DANIELE RUSTIONI direttore - MEZZi - Orchestra della Toscana

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DANIELE RUSTIONI direttore - MEZZi - Orchestra della Toscana
inter
MEZZ    i
        2020
                               CITTÀ METROPOLITANA
                                     DI FIRENZE

        DANIELE
        RUSTIONI
        direttore

        FRANCESCO PIEMONTESI
        pianoforte
DANIELE RUSTIONI direttore - MEZZi - Orchestra della Toscana
inter MEZZi
                            2020

con il contributo di

                                   registrazioni e produzioni
                                   audio a cura di
                                   SoundStudioService
DANIELE RUSTIONI direttore - MEZZi - Orchestra della Toscana
CITTÀ METROPOLITANA
                                                                                          DI FIRENZE

DANIELE RUSTIONI
direttore

FRANCESCO PIEMONTESI
pianoforte

ROBERT SCHUMANN                                        Rai Radio
Concerto in la minore per pianoforte e                 Il concerto del 29 settembre
                                                       sarà trasmesso in differita su
orchestra op.54                                        Rai Radio 3
Allegro affettuoso
Intermezzo: Andantino grazioso
Allegro vivace

FRANZ SCHUBERT
Sinfonia n.9 in do maggiore D.944
La grande
Andante. Allegretto ma non troppo
Andante con moto
Scherzo. Allegro vivace
Allegro vivace

Il programma musicale sarà eseguito senza intervallo
per ragioni di sicurezza.

                                                       mar_29 settembre 2020 /
                                                       mer_30 settembre 2020 /
                                                       ore 21:00

                                                       FIRENZE
                                                       TEATRO VERDI
DANIELE RUSTIONI direttore - MEZZi - Orchestra della Toscana
COSA ASCOLTEREMO                            “L’unica gioia al mondo
                                                   è cominciare. È bello vivere
            QUESTA SERA                            perché vivere è cominciare,
                                                   sempre, ad ogni istante.”
                                                                         Cesare Pavese

Dopo gli appuntamenti speciali di            novità rappresentata dal fatto che Daniele
giugno e luglio che hanno segnato di         Rustioni, dopo essere stato per nove anni
fatto la nostra ripartenza, con questa       insieme a noi con diversi ruoli, continua il
produzione riprende la regolare attività     suo cammino al nostro fianco nella nuova
dell’Orchestra della Toscana nel suo         e inedita veste di direttore artistico.
Teatro Verdi.                                È solo il primo significativo atto di una
                                             profonda trasformazione che riguarderà
Abbiamo volutamente evitato la parola        la Fondazione ORT nei prossimi mesi.
“stagione” e abbiamo chiamato questo         Inutile dire che il 2020 ce lo eravamo
momento “Intermezzi” ispirandoci alle        immaginato un po’ diverso; volevamo
omonime composizioni musicali.               festeggiare il nostro quarantennale,
Questa nuova programmazione è pensata        ci siamo ritrovati - come tutti - dentro
come un ponte tra due momenti, ma si         una terribile pandemia che ha messo in
carica al tempo stesso di un significato     discussione il nostro vivere a ogni livello.
proprio. Un quaderno di intermezzi tra due   Sarebbe stato però davvero un peccato
stagioni, quella incompleta a causa del      sprecare questa crisi, e quindi abbiamo
Coronavirus che speriamo di lasciarci        pensato che date queste condizioni il
presto alle spalle e quella da definire      modo migliore per festeggiare il nostro
meglio per il prossimo anno, aspettando      anniversario “tondo” era quello di
l’evolversi della situazione.                iniziare a progettare un futuro altrettanto
La cosa curiosa, ma non casuale, è che       importante, degno della vocazione
questa apertura è affidata a Daniele         innovativa di questa orchestra.
Rustioni e Francesco Piemontesi.             Ancora una volta, non vi deluderemo.
Sarebbe stato l’ultimo concerto della
passata stagione, seppur con un diverso      I protagonisti del concerto di questa sera
programma, ed è diventato il primo di un     sono coetanei. La precisazione non è solo
nuovo corso.                                 anagrafica, ma sottointende altre e più
Ripartiamo infatti con una importante        significative affinità.

