Corsi di L2 -Alfabetizzazione - A.S. 2019/20 Sede di Venturina Terme (LI) - Sonia Pendola

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Corsi di L2 -Alfabetizzazione - A.S. 2019/20 Sede di Venturina Terme (LI) - Sonia Pendola
Corsi di L2 -Alfabetizzazione
  Sede di Venturina Terme (LI)
          A.S. 2019/20
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Corsi di L2 -Alfabetizzazione - A.S. 2019/20 Sede di Venturina Terme (LI) - Sonia Pendola
Progetto e territorio

Subito dopo il mio incarico al CPIA di Piombino lo scorso settembre 2019, sono stata
informata dalla vice-preside Prof.ssa Emi Galanti dell'esigenza di costituire corsi di
alfabetizzazione a Venturina, nel comune di Campiglia Marittima a circa 10 km da Piombino;
esigenza che ho accolto di buon grado, e che il dirigente Prof. Fedeli è riuscito a soddisfare,
malgrado una serie di difficoltà che hanno ritardato l'inizio dei corsi, trattandosi di una sede
distaccata.

Non essendo nativa della zona, mi ci sono avvicinata con molta curiosità e spirito di
scoperta, e ho avuto modo di trovarmi a contatto con una realtà piuttosto nuova per me, che
ha stimolato lo spirito di iniziativa e di innovazione all'interno della mia didattica.
La zona di Venturina è densamente abitata da cittadini stranieri, che vi lavorano e vivono in
pianta stabile. Basta camminare per le strade di questo piccolo centro per rendersene conto,
e sembra veramente di essere in una minuscola Manhattan, con bambini e ragazzi di varie
etnie, donne col velo, e giovani africani.

  Popolazione interessata

La maggior parte dei corsisti sono braccianti e manovali senegalesi, uomini dal basso tasso
di scolarizzazione (spesso derivante dalla sola scuola coranica), alcuni con le proprie
coniugi, altri in attesa di poterle richiamare.

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La percentuale femminile si compone prevalentemente di giovani magrebine e senegalesi,
due macedoni, una signora russa e una ragazza giapponese (entrambe di grado di
istruzione elevato), quasi tutte con bambini in età (pre)scolare, con poco tempo e
opportunità di studio a disposizione perché impegnate a far fronte agli impegni familiari,
scolastici dei figli, e alle richieste del Sociale.

  Gli ostacoli all'integrazione . . .
La scarsa offerta educativa e ricreativa del piccolo centro, unita a una conseguente bassa
motivazione all'apprendimento, porta solitamente questo genere di utenza al
raggiungimento di competenze basiche che non vanno oltre il livello A1. Ad eccezione della
studentessa giapponese che parla inglese ed ha un grado elevato di istruzione, come pure
la signora russa, le corsiste di Venturina, al pari dei colleghi maschi, hanno appreso la lingua
in modo spontaneo a scapito delle competenze di letto-scrittura. Circa la metà è semi-
analfabeta, e fra loro c'è chi vive in Italia da più di dieci anni! Simile realtà caratterizza
Piombino e zone limitrofe, sede a cui sono stata assegnata, ma lì le opportunità di
apprendimento sono maggiori, e molteplici gli stimoli rispetto al comune di Campiglia
Marittima, prevalentemente rurale, dove chi è sprovvisto di un'auto socializza a fatica, non
ha scambi né stimoli a interagire se non con i propri compagni di lavoro o coinquilini. Chi
vive solo non ne ha affatto. E l'italiano stagna, fa la muffa, come le fotocopie e appunti che
ricevono a lezione perché spesso rimangono in un angolo di case umide, fino alla lezione
successiva.

  … e all'apprendimento
Durante la fase di accoglienza ad ottobre, avevo più volte notato un cospicuo numero di
corsisti e corsiste, di fatto ormai quasi naturalizzati italiani, incapaci di leggere e scrivere
messaggi whatsapp o di compilare elementari moduli di iscrizione; di interpretare semplici
avvisi: mancanti cioè delle competenze descritte dal QCER relativamente ai livelli richiesti
al momento dell'iscrizione.
E' bene qui ricordare la definizione di ALFABETA, data dall'UNESCO, di “persona che sa
leggere e scrivere, comprendendolo, un semplice asserto relativo alla propria vita
quotidiana”. Pertanto l'alfabetizzazione – a cui io sono preposta – si dovrebbe intendere
come insegnamento della lettura e della scrittura ad apprendenti NON di madre lingua,
attraverso la padronanza dell'alfabeto neolatino e nei contesti d'uso dell'italiano come L2 (N.
Turati 2017).
Ma spesso ciò non accade.
E la questione trova spiegazione – da quanto ho potuto osservare – in due principali motivi,
l'uno conseguenza dell'altro:

