DIABETE MELLITO - AulaWeb 2021

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DIABETE MELLITO - AulaWeb 2021
DIABETE
MELLITO

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Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, cioè da
un aumento degli zuccheri (glucosio) presenti nel sangue, causata da una
ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas o dalla combinazione di
ridotta secrezione di insulina e di resistenza dei tessuti periferici all'insulina
Il glucosio è normalmente presente nel sangue e rappresenta la nostra principale forma di
energia per i muscoli ed altri organi. Per il cervello è addirittura l'unica fonte di energia. Le
altre fonti energetiche sono le proteine e i grassi.
Il glucosio è fornito dall'alimentazione al momento dei pasti. L'utilizzazione di questo
"carburante" è possibile solo in presenza di Insulina
L'Insulina è un ormone prodotto dal pancreas, esattamente dalle cellule beta delle isole di
Langerhans.
L'insulina ha molte funzioni, una di queste è quella di trasportare i carboidrati ai tessuti.
Il pancreas secerne una quantità di insulina sufficiente a determinare una rapida
assunzione, immagazzinamento o utilizzazione del glucosio da parte di quasi tutti i tessuti
dell'organismo, ma specialmente del fegato, dei muscoli e del tessuto adiposo.
La glicemia viene quindi riportata a valori normali (80-100 mg/dl)
Il fegato immagazzina circa il 60% del glucosio presente nel pasto per reimmetterlo nel
sangue in condizioni di bisogno: digiuno, attività fisica intensa, situazioni di stress
Nel diabete questo non avviene. La glicemia sale, una parte dello zucchero in eccesso viene
eliminato dal rene con le urine, si ha cioè glicosuria.                                             2
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In 1997 An Estimated 2.1% of World Population
or 124 Million People had Diabetes (Type 1 & 2):

       13 million in North America
       13 million in Latin America
       22 million in Europe
       8 million in Africa
       66 million in Asia
       1 million in Oceania
  Of these 97% or 120 million people world-wide had Type 2 Diabetes

                                                                      3
Amos A. Diabetic Medicine 1997; 47(Suppl 5) S7-S87.
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Prevalenza nel diabete - Stime e proiezioni

                    Law S. et al., Diabetes Care 2004;27:1047-1053
DIABETE MELLITO - AulaWeb 2021
Prevalenza nel diabete - Stime e proiezioni

                    Law S. et al., Diabetes Care 2004;27:1047-1053
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Prevalenza nel diabete
  Stime e proiezioni

         Law S. et al., Diabetes Care 2004;27:1047-1053
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L’Epidemia Diabete in Italia
Pazienti con DM ( x 1000 )

                             6.000
                                                                     5374

                             5.000
                                                           4252

                             4.000
                                       3369      3458

                             3.000

                             2.000
                                      1995      1997      2000      2030

                                      OMS (www.who.int/diabetes/facts/world_figures/en/index4.html)
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Diabete di tipo 1 che colpisce una popolazione giovane, che necessita di insulina in quanto il
pancreas non ne produce;
Diabete di tipo 2 che colpisce una popolazione prevalentemente anziana, caratterizzata
(spesso ma non sempre) da un eccesso di peso, trattata con antidiabetici orali e dieta, in alcuni
casi è necessario un trattamento insulinico.
Il Diabete di tipo 1 (o insulino-dipendente, IDDM ) è caratterizzato dalla distruzione delle
cellule beta di Langerhans pancreatiche che producono insulina.
Sono stati individuati più fattori che contribuiscono alla sua comparsa:
1 - fattori genetici, cioè ereditati nella nostra costituzione
2 - fattori immunitari, cioè legati ad una particolare difesa del nostro organismo contro le
infezioni
3 - fattori ambientali, che dipendono dall'azione contro il nostro organismo di batteri, virus,
sostanze chimiche.
Il Diabete di tipo 2 (diabete mellito non insulino-dipendente, NIDDM) è caratterizzato da una
residua secrezione insulinica che però è inadeguata al fabbisogno dell'organismo; esiste inoltre
una resistenza dei tessuti corporei all'azione dell'insulina ancora prodotta dal pancreas. In
questo caso sono più importanti i fattori genetici, acquisiti ed ambientali.
Per fattori acquisiti si intende: età, dieta, sovrappeso e obesità, distribuzione centrale del
grasso, dislipidemia, stress, farmaci, abuso di alcool, ridotta attività fisica, modernizzazione
dello stile di vita, meccanizzazione, urbanizzazione.
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Nuova classificazione
Dal 1997 l’ADA ha rivisto la classificazione precedente, in uso dal 1979, eliminando i
termini IDDM (diabete mellito insulino-dipendente) e NIDDM (diabete mellito non
insulino- dipendente), al loro posto vengono mantenuti i termini diabete mellito di tipo 1
e di tipo 2.
Diabete Mellito di tipo 1, viene suddiviso in:
Diabete Mellito Autoimmune
E' causato dalla distruzione delle cellule pancreatiche ad opera di autoanticorpi. Questi si
trovano in più del 90% dei pazienti al momento della diagnosi. Picco d'esordio è durante
l'infanzia e l'adolescenza, ma nella maggior parte dei pazienti compare entri i 30 anni.
Diabete Mellito Idiopatico
E' una forma rara, presente negli afro-americani, si riferisce alle forme di Diabete di tipo 1
caratterizzate da ridotta riserva insulinica, ma residua risposta ai test di sensibilità all'insulina.

