Design ed emozioni: il segreto del negozio fisico di successo.

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Design ed emozioni: il segreto del negozio fisico di successo.
Design ed emozioni: il segreto del negozio
fisico di successo.
Se c’è chi pensa che la costante crescita dell’ecommerce non lasci spazio ai negozi fisici, deve
ricredersi. In Italia sta accadendo tutto il contrario e, anche se l’ecommerce dal 2008 ha registrato
una crescita media del 16% annuo, l’impatto reale delle transazioni online è pari solo al 6%.

Possiamo quindi dire che, anche se l’ecommerce è il trend del retail, proprio il mondo digitale apre
la strada al successo dei negozi fisici tradizionali, che hanno scoperto come puntare su
sensorialità, emozioni ed user experience per avere successo.

Quello che manca all’esperienza dello shopping online è, per gli italiani, il design e l’esperienza di
acquisto in uno spazio unico: una progettazione del negozio che comincia dalle vetrine per poi
continuare al suo interno tra strutture, percorsi specifici, scelta di colori e materiali. Si tratta dei
caratteri distintivi di ogni retailer.

L’importanza del marketing esperienziale e della semiotica
Il processo d’acquisto nel negozio fisico si basa su stimoli percettivi, sensoriali ed
emozionali ed è il marketing esperienziale il vero campo di battaglia su cui ogni giorno si
scontrano retailer tradizionali e gestori di ecommerce.

L’arma migliore per il successo è, in questo caso, la semiotica, dato che uno spazio fisico destinato
alla vendita è “costruito” ad hoc proprio come un testo. Il trade marketing fino a poco tempo fa si
basava sulla natura oggettiva del percorso di vendita, realizzato in base alle caratteristiche tecniche,
spaziali e quantitative ovvero corridoi e scaffali.

Un’analisi semiotica del punto vendita lascia, invece, spazio alla componente immateriale e si
basa sulla user e shopping experience del consumatore, mettendo in relazione qualcosa di presente
con qualcosa di assente: si tratta del fenomeno della significazione. Un negozio fisico si basa su
colori, profumi e suoni per creare un percorso di vendita coerente. Facciamo un esempio
pratico.

Il tone of voice grafico e testuale del negozio fisico
Proprio avviene nella comunicazione online, anche il negozio fisico ha un suo tone of voice grafico
e testuale, che si esprime con le scelte di design: avvolgente, informale, asimmetrico, e così via. Il
designer lavora anche su font, accoglienza del personale, modalità di esposizione dei prodotti e
possibilità di interagire con essi grazie ai cinque sensi. Questi sono, però, solo alcuni degli elementi
in gioco, ma ogni cosa deve avere un legame con i valori profondi del brand per competere e fare la
differenza rispetto all’ecommerce.

Due casi di successo da prendere ad esempio
Sicuramente quelli appena esposti sono concetti di difficile comprensione se non si vedono nel
concreto e, per questo, voglio descrivervi due casi di successo: l’esempio di Rose Bikes in
Germania e Adidas Knit for you a Berlino.
Design ed emozioni: il segreto del negozio fisico di successo.
1. Rose biker – Bocholt (Germania)

È questo il caso di un’azienda di famiglia con 100 anni di storia specializzata nel commercio di
biciclette e accessori per biciclette e che ha deciso di puntare sulla customer experience e
arricchirla: oggi i clienti possono provare e personalizzare il design dei prodotti, grazie
all’integrazione vincente di canali fisici e digitali.

La cross-canalità e la personalizzazione sono alla base del percorso d’acquisto costruito per i
clienti: online si inizia a configurare la bici ideale per poi continuare a realizzare il design
personalizzato in negozio o, viceversa, si inizia in negozio e si termina a casa su PC, tablet o
smartphone. Chi entra in negozio trova anche schermi di configurazione collegati ad iPad per vedere
la bici creata a grandezza reale.

  Per approfondire:

  ■   Italian Design (un numero interamente dedicato al mondo design e all’arredo)

Inoltre è possibile testare i prodotti in negozio, come pompe, GPS e le luci, in una apposita
camera al buio oppure gli occhiali in un tunnel del vento realizzato ad hoc. Sicuramente si tratta di
una user experience ben diversa da quella offerta da un ecommerce online!

