SPAZIO E ORIENTAZIONE NELL'INTERAZIONE IN CO-PRESENZA

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SPAZIO E ORIENTAZIONE NELL'INTERAZIONE IN CO-PRESENZA
SPAZIO E ORIENTAZIONE NELL’INTERAZIONE

                              IN CO-PRESENZA

                                Adam Kendon
                   [Traduzione italiana di Maria Graziano]
 Original title: “Space and orientation in interaction in co-presence” (1988)

           Comincerò con un’osservazione molto elementare: qualunque tipo di
comportamento occorre in un mondo tridimensionale ed un qualunque tipo di
attività richiede un certo tipo di spazio. Questa necessità comprende tre aspetti:
primo, qualsiasi organismo che agisce necessita di uno spazio in cui possa
compiere le sue attività, qualunque esse siano. Se un uccello deve costruire un
nido, ci deve essere spazio disponibile su un albero o in un cespuglio o un buco
nel terreno dove poterlo fare. Se un gatto vuole fare un pisolino, ci deve essere
uno spazio dove possa stendersi nella posizione scelta. Secondo, gli spazi
disponibili devono avere delle proprietà fisiche che consentano all’organismo
che agisce di fare ciò che ha bisogno di fare: un gatto che cerca un posto dove
dormire deve per lo meno avere una superficie solida su cui riposare – non può
stendersi sull’acqua – e deve avere sufficiente spazio in cui riposare. Terzo,
tuttavia, lo spazio di cui si necessita e le possibilità che esso offre di compiere
un’azione deve anche essere in qualche modo distinto dagli altri spazi. Ci deve
essere qualche modo attraverso cui l’organismo che agisce possa fare una
distinzione tra lo spazio che è attualmente il suo spazio d’uso e il resto dello
spazio, che è irrilevante. Questo perché ogni linea d’attività in cui un organismo
è impegnato comporta una relazione altamente selettiva tra le azioni in cui è
impegnato e l’informazione che proviene dall’ambiente circostante che, in un
modo o nell’altro, è usato per svolgere quelle azioni. Ora, un organismo può
attivamente scegliere ciò che è rilevante rispetto a ciò che non lo è, e così, a
seconda di ciò a cui presta attenzione e a seconda dell’orientazione fisica e dei
movimenti spaziali, si può osservare che l’organismo fa una differenza tra il
suo attuale spazio d’uso e lo spazio irrilevante. Tuttavia, quando è possibile,
sembra che si approfitti dei diversi aspetti dell’ambiente circostante, che sono
quasi sempre presenti e che permettono di compiere il progetto che l’organismo
intende iniziare. In altre parole, un organismo esercita un controllo su ciò che
lo stimola, in parte ponendo attenzione alle varie cose in modo selettivo ed in
parte selezionando gli spazi circostanti che, a causa delle loro caratteristiche
fisiche, impediscono certi tipi di stimoli, ne consentono altri e, nello spazio
stesso, rendono disponibile ciò di cui l’organismo ha bisogno.
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2                      Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza
          Ora poiché diversi tipi di attività implicano diversi tipi di relazioni
tra lo spazio da tutti questi punti di vista, la natura dello spazio d’uso di
un organismo varia a seconda di ciò che esso fa. Lo spazio d’uso del gatto
mentre dorme nel suo cestino steso al sole davanti alla sua finestra preferita è
molto diverso dal suo spazio d’uso mentre mangia e diverso anche da quello
mentre siede davanti alla tana del topo in attesa che il topo esca. Similmente,
lo spazio d’uso di chi siede alla scrivania davanti al computer è molto diverso
dallo spazio d’uso della stessa persona che si alza dalla scrivania e sta in piedi
davanti alla libreria in cerca di un libro.
          Un altro punto da tenere a mente è che le attività sono sempre
organizzate gerarchicamente. Le singole azioni, gli eventi comportamentali
che si susseguono attimo dopo attimo non sono solo concatenati insieme, l’uno
dopo l’altro, ma avvengono sempre secondo un più ampio progetto. Allo stesso
modo, lo spazio selezionato per compiere una sequenza d’azione, è selezionato
in modo che i vari elementi all’interno del sistema d’azione nel suo complesso
possano essere compiuti. Quindi, per un dato progetto si demarca un segmento
dell’ambiente circostante e, per così dire, esso è preservato per tutta la durata
del progetto, nonostante il fatto che non tutti questi segmenti di spazio possono
essere utilizzati ad ogni stadio del progetto.
          Illustrerò ora questi punti in modo più specifico, passando dagli
“organismi che agiscono” in senso generico agli esseri umani. Consideriamo
qualcuno impegnato a guardare la televisione (diapositiva 1). Per fare ciò
bisogna stabilire una situazione in cui una persona può restare comoda per un
periodo di tempo relativamente prolungato e in modo da avere la visuale dello
schermo della televisione sgombra. Dunque, per tutta la durata di quest’attività,
la persona esigerà un posto dove porre il proprio corpo e stare comodo, uno
spazio che gli permetta di mantenere un’orientazione verso il televisore adatta
alle necessità della visione. Ne consegue che nell’ampio spazio in cui è posta
la televisione, colui che la guarda, per tutta la durata di quest’attività, definisce
attraverso il suo comportamento un segmento dell’ambiente circostante che, si
potrebbe dire, è occupato o utilizzato per l’attività del guardare la televisione
– e questo segmento dell’ambiente si estende dal posto in cui si è seduti, in
una specie di cono più o meno stretto, fino alla televisione, forse un po’ oltre e
forse un po’ più di quello che sarebbe necessario se gli occhi fossero focalizzati
solo sullo schermo.
          Ora un tale spazio, a cui mi riferisco con il termine segmento
transazionale, è creato ed è mantenuto solo per la durata di un dato progetto.
Quando una persona cambia il progetto, il modo in cui si organizza rispetto
allo spazio intorno a sé e il tipo di spazio richiesto per la linea d’attività in
cui è impegnato cambiano. I cambiamenti spaziali ed orientazionali sono,
per questa ragione, ottimi indizi per capire come le varie azioni nel flusso del
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Dia. 1                                Dia. 2

