric

ROMA – La Regione Toscana ha firmato ieri a Roma con il ministero dello

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Sviluppo economico, l’accordo per il “programma Galileo” che finanzia con 120
milioni di euro la ricerca e lo sviluppo che General Electric Oil&Gas
realizzerà attraverso la controllata Nuovo Pignone nel settore delle turbine
a gas. L’azienda potrà così attivare una prima tranche di investimenti per
complessivi 200 milioni di euro.
A firmarlo sono stati il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e il
ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, alla presenza di Massimo
Messeri presidente di Nuovo Pignone.
Il programma Galileo prevede lo sviluppo in Italia di turbomacchine
innovative (turbine a gas e compressori centrifughi) con una potenza compresa
tra 5 e 65 MW e di tecnologie di digitalizzazione per l’intero ciclo di vita
dei prodotti, per ottimizzarne prestazioni e vita operativa. Si stima che da
qui al 2020 saranno coinvolte nel progetto Galileo fino a 500 figure
altamente qualificate, provenienti sia da GE Oil & Gas (circa 330), sia dal
mondo accademico, della ricerca e delle Pmi (circa 170) nell’arco dei cinque
anni del progetto (2016-2020).
L’azienda, a partire dal 2012 e in vista anche dell’avvio del programma
Galileo, ha incrementato il proprio organico di circa 150 nuovi assunti, due
terzi dei quali in Toscana.
La firma ha riguardato una parte del programma Galileo, cioè il
cofinanziamento dei primi tre dei cinque progetti da 40 milioni ciascuno che
ne costituiscono il totale. Il contributo pubblico concesso per i primi tre
progetti è di 38,4 milioni di euro, 24 da parte del Mise e 14,4 dalla Regione
Toscana. Si stima che la ricaduta di Galileo sull’indotto sarà pari a circa
640 milioni di euro, mentre l’azienda ha già annunciato investimenti
complessivi fino a 400 milioni di euro, la metà dei quali prendono avvio
dall’accordo siglato ieri.
I primi tre progetti che hanno preso il via ieri si concentreranno sullo
sviluppo di turbomacchine entro i 20 MW di potenza per il primo progetto, tra
i 20 e i 40 MW per il secondo e oltre i 40 MW per il terzo. Gli altri due
progetti, per complessivi 80 milioni di euro cofinanziati con 26 milioni di
risorse pubbliche, dovrebbero partire nel 2017. Uno riguarderà la
realizzazione di una nuova turbomacchina, l’altro è legato alla
digitalizzazione.
«In Toscana non abbiamo soltanto paesaggi splendidi, bellezze artistiche e
buon vivere, ma ci sono anche ricerca, industria, produzione e lavoro: questo
è il nostro sforzo e la firma di stamani ne è la testimonianza», ha
commentato Enrico Rossi.
«Grazie a questa nuova iniziativa, la Toscana diventa il cuore della

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produzione mondiale di turbine e compressori, venduti in tutto il mondo e
prodotti qui da noi. La triplice presenza di GE, a Firenze, Massa Carrara e a
Piombino significa molto in termini di occupazione di qualità e di capacità
produttiva. Con la firma di oggi si compie un passo importante, direi
decisivo, in questa direzione».
Il ministro Carlo Calenda dal canto suo ha osservato che «il lavoro fatto con
la Toscana è il modello di ciò che si dovrebbe fare in tutte le Regioni, un
lavoro di squadra al quale hanno dato un buon contributo anche le strutture
tecniche. È il modello con il quale stiamo cercando di lavorare per
un’industria 4.0».
I progetti di formazione con Pmi porteranno ad inizio 2017 ulteriori 90
assunzioni e il futuro insediamento di nuove attività nel porto di Piombino.

