"Diciamo sì alla vita che vince": i giovani della Zona 1 in cammino verso la Pasqua
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Sfoglia la fotogallery della veglia «In questa Settimana Santa diciamo sì alla vita che vince. Lo ha fatto Gesù prima di noi. Ora facciamolo anche noi nella nostra vita». La voce di Linda Fanton, suora francescana del Gesù Bambino di Assisi, si fa spazio nel buio. È uno spiraglio di luce e di buone notizie nel cuore dei tanti giovani che hanno scelto di partecipare alla Veglia delle Palme, organizzata dall’equipe di pastorale giovanile della zona 1 nel santuario della Madonna del Riposo a Pandino. Si sono dati appuntamento lo scorso sabato. Davanti agli occhi il crocifisso di san Damiano, di fronte al quale Francesco ricevette la chiamata del Signore. «È un’icona, che ci guarda. Ci regala lo sguardo glorioso e amante di Gesù, nonostante la sofferenza. È un dono, ci racconta che non c’è niente di definito e di definitivo. Neanche la morte». Nulla. Tranne l’amore di Dio: «I suoi occhi ci fanno sentire amati, così come siamo. Donano forza, libertà, forza di ripartire. Di entrare appieno
nell’esistenza». Di vivere veramente. Con un corpo, il suo, nudo, ferito. Ma risorto. «È lì, davanti a noi. È qui, in noi. Perché ciascuno di noi ha bisogno di riempirsi gli occhi di vita». Nel momento del suo limite, quello della morte, Gesù mostra un corpo luminoso: «È lo specchio del vostro corpo. Lo viviamo come un dono? Dovremmo, perché il nostro corpo è lo specchio della nostra storia. Delle gioie, delle sofferenze, delle ferite, dei segni. Siamo noi. È ciò che ci rende reali». Umani, imperfetti, «è dove risiede la felicità. Per scovarla Gesù ci invita a guardarci con i suoi occhi». Serve anche «stare dentro alle mancanze, perché dentro un corpo imperfetto potremo vivere la perfezione dell’amore». È l’amore di Dio «che va oltre la morte». Lo stesso che convince Maria a restare ai piedi della croce. Dopo aver visto suo figlio acclamato dalle folle come re e ora morente, Maria resta. «Anche noi lo facciamo ogni volta che non scappiamo dalle paure e siamo pronti a sostenere ed accogliere il dolore. Nostro e degli altri». Ché, oltre il buio, c’è la luce. C’è musica per l’anima di ciascuno di noi. Pura armonia. In una serata piena di canzoni, di voci, di pensieri, ha vinto la vita. La vita di giovani che, in un periodo complicato, rispondono al rumore delle armi con il silenzio della pace e la fioca luce di un lumino nel buio della notte. Perché tante luci insieme aprono uno spiraglio. Di luce. E di speranza. È la forza di chi ha scelto di vivere veramente. «Morire è più facile, ma vivere appieno, è il dono più bello: diciamo sì alla vita. Oltre il buio, c’è sempre un passo fatto nell’amore di Dio».
Sabato 1° aprile tutti gli oratori della città di Cremona si sono riuniti, alle 18, presso la chiesa di S. Agata per un
momento di preghiera quaresimale in preparazione alla Pasqua dal tema: “Le ferite del mondo”. «Questo momento, che è stato proposto dagli oratori a tutta la città, è nato da un incontro dei giovani, un incontro cittadino dello scorso febbraio», ha spiegato don Pierluigi Fontana, vicario di Cristo Re e referente della pastorale giovanile cittadina, introducendo l’incontro. E ha proseguito: «Ci siamo messi davanti ad alcune delle ferite del mondo e ci siamo interrogati su che cosa la parola di Dio ci dice, che cosa la Chiesa ha detto nel tempo, che cosa troviamo nel Vangelo. La terra grida, l’umanità urla, ma anche Dio parla, attraverso la sua Parola, attraverso la Chiesa che cammina nel mondo». L’evento è iniziato con la lettura e la possibilità di riflessione personale dei partecipanti su dieci installazioni collocate all’interno della chiesa, rappresentanti le “ferite del mondo”. Tra queste s“Terremoto e calamità naturali”, “Ambiente. Cambiamenri climatici e consumismo”, “Violenza sulle Donne”, “Guerra e conflitti”. Le installazioni erano composte da articoli di attualità sui temi proposti, accompagnati da citazioni tratte da Vangeli, esortazioni apostoliche ed encicliche. Presenti sui pannelli anche opere artistiche a supporto del messaggio. Nella seconda parte del pomeriggio vi è stato un momento di preghiera nel quale si è riflettuto sulla Passione del Signore, facendo riferimento alle piaghe che stanno affliggendo il mondo. L’iniziativa, pensata dalla Pastorale giovanile della città di Cremona, aperta a giovani e non solo, ha visto un’ampia partecipazione.
