Domiciliarità e residenzialità per l'invecchiamento attivo - LA RICERCA AUSER - Numero 2/2017
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informa RIVISTA ONLINE DI INFORMAZIONE SUI PROBLEMI ABITATIVI DEGLI ANZIANI Numero 2/2017 LA RICERCA AUSER Domiciliarità e residenzialità per l’invecchiamento attivo
AeA informa 3 SOMMARIO Numero 2/2017 L’allungamento della vita, una conquista da guardare senza paura 03 – L’allungamento della vita, una conquista da guardare senza paura Marco Di Luccio Marco Di Luccio, Presidente di AeA 05 – Contenuti, articolazione e riferimenti statistici della ricerca Claudio Falasca C on il nuovo corso della nostra santacinquenni oscilleranno tra un proprio domicilio. Perché ci si sente Associazione AeA, associazione avevamo annun- quinto ed un terzo della popolazione, più sicuri, più protetti e rassicurati, 09 – Invecchiamento della popolazione, le ciato un nuovo inizio teso a come ci suggerisce la ricerca, dobbia- come è giusto che sia, perché è un con- Abitare e Anziani sfide che dobbiamo affrontare consolidare e rilanciare la nostra mis- mo riflettere su diverse questioni a testo di affettività e di relazioni. Soci 2017: Ivan Pedretti sione nell’approfondimento del rap- partire da una di fondo: chi si pren- Ma quel domicilio è adatto per le esi- Auser, associazione per l’invecchiamento attivo porto tra l’anziano e l’abitare. de cura degli anziani, come si orga- genze di una persona anziana? Ha i Cgil Nazionale Fillea Cgil, federazione italiana lavoratori legno e affini 11 – Dentro i territori. Con questo numero della rivista nella nizzano le cure di lungo termine per supporti necessari, ascensore, riscalda- Spi-Cgil Nazionale, sindacato pensionati italiani Lo sviluppo sociale di comunità come nuova versione on-line, seguita con rin- i soggetti più fragili, come si fa fronte mento, assenza di barriere architetto- Sunia, sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari prospettiva per l’invecchiamento attivo novato interesse dai nostri riferimenti al fenomeno dell’abbandono e della niche e quanto è necessario per la quo- Andrea Volterrani ed interlocutori, pubblichiamo una ri- solitudine, sempre più crescenti, ma tidianità? Come devono essere ristrut- AeA Informa cerca, realizzata da Claudio Falasca di- soprattutto come si fa fronte ai feno- turate e tecnologicamente attrezzate Rivista periodica di informazione 13 – Dalle nuove tecnologie rettore di AeA : “Domiciliarità e Resi- meni delle sindromi depressive delle le abitazioni per rispondere a questi sui problemi abitativi degli anziani alla certificazione di qualità: denzialità per l’Invecchiamento attivo”. persone più anziane. nuovi bisogni e crescenti esigenze? Numero 2/2017 le strade per migliorare l’assistenza L’aumento della lunghezza della vita or- Se la vita si allunga, dobbiamo viverla, Sull’altro versante l’offerta di residen- Roberto Bernabei Proprietà e editore mai è una tendenza costante in tutto il glo- non si deve sopravvivere a stento. zialità è adeguata? Il numero di siti e AeA, Abitare e Anziani bo, ed il nostro bel paese è tra i più longevi, Inoltre - ci suggerisce la ricerca - va posti letto disponibili è sufficiente? Via Nizza, 154 - 00198 Roma 15 – Il Programma “Viva gli Anziani!”: una grande conquista di civiltà che questo considerato che se da una parte si al- Ci sono gli elementi obiettivi per di- Tel 06.8440771 – Fax 06.84407777 vincere l’isolamento sociale degli anziani e-mail info@abitareeanziani.it terzo millennio ci ha riservato. lunga l’età, dall’altra diminuiscono le chiararli sicuri e garantiti nella loro Maria Chiara Inzerilli sito web www.abitareeanziani.it Pertanto dobbiamo continuare ad nascite, quindi nel prossimo futuro, totalità? I costi sono sostenibili e ade- interrogarci ed ad interrogare le isti- saranno sempre meno i soggetti, pa- guatamente sostenuti dalle istituzioni Direttore Responsabile tuzioni, le forze politiche e tutti i renti o meno, che possano farsi carico, pubbliche e dal sistema sanitario e soi- Giusy Colmo soggetti pubblici di come bisogna or- che possano prenderli in cura. co-assistenziale? LE RUBRICHE a cura di Fabio Piccolino ganizzare le nostre comunità su come Quello che risulta chiaro è che la stra- Visto che l’offerta di posti è molto Comitato di Direzione Giusy Colmo, Marco Di Luccio, 41 – GOVERNO E ISTITUZIONI rispondere a queste novità negli anda- grande maggioranza delle persone che bassa rispetto ai valori medi europei, Claudio Falasca, Fabio Piccolino 44 – ORGANIZZAZIONI SOCIALI menti demografici ed ai conseguenti hanno bisogno di cure e di sostegno, ed il CENSIS, nel suo rapporto, indi- 46 – OSSERVATORIO INTERNAZIONALE vecchi e nuovi bisogni. compresi gli anziani, la trovano e la ca che più di mezzo milione di fami- Progetto grafico e impaginazione Se nei prossimi decenni gli ultrases- vogliono nel contesto familiare e nel glie si sono indebitate per far fronte Idea Comunicazione 48 – OSSERVATORIO INNOVAZIONE EDITORIALE
4 AeA informa 5 Contenuti, articolazione e riferimenti statistici della ricerca Claudio Falasca, Direttore di AeA CONTENUTI L’invecchiamento attivo può essere re alla meno peggio, ma vivere nella L’obiettivo della ricerca è la ricostru- aspettativa di vita. Questo ha indotto mografica e di stagnazione o peggio- il nuovo paradigma su cui indirizza- pienezza delle proprie disponibilità, zione del quadro delle principali mi- e induce nel sentire comune a ritenere ramento della situazione economica. L’invecchiamento re le iniziative e gli inter venti, con- mettendosi a disposizione degli altri. sure di sostegno a favore degli anziani la situazione nazionale mediamente siderando gli anziani una risorsa e Quindi gli anziani come una risorsa non autosufficienti, in quanto punto positiva in quanto l’indice di longevità Nel recente passato per far fronte alle attivo può essere il non un problema. da valorizzare, perché la cittadinanza critico della più generale condizione viene giustamente considerato un indi- esigenze dell’invecchiamento, due nuovo paradigma Ma tutto ciò non è sostenibile e non ha età, questa è la chiave di ricer- anziana, al fine di individuare le possi- catore sintetico di una discreta qualità sono stati le risposte, anche come con- realizzabile senza una rete di relazioni ca su cui costruire i nuovi paradigmi bili azioni necessarie a realizzare un più della vita derivante da un insieme po- seguenza dei mutamenti intervenuti su cui indirizzare e rapporti adeguati, non solo in del vivere insieme e dell’abitare. efficace sistema di cura a lungo termi- sitivo di fattori, non ultimi quelli ali- all’interno e all’esterno dei nuclei fa- le iniziative e termini affettivi e familiari, perché E su cui continuerà la nostra atti- ne (long term care). Questo tenendo mentari e sanitari. Una comprensibile miliari. La prima è stata quella della non sempre si ha una famiglia vicino. vità associativa, la nostra voglia di conto: delle prospettive demografiche e condivisibile visione ottimistica che “domiciliarità” con un ruolo centrale gli interventi, Ma soprattutto in termini sociali, di approfondire e confrontarci su que- del Paese; degli effetti della crisi eco- però, ad oggi, ad eccezione delle po- delle famiglie, supportato da risorse e considerando gli