DCO GSE Osservazioni Confindustria Procedura per l'identificazione degli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile, emissione e gestione ...

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Osservazioni Confindustria
                        DCO GSE
Procedura per l'identificazione degli impianti alimentati da
 fonti di energia rinnovabile, emissione e gestione delle
                     Garanzie D'Origine

                        Gennaio 2021
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ha posto obiettivi sfidanti per lo
sviluppo delle fonti rinnovabili al 2030, concentrandosi in particolare sul settore elettrico: si
ricorda che in tale data il 55% dei consumi interni lordi di energia elettrica dovrà essere
soddisfatto da fonti rinnovabili. Nello specifico dovrà raddoppiare la capacità installata da
fonte eolica mentre dovrà addirittura triplicare la produzione fotovoltaica. Si tratta di target
importanti ma che potranno essere rivisti al rialzo, data la decisione del Consiglio Europeo
di innalzare le ambizioni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del vecchio
continente dal 40% al 55% al 2030.

Confindustria ritiene che la partecipazione attiva dei consumatori allo sviluppo di nuovi
impianti e al rinnovamento di quelli esistenti, anche attraverso forme contrattuali di lungo
termine, sarà fondamentale per rispettare gli impegni assunti in Europa. Per tale ragione si
accoglie con interesse la decisione di aprire un dibattito pubblico nella presente
consultazione, ritenendo altresì opportuno procedere alla definizione di un quadro
regolatorio integrato sul tema e ad una visione organica sulle caratteristiche di tali strumenti,
al fine di fornire un indirizzo chiaro agli investitori e coinvolgere tutti gli stakeholders privati
ed istituzionali, evitando al contempo la proliferazione di norme e disposizioni disomogenee
che rischiano di renderne più complessa la gestione. A questo proposito sottolineiamo
l’importanza di evitare di ricondurre la nozione di Power Purchase Agreement (PPA long
term) a definizioni restrittive che andrebbero ad ingessare il mercato e la libertà di azione di
tutti gli operatori commerciali, inclusi i consumatori.

In passato, al fine di promuovere le fonti rinnovabili, l’Italia ha introdotto prima meccanismi
che imponevano, ai produttori e agli importatori di energia elettrica da fonti non rinnovabili,
l’obbligo di immettere nel sistema elettrico nazionale quote crescenti di energia prodotta da
fonti rinnovabili (Certificati Verdi) e, successivamente, per raggiungere gli obiettivi nazionali
connessi al Pacchetto 20-20-20, ha adottato meccanismi di mercato basati su procedure
competitive come le aste e i registri (previste dai precedenti provvedimenti del 2012, 2016
e dall’ultimo Decreto del 4 luglio 2019). Considerando obsoleto l’approccio regolatorio
basato sull’impostazione di vincoli e prediligendo meccanismi di mercato, per il periodo
2021-2030 la migliore forma di accompagnamento appare essere quella dei contratti a due
vie per differenza per il ritiro pubblico – mantenendo ad esempio il GSE quale controparte
centrale ed una remunerazione attraverso la componente ASOS – e quella dei Power
Purchase Aggreement (PPA) per il ritiro della Pubblica Amministrazione e dei consumatori
privati su base volontaria.

Un impulso allo sviluppo delle fonti rinnovabili - in assenza o in affiancamento a schemi di
supporto alla produzione – riteniamo possa essere dato dal sistema delle Garanzie di
Origine (GOs) oggetto della presente consultazione. In ambito internazionale, infatti, al
fianco della somministrazione elettrica è sovente previsto il conferimento delle Garanzie

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d’Origine da parte del produttore nei confronti del consumatore. L’importanza attribuita nel
consesso europeo alle GOs può essere desunta anche dalle disposizioni contenute nella
revisione della Direttiva 2018/2001 che, all’articolo 19.2, prevede che il loro valore sia tenuto
in considerazione nella definizione di meccanismi incentivanti, dando la facoltà agli Stati
membri di escluderne la cumulabilità (come previsto in Italia con riferimento agli impianti che
si avvalgono del ritiro dedicato, dello scambio sul posto e degli incentivi omnicomprensivi).

Sebbene si accolga positivamente la volontà di promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili
mediante lo strumento dei PPA long term, non si percepisce quale sia il disegno organico a
valle della proposta. La valutazione dei singoli interventi al di fuori di un ragionamento
organico piu’ completo (si veda la consultazione della piattaforma PPA del GME e questa
delle GO del GSE) non agevola tale comprensione.

Tenendo ben presenti le considerazioni precedenti, se da un lato la proposta di introdurre
un attributo identificativo delle GOs associate all'energia rinnovabile contrattualizzata
nell'ambito di PPA e la possibilità per i produttori di richiedere contestualmente la qualifica
IGO e la qualifica PPA per il medesimo impianto possano essere viste in un’ottica di
semplificazione, dall’altra segnaliamo la necessità di effettuare approfondimenti sulle
sottostanti esigenze operative che la proposta potrebbe comportare. A titolo di esempio, si
evidenzia la necessità di valutare le modalità di contabilizzazione dei flussi energetici
associati agli impianti caratterizzati dalla doppia qualifica, che richiederebbe anche una
revisione dell’operatività del Portale informatico GOs in maniera da consentire agli utenti di
controllare tali flussi per ogni singolo impianto. Questo anche alla luce della crescente
complessità gestionale del meccanismo delle GOs e delle problematiche che gli operatori
registrano nelle attività sul Portale e nell’interazione con gli uffici del GSE per la risoluzione
dei problemi informatici e di anagrafica. Tali criticità potrebbero compromettere la gestione
ordinata dei flussi informativi e la tempestività degli aggiornamenti. Per tale ragione, è a
nostro avviso utile cogliere l’occasione della consultazione per proporre la convocazione di
un Tavolo tecnico con gli operatori sul funzionamento del Portale, volto ad individuare
puntualmente le suddette problematiche e garantire opportuni interventi migliorativi sullo
stesso.

