Punti di vista s - Fisac Cgil
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punti di NEWSLETTER COORDINAMENTO DONNE DELLA FISAC/CGIL MILANO E LOMBARDIA 1 s vista 2018 BUON COMPLEANNO ALLA LEGGE 194, AI SUOI PRIMI 40 ANNI Per gentile concessione di Stefania Spanò - Anarkikka L a Legge italiana sull’aborto compie 40 anni e rimane tra le più valide al mondo, solo che è per molti versi inapplicata. Fino al 1978 l’interruzione volontaria di gravidanza nel nostro Paese era un reato penale. Le donne che decidevano di abortire e i soggetti che causavano l’aborto finivano in carcere con pene variabili da sei mesi a dodici anni. Furono necessari anni di battaglie politiche e pubbliche, arresti e autodenunce perché il 22 maggio di quarant’anni fa il Parlamento arrivasse ad approvare la Legge 194, con la quale si riconosceva il diritto della donna ad interrompere la gravidanza indesiderata, in modo gratuito e nelle strutture pubbliche. La Legge ha interrotto le pratiche, denunciate a suo tempo dall’Unesco, dei cosiddetti “cucchiai d’oro”, ginecologi che facevano abortire le donne in maniera clandestina previo lauto compenso e delle più economiche mammane, “donne che aiutavano le donne” con l’infuso di prezzemolo, che provoca emorragie e con i ferri da calza; senza sicurezza, senza competenza, senza sapere come affrontare le complicazioni. La 194 continua tuttavia ancora oggi ad essere discussa e osteggiata non solo sul piano ideologico-culturale, ma anche giuridico. Nonostante un referendum nel 1981 e 35 ricorsi per presunta incostituzionalità, il suo impianto ha complessivamente retto agli attacchi, con buona pace dei suoi detrattori.
punti di svista Cosa prevede la Legge sull’obiezione di coscienza obiettore di coscienza. Ci sono regioni e città italiane dove è quasi impossibile abortire. Dal 2005 al 2016, la quota dei L’articolo 9 della Legge n.194/78 che disciplina l’aborto, medici obiettori di coscienza è aumentata del 12%. Nel prevede che i medici e il personale sanitario non siano Molise sono obiettori il 93,3% dei ginecologi, il 92,9% tenuti a prendere parte alle procedure di interruzione nella PA di Bolzano, il 90,2% in Basilicata, l’87,6% in Sicilia, volontaria di gravidanza qualora dichiarino di essere l’86,1% in Puglia, l’81,8% in Campania, l’80,7% nel Lazio obiettori di coscienza. Al comma 3 lo stesso articolo e in Abruzzo. Minore, ma sempre alta, la percentuale di stabilisce che l’obiezione non esenta il personale anestesisti obiettori che, in media, è pari al 49,3%. Anche medico dall’espletamento dell’assistenza “antecedente in questo caso i valori più elevati si osservano al Sud, con e conseguente all’intervento”. Inoltre “l’obiezione un massimo in testa la Sicilia col 79,2% seguita da Calabria, di coscienza non può essere invocata dal personale Molise e Lazio. Il personale medico obiettore raggiunge sanitario quando il loro personale intervento è indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo”. Sulla questione è intervenuta anche la Corte di Cassazione, che ha sottolineato come l’obiezione di coscienza non autorizzi il medico obiettore ad “omettere di prestare l’assistenza prima ovvero successivamente ai fatti causativi dell’aborto, in quanto deve comunque assicurare la tutela della salute e della vita della donna, anche nel corso dell’intervento di interruzione della gravidanza” A che punto siamo con l’applicazione della 194 Per il terzo anno di seguito in Italia il numero annuale di interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) è inferiore a 100.000. A riportarlo è la relazione del Ministero della Salute del 2017 relativa all’attuazione della Legge 194 del 1978 nel nostro paese. Nel 2016 sono state notificate dalle regioni 84.926 IVG, con un decremento del 3.1% rispetto all’anno precedente e un dimezzamento rispetto alle 234.801 del 