Diabete Mellito tipo 2, viene suddiviso in:
Non obesità
Obesità

Diabete Mellito Gestazionale diabete che esordisce durante la gravidanza.                                9
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Ridotta tolleranza al glucosio (IGT) e alterata glicemia a
digiuno (IFP)
La diagnosi di IGT viene posta quando una persona ha valori glicemici compresi fra
la normalità e il diabete, cioè glicemia postprandiale a distanza di 2 ore tra 140 e 200
mg/dl. Questi pazienti hanno normalmente una glicemia a digiuno normale o
modestamente elevata, mentre hanno iperglicemia solo quando ricevono un carico
orale di glucosio.
L'alterata glicemia a digiuno è una nuova categoria diagnostica. La diagnosi di IFP
viene posta quando le glicemie a digiuno sono comprese tra 110 e 126 mg/dl.

Altri tipi di Diabete Questa categoria comprende un'ampia varietà di
disordini che non possono essere classificati nella categoria precedente e che
riconoscono una causa nota. Comprende il diabete precedentemente conosciuto
come diabete secondario (un esempio è il diabete secondario a malattie del
pancreas), oppure il MODY, un diabete del giovane che in precedenza veniva
collocato nel Diabete di tipo 2.
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Malattie esocrine del pancreas

 Tutte le malattie che danneggiano il tessuto esocrino
   pancreatico e che determinano la distruzione più o
   meno marcata delle β-cellule possono causare diabete
   mellito:
    - Pancreatiti
    - Traumi
    - Infezioni
    - Carcinoma pancreatico
    - Pancreatectomia
    - Fibrosi cistica
    - Pancreatopatia fibrocalcifica
    - Emocromatosi
    - Fibrosi pancreatica
Diabete da infezioni virali

 Alcuni virus possono danneggiare
  direttamente la cellula β o innescare un
  processo autoimmune
 I virus maggiormente coinvolti sono il virus
  della rosolia ed il CMV
Classificazione Etiologica del diabete mellito
Etiopatogenesi DM1

 Il DM1 insorge in soggetti geneticamente
    predisposti (HLA) che risultano suscettibili
    all’azione di fattori esterni (alimentari, virus,
    farmaci) che innescano un processo
    autoimmune la cui conseguenza è la distruzione
    della cellula β pancreatica
   Fattori esterni: latte vaccino, cibi affumicati,
    coxackivirus B4, Mengovirus 2T, Reovirus 1 e
    3, CMV, Streptomicina, Pentamidina, etc
Fisiopatologia del Diabete di Tipo 2

                       Carboidrati
                                                                             Eccessivo
                      Enzimi   digestivi                                     rilascio di acidi grassi
                          Glucosio

                                                    I
                                                        I

  Difetti secretivi                  Insulina
                                       (I)                                      Tessuto Adiposo
       delle
     -cellule                           Pancreas

                                                                                Ridotto uptake del
        Fegato                                              I                   glucosio
Eccessiva
produzione
di glucosio
                                                Muscoli

                                                                Resistenza all’azione dell’insulina16
Diabete Tipo 2
    Malattia seria e progressiva
    Associata con importanti complicanze
        microvascolari e macrovascolari
    Include il 85-90% di tutti i soggetti diabetici
    Rappresenta una malattia di significativo
        impatto sociale
    E’ caratterizzata da due alterazioni
        fondamentali: la resistenza insulinica e
        l’alterata funzione delle -cellule
                                                        17
1 Songer T. Pharmacoeconomics 1995; 8(Suppl 1): 1-11.
Etiopatogenesi DM2

 Il DM2 insorge in soggetti geneticamente
    predisposti (eredità poligenica) in cui fattori
    ambientali fungono da evento scatenante:
    obesità centrale, sedentarietà, infezioni,
    gravidanza, etc.
   Storia naturale del diabete:
     - Alla nascita: suscettibilità genetica associata o
        meno all’IR
    -   0-30 anni: comparsa di obesità viscerale
    -   30-40 anni: evoluzione ad alterata tolleranza al
        glucosio con l’instaurarsi di altre patologie della SM
    -   45-60: sviluppo del DM2
Aumento nel mondo della prevalenza del
               diabete di tipo 2
 - Numero di persone con diabete tipo 2

                                        250            215
                  Millioni di Persone

                                        200

                                        150    120
                                        100

                                        50

                                         0
                                              1997    2010

                                                             19
Amos A. Diabetic Medicine 1997; 47(Suppl 5) S7-S87.
Mortalità in diabetici vs. non-diabetici
                                   Ratio 2.5           Ratio 2.2        Ratio 2.1
                        35                                                     32.0
                        30
                                           26.9              26.9
 Mortality Rate 25
 (Deaths per 1000
                        20                                                               Control
 patient years)                                                         15.5
                        15                            12.5
                                                                                         Diabetes
                                  10.8
                        10

                         5

                         0
                                  10,025    61        6629 279           631   24
                                                   (Patient Numbers)
                                   Whitehall            Paris              Helsinki
                                    Study         Prospective Study    Policemen Study
                                                                                                    20
Balkau. Lancet 1997; 350: 1680.
Progressione del diabete tipo 2
Predisposizione                       Resistenza Insulinica                                Acquisita
Genetica                                                                                   • Obesità
                                                                                           • Età
                                               Iperinsulinemia                             • Vita Sedentaria

                                Compenso dell’Insulino-Resistenza
                                      Normale Tolleranza al Glucosio

                                     Ridotta Tolleranza al Glucosio
                                                                                          Acquisita
                                                                                          • Glicotossicità
          Predisposizione                                                                 • Elevati FFA
                                             Esaurimento delle
          Genetica                               -cellule

                                               Diabete tipo 2                  Malattia Micro- &
                                               • Iperglicemia                  macro-vascolare
Adapted from Edelman S. Type II Diabetes Mellitus. Advances in Internal Medicine vol 43: Mosby Year Book 1998: 449-500.
Diabete tipo 2: la punta dell’iceberg

Stadio 3                                               Diabete 2

           macroangiopatia                                       microangiopatia
                                    Gluc. Postpr.
                                    Prod. Gluc.
Stadio 2                            Trasp. Gluc.
 IGT                                Secr. Ins.