interventi di prossimità, in cui la co- sti temi sempre più decisivi per il nomica e finanziaria sulle politiche di lemiche sulla sostenibilità del sistema servizi pubblici di sostegno. La secon- munità nel suo insieme -istituzioni, futuro di tutti. welfare a livello nazionale e locale; dei previdenziale e sulle presunte respon- da è stata quella della “residenzialità” anziani una risorsa e servizi socio-sanitari, mondo asso- mutamenti nel ruolo economico e so- sabilità degli anziani nei ritardi nel fondata sulla rete territoriale di presi- non un problema. ciativo organizzato- si fanno carico ciale degli anziani in ambito familiare “rinnovamento” del Paese, ancora non di socio sanitari e socio assistenziali. e danno risposte ai bisogni reali. e comunitario; della maturazione di è considerato un problema con cui fare In questo quadro s’impone una ri- una percezione nuova dell’invecchia- i conti per le conseguenze più comples- Nei fatti, i numeri stanno a testimo- flessione ulteriore: come indirizzare Quindi gli anziani mento che induce a considerare gli an- sive che ne deriveranno nel tempo. niarlo, sono state le famiglie che si al sostegno dei propri familiari non la crescita futura, tenendo ben pre- come una risorsa ziani non più un costo, in particolare sono in qualche modo inventate quel- autosufficienti. senti questi mutamenti nella com- sanitario, ma una risorsa a disposizio- Ad un esame più attento, infatti, ben lo che potremmo chiamare una sorta La ricerca affronta l’insieme di questi posizione della popolazione e nelle da valorizzare, ne dell’intera comunità. In sintesi un serie e rilevanti sono le implicazioni di “modello italiano di sostegno alla problemi e cerca di dare degli indirizzi dinamiche sociali conseguenti? perché la sistema di cura di lunga durata in una culturali, sociali, economiche che de- non autosufficienza” incardinato sulla per rispondere a queste domande. Come rideterminare condizioni di co- prospettiva di invecchiamento attivo. riveranno dalla progressiva crescita esternalizzazione del servizio di cura Il dibattito e gli approfondimenti che esione ed inclusione sociale, nell’am- cittadinanza della popolazione anziana sul com- dall’ambito domestico alla figura del stiamo avviando e che continueran- bito della valorizzare dei beni comuni. non ha età La ricerca si sviluppa a partire dal dato plesso della popolazione, soprattutto “badante”. Questo modello, fino ad no nel prossimo futuro continuerà su Come abbiamo già detto, vivere più che l’Italia è tra i paesi dell’Unione se questa avviene in un contesto carat- oggi tutto sommato a basso costo e ad questo solco. a lungo non significa sopravvive- Europea e dell’OCSE con le più alte terizzato da bassi tassi di crescita de- alto valore, è stato possibile grazie alla EDITORIALE
6 AeA informa 7 copresenza di alcune condizioni red- frire, profondamente squilibrata territo- giunturali derivanti dalla crisi economica guate sono possibili a condizione che dove viene approfondito il tema della delle indennità di accompagnamento; dituali e di contesto. rialmente, sempre più costosa per le fa- e finanziaria che, una volta superata, po- la cura di lunga durata degli anziani longevità e le sue conseguenze sui siste- il ruolo che lavoratrici e lavoratori miglie, pesante per le risorse pubbliche, tranno consentire di realizzare un soddi- non autosufficienti venga collocata mi economici e sociali. Per lo scenario svolgono nei servizi di assistenza do- Oggi queste condizioni stanno mu- con livelli di gradimento mediamente sfacente sistema di cura di lunga durata nel quadro di una complessiva politica nazionale i riferimenti sono le previsio- miciliare agli anziani (badanti) con tando rapidamente: gli effetti della critico, con frequenti fenomeni di catti- destinando ad esso adeguate risorse. a favore dell’invecchiamento attivo. ni dell’ISTAT sulla longevità in Italia, attenzione alla evoluzione del feno- crisi stanno colpendo duramente tan- va gestione e, cosa ancora più grave, di Non prenderne pienamente coscienza l’insorgere della non autosufficienza meno e ai suoi elementi di problema- to i redditi familiari, quanto le risorse maltrattamento degli ospiti anziani. Il quadro che emerge dalla ricerca significherebbe rendere insostenibi- come vera porta di accesso alla vecchia- ticità. Con riferimento alla ricerca di che i comuni dedicano all’assistenza dimostra che ci troviamo di fronte a li socialmente e economicamente le ia, la specificità della risposta italiana AeA viene analizzata la condizione sociale; il crescente numero di anzia- Nell’uno e nell’altro caso ha risentir- seri problemi di carattere struttura- conseguenze della crescente longevità. di assistenza alla non autosufficienza abitativa degli anziani. ni che vivono soli in abitazioni che, se ne in modo diretto sono gli anziani e le e culturale che coinvolgono, sot- pur di proprietà, sono spesso profon- le famiglie che stanno reagendo rein- to vari profili, le diverse dimensione ARTICOLAZIONE E RIFERIMENTI La seconda parte è relativa al quadro La quarta parte esamina il sistema dei damente inadeguate alle loro esigenze; ternalizzando il servizio in ambito della vita collettiva. Soluzioni ade- STATISTICI delle risorse che il Paese dedica alle presidi socio sanitari e socio assisten- la crescente presa di coscienza da parte familiare con le immaginabili conse- La ricerca si articola in quattro par- politiche di cura di lunga durata per la ziali. L’esame, sulla base della ricerca di lavoratori e lavoratrici “badanti” del guenze, in particolare sulle donne la- ti. La prima è relativa alle previsioni non autosufficienza a livello nazionale ISTAT del 2015, è condotto a più li- ruolo che hanno assunto. Tutto questo voratrici costrette, ancora una volta, a di invecchiamento della popolazione e e locale. I riferimenti sono le rilevazio- velli: il sistema in quanto tale e nella sta facendo venir meno quelle conve- dover scegliere tra il prodigarsi in una Gli effetti della crisi all’insorgere di un diverso quadro di pri- ni ISTAT sulla spesa per l’assistenza sua distribuzione territoriale; l’offerta nienze su cui si fondava l’esternalizza- pluralità logorante di ruoli o rinuncia- orità sociali che, per essere pienamente da cui emerge chiaramente come, an- di posti letto per tipologia di ospiti, zione del servizio di cura. re al lavoro. Più in generale è l’intero stanno colpendo compreso, richiede il superamento di al- che per effetto della crisi, a fronte di carattere di residenzialità e funzione corpo sociale a soffrire degli elementi duramente tanto i cuni stereotipi culturali profondamente una crescente domanda si riducono le di protezione sociale; gli anziani ospi- L’altra risposta, quella della residenzia- di rigidità che derivano dalla incapaci- radicati nel sentire comune. In partico- risorse ed i comuni sono costretti a ta- ti nei presidi, distinti in autosufficien- lità fondata sulla rete dei presidi socio tà di valorizzare una sua componente redditi familiari, lare l’idea che una volta pensionate le gliare i servizi. ti e non autosufficienti, prendendo in sanitari e socio assistenziali, per un in- sociale sempre più importante. quanto le risorse che persone siano solo un costo e non una La terza parte è dedicata alla domici- considerazione classi di età, genere, sieme di circostanze, analizzate nella risorsa che ancora può dare molto alla liarità nelle sue diverse componenti. e ragioni del loro ricorso al presidio; ricerca, manifesta seri segni di inade- In sostanza il modello italiano di cura i comuni dedicano famiglia e alla comunità. Con riferimento alle indagini dell’I- la gestione dei presidi con riferimen- guatezza. Anch’essa, colpita dalla crisi, della non autosufficienza degli anziani all’assistenza sociale STAT e dell’INPS vengono analizzate to al profilo giuridico, alla presenza si sta dimostrando insufficiente per con- sta manifestando forti limiti di inade- Per lo scenario internazionale i riferi- le varie forme di assistenza alla domi- di finanziamenti pubblici, al lavoro e sistenza dei servizi che è in grado di of- guatezza. Non si tratta solo di limiti con- menti sono i recenti studi dell’OCSE ciliarità; la consistenza ed estensione figure professionali, alle liste di attesa
