Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici e Protocollo di Kyoto - Energia per Kyoto energie rinnovabili, decentramento, efficienza energetica ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici e Protocollo di Kyoto Energia per Kyoto ‐ energie rinnovabili, decentramento, efficienza energetica Milano, 4 Novembre 2011 -1-
INDICE DEI CONTENUTI Concetti introduttivi United Nations Framework Convention on Climate Change Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Unione Europea e cambiamenti climatici Dal Protocollo di Kyoto ai Cancùn Agreements Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto E l’Italia? -2-
Introduzione Ambiente, Sviluppo, Crescita e Progresso: connubio possibile? AMBIENTE SVILUPPO Tutto ciò che, essendo esterno ad un indica la serie di cambiamenti con determinato sistema, può cui un sistema evolve verso uno influenzarlo stadio più complesso Comprende anche componenti Fenomeno durevole nel tempo sociali, economiche e culturali consistente nella crescita di alcune variabili reali del sistema: produzione, consumi, investimenti, occupazione CRESCITA PROGRESSO La crescita economica è un fenomeno è il generale avanzamento nelle inerente soprattutto ai sistemi scienze, nella tecnica, economici moderni, caratterizzato da nell’organizzazione sociale tecnica ed un incremento che riguarda la economica ricchezza, i consumi, la produzione di merci, l'erogazione di servizi, l’acquisizione di conoscenze che l'occupazione, il capitale, la ricerca permette l’uso di nuovi processi scientifica, le nuove applicazioni produttivi o la produzione di nuovi tecnologiche beni -3-
Introduzione Cambiamenti Climatici ed Effetto Serra CAMBIAMENTI CLIMATICI A change of climate which is attributed directly or indirectly to human activity that alters the composition of the global atmosphere and which is in addition to natural climate variability observed over comparable time periods (IPCC 1995) Variazione statisticamente significativa dello stato medio del clima o della sua variabilità, persistente per un periodo esteso (tipicamente decenni o di più) Legati ad un aumento in intensità e frequenza dei fenomeni estremi (uragani, inondazioni), aumento del livello dei mari, perdita di biodiversità, desertificazione Dovuti a cause naturali e anche all’azione dell’uomo EFFETTO SERRA Fenomeno naturale che permette il riscaldamento dell’atmosfera terreste fino ad una temperatura adatta alla vita Provocato da alcuni gas presenti nell’atmosfera capaci di assorbire una parte di raggi infrarossi emessi dal suolo e dagli oceani L’aumento della concentrazione dei gas serra presenti nell’atmosfera genera un aumento dell’effetto serra e un anomalo aumento della temperatura atmosfera -4-
Introduzione Sviluppo Sostenibile: una necessità presente e futura Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs Un processo di cambiamento per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i mutamenti istituzionali sono armonizzati cosi da tenere conto sia delle necessità presenti che di quelle future Equità Infra‐generazionale: parità di accesso alle risorse da parte degli attuali cittadini del pianeta indipendentemente dalla loro provenienza Equità Inter‐generazionale: dovere delle generazioni presenti di garantire pari opportunità alle generazioni future - 7 -
INDICE DEI CONTENUTI Concetti introduttivi United Nations Framework Convention on Climate Change Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Unione Europea e cambiamenti climatici Dal Protocollo di Kyoto ai Cancùn Agreements Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto E l’Italia? -9-
Introduzione Clima: Il Framework Internazionale 1992 1987 United Nations Framework Rapporto Bruntland Convention on Climate Change World Commission on 1997 Environment and Development (UN) Protocollo di Kyoto 1988 2002 Risoluzione 43/53 UN‐GA Recepimento normativo Intergovernmental Panel on Climate Change del Protocollo di Kyoto nella UE presso WMO e UNEP 2003 European Union Emissions Trading Scheme 1989 Risoluzione 44/207 UN‐GA 2005 Processo di negoziazione Il Protocollo di Kyoto entra in vigore 2008 European Climate‐Energy Package 1990 20‐20‐20 2020 IPCC First Assessment Report 2009‐2012 Accordo internazionale post‐Kyoto - 10 -
UNFCCC Convenzione: un framework di partenza UNFCCC PERIMETRO: Quadro di riferimento per l’impegno internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici Riconoscimento cause antropogeniche dei cambiamenti climatici Partecipazione universale (193 paesi aderenti + 1 area di integrazione economica) OBIETTIVO Stabilizzare le emissioni di gas ad effetto serra in atmosfera ai livelli del 1990 entro il 2000 ai fini di evitare i cambiamenti climatici antropogenici più rischiosi PRINCIPI: Adottata 9 maggio 1992 Common but differenciated responsibilities Aperta alla firma: giugno 1992 al Tutela dei paesi più vulnerabili giugno 1993 (166 Paesi firmatari) Azione preventiva Entrata in vigore: 21 marzo 1994, Compatibilità con lo sviluppo sostenibile dopo il deposito a New York del 50° strumento di ratifica nazionale Cooperazione e no utilizzo strumentale a fini commerciali - 11 -
