"Diciamo sì alla vita che vince": i giovani della Zona 1 in cammino verso la Pasqua

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"Diciamo sì alla vita che vince": i giovani della Zona 1 in cammino verso la Pasqua
«Diciamo sì alla vita che
vince»: i giovani della Zona
1 in cammino verso la Pasqua
"Diciamo sì alla vita che vince": i giovani della Zona 1 in cammino verso la Pasqua
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«In questa Settimana Santa diciamo sì alla vita che vince. Lo
ha fatto Gesù prima di noi. Ora facciamolo anche noi nella
nostra vita».

La voce di Linda Fanton, suora francescana del Gesù Bambino di
Assisi, si fa spazio nel buio. È uno spiraglio di luce e di
buone notizie nel cuore dei tanti giovani che hanno scelto di
partecipare alla Veglia delle Palme, organizzata dall’equipe
di pastorale giovanile della zona 1 nel santuario della
Madonna del Riposo a Pandino. Si sono dati appuntamento lo
scorso sabato.
Davanti agli occhi il crocifisso di san Damiano, di fronte al
quale Francesco ricevette la chiamata del Signore. «È
un’icona, che ci guarda. Ci regala lo sguardo glorioso e
amante di Gesù, nonostante la sofferenza. È un dono, ci
racconta che non c’è niente di definito e di definitivo.
Neanche la morte». Nulla. Tranne l’amore di Dio: «I suoi occhi
ci fanno sentire amati, così come siamo. Donano forza,
libertà, forza di ripartire. Di entrare appieno
"Diciamo sì alla vita che vince": i giovani della Zona 1 in cammino verso la Pasqua
nell’esistenza». Di vivere veramente.
Con un corpo, il suo, nudo, ferito. Ma risorto. «È lì, davanti
a noi. È qui, in noi. Perché ciascuno di noi ha bisogno di
riempirsi gli occhi di vita». Nel momento del suo limite,
quello della morte, Gesù mostra un corpo luminoso: «È lo
specchio del vostro corpo. Lo viviamo come un dono? Dovremmo,
perché il nostro corpo è lo specchio della nostra storia.
Delle gioie, delle sofferenze, delle ferite, dei segni. Siamo
noi. È ciò che ci rende reali». Umani, imperfetti, «è dove
risiede la felicità. Per scovarla Gesù ci invita a guardarci
con i suoi occhi».

Serve anche «stare dentro alle mancanze, perché dentro un
corpo imperfetto potremo vivere la perfezione dell’amore». È
l’amore di Dio «che va oltre la morte».
Lo stesso che convince Maria a restare ai piedi della croce.
Dopo aver visto suo figlio acclamato dalle folle come re e ora
morente, Maria resta. «Anche noi lo facciamo ogni volta che
non scappiamo dalle paure e siamo pronti a sostenere ed
accogliere il dolore. Nostro e degli altri». Ché, oltre il
buio, c’è la luce.

C’è musica per l’anima di ciascuno di noi. Pura armonia. In
una serata piena di canzoni, di voci, di pensieri, ha vinto la
vita. La vita di giovani che, in un periodo complicato,
rispondono al rumore delle armi con il silenzio della pace e
la fioca luce di un lumino nel buio della notte. Perché tante
luci insieme aprono uno spiraglio. Di luce. E di speranza. È
la forza di chi ha scelto di vivere veramente. «Morire è più
facile, ma vivere appieno, è il dono più bello: diciamo sì
alla vita. Oltre il buio, c’è sempre un passo fatto nell’amore
di Dio».
"Diciamo sì alla vita che vince": i giovani della Zona 1 in cammino verso la Pasqua
Gli   oratori   di  Cremona
riflettono sulle ferite del
mondo   per  guardare  alla
speranza della Pasqua
"Diciamo sì alla vita che vince": i giovani della Zona 1 in cammino verso la Pasqua
"Diciamo sì alla vita che vince": i giovani della Zona 1 in cammino verso la Pasqua
Sabato 1° aprile tutti gli oratori della città di Cremona si
sono riuniti, alle 18, presso la chiesa di S. Agata per un
momento di preghiera quaresimale in   preparazione alla Pasqua
dal tema: “Le ferite del mondo”.

