DANIELE RUSTIONI direttore - MEZZi - Orchestra della Toscana
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inter MEZZ i 2020 CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE DANIELE RUSTIONI direttore FRANCESCO PIEMONTESI pianoforte
CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE DANIELE RUSTIONI direttore FRANCESCO PIEMONTESI pianoforte ROBERT SCHUMANN Rai Radio Concerto in la minore per pianoforte e Il concerto del 29 settembre sarà trasmesso in differita su orchestra op.54 Rai Radio 3 Allegro affettuoso Intermezzo: Andantino grazioso Allegro vivace FRANZ SCHUBERT Sinfonia n.9 in do maggiore D.944 La grande Andante. Allegretto ma non troppo Andante con moto Scherzo. Allegro vivace Allegro vivace Il programma musicale sarà eseguito senza intervallo per ragioni di sicurezza. mar_29 settembre 2020 / mer_30 settembre 2020 / ore 21:00 FIRENZE TEATRO VERDI
COSA ASCOLTEREMO “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere QUESTA SERA perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.” Cesare Pavese Dopo gli appuntamenti speciali di novità rappresentata dal fatto che Daniele giugno e luglio che hanno segnato di Rustioni, dopo essere stato per nove anni fatto la nostra ripartenza, con questa insieme a noi con diversi ruoli, continua il produzione riprende la regolare attività suo cammino al nostro fianco nella nuova dell’Orchestra della Toscana nel suo e inedita veste di direttore artistico. Teatro Verdi. È solo il primo significativo atto di una profonda trasformazione che riguarderà Abbiamo volutamente evitato la parola la Fondazione ORT nei prossimi mesi. “stagione” e abbiamo chiamato questo Inutile dire che il 2020 ce lo eravamo momento “Intermezzi” ispirandoci alle immaginato un po’ diverso; volevamo omonime composizioni musicali. festeggiare il nostro quarantennale, Questa nuova programmazione è pensata ci siamo ritrovati - come tutti - dentro come un ponte tra due momenti, ma si una terribile pandemia che ha messo in carica al tempo stesso di un significato discussione il nostro vivere a ogni livello. proprio. Un quaderno di intermezzi tra due Sarebbe stato però davvero un peccato stagioni, quella incompleta a causa del sprecare questa crisi, e quindi abbiamo Coronavirus che speriamo di lasciarci pensato che date queste condizioni il presto alle spalle e quella da definire modo migliore per festeggiare il nostro meglio per il prossimo anno, aspettando anniversario “tondo” era quello di l’evolversi della situazione. iniziare a progettare un futuro altrettanto La cosa curiosa, ma non casuale, è che importante, degno della vocazione questa apertura è affidata a Daniele innovativa di questa orchestra. Rustioni e Francesco Piemontesi. Ancora una volta, non vi deluderemo. Sarebbe stato l’ultimo concerto della passata stagione, seppur con un diverso I protagonisti del concerto di questa sera programma, ed è diventato il primo di un sono coetanei. La precisazione non è solo nuovo corso. anagrafica, ma sottointende altre e più Ripartiamo infatti con una importante significative affinità. Timeline | La vita | Le opere 1700 1800
L’albero della vita Gustav Klimt 1909 Museo delle Arti Applicate Vienna, Austria Se si chiede a Francesco Piemontesi da concerto di tutto il mondo. La scorsa quale sia stato l’insegnamento più settimana, giusto prima di arrivare importante venuto dal suo maestro, il a Firenze, ha suonato nella capitale leggendario Alfred Brendel, risponde che tedesca con i Berliner Philharmoniker è “l’amore per il dettaglio delle cose”. diretti da Lahav Shani, il giovane Lui, nato a Locarno nel 1983, ai dettagli successore di Zubin Metha alla Israel tiene molto, e con pazienza li cura, Philharmonic Orchestra. chiedendo anche agli ascoltatori di fare lo stesso. Il che è possibile, come ha Con l’Orchestra della Toscana Piemontesi dichiarato tempo fa in un’intervista al suona il Concerto op.54 di Robert “Guardian”, soltanto mantenendo il rito Schumann , caposaldo del repertorio del concerto classico esattamente come romantico per piano e orchestra, fatto è adesso. di esaltanti slanci emotivi e cantabilità “So che di recente sono venute fuori tante intensa. In origine l’autore l’aveva idee per rendere i concerti più ‘casual’, pensato come una “Fantasia” in un con l’uditorio fluttuante in piscina su solo movimento, e soltanto in seguito materassini gonfiabili o disteso sotto vi aggiunse gli altri due, facendolo così il pianoforte a coda a sgranocchiare diventare un Concerto a tutti gli effetti. popcorn”, diceva al giornalista del Sul podio Daniele Rustioni, a cui è quotidiano britannico. “Eppure non affidata la Sinfonia Grande che Franz dovremmo dimenticare che per ricevere Schubert scrisse nell’ultimo anno della l’arte, si tratti di musica, pittura, teatro, sua breve vita, il 1828, su commissione cinema, la metà del lavoro spetta al dell’orchestra di Vienna. Solo che agli pubblico. A me piace abbastanza questa strumentisti sembrò troppo difficile e vecchia liturgia con centinaia di persone fu accantonata. A riportarla in luce, un concentrate in assoluto silenzio su una decennio dopo, fu proprio Schumann. composizione musicale”. Piemontesi è molto richiesto nelle sale Buon ascolto. 1900 2000
schumanniano che apparve nel 1845. Si ROBERT dovrebbe prendere atto, allora, come a determinare la continuità e la quotidianità SCHUMANN del genere concertistico non fosse lo / Zwickau 1810 stile altissimo dei tre capolavori citati, / Bonn 1856 ma quello che imperversava in tutte le sale europee sotto le dita mitraglianti di Concerto in la minore per pianisti-compositori (i veri divi dell’epoca) pianoforte e orchestra op.54 come Dussek, Moscheles, Cramer, Ries, Hummel, Czerny, Field, Kalkbrenner, durata: 30 minuti circa Thalberg capaci, ciascuno, di sfornare nota di Claudio Proietti alcune decine di lavori nel genere, tutti uguali nella sostanza tecnica e linguistica, ma ben catalogati, a seconda dei contenuti, sotto le diverse etichette di Concerto, Variazioni, Fantasia, Rondò, Capriccio, Per l’ascoltatore che possieda una Pot-pourri. sensibilità abbastanza raffinata, ma non È ovvio che un’idealità sublime, come almeno una lieve infarinatura di elementi quella schumanniana, non potesse di composizione applicabili ai linguaggi esimersi dalla tensione totale verso il storici, non deve essere facile comprende- modello di Beethoven, ma è altrettanto re come il termine Concerto possa essere vero che la materia s’era fatta, nel egualmente utilizzato per composizioni frattempo, affatto diversa. Lo stesso così diverse fra loro come quelle di compositore svelò nel 1839, quando cioè Beethoven e di Schumann. Tanto più che la già da molti anni lavorava intorno alle idee storiografia indotta, quella deducibile dalle che poi si sarebbero consolidate nel circoscritte e “pigre” scelte del repertorio Concerto op.54 – la propria irrequietezza corrente, tende invece a proporre come creativa in due scritti diversi. In una lettera evidente e perfettamente consequenziale indirizzata a Clara definiva l’opera nascente una linea che partendo da Mozart arrivi come “un qualcosa che sta di mezzo tra fino a Brahms passando proprio attraverso Sinfonia, Concerto e Grande Sonata”; in un i capisaldi di Beethoven, Mendelssohn e articolo dedicato al Concerto op.40 di Schumann. Mendelssohn auspicava l’arrivo del In realtà, come tutti i fenomeni storici e “genio che ci mostri in modo brillante come in particolar modo quelli relativi a periodi si possa unire l’orchestra al pianoforte, caratterizzati da un fremente ribollire di tanto da lasciare al virtuoso la possibilità idee e fatti, anche la storia del concerto di sviluppare la ricchezza della sua arte per pianoforte e orchestra percorre alvei e del suo strumento, mentre l’orchestra, tortuosi, spesso frastagliati in rami intrecciando più artisticamente l’insieme secondari e talvolta ibridati da ricchi nei suoi svariati