BILANCIO UE, QUARTAPELLE, PD: SALVINI CONTRO INTERESSI ITALIANI

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BILANCIO UE, QUARTAPELLE, PD: SALVINI CONTRO INTERESSI ITALIANI
BILANCIO UE, QUARTAPELLE, PD:
SALVINI   CONTRO   INTERESSI
ITALIANI
“Prima di autocandidarsi per improbabili incarichi di governo
per i quali non ha i numeri in Parlamento, Matteo
Salvini dovrebbe imparare a difendere gli interessi degli
italiani. Le sue dichiarazioni al Tg di Mentana sul bilancio
Ue sono davvero sorprendenti. Sapevamo come il leader della
Lega non avesse mai preso molto sul serio il suo incarico di
parlamentare europeo, ma almeno i principali dossier che
riguardano l’Italia speravamo li conoscesse. Ieri invece si è
lamentato delle riduzioni dei fondi Ue per l’agricoltura e
degli aumenti delle risorse da destinare ai Paesi impegnati
nell’accoglienza dei migranti. Pensavamo che Salvini lavorasse
per contrastare i problemi legati ai fenomeni migratori, e che
chiedesse un impegno dell’Unione per non lasciare l’Italia da
sola nella gestione, visto che per la nostra posizione
geografica siamo il Paese più esposto ai bisogni
dell’accoglienza. Invece, per la Lega è più importante
garantire nuove risorse per le grandi aziende agricole
francesi e del Nord Europa, che sono i primi beneficiari della
Pac a discapito dei contadini e degli agricoltori italiani”.

Così la deputata Dem, Lia Quartapelle, in un post sul suo
profilo FaceBook.

“Se vuole fare gli interessi dell’Italia – aggiunge
Quartapelle – consiglieremmo a Salvini di pensare a come
riformare gli indici di attribuzione della spesa Pac per
premiare le aziende che valorizzano e producono prodotti di
qualità, come in tanta parte dell’agricoltura italiana. Con
nuovi criteri di ripartizione, l’Italia potrebbe anche
raddoppiare i fondi per l’agricoltura che le spettano,
arrivando fino a 10 miliardi di euro di finanziamenti invece
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degli attuali 5. Se poi, come annunciato, il bilancio europeo
triplicasse le risorse per i migranti (da 13 a 33 miliardi di
euro), con premi agli Stati che mostrano maggiore solidarietà
nell’accoglienza, direi che sarebbe una buona notizia per
l’Italia che in questi anni ha investito molte energie per
affrontare da sola le emergenze. Senza mai potere contare sul
sostegno a Bruxelles dei parlamentari come Salvini, che di
questi temi sono capace di fare propaganda, ma non politica”

CARNI OVINE, COPA COGECA: UE
GARANTISCA RISORSE PAC
La relazione d’iniziativa, stilata dall’eurodeputato spagnolo
Esther Herranz Garcia per la commissione per l’agricoltura del
Parlamento europeo, è in linea con le raccomandazioni del
forum sulle carni ovine nell’UE per avere un forte sostegno
nel settore ovino attraverso la politica agricola comune
(PAC), con particolare attenzione premiare l’allevamento ovino
in zone con vincoli naturali. Secondo Copa e dalla Cogeca. Il
lavoro dell’eurodeputata Esther Herranz Garcia e del
Parlamento europeo è anche una buona notizia.

La relazione del Parlamento chiede almeno di mantenere l’aiuto
accoppiato volontario per gli allevatori di ovini e caprini,
estendere i pagamenti agroambientali ai pascoli utilizzati per
il pascolo di pecore e capre e sostenere meglio gli
agricoltori che fanno di più in termini di benessere degli
animali. I deputati chiedono anche misure, nella loro
relazione che è stata approvata oggi dalla grande maggioranza
dei deputati, per migliorare la competitività degli
agricoltori e promuovere le misure di promozione.
La presidente del gruppo di lavoro del Copa e Cogeca, Michèle
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Boudoin, ha sottolineato gli enormi benefici del settore per
il mantenimento delle aree rurali e della biodiversità,
sottolineando che il 70% delle aree che presentano svantaggi
naturali sono pascolati dagli ovini nell’UE. “Ma il settore si
trova di fronte a molte sfide e il reddito degli agricoltori
rimane fragile. È essenziale garantire che il mercato sia
equilibrato e che i produttori abbiano abbastanza denaro per
essere in grado di produrre. Un forte sostegno tramite la PAC
è cruciale per questo “, ha spiegato. “L’UE deve garantire che
la spesa per la PAC nel futuro bilancio dell’UE sia almeno
mantenuta, altrimenti rischiamo di affrontare un esodo dalle
zone rurali, soprattutto dei giovani. È fondamentale rendere
queste aree di nuovo attraenti per i giovani “, ha concluso

L’ACETO BALSAMICO DI MODENA
IGP SI DEGUSTA A CIBUS
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BILANCIO UE, QUARTAPELLE, PD: SALVINI CONTRO INTERESSI ITALIANI
o
di Modena IGP è di scena a Cibus, in programma a Parma Fiere
dal 7 al 10 maggio. Nel contesto del Salone Internazionale
dell’Alimentazione più importante per il comparto Food, il
prezioso condimento – che rappresenta il prodotto maggiormente
esportato di tutto il Made in Italy agroalimentare con oltre
il 90% della produzione orientata verso Mercati Internazionali
– sarà sotto i riflettori con il Consorzio di Tutela in una
serie di attività che si svolgeranno presso lo stand di
Dissapore Cafè e presso lo stand Istituzionale della Regione
Emilia Romagna.
Nel dettaglio, presso lo stand di Dissapore Cafè sono previsti
due momenti di degustazione sensoriale a cura del Consorzio di
Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP per ciascun giorno di
fiera, a cui si aggiunge – nella giornata di mercoledì 9
maggio – una dimostrazione di impiego del prodotto con uno
showcooking dello Chef Cristian Broglia, accompagnato dallo
storytelling del Direttore del Consorzio Federico Desimoni,
protagonista altresì dell’intervista tematica in programma al
termine dello showcooking. Giovedì 10 maggio l’Aceto Balsamico
di Modena IGP sarà invece protagonista di due momenti di
dimostrazione di ricette con degustazione, presso lo stand
della Regione Emilia Romagna, attraverso le preparazioni dello
Chef Valerio Cabri, docente presso la Scuola Alberghiera di
Serramazzoni.