«Questo momento, che è stato proposto dagli oratori a tutta la
città, è nato da un incontro dei giovani, un incontro
cittadino dello scorso febbraio», ha spiegato don Pierluigi
Fontana, vicario di Cristo Re e referente della pastorale
giovanile cittadina, introducendo l’incontro. E ha proseguito:
«Ci siamo messi davanti ad alcune delle ferite del mondo e ci
siamo interrogati su che cosa la parola di Dio ci dice, che
cosa la Chiesa ha detto nel tempo, che cosa troviamo nel
Vangelo. La terra grida, l’umanità urla, ma anche Dio parla,
attraverso la sua Parola, attraverso la Chiesa che cammina nel
mondo».

L’evento è iniziato con la lettura e la possibilità di
riflessione personale dei partecipanti su dieci installazioni
collocate all’interno della chiesa, rappresentanti le “ferite
del mondo”. Tra queste s“Terremoto e calamità naturali”,
“Ambiente. Cambiamenri climatici e consumismo”, “Violenza
sulle Donne”, “Guerra e conflitti”.

Le installazioni erano composte da articoli di attualità sui
temi proposti, accompagnati da citazioni tratte da Vangeli,
esortazioni apostoliche ed encicliche. Presenti sui pannelli
anche opere artistiche a supporto del messaggio.

Nella seconda parte del pomeriggio vi è stato un momento di
preghiera nel quale si è riflettuto sulla Passione del
Signore, facendo riferimento alle piaghe che stanno
affliggendo il mondo.

L’iniziativa, pensata dalla Pastorale giovanile della città di
Cremona, aperta a giovani e non solo, ha visto un’ampia
partecipazione.
Nella chiesa di Antegnate il
Compianto     di     Agostino
Ghilardi aiuta a entrare nel
mistero della Pasqua
Rappresenta la scena in cui dei personaggi piangono e
contemplano il corpo morto di Cristo, deposto dalla croce e
steso sulla nuda terra. Il “Compianto”, gruppo scultoreo di
otto statue realizzato dall’artista soncinese Agostino
Ghilardi, è esposto nella chiesa parrocchiale di Antegnate,
dove rimarrà visibile al pubblico sino al prossimo Lunedì
dell’Angelo. Un modo, questo, secondo il parroco don Angelo
Maffioletti, «per prepararci all’esperienza liturgica e
spirituale della Pasqua, lasciandoci aiutare dalle immagini di
quest’opera che potremmo intitolare l’incanto dell’amore e
della compassione».

Il Compianto rappresenta un momento della storia di Gesù che
non è narrato in modo esplicito nei Vangeli. In questa scena è
come se il tempo della storia si fermasse e ciò che avviene è
un’azione del tutto interiore che si esprime attraverso le
espressioni del corpo e del silenzio. Il Compianto mette in
scena l’umanissima compassione per Gesù che ha vissuto la
morte violenta come dono estremo di amore. Attraverso lui ogni
dolore, ogni ferita, ogni morte umana si apre ad un senso più
grande e ad una speranza affidabile.

«Il fatto che i fedeli possano contemplare il corpo del Cristo
posato sulla nuda terra – prosegue don Maffioletti – ci aiuta
a comprendere come lui abbia condiviso con noi, facendosi uomo
come noi, la sofferenza e la morte. La posizione scelta per la
collazione del gruppo scultoreo, fra l’assemblea dei fedeli e
l’altare, rende bene l’idea dell’essere immersi in questa
scena sentendo vicino il dolore di Maria, l’amore di Maria
Maddalena e lo stare sotto la croce da parte di Giovanni».
«Ognuna delle statue del Compianto – prosegue il sacerdote – è
in realtà la dimensione del nostro stare sotto la croce con i
sentimenti che questa scena ci fa provare. Ad esempio, le due
donne collocate in posizione contrapposta, ai lati di Gesù,
che indicano l’una la disperazione per la morte di Gesù e
l’altra lo stupore per quanto accaduto».

