DEDUZIONI DALLE STATISTICHE SUL CORONAVIRUS IL CASO ITALIA #9

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DEDUZIONI DALLE STATISTICHE SUL CORONAVIRUS IL CASO ITALIA #9
DEDUZIONI DALLE STATISTICHE SUL CORONAVIRUS
                                   IL CASO ITALIA #9

Premesso che i numeri forniti possono essere non veritieri o incompleti, ecco alcune costatazioni, deduzioni
e domande, molte domande.

Una constatazione e una domanda fra tutte: perché così forte l’Italia? Perché la Lombardia? Perché
Bergamo e Brescia?

Un dato è evidente: qualcosa non ha e non sta funzionando in Italia, specialmente in questa porzione del
nord del Paese. E, rimanendo in Italia, perché non Roma o Napoli, perché non il Veneto, almeno nella forma
acuta lombarda? Guardandoci attorno invece perché la Spagna si e la Germania no, così come altre stati
europei ma anche rispetto alla Corea o al Giappone.

                           25 Marzo                                          27 Marzo

Alle ore 21:00 del giorno 27 Marzo 2020 secondo Coronavirus Global Cases (CSSE & Johns Hopkins Univ)
apprendiamo che i casi di contagio nel mondo sono 566.000.
Di questi circa 94.000 USA, 86.000 italiani, 82.000 cinesi, 64.000 spagnoli.
I morti sono 9.100 in Italia, 5.000 in Spagna e 3.100 in Hubei/Cina su un totale di 25.500.
Venendo all’Europa osserviamo Francia, Spagna e Germania a cui aggiungiamo il Giappone che, come l’Italia,
ha un’alta popolazione di anziani.
Spagna 64.000 contagi, 9.300 ricoverati, 5.000 morti
Germania 50.000 contagi, 5600 ricoverati, 304 morti
Lombardia 37.000, 11.000 ricoverati, 5.400 morti
Francia 30.000 contagi, 4.500 ricoverati, 1.700 morti
AUSTRIA 7.500, ricoverati 225, morti 58
Bergamo 7500 contagi. Circa 1.000 decessi
Brescia 6500 contagi. Circa 1.000 decessi
Giappone 1.400 contagi, 360 ricoverati, 47 morti

Cercando raffronti più possibili omogenei all’Italia sia per dimensioni, che per temperature e abitudini,
prendiamo in esame la Francia, la Germania e la Corea del Sud
Germania 50.000 contagi, 5600 ricoverati, 304 morti
Francia 30.000 contagi, 4.500 ricoverati, 1.700 morti
La Corea del Sud ha quasi 9.300 casi con 4.500 ricoverati e 139 morti
L’Italia ha 86.000 contagiati, 26.000 ricoverati e 9.100 morti.
(nota: il 12 Marzo la Corea aveva 8.000 casi e 66 deceduti e l’Italia 10.000 e 827 morti)

     La Corea, che 20 giorni fa era pari all’Italia come numero di contagi (ma molti meno decessi) oggi è
persino decima nella non invidiabile classifica mondiale. Come mai dopo due settimane la Corea ha un
incremento solo di 1300 casi mentre l’Italia ha fatto un enorme balzo in avanti (76.000)?
     Perchè il Giappone, pur avendo – con l’Italia – la popolazione più vecchia del mondo ha così pochi contagi
e altrettanto pochi decessi?
DEDUZIONI DALLE STATISTICHE SUL CORONAVIRUS IL CASO ITALIA #9
Tornando all’Europa:
la Francia, fatte le proporzioni, ha un tasso minore di decessi, la Germania ha molti ricoverati ma pochissimi
decessi, la Spagna è in una situazione critica ma ha gli stessi morti della Lombardia (che però ha quasi il doppio
dei contagiati), la Svizzera ha pochissimi ricoverati sebbene abbia 11.000 contagi e 153 morti (gli stessi
decessi della Toscana che però ha 3.200 contagi, cioè un terzo della Svizzera e che ci fa quindi riflettere come
mai da noi muoiano più frequentemente).
Rispetto alla Germania: hanno un sistema più efficiente? Attuano diversi protocolli terapeutici? Ospedali
meno pericolosi per la replicazione del virus?
Rispetto alla Corea: abitudini di vita diverse? Meno abbracci e baci quotidiani? Struttura familiare meno
complessa con minor promiscuità? (da noi intensa promiscuità quotidiana di nonni, figli, nipoti, zii, cugini).
Maggiore disciplina sociale? Mascherine indossate correntemente e da una larga base di popolazione?
Controllo dei positivi e maggior numero di tamponi?
Si conti che Seoul è città con alta densità di persone in circolazione e i coreani, quanto a disciplina, sono
diversi dai giapponesi e più vicini agli italiani.
      Venendo all’Italia, oltre alla maggior debolezza di una popolazione caratterizzata da molti anziani (ma
pare che ad essere contagiati ora siano molti anche i non-anziani), il dubbio che sorge e con esso la domanda
è la seguente: siamo forse diventati una nazione di immunodepressi?
Visto che la regione più colpita è la più ricca, efficiente e – sulla carta - con la migliore sanità, forse a livello
europeo?
      Il ginseng e l’aglio, che i coreani consumano ad alti dosaggi – così come la loro fitoterapia - possono
essere fattori che hanno contribuito a costruire nel tempo migliori difese immunitarie? Sul nostro fronte,
forse che il consumo eccessivo di antibiotici abbia minato la nostra risposta immunitaria? Così ci suggerisce
un intervento allarmante di Ilaria Capua su Fanpage.it che titola “Coronavirus, aver preso troppi antibiotici
potrebbe spiegare perché in Italia si muore di più”.