#####
“La    presenza      al    Salone     Internazionale
dell’Alimentazione Cibus – sottolinea il Direttore del
Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP
Federico Desimoni – rappresenta per il Consorzio e per
l’intero comparto del food un momento di confronto da
cui non si può prescindere. Sia per la visibilità
internazionale che esso comporta sia per l’importanza
dei temi che in tale contesto vengono trattati
attraverso convegni e incontri tematici. Ancora una
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volta, come realtà consortile rappresentativa del
prodotto    più   esportato     del   Made  in  Italy
agroalimentare, ci pregiamo di essere presenti e di
contribuire alla conoscenza non solo delle sue
caratteristiche organolettiche ma di tutto un universo
di tradizioni e di storia che attorno ad esso ruota.
Come portavoce del Consorzio – aggiunge – non posso
quindi che ribadire il ruolo strategico della
fieristica di settore nell’ambito enogastronomico,
principale volano di sviluppo per molti dei nostri
territori”.
Oltre alle attività di degustazione e storytelling, il
Consorzio continuerà ad essere protagonista a Cibus,
nella giornata del 9 maggio, partecipando al seminario
“Blockchain negli oli di oliva e aceti di vino:
opportunità e garanzia del consumatore”, in programma
per le ore 11 presso lo Stand Mipaaf al Padiglione 3
Area E068. Nella fattispecie, al Direttore Desimoni
sarà affidato un intervento nella tavola rotonda
finalizzato a introdurre una relazione sul possibile
utilizzo della filosofia “blockchain” all’interno del
settore dell’Aceto Balsamico di Modena.
#####
Negli stessi giorni in cui a Parma va in scena Cibus, un altro
appuntamento importante attende – nella capitale della Food
Valley italiana, città creativa della gastronomia UNESCO,
riferimento mondiale per il cibo – il Consorzio di Tutela
dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e tutti gli altri
protagonisti del mondo delle DOP e delle IGP; infatti, nella
mattinata dell’8 maggio presso la sede storica dell’Unione
Parmense degli Industriali a Palazzo Soragna, si svolgerà la
seconda edizione dell’Origo Global Forum, unico evento europeo
ed internazionale dedicato alle sfide e alle opportunità
globali del sistema delle indicazioni geografiche dell’Unione
Europea che vede la partecipazione diretta delle principali
reti europee oriGIn, AREPO, A.R.E.F.L.H., Fondazione Qualivita
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e AICIG. Nato dalla necessità di creare una nuova
consapevolezza del valore strategico delle produzioni di
qualità sia all’interno del contesto europeo sia nei mercati
internazionali, l’evento è organizzato dal Ministero delle
Politiche Agricole, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma,
Unione Parmense degli Industriali e Fiere di Parma, con il
patrocinio ed il supporto della Commissione Europea.       In
particolare, il main topic di questa edizione, a cui è stato
invitato come ospite d’onore il Commissario europeo per
l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan, sarà il
rafforzamento delle relazioni tra diversi stakeholder che si
confronteranno sulle sfide e le opportunità del settore
attraverso tre sessioni, dedicate rispettivamente a: accordi
commerciali e IG, da accordi bilaterali ad un quadro
multilaterale; indicazioni geografiche e sostenibilità: sfide
e opportunità;    tradizione   e   innovazione:   un’esigenza   o
un’opportunità?
Origo Global Forum è realizzato in sharing con Cibus e mira a
coinvolgere in un approccio globale e multi-stakeholders,
ricercatori, responsabili politici,      rappresentanti della
filiera agricola, organizzazioni,        aziende alimentari,
cooperative e consorzi, organizzazioni internazionali e reti
geografiche, uniti dal comune intento di confrontarsi
proficuamente sulle più importanti tematiche di attualità
inerenti il mondo delle Indicazioni Geografiche.

AGRICOLTURA                    AL CENTRO DI
PARTNERSHIP                    ITALIA-BRASILE
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CHE CRESCE
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’insegna della crescita le relazioni commerciali tra l’Italia
e il Brasile, dove l’agricoltura rappresenta un settore
chiave. Secondo quanto riportano recenti dati del Ministero
per lo Sviluppo Economico, nel corso del 2017 i rapporti
commerciali bilaterali tra i due paesi hanno registrato un
incremento – in crescita del 7% dopo tre anni consecutivi di
flessione – per un totale di 7,5 miliardi di euro.

Sia l’Italia che il Brasile sono mercati importanti per
l’agricoltura e si prevede che la performance positiva
dell’interscambio commerciale registrata nel 2017 prosegua
anche negli anni successivi.

Il settore agricolo ha contribuito in modo significativo alla
crescita delle relazioni commerciali tra i due paesi. Il
Brasile, a livello mondiale, è uno dei principali produttori
ed esportatori di prodotti agroalimentari e, con 39,6 milioni
è il terzo produttore di frutta al mondo, dopo la Cina (272
milioni) e l’India (90,8 milioni). Il Brasile si posiziona al
primo posto in quanto esportatore di caffè, zucchero e succo
d’arancia.
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L’Italia è l’undicesimo mercato per le esportazioni
brasiliane, complessivamente l’anno scorso le importazioni dal
Brasile sono state significative (l’Italia ha rappresentato
l’1,6% delle esportazioni brasiliane nel 2017). Nel 2017, le
esportazioni     dal   Brasile   all’Italia     nel   settore
dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura sono
ammontate a 655 milioni. Nel corso del 2017, il Brasile ha
esportato in Italia principalmente prodotti animali e
vegetali, incluso il caffè e la carne (25% delle esportazioni
complessive) così come carta e cellulosa (18%), minerali
ferrosi (11%) e pellame (10%).

“L’andamento positivo delle relazioni commerciali nel 2017 tra
l’Italia e il Brasile conferma ancora una volta l’importante
legame che esiste tra i due paesi. In particolare, per il
Brasile, insieme ai settori medico-sanitario, dell’automotive,
delle   infrastrutture,    dell’oil&gas,   l’agroalimentare
rappresenta un comparto prioritario e in continua espansione,
sia in termini di investimenti che di import-export.” Ha
commentato Marcia Nejaim, Business Director di Apex-Brasil.

Il settore agroalimentare è fondamentale per l’economia
brasiliana e il Ministero brasiliano dell’agricoltura,
dell’allevamento e dell’approvvigionamento (MAPA) ha previsto
un incremento nella produzione di frutta. Infatti, le
proiezioni al 2026/2027 mostrano che l’incremento principale
avverrà nella produzione di melone (30,7%), mele (20,4%), uva
(16,9) e mango (13,9%). Tale crescita è supportata da una
strategia mirata alla diversificazione sia dei mercati sia dei
prodotti.

Secondo Apex-Brasil, Agenzia Brasiliana per la Promozione del
Commercio e degli Investimenti, le esportazioni brasiliane di
materie prime e beni è cresciuta del 27,7% con un incremento
significativo di soia, minerali e petrolio, che insieme hanno
rappresentato il 60% delle esportazioni del Brasile a livello
globale. Anche il settore della manifattura ha registrato
buone performance, con un incremento del 42,8% delle
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autovetture e del 36,3% dei mezzi pesanti.

Relazioni commerciali tra Italia e Brasile nel 2017

Per l’Italia, il Brasile è il primo mercato di destinazione
per l’export tra i paesi dell’America Latina e, secondo
recenti dati forniti da Sace, entro il 2020 si assisterà ad un
incremento potenziale dell’export italiano per un valore di
962,2 milioni di euro, mentre si prevede che nel corso del
2018 l’export italiano in Brasile crescerà ancora del 3,7%.
Dall’Italia il Brasile importa prevalentemente macchinari e
apparecchi elettrici (37%), prodotti chimici e farmaceutici
(8,93%) e nel 2017 il surplus commerciale in Italia è stato
pari a 320,8 milioni di euro.