2. Adidas Knit For You – Berlino

La personalizzazione del proprio capo di design è anche alla base di un progetto di open innovation
guidato da Adidas per ridurre gli sprechi produttivi e aumentare la soddisfazione dei clienti. Il punto
vendita si trova nel centro commerciale Bikini di Berlino, che da subito ha invitato retailer, brand
famosi e startup a proporre concept innovativi.

Proprio qui Adidas ha proposto Knit for You, per la personalizzazione dei maglioni in lana realizzati
al momento dal consumatore e prodotti in sole due ore. Un progetto di Open Innovation realizzato
da Storefactory, in cui Adidas ha collaborato con due università tedesche e due società private per
testare la produzione flessibile nel processo d’acquisto.

Il cliente disegna nel negozio il maglione personalizzato e lo prova grazie a un body scanner
innovativo, analizzando con proiezioni dinamiche le reazioni dei disegni al movimento dei clienti. Il
processo è davvero coinvolgente e veloce, dato che è assistito in ogni fase del design e produzione
del maglione. Non mancano i vantaggi per l’ambiente: meno inquinamento legato alla logistica e
ai trasporti e meno sprechi dovuti a stoccaggio e eccessi di produzione.

Conclusioni
Gestire con successo un negozio fisico significa tenere a mente 5 trend: personalizzazione,
interazione diretta tra il cliente e le nuove tecnologie, uso dell’intelligenza artificiale per migliorare
la customer experience, store design e marketing esperienziale, rivoluzione del modello di business
tradizionale. In particolare ci attendiamo una nuova nascita e crescita per l’artigianato italiano e
tante sono le startup al lavoro per rilanciare il retail offline.
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Qual è la tua opinione in merito?

Quali sono le idee di franchising migliori
per il 2019
Anche per il 2019 si prevede che sempre più giovani e meno giovani sceglieranno di aprire in
franchising, dato che nonostante l’incertezza e l’instabilità dell’economia italiana, il desiderio di
avviare un’attività imprenditoriale è ancora molto alto. Si tratta di una tendenza che accomuna
soprattutto i più giovani, che vedono nel lavoro un modo per gratificarsi, rendersi autonomi ed
esprimere al massimo le proprie capacità e potenzialità.

Sempre più spesso, infatti, sono proprio i giovanissimi imprenditori a saper avviare e condurre al
successo attività innovative, generando importanti fatturati capaci di far rientrare dall’investimento
iniziale in un solo anno.

Il segreto sta non solo nelle capacità e competenze del team e dell’imprenditore, ma soprattutto
nella capacità di studiare il mercato, pianificare l’attività e creare un prodotto e servizio che
sia allo stesso tempo richiesto e molto innovativo.

Le idee di successo nell’ambito del franchising
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Molti casi di successo sono legati proprio al franchising, dato che chi ha avviato un’azienda
valida e redditizia tende a creare una propria rete di franchising, per permettere ad altri
imprenditori di affermarsi sul mercato.

Il franchising è un modello di business che conviene sia alla casa madre sia all’affiliato
dato che i costi di avvio e gli oneri di gestione vengono distribuiti ed è sicuramente più semplice
espandere un brand già collaudato. Infine, far parte di una rete di franchising estesa a livello
nazionale e locale permette di ridurre i prezzi delle forniture.

  LEGGI ANCHE:

  ■   Cercare il lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale: guida e consigli pratici.
  ■   L’evoluzione del mercato del lavoro nel marketing e nella comunicazione (digitale).
      Intervista a Cristiano Carriero.

Quali sono le idee più originali che caratterizzano oggi il settore del franchising? Quali i mercati
più redditizi del momento e a minore concorrenza? Scopriamolo assieme.

1. La diffusione dei bubble tea
Questa bevanda nasce a Taiwan negli anni Ottanta e si tratta di uno snack dring in piena regola, che
non solo si beve ma anche si mastica. Gli ingredienti tradizionali dei bubble tea sono il tè nero, il
latte e le perle di tapioca dal sapore simile alla liquirizia e lo snack è privo di glutine.

