Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche

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Università degli Studi di Cagliari
Facoltà di Studi Umanistici

                             Corso di Laurea in Scienze e Tecniche
                                         Psicologiche
                                       Psicologia Sociale 8 cfu
                                             AA 2020-21

     Il programma prevede la trattazione dei seguenti argomenti suddivisi in 8 moduli:

     1-      Percezione sociale e attribuzione 8h
     2-      Gli atteggiamenti 8h
     3-      L’influenza sociale 6h
     4-      Teorie e applicazioni della psicologia della comunicazione 8h
     5-      Gender studies, teorie femministe e oggettivazione sessuale 8h
     6-      Il comportamento aggressivo e prosociale 8h
     7-      Gruppi e le relazioni intragruppali 4h
     8-      Prestazioni dei gruppi e leadership 4h

     6h saranno riservate all’assessment del percorso di apprendimento.

          prof.ssa Cristina Cabras                                ccabras@unica.it
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                                 AGGRESSIVITÀ E
                                COMPORTAMENTO
                                  PROSOCIALE

         prof.ssa Cristina Cabras          ccabras@unica.it
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                                     AGGRESSIVITÀ
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                                       AGGRESSIVITÀ

                                           Aggressione

               “Qualsiasi forma di comportamento volto allo scopo di recare danno o
               ferire un altro essere vivente che è motivato a evitare tale trattamento”
                                     (Baron & Richardson, 1994)

                  Con il termine danno si indica qualsiasi forma di trattamento
                  indesiderato che può causare una ferita fisica o psicologica,
              compromettere le relazioni sociali, sottrarre o rovinare beni posseduti dal
                                               target.

                                            intenzionalità
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                                      AGGRESSIVITÀ

            1. Il comportamento aggressivo è definito dalle sue motivazioni sottostanti
               e non dalle sue conseguenze
            2. L’intenzione di recare danno implica la capacità da parte
               dell’attore/attrice di comprendere che il comportamento in questione
               può danneggiare o ferire il/la destinatario/a
            3. Definire l’aggressione come un comportamento che la vittima vorrebbe
               evitare indica che le azioni dannose messe in atto con il consenso del
               target non rappresentano esempi di aggressione

                                                          (Baron & Richardson, 1994)
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                                            L’AGGRESSIVITÀ

                          Aggressione                        Aggressione
                          strumentale                           ostile

                     Lo scopo è quello di                 L’obiettivo primario è
                        raggiungere fini                 quello di voler arrecare
                            particolari.                 un danno alla persona.
                   Infatti gli eventuali danni              Spesso mossa da
                       alle persone sono                sentimenti negativi come
                       considerati effetti                      la rabbia
                      collaterali inevitabili
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                                     Teorie sull’aggressività

                  Approccio biologico                      Approccio psicologico

    •    Prospettiva etologica                     •   Modello frustrazione-aggressività

    •    Genetica del comportamento                •   Modello cognitivo-neoassociazionista

                                                   •   Teoria dell’apprendimento
    •    Ruolo degli ormoni

                                                   •   Modello sociocognitivo
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                                       Teorie sull’aggressività

                                                                           PROSPETTIVA
                                         Approccio biologico
                                                                            ETOLOGICA

                       I comportamenti aggressivi sono funzionali alla sopravvivenza
                                individuale ed al mantenimento della specie

                                              Lorenz (1966)
                     Modello della caldaia a vapore: l’energia aggressiva è prodotta
                     continuamente nell’organismo fino a quando non viene rilasciata
                       da uno stimolo esterno. Se l’energia non rilasciata supera un
                          certo livello questa strariperà portando ad aggressioni
                                                 spontanee.

                       Il comportamento aggressivo è l’inevitabile conseguenza della
                                   produzione continua di tale energia
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                                          Teorie sull’aggressività

                                                                               GENETICA DEL
                                             Approccio biologico
                                                                              COMPORTAMENTO

                        È possibile che i geni predispongano una persona ad essere
                                                 aggressiva?

                           Ci sono stati diversi tentativi di ricondurre il temperamento
                                         aggressivo a un’origine genetica

                                         Cesare Lombroso (1876)
                     Sostenne che i/le criminali non compiono azioni aggressive per
                     un atto di volontà malvagia libero e cosciente ma piuttosto
                     perché hanno tendenze malvage originate da un’organizzazione
                     fisica e psichica diversa dall’uomo normale.