*Fonte Sace: Previsioni andamento export italiano in Brasile

Per l’Italia, il vino e l’olio extra-vergine di oliva
rappresentano due prodotti di eccellenza che hanno visto
un’ottima performance in termini di esportazioni. Nel 2017 le
esportazioni di vini italiani in paesi extra-UE sono cresciute
del 5,9%, pari a 3,4 miliardi di euro. Secondo recenti dati
forniti dall’ICE e dall’ISTAT, infatti, il Brasile è stata una
delle destinazioni principali, con le esportazioni di vini
italiani che hanno raggiunto i 26,244 milioni di euro, in
aumento del 62,9% rispetto al 2016.

Per quanto riguarda l’olio extra vergine d’oliva, invece, i
primi nove mesi del 2017 sono stati caratterizzati da una
riduzione significativa delle esportazioni italiane in tutti i
principali Paesi. Invece, il Brasile, in controtendenza, ha
dato segnali positivi grazie ad un aumento del 16,5% rispetto
all’anno precedente, pari a 18,836 milioni di euro. Sempre
secondo i dati di SACE, nel 2018 le esportazioni agricole
italiane dovrebbero crescere del 4,35%.
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CONSERVE ITALIA A CIBUS 2018
PUNTA SULL’INNOVAZIONE
Conserve   Italia   sarà   presente   a   Cibus,   il   Salone
Internazionale dell’Alimentazione, che si svolgerà a Parma dal
7 al 10 maggio, per presentare ad operatori e buyer italiani e
stranieri tutte le sue principali novità di prodotto. Le nuove
referenze, alcune presentate in anteprima, troveranno spazio
nello stand aziendale, ubicato al padiglione 5 – Stand 10, in
cui saranno operativi durante tutta la manifestazione chef e
barman per degustazioni e ricette.

Innovazione è la parola chiave di quest’anno. Spiega il
Direttore Generale Pier Paolo Rosetti: “Ci siamo accorti da
tempo come la costante ricerca della qualità sia ormai un
prerequisito necessario ma non più sufficiente ed è per questo
che abbiamo deciso da più di un decennio di consolidare la
nostra presenza sui mercati food and beverage puntando con
forza sulla leva dell’innovazione, con l’obiettivo di offrire
prodotti sempre più versatili e ad alto valore di servizio, in
grado di rispondere alle esigenze, ai nuovi stili di vita e
persino alle curiosità di un’ampia e differenziata platea dei
consumatori”.

“I soci, il territorio e la filiera restano al centro della
nostra mission cooperativa, che per noi si traduce in
valorizzazione dell’autentico prodotto italiano – prosegue
Rosetti – ma a tale impegno affianchiamo con determinazione un
impulso costante della ricerca e sviluppo, che ci consente di
modernizzare continuamente la nostra offerta attraverso lo
sviluppo di nuovi prodotti. È il caso dei nuovi sughi pronti
che si affiancano alle classiche passate e pelati, in un
mercato come quello del pomodoro che è da considerarsi
alquanto maturo per gran parte delle sue referenze. Oppure
della nuova linea di piatti pronti, con i vari mix di cous
cous, riso basmati, quinoa e farro, che è particolarmente
apprezzata da chi non rinuncia ai prodotti sani anche nella
scelta dei pasti fuori casa”.

Le ultime novità lanciate dall’azienda tendono ad unire gusti
e sapori tradizionali con le nuove tendenze del mercato e con
scelte alimentari sempre più attente al benessere, alla
naturalità e alle produzioni biologiche. Prodotti innovativi e
originali sono i Veggie di Valfrutta, un mix di frutta e
verdura nella versione succhi di frutta e polpe, i Pronti al
Vapore Valfrutta, i Sughi Rustici Cirio e la linea biologica
di legumi e pomodoro; nel mondo horeca e del Food Service la
linea di succhi per il bar Valfrutta Bio e le ultime proposte
5 Cereali Cotti a Vapore per Valfrutta Granchef.

Ma le novità non finiscono qui. “Conserve Italia – annuncia
Rosetti – è inoltre attualmente impegnata a lavorare per
ridurre progressivamente le quantità di zucchero e di sale
aggiuntivi nelle referenze, con un obiettivo preciso: dare ai
consumatori prodotti ancora più salutari, con un gusto che
richiama in maniera ancora più diretta, immediata e naturale
la materia prima di cui sono composti”.

BILANCIO UE, ROTA (FAI CISL):
PREOCCUPANTE    IL  SILENZIO
DELL’ITALIA     SUI     TAGLI
ALL’AGRICOLTURA
“È allarmante che il bilancio della Commissione europea
proposto per il periodo 2021-2027 preveda tagli
all’agricoltura. È la scelta più miope che si possa fare, che
ricadrebbe pesantemente su uno dei settori più virtuosi del
nostro Paese”.

Lo dichiara Onofrio Rota, Segretario generale della Fai Cisl,
che aggiunge:

“Che il bilancio europeo debba immettere più risorse per
ricerca, migrazione, clima, difesa, è condivisibile, ma l’idea
di trovarle compiendo tagli all’agricoltura e alle politiche
di coesione profila un danno per l’Italia inaccettabile. Non
si può sopperire in questo modo alla Brexit. Verrebbero
mortificati i tanti anni di sacrifici con cui lavoratori e
imprese hanno saputo resistere alla crisi e trasformare il
settore agricolo e tutto l’agroalimentare in un traino
insostituibile per la ripresa della nostra economia. Parliamo
di comparti che, è bene ricordarlo, pagano già fin troppo i
costi dell’italian sounding e di una concorrenza globale
spesso priva di trasparenza, e che con i tagli previsti
rischia di subire un duro colpo in termini di occupazione,
produttività, qualità del lavoro: non possiamo permetterlo, ed
è fondamentale che il nostro Paese faccia sentire la propria
voce”.

“Ad essere più preoccupante – conclude il sindacalista – è il
silenzio della nostra politica, alle prese con una crisi
istituzionale che può fare molto male al mondo del lavoro e
alla coesione sociale nel Paese. Abbiamo bisogno di far
sentire la nostra voce in Europa e il sindacato non starà a
guardare, metteremo in campo tutti nostri strumenti per
ribadire che i sostegni all’agricoltura sono sempre stati, in
Italia, un fattore di moltiplicazione per il lavoro e la
produttività, e mai uno strumento di puro assistenzialismo. Le
istituzioni europee dovranno tenerne conto”.

PAC, COPA COGECA: NO A TAGLI
UE, NE DIPENDONO AGRICOLTURA
E AMBIENTE
Reagendo ai piani di bilancio post 2020 della Commissione
europea pubblicati a Bruxelles oggi, il Copa e la Cogeca hanno
espresso profonda delusione in merito ai tagli proposti alla
futura politica agricola comune (PAC).

