Dott. Paolo Carmelo Mirizzi Psicologo - Psicoterapeuta Analista del Comportamento - I Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) Inquadramento ...

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Dott. Paolo Carmelo Mirizzi
  Psicologo - Psicoterapeuta
 Analista del Comportamento

  I Disturbi dello Spettro Autistico (ASD)
Inquadramento diagnostico e Linee Guida
I Disturbi dello Spettro Autistico originano da una
 compromissione dello sviluppo che coinvolge le abilità di
    comunicazione e socializzazione e sono associati a
comportamenti inusuali (ad esempio comportamenti ripetitivi
 o stereotipati) e da un’alterata capacità immaginativa (ISS)

 sindrome comportamentale associata a un disturbo dello sviluppo del
 cervello;
 della mente;
 esordio nella prima infanzia e accompagna il soggetto lungo tutto
 l’arco di vita.
CARATTERISTICHE

Le caratteristiche del deficit sociale e cognitivo, come in generale la
sintomatologia clinica, sono eterogenee in termini di complessità e
gravità e presentano una espressività variabile nel tempo.
La caratteristica prevalente nell’autismo è la presenza di un quadro
clinico in cui emerge un disturbo dell’integrazione delle funzioni
cerebrali necessarie a sviluppare una vita di relazione.
Non esiste ad oggi un segno biologico per definire l’Autismo, ma solo
un’osservazione e valutazione di comportamenti tipici della sindrome, nella misura
stabilita dai manuali di classificazione internazionale DSM V o nell’ICD-10, che
portano alla diagnosi comportamentale di autismo.
Criteri diagnostici DSM- IV: TRIADE
                     SINTOMATOLOGICA

  Il primo gruppo di sintomi: interazione sociale
  A. marcata compromissione nell’uso di svariati comportamenti non verbali, come lo
  sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano
  l’interazione sociale;
. B. incapacità di sviluppare interazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo;
  C. mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi
  con altre persone (per esempio non mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su
  oggetti di proprio interesse);
  D. mancanza di reciprocità sociale o emotiva.
Il secondo gruppo di sintomi: comunicazione

A. ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non
accompagnato da comportamenti compensativi attraverso modalità alternative di
comunicazione come gesti o mimica);

B. in soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di
iniziare o sostenere una conversazione con altri;

C. uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico;

D. mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di giochi di imitazione
sociale adeguati al livello di sviluppo.
Il terzo gruppo di sintomi: repertorio di interessi

    •   dedizione assorbente a uno o più tipi di interessi ristretti e stereotipati,
        anomali o per intensità o per focalizzazione;
    •   sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici;
    •   manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo,
.       o complessi movimenti di tutto il corpo);
    •   persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti.
Criteri per la diagnosi nel DSM IV TR

Dovevano essere presenti almeno 6 criteri di cui 2 criteri per
A. l’interazione sociale
B. 1 criterio per comunicazione
C. 1 criterio per il repertorio di interessi
D. L’esordio doveva avvenire prima dei tre anni
E. Doveva essere valutata una possibile diagnosi differenziale
Come prima cosa è stata cambiata l’etichetta diagnostica da Disturbi
 Pervasivi dello Sviluppo (DPS) del DSM-IV in Disturbi dello Spettro
 Autistico (ASD) e questa nuova categoria è stata inserita nei Disturbi del
 Neurosviluppo. La diagnosi di disturbi dello spettro autistico è diventata
 unica, e tutti i sottotipi che prima erano presenti nel DSM-IV (Sindrome
 di Asperger, Disturbo disintegrativo dell’infanzia e Disturbo Pervasivo
 della Sviluppo Non Altrimenti Specificato) sono stati eliminati.
1. Diade invece che triade: i criteri sociale e comunicativo sono unificati in quello
   socio-comunicativo;
2. Introduzione dell’aspetto sensoriale
   “Iper o iporeattività agli input sensoriali o interesse inusuale verso aspetti sensoriali
   dell’ambiente (ad es: apparente indifferenza al dolore/alla temperatura, risposta
   avversa a suoni o consistenze specifiche, eccessivo odorare o toccare degli oggetti,
   affascinazione visiva di luci o movimenti)”;
3. Introduzione di variabili qualitative legate all’età di insorgenza : “i sintomi devono
   essere presenti nel primo periodo di sviluppo (ma possono non essere pienamente
   evidenti fino a quando le richieste sociali non eccedano le loro capacità deficitarie
   della persona, o possono essere mascherati da strategie apprese in fasi successive
   della vita)”.
La nuova diagnosi