Timeline | La vita | Le opere

1700                                                      1800
DANIELE RUSTIONI direttore - MEZZi - Orchestra della Toscana
L’albero della vita
                                                                    Gustav Klimt
                                                                    1909
                                                                    Museo delle Arti Applicate
                                                                    Vienna, Austria

Se si chiede a Francesco Piemontesi             da concerto di tutto il mondo. La scorsa
quale sia stato l’insegnamento più              settimana, giusto prima di arrivare
importante venuto dal suo maestro, il           a Firenze, ha suonato nella capitale
leggendario Alfred Brendel, risponde che        tedesca con i Berliner Philharmoniker
è “l’amore per il dettaglio delle cose”.        diretti da Lahav Shani, il giovane
Lui, nato a Locarno nel 1983, ai dettagli       successore di Zubin Metha alla Israel
tiene molto, e con pazienza li cura,            Philharmonic Orchestra.
chiedendo anche agli ascoltatori di fare
lo stesso. Il che è possibile, come ha          Con l’Orchestra della Toscana Piemontesi
dichiarato tempo fa in un’intervista al         suona il Concerto op.54 di Robert
“Guardian”, soltanto mantenendo il rito         Schumann , caposaldo del repertorio
del concerto classico esattamente come          romantico per piano e orchestra, fatto
è adesso.                                       di esaltanti slanci emotivi e cantabilità
“So che di recente sono venute fuori tante      intensa. In origine l’autore l’aveva
idee per rendere i concerti più ‘casual’,       pensato come una “Fantasia” in un
con l’uditorio fluttuante in piscina su         solo movimento, e soltanto in seguito
materassini gonfiabili o disteso sotto          vi aggiunse gli altri due, facendolo così
il pianoforte a coda a sgranocchiare            diventare un Concerto a tutti gli effetti.
popcorn”, diceva al giornalista del             Sul podio Daniele Rustioni, a cui è
quotidiano britannico. “Eppure non              affidata la Sinfonia Grande  che Franz
dovremmo dimenticare che per ricevere           Schubert scrisse nell’ultimo anno della
l’arte, si tratti di musica, pittura, teatro,   sua breve vita, il 1828, su commissione
cinema, la metà del lavoro spetta al            dell’orchestra di Vienna. Solo che agli
pubblico. A me piace abbastanza questa          strumentisti sembrò troppo difficile e
vecchia liturgia con centinaia di persone       fu accantonata. A riportarla in luce, un
concentrate in assoluto silenzio su una         decennio dopo, fu proprio Schumann.
composizione musicale”.
Piemontesi è molto richiesto nelle sale         Buon ascolto.