   1. Metodologie inadeguate, personale non addestrato (la sottoscritta in primis), scarsità
      di letteratura in materia, strumentazione scolastica inefficace (apparecchiature
      informatiche, TIC, guide specifiche...); in altre parole: la domanda è alta, ma l'offerta
      formativa non è soddisfacente. Manca il know how.
   2. Discontinuità scolastica causata da impossibilità a seguire le lezioni, per orari di
      lavoro non adattabili a quello proposto, inibizione allo studio come sopra descritta, e
      dalla difficoltà del docente stesso che spesso ha di fronte corsisti di pari livello ma
      con competenze ed esigenze diversissime fra loro.
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Con la collaborazione del D.S. Prof. Fedeli, e dei colleghi delle strutture ospitanti, che si
sono rivelati molto collaborativi, ho cercato di organizzare al meglio l'orario affidatomi, in
modo da poter garantire lezioni di potenziamento a quei corsisti più vulnerabili, senza
tuttavia rallentare il progresso dei più abili che a maggio saranno in grado di sostenere
l'esame A2 per la carta del permesso di soggiorno.

Essendo io stessa cittadina di un paese che non vanta record eccelsi in fatto di literacy e
numeracy, ho avvertito l'urgenza di correre ai ripari.

                                Il metodo “Leggi e scrivi”

Ho conosciuto Nereo Turati e il suo Leggi&Scrivi esplorando il web alla ricerca di un ausilio
che non fossero libri per bambini della primaria o improbabili sillabari di epoche passate, e
ho deciso di formarmi seguendo il suo metodo che, grazie alla preziosa collaborazione
ricevuta, sto implementando, integrandolo con gli strumenti digitali necessari che la
tecnologia oggi mette a disposizione, per poter garantire una adeguata formazione a
distanza necessaria e di cruciale importanza per la tipologia di corsi e di utenza come quelle
descritte.
I corsisti, tutti dotati di cellulare di ultimissima generazione, con app e programmi di
messaggistica istantanea, hanno accolto l'iniziativa di leggi&scrivi con entusiasmo; io dal
canto mio ho già - dopo poche settimane - raccolto discreti risultati. Aggiungo che a loro non
interessa passare un esame per questioni legate al soggiorno (che possono sostenere
ormai un po' ovunque e in qualunque momento); a loro interessa poter leggere la realtà che
li circonda e diventarne parte integrante.

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Perché solo programmi e metodi ad hoc, e docenti che siano responsive alla realtà in cui
operano possono servire a questo, li possono a l f a b e t i z z a r e.
Tutto il resto si impara in rete, su youtube, per la strada o in tv.

"L'insegnante non è più la principale guida e fonte di apprendimento per gli alunni. Ci sono
agenzie e reti informative più potenti della scuola.
Gli alunni sono bombardati continuamente dalle informazioni: il problema non è aggiungerne
ancora, ma aiutare gli alunni a organizzarle, compararle, valutarle; capire dove possono
trovarne delle altre e come fare per soppesarle e dare loro un valore adeguato.
Operando in questo modo c’è un cambiamento di ottica, di prospettiva da parte
dell’insegnante, che non è più solamente dispensatore di saperi, ma facilitatore
nell’apprendimento di quegli strumenti che permettano una maggior organizzazione,
gestione e valutazione di tutte queste informazioni.”
(Nuovo profilo professionale del docente, come delineato dal CCNL 2006-2009, art. 27)

Questo assunto vale anche per la variegata utenza rappresentata dai migranti stranieri, i
così detti “soggetti vulnerabili”, per i quali
        “... è necessario un insegnamento linguistico appropriato nei tempi di apprendimento e nei
        metodi di insegnamento, pena il rischio di esclusione dai processi formativi; un insegnamento
        che deve guardare anche agli approcci propri dell’educazione degli adulti, e in particolare
        dell’alfabetizzazione degli adulti in L1, con la quale però non può coincidere.”
        (dal Sillabo per la progettazione di percorsi sperimentali di alfabetizzazione e
        apprendimento della lingua italiana a livello pre A1).

Il CPIA in questo senso può fare la differenza, ed offrire a chi intende fare richiesta di
permesso di soggiorno CE o di cittadinanza italiana la possibilità non solo di sostenere un
esame – ottenibile ormai in modo più o meno spiccio presso varie agenzie extrascolastiche
– ma di integrarsi nel tessuto socio-economico del paese, diventando parte attiva della
realtà in cui vive, non solo prestando manodopera ma anche partecipando alla vita
socioculturale e migliorando se stessi e la lingua che apprendono.

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Come?
Evitando che attecchisca il seme di quell'analfabetismo funzionale o di ritorno, dove il
non saper utilizzare in modo adeguato e sufficiente scrittura e lettura nella vita quotidiana
(quando non si tratta di analfabetismo strictu sensu) è destinato a diventare cronico,
migliorabile a fatica; garantendo un'istruzione di qualità al passo con i tempi e nell'ottica
globale di uno sviluppo sostenibile e di una crescita economica che concorra ad assicurare
benessere, ad eliminare disuguaglianze, ad impedire la creazione di sacche di futuri cittadini
che non si integreranno (né si radicheranno permanentemente sul territorio) perché
mancanti dello strumento principale: la lingua.

                                                         Sonia Pendola “Language Coach”
                                                              (Docente L2 CPIA di Piombino (LI)

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