Viaggio in Italia - Scuola Dame ...

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Viaggio in Italia
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Johann Wolfgang Goethe (1749-
1832) era uno scrittore e poeta
tedesco. Nel 1786 egli intraprese
il suo primo viaggio in Italia,
durato quasi due anni: nel 1813
sarebbe stato pubblicato il
resoconto nel saggio Viaggio in
Italia. In questo periodo era
diffuso il Grand Tour, un lungo
viaggio dei ricchi giovani della
nobiltà europea destinato a
perfezionare il loro studio. La
destinazione era l’Italia.
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I giovani imparavano così a conoscere la cultura e
l’arte del nostro paese; passavano poi il tempo
facendo giri turistici, studiano e facendo acquisti.
L’Italia era la destinazione più importante vista
l’eredità della Roma antica, con i suoi monumenti, i
posti più popolari da visitare. Venivano visitare
inoltre le ville del Palladio e altri luoghi storici.
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Iniziò così la sua visita con l’arrivo in Trentino: il 10
settembre 1786 visitò Trento e poi continuò verso
Rovereto e Nago Torbole, sul Lago di Garda.

« Eccomi a Rovereto, punto divisorio della lingua; più
a nord si oscilla ancora fra il tedesco e l'italiano. Qui il
locandiere non parla tedesco, e io devo porre alla
prova le mie capacità linguistiche. Come sono
contento che questa lingua amata diventi ormai la
lingua viva, la lingua dell'uso! »
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Goethe poi raggiunse il lago di Garda, di cui rimase
impressionato in quanto al clima mediterraneo, agli
uliveti e agli agrumi.

«La traversata si compì felicemente, deliziato dalla
stupenda vista dello specchio acqueo e della riva
bresciana che lo costeggia. Là dove a ponente la
montagna non cade più a picco e il paesaggio declina
più dolcemente verso il lago.»
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Poche settimane dopo il
poeta giunse a Verona,
città ricchissima di resti
romani; il suo entusiamo
salì alle stelle, soprattutto
dopo la visita dell’Arena.

«Son salito sull'orlo dell'anfiteatro, che ha l'aspetto di
cratere, nell'ora del tramonto e ho goduto la vista più
deliziosa sopra tutta la città e dintorni. Ero
perfettamente solo, mentre in basso, sul largo
marciapiede di Piazza Bra, una folla di uomini di tutte
le condizioni e di donne del ceto medio andavano a
spasso.»
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Seconda tappa in Veneto fu la visita nella città di
Vicenza, raggiunta dai Colli Berici.

«La strada che da Verona conduce fin qui è molto
piacevole. […] Quando si giunge alle porte di Vicenza
si profilano di nuovo le colline da nord a sud: sono di
origine vulcanica e chiudono la pianura: Vicenza è ai
loro piedi e, se vogliamo, in un'insenatura che esse
formano.»
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Goethe, passeggiò in
Piazza dei Signori sede
della Basilica Palladiana
dell'architetto vicentino
Andrea Palladio. Altre lodi
sono per la poderosa
partitura della Loggia del
Capitaniato, anche questa
opera del Palladio. Chiude
lo spazio monumentale il
complesso del Monte di
Pietà, già sede della
Biblioteca Civica berica.
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La visita proseguì in corso Palladio con la Basilica di
S.Corona, della quale è lodata un’ Adorazione dei
Magi del pittore Paolo Veronese. Poi il corso sbocca in
uno slargo: vi si affacciano Palazzo Chiericati, la più
importante dimora urbana disegnata dall'architetto
Andrea Palladio.
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Il Teatro Olimpico, altro capolavoro palladiano,
Goethe lo descrive con toni accorati: "un teatro sul
modello antico, ma in piccole proporzioni e
indicibilmente bello...". Qui Goethe, mischiato tra il
pubblico, assistette divertito a una tornata dell'illustre
Accademia Olimpica.
Appena fuori città, Goethe visitò la Rotonda, vertice
dell'arte del Palladio. La villa, in forma di tempio,
domina la campagna attraversata dal               fiume
Bacchiglione. "Forse mai l'arte architettonica ha
raggiunto un tal grado di magnificenza" considera il
poeta. Poco distante, a Villa Valmarana ai Nani,
avviene invece l'incontro con la pittura del Tiepolo.
Poi Goethe salì poi i portici del Santuario di Monte
Berico, il grande belvedere sulla città di Vicenza.
Dopo essere passato per Padova (26 settembre),
l’importante città universitaria dove visita l’Orto
Botanico vicino alla piazza di Prato della Valle e della
basilica di Sant’Antonio, raggiunge Venezia il 28
settembre navigando il fiume Brenta che lo porta
fino alla Laguna.
“…la sera del 28 settembre, alle cinque secondo il
nostro orologio, avrei visto per la prima volta Venezia
entrando dal Brenta nelle Lagune; e che poco dopo
avrei toccato questo suolo e visitata questa
meravigliosa città. […] Poche parole del mio tragitto
da Padova fin qui. La gita sul Brenta col burchiello
pubblico e in compagnia assai per bene è simpatica e
piacevole. Le rive sono adorne di giardini e di ville;
piccoli paesi si allineano sulla sponda, lungo la
qualche corre talvolta la via maestra. […] “
Goethe si fermerà a Venezia fino al 14 ottobre 1786
visitando non solo la città storica ma anche le isole
della Laguna, e ammirando il mare che vedeva per la
prima volta.