        1900                                                         2000
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schumanniano che apparve nel 1845. Si
  ROBERT                                        dovrebbe prendere atto, allora, come a
                                                determinare la continuità e la quotidianità
  SCHUMANN                                      del genere concertistico non fosse lo
  / Zwickau 1810                                stile altissimo dei tre capolavori citati,
  / Bonn 1856                                   ma quello che imperversava in tutte le
                                                sale europee sotto le dita mitraglianti di
  Concerto in la minore per                     pianisti-compositori (i veri divi dell’epoca)
  pianoforte e orchestra op.54                  come Dussek, Moscheles, Cramer, Ries,
                                                Hummel, Czerny, Field, Kalkbrenner,
  durata: 30 minuti circa                       Thalberg capaci, ciascuno, di sfornare
  nota di Claudio Proietti                      alcune decine di lavori nel genere, tutti
                                                uguali nella sostanza tecnica e linguistica,
                                                ma ben catalogati, a seconda dei contenuti,
                                                sotto le diverse etichette di Concerto,
                                                Variazioni, Fantasia, Rondò, Capriccio,
Per l’ascoltatore che possieda una              Pot-pourri.
sensibilità abbastanza raffinata, ma non        È ovvio che un’idealità sublime, come
almeno una lieve infarinatura di elementi       quella schumanniana, non potesse
di composizione applicabili ai linguaggi        esimersi dalla tensione totale verso il
storici, non deve essere facile comprende-      modello di Beethoven, ma è altrettanto
re come il termine Concerto possa essere        vero che la materia s’era fatta, nel
egualmente utilizzato per composizioni          frattempo, affatto diversa. Lo stesso
così diverse fra loro come quelle di            compositore svelò nel 1839, quando cioè
Beethoven e di Schumann. Tanto più che la       già da molti anni lavorava intorno alle idee
storiografia indotta, quella deducibile dalle   che poi si sarebbero consolidate nel
circoscritte e “pigre” scelte del repertorio    Concerto op.54 – la propria irrequietezza
corrente, tende invece a proporre come          creativa in due scritti diversi. In una lettera
evidente e perfettamente consequenziale         indirizzata a Clara definiva l’opera nascente
una linea che partendo da Mozart arrivi         come “un qualcosa che sta di mezzo tra
fino a Brahms passando proprio attraverso       Sinfonia, Concerto e Grande Sonata”; in un
i capisaldi di Beethoven, Mendelssohn e         articolo dedicato al Concerto op.40 di
Schumann.                                       Mendelssohn auspicava l’arrivo del
In realtà, come tutti i fenomeni storici e      “genio che ci mostri in modo brillante come
in particolar modo quelli relativi a periodi    si possa unire l’orchestra al pianoforte,
caratterizzati da un fremente ribollire di      tanto da lasciare al virtuoso la possibilità
idee e fatti, anche la storia del concerto      di sviluppare la ricchezza della sua arte
per pianoforte e orchestra percorre alvei       e del suo strumento, mentre l’orchestra,
tortuosi, spesso frastagliati in rami           intrecciando più artisticamente l’insieme
secondari e talvolta ibridati da ricchi         nei suoi svariati caratteri, avrebbe una parte
affluenti esterni. Basterebbe un controllo,     più importante che quella del semplice
il più semplice e banale che qualsiasi          ‘spettatore’”. Rovello davvero aggrovigliato,
indagine storica possa fare, quello sulle       indice di una pericolosa impasse in cui il
date, per rendere palese, ad esempio,           genere concerto era finito, di cui Schumann
che nessuna presunta continuità può             stesso aveva “sublimato” la caratteristica
sussistere fra opere ben distanti fra loro      più evidente, e cioè l’assoluta secondarietà
come sono l’ultimo dei concerti beethove-       dell’orchestra, componendo nel 1835-36
niani, il Quinto o “Imperatore” che è del       il Concerto senza orchestra op.14. E l’esito,
1811, il successivo snodo fondamentale          sostenuto più dalla volontà della ragione
nella storia del genere, e cioè il Primo di     che dalla natura dei fatti, è, come si diceva
Mendelssohn (1831), e il concerto               all’inizio, ambiguo. Lo è, ovviamente, solo
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dal punto di vista strettamente formale,           narrazione che si apre continuamente a
ché la sostanza altissima dell’invenzione          trasformazioni e dialoghi di stupefacente
ha invece del miracoloso. La successione           bellezza. Da ciò deriva la polivalenza
dei tre movimenti Allegro affettuoso,              formale dei singoli episodi (variazioni?,
Intermezzo. Andantino grazioso, Allegro            sezioni di forma-sonata?, microtrasforma-