                        Le prove di questa teoria, Lombroso le ricercò attraverso un
                      esame dettagliato di criminali famosi, di cui rilevò sia la struttura
                         fisica (misurazione del cranio, facce, piedi) sia la struttura
                               psicologica (costumi sessuali e abitudini di vita).
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                                     Teorie sull’aggressività

                                                                 GENETICA DEL
                                      Approccio biologico
                                                                COMPORTAMENTO
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                                          Teorie sull’aggressività

                                                                                GENETICA DEL
                                            Approccio biologico
                                                                               COMPORTAMENTO

                       Dalle ricerche condotte sui gemelli e i bambini/e adottati/e
                                  emerge che bisogna tenere conto della:

                                                  Natura e cultura

                                Influenza                            Influenza esercitata
                            esercitata dai geni                          dall’ambiente
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                                         Teorie sull’aggressività

                                                                               RUOLO DEGLI
                                           Approccio biologico
                                                                                 ORMONI

                                           Il ruolo del Testosterone:
                             ormone sessuale maschile, importante modulatore dei
                           comportamenti aggressivi. Spiegherebbe la maggior parte
                                dell’aggressività dell’uomo rispetto alla donna.
                                          ( Dabbs e Hargrove, 1997).

             Alti livelli di testosterone                         Nelle donne spesso violente
                maggiori tendenze                                      il tasso ematico di
            aggressive e antisociali in                            testosterone è più elevato
                   entrambi i sessi                               che nelle donne non violente

                                       Percezione e gestione dello stress, livelli di cortisolo
             CORTISOLO                 ridotti associati a condotte aggressive
                                                               (Shoal, Giancola e Kirillova, 2003)
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                                           Teorie sull’aggressività

                                            Approccio psicologico

                             AGGRESSIVITÀ NEL PENSIERO FREUDIANO (1920)

                                     MODELLO FRUSTRAZIONE-AGGRESSIVITÀ

                                               Tre ipotesi di base:

                  ØAggressività come impulso primario;
                  ØAggressività come reazione alla frustrazione;
                  ØAggressività come estroflessione della pulsione di morte.

                  L’energia distruttiva derivante dall’istinto di morte deve essere
                  indirizzata verso l’esterno – attraverso forme socialmente accettate
                  - per consentire all’energia positiva di autoconservazione di
                  prevalere (Freud, 1920).
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                                         Teorie sull’aggressività

                                          Approccio psicologico

                                     FRUSTRAZIONE e AGGRESSIVITÀ
                                         (Dollard e Miller, 1939)

                                                Idea di base:
                             Rapporto biunivoco tra Frustrazione e Aggressività:
        Ø Il       comportamento aggressivo è conseguenza di uno stato di
        frustrazione: condizione che si verifica quando degli ostacoli si frappongono
        tra la persona e il raggiungimento dei suoi obiettivi;
        Ø Sperimentare uno stato di frustrazione induce a mettere in atto un
        comportamento aggressivo.
        (L’aggressività può anche non essere rivolta verso la causa della
        frustrazione).

                     Rielaborato da Berkowitz (1993)
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                                           Teorie sull’aggressività

                                            Approccio psicologico

                 Studio sull’ “effetto arma”: in presenza di uno stato d’animo negativo,
                 la presenza di un’arma rende saliente una risposta aggressiva
                                         (Berkowitz e LePage, 1967)
                 ØAspetti positivi: l’ipotesi frustrazione-aggressività prende le distanze
                 da una concezione di aggressività come prodotto di un istinto innato.

                                                      Critiche:
                         La frustrazione può indurre risposte diverse dall’aggressività
           (es. pianto), così come non sempre i comportamenti aggressivi sono causati
                                     da frustrazioni individuali (es. terrorismo)
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                                             Teorie sull’aggressività

                                              Approccio psicologico

                      Rielaborazione di Berkowitz (1993):

                         Il modello cognitivo-neoassociazionista dell’aggressività
             L’aggressività è solo una delle risposte possibili a un sentimento negativo:
               diventa dominante quando nella situazione sono presenti stimoli a cui la
                       persona ha associato in passato una connotazione aggressiva.