caratteri, avrebbe una parte affluenti esterni. Basterebbe un controllo, più importante che quella del semplice il più semplice e banale che qualsiasi ‘spettatore’”. Rovello davvero aggrovigliato, indagine storica possa fare, quello sulle indice di una pericolosa impasse in cui il date, per rendere palese, ad esempio, genere concerto era finito, di cui Schumann che nessuna presunta continuità può stesso aveva “sublimato” la caratteristica sussistere fra opere ben distanti fra loro più evidente, e cioè l’assoluta secondarietà come sono l’ultimo dei concerti beethove- dell’orchestra, componendo nel 1835-36 niani, il Quinto o “Imperatore” che è del il Concerto senza orchestra op.14. E l’esito, 1811, il successivo snodo fondamentale sostenuto più dalla volontà della ragione nella storia del genere, e cioè il Primo di che dalla natura dei fatti, è, come si diceva Mendelssohn (1831), e il concerto all’inizio, ambiguo. Lo è, ovviamente, solo
dal punto di vista strettamente formale, narrazione che si apre continuamente a ché la sostanza altissima dell’invenzione trasformazioni e dialoghi di stupefacente ha invece del miracoloso. La successione bellezza. Da ciò deriva la polivalenza dei tre movimenti Allegro affettuoso, formale dei singoli episodi (variazioni?, Intermezzo. Andantino grazioso, Allegro sezioni di forma-sonata?, microtrasforma- vivace è infatti il risultato di una costruzione zioni?) che, col senno di poi, sembra aprire complessa e articolata nel tempo. Fra il vertiginosi squarci sull’ignoto che verrà. 1833 e il 1841 nasce un pezzo intitolato Ecco, proprio qui è uno dei nodi della KonzertPhantasie in la minore provato faccenda. Le lambiccate e forbitissime pubblicamente al Gewandhaus di Lipsia analisi che il più delle volte concludono il 13 agosto 1841 con Clara al pianoforte, denunciando nel Concerto op.54 vari limiti ma mai pubblicato. Solo quattro anni dopo, e la carenza di “una solida impalcatura l’intermezzo e il finale si aggiungono, con costruttiva”, sembrano dimenticare che il evidenti collegamenti tematici, a quella suo autore è uno dei più vibranti visionari fantasia e tutto l’insieme viene presentato che l’arte romantica abbia generato. per la prima volta al pubblico di Dresda, Sembrano dimenticare che tutta l’opera di all’Hotel de Saxe, il 4 dicembre 1845 sotto Schumann è dominata dall’anelito furioso il nome di Concerto in la minore. Pianista è, alla vita e al sogno, dal desiderio di come sempre, Clara, sul podio Ferdinand conquista intellettuale e di dominio Hiller al quale l’opera è dedicata. dell’infinito, dall’ansia di superamento e Dell’auspicio formulato nell’articolo del reinvenzione di ogni genere e confine, 1839, Schumann mette senz’altro in atto dallo scambio incessante fra il poeta e la parte riguardante l’intreccio fra solista e il musicista. Sembrano non tener conto orchestra. Dal pianoforte sale un’onda di che il suo autore fu un artista capace di musica che coinvolge l’orchestra, la chiama annullare la propria fisionomia di sommo a fondersi in un discorso estremamente pianista e liederista, rimettendosi in equilibrato. Talmente equilibrato da gioco come sinfonista, come operista, ridurre ai minimi termini il contrasto come compositore di oratori, sempre tematico, cioè la spinta verso quella scommettendo sulla forza della fantasia, dialettica dell’opposizione che della forma sempre giurando sulla capacità della beethoveniana costituiva la natura stessa. musica di suscitare mondi e magie Praticamente il Concerto in la minore soprannaturali fino a concepire il sogno, pur conservando le caratteristiche della romantico per eccellenza, di musicare “forma-sonata” - con i suoi tre temi l’intero Faust di Goethe. diversificati, le sue fasi di passaggio e i suoi sviluppi - è generato da un’unica cellula (costituita dalle tre note DO - SI - LA che corrispondono alle tre lettere/note C-H-A presenti tanto nel nome Schumann che in quello dell’amata Clara – Chiarina). Da ciò derivano tanto la sorprendente stringatezza del primo, appassionato, slancio del pianoforte, quanto il rilievo dato al colore orchestrale nel definire compiutamente la densità espressiva del tema d’apertura. Da ciò deriva l’apparente paradosso di un pianoforte che proprio rinunciando ai fasti dell’esibizionismo stucchevolmente virtuosistico, diventa vero protagonista e motore dell’azione, centro soggettivo della