La diagnosi di “disturbo dello spettro autistico” richiede la presenza di almeno
3 sintomi nella categoria del “deficit della comunicazione sociale” e di almeno 2
in quella dei “comportamenti ripetitivi”.
Introduzione di specifiche per
  • funzionamento intellettivo (con o senza deficit intellettivo);
  • funzionamento linguistico (con o senza deficit del linguaggio);
. • associazione con condizione medica, genetica o ambientale conosciuta;
  • associazione con altra condizione del neurosviluppo, mentale o comportamentale;
  • associazione con catatonia.
Introduzione di livelli di gravità e di supporto (tre livelli) nelle due
grandi aree (comunicazione sociale e comportamenti ripetitivi):

• Lieve bisogno di supporto

• Moderato bisogno di supporto

• Forte bisogno di supporto
Introduzione di nuove categorie di diagnosi differenziale

•   Sindrome di Rett
•   Mutismo Selettivo
•   Disturbo del linguaggio e disturbo della comunicazione
    sociale
•   Disabilità intellettiva senza autismo
•   Disordine da movimenti stereotipati
•   Disordine da deficit di attenzione /Iperattività
•   Schizofrenia
Nel DSM5, il Disturbo dello Spettro Autistico viene inquadrato all’interno del
                            Disordine del Neurosviluppo

Devono essere soddisfatti i criteri
  A, B, C, e D
  A. Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in
  diversi contesti, non dovuti a generali ritardi dello sviluppo, ed evidenti in tutti e
  tre i seguenti aspetti:
1. Deficit nella reciprocità sociale-emozionale; che vanno da anomalie nell’approccio
  sociale e difficoltà nell’avere una normale reciprocità nella conversazione, ad una
  ridotta capacità di condivisione degli interessi, delle emozioni, dell’affetto, fino alla
  totale assenza di avvio dell’interazione sociale;
2.Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali utilizzati per
   l'interazione sociale, che vanno da:

  A.   scarsa integrazione tra comunicazione verbale e non verbale;
, B.   anomalie nel contatto visivo e nel linguaggio corporeo;
  C.   deficit nella comprensione e nell'uso della comunicazione non verbale;
  D.   totale mancanza di espressioni facciali o della gestualità.
3. Deficit nello sviluppo e nel mantenimento di relazioni appropriate al
  livello di sviluppo (oltre a quelle con chi si prende cura della persona) che
  vanno dalle:

  A. difficoltà a adattare il comportamento ai differenti contesti sociali,
, B. difficoltà  nella  partecipazione al  gioco   immaginativo     e nel   fare
     amicizia,
  C. un apparente disinteresse per le persone.

   DEVONO ESSERE RISPETTATI TUTTI E 3 I SEGUENTI PUNTI
B. Modelli di comportamento ristretti e ripetitivi, o attività che si manifestano con
almeno due delle seguenti caratteristiche:
1. Linguaggio ripetitivo, movimenti stereotipati, o uso stereotipato o ripetitivo di
oggetti (come stereotipie motorie semplici, ecolalia, uso ripetitivo di oggetti, o frasi
idiosincratiche).

2. Eccessiva aderenza a routine, modelli ritualizzati di comportamento verbale o non
verbale, o eccessiva resistenza al cambiamento (come rituali motori, insistere sullo
stesso percorso o sullo stesso cibo, ripetere le stesse domande o manifestare
eccessiva preoccupazione per piccoli cambiamenti).
3. Interessi molto ristretti e fissi, anomali per intensità o focalizzazione
(come un forte attaccamento o preoccupazione per oggetti inusuali,
interessi eccessivamente circoscritti o perseverativi).

.4. Iper/Ipo-reattività nei confronti di input sensoriali o interesse inusuale
per aspetti sensoriali dell’ambiente (come una apparente indifferenza al
dolore / calore / freddo, risposta avversa nei confronti di specifici suoni
o tessiture, eccessivo odorare e toccare oggetti, essere affascinati da luci
o oggetti che ruotano).
C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma
potrebbero non diventare pienamente manifesti finché le
richieste sociali non eccedano i limiti delle capacità);