                                         Aterogenesi
                       Lipogenesi        iperinsulinemia
                                         Resistenza insulinica   Tg
Stadio 1               obesità
 NGT                   W/h                                       HDL
                                           genetica              ipertensione      22
Che cos’è l’insulino-resistenza?
    E’ definita come una riduzione della risposta
        biologica all’insulina
    E’ un difetto primitivo nella maggioranza di
        soggetti con diabete di tipo 2
    In soggetti non-diabetici, l’insulino-resistenza,
        combinata con l’iperinsulinemia, è un potente
        fattore predittivo del futuro sviluppo di un
        diabete di tipo 2
1 American Diabetes Association. Diabetes Care 1998; 21(2): 310–314,
                                                                                                                   23
2 Beck-Nielsen H, Groop LC. J Clin Invest 1994; 94: 1714–1721, 3 Bloomgarden ZT. Clin Ther 1998; 20(2): 216–231.
Insulino-Resistenza
 Condizione nella quale le cellule
  dell’organismo non rispondono
  adeguatamente all’insulina
   - causa un aumento dei livelli circolanti di glucosio
   - associata ad aumento di acidi grassi liberi
   - può condurre allo sviluppo di diabete tipo 2
   - associata a complicazioni cardiovascolari
 Fattori di rischio
   - genetici – familiari
   - eccesso di peso
   - stile di vita sedentario
                                                           24
Condizioni associate ad insulino-resistenza
                        Dislipidemia                          Microalbuminuria

    Ipertensione                                                        PCOS
                                              INSULINO
  Obesità Centrale                           RESISTENZA              Aterosclerosi

            Ridotta Fibrinolisi                                Iperinsulinemia
                                                    Diabete
                                                     Tipo 2
                                                                                     25
Adapted from DeFronzo. Diabetes Care 1991; 14(3): 173-94.
Endocrinopatie

 Generalmente la comparsa di diabete è legato
    all’azione antagonista a quella dell’insulina degli ormoni
    prodotti da tali patologie:
     - Acromegalia
     - Sindrome di Cusching
     - Glucagonoma
     - Feocromocitoma
     - Somatostatinoma
     - Aldosteronoma
   Un eccesso di ormoni tiroidei (ipertiroidismo) porta ad
    una iperstimolazione del pancreas con conseguente
    aumento dell’insulinemia e comparsa di IR
Diabete da farmaci e ormoni

 Conseguente all’alterazione della secrezione
  insulinica o della produzione epatica di
  glucosio, o alla comparsa di IR indotta dai
  farmaci e ormoni:
   - Glucocorticoidi
   - Ormoni tiroidei
   - β bloccanti
   - Tiazidici
   - Interferone alfa
   - Tacrolimus e ciclosporina
   - Inibitori delle proteasi
Diagnosi di Diabetes
                                Plasma Glucose Cutoff Points
          Adapted from The Expert Committee on the Diagnosis and Classification of Diabetes Mellitus. Diabetes Care. 1997;20:1183-1197.

                                       FPG                                                       2-ore dopo OGTT
Categoria           mg/dL                           mmol/L                             mg/dL                                     mmol/L
Normali              11.1

                                                                                                                                           28
Diagnosi di Diabete

  In assenza dei sintomi tipici della malattia (poliuria, polidipsia e calo
  ponderale), la diagnosi di diabete deve essere posta con il riscontro,
  confermato in almeno due diverse occasioni di:

  glicemia a digiuno ≥126 mg/dl (con dosaggio su prelievo eseguito al
  mattino, alle ore 8 circa, dopo almeno 8 ore di digiuno)
                                     Oppure
  glicemia ≥200 mg/dl 2 ore dopo carico orale di glucosio (eseguito con 75 g)

                                 oppure
  HbA1c ≥6,5% oppure ≥48 mmol/mol (solo con dosaggio standardizzato)

A condizione che il dosaggio dell’HbA1c sia standardizzato, allineato a IFCC e che si
tenga conto dei fattori che possono interferire con il dosaggio della glicata

                                                                                        29
Diagnosi di Diabete

In presenza di sintomi tipici della malattia, la diagnosi di diabete deve essere
posta con il riscontro, anche in una sola occasione di:
• glicemia casuale ≥ 200 mg/dl (indipendentemente dall’assunzione di cibo).

Ai fini diagnostici e di screening la misurazione della glicemia deve essere effettuata
su plasma venoso e massima cura deve essere posta nell’appropriata manipolazione
del campione (fase pre-analitica).
L’uso del glucometro è sconsigliato, in quanto genera misurazioni non
standardizzabili. Il glucometro può essere impiegato per un pre-screening
ambulatoriale individuale o di massa al fine di individuare soggetti con valori
suggestivi di diabete e meritevoli di uno screening formale con misurazione della
glicemia su plasma venoso in laboratorio.