8 AeA informa 9 Invecchiamento della popolazione, le sfide che dobbiamo affrontare Ivan Pedretti, Segretario generale Spi-Cgil Tutti gli studi demografici ci dimostrano che il numero di presidi sanitari, se l’assistenza domiciliare non è garantita, persone anziane e non autosufficienti è destinato a salire. se i mezzi di trasporto non sono efficienti, se tutto intorno Dall’altro lato gli indici di natalità ci dicono che si fanno non esiste una comunità attenta e solidale sarà difficile, se sempre meno figli. non del tutto impossibile. Questo significa che l’Italia, così come la maggior parte dei Non a caso l’azione di contrattazione sociale che lo Spi-Cgil paesi europei, in prospettiva sarà abitata prevalentemente svolge in ogni territorio verte principalmente su questi temi. da anziani, con tutto quello che ciò comporta. È questo il terreno di confronto su cui ci dobbiamo misu- Può il nostro attuale sistema di welfare reggere a queste condizioni? rare e su cui stiamo cercando di ottenere delle conquiste Di certo c’è che se non si interviene, difficilmente riuscire- importanti, spesso riuscendoci. mo a tenerlo in piedi così come lo abbiamo conosciuto negli È del tutto evidente che se l’obiettivo è quello di costruire anni. Credo pertanto che non sia davvero più rinviabile una un nuovo welfare non possiamo più sottrarci da un con- grande azione che affronti questo tema trovando soluzioni fronto vero e serio con tutti gli operatori del settore so- e rette, alle carte dei servizi e ai com- nale, di area geografica e di regione. utili, innovative e in grado di rispondere ai nuovi bisogni. cio-sanitario. portamenti illeciti con riferimento al Nei casi di assenza di fonti statistiche La nostra società è stata prima agricola e poi industriale. Se bisogna ad esempio aprire un presidio sanitario in un de- In sostanza il recente rapporto dei NAS. ufficiali la ricerca assume a riferimen- Oggi invece sono le città il cuore pulsante della nostra eco- terminato luogo ci saranno dei lavoratori che si dovranno to studi, ricerche, approfondimenti nomia. Da tempo assistiamo ad un ritorno nelle aree urbane spostare, dei turni e degli orari di lavoro che dovranno essere modello italiano Nel suo complesso la ricerca è stata dei principali centri di elaborazione con il conseguente abbandono di quelle interne. riprogrammati. Ecco, penso che questa discussione vada fatta. di cura della non sviluppata con riferimento rigoroso a sulla longevità e sulla cura di lunga du- Ma le nostre città sono a misura di anziano? Evidentemente Così come penso che una riflessione debba essere aperta nel informazioni statistiche ufficiali nel rata quali: Ministero della salute, Mi- no. Penso alle tante zone degradate e disagiate che si tro- nostro mondo sulle possibilità che ci offrono le nuove tecno- autosufficienza quinquennio 2009 - 2013. Questa è la nistero del lavoro e delle politiche so- vano ovunque nel nostro paese oppure a quelle lontane dai logie applicate al welfare, che non sono poche. Non bisogna degli anziani sta copertura statistica abbastanza omo- ciali, CNEL, AUSER, AeA, Network centri abitati dove vivono per lo più persone anziane. Ma averne paura o demonizzarle. Anzi, andrebbe veramente com- genea garantita tanto da ISTAT quan- nazionale per l’invecchiamento, Italia penso anche al livello e alla qualità dei servizi che in tutto il preso come queste possano rappresentare un’opportunità. manifestando to dall’INPS. In alcuni casi, in effetti Longeva, CENSIS, 50&Più, Scuo- territorio nazionale vengono offerti. Penso infatti che attraverso lo sviluppo della tecnologia un forti limiti di molto pochi, vengono riportati dati la Superiore dell’Amministrazione La sfida di oggi è quella di consentire ad una persona anzia- anziano può vivere meglio e con più salute. Guardiamo ad aggiornati al 2015. I livelli di analisi, dell’Interno, Assoprevidenza e di Iti- na di potersi mantenere in salute dentro la propria abita- esempio ai tanti progressi che si sono registrati sulla domo- inadeguatezza. ad eccezione del capitolo sulla longe- nerari Previdenziali. ADUC, Caritas zione. Per farlo si rende necessario un sistema di servizi che tica, sulla robotica e sull’innovazione sia sociale che più vità in area OCSE, sono quello nazio- Italiana. glielo consenta. Se un ospedale è lontano, se non ci sono prettamente tecnologica. I COMMENTI
10 AeA informa 11 Dentro i territori. Lo sviluppo sociale di comunità come prospettiva per l’invecchiamento attivo Andrea Volterrani, Università Tor Vergata Roma Non si può mai sapere in anticipo di cosa siano capaci le persone, bisogna aspettare, dar tempo al tempo, è il tempo che comanda, il tempo è il compagno che sta giocando di fronte a noi, e ha in mano tutte le carte del mazzo, a noi ci tocca inventarci le briscole con la vita, la nostra. Cecità, Josè Saramago E ssere anziani non è facile nella società contemporanea, comunità per il mantenimento di un livello minimo di ma anche nel passato lo era. L’idea di una presunta età coesione sociale, per la crescita del capitale sociale, per la dell’oro è un mito che va sfatato. Le difficoltà di una riproduzione della memoria storica, per la crescita delle società tradizionale e prevalentemente agricola erano certamente relazioni tra generazioni. Sono tutti aspetti che sono Se un dispositivo tecnologico ricorda ad un anziano di sere utile alla sua estensione e alla sua maggiore efficienza. diverse da quelle odierne, ma non meno dure per gli anziani. profondamente intrecciati con la vita nelle comunità prendere delle pastiglie agli orari giusti la sua salute ne be- Ci sono già tante esperienze che vanno in questa direzio- Oggi il tema centrale è la necessità di promuovere una maggiore territoriali e anche con un livello più o meno elevato di neficerà perché potrà fare una terapia in modo corretto. ne. Guardarle e cercare di comprenderle credo sia una delle consapevolezza di quello che gli anziani rappresentano nella benessere sociale. Questa non è l’idea di un ritorno ad una E questo significa che la condizione di quell’anziano non sfide che un sindacato come il nostro deve assolutamente quotidianità delle nostre comunità territoriali. È innanzitutto comunità idealizzata che non esiste più, ma, piuttosto, peggiorerà, che