Spiegando perché la spesa agricola nel prossimo bilancio
dell’UE non dovrebbe essere ridotta, il Presidente del Copa,
il sig. Joachim Rukwied, ha affermato: “Il Copa e la Cogeca
sono in disaccordo con qualunque proposta di apportare tagli
alla spesa della PAC nel futuro bilancio dell’UE. Il reddito
degli agricoltori è già inferiore del 40% rispetto al salario
medio negli altri settori dell’economia. Tuttavia, sono loro
quelli che producono ogni giorno derrate alimentari di alta
qualità e ai quali viene richiesto di fare di più per la
sostenibilità e per affrontare il cambiamento climatico. I
tagli al bilancio proposti minacciano non soltanto la
sopravvivenza degli agricoltori e molte zone rurali dell’UE,
ma anche il raggiungimento degli obiettivi ambientali e
sociali dell’Unione. Riconosciamo lo sforzo della Commissione
per aumentare le risorse dell’UE, al fine di rispondere ai
futuri bisogni politici, ma bisogna fare di più per l’Europa e
gli agricoltori europei. Inoltre, accogliamo favorevolmente la
volontà espressa da molti Stati membri di contribuire di più
al futuro dell’Europa.”

Il Presidente della Cogeca, il sig. Thomas Magnusson, ha
sottolineato: “Considerato l’aumento demografico previsto a
livello mondiale e le sfide crescenti cui il settore agricolo
è confrontato, questo non è il momento per tagliare i fondi e
per mettere a repentaglio i molteplici benefici
dell’agricoltura. Nutriamo serie preoccupazioni circa il
potenziale impatto commerciale e di bilancio causato dalla
Brexit sugli agricoltori europei e le loro cooperative. Noi
crediamo che gli agricoltori e le loro famiglie non debbano
ritrovarsi a pagare due volte il prezzo della Brexit.
L’attuale bilancio costa a ogni cittadino europeo meno di una
tazza di caffè al giorno e in cambio garantisce derrate
alimentari nutrienti, sicure e di alta qualità a 500 milioni
di consumatori, contribuendo alla protezione dell’ambiente,
alla crescita e all’occupazione. La spesa agricola rappresenta
un ottimo investimento per tutti i cittadini dell’UE e va
mantenuta e stabilizzata”. In tal senso, l’aumento proposto
per la spesa in materia di ricerca e innovazione in
agricoltura e nella bioeconomia è più che benvenuto. Gli
agricoltori e le cooperative agricole sono pronti a fare la
loro parte al riguardo.”

PAC, SERPILLO, UCI: DECISIONE
MIOPE ED ANACRONISTICA. NO A
TAGLIO BUDGET CHE COSTA 2 MLD
A CHI PRODUCE MADE IN ITALY
“Inaccettabile”. Questo il termine
                            usato dal Presidente Uci Mario
                            Serpillo per quanto riguarda la
                            proposta della Commissione europea
                            di recuperare parte del budget Ue
                            complessivo tagliando il 5 per
                            cento delle risorse dal pacchetto
                            agricoltura     destinato    alla
prossima Pac. “Un taglio che si traduce in un danno da quasi 2
miliardi di euro per gli agricoltori del Made in Italy”,
dichiara Serpillo. “Oltre a quello provocato a tutto il
comparto dell’agricoltura Made in Ue che dovrà rinunciare,
rispetto alla passata Pac, a circa 20 miliardi di euro”,
aggiunge. “Una decisione miope ed anacronistica se si guardano
ai dati”, prosegue ancora Serpillo. “Il settore agroalimentare
è il secondo Pil manifatturiero d’Europa, garantisce più
occupazione della maggior parte degli altri segmenti
produttivi e garantisce sicurezza alimentare. Non possiamo
accettare un taglio che mortifica il lavoro che genera
economia reale”, prosegue. “Confidiamo       nel   lavoro   del
Parlamento europeo”, conclude.

BILANCIO UE, AGRICOLTURA: NO
DI CAI AI TAGLI PROPOSTI
DALLA COMMISSIONE
“
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oponendo di tagliare del 5% i fondi destinati alla Politica
agricola comune per il periodo 2020-2027, dimostra di avere
una visione miope nei confronti di un settore strategico come
quello primario. A uscirne penalizzati sarebbero, in
particolare, gli agricoltori italiani e degli Stati fondatori
dell’Europa unita, colpiti dal meccanismo della convergenza”.

Lo dice il presidente della Confederazione Agromeccanici e
Agricoltori Italiani, Gianni Dalla Bernardina, che non
condivide i tagli al bilancio proposti dalla Commissione
europea.

“Se vogliamo più Europa, più coesione, più dialogo – prosegue
Dalla Bernardina – abbiamo bisogno di più risorse, di
politiche di crescita che premino le filiere agroalimentari,
che garantiscano il ricambio generazionale e la diffusione
dell’innovazione, senza porre tetti che avrebbero come unica
conseguenza solo la moltiplicazione delle società agricole”.
Da tempo l’innovazione nelle filiere ad alto tasso di
meccanizzazione, puntualizza Sandro Cappellini, “vede in prima
fila le imprese agromeccaniche, che dovrebbero poter
beneficiare anche in Italia di strumenti di sostegno della
competitività”.

PAC, COMMISSIONE UE VUOLE
TAGLIARE    20     MLD AD
AGRICOLTURA. DI CUI 1,8 A
DANNO DI CHI FA MADE IN
ITALY. LE REAZIONI
La commissione europea ha proposto oggi un taglio sulla
prossima Pac del 5 per cento che si traduce in circa 1.8
miliardi di euro in meno per gli agricoltori del Made in
Italy. Per un totale di 20 miliardi complessivi. Una proposta
che ha raccolto il disappunto dei sindacati agricoli nazionali
che non ci stanno. “Non è giusto tagliare sull’agricoltura per
recuperare budget europeo”, dicono. A partire dal
vicepresidente della ComAgri del Parlamento europeo Paolo De
Castro. Un budget invece “moderno e al servizio dell’Unione
per Jean Claude Juncker:

BILANCIO UE, JUNCKER: MODERNO AL SERVIZIO DELL’UNIONE CHE
PROTEGGE, DA FORZA E DIFENDE

Posted by Redazione × Pubblicato il 02/05/2018 at 14:34
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one oggi un bilancio a lungo termine pragmatico e moderno per
il periodo 2021-2027.

Si tratta di una risposta onesta alle realtà di oggi, in cui
l’Europa è chiamata a svolgere un ruolo più importante nel
garantire la sicurezza e la stabilità in un mondo instabile,
proprio quando la Brexit lascerà un vuoto significativo nel
nostro bilancio. La proposta odierna risponde a questa duplice
sfida mediante tagli alla spesa e nuove risorse, strumenti
utilizzati entrambi in pari misura. I finanziamenti per le
nuove e principali priorità dell’Unione verranno mantenuti o
rafforzati e ciò implica inevitabilmente alcuni tagli in altri
settori. È tempo di agire responsabilmente, considerata la
posta in gioco così elevata. Per questo l’odierna proposta di
bilancio è mirata e realistica.

La proposta della Commissione allinea il bilancio dell’Unione
alle nostre priorità politiche delineate nel programma
positivo presentato dal Presidente Jean-Claude Juncker nel suo
discorso sullo stato dell’Unione il 14 settembre 2016,
approvato poi dai leader dell’UE-27 a Bratislava il 16
settembre 2016 e confermato nella dichiarazione di Roma del 25
marzo 2017. Concentrandosi nei settori in cui l’Unione può
raggiungere il meglio in termini di risultati, questo è il
bilancio di un’Europa che protegge, dà forza e difende.

Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha
dichiarato: “Oggi è un momento importante per la nostra
Unione. Il nuovo bilancio rappresenta l’occasione per plasmare
una nuova, ambiziosa Unione a 27, con al centro il vincolo
della solidarietà. Con la proposta di oggi abbiamo presentato
un piano pragmatico su come fare di più con meno. Il vento
economico favorevole nelle nostre vele ci dà un margine di
manovra ma non ci mette al riparo dalla necessità di operare
risparmi in alcuni settori. Garantiremo una sana gestione
finanziaria mediante il finora inedito meccanismo per lo Stato
di diritto. Ecco che cosa significa agire responsabilmente con
il denaro dei contribuenti. Ora la palla è nel campo del
Parlamento europeo e del Consiglio. Sono assolutamente
convinto che il nostro obiettivo debba essere il conseguimento
di un accordo prima delle elezioni del Parlamento europeo il
prossimo anno.”

Il Commissario per il Bilancio e le risorse umane Günther H.
Oettinger ha dichiarato: “Quello che costituisce davvero il
nucleo di questa proposta di bilancio è il valore aggiunto
europeo. Investiamo ancora di più in settori nei quali i
singoli Stati membri non possono agire da soli o nei quali è
più efficiente operare insieme, come nei campi della ricerca,
della migrazione, del controllo delle frontiere o della
difesa. Contemporaneamente continuiamo a finanziare politiche
tradizionali, ma ammodernate, come la politica agricola comune
e la politica di coesione, visto che gli standard elevati dei
nostri prodotti agricoli e il recupero economico delle nostre
regioni vanno a vantaggio di noi tutti.”

   1. Un bilancio mirato in cui alle ambizioni corrispondano
      le risorse
L’Unione europea a 27 ha fissato le proprie priorità politiche
e ora ha bisogno di risorse adeguate.

Nel complesso la Commissione propone un bilancio a lungo
termine di 1 135 miliardi di € in impegni (espressi in prezzi
del 2018) [1] per il periodo 2021-2027, pari all’1,11 % del
reddito nazionale lordo dell’UE-27 (RNL) (cfr. allegato 2:
scheda informativa generale). Questo livello di impegni si
traduce in 1 105 miliardi di € (ovvero l’1,08% dell’RNL) in
termini di pagamenti (a prezzi 2018 [2]). Ciò comprende
l’integrazione nel bilancio dell’UE del Fondo europeo di
sviluppo, principale strumento con cui l’UE finanzia la
cooperazione allo sviluppo con i paesi dell’Africa, dei
Caraibi e del Pacifico e che finora è stato un accordo
intergovernativo. Se si tiene conto dell’inflazione, l’ordine
di grandezza è analogo a quello dell’attuale bilancio a lungo
termine 2014-2020 (compreso il Fondo europeo di sviluppo).

Per finanziare nuove e urgenti priorità, occorrerà innalzare
gli attuali livelli di finanziamento. Gli investimenti di oggi
in settori quali la ricerca e l’innovazione, i giovani,
l’economia digitale, la gestione delle frontiere, la sicurezza
e la difesa contribuiranno alla prosperità, alla sostenibilità
e alla sicurezza di domani. Sarà raddoppiato, ad esempio, il
bilancio del programma Erasmus+ e del corpo europeo di
solidarietà.

Nel contempo la Commissione ha valutato criticamente dove
fosse possibile realizzare risparmi e aumentare l’efficienza.
La Commissione propone che i finanziamenti a favore della
politica agricola comune e della politica di coesione
subiscano una modesta riduzione (in entrambi i casi del 5%
circa) per tener conto delle nuove realtà di un’Unione a 27.
Queste politiche saranno aggiornate in modo da poter comunque
produrre risultati con minori risorse ed essere addirittura al
servizio di nuove priorità. La politica di coesione, ad
esempio, avrà un ruolo sempre più importante a sostegno delle
riforme strutturali e dell’integrazione a lungo termine dei
migranti.

Questi cambiamenti determineranno un riequilibrio del bilancio
dell’Unione europea e una maggiore attenzione ai settori in
cui esso può davvero fare la differenza.

   2. Un bilancio moderno, semplice e flessibile

Le dimensioni del bilancio dell’UE sono contenute rispetto a
quelle dell’economia europea e dei bilanci nazionali. Eppure
questo bilancio può davvero fare la differenza nella vita di
cittadini e imprese, a condizione che gli investimenti siano
realizzati in settori nei quali l’impatto della spesa dell’UE
possa essere maggiore rispetto a quello della spesa pubblica
nazionale, vale a dire in settori in cui l’UE sia in grado di
apportare un reale valore aggiunto europeo. Alcuni esempi in
questo senso: i progetti di ricerca in settori di punta che
riuniscono i migliori ricercatori europei, le grandi
infrastrutture o i progetti per consentire la trasformazione
digitale o le iniziative intese a dotare l’Unione degli
strumenti necessari per proteggere e difendere i suoi
cittadini. Ciò è indispensabile nel mondo di oggi in rapida
evoluzione, in cui l’Europa si trova a far fronte a sfide
demografiche, all’instabilità nei paesi vicini e a molti altri
problemi urgenti che superano i confini nazionali.

La Commissione propone pertanto un bilancio moderno, semplice
e flessibile.

Moderno: una nuova Unione a 27 ha bisogno di un nuovo bilancio
moderno che dimostri che l’Europa ha fatto tesoro degli
insegnamenti che vengono dal passato. Si tratta di ridurre
ulteriormente gli oneri burocratici a carico dei beneficiari e
delle autorità di gestione mediante norme più coerenti basate
su un codice unico, di fissare obiettivi più chiari e di
concentrarsi maggiormente sui risultati. Così sarà più facile
monitorare e misurare i risultati come pure introdurre
modifiche, se necessario.
Semplice: la struttura del bilancio sarà più chiara e più in
linea con le priorità dell’Unione. I fondi sono oggi ripartiti
tra un numero troppo elevato di programmi e strumenti
all’interno e al di fuori del bilancio. La Commissione propone
quindi di ridurre di oltre un terzo il numero dei programmi
(passando dai 58 attuali a 37 in futuro), ad esempio riunendo
in nuovi programmi integrati le fonti di finanziamento
attualmente frammentate e razionalizzando profondamente l’uso
degli strumenti finanziari, anche tramite il Fondo InvestEU.

Flessibile: sfide recenti, in particolare la crisi migratoria
e dei rifugiati nel 2015, hanno mostrato chiaramente i limiti
che l’attuale bilancio dell’UE presenta in termini di
flessibilità per una risposta sufficientemente rapida ed
efficace. La proposta della Commissione prevede quindi una
maggiore flessibilità all’interno dei programmi e tra i
medesimi, il rafforzamento degli strumenti di gestione delle
crisi e la creazione di una nuova “Riserva dell’Unione” che
permetta di affrontare eventi imprevisti e rispondere a
situazioni di emergenza in settori quali la sicurezza e la
migrazione.