1982, anno del record di interruzioni volontarie di gravidanza nel nostro paese. Il tasso di abortività è tra i più bassi di quelli osservati nei paesi industrializzati. Questi dati andrebbero però tenuti insieme alla quantificazione degli aborti clandestini. L’Istituto Superiore di Sanità ne ha fatto una stima inclusa tra i 12.000 e i 15.000 casi. Davvero tanti se si considera che tra le cause potrebbe esserci proprio la difficoltà nell’accesso ai servizi. valori intorno al 46,6% con un massimo di 89,9% in Molise e 85,2% in Sicilia. In pratica su 94 ospedali con un reparto Invece di tentare di contrastare l’aborto clandestino, di ostetricia e ginecologia, solo 62 effettuano interruzioni il Governo col Decreto N.8 del 2016 si è preoccupato di volontarie di gravidanza, cioè solo il 65,5% del totale. Nel depenalizzare l’aborto, cancellando il reato penale per chi 2016, 21mila donne su 100mila si sono rivolte a strutture pratica l’aborto oltre i 90 giorni di gravidanza. Ha elevato di altre province. Di queste il 40% è stata costretta a inoltre la sanzione amministrativa per le donne che cambiare addirittura regione. abortiscono in clandestinità dai 51 euro simbolici ad una cifra compresa tra i 5 e i 10 mila euro, con la conseguenza Quali donne, quali interruzioni di inibire le donne dalla possibilità di denunciare i medici che praticano in clandestinità. Le donne che ricorrono più spesso all’IVG hanno un’età compresa tra i 30 e i 34 anni. Nel nord del paese gli aborti Il problema degli obiettori sono di più rispetto al centro e al sud. Rimane elevato il ricorso all’interruzione di gravidanza delle donne Il 70% dei medici e degli infermieri italiani si dichiara
punti di svista immigrate, che usano di meno i contraccettivi per vari esegue interruzioni volontarie di gravidanze per 5 giorni motivi, in particolare per le difficoltà di accesso al sistema a settimana. sanitario. Le donne straniere sono il 30% del totale delle donne che hanno interrotto una gravidanza nel corso del L’IVG farmacologica (RU486) è un’alternativa, meno 2016. Questa tendenza tuttavia si sta invertendo: le donne invasiva, a quella chirurgica, autorizzata in Italia dal 2009. straniere che abortiscono sono molte, ma sono meno che L’applicazione è demandata alle Regioni. In Lombardia nel passato. l’utilizzo della RU486 è stato del 6,6% nel corso del 2016 (927 IVG con RU486 su un totale di 13.830 IVG). Gli ultimi Applicazione della 194 in Lombardia e metodi dati comparativi sono relativi al 2015: la Lombardia alternativi è quattordicesima e segue Liguria (40,3%), Piemonte (32,5%), Emilia Romagna (25,8%), Toscana (20,1%). Le ragioni dello scarso utilizzo sono le seguenti: 33 strutture su 63 (il 52%) non praticano IVG farmacologiche; tra la certificazione e l’esecuzione dell’IVG spesso si superano i 49 giorni utili per effettuare l’IVG farmacologica; è obbligatorio il ricovero di tre giorni, non previsto dalle altre regioni e nemmeno dalle IVG chirurgiche, che avvengono in Day Hospital. La Pillola EllaOne (principio attivo ulipristal acetato) è un contraccettivo d›emergenza (e non un farmaco abortivo) che può essere assunto fino a 5 giorni dopo il rapporto sessuale, per ritardare o inibire l’ovulazione, prevenendo così una maternità indesiderata. La sua diffusione è notevolmente aumentata dal maggio 20015, quando l’AIFA ha eliminato delle precondizioni per la vendita: l’obbligo del test di gravidanza (che doveva essere negativo) e della prescrizione medica anche per le maggiorenni. In Italia le confezioni distribuite nel 2016 sono state 237.846 a fronte delle 16.798 del 2014. In Lombardia le confezioni distribuite nel 2016 sono state 48.722 a fronte delle 3.871 del 2014. L’incremento è stato di oltre 12 volte. Le IVG sono diminuite nel 2015 del 10,5%. La correlazione tra riduzione delle IVG e la diffusione della EllaOne