D. I sintomi, nel loro insieme, limitano e compromettono il
funzionamento quotidiano.
Eziopatogenesi dell’autismo
    Le cause dell’autismo non sono ancora precisamente e
    definitivamente individuate, tuttavia è sempre più riconosciuta
    una compromissione di alcune linee genetiche che
    condizionano lo sviluppo delle reti neurali e quindi di quelle
.
    funzioni cerebrali deputate alla vita di relazione.
    Le cause dell'autismo sono da ricercarsi dunque, nella
    combinazione di fattori genetici ed ambientali che influenzano
    lo sviluppo delle funzioni neuropsicologiche, cognitive,
    interattive del soggetto.
LA TEORIA DELLA MENTE

E’ la capacità di comprensione intuitiva degli stati mentali degli altri, la
capacità di inferire gli stati mentali degli altri, è il frutto di una
predisposizione biologica ad interpretare spontaneamente alcuni eventi del
mondo in un certo modo, ad esempio, interpretare le azioni altrui o la
gestualità e l’espressività in base agli scopi o alle intenzioni che le motivano,
anche se in effetti le intenzioni non le possiamo vedere, ma solo dedurre.
I bambini autistici incontrano particolari difficoltà nel ragionamento sugli
stati mentali e si è suggerita l’ipotesi che tale deficit si trovi alla base di
molte anomalie dello sviluppo caratteristiche di questo disturbo.
(La teoria della mente di P. Howlin, S. Baron-Cohen e J. Hadwin_1999).
I NEURONI SPECCHIO

Piangere davanti a un film d'amore, rabbrividire quando si osservano foto che ritraggono torture e,
in una parola, sapersi mettere nei panni degli altri è ciò che chiamiamo empatia. Il circuito
cerebrale che è alla base del “sentire insieme” è costituito dai cosiddetti neuroni specchio.
Recenti studi hanno portato alla luce evidenze molto significative riguardo lo stretto legame tra
ridotto funzionamento dei neuroni specchio e quelli che sono i deficit linguistici, dell’imitazione e
del comportamento sociale, sintomi tipici nei soggetti autistici.

I neuroni specchio, dunque, permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in
relazione con gli altri. Tali studi potrebbero aiutare a comprendere perché le persone autistiche
non partecipano alla vita degli altri, non riescono a entrare in sintonia con il mondo che li
circonda, non capiscono il significato dei gesti e delle azioni altrui ...

( G. Rizzolati - Parma )
AUTISMO CORRELATO A DISTURBI IN ALCUNI APPARATI DELL’ORGANISMO

Sono spesso presenti problematiche di tipo biologico, tra cui l’epilessia,
presente nel 25 % dei casi, cromosomopatie, danni della corteccia cerebrale e
molte altre componenti organiche e genetiche che, tuttavia, non sono rilevate
in tutti i soggetti, né riassumono l’Autismo in un unico quadro clinico comune.

Oggi, alcuni ricercatori stanno identificando in determinati soggetti, dei quadri
clinici di Autismo correlati a disturbi dell’ambito gastroenterico, infettivo, ad
intolleranze alimentari, la cui cura dà certamente dei grandi miglioramenti in
ambito clinico, ma è ancora un ambito medico in fase di studio ...
AUTISMO O AUTISMI?
Il Disturbo Autistico si esprime attraverso una varietà di tipologie
a cui corrispondono altrettante differenze tra i vari soggetti
nell'area comportamentale, nelle competenze cognitive, nel
linguaggio, nei processi di interazione, per cui ci si trova a dover
affrontare situazioni spesso differenti l'una dall'altra, in cui ogni
bambino autistico è una nuova esperienza, una realtà unica, così
che si può più correttamente parlare non di autismo, ma di
AUTISMI.
VIDEO

•   VIDEO “DIAGNOSI E AUTISMO”

•   VIDEO CORRELAZIONE AUTISMO E VACCINI
LINEA GUIDA 21

Le linee guida rappresentano uno strumento che consente un rapido trasferimento
delle conoscenze, elaborate dalla ricerca biomedica, nella pratica clinica
quotidiana. Si tratta di raccomandazioni di comportamento, messe a punto
mediante un processo di revisione sistematica della letteratura e delle opinioni di
esperti, che possono essere utilizzate come strumento per medici e amministratori
sanitari per migliorare la qualità dell’assistenza e razionalizzare l’utilizzo delle
risorse.
Le linee guida rappresentano una sintesi delle migliori conoscenze disponibili e
possono essere uno strumento di aggiornamento e formazione per il medico.
L’autismo, quale sindrome definita in termini esclusivamente
    comportamentali, si configura come la via finale comune di
    situazioni patologiche di svariata natura e probabilmente con diversa
    eziologia. In base alle attuali conoscenze, l’autismo è una patologia
,   psichiatrica con un elevato tasso di ereditabilità e con una
    significativa concordanza nei gemelli monozigoti: il rischio di avere
    un altro bambino con autismo è 20 volte più elevato rispetto alla
    popolazione generale se si è già avuto un figlio affetto.
Studio correlazione Autismo (ASD) e altri disturbi
                     in fratelli
Elina Jokiranta-Olkoniemi, MA, Keely Cheslack-Postava, PhD, Dan Sucksdorff, MD, et al