Nella chiesa di Antegnate il Compianto di Agostino Ghilardi aiuta a entrare nel mistero della Pasqua Rappresenta la scena in cui dei personaggi piangono e contemplano il corpo morto di Cristo, deposto dalla croce e steso sulla nuda terra. Il “Compianto”, gruppo scultoreo di otto statue realizzato dall’artista soncinese Agostino Ghilardi, è esposto nella chiesa parrocchiale di Antegnate, dove rimarrà visibile al pubblico sino al prossimo Lunedì dell’Angelo. Un modo, questo, secondo il parroco don Angelo Maffioletti, «per prepararci all’esperienza liturgica e spirituale della Pasqua, lasciandoci aiutare dalle immagini di quest’opera che potremmo intitolare l’incanto dell’amore e della compassione». Il Compianto rappresenta un momento della storia di Gesù che non è narrato in modo esplicito nei Vangeli. In questa scena è come se il tempo della storia si fermasse e ciò che avviene è un’azione del tutto interiore che si esprime attraverso le espressioni del corpo e del silenzio. Il Compianto mette in scena l’umanissima compassione per Gesù che ha vissuto la morte violenta come dono estremo di amore. Attraverso lui ogni dolore, ogni ferita, ogni morte umana si apre ad un senso più grande e ad una speranza affidabile. «Il fatto che i fedeli possano contemplare il corpo del Cristo posato sulla nuda terra – prosegue don Maffioletti – ci aiuta a comprendere come lui abbia condiviso con noi, facendosi uomo come noi, la sofferenza e la morte. La posizione scelta per la
collazione del gruppo scultoreo, fra l’assemblea dei fedeli e l’altare, rende bene l’idea dell’essere immersi in questa scena sentendo vicino il dolore di Maria, l’amore di Maria Maddalena e lo stare sotto la croce da parte di Giovanni». «Ognuna delle statue del Compianto – prosegue il sacerdote – è in realtà la dimensione del nostro stare sotto la croce con i sentimenti che questa scena ci fa provare. Ad esempio, le due donne collocate in posizione contrapposta, ai lati di Gesù, che indicano l’una la disperazione per la morte di Gesù e l’altra lo stupore per quanto accaduto». In fondo alla chiesa don Angelo Maffioletti ha voluto mettere a disposizione dei parrocchiani e dei visitatori un sussidio utile per la contemplazione del gruppo scultoreo, nel quale ogni personaggio è commentato da una poesia o un salmo. L’autore dell’opera è Agostino Ghilardi, artista soncinese, docente presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. Dopo aver frequentato la Scuola regionale di pittura e di scultura presso il castello di Soncino, ha trascorso diversi anni alla ricerca di un materiale consono e praticabile per la sua idea di scultura e di una forma aderente alle sue convinzioni. L’ha trovato nella creta, affrontando quindi la sfida con un materiale difficile da controllare e superando i limiti che la terra presenta con la ricerca di processi, sistemi e formule esecutivo. Particolarmente affascinato dalla tematica del sacro, crea scultura fondamentalmente classiche. Opera Pia di Castelverde,
presentato il nuovo direttore sanitario Cambio della guardia alla Fondazione “Opera Pia Ss. Redentore” di Castelverde, il dottor Ferruccio Giovetti passa il testimone della direzione sanitaria al dottor Andrea Visigalli, giovane e valente medico, classe 1985, originario di Soncino, che già in passato aveva lavorato presso la struttura di via Gardinali dimostrando grande professionalità e profonda umanità. Visigalli ha iniziato ufficialmente la sua attività in Opera Pia lunedì 3 aprile. «Il nuovo direttore sanitario – commenta il presidente don Claudio