 Per formulare la diagnosi di diabete non sono necessarie le misurazioni di:
 • glicemia post-prandiale o profilo glicemico;
 • insulinemia basale o durante OGTT;
 • C-peptide;
 • autoanticorpi.
                                                                                          30
Diagnosi di Diabete

Oltre al diabete sono conosciuti altri stati di disglicemia. I seguenti valori dei principali parametri
glicemici sono considerati meritevoli di attenzione in quanto identificano soggetti a rischio di
diabete e malattie cardiovascolari. Per definire queste condizioni deve tuttavia essere evitato
l’uso del termine “pre-diabete”:
glicemia a digiuno 100-125 mg/dl (alterata glicemia a digiuno o impaired fasting glucose, IFG);
glicemia 2 ore dopo carico orale di glucosio 140-199 mg/dl (ridotta tolleranza al glucosio
o impaired glucose tolerance,IGT);
HbA1c 42-48 mmol/mol (6,00-6,49%) (solo con dosaggio allineato IFCC).

E’ da notare che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità; WHO, World Health
Organization) indica per la diagnosi di IFG valori di glicemia 110-125 mg/dl e non ha ratificato
l’uso dell’emoglobina glicata per la definizione degli stati di disglicemia non diagnostici per
diabete.

Nei soggetti con IFG e/o IGT oppure HbA1c con valori di 42-48 mmol/mol (6,00-6,49%) deve
essere ricercata la presenza di altri fattori di rischio di diabete (obesità, familiarità per diabete,
ecc.) al fine di programmare un intervento per ridurre il rischio della malattia. In tali soggetti è
anche opportuno ricercare la presenza di eventuali altri fattori di rischio cardiovascolare
(dislipidemia, ipertensione, ecc.) per definire il rischio cardiovascolare globale e instaurare gli
opportuni provvedimenti terapeutici.                                                                 31
Sintomi
I sintomi di insorgenza nel Diabete di tipo 1 sono:
   poliuria (consistente aumento della quantità di urine prodotta nelle 24 ore)
   polidipsia (aumento della sete e della introduzione di liquidi secondario
   alla poliuria)
   polifagia (aumento dell'appetito e dell'assunzione di alimenti) calo
   ponderale (perdita di peso)
Agli esami di laboratorio:
iperglicemia a digiuno e soprattutto dopo i pasti glicosuria (glucosio nelle
   urine)

Il Diabete di tipo 2 viene spesso diagnosticato casualmente nel corso di
    esami di laboratorio. La malattia si instaura lentamente ed occorre molto
    tempo prima che sia manifesta iperglicemia e glicosuria. Spesso si fa
    diagnosi quando è presente una complicanza diabetica
                                                                                  32
Modalità di esecuzione del test con carico orale di glucosio
Il test con carico orale di glucosio deve essere eseguito al mattino, a digiuno.
Durante il test la persona deve assumere la posizione seduta e astenersi
dall’assunzione di alimenti e dal fumo.
Nei giorni precedenti il test l’alimentazione deve essere libera e comprendere almeno
150 g di carboidrati/die.
Il dosaggio della glicemia deve essere effettuato su plasma, utilizzando metodi
enzimatici, mentre e sconsigliato l’uso dei glucometri.
Il test con carico di glucosio non deve essere effettuato in presenza di malattie
intercorrenti (influenza, stati febbrili, ecc.).
Il test consiste nel bere 75 g di glucosio anidro disciolti in 250 ml di acqua in 5
minuti. Usualmente si utilizza una soluzione di glucosio al 50% (150 ml) diluita con
acqua a 250 ml. La soluzione va bevuta in 5 minuti a piccoli sorsi.
Il sangue per la determinazione della glicemia viene raccolto prima dell’assunzione
del glucosio e dopo 2 ore dal carico. Il tempo è calcolato dal momento in cui il
soggetto comincia a bere.

                                                                                        33
Distribuzione del grasso viscerale

       Normale        Diabete Tipo 2

                                       34
Caratteristiche cliniche differenziali del
        diabete tipi 1 e tipo 2
Complicanze del diabete

 Acute (metaboliche)      Croniche (vascolari)

  - Ipoglicemia              - Microangiopatia
  - Chetoacidosi             - Macroangiopatia
      Diabetica
  -   Coma iperosmolare
      non chetosico
  -   Acidosi lattica
Complicanze del diabete

 COMPLICANZE METABOLICHE ACUTE
     - Ipoglicemia
     - Chetoacidosi diabetica
     - Iperglicemia iperosmolare non chetoacidosica
   COMPLICANZE CRONICHE
     - Microvascolari
           Retinopatia
           Nefropatia
    - Macroavascolari
           Cardiopatia ischemica
           Vasculopatia cerbrale
           Arteriopatia obliterante periferica
    - Neurologiche
           Neuropatia periferica sensitivo-motoria
           Neuropatia autonomica
    - Piede diabetico
Ipoglicemia

 Complicanza ACUTA più frequente nel
  diabete
 È più frequentemente la conseguenza di
  un’assunzione eccessiva di insulina o di
  farmaci che stimolano la secrezione
  insulinica
Sintomi ipoglicemia