dall’altra giovanile nella medesima tonalità FRANZ SCHUBERT ma di proporzioni più ridotte perciò denominata Piccola, si deve a un Robert / Lichtenthal 1797 Schumann in trasferta viennese: un / Vienna 1828 pellegrinaggio nei luoghi beethoveniani e schubertiani il cui reportage il compositore Sinfonia n.9 D.944 tedesco pubblicò nel 1840 sul suo foglio La Grande di critica musicale, la «Neue Zeitschrift für Musik». Schumann aveva fatto visita durata: 45 minuti circa a Ferdinand Schubert, che presso di sé nota di Gregorio Moppi conservava una gran messe di inediti del fratello Franz. Tra questi giaceva anche la partitura della Sinfonia in do maggiore, inviata immediatamente all’amico e collega Felix Mendelssohn, a Lipsia, perché la dirigesse nella stagione di Enigma numerologico (e musicologico). concerti del Gewandhaus. Esecuzione Qual è il posto occupato dalla Grande nel avvenuta il 23 marzo 1839, di nuovo catalogo schubertiano? Cerchiamo di in dicembre, e poi ancora nel marzo e capirlo attraverso lo schema su cinque nell’aprile 1840. Era la prima volta che la colonne nella pagina seguente: nella Sinfonia veniva data in pubblico. Schubert prima viene indicata la numerazione non l’aveva mai potuta sentire perché la progressiva attribuita alle partiture Società degli Amici della Musica di Vienna, completate (nel conto ci entra anche il cui era stata affidata alla fine del 1826, torso dell’Incompiuta, sul piano espressivo, l’aveva trovata troppo lunga e di eccessiva tuttavia, del tutto compiuto); nella seconda difficoltà. la tonalità e il nome (d’autore o meno) Fino a qualche anno fa si credeva che la con il quale è nota; nella terza il diverso Grande risalisse al 1828, anno della morte grado di finitezza; nella quarta il periodo del compositore, così come scritto sulla di composizione; nell’ultima la data di prima pagina del manoscritto. Studi pubblicazione. piuttosto recenti (condotti anche sulla Dunque la nostra è l’ottava tra le sinfonie carta e sull’inchiostro impiegati) hanno numerate. La settima, se si considerano invece permesso di retrodatarne la soltanto quelle su cui Schubert volle (o composizione. Dunque Schubert vi lavorò riuscì a) lavorare da capo a fondo. La nell’estate del 1825, durante i soggiorni a nona, se si conta anche la sinfonia in mi Gmunden e Gastein, ritornandovi sopra a maggiore del 1821 completata da altri. Vienna, in autunno. Nell’estate del 1827 la Per nona la indicava pure una tradizione Società degli Amici della Musica pagava fondata sull’ipotesi che al settimo posto il copista che aveva provveduto a ricavare si trovasse una fantomatica «Sinfonia di dalla partitura le parti orchestrali, segno Gmuden-Gastein», mai rinvenuta (ma inequivocabile che allora la Grande era già di recente è stata incontrovertibilmente pronta da tempo. Rimane il problema della identificata con la Grande). Un gran bel data riportata sull’autografo. Frustrato il pasticcio, insomma. Una cosa certa suo desiderio di sentirla suonata, forse comunque c’è: la Grande è stata la sola Schubert decise di puntare alla stampa: sinfonia di Schubert a circolare su larga per venderla meglio agli editori pensò scala nell’Ottocento - almeno fino a probabilmente di rinfrescarla stracciandone quando, nel 1860, dall’oblio non emerse la il frontespizio originale con la dedica alla partitura dell’Incompiuta. Società viennese per inserirvi al suo posto, Il rinvenimento della Sinfonia in do direttamente sulla prima pagina maggiore, detta Grande per distinguerla orchestrale, la dicitura «marzo 1828».