«Il Canal Grande, che serpeggia in linea spirale, non
la cede a nessuna strada del mondo»
Tappe obbligatorie sono poi la salita sul campanile di
san Marco, da cui vede il mare, e la visita della
basilica, dove ammira i mosaici delle cupole e le
famose statue dei cavalli in bronzo.
«Le cupole e le volte della chiesa di san Marco con le
loro facciate laterali sono da per tutto coperte di
immagini; tutto è pieno di figure variopinte sopra
sfondo d’oro, e tutto è mosaico […] I cavalli di san
Marco lo ho osservati da vicino. Dal basso in alto si
vede facilmente che presentano delle macchie e d
hanno in parte un bel colore verde rame. […] Deliziosa
giornata: sono stato a Pellestrina dove si trovano le
grandiose costruzione dette i Murazzi, che la
Repubblica oppone contro la furia del mare. Sono di
pietra viva, destinate precisamente a proteggere
contro l’elemento selvatico quella lunga lingua di terra
che chiamano Lido e che divide le lagune del mare.
Dopo il soggiorno a Venezia, Goethe si recò a Ferrara.
Nella nuova città egli giunge il 16 ottobre: qui trova le
tracce della corte rinascimentale degli Este, signori di
Ferrara dal 1208 al 1598. Egli visitò la tomba del
poeta Ludovico Ariosto presso il convento di san
Benedetto; inoltre fece tappa presso il presunto luogo
dove fu prigioniero lo scrittore Torquato Tasso, presso
l’ospedale di Sant’Anna .
Il 17 ottobre Goethe raggiunse Cento, paese della
provincia ferrarese, patria del pittore Giovanni
Francesco Barbieri noto con lo pseudonimo di
Guercino. Anche qui poté notare le principali
caratteristiche della città di fondazione di edificazione
medievale. Nel suo diario lo scrittore tedesco
sottolineò l'attaccamento degli italiani alla propria
patria paragonato all’amore di Guercino per Cento.
Durante la tra il 17 e il 18 ottobre egli raggiunse
Bologna, la città della cultura per eccellenza vista la
sede universitaria prima in Europa (1088). Nel suo
diario vengono annotate in particolare le tante vie
della città, con i caratteristici portici, e la visita presso
la cappella di San Giovanni in Monte dove ammira il
dipinto ad olio di Raffaello «L’estati di santa Cecilia».
Quindi Goethe decise di salire sulla Torre degli
Asinelli, ammirando il panorama visibile da
quell'altezza (97,2 m). In seguito salì anche sulla Torre
Garisenda (48 m).
Il viaggio di Goethe riprede alla fine di ottobre 1786
con la discesa nell’Italia centrale, attraverso gli
Appennini, che lo scrittore tedesco descrive con
particolare attenzione. Importante risulta essere la
sosta in una piccola località in Toscana, Ponte di
Ghiereto, dove Goethe pernotta tra il 22 e il 23
ottobre.
Il 23 ottobre Goethe entra a Firenze, la capitale del
Rinascimento e dell’Umanesimo, centro della cultura
e dell’arte in Italia e in Europa. Lo scrittore si ferma
solo per tre ore, visitando il Duomo (Santa Maria del
Fiore) e il Battistero di san Giovanni; una tappa
importante è il Giardino di Boboli, una sorta di museo
all’aperto con antichità e sculture.
Il 25 ottobre visita Perugia, in Umbria, da dove può
ammirare il lago Trasimeno. Ma le principali visite
nella regioni si concretano presso Assisi, il borgo
medievale legato alla storia di San Francesco. Egli in
particolare descrive l’arrivo in questo luogo così
particolare, la visita presso la tomba del santo
poverello e presso il tempio di Minerva.
Dal 29 ottobre 1786 al 22
febbraio     1787      Johann
Goethe risede Roma: risulta
essere questa una tappa
fondamentale       del     suo
viaggio, e proprio per questo
qui si ferma per quasi
quattro mesi. Le principali
visite sono organizzate tra le
rovine      della     capitale
dell’Impero Romano:         ad
esempio la piramide di
Cestio, i resti del palazzo
imperiale sul colle Palatino.
Altre tappe molto importanti sono la visita alla fonte
della Ninfa Egeria, lungo la via Appia Antica, ai resti
delle terme di Caracalla e alle tombe di antichi patrizi
romani. Tra quelle che più lo impressionano c’è il
mausoleo a Cecilia Metella, un complesso murario
che nonostante i secoli conservava ancora una sua
grandezza.
Le terme di Caracalla e il
mausoleo a Cecilia Metella
Altre tappe molto importanti per Goethe sono la
visita del centro storico con il Pantheon, il palazzo del
Campidoglio e il Colosseo. Una tappa verrà inoltre
fatta anche a San Pietro, sul colle Vaticano: qui però
annoterà che si annoierà e si addormenterà visitando
la cappella Sistina affrescata da Michelangelo.
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