vivace è infatti il risultato di una costruzione   zioni?) che, col senno di poi, sembra aprire
complessa e articolata nel tempo. Fra il           vertiginosi squarci sull’ignoto che verrà.
1833 e il 1841 nasce un pezzo intitolato           Ecco, proprio qui è uno dei nodi della
KonzertPhantasie in la minore provato              faccenda. Le lambiccate e forbitissime
pubblicamente al Gewandhaus di Lipsia              analisi che il più delle volte concludono
il 13 agosto 1841 con Clara al pianoforte,         denunciando nel Concerto op.54 vari limiti
ma mai pubblicato. Solo quattro anni dopo,         e la carenza di “una solida impalcatura
l’intermezzo e il finale si aggiungono, con        costruttiva”, sembrano dimenticare che il
evidenti collegamenti tematici, a quella           suo autore è uno dei più vibranti visionari
fantasia e tutto l’insieme viene presentato        che l’arte romantica abbia generato.
per la prima volta al pubblico di Dresda,          Sembrano dimenticare che tutta l’opera di
all’Hotel de Saxe, il 4 dicembre 1845 sotto        Schumann è dominata dall’anelito furioso
il nome di Concerto in la minore. Pianista è,      alla vita e al sogno, dal desiderio di
come sempre, Clara, sul podio Ferdinand            conquista intellettuale e di dominio
Hiller al quale l’opera è dedicata.                dell’infinito, dall’ansia di superamento e
Dell’auspicio formulato nell’articolo del          reinvenzione di ogni genere e confine,
1839, Schumann mette senz’altro in atto            dallo scambio incessante fra il poeta e
la parte riguardante l’intreccio fra solista e     il musicista. Sembrano non tener conto
orchestra. Dal pianoforte sale un’onda di          che il suo autore fu un artista capace di
musica che coinvolge l’orchestra, la chiama        annullare la propria fisionomia di sommo
a fondersi in un discorso estremamente             pianista e liederista, rimettendosi in
equilibrato. Talmente equilibrato da               gioco come sinfonista, come operista,
ridurre ai minimi termini il contrasto             come compositore di oratori, sempre
tematico, cioè la spinta verso quella              scommettendo sulla forza della fantasia,
dialettica dell’opposizione che della forma        sempre giurando sulla capacità della
beethoveniana costituiva la natura stessa.         musica di suscitare mondi e magie
Praticamente il Concerto in la minore              soprannaturali fino a concepire il sogno,
pur conservando le caratteristiche della           romantico per eccellenza, di musicare
“forma-sonata” - con i suoi tre temi               l’intero Faust di Goethe.
diversificati, le sue fasi di passaggio e
i suoi sviluppi - è generato da un’unica
cellula (costituita dalle tre note DO - SI -
LA che corrispondono alle tre lettere/note
C-H-A presenti tanto nel nome Schumann
che in quello dell’amata Clara – Chiarina).
Da ciò derivano tanto la sorprendente
stringatezza del primo, appassionato,
slancio del pianoforte, quanto il rilievo
dato al colore orchestrale nel definire
compiutamente la densità espressiva del
tema d’apertura.
Da ciò deriva l’apparente paradosso di
un pianoforte che proprio rinunciando ai
fasti dell’esibizionismo stucchevolmente
virtuosistico, diventa vero protagonista e
motore dell’azione, centro soggettivo della
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dall’altra giovanile nella medesima tonalità
  FRANZ SCHUBERT                               ma di proporzioni più ridotte perciò
                                               denominata Piccola, si deve a un Robert
  / Lichtenthal 1797                           Schumann in trasferta viennese: un
  / Vienna 1828                                pellegrinaggio nei luoghi beethoveniani e
                                               schubertiani il cui reportage il compositore
  Sinfonia n.9 D.944                           tedesco pubblicò nel 1840 sul suo foglio
  La Grande                                    di critica musicale, la «Neue Zeitschrift
                                               für Musik». Schumann aveva fatto visita
  durata: 45 minuti circa                      a Ferdinand Schubert, che presso di sé
  nota di Gregorio Moppi                       conservava una gran messe di inediti del
                                               fratello Franz. Tra questi giaceva anche
                                               la partitura della Sinfonia in do maggiore,
                                               inviata immediatamente all’amico e
                                               collega Felix Mendelssohn, a Lipsia,
                                               perché la dirigesse nella stagione di
Enigma numerologico (e musicologico).          concerti del Gewandhaus. Esecuzione
Qual è il posto occupato dalla Grande nel      avvenuta il 23 marzo 1839, di nuovo
catalogo schubertiano? Cerchiamo di            in dicembre, e poi ancora nel marzo e
capirlo attraverso lo schema su cinque         nell’aprile 1840. Era la prima volta che la
colonne nella pagina seguente: nella           Sinfonia veniva data in pubblico. Schubert