Rasoli – è già conosciuto dal personale e da tanti ospiti perché dal giugno 2020 all’ottobre 2021 è stato nostro medico di reparto, ma anche referente Covid aziendale. È lui che ha gestito la situazione emergenziale legata alla pandemia rivelando grandi doti organizzative e umane. Il Consiglio di Amministrazione e io personalmente lo ringraziamo di vero cuore per aver accettato questa nuova sfida con grande entusiasmo e voglia di fare. Al dottor Visigalli aspetta un compito impegnativo, ma sappiamo che ha tutte le doti per riuscire bene. Grazie anche alla presenza e all’azione efficace del direttore generale, il dottor Fabio Bertusi, Fondazione Redentore tornerà quell’eccellenza in campo assistenziale e sanitaria che sempre è stata nel panorama cremonese». «Tornare in questa struttura, lasciata per una crescita personale, è per me motivo di soddisfazione e di orgoglio – spiega il dottor Andrea Visigalli –. L’esperienza maturata mi consente di affrontare questa nuova sfida con la giusta serenità professionale. Ringrazio, pertanto, il Presidente e tutto il Consiglio di Amministrazione per la proposta fattami con la consapevolezza che avranno da parte mia tutto l’impegno sia personale che professionale perché sia gli ospiti con i
loro familiari che tutto il personale possano trovare nella mia figura il punto di riferimento necessario per un buon andamento della struttura. Un pensiero grato va naturalmente al dottor Giovetti per aver assicurato una competente e attenta direzione sanitaria in questi mesi pur avendo molti altri incarichi onerosi». Alla fine di marzo il dottor Ferruccio Giovetti, infatti, ha concluso il suo incarico iniziato l’8 settembre 2022: «Siamo profondamenti grati al dottor Giovetti – continua il Presidente don Claudio Rasoli – per aver accolto con grande disponibilità e professionalità la direzione sanitaria ad interim nonostante i suoi numerosissimi altri impegni professionali. Con umiltà e profondo senso di umanità ha dovuto affrontare una situazione non facile, ma la sua presenza, pur limitata nel tempo, ha riportato armonia e piena collaborazione tra il personale. Ci mancherà la sua grande esperienza, la sua lucidità nell’affrontare le situazioni anche più intricate, la sua giovialità. Gli auguriamo tanti successi professionali e ci auguriamo che torni ogni tanto a trovarci». «Capita talora, nel corso della vita di ciascuno di noi, di incappare in situazioni che lasciano un profondo segno nel nostro animo – confida il dottor Ferruccio Giovetti –. È quanto successo a me, nel momento in cui sono giunto a Castelverde, nella Fondazione Redentore, per reggere, per il tempo necessario, la direzione sanitaria di questa bella realtà del nostro territorio. Sapevo benissimo che il mio incarico sarebbe stato a tempo, perché questa era la necessità. Pur già ampiamente impegnato nel lavoro, ho accettato volentieri questo compito, con spirito di servizio e con il massimo della disponibilità, pur sapendo che non avrei potuto, come peraltro avrei voluto, rendere la mia presenza più costante. Ho cercato quindi di occuparmi principalmente di tutte quelle questioni che, urgenti, erano da affrontare in tempi rapidi per permettere alla Fondazione di continuare