In fondo alla chiesa don Angelo Maffioletti ha voluto mettere
a disposizione dei parrocchiani e dei visitatori un sussidio
utile per la contemplazione del gruppo scultoreo, nel quale
ogni personaggio è commentato da una poesia o un salmo.

L’autore dell’opera è Agostino Ghilardi, artista soncinese,
docente presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di
Brescia. Dopo aver frequentato la Scuola regionale di pittura
e di scultura presso il castello di Soncino, ha trascorso
diversi anni alla ricerca di un materiale consono e
praticabile per la sua idea di scultura e di una forma
aderente alle sue convinzioni. L’ha trovato nella creta,
affrontando quindi la sfida con un materiale difficile da
controllare e superando i limiti che la terra presenta con la
ricerca di processi, sistemi e formule esecutivo.
Particolarmente affascinato dalla tematica del sacro, crea
scultura fondamentalmente classiche.

Opera          Pia        di      Castelverde,
presentato il nuovo direttore
sanitario
Cambio della guardia alla Fondazione “Opera Pia Ss. Redentore”
di Castelverde, il dottor Ferruccio Giovetti passa il
testimone della direzione sanitaria al dottor Andrea
Visigalli, giovane e valente medico, classe 1985, originario
di Soncino, che già in passato aveva lavorato presso la
struttura di via Gardinali dimostrando grande professionalità
e profonda umanità. Visigalli ha iniziato ufficialmente la sua
attività in Opera Pia lunedì 3 aprile.

«Il nuovo direttore sanitario – commenta il presidente don
Claudio Rasoli – è già conosciuto dal personale e da tanti
ospiti perché dal giugno 2020 all’ottobre 2021 è stato nostro
medico di reparto, ma anche referente Covid aziendale. È lui
che ha gestito la situazione emergenziale legata alla pandemia
rivelando grandi doti organizzative e umane. Il Consiglio di
Amministrazione e io personalmente lo ringraziamo di vero
cuore per aver accettato questa nuova sfida con grande
entusiasmo e voglia di fare. Al dottor Visigalli aspetta un
compito impegnativo, ma sappiamo che ha tutte le doti per
riuscire bene. Grazie anche alla presenza e all’azione
efficace del direttore generale, il dottor Fabio Bertusi,
Fondazione Redentore tornerà quell’eccellenza in campo
assistenziale e sanitaria che sempre è stata nel panorama
cremonese».

«Tornare in questa struttura, lasciata per una crescita
personale, è per me motivo di soddisfazione e di orgoglio –
spiega il dottor Andrea Visigalli –. L’esperienza maturata mi
consente di affrontare questa nuova sfida con la giusta
serenità professionale. Ringrazio, pertanto, il Presidente e
tutto il Consiglio di Amministrazione per la proposta fattami
con la consapevolezza che avranno da parte mia tutto l’impegno
sia personale che professionale perché sia gli ospiti con i
loro familiari che tutto il personale possano trovare nella
mia figura il punto di riferimento necessario per un buon
andamento della struttura. Un pensiero grato va naturalmente
al dottor Giovetti per aver assicurato una competente e
attenta direzione sanitaria in questi mesi pur avendo molti
altri incarichi onerosi».

Alla fine di marzo il dottor Ferruccio Giovetti, infatti, ha
concluso il suo incarico iniziato l’8 settembre 2022: «Siamo
profondamenti grati al dottor Giovetti – continua il
Presidente don Claudio Rasoli – per aver accolto con grande
disponibilità e professionalità la direzione sanitaria ad
interim nonostante i suoi numerosissimi altri impegni
professionali. Con umiltà e profondo senso di umanità ha
dovuto affrontare una situazione non facile, ma la sua
presenza, pur limitata nel tempo, ha riportato armonia e piena
collaborazione tra il personale. Ci mancherà la sua grande
esperienza, la sua lucidità nell’affrontare le situazioni
anche più intricate, la sua giovialità. Gli auguriamo tanti
successi professionali e ci auguriamo che torni ogni tanto a
trovarci».