                                                Secondo tale modello:          Almeno 2 tipi
     Eventi negativi frustranti                                         di reazioni psicomotorie e
     o fortemente stressanti                                            fisiologiche, sensazioni,
                                                                             pensieri, ricordi
     Attivano pensieri associativamente
                                                                              associati alla
     legati a una primitiva emozione                     attivano
                                                     automaticamente

                                                                        Aggressione      Fuga
           Rabbia                    Paura
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                                            Teorie sull’aggressività

                                             Approccio psicologico

                                     Modello del trasferimento dell’eccitazione
                                                  Zillmann (1978)

               Gli effetti della frustrazione sarebbero incrementati dall’attivazione fisiologica
                          causata da una fonte neutrale o non legata all’aggressività.

                       Un’attività neutra (es. correre) genera un’attivazione fisiologica.
             Se questa attivazione è ancora presente quando la persona si arrabbia può essere
                trasferita ad una nuova situazione ed erroneamente attribuita alla rabbia,
                               amplificando la forza delle risposte aggressive.
Università degli Studi di Cagliari
Facoltà di Studi Umanistici
                                       Teorie sull’aggressività

                                        Approccio psicologico

                                TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE
                                       (Bandura,1961,1963,1983)
               Le esperienze apprese nel corso dei processi di socializzazione sono importanti
                          nell’influenzare schemi di comportamento aggressivo.
                                             (Bandura, 1983)

               L’apprendimento è definito come il cambiamento del comportamento attraverso
                                              l’esperienza.
                    Due meccanismi guidano l’acquisizione dei comportamenti aggressivi:

                 Rinforzo diretto:                         Rinforzo vicario (modellamento):
         Esperienza di essere premiati per                   Apprendimento per imitazione.
           un comportamento aggressivo                       Osservare altre persone venire
          (raggiungimento di uno scopo o                      premiate per comportamenti
               ammirazione sociale)                        aggressivi aumenta la probabilità di
                                                               adottare azioni analoghe.
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                                       Teorie sull’aggressività

                                        Approccio psicologico

                                TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE
                                       (Bandura,1961,1963,1983)

   In uno studio ormai classico, Bandura, Ross e Ross (1961) introdussero il paradigma di Bobo

    Esposizione di bambini/e a modelli di
     adulti che si comportavano in modo
  aggressivo o non aggressivo nei confronti
    di un pupazzo gonfiabile di nome Bobo.

          Chi aveva osservato i modelli
       aggressivi mostrò comportamenti più
        aggressivi nei confronti del pupazzo
      rispetto a coloro che avevano osservato
           comportamenti non aggressivi             Un modello aggressivo istiga maggiormente
                                                  l’imitazione quando viene ricompensato per il suo
                                                 comportamento piuttosto che quando viene punito.
                                                            Bandura, Ross e Ross (1963)
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                                               Teorie sull’aggressività

                                                Approccio psicologico

                                                Modelli sociocognitivi

                  Si concentrano sul ruolo delle rappresentazioni cognitive come predittori dei
                                           comportamenti aggressivi

                Huesmann (1998) ipotizzò che il comportamento sociale in generale e quello
                aggressivo in particolare, si formi sulla base di rappresentazioni astratte dei
                          comportamenti appropriati in diversi contesti e situazioni.

                                         Queste rappresentazioni sono chiamate
                                                 SCRIPT AGGRESSIVI
                              ovvero linee guida utilizzate per decidere se mettere in atto o
                                          meno un determinato comportamento

                                     Lo script contiene anche le credenze normative ,
                                      che indicano quando è appropriato mostrarsi
                                             aggressivi e quale script utilizzare
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Facoltà di Studi Umanistici
                                         Teorie sull’aggressività

                                           Approccio psicologico

                                     General Aggression Model (GMA)
                                        Anderson e colleghi (2000)

                   È un modello generale di aggressività, per cui la combinazione di disposizioni
                    individuali (es. la rabbia di tratto) e stimoli ambientali esterni, crea uno stato
                     interiore caratterizzato da cognizioni specifiche e da sintomi di attivazione

              Ad una persona collerica basterà la minima provocazione per entrare in uno stato
               di furia che sarà contrassegnato da pensieri aggressivi, sentimenti negativi e
                                              sintomi somatici.
               Questo stato conduce ad una valutazione iniziale della situazione e poi a una
                                       riconsiderazione più elaborata.
              Successivamente ci sarà una conseguente risposta comportamentale ti tipo più
                                             o meno aggressivo
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                                               Teorie sull’aggressività