Dia. 3                                Dia. 4
comportamento sono connesse. Quindi, come possiamo notare, quando chi
guarda la televisione passa a fare qualche altra cosa (diapositiva 2), in questo
caso la donna passa a dipingere o a colorare qualcosa su un foglio di carta
davanti a lei, abbiamo un diverso tipo di organizzazione e un diverso tipo di
segmento transazionale.
          È ovviamente comune in qualunque ambiente che diversi individui
siano co-presenti. Il modo in cui si orientano e si dispongono nello spazio
l’uno in rapporto all’altro riflette in modo diretto come possono essere
reciprocamente coinvolti. Qui (diapositiva 3), qualcuno entra nella stanza e
si dispone in modo che l’attività della prima persona diventa l’oggetto della
sua attenzione, così come la televisione lo era stata per la persona di prima.
Capiamo che è così dal modo in cui l’uomo ha disposto il suo corpo ed orientato
le varie parti del corpo, soprattutto dal modo in cui ha orientato il viso, in
modo da, per quanto possiamo vedere, focalizzare la sua attenzione visiva
sulle attività delle mani della donna vicino a cui si è seduto. Qui, il segmento
transazionale del secondo individuo racchiude ed include il primo individuo.
Si noti, comunque, che il primo individuo non cambia la sua orientazione, né il
modo in cui le sue mani sono rivolte verso il foglio che ha davanti, continua la
sua attività e così mantiene il segmento transazionale che ha precedentemente
stabilito. Quindi, sebbene possiamo dire che il secondo individuo ha stabilito
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4                      Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza
un segmento transazionale che si sovrappone al segmento transazionale del
primo individuo, il primo individuo non include il segmento transazionale
dell’altro nel proprio.
           Qualche istante dopo, tuttavia, forse quando ha finito un particolare
segmento del suo disegno, la donna cambia postura e orientazione ed ora
include l’altro nel suo segmento transazionale (diapositiva 4). L’uomo include
ancora la donna nel suo segmento transazionale. Così ora si includono a
vicenda. Si noti, comunque, che ciò avviene in modo particolare, per costruire,
cioè, un segmento transazionale condiviso, uno spazio comune, nel quale si
possa svolgere un’attività comune – in questo caso uno scambio di enunciati
verbali.
           Si noti che in questo caso possiamo vedere come lo spazio in comune
tra i due è creato da una sorta di reciprocità della parte superiore del corpo e
dell’orientazione della testa, ma questo serve anche a stabilire ciò che non
è nello spazio comune. Gli stessi corpi dei partecipanti, dunque, possono
essere utilizzati nel processo di costruzione e di mantenimento dei confini tra
il mondo interno dell’impegno in corso, che si svolge tra loro due, e il mondo
esterno, irrilevante, a cui essi non prestano attenzione.
           Notiamo, più genericamente, che quando le persone sono impegnate
in una conversazione – ciò che Goffman ha chiamato “impegno diretto” (direct
engagement) – tipico della “interazione focalizzata” – molto spesso iniziano
una disposizione spaziale ed orientazionale particolare (diapositiva 5), una
disposizione spaziale ed orientazionale mantenuta in comune in cui, attraverso