Nonostante le proporzioni inconsuete per paesaggi dello spirito, digressioni, indugi, l’epoca, la Grande si mostra monumentale pause, emozioni più o meno fugaci. La solo in superficie (la «sublime lunghezza» sua originalità sta nell’esser riuscito a che le riconosceva Schumann). Nella connetterli in una struttura ariosa, certo sostanza invece è tutt’altro che granitica: distante dalla scultorea concentrazione procede con passo narrativo e svagato, beethoveniana, a suo modo, tuttavia, trascolorante da un episodio all’altro in logica, coerente, unitaria. Unitarietà che maniera discorsiva, piana, a tratti fantastica, nel primo movimento è raggiunta grazie attraverso morbide concatenazioni sintatti- all’imponente riproposizione, al termine che e strutturali tipicamente schubertiane. dell’«Allegro ma non troppo», del tema Di Beethoven, venerato modello di riferi- che nell’«Andante» introduttivo viene mento cui viene reso omaggio nell’ultimo enunciato all’unisono dai due corni, movimento richiamandone l’Inno alla gioia strumenti romantici per eccellenza. dalla Nona sinfonia, non vi sono l’impeto Un’atmosfera naturalistica e incantata, da eroico di proporzioni ferree e stringate, leggenda popolare, pervade l’«Andante con le deflagrazioni dialettiche, lo sviluppo moto» che tanto affascinava Schumann. organico del materiale tematico. Approdando La sovrapposizione a terrazze dei piani finalmente, dopo i numerosi tentativi abortiti, sonori, il colore, l’energia ritmica presenti alla «grande sinfonia» a lungo vagheggiata, nel successivo Scherzo (eccezionalmente Schubert non poteva davvero tradire in forma-sonata come quello della Nona di la sua natura più profonda, rinunciare Beethoven) trapasseranno nelle omologhe all’espansione lirica, alle caratteristiche pagine bruckneriane. L’accostamento di modulazioni e sospensioni armoniche, terzine filanti a ritmi puntati d’aspetto alla frequente contrapposizione timbrica affermativo contribuisce a determinare la e dinamica tra archi, forte, e fiati, piano, a solare esaltazione ottimistica che inonda spargere per la partitura gioielli tematici, l’«Allegro vivace» finale. - re maggiore frammento del I movimento ?1811 - 1 re maggiore terminata il 28/X/1813 1884 2 si bemolle maggiore 10/XII/1814 - 24/III/1815 1884 3 re maggiore 24/V - 19/VII/1815 1884 4 do minore Tragica terminata il 27/IV/1816 1884 5 si bemolle maggiore settembre - 3/X/1816 1885 6 do maggiore Piccola ottobre 1817 - febbraio 1818 1885 - re maggiore abbozzi pianistici di due movimenti maggio 1818 1982 - re maggiore frammenti dopo il 1820 1982 - mi maggiore frammenti dei quattro movimenti: agosto 1821 1934 orchestrate 110 battute del primo; partitura completata nel 1877 da John Francis Barnett, nel 1934 da Felix Weingartner, nel 1977 da Brian Newbould 7 si minore Incompiuta I e II movimento completi; il terzo ottobre 1822 1867 lasciato alla battuta 128 8 do maggiore Grande estate 1825 - entro l'autunno 1826 1840 re maggiore abbozzi: “restaurati” da Luciano Berio ?estate-autunno 1828 1982 in Rendering (1989-90)