                                                Approccio psicologico

                                           General Aggression Model (GMA)
                                              Anderson e colleghi (2000)

                                     Disponibilità di risorse cognitive di elaborazione

                                                    -                 +

                                      percorso automatico        percorso controllato

                    risposta emotiva interna                                 processi cognitivi

                                                     di ordine superiore
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                                     L’aggressività come problema sociale

                                           Violenza intergruppi

                                          Aggressioni intergruppi
          Come aveva già ipotizzato Sherif (1966), i gruppi possono entrare in competizione per
          il perseguimento di obiettivi di potere o materiali. Ma anche in assenza di conflitti di
          interesse, la sola categorizzazione di gruppi può essere sufficiente a creare ostilità.

                                             Violenza collettiva

          «Ricorso strumentale alla violenza da parte di persone che si identificano come
         membri di un gruppo (…) e si oppongono a un altro gruppo, per conseguire obiettivi
                          politici, economici o sociali» (Krug et al., 2002)

           Conflitti politici                                                Malavita e rivalità
                                           Genocidi e torture
         Guerre e terrorismo                                                    tra bande
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                                      L’aggressività come problema sociale

              Cosa spinge i singoli individui ad aggredire i membri di un altro gruppo?

              Ø Una prima linea di ricerca si è concentrata sullo studio della
                    deindividuazione ( evidenza dei cambiamenti situazionali a breve termine
                    nell’individuo)

              Ø Una seconda linea ha esaminato i processi a lungo termine di
                    identificazione e affiliazione sulla base del costrutto di identità sociale
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                                     L’aggressività come problema sociale

                                              La deindividuazione

                      È un costrutto psicologico caratterizzato da una riduzione del senso di
                   individualità e di responsabilità personale provata da colui/colei che si sente
                     anonimo/a in una situazione di gruppo, e avverte una ridotta capacità di
                                        considerare se stesso/a come persona.

                       Nei gruppi numerosi, le persone perdono il senso della loro identità e
                    responsabilità personale, mostrando comportamenti aggressivi che in altre
                      circostanze, i loro standard interiori avrebbero giudicato inammissibili.
                                                 (Zimbardo, 1969)
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                                     L’aggressività come problema sociale

                                             La deindividuazione

                 Zimbardo propose tre variabili in grado di promuovere la deindividuazione

                               L’anonimato                   La diffusione di responsabilità

                                             L’ampiezza del gruppo
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                 Passeggiando per la strada, una persona cade di fronte a voi.
                                 La aiutereste a rialzarsi?

                                     https://www.youtube.com/watch?v=ZLFI9S5hAQU
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                                     L’aggressività come problema sociale

                                        Diffusione della responsabilità
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                                     L’aggressività come problema sociale

                                        Diffusione della responsabilità

         Assistere a una scena drammatica violenta, in presenza di altre persone fa diminuire in
                            ciascuno delle/dei presenti la pressione ad agire.
         La responsabilità viene divisa tra tutti/e i/le presenti, e in simili casi nessuno interviene.

             La differenza tra chi interviene e chi resta passivo/a non è la personalità ma il
                     numero di persone che si ritiene stia assistendo all’emergenza.
           Minore è il numero id persone, maggiore è la probabilità per la persona di soccorrere
                                           chi si trova in pericolo
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                                     Prevenzione e intervento psicologico

                              I programmi di intervento si propongono di ridurre la
                            probabilità che le singole persone ricorrano alla violenza
                                       agendo su tre meccanismi principali:

             Catarsi:                               Punizione:                      De-escalation:
     Scaricare la tensione                    Effetto deterrente delle           Stimolare emozioni e
    aggressiva attraverso                   punizioni, soli in presenza di        cognizioni positive.
    l’attività fisica o canali                   alcune condizioni:                Es. impegnare le
       simbolici (battute,                 • Punizione sufficientemente            persone in attività
         realtà virtuale).                   spiacevole                              prosociali per
    (Bushman e Whitaker,                   • Probabilità elevata che            contrastare l’ideazione
               2010)                         venga inflitta                           aggressiva
                                           • Disponibili alternative di
                                             comportamento valide
                                           • Punizione impartita
                                             immediatamente dopo la
                                             trasgressione
                                                 (Berkowitz, 1993)
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                           IL COMPORTAMENTO
                               PROSOCIALE
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                                             Siamo buoni o cattivi?