«Capita talora, nel corso della vita di ciascuno di noi, di
incappare in situazioni che lasciano un profondo segno nel
nostro animo – confida il dottor Ferruccio Giovetti –. È
quanto successo a me, nel momento in cui sono giunto a
Castelverde, nella Fondazione Redentore, per reggere, per il
tempo necessario, la direzione sanitaria di questa bella
realtà del nostro territorio. Sapevo benissimo che il mio
incarico sarebbe stato a tempo, perché questa era la
necessità. Pur già ampiamente impegnato nel lavoro, ho
accettato volentieri questo compito, con spirito di servizio e
con il massimo della disponibilità, pur sapendo che non avrei
potuto, come peraltro avrei voluto, rendere la mia presenza
più costante. Ho cercato quindi di occuparmi principalmente di
tutte quelle questioni che, urgenti, erano da affrontare in
tempi rapidi per permettere alla Fondazione di continuare
nella Sua missione di servizio a favore dei nostri ricoverati.
Sono certo, infatti, che il dottor Visigalli, che mi subentra,
riuscirà a recuperare quelle situazioni che, obtorto collo, ho
dovuto lasciargli in eredità. E confido nella sua
comprensione. D’altro canto, per me, questa esperienza è stata
fonte di accrescimento professionale, personale ed umano. Non
si smette mai di imparare e pur avendo, ormai, ahimè, una
certa età, ritengo che non si debba mai lasciare nulla di
intentato per aggiungere un mattoncino alla nostra formazione.
E poi, c’è sempre l’occasione per conoscere nuovi colleghi,
imparare da loro ed unire le forze per il raggiungimento degli
obiettivi. Ho conosciuto persone splendide, tutte animate da
forte senso del dovere, che non lasciano nulla al caso pur di
conseguire gli obiettivi prefissati. Mi sono state d’aiuto, mi
hanno supportato, hanno fatto sì, che ancorché a mezzo
servizio, sia riuscito con loro ad adempiere al mio incarico.
So, quindi, che la Fondazione è in ottime mani e che potrà
continuare a servire i più deboli ed i più fragili. Noi
passiamo, ma la Fondazione, grande patrimonio di tutto
‘Castagnino secco’, resta con tutto il suo carico di storia,
di nobiltà, di empatia, accoglienza ed umanità. Chiunque ci
passi, anche solo per un giorno, non deve dimenticarlo».

Così commenta l’avvicendamento dei direttori sanitari il
dottor Fabio Bertusi, direttore generale della Fondazione
Redentore: «Un doveroso ringraziamento al dottor Giovetti per
aver traghettato con grande professionalità e sensibilità la
nostra struttura in questi mesi di rilancio post pandemico, un
ben arrivato al dottor Visigalli che sicuramente sarà
all’altezza dell’importante compito clinico e organizzativo
che lo attende. L’Opera Pia Ss. Redentore è ormai da mesi al
massimo della saturazione delle sue diverse unità d’offerta. E
questo è stato possibile grazie al lavoro importante dei
nostri operatori che con professionalità, nonostante le
diverse criticità che colpiscono da tempo il sistema socio-
sanitario, si sono rimboccati le maniche e assolto con grande
impegno e determinazione alla cura e assistenza delle persone
a noi affidate. A breve sarà tempo di bilanci, ma alcuni
indicatori già manifestano un rafforzamento dell’equilibrio
economico-finanziario frutto delle importanti scelte che il
Consiglio di Amministrazione ha adottato in questi mesi e che
garantiranno una maggiore qualità nella risposta al
bisogno. Presupposto indispensabile, questo, per sviluppare
un’azione di coordinamento delle decisioni future al fine di
promuovere sia nuovi investimenti (alcuni dei quali già in
programma) che livelli di efficienza ed economicità della
Fondazione».