il modo in cui i partecipanti sono orientati, mettono a disposizione uno spazio
comune, interno, che è distinto dallo spazio esterno.
           Si noti che questa disposizione spaziale ed orientazionale è mantenuta
nel tempo e ciò richiede la cooperazione di tutti i partecipanti. Essi collaborano
per mantenere questa disposizione e, infatti, se si guarda un gruppo di questo
tipo per un certo periodo di tempo è possibile vedere che se uno dei partecipanti
cambia un po’ la sua posizione spaziale o l’orientazione, gli altri aggiusteranno
la loro posizione spaziale e la loro orientazione per compensare, per così dire,
in modo che la disposizione circolare che vediamo qui sia mantenuta. Le
disposizioni spaziali ed orientazionali mantenute nel tempo in questa maniera,
attraverso la cooperazione dei partecipanti, saranno chiamate formazioni. Ci
sono, infatti, una serie di diversi tipi di formazioni che le persone creano
usualmente, la loro organizzazione spaziale ed orientazionale differisce
secondo il modo in cui il coinvolgimento dei partecipanti è organizzato – e
dipende, ovviamente, dal motivo per cui i partecipanti si sono raggruppati.
Alcuni dei diversi tipi di formazione che occorrono frequentemente saranno
illustrati brevemente in seguito.
           La formazione caratteristica di una conversazione del tipo che
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                                     Dia. 5
abbiamo appena introdotto in cui, come abbiamo visto, i partecipanti si
organizzano in modo che sia stabilito e mantenuto uno spazio transazionale
comune, è stata definita formazione F (F-formation) e, come si può vedere
dalla figura, possiamo distinguere vari spazi funzionali nel suo interno, spazi
funzionali che, si potrebbe dire, sono “generati” dalla relazione sistematica
degli individui che agiscono.
         Lo spazio comune interno, che qui chiamiamo spazio O, mantenuto
grazie all’attiva collaborazione dei partecipanti, è lo spazio riservato alla
principale attività dell’occasione, nel caso della conversazione lo scambio di
enunciati organizzati intorno ad un tema comune. Questo spazio è circondato
da uno spazio fatto a striscia, che qui chiamiamo spazio P, che è lo spazio
in cui vengono collocati i corpi dei partecipanti ed anche le cose personali,
come ventiquattrore, borse e simili, che sono normalmente trattate come se
fossero in qualche modo parte della persona, sebbene fisicamente separate. Per
diventare un membro di una formazione di questo tipo, bisogna trovarsi nello
spazio P e se si arriva da fuori in una formazione già avviata e si cerca di unirsi,
allora bisogna che i partecipanti lascino entrare colui che arriva in questo
spazio. Essi devono cambiare la loro posizione per fare spazio a chi arriva.
Possiamo fare alcune osservazioni interessanti circa il modo in cui, talvolta, un
esterno cerca di avvicinarsi alle formazioni di questo tipo già esistenti, cerca
di entrare e poi ottiene il permesso da coloro che sono all’interno per diventare
un membro della formazione. Il nuovo arrivato è trattato come un partecipante
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6                     Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza

Dia. 6. Spaziatura delle formazione F .

Dia. 7. Una formazione-F con tre partrecipanti. Lʼuomo sulla sinistra è vicino
alla formazione F e aspetta il momento per entrarvi. La sua posizione spaziale
relativa (ed anche la sua orientazione verso la formazione) indica la sua inten-
zione di prendere parte alla formazione F.
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uguale agli altri nel procedimento solo quando riesce a posizionarsi in modo
da condividere lo spazio P.
           Infine, c’è lo spazio circostante, di ampiezza indefinita, che si può
considerare come uno spazio avente la funzione di una sorta di tampone tra
la formazione F stessa e il mondo che sta al di là della formazione. Questo
spazio è stato chiamato spazio R. Questo è lo spazio che, sebbene non
usato direttamente per le attività dell’interazione, è comunque controllato
attivamente dai partecipanti – ed è uno spazio a cui prestano attenzione anche
i non-partecipanti. Questo spazio può essere stabilito considerando il modo in
cui le diverse formazioni F, che si trovano all’interno dello stesso ambiente,
si distanziano l’una dall’altra (diapositiva 6); attraverso il modo in cui i
partecipanti alla formazione F osservano quello che succede lì vicino, ma non
oltre questo spazio; e dal modo in cui coloro che sono esterni alla formazione
si comportano quando entrano in questa zona. Per esempio, se un esterno prova
ad entrare in una formazione in corso può spesso aspettare in questa zona, che
così ha anche la funziona di vestibolo o di stanza degli ospiti (diapositiva 7).
D’altra parte, se un esterno passa vicino ad una formazione F per raggiungere
un altro luogo, e vi passa ad una certa distanza, è probabile che mostri il suo
disinteresse per la formazione F, per esempio guardando altrove o abbassando
la testa mentre passa. Ciò suggerisce anche che la formazione F esercita una
sorta di “influenza” sullo spazio circostante, inoltre, questo ci fornisce ulteriori
indizi riguardo all’ampiezza del così chiamato spazio R.
           La forma circolare della formazione F che vediamo nella diapositiva
8 - costruita per un particolare tipo di attività interazionale, in cui i partecipanti
si scambiano enunciati, come una conversazione mediata in comune – è
ampiamente riscontrabile dalle province degli altipiani della Nuova Guinea
(diapositiva 9), al Giappone (diapositiva 10), per menzionare solo alcuni posti
a caso. Ma, così come il tipo di attività interazionale contenuto nelle formazioni
che vediamo nelle diapositive non è l’unico tipo di attività interazionale
esistente, allo stesso modo, questo non è l’unico tipo di disposizione spaziale
ed orientazionale mantenuta dalle persone. Le persone si raggruppano insieme
per mantenere una varietà di molteplici progetti interazionali e le formazioni
che essi avviano sono strutturate affinché i partecipanti siano alla pari. Si noti,
nell’immagine delle province degli altipiani della Nuova Guinea, il tipo di
disposizione spaziale ed orientazionale completamente diverso in cui sono
disposti i due uomini a sinistra dell’immagine in cui uno aggiusta la parrucca
all’altro.
           Nella formazione circolare di cui ho parlato bisogna notare che
il segmento del mondo esterno allo spazio O che ciascun partecipante
può guardare, se lo desidera, è diverso da partecipante a partecipante. Ciò
normalmente accade quando ciò che conta per i partecipanti non si trova nel
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8                    Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza
                                                      Dia. 8. Una formazione-F
                                                      a Napoli. Ci sono quat-
                                                      tro partecipanti ed un
                                                      altro che sta nello spazio
                                                      R. Abbiamo un ragrup-
                                                      pamento di cinque
                                                      persone allʼinterno del
                                                      quale cʼè una formazi-
                                                      one-F.

                                                     Dia. 9. Una formazi-
                                                     one-F con tre parte-
                                                     cipanti alla destra.
                                                     La diapositiva è stata
                                                     scattata sugli altipiani
                                                     della Nuova Guinea.

                                                      Dia. 10. Una
                                                      formazione-F in
                                                      Osaka, Giappone.

Tre formazione-F da tre diverse parti del mondo
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Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza                          9
                                                     Dia. 11. Formazione-F
                                                     costituita da due persone
                                                     che assumono una dis-
                                                     posizione (arrangement)
                                                     L. Formazione tipica
                                                     per le conversazioni su
                                                     argomenti “neutri”.