prima viene indicata la numerazione            non l’aveva mai potuta sentire perché la
progressiva attribuita alle partiture          Società degli Amici della Musica di Vienna,
completate (nel conto ci entra anche il        cui era stata affidata alla fine del 1826,
torso dell’Incompiuta, sul piano espressivo,   l’aveva trovata troppo lunga e di eccessiva
tuttavia, del tutto compiuto); nella seconda   difficoltà.
la tonalità e il nome (d’autore o meno)        Fino a qualche anno fa si credeva che la
con il quale è nota; nella terza il diverso    Grande risalisse al 1828, anno della morte
grado di finitezza; nella quarta il periodo    del compositore, così come scritto sulla
di composizione; nell’ultima la data di        prima pagina del manoscritto. Studi
pubblicazione.                                 piuttosto recenti (condotti anche sulla
Dunque la nostra è l’ottava tra le sinfonie    carta e sull’inchiostro impiegati) hanno
numerate. La settima, se si considerano        invece permesso di retrodatarne la
soltanto quelle su cui Schubert volle (o       composizione. Dunque Schubert vi lavorò
riuscì a) lavorare da capo a fondo. La         nell’estate del 1825, durante i soggiorni a
nona, se si conta anche la sinfonia in mi      Gmunden e Gastein, ritornandovi sopra a
maggiore del 1821 completata da altri.         Vienna, in autunno. Nell’estate del 1827 la
Per nona la indicava pure una tradizione       Società degli Amici della Musica pagava
fondata sull’ipotesi che al settimo posto      il copista che aveva provveduto a ricavare
si trovasse una fantomatica «Sinfonia di       dalla partitura le parti orchestrali, segno
Gmuden-Gastein», mai rinvenuta (ma             inequivocabile che allora la Grande era già
di recente è stata incontrovertibilmente       pronta da tempo. Rimane il problema della
identificata con la Grande). Un gran bel       data riportata sull’autografo. Frustrato il
pasticcio, insomma. Una cosa certa             suo desiderio di sentirla suonata, forse
comunque c’è: la Grande è stata la sola        Schubert decise di puntare alla stampa:
sinfonia di Schubert a circolare su larga      per venderla meglio agli editori pensò
scala nell’Ottocento - almeno fino a           probabilmente di rinfrescarla stracciandone
quando, nel 1860, dall’oblio non emerse la     il frontespizio originale con la dedica alla
partitura dell’Incompiuta.                     Società viennese per inserirvi al suo posto,
Il rinvenimento della Sinfonia in do           direttamente sulla prima pagina
maggiore, detta Grande per distinguerla        orchestrale, la dicitura «marzo 1828».
Nonostante le proporzioni inconsuete per                  paesaggi dello spirito, digressioni, indugi,
l’epoca, la Grande si mostra monumentale                  pause, emozioni più o meno fugaci. La
solo in superficie (la «sublime lunghezza»                sua originalità sta nell’esser riuscito a
che le riconosceva Schumann). Nella                       connetterli in una struttura ariosa, certo
sostanza invece è tutt’altro che granitica:               distante dalla scultorea concentrazione
procede con passo narrativo e svagato,                    beethoveniana, a suo modo, tuttavia,
trascolorante da un episodio all’altro in                 logica, coerente, unitaria. Unitarietà che
maniera discorsiva, piana, a tratti fantastica,           nel primo movimento è raggiunta grazie
attraverso morbide concatenazioni sintatti-               all’imponente riproposizione, al termine
che e strutturali tipicamente schubertiane.               dell’«Allegro ma non troppo», del tema
Di Beethoven, venerato modello di riferi-                 che nell’«Andante» introduttivo viene
mento cui viene reso omaggio nell’ultimo                  enunciato all’unisono dai due corni,
movimento richiamandone l’Inno alla gioia                 strumenti romantici per eccellenza.
dalla Nona sinfonia, non vi sono l’impeto                 Un’atmosfera naturalistica e incantata, da
eroico di proporzioni ferree e stringate,                 leggenda popolare, pervade l’«Andante con
le deflagrazioni dialettiche, lo sviluppo                 moto» che tanto affascinava Schumann.
organico del materiale tematico. Approdando               La sovrapposizione a terrazze dei piani
finalmente, dopo i numerosi tentativi abortiti,           sonori, il colore, l’energia ritmica presenti
alla «grande sinfonia» a lungo vagheggiata,               nel successivo Scherzo (eccezionalmente
Schubert non poteva davvero tradire                       in forma-sonata come quello della Nona di
la sua natura più profonda, rinunciare                    Beethoven) trapasseranno nelle omologhe
all’espansione lirica, alle caratteristiche               pagine bruckneriane. L’accostamento di
modulazioni e sospensioni armoniche,                      terzine filanti a ritmi puntati d’aspetto
alla frequente contrapposizione timbrica                  affermativo contribuisce a determinare la
e dinamica tra archi, forte, e fiati, piano, a            solare esaltazione ottimistica che inonda
spargere per la partitura gioielli tematici,              l’«Allegro vivace» finale.