   3. Il bilancio dell’UE e lo Stato di diritto: una sana
     gestione finanziaria

Un’innovazione importante prevista dal bilancio proposto è il
rafforzamento del legame tra i finanziamenti UE e lo Stato di
diritto, il cui rispetto è presupposto essenziale di una sana
gestione finanziaria e dell’efficacia dei finanziamenti UE. La
Commissione propone pertanto un nuovo meccanismo volto a
proteggere il bilancio dell’UE dai rischi finanziari connessi
a carenze generalizzate per quanto riguarda lo Stato di
diritto negli Stati membri. I nuovi strumenti proposti
consentirebbero all’Unione di sospendere, ridurre o
restringere l’accesso ai finanziamenti dell’UE in modo
proporzionale alla natura, alla gravità e alla portata delle
carenze relative allo Stato di diritto. Una decisione di
questo genere sarebbe proposta dalla Commissione e adottata
dal Consiglio con votazione a maggioranza qualificata inversa
[3].

   4. Un bilancio dell’UE per un’Unione economica e monetaria
      forte e stabile

Una zona euro stabile è presupposto essenziale per
l’occupazione, la crescita, gli investimenti e l’equità
sociale nell’Unione nel suo complesso. Nel dicembre 2017, nel
quadro della tabella di marcia per l’approfondimento
dell’Unione economica e monetaria, la Commissione ha
prospettato la possibilità di introdurre, nell’ambito delle
finanze pubbliche dell’UE, nuovi strumenti di bilancio a
sostegno di una zona euro stabile e della convergenza verso la
zona euro. Questo nuovo quadro finanziario pluriennale propone
due nuovi strumenti:

– un nuovo programma di sostegno alle riforme che, con una
dotazione complessiva di bilancio di 25 miliardi di €, fornirà
sostegno finanziario e tecnico a tutti gli Stati membri per la
realizzazione di riforme prioritarie, in particolare nel
contesto del semestre europeo. Un meccanismo di convergenza
fornirà inoltre un sostegno ad hoc agli Stati membri non
appartenenti alla zona euro che si preparano ad adottare la
moneta comune;

– una funzione europea di stabilizzazione degli investimenti
che contribuirà a mantenere i livelli d’investimento in caso
di gravi shock asimmetrici. Inizialmente opererà attraverso
prestiti “back-to-back” garantiti dal bilancio dell’UE con un
massimale di 30 miliardi di €, cui si abbinerà un’assistenza
finanziaria agli Stati membri a copertura dell’onere degli
interessi. I prestiti forniranno un sostegno finanziario
aggiuntivo in un momento in cui le finanze pubbliche sono
sotto pressione e occorre mantenere gli investimenti
prioritari.

   5. Fonti moderne di finanziamento del bilancio dell’UE
Nuove priorità richiedono nuovi investimenti. Per questo
motivo la Commissione propone di finanziarle tali tramite un
abbinamento tra nuove risorse (per circa l’80 %) e
riassegnazioni e risparmi (per circa il 20%).

Ispirandosi alle raccomandazioni del gruppo ad alto livello
sul futuro finanziamento dell’UE, la Commissione propone di
aggiornare e semplificare l’attuale sistema complessivo delle
risorse proprie e di diversificare le fonti di entrate del
bilancio.

Nuove fonti per finanziare il bilancio a lungo termine

La Commissione propone di semplificare l’attuale risorsa
propria basata sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) e di
introdurre un paniere di nuove risorse proprie collegato alle
nostre priorità politiche.

Nel paniere di nuove risorse proprie rientrano:

– il 20% delle entrate provenienti dal sistema di scambio
delle quote di emissioni;

– un’aliquota di prelievo del 3% applicata alla nuova base
imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (che
verrà introdotta gradualmente,       una   volta   adottata   la
legislazione necessaria);

– un contributo nazionale calcolato in base alla quantità di
rifiuti non riciclati di imballaggi in plastica di ciascuno
Stato membro (0,80 € al chilogrammo).

Queste nuove risorse proprie rappresenteranno il 12% circa del
bilancio totale dell’UE e potrebbero apportare fino a 22
miliardi di € l’anno per il finanziamento delle nuove
priorità.

Correzioni

L’uscita del Regno Unito dall’UE offre l’occasione per
affrontare il complesso sistema di correzioni e di “correzioni
sulle correzioni”. La Commissione propone di eliminare tutte
le correzioni e di ridurre dal 20% al 10% gli importi che gli
Stati membri trattengono all’atto della riscossione dei
tributi doganali (una delle “risorse proprie”) a favore del
bilancio dell’UE. Entrambe le misure renderanno più semplice
ed equo il bilancio dell’UE.

Allo scopo di evitare però un’impennata del contributo di
alcuni Stati membri, la Commissione propone di eliminare
progressivamente le attuali correzioni nell’arco di cinque
anni.

Che cosa accadrà ora?

Sulla base delle proposte odierne la Commissione presenterà,
nelle prossime settimane, proposte dettagliate relative ai
futuri programmi di spesa settoriali (cfr. allegato 1).

La decisione sul futuro bilancio a lungo termine dell’UE
spetterà poi al Consiglio, che delibererà all’unanimità,
previa approvazione del Parlamento europeo. Il fattore tempo è
essenziale. I negoziati per l’adozione dell’attuale bilancio a
lungo termine dell’UE hanno richiesto troppo tempo. Le
conseguenze sono state: il ritardo nell’avvio dei principali
programmi di spesa e il rinvio di progetti che erano realmente
in grado di stimolare la ripresa economica.

Ai negoziati dovrebbe essere quindi accordata la massima
priorità e un accordo dovrebbe essere raggiunto prima delle
elezioni del Parlamento europeo e del vertice di Sibiu del 9
maggio 2019. La Commissione farà tutto ciò che è in suo potere
per un accordo in tempi brevi.
PAC, COPA COGECA: NO A TAGLI UE, NE DIPENDONO AGRICOLTURA E
AMBIENTE

Posted by Redazione × Pubblicato il 03/05/2018 at 10:37
Reagendo ai piani di bilancio post 2020 della Commissione
europea pubblicati a Bruxelles oggi, il Copa e la Cogeca hanno
espresso profonda delusione in merito ai tagli proposti alla
futura politica agricola comune (PAC).

Spiegando perché la spesa agricola nel prossimo bilancio
dell’UE non dovrebbe essere ridotta, il Presidente del Copa,
il sig. Joachim Rukwied, ha affermato: “Il Copa e la Cogeca
sono in disaccordo con qualunque proposta di apportare tagli
alla spesa della PAC nel futuro bilancio dell’UE. Il reddito
degli agricoltori è già inferiore del 40% rispetto al salario
medio negli altri settori dell’economia. Tuttavia, sono loro
quelli che producono ogni giorno derrate alimentari di alta
qualità e ai quali viene richiesto di fare di più per la
sostenibilità e per affrontare il cambiamento climatico. I
tagli al bilancio proposti minacciano non soltanto la
sopravvivenza degli agricoltori e molte zone rurali dell’UE,
ma anche il raggiungimento degli obiettivi ambientali e
sociali dell’Unione. Riconosciamo lo sforzo della Commissione
per aumentare le risorse dell’UE, al fine di rispondere ai
futuri bisogni politici, ma bisogna fare di più per l’Europa e
gli agricoltori europei. Inoltre, accogliamo favorevolmente la
volontà espressa da molti Stati membri di contribuire di più
al futuro dell’Europa.”