DISCOGRAFIA CONSIGLIATA Gli amici di Dischi Fenice sono nostri fedeli compagni di viaggio da molti anni. Con la loro competenza e cortesia caratterizzano il foyer durante i concerti al Teatro Verdi. Le norme anti Covid hanno reso difficile la loro presenza all’interno del teatro e quindi nostro malgrado siamo costretti a sospendere (speriamo momentaneamente) il servizio. Silvia e Danilo non hanno voluto però far mancare i loro suggerimenti e quindi siamo contenti di poter ospitare sul nostro programma i consigli d’ascolto relativi a questa produzione e ai loro protagonisti. Il Piano Concerto di Schumann è proposto nell’edizione Teldec con Martha Argerich al prezzo speciale di € 5,00 (disco a cui tutti siamo affezionati, interessante l’accoppiamento con il concerto per violino eseguito da Kremer). Schumann non poteva mancare nell’esecuzione di Francesco Piemontesi (Naive, 1 cd € 15,00). Per concludere ecco l’ultima esecuzione schubertiana del Maestro Claudio Abbado (live del 2011) con l’Orchestra Mozart, 1 CD € 15,00. Questi e altri titoli sono disponibili presso la sede di Dischi Fenice in via Santa Reparata 8/B a Firenze con orario dal lunedì al venerdì 10-14 e 15.30-19.30 ed il sabato 10-13.30. Info e prenotazioni tel. 055 3928712 - info@dischifenice.it
@orchestradellatoscana Orchestra della Toscana @ort_insta pinterest.it/ortpin/ Violini Primi Violoncelli Corni Daniele Giorgi * Luca Provenzani * Andrea Albori * Virginia Ceri * Augusto Gasbarri * Paolo Faggi * Alice Costamagna ** Andrea Landi ** Stefano Bianchi Simone Centauro Trombe Gabriella Colombo Giovanni Simeone Stefano Benedetti * Francesco Di Cuonzo Luca Betti * Isak Lenza Contrabbassi Donato De Sena * Susanna Pasquariello Amerigo Bernardi * Carlotta Rossi Luigi Giannoni ** Gianluca Stupia Tromboni Giovanni Ludovisi Giorgio Bornacina * Giulio Marignetti Stefano Bellucci Violini Secondi Sergio Bertellotti Paolo Gaiani * Flauti Marcello D’Angelo ** Fabio Fabbrizzi * Patrizia Bettotti Timpani Roberta Zorino * Alberto Semeraro * Chiara Foletto Alessandro Giani Emma Lanza Oboi Marco Pistelli Alessio Galiazzo * Angela Tomei Flavio Giuliani * Viole Clarinetti Stefano Zanobini * Emilio Checchini * * prime parti Pier Paolo Ricci ** Marco Ortolani * ** concertino Amira Awayan Caterina Cioli Fagotti Ispettore d’orchestra e Alessandro Franconi Paolo Carlini * archivista Sabrina Giuliani Umberto Codecà * Alfredo Vignoli
DANIELE RUSTIONI Direttore principale dell’ORT fino al maggio scorso, è stato nominato da pochi giorni direttore artistico dell’Orchestra. Ha costruito in questi anni una carriera formidabile che lo ha portato a suonare alla Royal Opera House Covent Garden, all’Opera di Monaco di Baviera, all’Opéra di Parigi, all’Opernhaus di Zurigo, al Teatro alla Scala, alla Fenice di Venezia, al Metropolitan di New York. È uno dei più importanti direttori d’orchestra della sua generazione sia nel repertorio operistico che in quello sinfonico. Direttore Musicale dell’Opéra National de Lyon, ha debuttato con grande successo a settembre 2019 nel nuovo ruolo di Chief Conductor della Ulster Orchestra a Dublino. Nella stagione 19/20 ha inaugurato alla Philharmonia Zürich, ha diretto per la prima volta la Hallé Orchestra di Manchester mentre ha fatto il suo debutto sinfonico al Concertgebouw di Amsterdam con la Netherlands Philharmonic e negli danielerustioni.com Stati Uniti con la Indianapolis Symphony Orchestra. Vanta una lunga discografia; con l’ORT ha @danielerustioniconductor inciso negli ultimi anni tre CD per Sony Classical co-prodotti dalla Fondazione ORT che omaggiano il Novecento storico @danielerustioni italiano (Giorgio Federico Ghedini 2016, Goffredo Petrassi 2018, Alfredo Casella 2019).
