DARK SIDE TECNOLOGIA - Gruppo Unipol

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DARK SIDE TECNOLOGIA - Gruppo Unipol
DARK SIDE TECNOLOGIA
                       COLLANA “MACRO TREND” | SETTORE ASSICURATIVO | 2020   TECHNOLOGICAL
DARK SIDE TECNOLOGIA - Gruppo Unipol
a tecnologia sempre più al servizio
                dell’uomo. Indispensabile per ogni
                aspetto della vita, dalla salute alla
               mobilità, passando attraverso il mondo
               del lavoro per giungere fino alla gestione
               dei rapporti interpersonali. Ma la
progressione tecnologica sta rivelando indubbiamente
il suo lato più negativo, un lato che si può definire
oscuro non solo per le negatività che porta al suo
interno, ma anche per essere celato dietro agli utilizzi
benigni che la tecnologia possiede.
Ogni giorno la tecnologia di ultima generazione ci aiuta
nei compiti più gravosi, e produce dati in quantità
enorme. Poi, nei momenti di libertà, la tecnologia
diventa compagna dei nostri svaghi e produce ancora
dati. Questa grossa quantità di informazioni sfugge al
controllo, si smaterializza e si perde nella rete,
depositandosi nei circuiti dei server. Dati pronti per
essere utilizzati, non cancellabili, replicabili all’infinito.
Ogni volta che lasciamo una fotografia su un servizio
che sia internet piuttosto che telefonico, perdiamo il
possesso di questa immagine. Se la cancelliamo
pensiamo di aver risolto, ma non sappiamo (o non vogliamo sapere) che quella foto è già stata duplicata per un
backup, e che probabilmente qualche utente social piuttosto che il nostro destinatario del messaggio può averne
fatto un download, una copia, un printscreen. I servizi mobile ci aiutano in caso di mancanza di tempo: nei servizi
bancari e assicurativi, in quelli postali, nei pagamenti, negli acquisti. Ma il presupposto essenziale è il rapporto di
fiducia nei confronti di chi fornisce i servizi. Quando viaggiamo lasciamo tracce dei nostri passaggi nei caselli
                                                                 autostradali, del nostro percorso tracciato dal
                                                                 navigatore, del nostro passaggio catturato dalle
 “L’abuso di dispositivi digitali riduce le                      camere di videosorveglianza. E se possediamo una
 capacità di apprendimento.                                      blackbox anche le informazioni sullo stile di guida. Il
 Attualmente          il    più     tossico       è    lo        progresso si alimenta sempre più di questi servizi e
 smartphone perché ha più di 4 miliardi                          ormai è impensabile che si possa farne a meno. Si
                                                                 affacciano anzi studi e progetti che, oltre ad utilizzare
 di utenti. È connessione costante e
                                                                 i dati ottenuti, stanno già, con successo,
 fruizione informatica permanente.”
                                                             sperimentando analisi predittive per anticipare il
                                                             comportamento futuro. Su Facebook ritroviamo il
           Manfred Spitzer, neuropsichiatra                  resoconto quotidiano del nostro passato e rischiamo
                                                             di ricevere da Google il conto alla rovescia sul nostro
                                                             futuro: un algoritmo elaborato da Google potrebbe
prevedere la data dell'eventuale decesso con una precisione del 95%. Infatti, secondo uno studio pubblicato
sull'autorevole periodico Nature, l'intelligenza artificiale riuscirebbe a definire in anticipo quel giorno, grazie a
un sistema già sperimentato in due ospedali degli Stati Uniti e nato con l'obiettivo di prevedere il decorso clinico
dei pazienti, morte compresa, e i loro tempi di degenza nei vari reparti. Utile per gli ospedali, inquietante per i
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pazienti. Proprio Facebook e Google hanno dovuto fronteggiare nel 2018 un utilizzo improprio del loro dati. Non
sono stati rubati ma, come nel caso di Cambridge Analytica, sono stati utilizzati impropriamente: avrebbero
dovuto essere utilizzali per fini scientifici e poi distrutti. Invece sono stati utilizzati per influenzare il voto
americano. Quindi, se da un lato i Big Data offrono un aiuto indispensabile (con la manutenzione predittiva si sono
                                                ridotte del 17% le perdite in ambito agricolo e i guasti agli
                                                autoveicoli possono essere previsi con 8 ore di anticipo), spesso
                                               sono un mezzo per autoalimentare l’uso in una sorta di circolo
                                               vizioso. E quindi il tempo che si recupera grazie all’aiuto
                                               tecnologico viene riempito di proposte derivanti dalla tecnologia
                                               stessa. Le patologie derivanti dalla tecnologia aumentano ogni
                                               anno, ma non sono riservate a tutti ma solamente ai soggetti più
                                               deboli e più influenzabili, spesso molto giovani. Sono state aperte
                                               commissioni di studio per valutare una riduzione forzata dei
                                               sistemi mobile agli studenti, ipotizzando un recupero delle facoltà
                                              mnemoniche ed intellettuali in genere. Il neurologo e psichiatra
                                              tedesco Manfred Spitzer la definisce “demenza digitale” e la
                                              teorizza nel suo libro omonimo che ha come sottotitolo “come la
                                              nuova tecnologia ci rende stupidi”.
                                                     Con i sui 4 miliari di utenti il mezzo più tossico è lo
                                              smartphone, eppure con il telefono accediamo ai servizi finanziari,
comunicativi, di mobilità, di monitoraggio della salute e dell’attività fisica. Impensabile rinunciare. Ma con
attenzione. Per i portatori di dispositivi medici come i pacemaker il monitoraggio a distanza è vitale, ma come
evidenziato dal Journal of the American College of Cardiolgy il rischio di attacchi informatici alle reti e ai devices
è reale: i software contenuti possono essere hackerati via WiFi. Molto lavoro quindi per gli esperti di sicurezza,
ma anche per gli esperti di analisi del rischio perché la realtà sta effettivamente raggiungendo l’immaginazione.