nella Sua missione di servizio a favore dei nostri ricoverati. Sono certo, infatti, che il dottor Visigalli, che mi subentra, riuscirà a recuperare quelle situazioni che, obtorto collo, ho dovuto lasciargli in eredità. E confido nella sua comprensione. D’altro canto, per me, questa esperienza è stata fonte di accrescimento professionale, personale ed umano. Non si smette mai di imparare e pur avendo, ormai, ahimè, una certa età, ritengo che non si debba mai lasciare nulla di intentato per aggiungere un mattoncino alla nostra formazione. E poi, c’è sempre l’occasione per conoscere nuovi colleghi, imparare da loro ed unire le forze per il raggiungimento degli obiettivi. Ho conosciuto persone splendide, tutte animate da forte senso del dovere, che non lasciano nulla al caso pur di conseguire gli obiettivi prefissati. Mi sono state d’aiuto, mi hanno supportato, hanno fatto sì, che ancorché a mezzo servizio, sia riuscito con loro ad adempiere al mio incarico. So, quindi, che la Fondazione è in ottime mani e che potrà continuare a servire i più deboli ed i più fragili. Noi passiamo, ma la Fondazione, grande patrimonio di tutto ‘Castagnino secco’, resta con tutto il suo carico di storia, di nobiltà, di empatia, accoglienza ed umanità. Chiunque ci passi, anche solo per un giorno, non deve dimenticarlo». Così commenta l’avvicendamento dei direttori sanitari il dottor Fabio Bertusi, direttore generale della Fondazione Redentore: «Un doveroso ringraziamento al dottor Giovetti per aver traghettato con grande professionalità e sensibilità la nostra struttura in questi mesi di rilancio post pandemico, un ben arrivato al dottor Visigalli che sicuramente sarà all’altezza dell’importante compito clinico e organizzativo che lo attende. L’Opera Pia Ss. Redentore è ormai da mesi al massimo della saturazione delle sue diverse unità d’offerta. E questo è stato possibile grazie al lavoro importante dei nostri operatori che con professionalità, nonostante le diverse criticità che colpiscono da tempo il sistema socio- sanitario, si sono rimboccati le maniche e assolto con grande impegno e determinazione alla cura e assistenza delle persone
a noi affidate. A breve sarà tempo di bilanci, ma alcuni indicatori già manifestano un rafforzamento dell’equilibrio economico-finanziario frutto delle importanti scelte che il Consiglio di Amministrazione ha adottato in questi mesi e che garantiranno una maggiore qualità nella risposta al bisogno. Presupposto indispensabile, questo, per sviluppare un’azione di coordinamento delle decisioni future al fine di promuovere sia nuovi investimenti (alcuni dei quali già in programma) che livelli di efficienza ed economicità della Fondazione». BIOGRAFIA DEL DOTTOR VISIGALLI Il dottor Andrea Visigalli, nato a Crema il 10 luglio 1985, è originario di Soncino. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 2016 ha mosso i primi passi professionali nelle RSA di Soncino e Romanengo. Come medico di reparto ha lavorato nella “Fondazione Casa soggiorno per anziani Onlus” di Bedizzole in provincia di Brescia, poi nella casa di riposo “Zucchi Falcina” di Soresina e quindi nella “Fondazione Soncino Onlus”. Nel 2019 è divenuto direttore sanitario presso la Fondazione “Opera Pia Vezzoli” di Romanengo, poi dal giugno 2020 all’ottobre 2021 è stato medico di reparto e referente RSA aperta presso la “Fondazione Opera Pia Ss. Redentore di Castelverde”: nella nostra struttura in quanto referente Covid Aziendale ha gestito con grande professionalità la situazione emergenziale dovuta alla pandemia. Il 7 ottobre 2021 è divenuto dirigente medico e poi dal 1° gennaio 2022 direttore sanitario della RSA “Fondazione Paolo VI Onlus” di Bagnolo Mella (BS). Dal 3 aprile 2023 è dirigente medico e direttore sanitario della Fondazione “Opera Pia Ss. Redentore” di Castelverde che conta 140 posti in RSA, 60 in RSD e 12 nel Centro Diurno Integrato.