 -   re maggiore            frammento del I movimento                ?1811                                 -
 1   re maggiore                                                     terminata il 28/X/1813               1884

 2   si bemolle maggiore                                             10/XII/1814 - 24/III/1815            1884

 3   re maggiore                                                     24/V - 19/VII/1815                   1884

 4   do minore Tragica                                               terminata il 27/IV/1816              1884

 5   si bemolle maggiore                                             settembre - 3/X/1816                 1885

 6   do maggiore Piccola                                             ottobre 1817 - febbraio 1818         1885

 -   re maggiore            abbozzi pianistici di due movimenti      maggio 1818                          1982
 -   re maggiore            frammenti                                dopo il 1820                         1982
 -   mi maggiore            frammenti dei quattro movimenti:         agosto 1821                          1934
                            orchestrate 110 battute del primo;
                            partitura completata nel 1877 da
                            John Francis Barnett, nel 1934 da
                            Felix Weingartner, nel 1977 da Brian
                            Newbould

 7   si minore Incompiuta   I e II movimento completi; il terzo      ottobre 1822                         1867
                            lasciato alla battuta 128
 8   do maggiore Grande                                              estate 1825 - entro l'autunno 1826   1840

     re maggiore            abbozzi: “restaurati” da Luciano Berio   ?estate-autunno 1828                 1982
                            in Rendering (1989-90)
DISCOGRAFIA
CONSIGLIATA

              Gli amici di Dischi Fenice sono nostri
              fedeli compagni di viaggio da molti
              anni. Con la loro competenza e cortesia
              caratterizzano il foyer durante i concerti
              al Teatro Verdi. Le norme anti Covid
              hanno reso difficile la loro presenza
              all’interno del teatro e quindi nostro
              malgrado siamo costretti a sospendere
              (speriamo momentaneamente) il servizio.
              Silvia e Danilo non hanno voluto però far
              mancare i loro suggerimenti e quindi
              siamo contenti di poter ospitare sul
              nostro programma i consigli d’ascolto
              relativi a questa produzione e ai loro
              protagonisti.
              Il Piano Concerto di Schumann è proposto
              nell’edizione Teldec con Martha Argerich
              al prezzo speciale di € 5,00 (disco a cui
              tutti siamo affezionati, interessante
              l’accoppiamento con il concerto per
              violino eseguito da Kremer).
              Schumann non poteva mancare
              nell’esecuzione di Francesco Piemontesi
              (Naive, 1 cd € 15,00). Per concludere ecco
              l’ultima esecuzione schubertiana del
              Maestro Claudio Abbado (live del 2011)
              con l’Orchestra Mozart, 1 CD € 15,00.
              Questi e altri titoli sono disponibili presso
              la sede di Dischi Fenice in via Santa
              Reparata 8/B a Firenze con orario dal
              lunedì al venerdì 10-14 e 15.30-19.30 ed il
              sabato 10-13.30. Info e prenotazioni
              tel. 055 3928712 - info@dischifenice.it
@orchestradellatoscana
                               Orchestra della Toscana
                               @ort_insta
                               pinterest.it/ortpin/