Da poco è arrivato in Occidente e americani e tedeschi se ne sono già innamorati, ma anche a Milano
e Roma molti bar lo servono e sono nati locali dedicati.

Si tratta di una vera rivoluzione nel mondo del beverage e un trend davvero irrinunciabile e in
Italia sono nate le prime reti di franchising per aprire bubble tea shop, con prodotti originali.

2. La tradizione del Bed&Breakfast
Si tratta di una scelta tradizionale che si conferma ancora una delle più redditizie per chi vuole
aprire un’attività ricettiva anche nel 2019. Le tendenze dei viaggiatori moderni sono cambiate,
così come le loro abitudini, e aprire un B&B low cost con un brand in franchising per offrire
convenienza, comodità e pasti tipici è un’iniziativa di sicuro successo.

3. Cannabis Light Shop: il franchising di tendenza
Dal 2017 la cannabis light è un trend inarrestabile e anche nel 2019 il mercato non sarà affatto
saturo. In particolare avranno successo coloro che, soprattutto nelle grandi città, sceglieranno di
aprire un franchising che combina il tradizionale coffee shop con la vendita di cannabis light.

La canapa, infatti, sarà sempre più spesso l’ingrediente base di dolci e caffè aromatizzati.

4. Estetica maschile e barber shop
Le moderne reti di franchising offrono anche la possibilità di aprire barber shop moderni, ovvero
locali dedicati al benessere e all’estetica maschile, che si confermano una tendenza di grande
successo anche per il 2019.

5. Soluzioni ristorative originali
Seppure altamente concorrenziale, anche il mercato della ristorazione si presenta come un
investimento sicuro, soprattutto per chi vuole entrare nel settore aprendo con una rete di
franchising. Nel 2019 domineranno la scena le polpetterie, i ristoranti ambulanti e lo street
food gourmet, ma anche i locali capaci di proporre i prodotti tipici delle varie regioni.

6. L’home delivery
Continua, infine, la crescita del settore dell’Home Delivery, che comprende oggi diversi settori e
servizi, come la consegna a domicilio di cibo (food delivery), medicinali e spesa alimentare, colazioni,
ma anche vini e birre o ancora cocktail ricercati. Tutte idee di franchising di sicuro successo per il
2019.

     Scopri il nuovo numero dedicato al mondo del lavoro:

     ■   Work in progress

Perché aprire in franchising: tutti i vantaggi.
Sicuramente aprire in franchising presenta alcuni importanti vantaggi rispetto all’avvio di
un’attività imprenditoriale totalmente autonoma, tra cui:

■   Aspetto economico: anche se è richiesto un investimento iniziale, i costi sono nettamente
    inferiori rispetto all’apertura da zero dell’attività e i profitti possono crescere in modo esponenziale
    già dai primi mesi, con marginalità di tutto rispetto;
■   Formazione e supporto: l’affiliato può contare sull’esperienza nel settore della casa madre senza
    dover acquisire in autonomia le competenze di settore;
■   Esperienza: aprire in franchising significa non solo mettere a frutto la propria esperienza, ma
    acquisirne sempre di nuova anche in ambiti diversi e necessari allo sviluppo dell’attività come
    marketing, economia, e così via.

Il mondo del lavoro è oggi in continua evoluzione, cala l’interesse di giovani e Millennials per il
lavoro dipendente, mentre aumenta la ricerca di auto-imprenditorialità: aprire in franchising sarà
sempre più spesso la risposta a tali tendenze.