non dovrà necessariamente ricorrere all’o- affrontare. una questione di percezione e di comprensione, ma anche di il pensare ad uno sviluppo sociale di comunità che possa spedale e che potrà vivere a lungo e in buone condizioni a Credo quindi che i raggi della nostra azione possano e deb- cambiamento negli atteggiamenti e nei comportamenti collettivi vedere il protagonismo degli anziani accanto a tutti gli casa propria. bano essere tanti. Da un lato abbiamo lo strumento della degli stessi anziani e, ovviamente, di tutti i cittadini. Un processo altri abitanti (e non solo cittadini), alle istituzioni e alle Non solo, in questo modo anche i costi del welfare si abbat- contrattazione a cui affiancare un lavoro di analisi e di stu- di trasformazione che necessita di essere accompagnato con organizzazioni di volontariato. terebbero, con evidenti benefici per la sua famiglia e per la dio di quello che dovrà essere in futuro un sistema di welfa- azioni di comunicazione sociale di comunità, di animazione collettività. re in grado di rispondere al grande tema dell’invecchiamen- Lo sviluppo sociale della comunità ha come base primaria la territoriale continua, di ri-attivazione dei corpi intermedi della Questo non significa rivolgere lo sguardo ad un modello di to della popolazione. nostra società con funzioni diverse dal passato. capacità di essere presenti negli aspetti minuti della nostra welfare impersonale dove i robot prendono il posto delle La ricerca e le proposte contenute nelle pagine che seguo- vita di tutti i giorni. Dal riconoscimento reciproco di essere persone in carne ed ossa. La tecnologia infatti non è solo no curate da Claudio Falasca per l’Auser nazionale sono un Ma cosa dobbiamo percepire e comprendere? Gli anziani vicinato alla mutualità nei comportamenti sia nel supportare sostitutiva di un determinato servizio o lavoro ma può es- contributo importante a questo complesso lavoro. sono diventati una risorsa imprescindibile nelle nostre piccoli e grandi bisogni sia nel promuovere opportunità I COMMENTI
12 AeA informa 13 Dalle nuove tecnologie alla certificazione di qualità: le strade per migliorare l’assistenza Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva L per se e per gli altri, dal vivere bene e nel benessere alla del volontariato per abdicare spesso inconsapevolmente a a solitudine che spesso caratterizza la vita degli anzia- dell’assistito da remoto, a vantaggio dell’efficacia e dell’ef- sensazione di protezione diffusa, dalla moltiplicazione richieste specifiche delle pubbliche amministrazioni locali, ni, soprattutto nel contesto urbano, acuita dalla mi- ficienza di tutti i servizi di assistenza domiciliare, sia privati delle relazioni socievoli al rafforzamento di quelle amicali: a loro volta miopi nel leggere cosa significasse davvero nore autosufficienza, è uno dei fattori che maggior- sia erogati dal Servizio sanitario. sono tutte facce della stessa medaglia dove gli anziani, i sussidiarietà nei territori a favore di una esternalizzazione mente incide sulla loro speranza di vita e quindi sulla loro cittadini e le associazioni di volontariato possono svolgere votata solo al risparmio. In positivo, invece, la promozione longevità. La solitudine andrebbe considerata alla stregua Ancora sul fronte dell’assistenza domiciliare, emerge che il un ruolo fondamentale. e la crescita della cultura della prevenzione (per la salute, di una vera malattia, che dà luogo a una perdita precoce caregiver dell’anziano è spesso una badante. Il numero di per la sicurezza nelle abitazioni, contro la criminalità e delle capacità cognitive, e per questo andrebbe anche con- badanti presenti nel nostro Paese rappresenta una sorta di Tutto questo è possibile però se consentiamo agli anziani di l’illegalità) per tutta la comunità che è spesso relegata trastata, anzitutto ripensando le nostre città secondo uno servizio sanitario parallelo. Più di un milione di operatori poter abitare la loro quotidianità in sicurezza, con semplicità ai margini perché operiamo unicamente nella logica schema socio-sanitario che sia conciliabile con le esigenze e operatrici, dei quali non abbiamo un preciso censimento di movimento e con la possibilità di agire spazi reali e delle emergenze. Inoltre la diffusione di conoscenze e di degli anziani: perché possano sentirsi meno isolati e, di con- e dei quali non conosciamo l’effettiva capacità e formazio- virtuali di relazione. La ricerca sulla domiciliarità evidenzia competenze, vecchie e nuove, per contrastare analfabetismo seguenza, restare fisicamente e cognitivamente attivi. ne, sia dal punto di vista assistenziale sia dal punto di vista molte carenze di base in merito alla sicurezza dell’abitare di ritorno e ignoranza diffusa che sono premesse per lo dei rudimenti in materia sanitaria. Proprio con lo scopo di degli anziani che, almeno nel breve periodo, non sembrano sviluppo di illegalità, frammentazione e vulnerabilità Il primo passo, per rendere le città a misura delle persone rispondere a queste mancanze e alle esigenze della popola- avere risposte adeguate dalla pubblica amministrazione. Se sociale. Infine una attenzione al mantenimento, alla cura più avanti negli anni, dovrebbe consistere nell’adegua- zione, opera dal ‘99, presso il CEMI (Centro di Medicina a questo si accompagna una cronica debolezza rispetto alla e allo sviluppo delle relazioni sociali che veda gli anziani mento del nostro patrimonio immobiliare. In quest’otti- dell’Invecchiamento) al Policlinico Gemelli di Roma, il cura degli anziani (e non solo quelli in condizione di non protagonisti di una nuova stagione di rinascita dei territori ca è fondamentale il ruolo delle famiglie – quelle italiane, CEPSAG, che ha l’obiettivo specifico di formare i badanti autosufficienza grave) e, più in generale, alla prevenzione e di una vitalità di cui sentiamo sempre più il bisogno. come sappiamo, sono nella maggior parte dei casi proprie- e poi di mettere in comunicazione la domanda e l’offerta di fatta di crescita di consapevolezza e conoscenza delle tarie delle abitazioni di residenza – che possono adottare lavoro – a questo punto specializzata – nel campo dell’assi- opportunità e delle possibilità di cura, ecco che diventa una serie di accorgimenti per evitare situazioni di pericolo stenza agli anziani. difficile poter immaginare un percorso che possa modificare tra le mura domestiche: eliminare tappeti e altri arredi “di la condizione sociale degli anziani nella nostra società. La ricerca sulla domiciliarità inciampo”, installare ‘alert’ e pro memoria per ricordarsi di Vi è poi l’ampio capitolo della residenzialità assistita, dedi- evidenzia molte carenze di assumere i medicinali prescritti, o banalmente di chiudere il cata a chi non è più in condizione di continuare a vivere a Quello che, invece, è possibile pensare con maggiore gas. In tal senso può giocare un ruolo determinante la do- casa propria, o preferisce – per diverse ragioni – rivolgersi sicurezza sono le capacità che le organizzazioni di base in merito alla sicurezza motica e tutta quella tecnologia che può essere impiegata a un contesto assistenziale più strutturato. È sotto gli oc- volontariato potrebbero mettere in campo. Innanzitutto dell’abitare degli anziani al servizio della tecnoassistenza, consentendo non solo ai chi di tutti che le RSA, le residenze sanitarie assistenziali, mettendo in secondo piano la fornitura di servizi, che familiari e all’anziano stesso di vivere in modo più sereno, presentano una densità, un livello di servizi e in generale negli ultimi anni ha fatto perdere di vista il senso e il ruolo ma rendendo anche possibile un monitoraggio continuativo un’offerta particolarmente diversificata e disomogenea sul I COMMENTI