UNFCCC Convenzione: impegni I PAESI CHE RATIFICANO LA CONVENZIONE SI IMPEGNANO A: Realizzare e condividere a livello internazionale il proprio inventario delle emissioni Formulare, realizzare, comunicare e aggiornare politiche per il clima Trasferimento tecnologico nel campo dell’ ”ENERGIA, TRASPORTI, INDUSTRIA, AGRICOLTURA, FORESTE, GESTIONE RIFIUTI” Cooperare nell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici (zone costriere, gestione riserve idriche e agricoltura, zone desertificate specie in Africa) Minimizzare gli impatti economici della lotta ai cambiamenti climatici Cooperazione scientifica e tecnologica, diffusione dell’informazione e formazione I PAESI INDUSTRIALIZZATI INCLUSE LE ECONOMIE IN VIA DI TRANSIZIONE (PAESI ANNEX I) SI IMPEGNANO INOLTRE A: Assumere la leadership nelle azioni di mitigazione Riportare le emissioni antropogeniche ai livello del 1990 e riferire regolarmente delle proprie iniziative alla comunità internazionale I PAESI DONATORI (PAESI ANNEX II) SI IMPEGNANO ANCHE A: Fornire assistenza ai PVS e rendere disponibili le risorse finanziarie necessarie alla lotta ai cambiamenti climatici Finanziare lo sviluppo e il trasferimento delle tecnologie a basso contenuto di carbonio Sostenere I paesi più vulnerabili (Isole, zone costiere, landlock countries,etc.) - 12 -
UNFCCC Convenzione: Paesi Annex I EU 27 Austria Belgio Bulgaria Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Gran Bretagna Grecia Irlanda Islanda Italia Lettonia Lituania Lussemburgo Malta Olanda Polonia Portogallo Repubblica Ceca Romania EUROPA NON UE ALTRI Slovacchia Croatia Nuova Zelanda Slovenia Liechtenstein Australia Spagna Monaco Canada Svezia Norvegia Giappone Ungheria Svizzera Federazione Russa Ucraina - 13 -
UNFCCC Gli Organi della Convenzione CONFERENZA DELLE PARTI: Principale organismo decisionale, costituito dall’associacione di tutti i Paesi ratificatori Responsabile di mantenere la lotta al clima sul giusto percorso, valutando le misure adottata dai singoli paesi Si riunisce una volta l’anno, a rotazione nelle 5 regioni ONU (Dicembre) ORGANI SUSSIDIARI (si riuniscono 2 volte l’anno, una in concomitanza con la COP, l’altra a giugno a Bonn) SUBSIDIARY BODY FOR IMPLEMENTATION (SBI): SUBSIDIARY BODY FOR SCIENTIFIC AND TECHNOLOGICAL ADVICE (SBSTA) Supporto alla COP nell’implementazione della convenzione Assistenza alla COP su tematiche tecniche Sorveglianza dei meccanismi finanziari Conslenza metodologia e raccordo con l’IPCC Ad‐hoc Working Groups a fini speciali: AWG on Long‐term Cooperative Actions (AWG LCA): negoziato Bali Road Map SEGRETARIATO: Organo operativo di supporto tecnico‐amministrativo MECCANISMO DI COMPLIANCE NON PREVISTO - 14 -
INDICE DEI CONTENUTI Concetti introduttivi United Nations Framework Convention on Climate Change Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Unione Europea e cambiamenti climatici Dal Protocollo di Kyoto ai Cancùn Agreements Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto E l’Italia? - 15 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Uno strumento comune per dare piena attuazione alla Convenzione PERIMETRO: La Convenzione, di cui costituisce uno strumento di attuazione Partecipazione universale (189 paesi aderenti + 1 area di integrazione economica) OBIETTIVO: Vincolare i paesi industrializzati (Paesi Annex I) a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra per un totale del 5% rispetto ai livelli del 1990 nel periodo 2008‐2012 La Convenzione incoraggia Il Protocollo vincola PRINCIPI: Obiettivo complessivo definito su basi scientifiche: Adottato 11 Decembre1997 speranza di farcela Ripartizione dell’obiettivo in base alle “responsabilità Entrato in vigore 16 febbraio storiche”, secondo criteri validi nel 1992‐1997: ripartizione 2005 dell’obiettivo non universale Regole dettagliate di attuazione Idea che un meccanismo di mercato globale potesse adottate nel 2001 ‐ “Marrakesh fungere da incentivo allo sviluppo delle tecnologie pulite Accords” (approccio USA prevalente rispetto all’approccio UE pro‐ tassazione) - 16 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili L’Unione Europea e l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto IL PROTOCOLLO DI KYOTO ENTRA IN VIGORE IL 16 FEBBRAIO 2005 dopo 90 giorni dalla ratifica della Russia - 17 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Gli Organi del Protocollo di Kyoto CONFERENCE OF THE PARTIES SERVING AS THE MEETING OF THE PARTIES TO THE KYOTO PROTOCOL (CMP): Principale organismo decisionale, costituito dall’associacione di tutti i Paesi ratificatori Si riunisce una volta l’anno, in concomitanza con la COP ORGANI SUSSIDIARI SUBSIDIARY BODY FOR IMPLEMENTATION (SBI): SUBSIDIARY BODY FOR SCIENTIFIC AND TECHNOLOGICAL ADVICE (SBSTA) Supporto nell’implementazione del Protocollo Assistenza su tematiche tecniche, Conslenza Sorveglianza dei meccanismi finanziari metodologia e raccordo con l’IPCC Ad‐hoc Working Groups a fini speciali: AWG KP: per definire periodi di obbligo successivi ed altre evoluzione del Protocollo ORGANI OPERATIVI CDM EXECUTIVE BOARD Joint Implementation Supervisory Committee (JISC) Gestione del meccanismo di progetto supervisione trak 2 JI COMPLIANCE COMMITTEE SEGRETARIATO: stesso della COP: Organo operativo di supporto tecnico‐amministrativo - 18 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Principali obiettivi del Protocollo di Kyoto RIDURRE GREENHOUSE GASES SVILUPPARE FAVORIRE CLEAN COOPERAZIONE TECHNOLOGY INTERNAZIONALE c c - 19 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Teoria economica al servizio dell’ambiente OBIETTIVO PER LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE: ridurre le emissioni di gas a effetto per fermare i cambiamenti climatici TASSE? MERCATO? ‐ Prevedibilità ‐ Efficienza economica ‐ Mancanza meccanismi internazionali di ‐ Coinvolgimento privato riscossione e quantificazione ‐ Autonomia versus centralizzazione ‐ Precedenti esperienze DIVIETO? ‐ IMPRATICABILE…. CAP & TRADE INTERNAZIONALE - 20 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Riduzioni reali: i gas da ridurre, i settori coinvolti Anidride carbonica Metano Perfluorocarburi utilizzo dei combustibili fossili Produzione e raffinazione carbone, petrolio e gas Industria dell’alluminio deforestazione Rifiuti organici e discariche Elettronica allevamento POTENZIALE CLIMALTERANTE 