Il Presidente della Cogeca, il sig. Thomas Magnusson, ha
sottolineato: “Considerato l’aumento demografico previsto a
livello mondiale e le sfide crescenti cui il settore agricolo
è confrontato, questo non è il momento per tagliare i fondi e
per mettere a repentaglio i molteplici benefici
dell’agricoltura. Nutriamo serie preoccupazioni circa il
potenziale impatto commerciale e di bilancio causato dalla
Brexit sugli agricoltori europei e le loro cooperative. Noi
crediamo che gli agricoltori e le loro famiglie non debbano
ritrovarsi a pagare due volte il prezzo della Brexit.
L’attuale bilancio costa a ogni cittadino europeo meno di una
tazza di caffè al giorno e in cambio garantisce derrate
alimentari nutrienti, sicure e di alta qualità a 500 milioni
di consumatori, contribuendo alla protezione dell’ambiente,
alla crescita e all’occupazione. La spesa agricola rappresenta
un ottimo investimento per tutti i cittadini dell’UE e va
mantenuta e stabilizzata”. In tal senso, l’aumento proposto
per la spesa in materia di ricerca e innovazione in
agricoltura e nella bioeconomia è più che benvenuto. Gli
agricoltori e le cooperative agricole sono pronti a fare la
loro parte al riguardo.”
ACAS
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Posted by Redazione × Pubblicato il 02/05/2018 at 16:30
“Ribadisco con forza la mia contrarietà a tagliare le risorse
della Politica Agricola Comune nel bilancio Ue 2020-2027
proposto oggi dalla Commissione europea. Quanto agli
interventi a gamba tesa sulla gestione della Pac, compreso un
eventuale tetto agli aiuti diretti ai produttori, tengo a
precisare che si tratta di una competenza della Commissione
agricoltura del Parlamento europeo e del Consiglio dei
ministri agricoli dell’Ue”. Così Paolo De Castro,
vicepresidente della ComAgri dell’Europarlamento commenta la
presentazione, in plenaria a Bruxelles, delle proposte sul
prossimo Quadro finanziario europeo da parte del presidente
dell’Esecutivo Ue Jean Claude Juncker, e dal commissario al
bilancio Gunther Oettinger. Per De Castro, in particolare, il
documento finanziario europeo “è poco ambizioso per quanto
riguarda l’incremento delle risorse, che come chiedeva il
Parlamento europeo avrebbero dovuto raggiungere l’1,3% del Pil
della Ue, mentre si ferma a poco più dell’1,1%”.

“Senza contare – conclude De Castro – che l’annunciato taglio
del 5% del bilancio agricolo significherebbe togliere più di
20 miliardi di euro alla Pac in sette anni. Un calo
inaccettabile, considerando anche che viene chiesto a i Paesi
della vecchia Europa, tra cui l’Italia, di proseguire nella
convergenza degli aiuti diretti, ora più elevati rispetto a
quelli dei nuovi Partner europei”.

Per la Confagricoltura è “inaccettabile” un taglio di risorse
al settore:

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FAGRICOLTURA): INACCETTABILE TAGLIO FONDI AGRICOLTURA PER FAR
QUADRARE I CONTI DEL BILANCIO

Posted by Redazione × Pubblicato il 02/05/2018 at 18:14
“Tagliare i fondi all’agricoltura per far quadrare i conti di
un bilancio che resterà inadeguato, dimostra che c’è scarsa
fiducia sul futuro della costruzione europea”. Questo il
commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano
Giansanti, in relazione alla      proposta della Commissione
europea sul nuovo quadro finanziario della UE (periodo
2012-2017), che prevede la riduzione delle spese destinate
all’agricoltura per un ammontare di circa 40 miliardi di euro
a prezzi correnti rispetto all’attuale dotazione. In
particolare, i trasferimenti diretti agli agricoltori
potrebbero subire un taglio superiore al 7%.

“È sbagliata e da respingere al mittente – ha aggiunto il
presidente di Confagricoltura – anche la proposta di ridurre
i trasferimenti alle imprese di maggiore dimensione. Vale a
dire, quelle che assicurano la maggior parte dei posti di
lavoro, producono per il mercato interno e per le esportazioni
e sono aperte all’innovazione”.

“Le vere imprese agricole – ha continuato Giansanti – hanno
assicurato produzioni abbondanti, sicurezza alimentare, tutela
del territorio e delle risorse naturali. Il tutto ad un costo
che non arriva a trenta centesimi al giorno ad abitante. Alla
luce di queste cifre, i tagli proposti dalla Commissione
europea sono inaccettabili”.

“L’agricoltura rientra a pieno titolo nella lista dei beni
comuni che l’Unione Europea deve tutelare e valorizzare – ha
concluso  il presidente di Confagricoltura         -. Occorre
salvaguardare  la  dotazione  finanziaria           destinata
all’agricoltura europea negli anni a venire, per continuare a
dare un quadro di riferimento positivo a supporto della
crescita di tutte le imprese, senza alcuna discriminazione. È
questo l’obiettivo per il quale lavoreremo in ambito europeo e
a livello nazionale”.

Anche la Cia reputa il taglio una soluzione non condivisibile:
BUDGET
                                                       UE,
                                                       CIA:
                                                       INACCET
                                                       TABILE
                                                       TAGLIO
                                                       FONDI
                                                       PAC,
                                                       RICADRE
                                                       BBE SU
                                                       AGRICOL
                                                       TORI E
                                                       CONSUMA
                                                       TORI

Posted by Redazione × Pubblicato il 02/05/2018 at 18:32
Le prime cifre annunciate dalla Commissione europea, sul
prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione,
evidenziano la volontà di un rilancio del progetto
comunitario, nel momento in cui cresce la dotazione
finanziaria complessiva e la sua incidenza sul prodotto
interno lordo dell’Unione. Nuove importanti politiche vengono
attivate, evidenziando un impegno dell’Europa sul fronte
dell’immigrazione e della sicurezza.

Questa la prima analisi generale della Cia-Agricoltori
Italiani in merito alle notizie che iniziano a giungere da
Bruxelles sulle prossime dotazioni finanziarie, che
traguarderanno l’anno 2027.

Tuttavia -evidenzia la Cia- sul fondamentale capitolo agricolo
i tagli annunciati non sono accettabili per l’importanza
strategica che occupa il settore dal punto di vista socio-
economico e ambientale.

E’ necessario -prosegue la Cia- che il budget destinato alla
Politica agricola comune (Pac) rimanga inalterato, per una
prospettiva di mantenimento e di sviluppo dell’agricoltura
europea e italiana. La Pac -spiega la Cia- ha, da sempre,
garantito lo sviluppo di un’agricoltura di qualità,
salvaguardando la salute dei cittadini europei, consentendo il
mantenimento e lo sviluppo sociale ed economico delle aree
rurali, contribuendo al mantenimento del paesaggio e
dell’ambiente.

E’ fondamentale -secondo l’organizzazione degli agricoltori-
che gli Stati membri diventino ancora più responsabili
agiscano per lo sviluppo del progetto europeo, assicurando la
possibilità di contribuire maggiormente al budget, così da
scongiurare tagli che impatterebbero non solo sul settore
agricolo ma in generale sui cittadini europei.