BIOGRAFIA DEL DOTTOR VISIGALLI

Il dottor Andrea Visigalli, nato a Crema il 10 luglio 1985, è
originario di Soncino. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel
2016 ha mosso i primi passi professionali nelle RSA di Soncino
e Romanengo. Come medico di reparto ha lavorato nella
“Fondazione Casa soggiorno per anziani Onlus” di Bedizzole in
provincia di Brescia, poi nella casa di riposo “Zucchi
Falcina” di Soresina e quindi nella “Fondazione Soncino
Onlus”. Nel 2019 è divenuto direttore sanitario presso la
Fondazione “Opera Pia Vezzoli” di Romanengo, poi dal giugno
2020 all’ottobre 2021 è stato medico di reparto e referente
RSA aperta presso la “Fondazione Opera Pia Ss. Redentore di
Castelverde”: nella nostra struttura in quanto referente Covid
Aziendale ha gestito con grande professionalità la situazione
emergenziale dovuta alla pandemia. Il 7 ottobre 2021 è
divenuto dirigente medico e poi dal 1° gennaio 2022 direttore
sanitario della RSA “Fondazione Paolo VI Onlus” di Bagnolo
Mella (BS). Dal 3 aprile 2023 è dirigente medico e direttore
sanitario della Fondazione “Opera Pia Ss. Redentore” di
Castelverde che conta 140 posti in RSA, 60 in RSD e 12 nel
Centro Diurno Integrato.
Alla Libreria Paoline un
“libro sospeso” per la casa
di riposo “La Pace”
“Un libro sospeso per non sentirsi soli e… continuare a
sognare”. È questo il tema dell’iniziativa che coinvolgerà,
sino al prossimo 31 maggio, la Libreria Paoline di Cremona e
la Fondazione “La Pace – Onlus”.

Con l’inizio di aprile, infatti, è possibile aderire a questa
iniziativa, acquistando un libro senza però portarlo a casa.
Tutti i libri “sospesi”, ovvero acquistati e lasciati in
libreria, serviranno ad ampliare la biblioteca della casa di
riposo “La Pace”.

«Un libro è una carezza del cuore», sottolineano gli
organizzatori. Si tratta dunque di un semplice gesto utile ad
arricchire le giornate di chi vive la senilità lontano dalla
famiglia o addirittura in solitudine.

Per maggiori informazioni è possibile contattare la Libreria
“Paoline” di piazza Libertà, a Cremona, al numero 0372-20457 o
all’indirizzo mail libreria.cr@paoline.it.

                     Scarica la locandina
Junior Tim Cup, il calcio
negli    oratori:    domenica
pomeriggio finale allo Ziast
Si chiama “Junior Tim Cup – Keep
Racism out – il Calcio negli
Oratori” l’iniziativa promossa
da Lega Serie A, TIM e Centro
Sportivo    Italiano     che,
attraverso   l’Unione   sportiva
Cremonese,   vede il    Comitato
territoriale di Cremona aderire
al torneo di calcio a 7
(categoria    Under    14)   che
coinvolge le 16 città dei club
che partecipano al campionato di
Serie A.

A questa prima edizione cremonese hanno aderito 8 squadre di
altrettanti oratori, suddivise in due gironi: All Colors Team
(SS. Nazario e Celso in Sesto Cremonese), Pol. Oratorio
Castelleone (Oratorio SS. Filippo e Giacomo di Castelleone),
Ti.Cu.Vi.Ge (Unità Pastorale Ticengo, Cumignano, Villa
Campagna, Genivolta), US Libertas ASD (San Martino Vescovo di
San Bassano), ASD Oratorio Redondesco (Oratorio San Maurizio
di Redondesco), Cavadigidue Torrazzo Malagnino (S. Maria
Maddalena di Cavatigozzi – Cremona), Polisportiva S.Ilario ASD
(Unità Pastorale Cittanova – S.Ilario, S.Agata e S.Agostino –
Cremona), Stagnolmese (Don Giovanni Bosco di San Daniele Po).