1 t CO2 = 1 t CO2eq CO2 1 t CH4 = 21 t CO2eq CH4 1 t N2O = 295 t CO2eq 1 t PFC = Fino a 12.200 t CO2eq PFC 1 t HFC = Fino a 14.800 t CO2eq 1 t SF6 = 22.800 t CO2eq N2O (cfr. Annex A del Protocollo di Kyoto) SF6 HFC Ossido di azoto Esafluoruro di zolfo Idrofluorocarburi Industria chimica Electrical Switch Gear Refrigerazione Generatori catalitici Produzione di magnesio Condizionamento Fertilizzanti e rifiuti animali - 21 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Quanto sono coinvolte le fonti di energia tradizionali? PROTOCOLLO DI KYOTO = CAMBIARE FONTI DI ENERGIA A LIVELLO MONDIALE - 22 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Protocollo di Kyoto: un sistema di Cap&Trade Internazionale Tetto complessivo alle emissioni stabilito collettivamente su base scientifica, rispetto ad un comune anno base ed in base ad una metrica comune (tonnellate di CO2 equivalente) Un periodo di obbligo pre‐definito: 2008‐2012 Ripartizione individuale ai singoli paesi di propri specifici target (tetti di emissione o assigned ammount) conteggiati sulla base delle informazioni che i Paesi stessi, in base alla United Nations Framework Convention on Climate Change, forniscono attraverso le Comunicazioni Nazionali e la realizzazione del proprio inventario nazionale delle emissioni. Assegnazione ad ogni Paese Annex I, all’inizio del periodo di obbligo 2008‐2012 (da parte del Segretariato UNFCCC) una certa quantità di diritti di emissione in forma di “titoli” scambiabili (Assigned Ammount Units ‐ AAU), c.d. crediti di carbonio, ciascuno corrispondente a 1 tonnellata di CO2 equivalente. Meccanismo di compliance: alla fine del periodo di riferimento, il Paese assegnatario dovrà restituire alle autorità internazionali tanti crediti di carbonio quante saranno le effettive emissioni registrate nel corso del quinquennio. Contabilità delle quote di emissioni: tenuta attraverso registri nazionali collegati ad un registro internazionale centrale, c.d. International Transaction Log (ITL). - 23 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Raggiungere gli obiettivi: misure interne e meccanismi flessibili Due vie complementari per raggiungere gli obiettivi: misure interne di riduzione delle emissioni attuando misure nel campo di: energia, rifiuti, trasporti, industria, agricoltura, gestione dei sink di assorbimento misure esterne: i meccanismi flessibili International Emission Trading, possibilità di scambiare diritti di emissione tra paesi (AAU – Assigned Amount Unit) – CAP&TRADE Clean Development Mechanism (CDM), che genera 1 CER (Certified Emission Reduction) per ogni tCO2eq di emissioni risparmiata in un paese in via di sviluppo – BASELINE&CREDIT Joint implementation (JI), che genera 1 ERU (Emission Reduction Unit) per ogni tCO2eq di emissioni risparmiata in un paese con economia in transizione – BASELINE&CREDIT - 24 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili International Emission Trading AAUs € Acquisto di diritti di emissione da parte di un Paese Annex I in “deficit” da un altro Paese Annex I SOLO TRA PAESI TRUE PERIOD NEL 2015 - 25 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Paesi Annex I idonei all’International Emission Trading EU 27 Austria Belgio Bulgaria Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Gran Bretagna Grecia Irlanda Islanda Italia Lettonia Lituania Lussemburgo Malta Olanda Polonia Portogallo Repubblica Ceca Romania EUROPA NON UE ALTRI Slovacchia Croatia Nuova Zelanda NON HANNO RATIFICATO Slovenia Liechtenstein Australia IL PROTOCOLLO E QUINDI Spagna Monaco Canada NON POSSONO Svezia Norvegia PARTECIPARE AL CDM Giappone Ungheria Svizzera SOLO GLI STATI UNITI Federazione Russa Ucraina - 26 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili I meccanismi flessibili di progetto: ridurre le emissioni al minor costo di sistema Clean Development Mechanism e Joint Implementation Meccanismi flessibili “di progetto” disciplinato dagli Articoli 6 e 12 del Protocollo di Kyoto Consentono di ridurre le emissioni globali di gas serra sfruttando il costo‐opportunità di investire ove i costi di riduzione sono inferiori a parità di beneficio ambientale grazie ad un meccanismo di mercato che rende protagoniste le imprese sostenendo il trasferimento di tecnologie pulite e know‐how da Paesi Industrializzati a Paesi in Via di Sviluppo ed Economie in Transizione - 27 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Come funziona il CDM Crediti di riduzione di emissioni (1 CER = 1 tCO2eq risparmiata) € tecnologia Investimento di un Paese industrializzato Paesi in Via di Sviluppo ed in un Paese in Via di Sviluppo per economie emergenti che hanno progetti di riduzione delle emissioni ratificato il Protocollo di Kyoto - 28 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Paesi Non Annex I eleggibili ai CDM AMERICA CENTRALE ANTIGUA AND BARBUDA BAHAMAS EUROPA BARBADOS ALBANIA BELIZE BOSNIA & HERZG. COSTA RICA MONTENEGRO CUBA MOLDOVA LEBANON DOMINICA SERBIA MALAYSIA DOMINICAN REPUBLIC MACEDONIA CYPRUS MALDIVES EL SALVADOR MALTA MONGOLIA GRENADA ASIA MYANMAR GUATEMALA AMERICA DEL SUD ARMENIA NEPAL HAITI AFRICA AZERBAIJAN HONDURAS ARGENTINA OMAN ALGERIA BAHRAIN OCEANIA JAMAICA BOLIVIA DJIBOUTI PAKISTAN ANGOLA LIBYA BANGLADESH MEXICO BRAZIL EGYPT PHILIPPINES COOK ISLANDS BENIN BHUTAN NICARAGUA CHILE EQUAT. GUINEA MADAGASCAR QATAR FIJI CAMBODIA PANAMA COLOMBIA BOTSWANA ERITREA MALAWI SAO TOMÉ &PRINC REPUBLIC OF KOREA KIRIBATI CHINA SAINT KITTS AND NEVIS ECUADOR BURKINA FASO ETHIOPIA MALI SAUDI ARABIA SENEGAL MARSHALL ISLANDS DEM. PEO. REP. OF SAINT LUCIA GUYANA BURUNDI GABON MAURITANIA SINGAPORE SEYCHELLES KOREA MICRONESIA (FEDERATED STATES OF) TRINIDAD AND TOBAGO PARAGUAY CAMEROON GAMBIA MAURITIUS SRI LANKA SIERRA LEONE GEORGIA PERU CAPE VERDE NAURU GHANA MOROCCO SOUTH AFRICA INDIA SYRIA SAINT VINCENT CENTRAL AFRICAN NIUE AND THE GRENADINES GUINEA MOZAMBIQUE SUDAN INDONESIA REP. THAILAND PALAU SURINAME GUINEA-BISSAU NAMIBIA SWAZILAND IRAN TIMOR-LESTE COMOROS PAPUA NEW GUINEA URUGUAY NIGER TOGO ISRAEL TURKMENISTAN CONGO KENYA SAMOA VENEZUELA TUNISIA JORDAN UNITED ARAB LESOTHO NIGERIA COTE D'IVOIRE SOLOMON ISLANDS EMIRATES UGANDA KUWAIT LIBERIA RWANDA DEM. REP CONGO UZBEKISTAN TONGA UNITED REPUBLIC OF KYRGYZSTAN TANZANIA VIET NAM TUVALU LAO DEM PEOP REP - 29 - (Cfr. Documento ufficiale UNFCCC “Status of Ratification of the Kyoto Protocol” ‐ZAMBIA http://unfccc.int) YEMEN VANUATU