                                                     Dia. 12. Formazione-
                                                     F costituita da due
                                                     persone che assumono
                                                     una disposizione vis-a-
                                                     vis. Formazione tipica
                                                     per le conversazioni di
                                                     tipo personale, come
                                                     un saluto oppure una
                                                     discussione su un futuro
                                                     appuntamento.

mondo esterno, ma tra di loro. Tali disposizioni sono tipiche delle conversazioni
su argomenti non relazionate alle cose dell’ambiente circostante. Laddove,
come in taluni casi, sono coinvolti diversi partecipanti, la disposizione
tende ad essere circolare. Nelle conversazioni tra due sole parsone, quando
l’argomento non si riferisce a qualcosa di concreto e presente nell’ambiente
circostante, la disposizione tende ad essere a “forma di L” (diapositiva 11). In
questo caso, come si può osservare, la parte dell’ambiente circostante verso la
quale guarda ciascuno dei partecipanti, se guarda direttamente davanti a sé, è
diversa. Quando ciò che conta per due persone è la relazione esistente tra loro,
spesso possiamo osservare che essi assumono una disposizione in cui ciascuno
è posto direttamente di fronte all’altro (diapositive 12, 18), come possiamo
vedere anche, normalmente, quando le persone si salutano (diapositive 15-16).
Normalmente, quando due persone si salutano e poi continuano a parlare di
qualche cosa, si può vedere che cominciano a disporsi l’uno di fronte all’altro
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10                   Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza
e poi si spostano in una disposizione ad angolo quando passano dal saluto
alla conversazione. Questo si può vedere nella breve sequenza illustrata nelle
diapositive 13-17 e nelle diapositive 18-20.
         Quando i partecipanti hanno un interesse comune per qualcosa che
si trova nelle immediate vicinanze, ad esempio guardare un elefante allo zoo

                                         Dia. 18. RC (la donna con la
                                         maglietta bianca) sta di fronte a JF
                                         per chiedere quando deve tornare
                                         alla festa per prendere il suo bam-
                                         bino. Questo è un altro esempio
                                         della disposizione frontale che è
                                         spesso usata quando le persone
                                         parlano per decidere cosa fare
                                         lʼuna in relazione allʼaltra.

                                         Dia. 19. RC e JF cambiano la loro
                                         disposizione spaziale nel momento
                                         in cui cʼè una transizione verso un
                                         altro argomento di conversazione.

                                         Dia. 20. RC e JF mantengono una
                                         disposizione L mentre parlano
                                         del prezzo delle scarpe. Questo
                                         è un altro esempio dellʼuso della
                                         disposizione L , caratteristica
                                         delle conversazioni su argomenti
                                         “neutri”.
Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza                    11
                                 Dia. 13. “BS” (lʼuomo a sinistra) an-
                                 nuncia la sua intenzione di fare un saluto
                                 a “AF” (lʼuomo a destra con la camicia
                                 a righe ).

                                 Dia. 14. BS e AF si avvicinano e sono
                                 pronti per stringersi la mano.

                                 Dia. 15. BS e AF si stringono la mano.
                                 Notate come i loro corpi sono disposti
                                 lʼuno di fronte allʼaltro. Una disposizione
                                 tipica per il saluto ed anche per le occa-
                                 sioni in cui lʼargomento della conversazi-
                                 one è il rapporto personale.

                                 Dia. 16. BS e AF stanno ancora nella
                                 disposizione vis-a-vis mentre continuano
                                 a scambiarsi informazioni personali.

                                 Dia. 17. BS e AF conversano di altri
                                 argomenti. Adesso stanno insieme in una
                                 disposizione L, tipica per le conversazioni
                                 in cui lʼargomento è “neutro” - come una
                                 discussione sul tempo o qualsiasi altro
                                 argomento che non riguarda il rapporto
                                 personale dei partecipanti.
12   Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza
                              Dia. 21. Persone che stanno
                              insieme fianco a fianco men-
                              tre guardano un elefante allo
                              zoo di Philadelphia.

                              Dia. 22. Altri esempi della
                              disposizione fianco a fianco.
                              Qui le persone stanno guar-
                              dando una partita di baseball.
                              Notate come in questi casi la
                              parte del mondo che si trova
                              al di là della formazione e
                              verso la quale guardano tutti
                              i partecipanti è uguale per
                              ciascuno di essi.