Alla Libreria Paoline un “libro sospeso” per la casa di riposo “La Pace” “Un libro sospeso per non sentirsi soli e… continuare a sognare”. È questo il tema dell’iniziativa che coinvolgerà, sino al prossimo 31 maggio, la Libreria Paoline di Cremona e la Fondazione “La Pace – Onlus”. Con l’inizio di aprile, infatti, è possibile aderire a questa iniziativa, acquistando un libro senza però portarlo a casa. Tutti i libri “sospesi”, ovvero acquistati e lasciati in libreria, serviranno ad ampliare la biblioteca della casa di riposo “La Pace”. «Un libro è una carezza del cuore», sottolineano gli organizzatori. Si tratta dunque di un semplice gesto utile ad arricchire le giornate di chi vive la senilità lontano dalla famiglia o addirittura in solitudine. Per maggiori informazioni è possibile contattare la Libreria “Paoline” di piazza Libertà, a Cremona, al numero 0372-20457 o all’indirizzo mail libreria.cr@paoline.it. Scarica la locandina
Junior Tim Cup, il calcio negli oratori: domenica pomeriggio finale allo Ziast Si chiama “Junior Tim Cup – Keep Racism out – il Calcio negli Oratori” l’iniziativa promossa da Lega Serie A, TIM e Centro Sportivo Italiano che, attraverso l’Unione sportiva Cremonese, vede il Comitato territoriale di Cremona aderire al torneo di calcio a 7 (categoria Under 14) che coinvolge le 16 città dei club che partecipano al campionato di Serie A. A questa prima edizione cremonese hanno aderito 8 squadre di altrettanti oratori, suddivise in due gironi: All Colors Team (SS. Nazario e Celso in Sesto Cremonese), Pol. Oratorio Castelleone (Oratorio SS. Filippo e Giacomo di Castelleone), Ti.Cu.Vi.Ge (Unità Pastorale Ticengo, Cumignano, Villa Campagna, Genivolta), US Libertas ASD (San Martino Vescovo di San Bassano), ASD Oratorio Redondesco (Oratorio San Maurizio di Redondesco), Cavadigidue Torrazzo Malagnino (S. Maria Maddalena di Cavatigozzi – Cremona), Polisportiva S.Ilario ASD (Unità Pastorale Cittanova – S.Ilario, S.Agata e S.Agostino – Cremona), Stagnolmese (Don Giovanni Bosco di San Daniele Po). Terminate le gare di qualificazione, hanno disputato le semifinali le formazioni di Oratorio Sant’Ilario, TI.CU.VI.GE, Libertas San Bassano, Oratorio Redondesco (del Comitato CSI di
Mantova, che da anni partecipa ai nostri campionati). La finale, in programma domenica 2 aprile alle ore 15.30 presso il campo di calcio a 7 in sintetico dell’Oratorio di San Francesco di Cremona, sarà disputata da U.S. Libertas (San Bassano) e Ti.Cu.Vi.Ge (Unità pastorale Ticengo, Cumignano, Villa Campagna, Genivolta), come da volantino allegato. Il 15 o 16 aprile la squadra vincitrice della fase locale sarà in trasferta a Bergamo per la fase regionale; la vincente di questa fase accederà alle finali nazionali di maggio a Roma. Il progetto, giunto alla decima edizione, ha un duplice obiettivo: da un lato creare una sinergia tra oratori e club professionistici, quasi a voler sottolineare come il calcio sia un’attività per tutti e i suoi valori vadano ben oltre le età e la categoria per la quale si gioca; dall’altro l’iniziativa si propone di far riflettere i ragazzi sul tema del razzismo nello sport attraverso la realizzazione di striscioni, brevi video, domande ai campioni. Il valore aggiunto del progetto sta proprio nelle iniziative che coinvolgeranno direttamente anche l’U.S. Cremonese: due squadre che hanno preso parte al torneo avranno la possibilità di recarsi allo stadio in occasione di Cremonese-Empoli del prossimo 14 aprile per tifare la propria squadra del cuore ed esporre i propri striscioni “Keep racism out”; una squadra avrà inoltre la possibilità di visitare il Centro sportivo Arvedi e di incontrare un giocatore della prima squadra e porre alcune domande, in special modo sul tema del razzismo nello sport. Un ottimo progetto, quindi, che a Cremona ha consentito di riprendere quel filo che ha sempre legato gli oratori, il CSI e l’US Cremonese. Non va dimenticato, infatti, che proprio dagli oratori e dai campionati CSI sono arrivati alla Cremonese alcuni dei giocatori che ne hanno fatto la storia: Mondonico, Cabrini, Vialli e altri ancora. Proprio grazie alla collaborazione della Cremonese, 10 anni fa si è svolta in