Lo studio valuta la correlazione tra ASD e altri disturbi Psichiatrici e Disordini del
Neurosviluppo tra fratelli. Il campione è composto da bambini nati tra il 1’ Gennaio 1987
e il 31 Dicembre 2005, che hanno ricevuto una diagnosi di ASD entro il 31 Dicembre del
2007.

Il campione era composto da 3578 partecipanti affetti da ASD (2841 M, 79,4%) e 11775
(TD) partecipanti nel gruppo di controllo (9345 M. 79,4 %). Di questi, 1319 casi (36.9%)
e 2052 (17,4%) presentavano almeno un caso di diagnosi psichiatrica o disordini del
neurosviluppo. La più grande associazione è stata riscontrata tra i bambini con una
diagnosi ad insorgenza precoce 1061 casi (ASD) (29,7%) vs 1362 (TD) (11,6%).
Da questi risultati emerge
1. ASD: 374 casi (10.5%) vs 125 casi (1,1%);

2. Tic Disorders: 28 casi (0.8%) vs 24 casi (0.2);

3. Deficit da Attenzione e Iperattività: 189 casi (5,3%) vs 180 casi (1,5%);

4. Disordini dell’apprendimento e della coordinazione: 563 casi (15,7%) vs 697 casi (5,9%);

5. Disabilità intellettiva: 104 casi (2,9%) vs 137 casi (1,2%);

6. Disordine Oppositivo e della condotta: 180 casi (5,0%) vs 221 casi (1,9%);

7. Disordine emozionale con esordio specifico nella prima fanciullezza: 126 casi (3,5%) vs 157 casa
   (1,3%);
Il Disturbo dello Spettro Autistico è stato associato anche alla Schizofrenia,
disordini affettivi, disordini ansiosi, disordini nevrotici e di disturbi di personalità tra
i fratelli.
I bambino con diagnosi certa di autismo cresce con il suo disturbo, anche se nuove
competenze sono acquisite con il tempo. Tali competenze, tuttavia, sono “modellate”
da e sul disturbo nucleare e avranno comunque una qualità “autistica”.
Ogni intervento deve avere come obiettivo quello di favorire il massimo sviluppo
possibile delle diverse competenze compromesse nel disturbo: analogamente a
quanto già dimostrato nella riabilitazione di disabilità acquisite nell'adulto, dove la
tempestività e la specificità dell'intervento sono elementi determinanti, e in sintonia
con la prassi della riabilitazione di disabilità neuromotorie del bambino, dove la
precocità dell’intervento riabilitativo è diventata una buona prassi consolidata, anche
gli interventi sugli aspetti funzionali e mentali potrebbero giovarsi di metodologie
specifiche, applicate precocemente.
SCIENTIFICAMENTE VALIDATO

È bene a questo punto definire cosa qualifica un intervento o approccio educativo
come “scientificamente validato”: un approccio o intervento può essere considerato
scientificamente validato nel momento in cui l’efficacia delle tecniche e procedure
utilizzate è stata dimostrata da rigorosa ricerca sperimentale indipendentemente
revisionata e pubblicata in riviste scientifiche.
Interventi mediati dai genitori

I programmi di intervento mediati dai genitori sono raccomandati nei bambini e negli
adolescenti con disturbo dello spettro autistico, poiché sono interventi che possono
migliorare la comunicazione sociale e i comportamenti problema, aiutare le famiglie
ad interagire con i loro figli, promuovere lo sviluppo e l’incremento della
soddisfazione dei genitori, del loro empowerment e benessere emotivo. (p. 32)
Interventi comunicativi

L’utilizzo di interventi a supporto della comunicazione nei soggetti con disturbi dello
spettro autistico, come quelli che utilizzano un supporto visivo alla comunicazione, è
indicato, sebbene le prove di efficacia di questi interventi siano ancora parziali.
Il loro utilizzo dovrebbe essere circostanziato e accompagnato da una specifica
valutazione di efficacia. (p.36)
Interventi per la comunicazione sociale e l’interazione