                              Dia. 23. Qui i partecipanti
                              stanno parlando di un ani-
                              male che si trova nellʼaia. In
                              questa disposizione abbiamo
                              un compromesso tra quella
                              fianco a finaco e la disposizione
                              circolare.
Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza                         13
(diapositiva 21) o guardare una partita di baseball (diapositiva 22), allora,
ovviamente, si disporranno in modo da occupare lo stesso segmento di ambiente
– ed abbiamo la cosiddetta disposizione fianco a fianco. Naturalmente, laddove
le parti devono anche parlare, e ci sono più di due persone, si può raggiungere
una sorta di compromesso tra la forma fianco a fianco e quella circolare, dando
vita ad una specie di ferro di cavallo (diapositiva 23).
          Negli esempi mostrati finora i partecipanti sono potenzialmente pari.
Cioè, quando i partecipanti si organizzano in questi modi, hanno lo stesso
diritto di partecipazione, anche se non esercitano tale diritto. Tuttavia, in
molti incontri non è così, alcuni partecipanti hanno diritti diversi rispetto agli
altri e ciò si riflette anche nella disposizione spaziale ed orientazionale. Per
ovvi motivi, se tutti i partecipanti devono rivolgere l’attenzione ad un’unica
persona ma il comportamento di quella persona è diverso da quello degli altri,
allora si crea una separazione nello spazio tra i partecipanti, che riflette il tipo
di interazione che ne deriva come, per esempio, nell’interazione insegnante-
studente, a noi così familiare (diapositive 24, 25), o nelle situazioni in cui una
persona è l’attore e gli altri il pubblico (diapositiva 26).
          Come Goffman (1963) ci ha mostrato molto tempo fa, le persone
interagiscono in molti modi, molti dei quali possono non comprendere affatto
la conversazione. Tuttavia, in questi casi, possiamo vedere che la disposizione
spaziale che le persone creano - la formazione, la struttura dei raggruppamenti
– deriva in modo significativo dal tipo di coinvolgimento che l’uno ha verso
l’altro. Quindi, qualche volta le persone restano insieme, pur formando
raggruppamenti distinti, per nessun’altra ragione che quella di riposare dopo
un pasto proprio nello stesso momento o di essere in attesa di fare qualcosa
tutti insieme ma, in quel momento, non sono impegnati insieme in altri modi.
Ciò può dar origine ad un assembramento di persone in cui non possiamo
distinguere nessuna formazione, nel senso di un modello di spazio comune
condiviso da tutti (diapositiva 27). Un altro tipo di raggruppamento, che ha una
formazione specifica e che spesso rivela la relazione sociale tra i partecipanti
attraverso la relativa centralità della posizione e la relativa prossimità dei
partecipanti, è la disposizione del gruppo fotografico (diapositiva 28) – un
tipo di raggruppamento umano altamente specializzato che presumibilmente
esiste solo da quando sono apparse le macchine fotografiche. Un altro tipo
di formazione che possiamo riconoscere è quello che si crea quando tutti i
partecipanti fanno qualcosa all’unisono. Varie forme possono essere osservate
qui, di cui quella della marcia di una banda militare (diapositiva 29) è un tipo
molto noto. Inoltre, possiamo fare un utile confronto tra lo stare in coda o in fila
(diapositiva 30) e la linea di partenza di una corsa (diapositiva 31). In entrambi
i casi i partecipanti sono tutti dediti allo stesso risultato, un risultato che può
essere raggiunto solo separatamente da ogni individuo e non è condiviso. Nella
14   Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza
                                     Dia. 24. La dispo-
                                     sizione tipica per una
                                     lezione. I diritti alla
                                     partecipazione non
                                     sono uguale per tutti.
                                     Di solito tale inugua-
                                     glianza è riflessa nella
                                     disposizione spaziale
                                     del raggruppamento.

                                     Dia. 25. Unʼaltro
                                     esempio che mostra la
                                     disposizione spaziale
                                     tipica in un ragrup-
                                     pamento in cui i diritti
                                     alla partecipanzione non
                                     sono uguali. Una lezione
                                     di ʻHula-Hulaʼ per i
                                     turisti alle Hawaii.

                                     Dia. 26. Qui la persona
                                     con la chitarra ha il
                                     diritto di fare “dis-
                                     corsi” lunghi, gli altri
                                     hanno il diritto di as-
                                     coltare e di applaudire.
                                     Ancora vediamo come
                                     la disposizione spaziale
                                     riflette questa differen-
                                     ziazione.
Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza                     15
                                                 Dia. 27. Un raggruppa-
                                                 mento senza formazione.
                                                 Notate come nussuno ha un
                                                 “segmento transazionale” in
                                                 comune con un altro.

                                                          Dia. 28. Gruppo
                                                          fotografico.