Quali saranno i nuovi franchising del 2019 oltre a quelli indicati? Staremo a vedere!
Instagram e la promozione dei brand di
lusso
E’ stato dimostrato in diversi studi come la centralità dell’immagine che molti social network
offrono, tra cui Instagram, renda tali piattaforme il canale di comunicazione ideale per
promuovere il lusso e i brand di lusso. Oggi tutte le aziende sono consapevoli dell’importanza dei
social network per avviare una campagna di comunicazione completa ed efficace. Ogni social
media ha però le sue caratteristiche e i suoi punti di forza e scegliere quello più adatto è
sempre più complesso: per farlo occorre partire da un’attenta analisi dei propri bisogni ed esigenze
e di quelli del target. Da recenti studi sembra proprio che Instagram sia la piattaforma più
adatta ai brand che promuovono prodotti di lusso online, grazie alla forza data dall’immagine
in un mondo sempre più affollato di messaggi pubblicitari.

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Per esempio Exane BNP Paribas già nel 2015 aveva fatto uno studio sull’andamento delle
campagne di comunicazione dei top 30 brand di lusso e la metà di quelli considerati investiva già tre
anni fa gran parte del budget su Instagram, affiancando il social network ai messi tradizionali per
promuovere la brand image del marchio. Tra i nomi analizzati troviamo aziende di grande
rilievo come Chanel, Gucci, Prada, Dior e molti altri.

Instagram: i motivi del successo

Ma cosa rende Instagram la piattaforma ideale per la promozione del lusso e la comunicazione
di queste aziende. E’ presto detto: il popolare social network, acquistato da Facebook nel 2012,
mette al centro l’immagine. Infatti si possono condividere solo fotografie e video di massimo 60
secondi con poco spazio al testo. Il risultato è un rapporto più personale e quotidiano con oltre 400
milioni di utenti al mondo che usano Instagram. Ecco perché su Instagram hanno grande
successo le strategie di storytelling del brand e i valori associati. Non dimentichiamo poi che
l’utenza di questo social media è giovane e rappresenta quindi il futuro del settore del lusso: le
aziende possono cominciare in modo veloce e non troppo costoso a farsi conoscere da chi comprerà,
domani, i loro prodotti raggiungendo un bacino illimitato di possibili clienti.

I numeri di Instagram

Comprendere l’importanza di Instagram per il lusso e i brand del settore richiede di analizzare
qualche dato numerico, ad esempio le condivisioni e i post che parlano della Fashion Week a Parigi,
Mosca e Milano.

Un’analisi che l’osservatorio di Blogmeter ha effettuato e che si chiama
#InstagramFashionIndex.

I risultati?

Nei giorni delle sfilate Moda Donna ogni top brand di lusso ha condiviso in media 31 post per 10
milioni di interazioni totali. La medaglia d’oro va a Gucci, che è riuscito a ottenere dall’evento
103.500 nuovi follower e 2.2 milioni di interazioni totali. Un successo che è stato ottenuto anche
dalla Milano Design Week 2016 con 113 mila messaggi online che riguardavano i prodotti del
Salone e del Fuori Salone.

Che dire, Instagram rappresenta davvero una bella opportunità. E voi, lo state già utilizzando?

Niente è più veloce di Twitter: perché e
come usare Twitter per il successo di un
evento.
Se c’è una cosa in cui Twitter è imbattibile è la capacità di concentrare e raccogliere commenti
in tempo reale. Questo probabilmente grazie alla sua stessa natura: a un feed veloce e dinamico,
al ruolo fondamentale ed imprescindibile degli hashtag, alla capacità di sintesi a cui ci ha educati
negli anni. Una volta i tweet erano al massimo di 140 caratteri, adesso possiamo contare su 280, che
per la lingua italiana iniziano ad essere molto più adeguati.

  La differenza tra l’utilizzo di Twitter e gli altri social media è grande: Twitter ci tiene meno
  incollati al suo feed ma ci spinge più “a consultarlo” in determinati momenti.

Qualche esempio?
Andiamo su Twitter per leggere gli aggiornamenti legati ad una notizia di attualità, i
commenti raggruppati da un determinato hashtag o per seguire quasi in diretta eventi sul
territorio. Ecco perché su Twitter seguiamo meno amici e conoscenti e molte più agenzie di stampa,
giornalisti, opinion leader, specialisti di vari settori. D’altronde essere follower su Twitter è meno
impegnativo che essere amico su Facebook, e poi non è necessario accettarsi a vicenda… e già
questo rende tutto più semplice.