14 AeA informa 15 Il Programma “Viva gli Anziani!”: vincere l’isolamento sociale degli anziani Maria Chiara Inzerilli, Comunità di Sant’Egidio P er provare a delineare la genesi e gli obiettivi del be degli invisibili”, facendone un’analisi lucida e agghiac- Programma «Viva gli Anziani!» della Comunità di ciante: questo popolo di anziani, scomparso in poco tempo, Sant’Egidio, bisogna tornare al drammatico evento segnalava - e segnala anche oggi - alla nostra attenzione una della super mortalità, verificatasi in Europa durante le on- “catastrofe umanitaria”, avvenuta nel silenzio. Si tratta di date di calore dell’estate 2003. persone che vivevano fra noi, ma come “invisibili”, morti anzitempo alla vita sociale, tanto da essere dimenticati da Il Programma nasce nel maggio del 2004 proprio come ri- tutti già da vivi. Lo stesso autore, nell’analizzare le ragioni sposta, allo stesso tempo operativa e culturale, allo scandalo di un tale abbandono, mise l’accento sulla cattiva volontà di quelle morti, che solo in Italia superarono i 20.000 casi e politica nella gestione dei servizi di Welfare: si lascia che riguardarono per il 92% anziani over 75 abitanti delle gran- sia la penuria di risorse messe a disposizione a favorire una di città, spesso soli. sorta di eutanasia sociale, che appare in tutta la sua dram- maticità soltanto durante l’emergenza, ma che è di fatto una Lo stesso fenomeno si verificò nel resto d’Europa, soprat- prassi quotidiana. tutto in Francia. Emblematico fu il caso della città di Parigi, Del resto questo triste fenomeno non può essere dove per più di 300 persone anziane morte a causa del cal- considerato un fatto isolato né spiegato solo con l’emergen- nostro territorio nazionale. Di qui la nostra idea di lanciare do, non si trovò un parente o un conoscente, che ne volesse za (in questo caso climatica): le cronache dei quotidiani ri- un “Sigillo Qualità Italia Longeva”. Si tratta di una certifi- celebrare il funerale, tanto che dovette intervenire il Gover- portano di tanto in tanto episodi simili. E’ del 18 settembre cazione a garanzia della rispondenza delle prestazioni ero- Il primo passo, per rendere le no, organizzando un solenne funerale di Stato, come si fa del 2015 l’inchiesta pubblicata sulla cronaca di Roma del gate nelle RSA alle più importanti linee guida ed eviden- per i militi ignoti. “Corriere della sera” a firma di Rinaldo Frignani dal titolo ze scientifiche in campo clinico. Questo Certificato non città a misura delle persone “L’infinita strage dei fantasmi”2, dove l’autore, commentan- è un riconoscimento ispirato alla logica della premialità, più avanti negli anni, dovrebbe Martin Winckler, in un articolo apparso nel settembre 2003 do il ritrovamento dell’ennesima persona anziana morta in ma piuttosto un percorso di miglioramento. Consente alle su Le Monde Diplomatique,1 definì quell’evento “l’ecatom- casa da giorni, riporta il dato di circa 100 anziani morti in RSA, che su base volontaria decidono di intraprenderlo, di consistere nell’adeguamento del ottenere – in caso di esito positivo della verifica, e quindi in nostro patrimonio immobiliare. 1. Martin Winckler, Morire di caldo, segnale di una sanità malata, Le Monde diplomatique, settembre 2003. presenza di uno sforzo di conformazione alle best practice internazionali – un apposito sigillo, quale riconoscimento 2 . http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_19/infinita-strage-fantasmi-morti-100-anziani-abbandonati-deced904-5e2f-11e5-9dfc-2 della certificazione d’eccellenza. c0d272590d9.shtml I COMMENTI
16 AeA informa 17 simili condizioni di abbandono nel 2014 a Roma e Provin- che non è riservata solo a questa generazione, ma riguarda più deboli. E poiché l’essenza della morale è la responsabilità modello di intervento da applicare in larga scala a da vali- cia. Il caso di Ponte di Nona rimane forse il più eclatante. tutti: è dunque un segnale di imbarbarimento della società che ci si assume per l’umanità degli altri, quello è anche il dare dal punto di vista dei risultati attesi e della replicabilità Maria Carmela Privitera, ex insegnante sessantatreenne, di civile da cogliere e da contrastare. metro del livello etico di una società”4. Se i vecchi, che indub- in contesti diversi. cui non si avevano tracce dal gennaio 2014, è stata trovata biamente rappresentano una porzione “fragile” della nostra morta nella sua casa romana il 16 settembre 2015 dall’uffi- Di fronte a tutto questo si è reso necessario immaginare società, sono tenuti ai margini tanto da non esistere, questo Dall’idea motrice della Comunità di Sant’Egidio, si svilup- ciale giudiziario, arrivato per notificarle una ingiunzione di nuovi scenari culturali e nuove strategie di intervento, in rappresenta una minaccia trasversale per il futuro delle no- pa da subito una partnership articolata a cui contribuiscono sfratto. I vicini, invece di segnalarne la scomparsa, avevano grado di affrontare questo nodo epocale, da cui dipende la stre città, che già riguarda tutti: giovani, anziani, ma anche diversi attori pubblici e privati, con ruoli e pesi diversi (in sigillato la porta per non sentirne l’odore. tenuta stessa del nostro tessuto sociale. chiunque scivoli nel limbo dell’ ”inutilità” come chi perde particolare si segnala il contributo di Enel Cuore Onlus e il lavoro o la salute. I vecchi, che Papa Francesco definisce di Roma Capitale, Regione Lazio, ASL Rm1 e ASL RM 3). Questo dramma delle morti in solitudine degli anziani rap- Zygmunt Bauman, recentemente scomparso, a questo pro- vittime dell’attuale “cultura dello scarto”, sono l’avanguar- presenta la punta di un iceberg e la più tragica conseguenza posito affermava: ”La portata di un ponte si misura dalla for- dia e lo specchio del destino amaro dell’intera società, se Il Programma “Viva gli Anziani!” ha dunque fra i suoi di una realtà molto più diffusa, che è la condizione di isola- za del suo pilone più debole. La qualità umana di una società non avviene un cambiamento di rotta verso una nuova cul- obiettivi prioritari il contrasto dell’isolamento sociale de- mento sociale3, in cui vivono milioni di anziani, condizione dovrebbe misurarsi sulla qualità della vita dei suoi soggetti tura di inclusione della fragilità. gli anziani attraverso la prevenzione degli effetti negativi di eventi critici (ondate di calore, epidemie influenzali, cadu- 3. è necessario fornire alcune definizioni di “isolamento sociale” e dare qualche cenno sulla letteratura a riguardo. Sicuramente è opportuno citare Da queste ed altre considerazioni, nasce dunque la sfida te, la perdita del convivente etc.) sulla salute degli over 80, Robert Kahn, ricercatore sociale americano, che alla fine degli anni ’90 pubblica con altri lo studio “Successfull Aging”, in The gerontologist, 