FRANCESCO PIEMONTESI Nato a Locarno, ha studiato con Arie Vardi perfezionandosi in seguito con Alfred Brendel, Murray Perahia, Cécile Ousset e Alexis Weissenberg. Pianista dotato di eccezionale finezza interpretativa abbinata a solidissime qualità tecniche, si esibisce in tutto il mondo con le principali orchestre tra cui la Los Angeles Philharmonic Orchestra, la London Symphony Orchestra, la Boston Symphony, la NHK Symphony, la Budapest Festival Orchestra, l’Orchestre National de France, l’Orchestra Nazionale della RAI di Torino, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Chamber Orchestra of Europe per citarne alcune; ha suonato con i più importanti direttori d’orchestra quali Vladimir Ashkenazy, Zubin Mehta, Sir Antonio Pappano e Yuri Temirkanov e collabora in ambito cameristico con artisti importanti quali Leif Ove Andsnes, Yuri Bashmet, Renaud e Gautier Capuçon, Stephen Kovacevich e il Quartetto Emerson. Si è esibito nelle più importanti sale da concerto del mondo e nei Festival più prestigiosi, tra cui quello di francescopiemontesi.com Salisburgo, Lucerna, Edimburgo, Verbier, Aix-en-Provence e La Roque d’Anthéron per citarne alcuni. Dal 2012 è Direttore @PiemontesiFrancesco Artistico del Festival Settimane Musicali di Ascona. Questa stagione vedrà la pubblicazione F_Piemontesi delle ultime Sonate per Pianoforte di Schubert.
7e8 ottobre h. 21:00 NUNO CÔRTE-REAL direttore ANA QUINTANS soprano musiche di MENDELSSOHN, CÔRTE-REAL, MOZART 21 e 22 ottobre h. 21:00 MICHELE CAMPANELLA pianoforte e concertatore musiche di MOZART, BEETHOVEN 29 e 30 ottobre h. 21:00 JOHN AXELROD direttore JIN JU pianoforte DANIELE GIORGI violino LUCA PROVENZANI violoncello musiche di SMENTANA, BEETHOVEN, DVOŘÁK prossimi appuntamenti
FONDAZIONE ORCHESTRA O REGIONALE TOSCANA IC stituzioni oncertistiche rchestrali Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. (+39) 055 234 2722 - 0710 fax (+39) 055 2008035 orchestradellatoscana.it info@orchestradellatoscana.it Consiglio di Amministrazione Direzione artistica Ospitalità e sala Teatro Verdi Maurizio Frittelli presidente Cristian Carrara Fulvio Palmieri Francesca Bardelli vice Paolo Frassinelli Paolo Malvini Elisabetta Bardelli Tiziana Goretti Lisa Baldi Elisa Burlamacchi Francesco Bazzani Nazzareno Carusi Direzione generale, Pietro Carnera sviluppo e personale Tommaso Cellini Revisore unico Marco Parri Gaia Cugini Vittorio Quarta Elisa Bonini Lorenzo Del Mastio Andrea Gianfaldoni Elena Fabbrucci Direttore artistico Stefania Tombelli Enrico Guerrini Daniele Rustioni Pasquale Matarrese Comunicazione Giulia Mazzoni Riccardo Basile Alice Zanobini Direttore principale Ambra Greco Eva Ollikainen Claudia Arcari Palcoscenico Teatro Verdi Walter Sica Direttore onorario Amministrazione Carmelo Meli James Conlon Simone Grifagni Sandro Russo Direttore ospite principale Cristina Ottanelli Alessandro Goretti Beatrice Venezi Direttore ospite principale Servizi tecnici orchestra Nil Venditti Angelo Del Rosso TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 50122 Firenze Progetto grafico e BIGLIETTERIA impaginazione Via Ghibellina, 97 Ambra Greco 50122 Firenze aperta solo i giorni di Foto e Illustrazioni spettacolo con orario Marco Borrelli (cop, 12) 10-13; 16-19 e 20-21 Marco Borggreve (13) tel. (+39) 055 21 23 20 Cristovão (14.1) Stampa www.teatroverdifirenze Salvatore Scialò (14.2) Grafiche Martinelli info@teatroverdionline.it Daniel Vass (14.3) (Firenze)
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