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Come funziona il JI Unità di Riduzione delle Emissioni X (1 AAU=>1 ERU = 1 tCO2eq evitata) € tecnologia Investimento di un Paese industrializzato in un ALTRO Paese industrializzato per Paese Annex I che hanno progetti di riduzione delle emissioni ratificato il Protocollo di Kyoto - 30 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Paesi Annex I riconosciuti idonei al JI EU 27 Austria Belgio Bulgaria Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Gran Bretagna Grecia Irlanda Islanda Italia Lettonia Lituania Lussemburgo Malta Olanda Polonia Portogallo Repubblica Ceca Romania EUROPA NON UE ALTRI Slovacchia Croatia Nuova Zelanda NON HANNO RATIFICATO Slovenia Liechtenstein Australia IL PROTOCOLLO E QUINDI Spagna Monaco Canada NON POSSONO Svezia Norvegia PARTECIPARE AL CDM Giappone Ungheria SOLO GLI STATI UNITI Svizzera Federazione Russa Ucraina - 31 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Come funzionano gli scambi Restituzione Restituzione AAU-ERU-RMU-CER Protocollo di Kyoto AAU-ERU-RMU-CER Fine periodo di obbligo Autorità internazionali competenti Fine periodo di obbligo Paesi Annex B Trading di Paesi Annex B (Paesi industrializzati e AAU-ERU-RMU-CER (Paesi industrializzati e principali economie in Durante il periodo di obbligo principali economie in transizione) transizione) Paesi non Annex B (PVS, incluse economie emergenti) - 32 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Opzioni per un Governo nazionale Stimolare o obbligare il proprio tessuto produttivo a ridurre le emissioni climalteranti Autorizzare il proprio tessuto produttivo a partecipare a progetti CDM e JI per ottenerne i crediti Finanziare direttamente progetti CDM e JI, anche se non sviluppati da imprese nazionali, e assicurarsi la Proprietà dei crediti generati Acquistare crediti sul mercato Cedere crediti ad altri paesi o imprese ospitando progetti JI (in caso il Paese abbia un surplus di diritti di emissione rispetto ai propri livelli reali di emissione) Vendere propri crediti di emissione (in caso il Paese abbia un surplus di diritti di emissione rispetto ai propri livelli reali di emissione) Conservare (cosiddetto “banking”) i propri crediti di emissione afferenti al periodo di obbligo 2008‐2012 per utilizzarli in successivi periodi di obbligo post‐2012. - 33 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Conseguenze per l’inadempienza: COMPLIANCE Meccanismo ad hoc per la risoluzione delle controversie (compliance system) Solo per i Paesi Annex I All’inizio del 2015, “periodo della verità” e consegna Rapporto Finale in base al quale le Autorità internazionali competenti determinano l’adempimento dal Paese rispetto ai criteri di idoneità e agli obblighi previsti dell’articolo 3.1 del Protocollo di Kyoto (riduzione delle emissioni). Sanzioni: • Sospensione della partecipazione ai meccanismi di flessibilità. Anche prima del 2015 in caso di inadempienza con gli obblighi di informazione ( realizzazione dell’inventario, registri delle Foreste, mantenimento di un registro delle emissioni, Comunicazioni Nazionali e dei Rapporti Annuali); • Per l’inadempienza agli obblighi di riduzione al termine del periodo di adempimento. o Sottrazione dalle quantità assegnate per il periodo di adempimento successivo (post‐2012) di un quantitativo pari all’ammontare di quote in eccesso aumentato del 30%; o Richiesta di adozione di un piano nazionale di adempimento adeguato; o Sospensione dell’idoneità a trasferire le unità di riduzione nell’ambito del meccanismo di flessibilità International Emission Trading, di cui all’art. 17 del Protocollo di Kyoto. - 34 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Quali progetti generano crediti TUTTI I PROGETTI CHE UTILIZZINO TECNOLOGIE, PRODOTTI E PROCESSI IN GRADO DI RIDURRE L’USO DI COMBUSTIBILI FOSSILI RIDURRE LE EMISSIONI DI GAS SERRA DA RIFIUTI AUMENTARE L’EFFICIENZA ENERGETICA DEI PROCESSI INDUSTRIALI E DEI CONSUMI FINALI CIVILI RIDURRE LE EMISSIONI DI GAS SERRA DI PROCESSI AGRICOLI E INDUSTRIALI AUMENTARE I BACINI FORESTALI IN GRADO DI ASSORBIRE GAS SERRA - 35 -
Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili I vantaggi economici per chi sviluppa progetti nell’ambito del CDM LA MAGGIOR PARTE DEI PROGETTI RIDUCE TRA 25.000 E 500.000 TONNELLATE DI GAS SERRA L’ANNO OGNI TONNELLATA DI EMISSIONI RIDOTTA DA UN PROGETTO CDM DA ORIGINE A UN TITOLO “CER” ‐ Certified Emission Reduction DOTATO DI UN VALORE DI MERCATO VARIABILE TRA PREZZO AL 3 7 E 15 EURO NOVEMBRE PARI A 6,5€ PER CER! A SECONDA DI QUANDO VIENE MESSO SUL MERCATO I CREDITI POSSONO ESSERE VENDUTI O UTILIZZATI COME GARANZIA PER OTTENERE CREDITO E INVESTIMENTI NEL CAPITALE DEI PROGETTI - 36 -
INDICE DEI CONTENUTI Concetti introduttivi United Nations Framework Convention on Climate Change Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Unione Europea e cambiamenti climatici Dal Protocollo di Kyoto ai Cancùn Agreements Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto E l’Italia? - 37 -