 Attivazione autonomica        Neuroglicopenia
  (la sogli glicemica varia      (glicemia < 60mg/dl):
  da caso a caso; tanto           - Menomazione del pensiero
  più un soggetto è ben           - Alterazione dell’umore
  compensato tanto più è          - Irritabilità
  bassa):                         - Vertigini
   - Fame                         - Mal di testa
   - Tremore di mani e gambe      - Stanchezza
   - Palpitazioni                 - Confusione
   - Ansietà                      - Convulsioni e coma
   - Pallore
   - Sudorazione
La chetoacidosi diabetica (DKA)

 Si verifica soprattutto nel diabete tipo 1, nel
    diabete all’esordio, in seguito a insufficienti dosi di
    insulina, forte stress metabolico, eccessivo
    consumo di alcol, disidratazione, eventi intercorrenti
    come traumi, infezioni, eventi cardiovascolari acuti,
    etc.
   È caratterizzato da:
     - Acidosi metabolica (pH < 7,3,  Bicarbonati)
     - Iperglicemia
     - Presenza di corpi chetonici nel sangue e nelle urine
        (chetonuria)
    -   Poliuria, polidipsia
    -   Disidratazione
    -   Alterazioni del sensorio fino al coma
Segni di chetoacidosi diabetica

 Polidipsia
 Poliuria
 Disidratazione: turgore della pelle ridotto, mucose
    secche, occhi incavati, pulsazioni periferiche deboli,
    shock
   Iperventilazione come compenso all’acidosi
   Compromissione cerebrale: cefalea, agitazione,
    irritabilità, sonnolenza, confusione, coma.
   Nausea e vomito (segni di acidosi metabolica)
   Dolori addominali (tanto da simulare un quadro di addome
    acuto)
   Alito acetonico: odore di frutta marcia dell’alito
   Ipotermia
Iperglicemia iperosmolare non
                 chetoacidosica
 È una complicanza ACUTA del DM caratterizzata da
    iperglicemia (> 600 mg/dl) in assenza di chetosi significativa,
    con osmolarità plasmatica > 330 mOsmol/l, presenza di una
    grave disidratazione e ottundimento del sensorio
    moderato/severo
   Non vi è acidemia (Ph> 7.3) ed il bicarbonato sierico è > 18
    mEq/l
   Più frequente nel DM2, spesso in anziani che non sanno di
    essere diabetici
   Fattori scatenanti: polmoniti, uremia, vomito, diarrea,
    infezioni virali acute, disidratazione severa, farmaci
    (diuretici, cortisonici, β-bloccanti)
Iperglicemia iperosmolare non
          chetoacidosica: clinica

   Iperglicemia severa
   Iperosmolarità plasmatica (>300 mOsmol/l)
   Disidratazione estrema con oliguria/anuria
   Compromissione del sensorio fino al coma
   Deficit neurologici
   Assenza di chetosi e acidosi
   Ipertermia
   I Sintomi iniziali possono essere sfumati
    (nausea, vomito, calo ponderale, poliuria)
Complicanze croniche del diabete

   Microvascolari
    - Retinopatia
    - Nefropatia
    - Neuropatia
   Macrovascolari
    - Malattia cerebrovascolare
    - Cardiopatia ischemica
    - Arteriopatia periferica
Complicanze croniche del diabete

                                                                                                        Ictus
  Retinopatia                                                                                            Aumentato di 1.2 - 1.8
   diabetica                                                                                                   volte3
Causa principale di
cecità negli adulti in
  età lavorativa1
 La mortalità nei pazienti con diabete mellito è 3-5 volte più alta rispetto   alla
                                                                          Malattie
                            popolazione generale.                     cardiovascolari
                                                                   80% dei diabetici muore
I pazienti diabetici hanno un’aspettativa di vita ridotta di 5-10 anni  rispetto    ai
                                                                         per malattie
                                 soggetti sani.                        cardiovascolari4
   Nefropatia
   diabetica                                                                                                Neuropatia
   Causa principale di                                                                                       diabetica
   insufficienza renale                                                                                    Causa principale di
       terminale2                                                                                           amputazione non
                                                                                                          traumatica degli arti
                                                                                                               inferiori5
         1Fong   DS, et al. Diabetes Care 2003;26 (Suppl. 1):S99–S102. 2Molitch ME, et al. Diabetes Care 2003;26 (Suppl. 1):S94–S98.
                               3Kannel WB, et al. Am Heart J 1990;120:672–676. 4Gray RP & Yudkin JS. In Textbook of Diabetes 1997.
                                                                      5Mayfield JA, et al. Diabetes Care 2003;26 (Suppl. 1):S78–S79.
Complicanze
 Aterosclerosi, cioè un ispessimento ed indurimento della parete arteriosa
 caratterizzato dalla deposizione di lipidi. Per questo motivo i diabetici sono
 a rischio per coronaropatie, disturbi ischemici cerebrali, insufficienza
 arteriosa degli arti.
 Retinopatia diabetica, alterazione dei capillari a carico della retina.
 Nefropatia diabetica, alterazione dei capillari a carico dei reni.
 Neuropatia diabetica, sofferenza del sistema nervoso periferico che si
 manifesta con crampi e disturbi della sensibilità, ma può colpire anche il
 sistema nervoso vegetativo con disturbi diffusi ai vari organi interessati.
 Ulcera diabetica, comparsa di ulcere agli arti inferiori.
 Aumentata suscettibilità alle infezioni, ad esempio cistiti, vaginiti ecc.