1998 del Programma “Viva gli Anziani!”, che si radica nel know fra le principali cause di mortalità o di ricorso all’istituzio- fra i primi a dare una definizione di isolamento sociale come fattore di disumanizzazione. I suoi studi si pongono l’obiettivo di misurare il fenomeno how maturato dalla Comunità di Sant’Egidio in più di qua- nalizzazione. attraverso parametri oggettivi e misurabili. Altri studi si sono concentrati sulla correlazione fra isolamento sociale ed aumento della mortalità: ad rant’anni di prossimità al mondo degli anziani, a Roma e esempio Sugisawa et altri in una ricerca longitudinale triennale su un campione di 2.200 anziani giapponesi, ha esaminato gli effetti delle reti sociali nel mondo. Già dai primi anni ’70 si rifletteva a Sant’Egi- La strategia proposta è il monitoraggio attivo: un nuovo e di sostegno sociale sulla mortalità. Tra le cinque variabili di relazioni sociali, la partecipazione sociale ha un forte impatto sulla mortalità, e questo dio sulla figura dell’anziano come grande malato di solitu- modello di intervento pensato per raggiungere grandi co- effetto rimane statisticamente significativo quando altri fattori sono considerati. La partecipazione sociale, il sostegno sociale, e sentimenti di soli- dine, in un’epoca in cui, anche per consistenza statistica, il orti di popolazione anziana. tudine si trovano ad avere effetti indiretti sulla mortalità degli anziani giapponesi attraverso i loro legami con malattie croniche, stato funzionale, e tema della vecchiaia non era all’ordine del giorno, mentre il la salute auto-stimata (in Journal Gerontol. 1994 Jan;49(1):S3-13.Social networks, social support, and mortality among older people in Japan.Sugi- dibattito culturale si concentrava su altro. Nell’individuazione dei destinatari si riscontra un’altra sawa H1, Liang J, Liu X ). Ugualmente significati i risultati degli studi longitudinali statunitensi di Seeman ed altri (Seeman, SL Syme - Psychosoma- delle idee forti del Programma, il modello olistico; infatti i tic Medicine, 1987 - journals.lww.com, Social networks and coronary artery disease: a comparison of the structure and function of social relations as Questa riflessione, nutrita dalla vicinanza concreta alla destinatari diretti sono tutti gli over 80 residenti nel terri- predictors of disease, 1987), nella quale si è visto che in un arco di osservazione di cinque anni le persone prive di legami hanno una mortalità dalle condizione degli anziani delle periferie di quegli anni, ha torio individuato per la realizzazione del Programma, men- due alle quattro volte superiori a chi ha diversi tipi di legami. Esistono poi degli studi più recenti come quello dell’Organizzazione Mondiale della portato ad individuare alcuni nodi decisivi, attuali ancora tre i destinatari indiretti sono il grande universo degli attori Sanità del 2004 dal titolo “Integrazione sociale e Mortalità” che confermano questi risultati. A questi si aggiungono nuove ricerche che mettono oggi: fra questi l’estraniazione del vecchio dal suo contesto delle reti informali (vicini, portieri, commercianti, medici in correlazione isolamento sociale e funzioni cognitive. Ad esempio lo studio del 2010 di Oscar Ybarra dell’Università del Michigan mostra come di vita abituale, attraverso il ricorso all’istituzionalizzazio- di base etc.) e formali ( operatori dei servizi socio- sanita- le interazioni sociali influenzino direttamente la memoria e la performance mentale in modo positivo. Va citato l’importante lavoro di Fratiglioni ne, o una condizione di vita marginale nella città, che arriva ri), cioè tutta la rete di rapporti che circonda gli anziani. et altri, pubblicato nel 2000 su The Lancet, che analizza in uno studio longitudinale, condotto su 1.368 persone anziane che vivevano a casa e con fino all’invisibilità e che in questo senso è veramente “de- Dal 2004 ad oggi sono stai convolti nel Programma più di funzioni cognitive buone di base. Dopo l’osservazione di tre anni si è potuto constatare che una rete sociale povera o limitata incrementa il rischio mocratica” e trasversale. 12.000 anziani e più di 24.000 beneficiari indiretti. di demenza di ben il 60%.Fra gli studi più recenti va citato “Researchers Confront an Epidemic of Loneliness” di KATIE HAFNERSEPT apparso Il Programma “Viva gli Anziani!” nasce dunque da quest’e- sul The New York Times del 5 settembre 2016. sperienza decennale, dalla sollecitazione puntuale dei fatti “Viva gli Anziani!” è attivo tutto l’anno con campagne in- del 2003 e dal desiderio di mettere al servizio di tutti que- formative, telefonate, visite domiciliari ed interventi vari Questi ed altri lavori hanno contribuito all’elaborazione del concetto di determinanti sociali della salute, come delineato dalla Commissione Europea sto patrimonio di conoscenza e di storia, rendendolo un nel Centro Storico di Roma, recentemente in altre aree cit- nel Rapporto sulla situazione sociale dell’Europa 2003 (http://www.amblav.it/Download/Situazione_Sociale_Europea-Panorama_2004.pdf ) che 4. Z. Bauman, Una nuova condizione umana, Vita e Pensiero, Milano 2003, p.147. Dello stesso autore si veda anche Z. Bauman, La solitudine del afferma il ruolo protettivo sulla salute, che esercitano le reti di prossimità. cittadino globale. Feltrinelli, Milano; 2000. I COMMENTI
18 AeA informa 19 tadine e in altre città italiane. Si tratta di un lavoro capil- pravvivenza degli anziani oggetto dell’intervento, a fronte ni!” la stima di questi risparmi, calcolati sulla base delle lare finalizzato a creare punti di riferimento all’interno del del gruppo di controllo rappresentato dagli anziani residen- tariffe attualmente vigenti presso la Regione Lazio e sulla quartiere ed una rete di prossimità personalizzata intorno ti nei rioni dove non è presente il Programma5. media dei contributi erogati da Roma Capitale per la parte La strategia proposta ad ogni anziano, che possa proteggerlo dalle conseguenze assistenziale è pari a circa 600.000 Euro l’anno. legate a situazioni di emergenza di vario genere. Questo la- Un altro dato significativo è la riduzione del tasso di ospe- è il monitoraggio attivo: voro costruisce fiducia, nel senso che dà a ciascuno la pos- dalizzazione stimato intorno al 10% annuo, come pure Ad una migliore qualità della vita (minore ospedalizzazio- un nuovo modello di intervento sibilità di un appoggio del quale fidarsi in un momento di quella del costo medio per ricovero, entrambe statistica- ne e minore istituzionalizzazione) corrisponde una minore difficoltà con ricadute positive sulla qualità della vita degli mente significative. spesa per l’assistenza; tale risultato diviene particolarmente pensato per raggiungere grandi anziani e di tutto il quartiere significativo in tempi di contrazione della spesa pubblica. coorti di popolazione anziana. In sintesi: gli anziani seguiti dal Programma si ricoverano Infatti la riuscita del Programma sta nella capacità di con- in ospedale meno e con minor frequenza degli anziani delle Non è dunque impossibile coniugare efficienza del sistema nettere l’anziano, i suoi bisogni, ma anche le sue risorse, altre zone di Roma (la riduzione del tasso di ospedalizza- dei servizi con un approccio relazionale puntato all’inclusio- con il tessuto connettivo del suo ambiente, costituito da zione si può stimare di circa il 10%); ne dei più fragili, anzi è necessario farlo per il futuro di tutti. tutti quei soggetti, che lo abitano e che necessariamente si relazionano fra loro, e con il territorio nel suo complesso. Gli anziani del Programma arrivano in ospedale con pato- logie “meno costose” per la Sanità Regionale, grazie all’ope- La parola chiave è “relazione” e gli operatori del Program- ra di prevenzione di cui sono beneficiari. Anche in questo ma sperimentano quotidianamente la necessità di costrui- caso la riduzione dei costi è del 10 %. re queste relazioni, da cui scaturiscono poi le soluzioni ai problemi individuali e collettivi, come la mancanza di un Relativamente ai ricoveri in residenza, il tasso di inciden- servizio o la difficoltà di un singolo, che trova risposto nel za per gli anziani del Programma è dello 0,6% annuo tra il mutuo aiuto suscitato dal lavoro di rete del Programma. 