Avevamo cominciato da qui… 1992 United Nations Framework Convention on Climate Change SISTEMA INTERNAZIONALE 1997 Protocollo di Kyoto CAP & TRADE 2002 Recepimento normativo CHE STA STIMOLANDO del Protocollo di Kyoto nella UE 2003 UNA RIVOLUZIONE European Union Emissions Trading Scheme TECNOLOGICA – INDUSTRIALE 2005 Il Protocollo di Kyoto entra in vigore ENERGETICA 2008 PER RIDURRE LE European Climate‐Energy Package 20‐20‐20 2020 EMISSIONI CLIMALTERANTI 2009 Accordo internazionale post‐2012 - 38 -
Sistema europeo per lo scambio di quote di emissione: caratteristiche generali EU Emission Trading Scheme: una misura interna europea speculare al PK 2003: prima misura UE vincolante e armonizzata su CLIMA ED ENERGIA I Paesi dell’Unione Europea (UE 15) ratificano il Protocollo di Kyoto congiuntamente, rinegoziando tra loro la percentuale delle riduzioni da realizzare in ciascun paese per raggiungere il comune obiettivo del ‐8% rispetto ai livelli del 1990 (Decisione 2002/358/CE, Burden Sharing Agreement). Per facilitare il raggiungimento del target, l’UE si dota di un’importante misura interna tesa a ridurre le emissioni nei settori industriali di maggiore impatto sui cambiamenti climatici, il cosiddetto sistema comunitario di scambio di quote di emissione (Direttiva 2003/87/CE, European Union Emissions Trading Scheme – EU ETS). L’EU ETS trasferisce parte della responsabilità europea nel raggiungimento dei propri obiettivi Kyoto ai soggetti privati effettivamente responsabili delle emissioni L’EU ETS non riguarda gli Stati nazionali, bensì gli impianti industriali più inquinanti afferenti a specifici settori produttivi ‐ attività energetiche, produzione e trasformazione dei metalli, industria dei prodotti minerali (cemento, ceramica e vetro), industria della carta – che insieme contribuiscono per circa il 52% alle emissioni complessive europee. - 39 -
Sistema europeo per lo scambio di quote di emissione: caratteristiche generali Burden sharing agreement Target 2008-2012 Decisione 2002/358/CE 30 25 del Consiglio Europeo 27 20 (Burden ‐ Sharing 13 15 10 Agreeement) 0 4 0 0 specifica quanta -10 -7,5 di questa riduzione -6,5 -6 -13 -20 spetti a ciascun -12,5 -21 -21 -30 -28 Stato Membro Be a im o Fi rca ri Fr i a an lgi G ncia G ia st d a rispetto ai livelli del 1990 l ia an a Au an em d a o ci rto a rg Sp lo I ta re a Sv a Po nd m nl n d de ia n l bu Lu Irla ga er or ag la ez D lN O ss da an Irl e K U - 40 -
Sistema europeo per lo scambio di quote di emissione: caratteristiche generali Approccio normativo da sperimentare, il motore di un nuovo mercato 2005 ‐ 2007: 1° periodo pilota 2008 ‐ 2012: 2° periodo fase “Kyoto” 2013 ‐ 2020: 3° periodo leader oltre Kyoto Circa 11.500 impianti in EU: 2.100.000.000 quote anno Circa il 40% delle emissioni europee Domanda europea: motore del mercato internazionale del carbonio e motore per la formazione di un prezzo per la CO2 (dati World Bank 2010) - 41 -
Sistema europeo per lo scambio di quote di emissione: caratteristiche generali Nel corso del tempo la normativa evolve… Direttiva 2003/87/CE: nasce il Sistema europeo per lo scambio di quote di emissione (EU ETS) per controllare le emissioni di CO2 dei settori a più alta intensità di carbonio Direttiva 2004/101/CE: l’EU ETS apre le porte ai crediti di emissione internazionali Direttiva 2008/101/CE: l’aviazione entra nell’EU ETS Direttiva 2009/29/CE: nuovi gas e nuovi settori, più centralizzazione a livello europeo 2009: Decisione Effort Sharing: non solo settori industriali - 42 -
…e si integra in un programma europeo più ampio e più armonizzato… Pacchetto Europeo Clima Energia: per ridurre le emissioni c’è bisogno di rinnovabili ed efficienza energetica RIDUZIONE DELLE EMISSIONI EFFICIENZA ENERGETICA RINNOVABILI - 43 -
Pacchetto UE Clima Energia Un percorso che viene da lontano 1997: White Paper on a Community Strategy and Action Plan 1997: KP agreed for renewable energy 2000: EC lancia European Climate Change Programme (ECCP I) 2001: prima Direttiva RES 2002: EU first Energy Performance of Buildings Directive (EPBD). 2003: prima Direttiva ETS prima Direttiva Biocombustibili 2004: Industrial market opens up to competition 2005: EU ETS (1° periodo) 2005: KP enforced Secondo European Climate Change Programme (ECCP II) 2006: Commission presents Action Plan for Energy Efficiency 2007: Consiglio EU: endorcement politico al 20‐20‐20 2007: BAP Consiglio UE decide per pacchetto migliorativo mercato liberalizzato di gas ed elettricità (Unbundling) Proposte della Commissione: CCS, ETS, ES, RES, EE Commission Strategic Energy Technology plan (SET‐Plan) EU MS Plans on EE to EC - 44 -
Pacchetto UE Clima Energia Un percorso che viene da lontano 2008: EU Climate and Energy Package: political agreement Commission issues a Communication on CCS dem.projs 2009: EU Climate and Energy Package inforced Revised Energy Performance of Buildings Directive 2009: COP Copenhagen & EU agrees on Energy Label EU adopts third internal energy market package 2011: Commission to present new Energy Efficiency Action Plan 2013: Revised Emissions Trading Scheme comes into force 2013: 2° CP KP? 2015: target 10‐12 large‐scale demonstration projects to be launched for coal and gas‐fired power plants. 2018: Public buildings to have nearly zero energy standards 2020: All new coal‐fired plants should include CCS technology. 2020: New agreement? Existing plants to be 'retrofitted' subsequently. All new buildings to be nearly zero energy. EU objective for 20‐20‐20 - 45 -