    Dubbi ci sono anche sui farmaci per l’ipertensione – di cui l’Italia fa una grande uso - che possono aver
indebolito l’apparato polmonare.
     http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-
farmaci/articolo.php?articolo_id=82351&fbclid=IwAR0V5Neu1qMBoGp0dj2tJm055cCysxHdR4lCVED5U8rNaY9nd4_St_atdGQ
     Inoltre anche i molti vaccini possono aver creato conflitti a livello di sistema immunitario. Le regioni del
nord sono tra le maggiormente vaccinate. In Lombardia l’anno scorso si era passati dagli attesi 800.000
vaccini antiinfluenzali a 1.183.000 effettivamente erogati. A Brescia l’anno scorso ci fu un boom di
vaccinazioni sia per l’influenza che per lo pneumococco e meningococco (quest’ultima nel Gennaio 2020!).
     Non per aggiungere polemica a polemica ma il Prof. Luc Montagnier - autorità mondiale di virologia - ha
spesso messo in guardia sui possibili incroci nel sottoporsi a troppi vaccini.
Inoltre l’uso dei pesticidi nella pianura padana è molto alto e ci sono stati continui sforamenti di valori dei
pesticidi nelle acque.
Sempre Ilaria Capua pone anche dubbi sui sistemi di areazione degli ospedali, che potrebbero aver favorito
la diffusione involontaria del virus nelle stesse strutture ospedaliere (i filtri sono stati sostituiti nei tempi
previsti?)
Anche l’inquinamento atmosferico della pianura padana - che in molti paragonano a quello della provincia
cinese Hubei - può avere influito sia nella trasmissione del virus che nell’indebolimento dell’apparato
respiratorio delle persone? Molti lo considerano un fattore importante. Come concausa, per spiegare questi
numeri.
Ancora un elemento: il possibile elettrosmog .
Dopo Wuhan, che ha la più massiccia concentrazione al mondo di distribuzione di 5G, in Europa in termine
di incidenza elettromagnetica (cioè percentuale sul totale della popolazione) prima è la Svizzera. In assoluto
invece prima è l’Italia, con 779 per milione di abitanti, la seconda è appunto la Svizzera con 556,4 per milione
di abitanti, seguono Spagna, Germania, Francia.
Come mai quindi Wuhan, Italia, Svizzera, poi tutto il resto in testa alla contaminazione?
Certamente conta l’età media della popolazione e le patologie pregresse, certamente conta l’inquinamento
ma certamente tanti altri sono i fattori in gioco, primo fra tutti il nostro sistema immunitario. Nel caso
dell’elettrosmog la domanda è: forse un’esposizione prolungata alle onde millimetriche (5G, ma anche 4G e
anche sistemi wireless e telefonini) causa dei danni alla nostra salute? Gli studi si concentrano sui possibili
danni al DNA. Del 5G abbiamo avuto una sperimentazione in 120 comuni italiani, tra cui ben 15 in Lombardia:
8 nel Pavese, 2 nell’area di Bergamo, 2 in provincia di Cremona; guarda caso proprio al Nord, in una zona così
vicina alla Svizzera, oltre ad essere la più inquinata; e ancora: non potrebbe essere che una diversa
polarizzazione delle molecole sottoposte a tempesta magnetica, abbia causato un indebolimento del sistema
immunitario?