 Nei pazienti con Diabete di tipo 2 sembra esserci una associazione tra resistenza
 all'insulina, iperinsulinemia, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa,
 vasculopatia aterosclerotica, tale affezione viene chiamata sindrome X                47
Obiettivi del trattamento del Diabete
L'obiettivo è la prevenzione delle complicanze diabetiche
   Corretta igiene di vita:

   Seguire la dieta impostata
   Fare attività fisica
   Non fumare
   Non assumere gli alcolici (consentito un bicchiere ai pasti, ma
   attenzione perché può mascherare l'insorgenza di ipoglicemie)
   Mantenere un peso normale
   Curare il proprio corpo (in particolare i piedi per la prevenzione
   delle ulcere)
                                                                        48
Coronary Heart Disease
                    Risk Markers in Diabetes
              Modifiable                            Not modifiable

            Elevated LDL-C    Thrombogenic factors
                                                                    Age
            Low HDL-C                  – PAI-1                Male gender
                                     – Fibrinogen
       Elevated triglycerides                              Family history
                                 – C-reactive protein
          Elevated blood
                                                                of CHD
                                        Diet
              pressure          Tobacco smoking
                                                           Personal history
                                                                of CHD
                                 Excess alcohol
                                    consumption
     Fasting glucose ≥100       Physical inactivity
             mg/dl
                                      Obesity

Pyorala K, et al. Eur Heart J. 1994;15:1300-1331.   www.hypertensiononline.org
Terapia
Il diabete di tipo 1 necessita di terapia insulinica.
      Esistono vari tipi di Insulina (ad esempio regolare ed intermedia a seconda della durata di
      azione) di solito si usa una terapia intensiva, con quattro somministrazioni al giorno, cioè tre
      insuline regolari ai pasti ed una intermedia a più lunga durata d'azione per tutta la notte

                                                                                                         50
Gli obiettivi fisiopatologici della terapia del
                diabete di Tipo 2

     Ridurre l’insulino-resistenza
     (fegato/rene, muscolo scheletrico, tessuto adiposo)

     Ristabilire un appropriato profilo insulinemico (sufficiente
     secrezione basale e appropriata secrezione post-prandiale,
     specialmente nelle fasi più precoci susseguenti un pasto)

     Contrastare la lipotossicità

     Ridurre la glucotossicità
STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO 2016

Obiettivi glicemici più stringenti (HbA1c≤48 mmol/mol [≤6,5%]) dovrebbero essere
perseguiti in pazienti di nuova diagnosi o con diabete di durata (< 10 anni), senza
precedenti di malattie cardiovascolari, abitualmente in discreto compenso glicemico
e senza comorbilità che li rendano particolarmente fragili.
In tutte le persone con diabete le glicemie e l’HbA1c vanno mantenute entro i
livelli appropriati per la specifica condizione clinica al fine di ridurre il rischio
di complicanze acute e croniche.                                                        52
Obiettivi di compenso glicemico meno stringenti (HbA1c≤64 mmol/mol [≤8,0%])
dovrebbero essere perseguiti in pazienti con diabete di lunga durata (>10 anni)
soprattutto con precedenti di malattie cardiovascolari o una lunga storia di inadeguato
compenso glicemico o fragili per età e/o comorbilità. Questo è particolarmente
appropriato se la terapia consta di farmaci che causano ipoglicemia.

                                                                                          53
Obiettivi del controllo glicemico nell’anziano
            (Linee Guida Europee)

                             > 70 anni > 70 anni fragile

Emoglobina glicata A1c (%)   6,5-7,5   7,5-8,5
Le strategie terapeutiche nel diabete di Tipo 2

                      Dieta
                        +
                    esercizio
                     fisico

   Antidiabetici                     Insulina
       orali

                   Antidiabetici
                       orali
                         +
                     insulina
Gli antidiabetici iniettivi ed orali tradizionali
                  Secretagoghi

       Sulfoniluree
       Glinidi

                  Insulino-sensibilizzanti

       Metformina
       Glitazoni

                  Modificatori dell’assorbimento intestinale

       Inibitori dell’a-Glucosidasi intestinale (Acarbosio)

                  Insuline
Azione ipoglicemizzante degli antidiabetici orali
                                       MUSCOLO SCHELETRICO:
                                      aumento utilizzazione di glucosio

   TESSUTO ADIPOSO:                                                                               Gliflozine
 Riduzione Insulino-resistenza
       riduzione lipolisi
                                                                                   b-CELLULA:
              Glitazoni                                                    aumento secrezione insulina
     FEGATO/RENE:
 calo produzione glucosio                         Glucotossicità

                                     CALO IPERGLICEMIA                             Secretagoghi
Metformina
                 INTESTINO:
            riduzione assorbimento
                                                                    “GLUCOSIO-RESISTENZA”:
                                                                     calo utilizzazione di glucosio
             carboidrati complessi
                                               Inibitori
                                            a-Glucosidasi
Gli antidiabetici iniettivi ed orali innovativi
                Agonisti del recettore GLP1: Incretine

      Exenatide
      Liraglutide
      Exenatide LAR
      Lixisenatide
      Dulaglutide

                Gliptine: Inibitori del DPP IV

      Sitagliptin
      Vildagliptin
      Saxagliptin
      Linagliptin
      Alogliptin
Gli antidiabetici iniettivi ed orali innovativi
                Gliflozine: inibitori   del   cotrasportatore   di
                sodio-glucosio 2

      Dapaglifozin
      Canaglifozin
      Empaglifozine
      Dulaglutide
STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO 2016