Violini Primi          Violoncelli                    Corni
Daniele Giorgi *       Luca Provenzani *              Andrea Albori *
Virginia Ceri *        Augusto Gasbarri *             Paolo Faggi *
Alice Costamagna **    Andrea Landi **
Stefano Bianchi        Simone Centauro                Trombe
Gabriella Colombo      Giovanni Simeone               Stefano Benedetti *
Francesco Di Cuonzo                                   Luca Betti *
Isak Lenza             Contrabbassi                   Donato De Sena *
Susanna Pasquariello   Amerigo Bernardi *
Carlotta Rossi         Luigi Giannoni **
Gianluca Stupia                                       Tromboni
                       Giovanni Ludovisi              Giorgio Bornacina *
                       Giulio Marignetti              Stefano Bellucci
Violini Secondi                                       Sergio Bertellotti
Paolo Gaiani *         Flauti
Marcello D’Angelo **   Fabio Fabbrizzi *
Patrizia Bettotti                                     Timpani
                       Roberta Zorino *               Alberto Semeraro *
Chiara Foletto
Alessandro Giani
Emma Lanza             Oboi
Marco Pistelli         Alessio Galiazzo *
Angela Tomei           Flavio Giuliani *

Viole                  Clarinetti
Stefano Zanobini *     Emilio Checchini *             * prime parti
Pier Paolo Ricci **    Marco Ortolani *               ** concertino
Amira Awayan
Caterina Cioli         Fagotti                        Ispettore d’orchestra e
Alessandro Franconi    Paolo Carlini *                archivista
Sabrina Giuliani       Umberto Codecà *               Alfredo Vignoli
DANIELE
         RUSTIONI

                            Direttore principale dell’ORT fino al
                            maggio scorso, è stato nominato da pochi
                            giorni direttore artistico dell’Orchestra.
                            Ha costruito in questi anni una carriera
                            formidabile che lo ha portato a suonare
                            alla Royal Opera House Covent Garden,
                            all’Opera di Monaco di Baviera, all’Opéra
                            di Parigi, all’Opernhaus di Zurigo, al
                            Teatro alla Scala, alla Fenice di Venezia,
                            al Metropolitan di New York.
                            È uno dei più importanti direttori
                            d’orchestra della sua generazione sia
                            nel repertorio operistico che in quello
                            sinfonico. Direttore Musicale dell’Opéra
                            National de Lyon, ha debuttato con
                            grande successo a settembre 2019 nel
                            nuovo ruolo di Chief Conductor della
                            Ulster Orchestra a Dublino.
                            Nella stagione 19/20 ha inaugurato alla
                            Philharmonia Zürich, ha diretto per
                            la prima volta la Hallé Orchestra di
                            Manchester mentre ha fatto il suo debutto
                            sinfonico al Concertgebouw di Amsterdam
                            con la Netherlands Philharmonic e negli
danielerustioni.com         Stati Uniti con la Indianapolis Symphony
                            Orchestra.
                            Vanta una lunga discografia; con l’ORT ha
@danielerustioniconductor   inciso negli ultimi anni tre CD per Sony
                            Classical co-prodotti dalla Fondazione
                            ORT che omaggiano il Novecento storico
@danielerustioni            italiano (Giorgio Federico Ghedini 2016,
                            Goffredo Petrassi 2018, Alfredo Casella
                            2019).
FRANCESCO
                                                  PIEMONTESI