Terminate le gare di qualificazione, hanno disputato le
semifinali le formazioni di Oratorio Sant’Ilario, TI.CU.VI.GE,
Libertas San Bassano, Oratorio Redondesco (del Comitato CSI di
Mantova, che da anni partecipa ai nostri campionati).

La finale, in programma domenica 2 aprile alle ore 15.30
presso il campo di calcio a 7 in sintetico dell’Oratorio di
San Francesco di Cremona, sarà disputata da U.S. Libertas (San
Bassano) e Ti.Cu.Vi.Ge (Unità pastorale Ticengo, Cumignano,
Villa Campagna, Genivolta), come da volantino allegato. Il 15
o 16 aprile la squadra vincitrice della fase locale sarà in
trasferta a Bergamo per la fase regionale; la vincente di
questa fase accederà alle finali nazionali di maggio a Roma.

Il progetto, giunto alla decima edizione, ha un duplice
obiettivo: da un lato creare una sinergia tra oratori e club
professionistici, quasi a voler sottolineare come il calcio
sia un’attività per tutti e i suoi valori vadano ben oltre le
età e la categoria per la quale si gioca; dall’altro
l’iniziativa si propone di far riflettere i ragazzi sul tema
del razzismo nello sport attraverso la realizzazione di
striscioni, brevi video, domande ai campioni.

Il valore aggiunto del progetto sta proprio nelle iniziative
che coinvolgeranno direttamente anche l’U.S. Cremonese: due
squadre che hanno preso parte al torneo avranno la possibilità
di recarsi allo stadio in occasione di Cremonese-Empoli del
prossimo 14 aprile per tifare la propria squadra del cuore ed
esporre i propri striscioni “Keep racism out”; una squadra
avrà inoltre la possibilità di visitare il Centro sportivo
Arvedi e di incontrare un giocatore della prima squadra e
porre alcune domande, in special modo sul tema del razzismo
nello sport.

Un ottimo progetto, quindi, che a Cremona ha consentito di
riprendere quel filo che ha sempre legato gli oratori, il CSI
e l’US Cremonese. Non va dimenticato, infatti, che proprio
dagli oratori e dai campionati CSI sono arrivati alla
Cremonese alcuni dei giocatori che ne hanno fatto la storia:
Mondonico, Cabrini, Vialli e altri ancora. Proprio grazie alla
collaborazione della Cremonese, 10 anni fa si è svolta in
città la prima partita della Nazionale Italiana Calcio
Amputati: calcio per tutti, quindi, e a misura di ciascuno.

Salute, inquinamento, musica
e “ore d’aria”: è online la
nuova edizione di Riflessi
Magazine

È “Aria” il tema dell’ultima edizione di Riflessi Magazine, il
mensile digitale della Diocesi di Cremona, online da venerdì
su www.riflessimag.it. «Non ha la consistenza del pane, l’aria
– si legge nell’introduzione al numero –. Sembra niente,
eppure senza… Lo ricordiamo bene. Lo ricorda più di tutti il
dottor Giancarlo Bosio, che in quegli infernali mesi del 2020
ha dovuto resistere all’urto del Covid; era il primario del
reparto di Pneumologia (oggi in pensione), curava i polmoni
delle persone. Quelli che il virus aggrediva spingendo forte
fino al collasso». Quello con il medico divenuto una delle
figure simbolo della resistenza alla pandemia è uno degli
incontri che la redazione di Riflessi racconta con parole e
immagini, seguendo un percorso che – come nello stile del
periodico – si lascia guidare dalla parola-titolo alla
scoperta della complessità del reale. «È facile non capire
subito da che parte guardare quando viene la tentazione di
afferrare l’aria; non si posa, lo sguardo. Vola. A bordo di un
aereo dell’Aeroclub allunga l’orizzonte fino a sfumarlo,
aggrappati a un velo di seta di una ballerina acrobatica che
prende le forme di una lotta creativa tra gravità e libertà».