                                                         60
STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO 2016

                                                         61
TREATMENT OF T2DM
             Impaired Insulin Secretion
                                      Sulfonylureas
                                     Meglitinides
                                     TZDs
                                     Exenatide
                                     Liraglutide
Metformin                             Gliptine            Glitazones
Glitazones                                                Metformin
                    Hyperglycemia

     Increased                                Decreased Glucose
        HGP Gliflozine:   bloccano riassorbimento  Uptake
                      riassorbimento renale di glucosio
Terapia
Il diabete di tipo 1 necessita di terapia insulinica.
      Esistono vari tipi di Insulina (ad esempio regolare ed intermedia a seconda della durata di
      azione) di solito si usa una terapia intensiva, con quattro somministrazioni al giorno, cioè tre
      insuline regolari ai pasti ed una intermedia a più lunga durata d'azione per tutta la notte
Il diabete di tipo 2 viene trattato con diete, antidiabetici orali, trattamento insulinico
     Gli antidiabetici orali sono farmaci ipoglicemizzanti che agiscono secondo più meccanismi
     d'azione.
     Due sono le classi più importanti:
     1 -la classe delle Sulfaniluree: agiscono stimolando la liberazione di insulina residua del
     pancreas e diminuendo la liberazione in circolo del glucosio immagazzinato nel fegato;
     2 - la classe delle Biguanidi: agiscono principalmente aumentando la penetrazione
     intracellulare del glucosio a livello periferico

     ... anche se attualmente esistono delle nuove categorie di farmaci ipoglicemizzanti.
     L'uso dell'insulina, ma anche degli antidiabetici orali può causare crisi ipoglicemiche, cioè
     abbassare troppo la glicemia nel sangue. Il paziente se ne accorge per la presenza di sintomi
     quali stanchezza, sudorazioni, tachicardia. In questi casi è importante eseguire una glicemia
     capillare per valutarne la gravità, in ogni caso è sempre bene assumere dei zuccheri veloci
     (zolletta di zucchero, latte, succo di frutta) per riportare a valori normali la glicemia.
     Tutti i diabetici devono possedere dei reflettometri, strumenti che permettono la facile
     esecuzione di glicemie capillari a livello delle dita delle mani
                                                                                                         63
Treatments for Type 2 Diabetes
Acarbose
Reduces                               Carbohydrate
absorption         -                DIGESTIVE
                                         Glucose
                                                ENZYMES

                                                                  I
 Sulphonylurea                                                        I
  Repaglinide                                      Insulin
                                +                    (I)
 Stimulates insulin
     secretion

    Metformin                                                             I
  Reduces hepatic                                                                 -
  glucose output +
Limited effect on insulin
                            -                              -                  +
       resistance                                              Thiazolidinediones
                                                               Reduce Insulin Resistance   64
Trattamento “a scalini” del Diabete di Tipo 2

                                                         + +
                                                     +

                                                               65
Adapted from Williams G. Lancet 1994; 343: 95-100.
Limiti dell’Insulina Umana Regolare

   LENTO inizio dell’attività
  • Inconveniente per il paziente:
 somministrazione 30-40’ prima del
              pasto
• Copertura non adeguata del picco
   iperglicemico post-prandiale

    LUNGA durata d’azione
  • Potenziale rischio di ipoglicemia
    inter-prandiale tardiva (4-6 ore)
• Durata di azione intorno alle 6-8 ore

                                          Pampanelli S et al Diabetes Care 1995;18(11):1452-1459
Vantaggi della Terapia con Analoghi Rapidi
              vs Insulina Regolare

  Maggiore flessibilità nella somministrazione (entro i 15 min
                  prima, durante e dopo il pasto)
 Rapido assorbimento nel sottocute (dovuto alla dissociazione in
                            monomeri)
      Particolarmente efficace nel ridurre il picco glicemico
                           postprandiale
  Basso rischio di ipoglicemia nella fase postprandiale tardiva

                             Monaco F. Principi di Terapia Endocrina e metabolica, Ediz. 2010
Terapia Insulinica: schema a 4 iniezioni
                                                                      Lispro (Humalog),
                                                                      Aspart (Novorapid),
                                                                      Glulisina (Apidra)

                                                                 Glargine (Lantus)
       Curva insulinica

                                                                Glargine 300 Toujeo

                                                                 Detemir (Levemir)
                                                                  Lispro Protamina
                                                                  (Humalog Basal)
                                                                 Degludec (Tresiba)

                          Colazione   Pranzo         Cena   h 22-23

Rappresentazione di un profilo glicemico ipotetico
STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO 2016

 La Terapia dell’Iperglicemia in Ospedale
                ► L’utilizzo dei principali farmaci ipoglicemizzanti orali (secretagoghi, biguanidi,
          tiazolidinedioni) presenta notevoli limitazioni in ambito ospedaliero. La somministrazione di
          insulina è pertanto la terapia di scelta nel paziente diabetico ospedalizzato non stabilizzato.
                              (Livello della prova VI, Forza della raccomandazione B)

           ► La terapia insulinica per via sottocutanea deve seguire uno schema programmato che
           preveda l’uso di insulina basale. Questo schema deve essere integrato da un algoritmo di
                          correzione basato sulla glicemia al momento dell’iniezione.
               Il metodo di praticare insulina solamente “al bisogno” (sliding scale) deve essere
                     abbandonato. (Livello della prova IV, Forza della raccomandazione B)
2016

             ► In pazienti critici e/o che non si alimentano per os, nel periodo perioperatorio e in
                  situazioni di grave instabilità metabolica, la terapia insulinica deve essere
          effettuata in infusione venosa continua, applicando algoritmi basati su frequenti controlli
           dei valori glicemici e validati nel contesto di applicazione. (Livello della prova VI, Forza
                                            della raccomandazione B)

            ► I pazienti non critici, esperti nell’autosomministrazione di insulina e nell’autocontrollo
         glicemico, possono essere autorizzati a proseguire l’autogestione anche durante il ricovero,
              concordandone le modalità con l’équipe curante. (Livello della prova VI, Forza della
                                                raccomandazione B)

                                 Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010, SID-AMD
STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO 2016

       La Terapia Insulinica in Ospedale
                              QUALI SCHEMI INSULINICI?