città la prima partita della Nazionale Italiana Calcio Amputati: calcio per tutti, quindi, e a misura di ciascuno. Salute, inquinamento, musica e “ore d’aria”: è online la nuova edizione di Riflessi Magazine È “Aria” il tema dell’ultima edizione di Riflessi Magazine, il mensile digitale della Diocesi di Cremona, online da venerdì su www.riflessimag.it. «Non ha la consistenza del pane, l’aria – si legge nell’introduzione al numero –. Sembra niente, eppure senza… Lo ricordiamo bene. Lo ricorda più di tutti il
dottor Giancarlo Bosio, che in quegli infernali mesi del 2020 ha dovuto resistere all’urto del Covid; era il primario del reparto di Pneumologia (oggi in pensione), curava i polmoni delle persone. Quelli che il virus aggrediva spingendo forte fino al collasso». Quello con il medico divenuto una delle figure simbolo della resistenza alla pandemia è uno degli incontri che la redazione di Riflessi racconta con parole e immagini, seguendo un percorso che – come nello stile del periodico – si lascia guidare dalla parola-titolo alla scoperta della complessità del reale. «È facile non capire subito da che parte guardare quando viene la tentazione di afferrare l’aria; non si posa, lo sguardo. Vola. A bordo di un aereo dell’Aeroclub allunga l’orizzonte fino a sfumarlo, aggrappati a un velo di seta di una ballerina acrobatica che prende le forme di una lotta creativa tra gravità e libertà». Tra le storie quelle di ex detenuti ed educatori del carcere che affrontano il ricordo della detenzione, dell’ora d’aria e del respiro ritrovato con il ritorno nel mondo, quelle di chi regala emozioni in musica soffiando dentro un clarinetto o una tromba, quelle di chi si incontra al campeggio per una vacanza all’aria aperta. Quella stessa aria che, però, può fare male, come conferma lo studio dell’Osservatorio epidemiologico dell’Ats Valpadana sui decessi causati dalle polveri sottili sul territorio cremonesi; quell’aria sporcata che – come scrive nel suo intervento don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro – chiama a essere tutti partecipi del cambiamento che parte dalle abitudini. Dal sentire nostra l’aria. Aria nuova.
Dal Brasile il messaggio pasquale di suor Augusta Culpo In questo periodo in cui la Chiesa tutta si prepara a vivere la Pasqua del Signore, uno sguardo va rivolto anche a quei fratelli e sorelle che conducono una vita tormentata, in territori segnati dalle sofferenze: «di guerra, di conflitti, di terremoti, di migranti, di violenze, di povertà estrema, di mancanza di strutture per una vita degna». Tra questi territori c’è il Brasile, terra di forte cristianità. E proprio dallo stato carioca arriva il messaggio pasquale di suor Augusta Culpo, religiosa delle Figlie di Maria Missionaria, originaria di San Matteo delle Chiaviche e che da anni opera a San Paolo. «Qui in Brasile la Chiesa ci propone un cammino di conversione e solidarietà soprattutto con chi è senza cibo – racconta la missionaria –. Con la Campagna della fraternità di quest’anno siamo invitati a vivere il messaggio che Gesù Cristo ci ha trasmesso: “Date voi stessi da mangiare“ (Mt.14,16). Un messaggio che ci invita ad accogliere i nostri fratelli e sorelle più bisognosi, colpiti dai vari flagelli climatici e dalla fame». Una situazione che, soprattutto nelle zone più povere del Brasile, è in continuo degrado: «Oggi in Brasile purtroppo sono aumentate le vittime della fame e coloro che soffrono per mancanza di assistenza – prosegue suor Augusta Culpo –. Viviamo una triste realtà: qui, molte persone sono violate dei loro diritti e non riescono a garantirsi un pasto al giorno».