Tra le storie quelle di ex detenuti ed educatori del carcere
che affrontano il ricordo della detenzione, dell’ora d’aria e
del respiro ritrovato con il ritorno nel mondo, quelle di chi
regala emozioni in musica soffiando dentro un clarinetto o una
tromba, quelle di chi si incontra al campeggio per una vacanza
all’aria aperta. Quella stessa aria che, però, può fare male,
come conferma lo studio dell’Osservatorio epidemiologico
dell’Ats Valpadana sui decessi causati dalle polveri sottili
sul territorio cremonesi; quell’aria sporcata che – come
scrive nel suo intervento don Bruno Bignami, direttore
dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro – chiama a
essere tutti partecipi del cambiamento che parte dalle
abitudini. Dal sentire nostra l’aria. Aria nuova.
Dal Brasile                     il messaggio
pasquale di                     suor Augusta
Culpo
In questo periodo in cui la Chiesa tutta si prepara a vivere
la Pasqua del Signore, uno sguardo va rivolto anche a quei
fratelli e sorelle che conducono una vita tormentata, in
territori segnati dalle sofferenze: «di guerra, di conflitti,
di terremoti, di migranti, di violenze, di povertà estrema, di
mancanza di strutture per una vita degna».

Tra questi territori c’è il Brasile, terra di forte
cristianità. E proprio dallo stato carioca arriva il messaggio
pasquale di suor Augusta Culpo, religiosa delle Figlie di
Maria Missionaria, originaria di San Matteo delle Chiaviche e
che da anni opera a San Paolo.

«Qui in Brasile la Chiesa ci propone un cammino di conversione
e solidarietà soprattutto con chi è senza cibo – racconta la
missionaria –. Con la Campagna della fraternità di quest’anno
siamo invitati a vivere il messaggio che Gesù Cristo ci ha
trasmesso: “Date voi stessi da mangiare“ (Mt.14,16). Un
messaggio che ci invita ad accogliere i nostri fratelli e
sorelle più bisognosi, colpiti dai vari flagelli climatici e
dalla fame».

Una situazione che, soprattutto nelle zone più povere del
Brasile, è in continuo degrado: «Oggi in Brasile purtroppo
sono aumentate le vittime della fame e coloro che soffrono per
mancanza di assistenza – prosegue suor Augusta Culpo –.
Viviamo una triste realtà: qui, molte persone sono violate dei
loro diritti e non riescono a garantirsi un pasto al giorno».
In conclusione al messaggio, la preghiera a Maria, affinché
«interceda per noi perché possiamo accogliere Gesù Cristo in
ogni persona, soprattutto negli esclusi e negli abbandonati»,
un sentito ringraziamento per la vicinanza che la Chiesa
continua a mostrare verso la missione della congregazione, e
gli auguri per una felice Pasqua, «festa della vita che vince
la morte, dell’amore che vince l’odio e dell’allegria che
vince la tristezza».

In Cattedrale musica e parole
nel ricordo vivo di Teresa di
Lisieux
Sfoglia la fotogallery completa della serata

Splendidi i giovani del Conservatorio “Claudio Monteverdi” e
del Liceo musicale “ Antonio Stradivari”, insieme ai loro
insegnanti e responsabili; incantevole il contesto, la
Cattedrale di Cremona; profondi e coinvolgenti i testi letti,
tratti dagli scritti di Santa Teresa di Lisieux. La sera di
giovedì 30 marzo è stato possibile vivere e condividere un’ora
e mezza di musica di alto livello, di spiritualità, di
ecclesialità.

Il concerto che alla presenza del vescovo Antonio Napolioni ha
avuto luogo in un Duomo gremito, è stato offerto dal
Conservatorio, diretto da Anne Colette Ricciardi, e dal Liceo
musicale, diretto da Daniele Pitturelli, e si è svolto in un
contesto di intensa e profonda partecipazione, grazie, oltre
che alla grande bravura degli esecutori, al sapiente e
adeguato mix di musiche e parole. Da subito, così, il silenzio
che ha accolto tutta l’esecuzione di brani e letture, ha
permesso una reale condivisione dei contenuti proposti.
Silenzio che ha lasciato spazio alla fine, a un lunghissimo ed
entusiasta applauso.