Sace: margini crescita per export
Toscana

FIRENZE – L’export toscano vanta «ampi margini di crescita al di fuori delle
destinazioni attualmente più battute». E’ quanto afferma Sace in un suo focus
dedicato a rischi e opportunità per l’impresa regionale, presentato in
occasione del convegno “L’export toscano alla prova dei nuovi rischi
globali”, a Firenze.
Le aree che per Sace possono rivelarsi interessanti sono Medio Oriente
(Arabia Saudita, Emirati Arabi e, in prospettiva, Iran) e Asia (India, Cina e
Thailandia), ma anche Paesi come Kenya e Repubblica Ceca. Mentre le
destinazioni di riferimento per l’export toscano ora sono i mercati avanzati
(Usa ed Europa in primis), la Mappa dei Rischi di Sace segnala infatti
«importanti margini di crescita verso un paniere diversificato di mercati
emergenti, con profili di rischio certamente non trascurabili, che possono
tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture
specifiche e un approccio strategico».
Tra le destinazioni più rischiose per il 2016 si evidenziano invece Algeria,
Turchia, Brasile, Bulgaria, Grecia e Russia.
Per aumentare la capacità di esportare delle imprese di Firenze e della

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Toscana «la sfida si pone sulla capacità di fare sistema, di aggregarsi, di
entrare in filiere, di fare reti di imprese, perché è questo quello che
esigono i mercati internazionali», ha detto Massimo Messeri, presidente di
Confindustria Firenze, parlando coi giornalisti a margine del convegno. «Le
competenze, le eccellenze, la qualità dei nostri prodotti non mancano», ha
spiegato Messeri, secondo cui «la sfida globale è quella legata alla
frammentazione dell’industria, nostro punto di debolezza: noi abbiamo
sopratutto una situazione di piccole e medie industrie che non raggiungono,
normalmente, i 50 addetti, e questa non è la dimensione ideale per affrontare
i mercati internazionali».
Secondo Messeri, presidente anche di Nuovo Pignone (Ge Oil&Gas), «i dati
sull’export toscano sono indubbiamente positivi: la Toscana è una regione che
è riuscita a passare attraverso gli anni della crisi marcando un + 21% di
export che non è poco vista la crisi che ha colpito la nazione, e comunque
più del doppio della crescita a livello nazionale. Questo è stato trainato
dal fatto che la Toscana è un hub manifatturiero marcatamente Made in Italy e
questo è un dato importante per essere apprezzati sui mercati
internazionali».
Alla domanda se la capacità di esportare sia davvero più forte a Firenze
rispetto ad altre zone della Toscana, Messeri ha risposto che «ci sono la
farmaceutica, la meccanica, che non sono necessariamente a Firenze. Se mi
metto il cappello di Ge Oil&Gas, come presidente di Nuovo Pignone, dico che
abbiamo industrializzato un pezzo di costa. Da lì partono molti manufatti per
i mercati mondiali, e lì si fattura, quindi anche questo è un esempio di
internazionalizzazione».
Durante il convegno, l’amministratore delegato di Sace, Alessandro
Castellano, ha ricordato: «Solo nell’ultimo anno abbiamo seguito oltre mille
aziende toscane, in prevalenza Pmi, nei loro piani di crescita
internazionale, con più di un miliardo di operazioni di export assicurate e
investimenti garantiti». Castellano, nel suo intervento ha inoltre
sottolineato come la società da lui guidata possa in prospettiva operare
ancora di più con le imprese toscane, «che in totale realizzano 32 miliardi
di esportazioni», lodando il loro lavoro: «esportare e crescere in mercati
nuovi, in un mondo ad alto rischio, è una sfida complessa, ma all’altezza di
questo territorio fatto di arte e bellezza, ma anche di manifattura, spirito
d’impresa e innovazione».

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Nuovo Pignone Avenza: accordo
occupazione

  FIRENZE – Un protocollo d’intesa per dare piena realizzazione al polo
industriale del Nuovo Pignone ad Avenza, e quindi per contribuire in maniera
incisiva al rilancio dell’economia e dell’occupazione nell’area di Massa
Carrara, sarà sottoscritto oggi nella sede della presidenza della Regione, a
Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.
L’accordo sarà siglato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
(nella foto), dal presidente di Nuovo Pignone Massimo Messeri, dal presidente
della Provincia di Massa-Carrara Narciso Buffoni, dai sindaci di Massa,
Alessandro Volpi, e di Carrara, Angelo Zubbani, e dal presidente del
Consorzio Toscana costruzioni Mauro Angelucci.

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