Gli interventi a supporto della comunicazione sociale vanno presi in considerazione
per i bambini e gli adolescenti con disturbi dello spettro autistico; la scelta di quale
sia l’intervento più appropriato da erogare deve essere formulata sulla base di una
valutazione delle caratteristiche individuali del soggetto.
Secondo il parere degli esperti, è consigliabile adattare l’ambiente comunicativo,
sociale e fisico di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico: le
possibilità comprendono fornire suggerimenti visivi, ridurre le richieste di interazioni
sociali complesse, seguire una routine, un programma prevedibile e utilizzare dei
suggerimenti, minimizzare le stimolazioni sensoriali disturbanti. (p. 41)
Programmi educativi

TEACCH:
    Il TEACCH è un programma educativo specifico per individui con autismo
sviluppato da Schopler negli anni ‘60 presso l’università del North Carolina che oggi
è diventato il programma d’intervento più usato nelle scuole speciali nel mondo
anglosassone.
Il programma TEACCH ha mostrato, in alcuni studi di coorte, di produrre
miglioramenti sulle abilità motorie, le performance cognitive, il funzionamento
sociale e la comunicazione in bambini con disturbi dello spettro autistico, per cui è
possibile ipotizzare un profilo di efficacia a favore di tale intervento, che merita di
essere approfondito in ulteriori studi (p. 43).
È un programma statale in grado di rispondere alle necessità di individui con autismo
  usando i migliori approcci e metodi disponibili a seconda delle abilità emergenti della
  persona. (Trehin 1998). Project TEACCH ha principalmente come obiettivo l’utilizzo
  di contesti protetti per aiutare I bambini ha usare abilità che già possiedono, invece di
  aiutarli ad inserirsi in contesti più “normali” o “tipici” (Lord & Schopler, 1994).
Lo scopo principale dell’approccio TEACCH è il raggiungimento del massimo livello
di autonomia per l’individuo con autismo. L’obiettivo non è quindi il raggiungimento
della normalizzazione o compensazione dei deficit, ma che l’individuo con autismo in
età adulta sia in grado di inserirsi al meglio possibile nella società. Per raggiungere
questo obiettivo, Division TEACCH sostiene che un approccio che vada dalla “culla
alla tomba” (Mesibov, 1996) sia fondamentale, il trattamento dovrà quindi esser
costante e ben coordinato per tutta la durata della vita dell’individuo con autismo
(Mesibov, 1998), dall’età prescolare fino all’età adulta.
L’insegnamento TEACCH si basa principalmente sull’uso del modello
d’Insegnamento Strutturato, questo consiste in una serie di tecniche e strategie che
rispettino la “cultura dell’autismo”. Specificatamente l’Insegnamento Strutturato ha
due obiettivi:

 • incrementare le abilità emergenti dell’individuo;
 • rendere l’ambiente più comprensibile adattandolo alle necessità
……….dell’individuo con autismo.
Tutto ciò avviene attraverso:

1. L’organizzazione dell’ambiente fisico

2. L’inserimento di sequenze prevedibili di attività

3. L’uso di orari visivi

4. L’uso di routine

5. Postazioni di lavoro

6. Attività strutturate visivamente (incluso l’uso d'istruzioni visive)
Interventi comportamentali e psicologici strutturati

Tra i programmi intensivi comportamentali il modello più studiato è l’analisi
comportamentale applicata (Applied behaviour intervention, ABA): gli studi
sostengono una sua efficacia nel migliorare le abilità intellettive (QI), il linguaggio e
i comportamenti adattativi nei bambini con disturbi dello spettro autistico. Le prove a
disposizione, anche se non definitive, consentono di consigliare l’utilizzo del
modello ABA nel trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico.
Dai pochi studi finora disponibili emerge comunque un trend di efficacia a favore
anche di altri programmi intensivi altrettanto strutturati, che la ricerca dovrebbe
approfondire con studi randomizzati controllati (RCT) finalizzati ad accertare,
attraverso un confronto diretto con il modello ABA, quale tra i vari programmi sia il
più efficace.
È presente un’ampia variabilità a livello individuale negli esiti ottenuti dai
programmi intensivi comportamentali ABA; è quindi necessario che venga effettuata
una valutazione clinica caso-specifica per monitorare nel singolo bambino l’efficacia
dell’intervento, ossia se e quanto questo produca i risultati attesi. (p.55)
Interventi per comportamenti specifici