              Le persone rivelano una capacità di provare empatia per estranei in difficoltà (es.
                 dopo terremoti, tsunami, uragani..) e un desiderio di aiutare il prossimo, senza
                                               ottenere nulla in cambio.

                                 Eppure non tutte le persone sono altruiste, né sono
                              disposte ad aiutare tutti indiscriminatamente e in ogni
                                                     momento.
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                                Comportamento prosociale, di aiuto e altruistico

                                         I termini aiuto, comportamento prosociale e altruismo spesso
             Definizioni                   sono usati in modo intercambiabile, nonostante ciascuno abbia
                                                              un significato specifico.

   Il comportamento di aiuto: azione che ha lo scopo di migliorare il benessere del/della
   destinatario/a o fornirgli/le un beneficio (Dovidio et al., 2006)

   Comportamento prosociale: è culturalmente determinato, perché definito dalla società come
   beneficio per le altre persone o per il sistema sociale (Piliavin et al., 1981)

   Altruismo: comportamento a beneficio degli/delle altri/e, messo in atto in assenza di
   anticipazione di ricompense da fonti esterne (Piliavin, 2009)
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                                Comportamento prosociale, di aiuto e altruistico

                                               Il dibattito altruismo/egoismo

                                                       Motivazione

                                     altruistica                                egoistica

            Ipotesi dell’empatia-altruismo                             Modello del sollievo dallo stato
       L’altruismo evocato da un sentimento di                                       negativo
          empatia costituisce una potenziale                      Osservare una persona in difficoltà suscita
            motivazione delle azioni di aiuto                               un’emozione spiacevole
                 (Batson et al., 1981)                              nell’osservatore/trice spingendolo/a ad
                                                                   agire. L’aiuto è motivato dalla volontà di
                                                                   alleviare il proprio disagio (cioè interesse
                                                                                    personale)
                                                                               (Cialdini et al., 1987)
Università degli Studi di Cagliari
Facoltà di Studi Umanistici

                                      Comportamenti prosociali

     •    Cooperazione: aiuto come azione congiunta di più persone ( Argyle, 1991)

     •    Resistenza coraggiosa: sottogruppo dell’altruismo

     •    Altruismo totalmente disinteressato: chi aiuta corre gravi rischi e il comportamento si

          protrae nel tempo (Shepela et al., 1999)

     •    Volontariato: attività in cui il proprio tempo è messo a disposizione per il vantaggio di

          altri/e (Wilson, 2000)

     •    Intervento di emergenza: agire in una situazione di rischio urgente e imprevista (Piliavin

          et al., 1981)

     •    Intervento dello spettatore: aiutare nelle situazioni di emergenza osservate (Latanè e

          Darley, 1970)
Università degli Studi di Cagliari
Facoltà di Studi Umanistici
                                     Perché le persone decidono di non aiutare?

                              OMICIDIO DI KITTY GENOVESE, NEW YORK, 1964.
                             38 testimoni avevano assistito all’evento senza intervenire

                                Questo fatto ispirò una quantità impressionante di
                                          ricerche in psicologia sociale

                   Latanè e Darley (1970) dimostrarono l’importanza dell’«effetto spettatore»
                 In base al quale la probabilità di intervento si riduce in funzione del numero
                                         di testimoni a una situazione di emergenza.

                    Gli autori formularono il loro influente modello decisionale dello spettatore
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                                     Perché le persone decidono di non aiutare?

                                        Il modello decisionale dello spettatore

         Latanè e Darley (1970) proposero un modello del comportamento prosociale in 5 stadi:

    1. Notare l’evento: la persona è consapevole che qualcosa sta accadendo

    2. Decidere che si tratta di un’emergenza: la persona interpreta l’evento come un

          emergenza e riconosce che l’altro/a ha bisogno di aiuto

    3. Stabilire il grado di responsabilità personale

    4. Decidere in che modo intervenire: la persona pensa alla modalità di assistenza a sua

          disposizione

    5. Realizzare l’intervento scelto: in base al risultato del processo di decisione la persona

          decide se intervenire o meno
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                                     Perché le persone decidono di non aiutare?