               FOCUS ON…

 ► I teenagers che rifiutano i social

 Sempre più giovani lasciano i social network, a partire da Facebook
 Facebook è in caduta libera tra i ragazzi. Una ricerca del Pew Research Center ha stabilito come è giudicato
 dai giovani l’effetto dei social media. Quasi la metà, il 45% per la precisione, afferma che l’impatto è neutro;
 viene giudicato positivo dal 31% ma l’elemento di novità è che il 24% sostiene che le piattaforme sociali
 hanno su di loro un effetto negativo. Questi teenager ritengono che siano colpevoli della diffusione del
 bullismo e delle dicerie negative, quelle che spesso provocano nei ragazzi isolamento, depressione e a volte
 suicidio. Per buona parte di loro i social network danneggiano le relazioni interpersonali. Non c’è quindi da
 essere sorpresi del fatto che molti giovani, così come un tempo si sono innamorati dei social network, ora
 se ne sono stancati. E’ la “Generazione Z” la protagonista di questa svolta: uno su tre ha cancellato gli
 account social e molti sono quelli che meno drasticamente hanno comunque deciso di prendersi lunghe
 pause dal loro utilizzo. E’ il fenomeno dell’iperconnessione la causa di questi disagi. Gli adolescenti fra i 14
 e i 18 anni trascorrono mediamente più di sei ore davanti ai loro strumenti tecnologici e fino al 13% di loro
 rischiano depressione e ansia. Il Centro Studi Community Group nella sua
 ultima rilevazione ha stabilito che gli italiani iperconnessi sono per lo più
 laureati, maschi e residenti nel Nord Italia. La connessione avviene per lo più
 tramite il cellulare, perché il computer è prerogativa dei più anziani. “Like”,
 commenti e haters hanno effetti devastanti sulla psiche. Ma si va oltre. Su
 Instagram si posta il meglio che l’utente può dimostrare di aver ottenuto, che
 si tratti di un viaggio piuttosto che di un fisico splendido, di un’automobile
 sportiva di lusso o un abito costoso. In questo modo si aumenta il senso di
 inadeguatezza da parte di chi non riesce a competere con questa fiera delle
 vanità. E i giovani stanno ora dicendo che basta così.
Macro trend in a glance ● DARK SIDE TECNOLOGIA

                                          I DRIVER DEL CAMBIAMENTO

   Evoluzione tecnologica e digitalizzazione
   Evoluzione normativa e regolamentare
   Dilemmi etici crescenti nel rapporto fra uomo e macchina
   Tutela delle categorie più deboli, tipicamente giovani e anziani
   Dialogo fra figure con competenze tecniche e figure con competenze sociali

                                 GLI IMPATTI SUL SETTORE ASSICURATIVO

                 Sul Sistema                                      Sui Clienti

   Desincronizzazione dei diversi sistemi          Sistema assicurativo coinvolto nella fase
    (sistemi del diritto e dell’educazione vs        di prevenzione e educazione ai rischi
    sistema tecnologico)                             della tecnologia
   Patologie, dipendenze, distrazioni,             Miglioramento dell’esperienza del
    fenomeni di disinformazione derivanti            cliente nell’ottica della fiducia, della
    dalla tecnologia                                 tutela e della salvaguardia del
   Strapotere dei player tecnologici                benessere e dei dati

               OPPORTUNITA’                                            RISCHI

   Offerta di nuove forme assicurative             Cyber risk
   Sviluppo di servizi in ambito educazione e      Furto di dati e violazione privacy
    prevenzione sui rischi della tecnologia in      Impatti sociali in termini di patologie,
    particolare su categorie più deboli              dipendenze, distrazioni,
    (giovani, anziani…)                              disinformazione
   Posizionamento competitivo distintivo
    come player “trustworthy”
Hanno partecipato alla predisposizione del presente Quaderno:

 Liliana Cavatorta
          Capo Progetto - Responsabile Emerging and Reputational Risk
 Gianluca Rosso
          Emerging and Reputational Risk
 Prof. Egeria Di Nallo
          già Direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Bologna
 Marco Lanzoni
          SCS Consulting

Il Gruppo di lavoro si è avvalso del supporto del Tavolo Tecnico
dell’Osservatorio R&ER e della sponsorship della funzione Risk
Management nella persona di Gian Luca De Marchi.
unipol.it

Unipol Gruppo S.p.A.
Sede Legale
Via Stalingrado, 45
40128 Bologna
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