Gli interventi comportamentali dovrebbero essere presi in considerazione in presenza
di un ampio numero di comportamenti specifici di bambini e adolescenti con disturbi
dello spettro autistico, con la finalità sia di ridurre la frequenza e la gravità del
comportamento specifico sia di incrementare lo sviluppo di capacità adattative.
Secondo il parere degli esperti i professionisti dovrebbero essere a conoscenza del
fatto che alcuni comportamenti disfunzionali possono essere causati da una
sottostante carenza di abilità, per cui rappresentano una strategia del soggetto per far
fronte alla proprie difficoltà individuali e all’ambiente. (p.59)
Terapia cognitivo-comportamentale

È consigliato l’uso della terapia cognitivo comportamentale (Cognitive behavior
therapy, CBT) per il trattamento della comorbidità con i disturbi d’ansia nei bambini
con sindrome di Asperger o autismo ad alto funzionamento.
La terapia cognitivo comportamentale, rivolta a bambini e genitori, può essere utile
nel migliorare le capacità di gestione della rabbia in bambini con sindrome di
Asperger. (p.61)
Terapia comportamentale del sonno

Secondo il parere degli esperti la terapia comportamentale dovrebbe essere presa in considerazione per i soggetti
con disturbi dello spettro autistico che presentano problemi del sonno.

Musicoterapia

Non ci sono prove scientifiche sufficienti a formulare una raccomandazione sull’utilizzo della musicoterapia nei
disturbi dello spettro autistico. (p. 63)

Comunicazione facilitata

Si raccomanda di non utilizzare la comunicazione facilitata come mezzo per comunicare con bambini e adolescenti
con disturbi dello spettro autistico. (p. 64)
Diete di eliminazione di caseina e glutine
Non sono disponibili prove scientifiche sufficienti a formulare una raccomandazione
sull’utilizzo delle diete di eliminazione di caseina e/o glutine in soggetti con disturbi dello
spettro autistico; quindi, finché non saranno disponibili dati ulteriori, si raccomanda che le
diete prive di caseina e/o glutine siano utilizzate solo in caso di allergie o intolleranze
alimentari accertate, ma non per il trattamento dei sintomi dei disturbi dello spettro autistico.
Secondo il parere degli esperti si raccomanda che i sintomi gastrointestinali che si presentano
nei bambini e negli adolescenti con disturbi dello spettro autistico vengano trattati nello
stesso modo in cui sono trattati nei coetanei senza disturbi dello spettro autistico.
Secondo il parere degli esperti si raccomanda di effettuare una consulenza specialistica
orientata ad approfondire e monitorare il quadro clinico nel caso di soggetti con disturbi dello
spettro autistico che manifestano una spiccata selettività per il cibo e comportamenti
alimentari disfunzionali, o sottoposti a regime alimentare controllato con diete ristrette che
possono avere un impatto negativo sulla crescita, o infine che manifestano sintomi fisici
attribuibili a deficit nutrizionali o intolleranze. (p. 67)
Integratori alimentari
Non sono disponibili prove scientifiche sufficienti a formulare una raccomandazione sull’utilizzo
degli integratori alimentari vitamina B6 e magnesio, e omega-3 nel trattamento dei disturbi dello
spettro autistico.(p. 68)
Melatonina
La melatonina può costituire un trattamento efficace nel caso di disturbi del sonno che persistono
anche dopo interventi comportamentali.
Secondo il parere degli esperti è consigliabile, prima di avviare un trattamento con melatonina,
raccogliere un diario del sonno correttamente compilato. Durante il trattamento con melatonina si
raccomanda di proseguire con le misure di igiene del sonno (mantenere costante l’orario di
addormentamento e risveglio, evitare pisolini durante il giorno) e di tenere un diario del sonno.
I professionisti devono assicurarsi che i genitori e i familiari siano informati del fatto che la
melatonina non è considerato un farmaco, ma un integratore alimentare e che per questo motivo i
dati scientifici a disposizione (69)
Terapia con ossigeno iperbarico

La terapia con ossigeno iperbarico non è raccomandata, perché è stata
dimostrata la sua inefficacia nel produrre un miglioramento in soggetti con
disturbi dello spettro autistico. (p. 71)
LINEA GUIDA 21- ISS

Nel 2011 sono state pubblicate le linee guida dell’Istituto
Superiore di Sanità
• Interventi non farmacologici
• Interventi farmacologici
• Intervento precoce
• Modelli di fornitura dei servizi
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