2005 ed il 2013. In altri Municipi il tasso è di poco infe- “Relazione” come risposta all’ “isolamento”. riore all’1%. Si tratta ora di provare a valutare l’impatto di questa nuo- Una riduzione del 40% dei ricoveri in residenza appare va strategia di intervento in termini di salute pubblica e quindi un dato realistico e di grande interesse per il mana- di qualità della vita dei beneficiari: il primo elemento da gement dei servizi socio-sanitari (in relazione ai risparmi considerare è la mortalità. Dai dati messi a disposizione che si otterrebbero se il Programma fosse messo a sistema). dall’Ufficio Statistico di Roma Capitale emerge come il Municipio I° Centro Storico, dove il Programma è attivo Siamo quindi di fronte ad un modello di grande interesse da dodici anni in alcuni rioni, abbia la mortalità più bassa per i decisori pubblici: infatti la riduzione del 10% dei costi degli over 75 di tutta la città. Analizzando il dato specifico dei ricoveri ospedalieri e del 40% delle istituzionalizzazioni sulla mortalità estiva nel solo Municipio I° si osserva che il comporta una riduzione generale della spesa sia per il com- dato migliore sulla mortalità 2014 2015 si ha proprio nei parto sanitario che per quello sociale. rioni target del Programma (Trastevere, Esquilino, Testac- cio). Questo conferma l’incidenza positiva in termini di so- Sul campione di 5.000 anziani seguiti da “Viva gli Anzia- 5. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_2626_listaFile_itemName_14_file.pdf I COMMENTI
20 AeA informa 21 “Domiciliarità e residenzialità tavia invecchiando andranno inevitabilmente incontro a malat- tie croniche che incideranno non poco sul sistema sanitario. la copresenza di due linee di azione: la “domiciliarità” e la “residenzialità”. La prima si fonda sulla convinzione pro- per l’invecchiamento attivo” L’ISTAT3 stima che nel 2013 circa 2,5 milioni di anziani fondamente radicata e diffusa nella cultura comune che per le persone anziane rimanere in casa propria è sempre e fossero afflitti da limitazioni funzionali (Tab.1), con picchi comunque la soluzione migliore. La seconda linea, quella significativi nel Sud (Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) e della residenzialità, è costituita da quell’insieme di strut- tassi più bassi nel Nord Italia. In particolare le limitazioni ture (presidi) pubblici e o privati in cui le persone anziane più frequenti ovunque sono quelle delle attività nella vita bisognose di assistenza vendono ospitate anche a tempo in- quotidiana (Activities of Daily Living, ADL) che interessa definito. 1,6 milioni di anziani, con tasso nazionale del 12,8%), a se- guire quelle relative al movimento che interessa 1,3 milioni, Il confronto quantitativo tra le due linee di azione vede de- con un tasso del 10,2% e al confinamento che interessa 1,2 cisamente favorita la domiciliarità a cui ricorrono circa 2,5 milioni con un tasso del 9,4%. milioni di anziani, mentre nelle strutture per la residenzia- Invecchiamento: una prospettiva con cui fare i conti mondo si contano 868 milioni di persone ultrasessantenni, lità trovano assistenza poco più di 278.000 di anziani auto- Il pianeta sarà sempre più popolato da anziani e il cambia- pari al 12% della popolazione, con proiezioni che si spin- Tab. 1 - ANZIANI PER TIPO DI LIMITAZIONI FUNZIONALI. sufficienti e non nel 2013. Valori % 2013 mento è già sotto i nostri occhi. In Italia nel 2011 le perso- gono verso i 2,4 miliardi per il 2050, quando 21 persone su Tipo di limitazione funzionale ne con più di 65 anni erano 12.171.292, il 20,5% del totale 100 avranno più di 60 anni. Con Un modello sempre più inadeguato Limitazioni Limitazioni della popolazione. Già oggi, secondo i recenti dati EURO- limitazioni Confinamento Limitazioni nel vista,udito, funzionali nelle funzioni movimento parola ANZIANI IN CURA DOMICILIARE STAT, siamo il paese europeo più vecchio: il 21,4% ha più’ Un futuro con più anziani che giovani E RESIDENZIALI di 65 anni, rispetto a una media UE del 18,5%, e il 6,4% ne Per la prima volta nella storia dell’umanità nel mondo ci IT 19,8 9,4 12,8 10,2 5,2 DATI ISTAT 2013 ha più di 80, contro una media di 5,1%. Nel 2050 l’ISTAT saranno più ultra sessantenni che ragazzi sotto i 16 anni. Elaborazione AUSER su dati ISTAT 278.000 prevede che gli anziani saranno 21.775.809, il 34,3% della Uno scenario dalle inedite implicazioni sociali ed econo- popolazione. Si passerà da un rapporto 1 a 5 a un rapporto miche che richiede, già oggi, come sollecita l’OCSE1, uno Meno ospedali e più cura 1 a 3 (Grafico 1). straordinario impegno politico e culturale nella elaborazio- Comprensibilmente questo scenario si estenderà con la ne di una nuova idea del corso di vita delle persone capace maggiore longevità. Farvi fronte richiede indubbiamente 2.500.000 di superare stereotipi desueti ed a cui adeguare i tempi del un deciso cambio di direzione che sposti il centro dell’at- lavoro e del tempo libero, i sistemi previdenziali e sanitari, tenzione nell’azione di assistenza dalla cura in acuto al nu- le politiche abitative e urbane. mero sempre maggiore di pazienti cronici. Domiciliare Residenziale Purtroppo l’Italia è in ritardo nel maturare un proprio si- Per comprendere pienamente la dimensione del problema stema di assistenza a lungo termine (Long term care – LTC) Tuttavia tanto la domiciliarità, quanto la residenzialità ma- la Ragioneria Generale dello Stato2 valuta che, nelle previ- rivolto agli anziani con particolare riferimento alla non au- nifestano gravi limiti di inadeguatezza. sioni dello scenario nazionale base, la spesa per l’assistenza tosufficienza. Quantitativa: di carattere strutturale derivante dalla pro- di lunga durata passerà dall’ 1,9% del PIL nel 2015 al 3,2% gressiva crescita dei longevi e di carattere congiunturale del PIL nel 2060. Il modello italiano di cura per gli effetti della crisi sui redditi familiari e sulle finanze Elaborazione Auser su dati OCSE La cura di lunga durata (LTC) in Italia si caratterizza per pubbliche. Qualitativa: come conseguenza della inca- Cambia la “vecchiaia” 3. ISTAT – Condizioni di salute, condizioni di rischio e prevenzione- pacità dell’attuale modello di assistenza di corrispondere Una prospettiva che non interessa solo l’Italia. In tutto il I “nuovi anziani” sono sempre più persone in buona salute, tut- 2014. L’indagine è stata realizzata su un campione ampliato grazie al alle domande che esprimono i nuovi anziani. 1. OCSE – Ageing : debate the issues – 2015 – Rapporto dell’OCSE sull’invecchiamento della popolazione a livello globale. sostegno del Ministero della Salute e delle regioni per produrre stime a 2. Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato - Le tendenze di medio e lungo periodo del livello regionale e sub-regionale, per un totale complessivo di circa 120 sistema pensionistico e socio sanitario – Rapporto n. 17 - 2016 mila rispondenti. SINTESI DELLA RICERCA AUSER