In conclusione al messaggio, la preghiera a Maria, affinché «interceda per noi perché possiamo accogliere Gesù Cristo in ogni persona, soprattutto negli esclusi e negli abbandonati», un sentito ringraziamento per la vicinanza che la Chiesa continua a mostrare verso la missione della congregazione, e gli auguri per una felice Pasqua, «festa della vita che vince la morte, dell’amore che vince l’odio e dell’allegria che vince la tristezza». In Cattedrale musica e parole nel ricordo vivo di Teresa di Lisieux
Sfoglia la fotogallery completa della serata Splendidi i giovani del Conservatorio “Claudio Monteverdi” e del Liceo musicale “ Antonio Stradivari”, insieme ai loro insegnanti e responsabili; incantevole il contesto, la Cattedrale di Cremona; profondi e coinvolgenti i testi letti,
tratti dagli scritti di Santa Teresa di Lisieux. La sera di giovedì 30 marzo è stato possibile vivere e condividere un’ora e mezza di musica di alto livello, di spiritualità, di ecclesialità. Il concerto che alla presenza del vescovo Antonio Napolioni ha avuto luogo in un Duomo gremito, è stato offerto dal Conservatorio, diretto da Anne Colette Ricciardi, e dal Liceo musicale, diretto da Daniele Pitturelli, e si è svolto in un contesto di intensa e profonda partecipazione, grazie, oltre che alla grande bravura degli esecutori, al sapiente e adeguato mix di musiche e parole. Da subito, così, il silenzio che ha accolto tutta l’esecuzione di brani e letture, ha permesso una reale condivisione dei contenuti proposti. Silenzio che ha lasciato spazio alla fine, a un lunghissimo ed entusiasta applauso. La serata è stata introdotta da mons. Franco Follo, sacerdote cremonese per molti anni osservatore permanente della Santa Sede presso l’Unesco, che ha richiamato i tratti salienti di Santa Teresa di Lisieux, carmelitana morta a soli 24 anni, proclamata Dottore della Chiesa, di cui ricorrono quest’anno i 150 anni dalla nascita e che dai 193 Stati membri dell’Unesco è stata votata come una delle personalità da onorare maggiormente in questo 2023. Gli ha fatto eco Arnoldo Mosca Mondadori, della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti: di particolare significato – come ha spiegato – è stata la presenza al concerto del “Quartetto del mare”, formato da strumenti ad arco (due violini, una viola e un violoncello) realizzati con il legno delle barche dei migranti dai detenuti nel carcere milanese di Opera, sotto la guida di maestri liutai. Una presenza, quella del “Quartetto”, che ha dato un ulteriore tocco di spiritualità, umanità, speranza, in perfetta sintonia, grazie anche alla sensibilità e le parole della santa francese, letti da Mattia Cabrini, attore della Compagnia dei Piccoli.
Ha quindi preso il via l’esecuzione dei brani musicali, che hanno spaziato da Léon Boëllmann a César Frank, da Gabriel Fauré ad Andre Caplet, da Alfred Gerbier ad Alexsander Borodin, a Giuseppe Caffi. Caratterizzata da grande bravura, e contraddistinta dalla loro coinvolgente freschezza, è stata l’esecuzione dei brani da parte dei giovani coristi, affiancati, sostenuti e accompagnati con straordinaria professionalità dal direttore Pietro Triacchini, dagli organisti Alessandro Sala e Marco Brunelli, dai violinisti Lara Coleghin, Giulio di Gioia, Myriam Traverso e Pietro Fortunato, dai soprani Nunzia Fazzi e Valeria Lanini. «Davvero la presenza e la cura Santa di Teresa di Lisieux – ha detto il Vescovo Napolioni in conclusione – ha reso possibile l’espressione e la condivisione di tanta bellezza», in una serata da incorniciare, grazie al generoso contributo e alle sinergie messe in campo da tanti, a cui ha riservato convinti ringraziamenti. L’iniziativa del concerto si è inserita nel contesto dei festeggiamenti, appunto, per il 150 anniversario della nascita di Teresa di Lisieux, che hanno ottenuto per Cremona il patrocinio dell’Unesco e della Pontificia Facoltà Teresianum di Roma e in occasione dei quali è stata allestita una mostra sulla Santa nel Battistero e si e tenuta una conferenza ospitata nell’Aula Magra del Campus Santa Monica della sede cremonese dell’Università Cattolica con la partecipazione della carmelitana Madre Cristiana Dobner e di Arnoldo Mosca Mondadori. Iniziative – tutte – che sempre hanno visto una grande partecipazione e hanno riscosso vivo apprezzamento.
Tempo di Sacramenti, alla Libreria Paoline tante opportunità di regalo Dopo la Pasqua nelle parrocchia è il tempo del conferimento dei Sacramenti. Proprio per valorizzare e offrire un segno di ricordo per le celebrazioni della Primo Confessione, della Prima Comunione e della Cresima, la libreria “Paoline” di Cremona propone alcuni oggetti legati proprio a questi sacramenti che possono essere un’ottima idea regalo. In vendita libri e illustrazioni, adatti alle diverse fasce d’età, e oggetti sacri quali crocifissi, rosari, ma anche collanine, ciondoli, braccialetti, calamite specifiche per i diversi Sacramenti. Tutto il materiale è disponibile presso il punto vendita di via Decia 1 (piazza della Libertà). La libreria è aperta dal martedì al sabato, dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19; chiusa invece la domenica e il lunedì.
Puoi anche leggere