Pacchetto UE Clima Energia Gli obiettivi 1. Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, per il quale l’UE si è data un obiettivo vincolante di riduzione pari al 20% al 2020 rispetto alle emissioni del 1990. Quest’impegno è il contributo europeo unilaterale alla lotta globale ai cambiamenti climatici ma potrebbe essere aumentato al 30% a fronte dell’assunzione di impegni simili da parte degli altri paesi maggiori emettitori (USA, Cina e gli altri paesi industrializzati ed in via di industrializzazione). 2. Incremento delle rinnovabili nel mix dei consumi energetici europei. L’Europa si e’ in questo ambito impegnata a portare al 20% la quota delle energie rinnovabili nei propri consumi, ripartendo l’impegno tra i 27 paesi membri. 3. Incrementare l’efficienza energetica. Su questo l’UE si è data l’obiettivo di ridurre del 20% i propri consumi di energia al 2020. Tale obiettivo non e’ stato inserito dentro uno specifico strumento normativo ma è stato indicato quale auspicato risultato di una strategia comune ed integrata ai due precedenti pilastri. Tra le misure specificamente dedicate: l’aumento dell’efficienza energetica negli impianti di produzione di energia elettrica, incentivi ai servizi energetici, meccanismi specifici di finanziamento a favore di prodotti più efficienti. - 46 -
INDICE DEI CONTENUTI Concetti introduttivi United Nations Framework Convention on Climate Change Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Unione Europea e cambiamenti climatici Dal Protocollo di Kyoto ai Cancùn Agreements Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto E l’Italia? - 47 -
Cancùn Agreements: come si è arrivati COP15 – Il fallimento di Copenhagen 15° Conferenza delle Parti della UNFCCC Copenhagen 7‐18 Dicembre 2009 Obiettivo: Nella capitale danese era attesa la conclusione del percorso iniziato a Montreal nel 2005 e continuato a Bali nel 2007 inerente il futuro della lotta ai cambiamenti climatici a livello globale e la possibilità di estensione del Protocollo di Kyoto Risultato: Copenhagen Accord ‐ accordo politico e non vincolante in quanto non approvato in sede di COP Tale accordo è stato raggiunto attraverso la negoziazione di Usa, Brasile, India, Cina e Sud Africa Riconosce la necessità dell’obiettivo di 2°C Prevede che i Paesi Annex I definiscano i propri target di riduzione al 2020 e supportino finanziariamente i Paesi in Via di Sviluppo nel perseguire le attività di mitigazione Prevede l’istituzione del Copenhagen Green Climate Fund (30 MLD 2010‐2012 e 100 MLD al 2020) Prevede che il dibattito continui in ambito di AWG KP e AWG LCA …e l’Europa? - 48 -
Cancùn Agreements: come si è arrivati COP16 – Cancùn 2011 16° Conferenza delle Parti della UNFCCC Cancùn Dicembre 2010 Obiettivi Evitare l’empasse negoziale verificatasi a Copenhagen nel 2009 Porre le basi per il raggiungimento di un futuro accordo Post‐Kyoto Rilanciare il processo clima a livello internazionale Risultato Stipula dei Cancùn Agreements Pacchetto di accordi vincolanti approvati ufficialemente in sede di COP - 49 -
Cancùn Agreements Un pacchetto che rilancia il processo clima AWG KP AWG LCA Intesa: no gap tra primo e secondo Intesa: architravi di un futuro accordo: periodo di obbligo e riferimento a: -Visione comune di lungo termine -emission trading e meccanismi di -Adattamento progetto -Mitigazione: -Economy‐wide targets per i paesi °Target quantificati per Annex I Annex I °Impegni all’azione per PVS °REDD+ per lotta deforestazione Decisione su criteri per stabilire il °Nuovi meccanismi di mercato contributo dei sink forestali al °Conseguenze avverse mitigazione raggiungimento di eventuali target - Finanza, tecnologia e CB -Meccanismo di revisione Varie decisioni tecniche CMP -Attenzione per EIT QUALCOSA PER TUTTI, TUTTI ESCONO “VINCITORI” - 50 -
Cancùn Agreements Nella sostanza, per il Protocollo di Kyoto: Sì ad un secondo periodo di obbligo PK, ma procrastinata la decisione al 2011 Sì agli impegni espressi dai paesi Annex I, ma nessun target aggregato specificato Sì ai meccanismi flessibili… ° Avanzamenti sulla riforma del CDM: °Formazione e trasparenza della governance °Standardized baselines °Più velocità per le nuove metodologie °Miglioramento misure per l’accreditamento °Incremento rapidità nell’erogazione dei crediti ° Apertura al CCS …ma poca certezza sulla “domanda di flessibilità” IN SINTESI: UN DEPOTENZIAMENTO DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI - 51 - DEL PROTOCOLLO
Cancùn Agreements: cosa contiene il pacchetto E per la Long‐term Cooperative Action: VISIONE COMUNE Obiettivo 2°C e meccanismo di revisione per abbassare il limite a 1,5° Inserito concetto di “global peaking” e menzionato orizzonte temporale 2050 ADATTAMENTO Istituito Cancun Adaptation Framework: ° RD&D per l’adattamento, ° programmazione e pianificazione economica e infrastrutturale Piani di adattamento per LDCs Adaptation Committee per il coordinamento delle azioni, anche per quanto riguarda gli aspetti finanziari e l’allocazione delle risorse Processo tecnico per possibili meccanismi assicurativi contro i rischi climatici - 52 -
Cancùn Agreements: cosa contiene il pacchetto E per la Long‐term Cooperative Action: MITIGAZIONE Sì ai target e agli impegni di azione di paesi di vecchia e nuova industrializzazione per la mitigazione derivanti dal Copenhagen Accord Nuovo approccio a monitoraggio, reportistica e verifica (MRV): verifica internazionale sull’erogazione di finanziamenti per i paesi industrializzati e meccanismi di consultazione e analisi internazionale sulle azioni dei PVS Rilancio del processo per la definizione di nuovi meccanismi di mercato per promuovere e rendere cost‐effective le misure di mitigazione Istituito meccanismo internazionale per la lotta alla deforestazione (REDD+) Forum nell’ambito degli organi sussidiari della Conferenza per valutare l’impatto avverso delle azioni di mitigazione - 53 -