è affermata dallo stesso Ministero della Salute. La Cgil e la 194 Il Consiglio d’Europa si è finora pronunciato due La Lombardia si conferma regione non virtuosa per volte contro l’Italia per violazione dei diritti delle donne. l’applicazione della Legge 194. Lo dimostrano i dati raccolti In particolare l’11 aprile del 2016 ha accolto il reclamo n. struttura per struttura relativi al 2016. Il ricorso all’IVG è in 91/2013 presentato dalla CGIL, riconoscendo che l’Italia media del 68,2%. In calo progressivo in Lombardia (-10,5% viola i diritti delle donne che intendono interrompere la rispetto all’anno prima) come in tutta Italia. In 6 presidi gravidanza e discrimina i medici e il personale sanitario su 63 la totalità dei ginecologi è obiettore di coscienza non obiettore. Nonostante questa risoluzione, ancora oggi (Iseo, Sondalo, Chiavenna, Gavardo, Gallarate, Oglio Po), siamo costrette a difendere l’esistenza della legge 194 e a in 16 è superiore all’80%. Solo in 5 strutture l’obiezione pretenderne la concreta applicazione – afferma Loredana è inferiore al 50%. Una menzione particolare merita la Taddei, responsabile delle politiche di genere della Cgil Clinica Mangiagalli di Milano, centro d’eccellenza per nazionale – e lo faremo partendo dall’importanza storica l’ostetricia e la ginecologia, è considerata l’abortificio della conquista di quella legge e delle tante battaglie della Lombardia, perché è la struttura che dispone di condotte dalle donne, che segnarono importanti vittorie medici non obiettori in numero pari agli obiettori ed civili, sociali e culturali.
punti di svista La CGIL chiede: conquista di nuovi – afferma Loredana Taddei – basti pensare al numero crescente di obiettori di coscienza, che Ø assunzioni straordinarie di medici, ostetriche e di fatto vanifica la legge sulla depenalizzazione dell’aborto, infermieri non obiettori; il requisito della non o al progressivo svuotamento dei consultori”. Dobbiamo obiezione come criterio stabile per le assunzioni lavorare per “una nuova alleanza tra donne, per affrontare e i trasferimenti in presidi con oltre il 50% di le sfide di questi anni, a partire dalle nostre amiche di Cisl obiettori; il ricorso all’istituto della mobilità per e Uil, ma anche con le donne delle tante associazioni e coprire le carenze di medici e infermieri non movimenti. La costruzione di una potente rete di donne obiettori. è fondamentale per parlare un linguaggio corale, forte, Ø la direzione delle strutture ospedaliere affidata non difensivo, né divisivo. È fondamentale, tanto più oggi, a chi garantisce la piena applicazione della legge in una situazione generale così sfuggente, in cui le donne e l’accesso agevole all’interruzione volontaria hanno ripreso la parola con forza, ma anche con molta di gravidanza con il metodo farmacologico frammentazione”. (RU486) con protocolli di sicurezza e percorsi di Il sistema sanitario (sia lombardo che nazionale), deve integrazione ospedale-consultorio-territorio e garantire l’esercizio del diritto - libero e gratuito - delle senza obbligo di 3 giorni di ricovero. donne all’interruzione volontaria di gravidanza. Un Paese, Ø potenziamento dei consultori affinché siano che non garantisce alle donne l’esercizio di questo diritto punti di riferimento per la salute delle donne e di è femminicida, non soltanto perché in alcuni casi mette sostegno per esercitare la loro libertà di scelta in a rischio la salute e la vita della donna, ma anche perché tema di procreazione responsabile. mina la sua libertà di scelta, distrugge i suoi progetti di vita, ne ostacola la libera e piena affermazione di sé. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un arretramento sul piano dei diritti acquisiti e a grandi ostacoli per la Oriana Galasso per Coordinamento Donne
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