            ► Gli schemi possono comprendere sia insuline rapide sia analoghi rapidi
          dell’insulina ai pasti, in aggiunta a insuline ritardate (solitamente isofano) o ad
                               analoghi lenti, una o piu volte al giorno.

             ► Gli analoghi dal punto di vista pratico presentano indubbi vantaggi; in
2016        particolare l’utilizzo degli analoghi rapidi nella correzione delle iperglicemie
          dovrebbe comportare minor rischio di ipoglicemia rispetto all’insulina regolare.

                              Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010, SID-AMD
STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO 2016

                          LA TERAPIA INSULINICA NEL DIABETE TIPO 1
             Perseguire lo stretto controllo della glicemia al fine di ridurre il rischio di complicanze croniche.
                                   (Livello della prova I, Forza della raccomandazione A)

            Lo schema di terapia di prima scelta è il basal-bolus, preferibilmente utilizzando analoghi rapidi e
                          analoghi lenti. (Livello della prova I, Forza della raccomandazione B)
                           LA TERAPIA INSULINICA NEL DIABETE TIPO 2
                ► Perseguire lo stretto controllo della glicemia al fine di ridurre il rischio di insorgenza o
                    peggioramento delle complicanze microvascolari. (Livello della prova I, Forza della
                                                      raccomandazione A)
2016               ► Perseguire lo stretto controllo della glicemia sin dalla diagnosi al fine di ridurre le
                      complicanze cardiovascolari a lungo termine. (Livello della prova II, Forza della
                                                      raccomandazione A)
              ► Quando il controllo della glicemia non è soddisfacente, anche in politerapia, è necessario
                    iniziare la terapia insulinica mono- o multiniettiva. (Livello della prova I, Forza della
                                                      raccomandazione A)
                   ► Iniziare la terapia con insulina quando la terapia ipoglicemizzante non insulinica e
                  l’intervento sullo stile di vita non sono in grado di ottenere il controllo della glicemia.
                Mantenere tuttavia sempre il supporto per il mantenimento dello stile di vita. Considerare
             l’inizio o l’aumento dell’insulina ogni 2-6 mesi, con l’obiettivo di raggiungere e mantenere nel
                                                   tempo valori di HbA1c  7%
         Nel diabete tipo 2 l’uso di analoghi basali glargina e detemir determina meno ipoglicemie che
         NPH. D’altro canto le insuline basali con più lunga durata d’azione come degludec e glargina
                U-300 si associano a un minore rischio di ipoglicemia rispetto a glargina U-100.

                                        Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010, SID-AMD
Terapia Insulinica
Modalità di iniezione
                 Per garantire un
                  assorbimento
                  corretto le iniezioni
 Derma            devono essere
   Tessuto        eseguite nel tessuto
 sottocutaneo
                  sottocutaneo
 Muscolo
Terapia insulinica
   con penna
Insulina
          Modalità di conservazione
 Insulina in uso
     a temperatura ambiente per 30 g g

  Insulina di scorta
        in frigorifero a 4-8°C

   Devono essere evitate le temperature
                    estreme

   Togliere l’insulina dal frigo almeno 1h prima
                     dell’iniezione
Analoghi Insulina
           Modalità di conservazione
 Analogo Insulina in uso
      a temperatura ambiente per 30 giorni

 Analogo Insulina di scorta
         in frigorifero a 4-8°C

    Devono essere evitate le temperature
                    estreme

    Togliere l’insulina dal frigo almeno 1h prima
                      dell’iniezione
Insulina
Fattori che ne influenzano l’attività

           Tipo di insulina
    Spessore del tessuto cutaneo
        Profondità di iniezione
           Zona di iniezione
             Attività fisica
   Iniezione in zone lipoipertrofiche
  Massaggio nella zona di iniezione
Terapia insulinica
Somministrazione dell’insulina

 Insulina in flaconi
   Siringhe

     Insulina in cartucce
  Penne o dispositivi precaricati
            usa e getta
Sedi di iniezione
Le principali zone di iniezione sono:
                               Addome
                               Cosce
                               Braccia
                               Natiche

La velocità di assorbimento varia a seconda della
zona.   Addome  Braccia  Glutei/cosce
Sito di iniezione
    • Addome: assorbimento veloce
    • Braccia e cosce: assorbimento intermedio
    • Glutei: assorbimento lento

Tipo di insulina
• Insulina regolare: addome
• NPH: coscia o glutei (quando usata come insulina basale)
• Pre-mix: addome di mattina, coscia o glutei di sera
• Analoghi rapidi: tutti i siti di iniezione
• Analoghi basali: Glargine e Lispro protaminata per tutti i siti, Detemir
     per coscia
> Analoghi del GLP1: tutti i siti di iniezione

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