Secondo un’analisi di Ninjamarketing lo scorso Festival di Sanremo su Twitter ha registrato
duemilioniduecentoottantottomilacentoventuno interazioni. Un numero impressionante, “un
flusso di dati che ha raggiunto circa 3.203.000 utenti, coinvolto 186.800 utenti unici e registrato più
di 10 miliardi di visualizzazioni”.

Un dato che si traduce facilmente così: in Italia amiamo seguire il Festival e commentarlo. Fin
qui nulla di nuovo: è tradizione, è cultura nazionalpopolare, è abitudine, ed è stato sempre così sin
dalle prime edizioni probabilmente. La novità è che oggi lo facciamo per lo più su Twitter e in
tempo reale. Mentre un cantante si esibisce sul palco dell’Ariston commentiamo la sua
interpretazione, la sua voce, il suo look, la sua emozione, il testo della canzone… e nel frattempo
riceviamo like, retweet, risposte acide dagli account dei fan club o dai fan sfegatati. Una
volta probabilmente compilavamo la pagella, ovvero la tabella dei voti su Tv Sorrisi e Canzoni,
storico partner dell’evento, oggi invece il nostro commento e il nostro voto lo affidiamo al
web, nel bene e nel male.
Ma il Festival di Sanremo non è di certo l’unico evento che si lascia travolgere dall’ondata di Tweet.
Nel 2017 i top trend su Twitter sono stati programmi tv e talent come #MasterChef, #Xfactor,
la notte degli #Oscar, ma anche gli eventi di politica estera e le elezioni hanno ricevuto
numerosi commenti: gli hashtag #Trump e #Macron non hanno deluso le aspettative e sono stati
tra i più utilizzati in tutto il mondo. Impossibile non citare anche il mondo dello sport, la serie A e i
vari hashtag legati alle squadre di calcio più seguite e amate come #Milan, #Inter e #Juve con il
suo hashtag #Finoallafine.

Twitter può essere ribattezzato come il social network della tempestività, dei commenti in
tempo reale, dell’aggiornamento continuo. Niente è più veloce di Twitter. Ecco perché è il
mezzo più adatto da associare ad un evento, che sia la storica kermesse di musica italiana o un
evento specifico, di settore, diretto a un target mirato, o ancora una mostra o una convention.

Come fare a far sì che un evento abbia il suo lato social? Come assicurarsi che i partecipanti
twittino, commentino e facciano sì che il vostro evento viva anche su Twitter? Bisogna partire dalla
strategia di marketing ed inserire alcuni accorgimenti utili.

Ecco qui i 6 principali:

1. Creare i canali social ufficiali dell’evento con anticipo e iniziare twittare tempo prima.
2. Scegliere, definire e comunicare l’hashtag ufficiale dell’evento, assicurandosi che sia
   semplice da ricordare, da scrivere e che non venga già utilizzato per altro.
3. Ripere l’hashtag ufficiale su tutta l’immagine coordinata legata all’evento: biglietti di
   ingresso, eventuali schermi, gadget, poster ecc..
4. Coinvolgere i relatori e gli sponsor nell’utilizzo dell’hashtag per promuovere l’evento su
   Twitter in anticipo e per twittare anche durante e dopo.
5. Prevedere un Twitter Wall in cui proiettare durante l’evento commenti ed eventuali domande ai
   relatori con l’hashtag apposito.
6. Promuovere l’hashtag su Twitter per incrementare la sua visibilità.

  Ci siamo concentrati su Twitter ma ovviamente la comunicazione di un evento di successo
  necessita di una strategia integrata su diversi mezzi.

Facebook, ad esempio, potrebbe aiutarvi a raggiungere il target specifico più facilmente e
potrebbe dar modo di spaziare e comunicare in modo più libero, senza limiti di caratteri o altro.
Instagram o Snapchat potrebbero aiutarvi a creare engagement raccontando con le immagini la
preparazione dell’evento, l’organizzazione e il making of tramite le stories. Ogni evento ha una
strategia a sé, da studiare ad hoc tenendo conto del target specifico e delle sue esigenze ed
abitudini, ma è innegabile che i social siano dei grandi facilitatori di visibilità e
coinvolgimento ed oggi non possiamo permetterci di tenerli fuori da una strategia legata al lancio
di qualunque evento.
Renzo Rosso e la teatralità come nuova
leva del marketing
Creativo, imprenditore, manager. Sono molteplici gli aggettivi che negli anni sono stati accostati
a Renzo Rosso.