La serata è stata introdotta da mons. Franco Follo, sacerdote
cremonese per molti anni osservatore permanente della Santa
Sede presso l’Unesco, che ha richiamato i tratti salienti di
Santa Teresa di Lisieux, carmelitana morta a soli 24 anni,
proclamata Dottore della Chiesa, di cui ricorrono quest’anno i
150 anni dalla nascita e che dai 193 Stati membri dell’Unesco
è stata votata come una delle       personalità   da   onorare
maggiormente in questo 2023.

Gli ha fatto eco Arnoldo Mosca Mondadori, della Fondazione
Casa dello Spirito e delle Arti: di particolare significato –
come ha spiegato – è stata la presenza al concerto del
“Quartetto del mare”, formato da strumenti ad arco (due
violini, una viola e un violoncello) realizzati con il legno
delle barche dei migranti dai detenuti nel carcere milanese di
Opera, sotto la guida di maestri liutai. Una presenza, quella
del “Quartetto”, che ha dato un ulteriore tocco di
spiritualità, umanità, speranza, in perfetta sintonia, grazie
anche alla sensibilità e le parole della santa francese, letti
da Mattia Cabrini, attore della Compagnia dei Piccoli.
Ha quindi preso il via l’esecuzione dei brani musicali, che
hanno spaziato da Léon Boëllmann a César Frank, da Gabriel
Fauré ad Andre Caplet, da Alfred Gerbier ad Alexsander
Borodin, a Giuseppe Caffi.

Caratterizzata da grande bravura, e contraddistinta dalla loro
coinvolgente freschezza, è stata l’esecuzione dei brani da
parte dei giovani coristi, affiancati, sostenuti e
accompagnati con straordinaria professionalità dal direttore
Pietro Triacchini, dagli organisti Alessandro Sala e Marco
Brunelli, dai violinisti Lara Coleghin, Giulio di Gioia,
Myriam Traverso e Pietro Fortunato, dai soprani Nunzia Fazzi e
Valeria Lanini.

«Davvero la presenza e la cura Santa di Teresa di Lisieux – ha
detto il Vescovo Napolioni in conclusione – ha reso possibile
l’espressione e la condivisione di tanta bellezza», in una
serata da incorniciare, grazie al generoso contributo e alle
sinergie messe in campo da tanti, a cui ha riservato convinti
ringraziamenti.

L’iniziativa del concerto si è inserita nel contesto dei
festeggiamenti, appunto, per il 150 anniversario della nascita
di Teresa di Lisieux, che hanno ottenuto per Cremona il
patrocinio dell’Unesco e della Pontificia Facoltà Teresianum
di Roma e in occasione dei quali è stata allestita una mostra
sulla Santa nel Battistero e si e tenuta una conferenza
ospitata nell’Aula Magra del Campus Santa Monica della sede
cremonese dell’Università Cattolica con la partecipazione
della carmelitana Madre Cristiana Dobner e di Arnoldo Mosca
Mondadori. Iniziative – tutte – che sempre hanno visto una
grande partecipazione e hanno riscosso vivo apprezzamento.
Tempo di Sacramenti, alla
Libreria    Paoline   tante
opportunità di regalo
Dopo la Pasqua nelle parrocchia è il tempo del conferimento
dei Sacramenti. Proprio per valorizzare e offrire un segno di
ricordo per le celebrazioni della Primo Confessione, della
Prima Comunione e della Cresima, la libreria “Paoline” di
Cremona propone alcuni oggetti legati proprio a questi
sacramenti che possono essere un’ottima idea regalo.

In vendita libri e illustrazioni, adatti alle diverse fasce
d’età, e oggetti sacri quali crocifissi, rosari, ma anche
collanine, ciondoli, braccialetti, calamite specifiche per i
diversi Sacramenti.

Tutto il materiale è disponibile presso il punto vendita di
via Decia 1 (piazza della Libertà). La libreria è aperta dal
martedì al sabato, dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19;
chiusa invece la domenica e il lunedì.
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