Un ultimo aspetto su questo tema riguarda la necessità di evitare discriminazioni verso chi
assuma un comportamento virtuoso di autoconsumo rinnovabile. In quest’ottica dovrebbe
essere prevista, analogamente alle precedenti, una certificazione per i PPA off-grid, ovvero
per le configurazioni di autoconsumo da FER.

Si segnala in ogni caso l’opportunità di chiarire meglio il valore aggiunto derivante della
doppia qualifica (IGO e PPA) e, sulla base dei benefici potenziali, procedere all’ampliamento
dei soggetti ai quali è consentito richiedere entrambe le qualifiche per lo stesso impianto,
ricomprendendo tutti gli impianti esistenti, seppure non integralmente ricostruiti o riattivati e
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non oggetto di potenziamento o di rifacimento. La limitazione definita nel comma 2
dell’articolo 18 del Decreto 4 luglio 2019 è riferita alla partecipazione alla piattaforma per la
contrattazione di lungo termine e non alla qualifica di impianto. In tal senso si segnala
l’opportunità di specificare anche la procedura da rispettare affinché un impianto già
qualificato IGO possa ottenere l’ulteriore qualifica PPA.

Si guarda con favore all’estensione del ruolo dell’utilizzatore finale, in ottica di
semplificazione e partecipazione attiva dei consumatori al sistema, ma sussistono alcune
perplessità correlate alla necessità di ampliare la competenza, esperienza e disponibilità di
risorse per operare in tal senso. Risulta per tanto necessario chiarire i rapporti fra i diversi
attori, anche considerando le interdipendenze con la definizione dell’energy mix nazionale,
e lasciare sempre facoltà al consumatore di avvalersi del produttore nella gestione delle
GOs indipendentemente dalla ragione sociale o dalla dimensione aziendale. Sarebbe altresì
necessario chiarire le finalità e le modalità implementative dell’attribuzione di marchi o
attributi ad hoc per le GO annullate dagli utilizzatori finali. Se tale orientamento può
rappresentare una spinta per il mercato della sostenibilità ambientale, è necessario
assicurare comunque il sistema dal rischio di una gestione poco ordinata di tali informazioni.

Il paragrafo relativo al Certificato d’eccellenza non contiene sufficienti informazioni sul
funzionamento del certificato per poter elaborare una completa valutazione in merito.
Tuttavia, si ritiene apprezzabile la volontà di fornire una prova della sostenibilità aziendale
e delle strategie della PA, anche nell’ottica di prevenire il c.d. greenwashing, ma si
esprimono forti dubbi dati dalla possibile introduzione di distorsioni e conseguenti
discriminazioni, anche in considerazione del fatto che le grandi aziende già oggi utilizzano
certificazioni di sostenibilità ambientale che validano anche l’utilizzo di energia rinnovabile.

Da ultimo si ritiene utile segnalare due dei principali ostacoli allo sviluppo dei PPA, che non
possono essere tralasciati nell’ambito di una trattazione sul tema: la barriera amministrativa
e la carenza di visibilità di lungo termine dei prezzi dell’energia da parte della domanda
industriale.

Numerosi sono gli interventi di semplificazione delle procedure amministrative atti a favorire
lo sviluppo delle risorse rinnovabili: Le barriere amministrative sono alla base anche della
limitata partecipazione ai meccanismi di procurement (contingenti allocati mediante aste)
sviluppati dal Gestore dei Servizi Energetici nel rispetto delle Linee Guida sugli aiuti di Stato.
In questa sede si ritiene utile citare la necessità di definire una chiara e tecnologicamente
aggiornata distinzione fra “modifiche sostanziali e non sostanziali”, da cui scaturiscono sia i
molteplici percorsi autorizzativi ed ambientali (AU, PAS, VIA, ecc.) che le procedure per la
gestione di esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
ammessi agli incentivi.

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Con riferimento alla necessità di fornire segnali di prezzo di lungo termine è necessario che
sulle piattaforme di borsa elettrica, nazionali ed europee, si crei una domanda ed un’offerta
liquide di tipo long term. Inoltre, la piattaforma PPA prevista dal Decreto 4 luglio 2019
(consultazione GME 01/2020) potrebbe ridurre le asimmetrie informative e facilitare la
Pubblica Amministrazione nella sottoscrizione di contratti a lungo termine, nell’ambito dei
Green Public Procurement. In generale risulteranno fondamentali per la liquidità della
piattaforma le misure poste a garanzia del rischio prezzo e del rischio controparte,
necessarie a rendere finanziabili i progetti PPA e ad evitare ulteriori oneri di sistema.

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