22 AeA informa 23 I LIMITI NELLA DOMICILIARITA’ del 16,7% nel Nord ovest, del 4,3% nel Nord est, del 4% nel zionale diminuisce nel quinquennio dal 50,2 al 47,2. Dimi- In Italia il sistema di cura degli anziani non autosufficienti Con le recenti leggi di stabilità si sta progressivamente re- Centro, del 9,1% nel Meridione. Nello stesso periodo i valori nuisce nel Nord ovest dal 37,9 al 36,7, più drasticamente si regge in larga parte sul contributo delle famiglie: secon- cuperando il livello dei fondi stanziati nel 2009 (Tab. 3), pro capite della spesa per anziani sono scesi a livello nazio- nel Nord est dal 73,5 al 58,3, lo stesso nel centro nel Centro do l’ISTAT4 in Italia ci sono circa 3,3 milioni di caregiver ma nonostante questi reintegri i fondi statali restano net- nale da 119 a 107€, passando dai valori massimi del Nord est dal 68,9 al 63,4, aumenta sensibilmente nel Meridione da familiari, l’8,6% della popolazione italiana adulta, che si tamente inferiori al fabbisogno. Da sottolineare, inoltre, di 112€ ai valori minimi del Meridione di 50€ (Grafico 3). 39,1 a 52,3 mentre si dimezza nelle isole dal 24,5 a 13. prende cura di adulti anziani, malati e disabili. che il rifinanziamento ha carattere esclusivamente annuale, L’indice di presa in carico diminuisce a livello nazionale dallo In prospettiva si prevedono crescenti difficolta mentre per gli anni successivi permane la situazione di in- 0,9 allo 0,6. Nelle aree geografiche l’indice diminuisce in tutte certezza sui fondi disponibili. quelle del Nord mentre rimane costante nel resto del Paese Cresce la domanda di assistenza, ma le risorse per i ser- vizi sono inadeguate Tab. 3 - FONDI PER LE POLITICHE SOCIALI Per la prima volta nella storia del Paese la copertura dei servizi DELLE REGIONI DAL 2009 - 2013. Valori in milioni di euro e degli interventi per anziani non autosufficienti presenta tutti Anno 2009 2010 2011 2012 2013 segni meno: in tutti i servizi sono diminuiti gli anziani presi Elaborazione AUSER su dati ISTAT Fondi 1155 897 303 70 575 in carico, nonostante cresca il numero di anziani non autosuf- ficienti; gli utenti ospiti di strutture residenziali fra il 2009 e Elaborazione AUSER su dati ISTAT il 2013 sono diminuiti del 9,1%; quelli che hanno l’indennità Elaborazione AUSER su dati ISTAT di accompagnamento sono scesi dal 12,6% del 2011 al 12,0 I comuni costretti a tagliare i servizi del 2013. La spesa per servizi sociali per anziani di regioni e La spesa per interventi e servizi sociali dei comuni singoli e Si riduce il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD)7 comuni dal 2009 al 2013 è diminuita del 7,9%. associati nel 2009 e 2013 ha subito una diminuzione com- Nel quinquennio 2009-13 i comuni che offrono il servizio di Il Fondo nazionale per le politiche sociali5, il princi- plessiva dell’1,4%. Nelle regioni del Nord ovest si è ridotta assistenza domiciliare i diminuiscono passando a livello nazio- pale canale di finanziamento, con i continui tagli, che del 7,3%, dell’1,4% nel Nord est: la somma della spesa delle nale dall’86,3 all’85,7% (Grafico 5). hanno raggiunto anche livelli del 30-40% annuo, è sta- due aree nel 2013 è il 54,7% del totale nazionale (56,5% nel Nelle diverse aree geografiche l’offerta del servizio diminuisce to fortemente ridimensionato dalle leggi finanziarie 2009). Nel Centro e nelle Isole è aumentata del 6%, men- Elaborazione AUSER su dati ISTAT in tutte con l’eccezione del centro e delle Isole. Nel Nord ovest annuali fino a raggiungere nel 2012 valore solo sim- tre è diminuita del 7,5 nel Meridione. Cifre che tradotte in l’offerta diminuisce passando dal 91,3 all’89,9%, nel Nord est bolico (Tab. 2). Nel 2016 la dotazione del fondo è del valori pro capite significano come media nazionale il pas- Si contrae il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)6 dal 94 al 90,8%, nel Meridione 74,9 al 72,2, nel Centro invece 78% in meno di quella che aveva nel 2009. Ciò significa saggio da 118 a 117 € dal 2009 al 2013, ma con una enorme A livello nazionale i comuni che offrono il servizio di as- aumenta dall’83,2 all’83,7 e nelle Isole dall’82,9 all’84,7%. per gli enti locali la scomparsa di una fonte di finanzia- variabilità tra le diverse aree che va dai 159€ pro capite nel sistenza domiciliare integrata nel periodo 2009-13 sono Riguardo all’indice di copertura territoriale del servizio ab- mento che contribuisce per il 12,1% alla spesa sociale. Nord est ai 51€ nel Meridione: una differenza di 3 a 1. passati dal 41,9% al 41%. Nel Nord ovest l’offerta del servi- biamo una leggera diminuzione a livello nazionale passan- zio aumenta dal 38,5 a 43,4% dei comuni, nel Nord est c’è do dal 89,2 a 89,1. Nelle aree geografiche diminuisce nelle Tab. 2 – RISORSE PER IL FONDO NAZIONALE Crolla la spesa per anziani una contrazione netta del numero dei comuni passando dal aree del Nord, del Centro e nelle Isole, aumenta di 6 punti PER LE POLITICHE SOCIALI (FNPS) 2009 - 2016. Se la spesa complessiva per i servizi sociali degli enti terri- 73,8% al 54,8%, anche nel centro diminuiscono dal 51,7% nel Meridione passando dal 75,4 all’81,6. Valori in milioni di euro. toriali si è contratta nel quinquennio 2009 - 13 dell’1,4%, al 43,3%. Nel Meridione i comuni aumentano dal 32,4 al Relativamente all’indice di presa in carico diminuisce sia a Anno 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 quella destinata agli anziani ha subito una ben più drastica 37,4%, lo stesso nelle isole dal 7,8 al 10,3% (Grafico 4). livello nazionale da 1,6 a 1,3 e sia in tutte le aree geografi- Fondi 1420 435 218 43 344 297,5 313 312 riduzione dell’8% (Grafico 2). Ad eccezione delle Isole, dove L’indice di copertura territoriale del servizio a livello na- che. Lo stesso nelle regioni con l’unica eccezione del Friuli Elaborazione AUSER su dati ISTAT è aumentata del 4%, nelle restanti aree è diminuita ovunque: 6. Assistenza domiciliare integrata (ADI): indica il sistema di interventi e servizi sanitari offerti presso il domicilio dell’assistito. Vedi anche 4. ISTAT - La conciliazione tra lavoro e famiglia – 2011 definizioni. 5. Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS): è la fonte nazionale di finanziamento degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, 7. Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD): indica quel complesso di servizi socio-assistenziali erogati dai comuni nel proprio territorio a favore così come previsto dalla Legge quadro di riforma dell’assistenza 328/2000. della popolazione anziana. Vedi anche definizioni. SINTESI DELLA RICERCA AUSER
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