E poi, perché un numero così alto di ricoverati?
Ma se gli altri paesi ricoverano di meno, non dovrebbero avere più decessi?

                  Il Sole24ore evidenzia l’11 marzo una “discrepanza che si rileva, non solo in Lombardia, tra soggetti
                  riconosciuti come “attaccati” dal virus e ricoveri in ospedale e terapie intensive. Sempre stando ai
                  dati relativi al 10 marzo, In Lombardia sarebbero solamente 642 le persone sotto osservazione a
                  domicilio su 4427 positive (non si computano quindi i guariti e i deceduti) a fronte di 3319 soggetti
                  ricoverati con sintomi e 466 in terapia intensiva. Considerando che i dati disponibili parlano di una
                  patologia che in quasi quattro casi su cinque non supera il livello di guardia di una comune influenza,
                  siamo di fronte a percentuali di ricoverati che paiono cozzare con la logica”.

Si scrive che molti dei decessi siano con e non per Coronavirus. Le statistiche comparative dei decessi con lo
stesso periodo dell’anno scorso, ci fanno vedere che questa distinzione, in fin dei conti, diventa poco
significativa. Se in Germania avessero evitato di attribuire al Coronavirus molti decessi per polmonite,
dovrebbero comunque avere un’emergenza sanitaria per polmonite: se il virus ha questi esiti, non è certo il
cambio di nome che potrebbe evitare le conseguenze.
La tabella qui sotto fotografa la situazione al 10 Marzo 2019 e 2010
Il picco dei casi di terapia intensiva è 351 contro 93 dell’anno scorso mentre per i decessi lo scarto è tra 131
di quest’anno e i 29 dello scorso anno.
Un incremento che rende non determinante la differenza tra i malati e i morti con coronavirus o per
coronavirus, in quanto le malattie pregresse e l’anzianità c’era anche l’anno scorso

.
Mi giungono le risposte di due medici ad una delle schede precedentemente inviate: un ex-primario di 118
in pensione e uno di medicina generale.
Il primo mi parla di Corsi per i medici che sin dal 2003 sono tenuti sui rischi delle minacce biologiche ma, fatti
i corsi, non solo nulla è seguito ma ci sono stati invece tagli alla sanità di emergenza e nessuna attenzione
alla produzione nazionale di presidi sanitari contro i contagi. Poi parla infatti di quello che chiama lo Scandalo
delle mascherine, sia per la loro mancanza che per la contraddittoria informazione che si è data sin dall’inizio;
parole testuali: “Le mascherine prima ci dicono siano inefficaci, poi efficaci, poi solo evitano la trasmissione,
ma la scienza ci dice che le gocce di Flugge che il virus utilizza come vettore se trova una barriera ai liquidi
non riesce ad oltrepassarla…”
Il secondo infatti – oltre a manifestare il dubbio che i numeri dei decessi sia maggiore di quello dei dati ufficiali
- mi informa che sta visitando senza mascherina, condizione comune a moltissimi medici… senza mascherina
il virus entra senza nemmeno dover bussare alla porta e poi si moltiplica di conseguenza.

   Le mie - non essendo medico - sono solo costatazioni e rilevazioni; a seguire poi caute deduzioni, per le
quali spero di ricevere spiegazioni, meglio ancora se confutazioni.
Tutte le possibili spiegazioni ipotizzate sono solo frutto di dietrologie e di complottismi? Solo esagerazioni?
Può essere….ma è un dato di fatto che l’Italia, sia numericamente che in proporzione alla sua grandezza, è il
paese più colpito al mondo. E la Lombardia ha avuto un’esplosione che non si può giustificare solo come
conseguenza di un destino “cinico e baro”
Siccome tutta questa storia non torna, bisogna che laicamente e senza pregiudizi ognuno di noi si formi
un’opinione, supportato da medici, scienziati, esperti dei vari settori. Se si continuerà invece con quella che
appare una permalosità “corporativa”, non si riuscirà a porvi rimedio, almeno nella prospettiva del futuro.
   Prima o poi dovremo tirare le somme di tutto questo, per far coincidere il giudizio negativo che tutti noi
diamo in tempo di pace sul nostro Paese - le mancanze che tutti vediamo in troppi settori e, soprattutto nella
nostra classe dirigente - con quello che sta succedendo, soprattutto con le dimensioni di questo fenomeno.

                                                                                                    Paolo Miccichè
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