                                      Il modello decisionale dello spettatore

                           Vi sono tre processi psicologici in grado di frenare l’intervento:

          1. Diffusione della responsabilità : uno spettatore/trice da solo sente la responsabilità
                di intervenire. Al contrario, se altre persone sono presenti ogni spettatore/trice sente
                meno questa responsabilità.

          1. Ignoranza pluralistica: se lo spettatore/trice non sa come intervenire e esita
                nell’intervenire, diviene un modello di passività per gli/le altri/e.

          1. Inibizione sociale: la presenza di altri/e spettatori/trici suscita una sensazione di
                disagio che porta ad un ansia sociale e ad inibire gli interventi, specialmente nel caso
                in cui gli/le spettatori/trici abbiamo dei dubbi su come intervenire.
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                                     Perché le persone decidono di aiutare?
                                            Modello costi-benefici
                                             Piliavin et al., 1981

         Il modello prevede due componenti:
         1. Componente cognitiva di decision making (calcolo costi-benefici delle azioni)
         2. Costrutto motivazionale centrale (attivazione vicaria)

                          Si ipotizza, che una situazione di sofferenza altrui possa generare
                                              un’attivazione empatica.
                   Per poter alleviare la tensione provocata dalla vista della sofferenza altrui la
                      causa del disagio va eliminata (aiutando chi ne ha bisogno) o rimossa
                                        (fuggendo dalla vista della sofferenza)
                                                 (Piliavin et al., 1981)
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                                     Perché le persone decidono di aiutare?
                                            Modello costi-benefici

                               Costi                                        Benefici

   •    fattori situazionali (es. essere di fretta)        •   norma della reciprocità
   •    timore di subire conseguenze negative              •   approvazione sociale
   •    timore che il nostro intervento sia                •   innalzamento autostima
        disapprovato socialmente                           •   possibilità di lenire sensi di colpa
                                                           •   gratitudine della vittima

                     Piliavin e colleghi, svilupparono ulteriormente il loro modello.
       Sottolinearono l’importanza delle caratteristiche dell’osservatore/trice (competenza,
    norma, umore), caratteristiche della vittima (similarità con l’osservatore), dell’attribuzione
    alla situazione, il ruolo dell’empatia, e il fatto che in situazioni di emergenza i costi vengono
                                         considerati solo in parte.
   Nelle situazioni di emergenza si può verificare un aumento di probabilità a intervenire
   attraverso:
   • Risposta impulsiva di aiuto: se l’attenzione dell’osservatore/trice è focalizzata
       esclusivamente sulla vittima
   • Il senso del noi: l’intervento avviene perché le vittime vengono percepite come
       appartenenti al nostro gruppo
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                                     Perché le persone decidono di aiutare?
                                     Gruppi, identità e comportamento prosociale

        Alcune condizioni possono alterare la bilancia tra costi e benefici:
        • Modello dell’identità dell’ingroup comune (Dovidio, 1997; Gaertner &
             Dovidio, 2000): se si riesce a ottenere che i membri di un gruppo differente
             si percepiscano come appartenenti a un gruppo comune, l’ostilità si riduce e
             aumentano i comportamenti prosociali.
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                                     L’evoluzione ci rende egoisti?

       •  Approccio evoluzionistico
       comportamento altruistico attuato a favore dei membri della propria famiglia,
       finalizzato alla trasmissione dei geni
       - «selezione parentale» o «teoria della fitness inclusiva» (Hamilton, 1964)

       •   Approccio sociobiologico
       «altruismo reciproco» (Trivers,1971)
       Una persona mette in atto un comportamento altruistico nei confronti di un/una
       estraneo/a se i potenziali benefici dell’azione superano il rischio

       •   Evoluzionismo culturale
       Le persone sono influenzate dai valori e dalle norme che condividono con gli/le
       altri/e membri del loro gruppo
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                                      Diventiamo egoisti se la nostra vita è in
                                                   pericolo?

                                     Le risposte alle emergenze non sono dettate
                                       dal panico ma dalle norme sociali, che si
                                          ristabiliscono saldamente nelle fasi
                                      immediatamente successive all’emergenza
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