Il Dibattito è appena iniziato -conclude la Cia- ora la
Commissione dovrà discutere con Parlamento e Consiglio per
chiudere il negoziato entro i primi mesi del 2019, così da
scongiurare eventuali incertezze già per il 2021.

Duro il commento della Copagri:

UE, COPAGRI: INACCETTABILI TAGLI DEL 5% PER LA PAC. SERVE
STRATEGIA PER AUMENTO COMPETITIVITA’ IMPRESE AGRICOLE.

Posted by Redazione × Pubblicato il 02/05/2018 at 18:35
“Nonostante le ambizioni manifestate, la Commissione ha deciso
di non aumentare la portata generale del bilancio comunitario
limitando lo sforzo richiesto agli Stati membri all’1,08% del
PIL.” Evidenzia Copagri in merito alla presentazione delle
proposte per il bilancio di lungo termine dell’unione per il
periodo 2021-2027 presentato dalla Commissione Europea – “Il
taglio proposto per la politica agricola comune è molto più
grave di quello annunciato dal Commissario per il bilancio,
Günther Oettinger. È assolutamente inaccettabile un taglio del
5% al budget PAC.”

E continua “in un contesto politico ed economico incerto, in
cui quasi tutti i settori agricoli sono in crisi, questa
proposta è molto preoccupante per il futuro dell’agricoltura
europea e la sostenibilità economica di molte aziende. Più che
mai, c’è bisogno di una politica veramente comune, a livello
europeo, che consenta di aumentare la competitività delle
imprese europee, la loro capacità di investire, evitando
distorsioni della concorrenza.”

Sulla base delle proposte odierne la Commissione presenterà,
nelle prossime settimane, proposte dettagliate relative ai
futuri programmi di spesa settoriali – sulle quali Copagri
ripone molte aspettative.

Per l’Unci Agroalimentare è fondamentale il Parlamento Ue:
P
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ARE: AZIONE DEL PARLAMENTO UE FONDAMENTALE

Posted by Redazione × Pubblicato il 02/05/2018 at 18:48
Oggi più di ieri si sente la necessità di condivisione di
interventi a favore del comparto primario, questa condivisioni
viene da una riflessione sulle “Relazioni Industriali e la
costruzione di nuovi rapporti”. Il Comparto Agroalimentare e
più in generale il Comparto Primario, più di ogni altro
settore, sente propria questa tematica. Molte e tante delle
nostre Associate sono Aziende a conduzione familiare i cui
titolari ogni mattina vanno al lavoro per produrre un reddito.
Sono gli imprenditori che costituiscono quell’esercito silente
che costruisce e produce. Sono le Cooperative Agricole,
Zootecniche, Ortofrutticole e della Pesca professionale che
vogliono condividere i valori su cui costruire nuove relazioni
industriali. UNCI AGROALIMENTARE da sempre vicina al mondo
delle imprese, vede come soluzione premiante verso i problemi
occupazionali e di crescita del sistema paese, quella visione
nuova delle relazioni industriali dove il lavoro 4.0 non sia
solo crescita tecnologica, ma la valorizzazione del capitale
umano da porre al centro dei fattori produttivi, “Fare
cooperazione e crescere insieme”, questo è il nostro motto. Un
sistema di relazioni industriali tese al pluralismo nel mondo
del lavoro che premi l’uomo e il lavoro, e trovi in esso il
vero valore etico e sociale di cui il mondo del lavoro ha
bisogno.

Ma questo già accadeva fin dalla nascita del movimento
cooperativo, ovvero il 7 Luglio 1888. Quindi veniamo
all’attualità di oggi, mercoledì 2 maggio, quando in
Commissione Europea si stanno discutendo le proposte sulla
futura politica agricola comune. Nuove regole e norme su aiuti
diretti e sviluppo rurale, organizzazione dei mercati e regole
“orizzontali”. Emerge ancora un disagio sul riequilibrio
finanziario, verrebbero ridotti gli stanziamenti per i fondi
di coesione e per l’agricoltura. Maggior attenzione sui i
programmi di ricerca e sviluppo, e si legge che verrà fissato
un tetto massimo di 60.000 euro l’anno. Il tutto è all’esame
dei servizi della Commissione europea e noi, come le altre
organizzazioni agricole, registriamo ma, al contempo, siamo
già al lavoro per iniziative a difesa della nostra identità
agricola. Difatti i possibili tagli al bilancio agricolo
porterebbero come conseguenza immediata un enorme onere sulle
aree rurali e per le nostre aziende agricole. La serie di
tagli di bilancio degli ultimi 20 anni, hanno evidenziato
infatti che la PAC (la Politica Agricola Comune) è un fattore
di stabilità agricola europea solo se dotata di risorse
adeguate e parità di condizioni per tutti gli Stati membri
dell’Unione. Quindi l’auspicio è che il sostegno arrivi dal
Parlamento Europeo senza che prevalgano gli interessi dei
Paesi più forti e non si creino le condizioni di disparità cui
spesso siamo stati vittime. “L’UNCI AGROALIMENTARE – ha
dichiarato in una nota il Presidente, Gennaro Scognamiglio –
ritiene l’azione del Parlamento Europeo fondamentale non solo
per grandi temi ma anche perché i tagli non devono essere
effettuati sulla spesa agricola al fine di dare all’UE la
possibilità di raggiungere gli obiettivi anche in termini di
competitività, crescita occupazionale e maggior redditività
senza trascurare l’ambiente.”

PAC, SERPILLO, UCI: DECISIONE MIOPE ED ANACRONISTICA. NO A
TAGLIO BUDGET CHE COSTA 2 MLD A CHI PRODUCE MADE IN ITALY

Posted by Redazione × Pubblicato il 02/05/2018 at 21:15
                            “Inaccettabile”. Questo il termine
                            usato dal Presidente Uci Mario
                            Serpillo per quanto riguarda la
                            proposta della Commissione europea
                            di recuperare parte del budget Ue
                            complessivo tagliando il 5 per
                            cento delle risorse dal pacchetto
                            agricoltura     destinato    alla
prossima Pac. “Un taglio che si traduce in un danno da quasi 2
miliardi di euro per gli agricoltori del Made in Italy”,
dichiara Serpillo. “Oltre a quello provocato a tutto il
comparto dell’agricoltura Made in Ue che dovrà rinunciare,
rispetto alla passata Pac, a circa 20 miliardi di euro”,
aggiunge. “Una decisione miope ed anacronistica se si guardano
ai dati”, prosegue ancora Serpillo. “Il settore agroalimentare
è il secondo Pil manifatturiero d’Europa, garantisce più
occupazione della maggior parte degli altri segmenti
produttivi e garantisce sicurezza alimentare. Non possiamo
accettare un taglio che mortifica il lavoro che genera
economia reale”, prosegue. “Confidiamo nel lavoro del
Parlamento europeo”, conclude.

PAC, ZULLO (M5S): OLTRE 1,8 MILIARDI DI TAGLI AD AGRICOLTORI
ITALIANI

Posted by Redazione × Pubblicato il 02/05/2018 at 18:42
“I tagli al settore agricolo italiano, previsti nel Quadro
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