Nato a Locarno, ha studiato con Arie Vardi
perfezionandosi in seguito con Alfred
Brendel, Murray Perahia, Cécile Ousset
e Alexis Weissenberg. Pianista dotato di
eccezionale finezza interpretativa abbinata
a solidissime qualità tecniche, si esibisce
in tutto il mondo con le principali orchestre
tra cui la Los Angeles Philharmonic
Orchestra, la London Symphony
Orchestra, la Boston Symphony, la NHK
Symphony, la Budapest Festival Orchestra,
l’Orchestre National de France, l’Orchestra
Nazionale della RAI di Torino, l’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia e la Chamber
Orchestra of Europe per citarne alcune;
ha suonato con i più importanti direttori
d’orchestra quali Vladimir Ashkenazy,
Zubin Mehta, Sir Antonio Pappano e
Yuri Temirkanov e collabora in ambito
cameristico con artisti importanti quali
Leif Ove Andsnes, Yuri Bashmet, Renaud
e Gautier Capuçon, Stephen Kovacevich e
il Quartetto Emerson. Si è esibito nelle più
importanti sale da concerto del mondo e
nei Festival più prestigiosi, tra cui quello di     francescopiemontesi.com
Salisburgo, Lucerna, Edimburgo, Verbier,
Aix-en-Provence e La Roque d’Anthéron
per citarne alcuni. Dal 2012 è Direttore            @PiemontesiFrancesco
Artistico del Festival Settimane Musicali di
Ascona.
Questa stagione vedrà la pubblicazione              F_Piemontesi
delle ultime Sonate per Pianoforte di
Schubert.
7e8             ottobre        h. 21:00
              NUNO CÔRTE-REAL
              direttore
              ANA QUINTANS
              soprano
              musiche di MENDELSSOHN, CÔRTE-REAL,
              MOZART

              21 e 22         ottobre        h. 21:00
              MICHELE CAMPANELLA
              pianoforte e concertatore

              musiche di MOZART, BEETHOVEN

              29 e 30         ottobre        h. 21:00
              JOHN AXELROD
              direttore
              JIN JU pianoforte
              DANIELE GIORGI violino
              LUCA PROVENZANI violoncello
              musiche di SMENTANA, BEETHOVEN, DVOŘÁK

prossimi appuntamenti
FONDAZIONE ORCHESTRA
                                  O
REGIONALE TOSCANA                    IC
                                      stituzioni
                                           oncertistiche
                                                   rchestrali
Via Verdi, 5 - 50122 Firenze
tel. (+39) 055 234 2722 - 0710
fax (+39) 055 2008035
orchestradellatoscana.it
info@orchestradellatoscana.it

Consiglio di Amministrazione     Direzione artistica            Ospitalità e sala Teatro Verdi
Maurizio Frittelli presidente    Cristian Carrara               Fulvio Palmieri
Francesca Bardelli vice          Paolo Frassinelli              Paolo Malvini
Elisabetta Bardelli              Tiziana Goretti
                                                                Lisa Baldi
Elisa Burlamacchi
                                                                Francesco Bazzani
Nazzareno Carusi                 Direzione generale,
                                                                Pietro Carnera
                                 sviluppo e personale
                                                                Tommaso Cellini
Revisore unico                   Marco Parri
                                                                Gaia Cugini
Vittorio Quarta                  Elisa Bonini                   Lorenzo Del Mastio
                                 Andrea Gianfaldoni             Elena Fabbrucci
Direttore artistico              Stefania Tombelli              Enrico Guerrini
Daniele Rustioni                                                Pasquale Matarrese
                                 Comunicazione                  Giulia Mazzoni
                                 Riccardo Basile                Alice Zanobini
Direttore principale             Ambra Greco
Eva Ollikainen                   Claudia Arcari                 Palcoscenico Teatro Verdi
                                                                Walter Sica
Direttore onorario
                                 Amministrazione                Carmelo Meli
James Conlon
                                 Simone Grifagni                Sandro Russo
Direttore ospite principale      Cristina Ottanelli             Alessandro Goretti
Beatrice Venezi
Direttore ospite principale      Servizi tecnici orchestra
Nil Venditti                     Angelo Del Rosso

TEATRO VERDI
Via Ghibellina, 99
50122 Firenze
                                 Progetto grafico e
BIGLIETTERIA                     impaginazione
Via Ghibellina, 97               Ambra Greco
50122 Firenze
aperta solo i giorni di          Foto e Illustrazioni
spettacolo con orario            Marco Borrelli (cop, 12)
10-13; 16-19 e 20-21             Marco Borggreve (13)
tel. (+39) 055 21 23 20          Cristovão (14.1)               Stampa
www.teatroverdifirenze           Salvatore Scialò (14.2)        Grafiche Martinelli
info@teatroverdionline.it        Daniel Vass (14.3)             (Firenze)
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