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L. Fonte: Vogue.it

Ma quali sono le peculiarità di un personaggio noto in tutto il mondo quale icona della
moda, della trasgressività e del glamour?

Il patron di Diesel, figlio di contadini, lascia quasi subito gli studi per intraprendere la strada di
tecnico di produzione alla Moltex (società del gruppo Genius). È in questa circostanza che, entrando
in contatto con Goldschmied, decide, insieme a lui, di fondare Diesel.

Pochi anni dopo, a soli trenta anni, acquisisce le quote del suo socio per avere il controllo
totale dell’azienda.

I suoi collaboratori lo chiamano “Mister Rosso” quasi per evidenziare la sua leadership umana
e manageriale. Oggi il marchio Diesel è uno dei tasselli dell’impero: Mister Rosso, infatti, è
presidente di Only the brave holding che, nel 2016, ha fatturato circa 1,58 miliardi di euro con oltre
4000 dipendenti in 15 nazioni. Il legame con la sua azienda è profondo, quasi viscerale. Non è un
caso, infatti, che il patron viva nella Diesel farm di Marostica: cento ettari di terreno sulle
colline vicentine.

      Una delle chiavi del suo successo è sicuramente il suo approccio ed il suo stile, mutevole, di
                                             comunicazione.

Il sociologo Fabris sostiene che Renzo Rosso: “ha inventato un modo di comunicare tutto basato sul
nonsense, la trasgressione. Ha portato agli eccessi il surrealismo, capovolgendo la realtà, anche a
costo di essere esagerato o scarsamente comprensibile”.

Abituato a seguire le proprie intuizioni, Rosso ha compreso che deve confrontarsi giorno dopo
giorno con una realtà in continuo movimento. “Secondo me ogni sei mesi si ribalta tutto. Nuova
musica, nuovi film, passioni, rivoluzioni. Tutti segnali che devono essere colti e interpretati secondo
il proprio stile. Bisogna scoprire i trend anche da singoli dettagli”, sostiene in una recente intervista.
Il libro, pubblicato nel 2011 ed edito da Rizzoli, Be stupid. For successful living è una
biografia che racconta l’uomo ed il manager Rosso evidenziando la genialità di un uomo che,
partendo da zero, ha conquistato il mondo.

Renzo Rosso non è, però, solo uno stilista ed un imprenditore. E’ un vero e proprio visionario
del marketing. Le sue campagne e attività di comunicazione potremmo definirle: non
convenzionali, provocatorie, trasgressive, al passo con i tempi ma soprattutto “teatrali”. Secondo
Kotler “nell’economia attuale le 5 P del marketing mix sono state aggiornate e superate dalle 5A:
aware, appeal, ask, act, advocate”. Mister Rosso, sarà un caso, riesce ad implementarle tutte
aggiungendo quella teatralità che gli consente di puntare, anche e forse soprattutto, sul personal
branding. Un esempio concreto è la nuova campagna, ideata da Rosso e lanciata dal suo team. Il
“gancio” è stato dato dal posto vacante lasciato dal CEO Alessandro Bogliolo (spostatosi in Tiffany).

Da qui è nata l’idea di fare una campagna di comunicazione, o meglio un contest, chiamato
Be Brave.

L’utente, o meglio il candidato, che sulla pagina Facebook dell’azienda posterà lo scatto più creativo
vincerà (non il posto di lavoro ma la sedia da CEO). Chi è stato scelto come testimonial per questa
campagna? Naturalmente Renzo Rosso che in questo video lancia il contest. La campagna ha avuto
moltissimo successo soprattutto on line. L’ennesima dimostrazione che Renzo Rosso oltre ad essere
un ottimo imprenditore è anche un fine comunicatore.
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