                               Dia. 29. Una parata militare.
                               Un altro tipo di formazi-
                               one in cui i partecipanti
                               agiscono allʼunisono e
                               mantengono una spaziatura
                               particolare che è specificata
                               in anticipo.

                                            Dia. 30. Una coda. Questo
                                            tipo di formazione si vede
                                            quando tutti vogliono fare la
                                            stessa cosa, ma questa cosa
                                            deve essere fatta “a turno”.

Quattro diversi tipi di raggruppamenti.
16                     Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza
                                                Dia. 31. Disposizione tipica alla
                                                partenza di una corsa.

corsa tutti vogliono vincere, e alla partenza a tutti è data la possibilità di farlo
ma vincere, a differenza di comprare un biglietto o di salire su un autobus, è
qualcosa che solo una persona può fare. Il carattere decisivo del risultato di una
corsa, confrontato con l’organizzazione a turno dello stare in coda, si riflette in
modo preciso nella differenza della disposizione spaziale ed orientazionale che
può essere osservata in questi due casi.
          Ciò che ho delineato qui si riferiva al modo in cui le persone si
organizzano in base ai loro progetti interazionali quando si trovano in
contesti che non limitano il modo in cui possono disporsi. Tuttavia, come
ho detto all’inizio, l’ambiente circostante è altamente strutturato – è pieno
di diverse superfici, barriere, mobili, corridoi o passaggi di ogni tipo.
Questa strutturazione ambientale in parte vincola i tipi di formazione dei
raggruppamenti che possono occorrere ma, ovviamente, l’ambiente stesso è
strutturato dalle persone in modo da incontrare i loro bisogni interazionali. La
disposizione dei mobili, disposti in vari modi, fornisce un tipo di impalcatura
permanente per le occasioni interazionali e, ad un certo livello, svolgono il
compito di definire i confini che negli ambienti non strutturati è svolto dal
corpo de partecipanti. Tuttavia, spesso le caratteristiche fisse dello spazio non
possono essere cambiate facilmente, i vari tipi di interazione possono dover
aver luogo in circostanze che stabiliscono limitazioni alla sua organizzazione.
Se vogliamo capire come la strutturazione dello spazio può limitare i
partecipanti (ad esempio in molti posti di lavoro li limita a causa di certi
aspetti del lavoro che devono svolgere) ed ha un impatto sull’organizzazione
dell’interazione, bisogna avere un’idea più completa dei modi in cui le persone
utilizzano lo spazio, l’orientazione del corpo e la posizione come mezzi
attraverso cui strutturare l’attenzione dell’incontro sociale - ed è su questo che
ho cercato di attrarre l’attenzione.
Spazio e orientazione nellʼinterazione in co-presenza                     17
                             Nota bibliografica

Questo articolo deriva da una conferenza presentata ad una riunione dellʼ
American Anthropological Association nel 1988 che non è mai stato pubbli-
cato. Per una rassegna sullʼargomento trattato qui si veda:

Goffman, Erving (1963). Behavior in public places. New York: Free Press.
   Trad. It.: Il comportamento in pubblico. Torino: Giulio Einaudi, 1971/
   2003

Kendon, Adam (1990). “Spatial organization in social encounters: the F-
   formation system.” Chapter 7 in Conducting Interaction. Cambridge:
   Cambridge University Press, pp. 209-237.

Kendon, Adam (1992). “The negotiation of context in face-to-face interac-
   tion.” In Alessandro Duranti e Charles Goodwin (a cura di) Rethinking
   context: Language as an interactive phenomenon. Cambridge: Cambridge
   University Press, pp. 323-334. Tad. It. di Maria Graziano: “La negoziazi-
   one del contesto nellʼinterazione faccia-faccia.” Vedi la dispensa per il
   corso.

Kendon, Adam (2004). “Il ruolo del comportamento visibile
   nellʼorganizzazione dellʼinterazione sociale”. Trad. It. di Maria Graziano,
   con alcune modifiche, di “The role of visible behaviour in the organization
   of social interaction” in Mario von Cranach and Ian Vine (a cura di) Social
   communication and movement: Studies of interaction and expression in
   man and chimpanzee. London: Academic Press, 1973, pp. 29-74. Vedi la
   dispensa per il corso.

Diapositiva 12 origine ignota. Diapositive 26 e 27 di Paul Byers. Tutte le altre
immagine © Adam Kendon.
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