Cancùn Agreements: cosa contiene il pacchetto E per la Long‐term Cooperative Action: FINANZA, TECNOLOGIA E CAPACITY BUILDING Fast‐start finance: 30 miliardi US$ al 2012 Long‐term finance: 100 miliardi US$ al 2020 Green Climate Fund: strumento aggiuntivo per favorire la canalizzazione efficace delle risorse per il clima Meccanismo per il Trasferimento tecnologico: lavoro di guida e raccordo di un Technology Executive Committee della Convenzione, operativamente facilitato da una rete internazionale per trasferimento tecnologico stimolata da un Climate Technology Center (Climate Technology Center e Network) Criteri per il rafforzamento delle azioni di capacity building nei PVS - 54 -
Cancùn Agreements: cosa contiene il pacchetto E per la Long‐term Cooperative Action: IN SINTESI: ELEMENTI DEL COPENHAGEN ACCORD… …TRASPOSTI NEI CANCUN AGREEMENTS Presente 2° gradi Adattamento Debole Mitigazione Annex I Assente Mitigazione PVS REDD+ Meccanismi di mercato Finanza (fast/long term) Green Fund Accettazione LA STRUTTURAZIONE LEGALE NEL PROCESSO UNFCCC DEL COPENHAGEN ACCORD - 55 - RAFFORZATO
Kyoto‐Copenaghen‐Cancùn: cosa è cambiato davvero La logica “top‐down” a favore di un approccio “bottom‐up” alla mitigazione Kyoto 1997: Cancùn 2010: Obiettivo complessivo definito su Obiettivo definito guardando ad un basi scientifiche: speranza di farcela aspirational goal (2°) Ripartizione dell’obiettivo in base Ripartizione dell’obiettivo in base alle alle “responsabilità storiche”, “disponilità politiche” nel 2010 con un secondo criteri validi nel 1992‐1997 orizzonte al 2050 Idea che un meccanismo di mercato Cancùn sembra superare l’idea che un globale potesse fungere da modello di policy unico possa essere la incentivo allo sviluppo delle migliore soluzioni per tutti tecnologie pulite (approccio USA prevalente rispetto all’approccio UE pro‐tassazione) - 56 -
Kyoto‐Copenaghen‐Cancùn: cosa è cambiato davvero La chiarezza in termini di risorse necessarie Kyoto 1997: Cancùn 2010: Cifre non quantificate 30 miliardi al 2012 e 100 miliardi di dollari l’anno al 2020: stime Fiducia nella capacità del mercato conservative tra sistemi paese di fare da leva per le risorse necessarie Il mercato deve giocare un ruolo, ma è imprescindibile dalla funzione di Concentrazione della cooperazione STIMOLO DELLE RISORSE PUBBLICHE allo sviluppo tradizionale principalmente su capacity building TRASFERIMENTO TECNOLOGICO acquisice un ruolo centrale, “falso problema” dell’IPR - 57 -
Kyoto‐Copenaghen‐Cancùn: cosa è cambiato davvero Le policy nazionali “sul piatto” insieme ai numeri Cancùn 2010 AWG LCA AWG KP “Takes note of quantified economy‐wide emission “Takes note of quantified economy wide reduction targets to be implemented by Parties emission reduction targets to be implemented included in Annex I… by Parties included in Annex I… …[AND] of nationally appropriate mitigation actions to be implemented by non‐Annex I Parties AS CONTAINED IN DOCUMENT FCCC/SB/2010/INF.X Riferimento incrociato e speculare dei testi dei due track negoziali allo stesso documento, che include i pledge di oltre 80 paesi a seguito del Copenaghen Accord, tra cui: ° Incentivi alle rinnovabili e Energy Conservation Scheme della Cina ° Certificati bianchi e verdi interregionali dell’India ° Incentivi alle rinnovabili e biocombustibili in Brasile ° Etc… - 58 -
Kyoto‐Copenaghen‐Cancùn: cosa è cambiato davvero Integrità ambientale e contenimento della temperatura? Convenzione Protocollo di Kyoto Clima Copenahagn Accord Cancùn Agreements Durban sarà la risposta? - 59 -
Kyoto‐Copenaghen‐Cancùn: cosa è cambiato davvero COP17 – DURBAN CLIMATE CHANGE CONFERENCE 2011 "We need, and are poised for, a new industrial and energy revolution” Christiana Figueres Executive Secretary UNFCCC - 60 -
INDICE DEI CONTENUTI Concetti introduttivi United Nations Framework Convention on Climate Change Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Unione Europea e cambiamenti climatici Dal Protocollo di Kyoto ai Cancùn Agreements Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto E l’Italia? - 61 -
Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto Un nuovo mercato DEMAND SIDE SUPPLY SIDE ETS COMPANIES WANT-TO-BE CLEAN COMPANIES INTERNATIONAL LOW CARBON INDUSTRY AAUs CAPITAL FINANCIAL INVESTORS TECH & CAPITAL CERs/other OFFSET ANNEX I COUNTRIES CDM PROJECTS - 62 -
Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto Il valore di Kyoto viene da Kyoto? 2005 2006 2007 2008 2009 Carbon Market Volume Value Volume Value Volume Value Volume Value Volume Value EU ETS 321 7.908 1.104 24.436 2.060 49.065 3.093 91.910 6.326 118.474 New South Wales 6 59 20 225 25 224 31 183 34 117 Chicago Climate Exchange 1 3 10 38 23 72 69 309 41 50 UK‐ETS ‐ 1 ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ RGGI ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ 65 246 805 2.179 AAUs ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ 18 211 155 2.003 Subtotal Allowances 328 7.971 1.134 24.699 2.108 49.361 3.276 92.859 7.361 122.823 Markets Primary CDM 341 2.417 537 5.804 552 7.433 389 6.519 211 2.678 Secondary CDM 10 221 25 445 ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ JI 11 68 16 141 41 499 20 294 26 354 Other compliance 20 187 33 146 43 263 54 397 46 338 Subtotal Project‐based 382 2.893 611 6.536 636 8.195 463 7.210 283 3.370 Transactions Spot & Secondary Kyoto ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ 1.072 26.277 1.055 17.543 Offsets Subtotal Spot & Secondary ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ 1.072 26.277 1.055 17.543 Kyoto Offsets Total Carbon Markets 710 10.864 1.745 31.235 2.744 57.556 4.811 126.346 8.699 143.736 Fonte: States and Trends of the Carbon Market 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010 ‐ http://go.worldbank.org/9IGUMTMED0 - 63 -
Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto Non Kyoto, ma Kyoto‐like regional schemes… China? Korea? Messico? Gli investimenti messi in moto dal Protocollo di Kyoto si muovono in realtà nell’ambito di mercati regionali costruiti a specchio del cap&trade Kyoto, in primis il mercato europeo dell’EU ETS - 64 -
Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto Kyoto… ESTENSIONE GEOGRAFICA Paesi Annex I TUTTI MA ( tranne aviazione e trasporto marittimo) SETTORI VINCOLATI MA INDIRETTAMENTE ATTRAVERSO I GOVERNI: NORESPONSABILITA’ DIRETTA DEGLI EMETTITORI DIMENSIONI COMPLESSIVE 16.000 Milioni tonnelate CO2, 38 PAESI + CEE Gratuita, in base a grandfathering ma considerando ALLOCAZIONE un obiettivo di riduzione MONETA DI SCAMBIO AAUs, RMUs = 1 tCO2 eq OFFSET ACCETTATI CER, ERU = 1 tCO2 eq GESTORE DELLO SCHEMA UNFCCC http://UNFCCC.org - 65 -
Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto European Union Emission Trading Scheme (EU ETS) ESTENSIONE GEOGRAFICA 27 Stati Membri UE termoelettrico e altri impianti di combustione, SETTORI VINCOLATI cemento, calce, laterizzi, raffinazione (dal 2013 anche alluminio, chimica, etc.) DIMENSIONI COMPLESSIVE 2.100 Milioni tonnelate CO2, 10.000 installazioni Meccanismo MISTO! Gratuito grandfathering e ALLOCAZIONE benchmark, asta (operativo dal 2005, aste dal 2013) MONETA DI SCAMBIO EUAs = 1 tCO2 eq OFFSET ACCETTATI CER ed ERU (PK) ‐ No forestazione! Commissione Europea + 27 Autorità Nazionali GESTORE DELLO SCHEMA Competenti dei Paesi Membri http://ec.europa.eu/environment/climat/emission/index_en.htm#brochure - 66 -
Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto Regional Greenhouse Gas Initiative (RGGI) 10 Stati USA: Connecticut, Delaware, Maine, ESTENSIONE GEOGRAFICA Maryland, Massachusetts, New Hampshire, New Jersey, New York, Rhode Island, and Vermont SETTORI VINCOLATI Produzione energia elettrica 188 Milioni tonnellate, ‐10% rispetto al 2009 entro DIMENSIONI COMPLESSIVE il 2018 ALLOCAZIONE Asta (operativo dal 2008) MONETA DI SCAMBIO RGGI CO2 allowances = 1 tCO2 eq SOLO PROGETTI DOMESTICI, Standar regionali, solo OFFSET ACCETTATI 6 categorie di progetti Autorità 10 Stati Usa (budget autonomi) + RGGI Inc. GESTORE DELLO SCHEMA per supporto tecnico http://www.rggi.org/ - 67 -
Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto Western Climate Initiative (WCI) ESTENSIONE GEOGRAFICA 7 + 5 osservatori Stati USA: SETTORI VINCOLATI Tutti i settori DIMENSIONI COMPLESSIVE ‐15% sotto i livelli 2005 entro il 2020 ALLOCAZIONE Asta, con prezzo base MONETA DI SCAMBIO WCI CO2 allowances = 1 tCO2 eq PROGETTI DOMESTICI, alcuni CER ed ERU da OFFSET ACCETTATI tipologie di progetti scelte Autorità singoli stati, California regole speciali GESTORE DELLO SCHEMA http://www.wci.org/ - 68 -
Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto Australia’s Carbon Pollution Reduction Scheme ESTENSIONE GEOGRAFICA Austrialia Tutti tranne agricoltura e attività forsetali SETTORI VINCOLATI 500 Milioni tonnellate CO2eq, 1.000 installazioni. DIMENSIONI COMPLESSIVE Obiettivo 2050 Ancora non operativo! Gratuito più sta con cap ALLOCAZIONE price MONETA DI SCAMBIO Australian Allowances = 1 tCO2 eq OFFSET ACCETTATI CER ed ERU (PK) solo alcuni settori Da definire GESTORE DELLO SCHEMA http://www.climatechange.gov.au/ - 69 -
INDICE DEI CONTENUTI Concetti introduttivi United Nations Framework Convention on Climate Change Protocollo di Kyoto e Meccanismi Flessibili Unione Europea e cambiamenti climatici Da Kyoto ai Cancùn Agreements Il “valore economico” del Protocollo di Kyoto E l’Italia? - 70 -
E l’Italia? L’Italia e la normativa internazionale Legge N.65 del 15 gennaio 1994 ‐ Ratifica ed esecuzione 1994 della UNFCCC fatta a New York il 9 maggio 1992 Delibera CIPE N.137 del 19 novembre 1998 ‐ Istituisce le Linee per le politiche e le 1998 misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra Delibera CIPE N.218 del 21 dicembre 1999 ‐ Programma Nazionale per 1999 l’informazione sui cambiamenti climatici: iniziative prioritarie Legge N.120 del 1 giugno 2002 ‐ Ratifica ed esecuzione del Protocollo di 2002 Kyoto alla UNFCCC fatto a Kyoto l’11 dicembre 1997 Decreto Legislativo N.216 del 4 aprile 2006 ‐ Attuazione delle direttive ETS e Linking 2006 con riferimento ai meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto 2006 … Recepimento delle Direttive Europee in ambito di Energia e Cambiamenti Climatici 2008 CAMBIAMENTI CLIMATICI, EMISSIONI, RINNOVABILI AL CENTRO DELLA POLITICA ITALIANA? - 71 -
E l’Italia? L’Italia e il negazionismo 2009 Mozione del 21 luglio 2009 approvata dal Senato Italiano Intanto… - 72 -
E l’Italia? …in Europa si discute di un nuovo meccanismo di fiscalità legato alle emissioni di CO2 Proposta della Commissione per la revisione della normativa sulla tassazione dei prodotti energetici COM (2011) 169 OBIETTIVI: Modificare l’attuale Direttiva 2003/96/CE che regolamenta la tassazione dei prodotti energetici venduti nell’Unione Europea Promuovere un’economia più efficiente dal punto di vista energetico Ridurre le emissioni di gas serra nei settori non‐ETS Introdurre un meccanismo di fiscalità legato alla CO2 INDIVIDUARE UN NUOVO MECCANISMO BASATO SULLE EMISSIONI CORRELATE AL CONSUMO DI BENI E SERVIZI PER LA MITIGAZIONE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI - 73 -
E l’Italia? …e in Italia si studiano nuovi modelli di imposizione fiscale basati sul contenuto di CO2 La contabilità delle emissioni di CO2 è associata alla linea produttiva e comunicata all’acquirente del bene sui documenti fiscali Il consumatore finale ha traccia delle emissioni di CO2 associate alla produzione e distribuzione del bene o servizio INTRODUZIONE DI UN MODELLO DI IMPOSIZIONE FISCALE BASATA SUL CONTENUTO DI CO2 Fonte: ENEA ‐ Climate change \ Innovare i meccanismi? - 74 -
GRAZIE PER L’ATTENZIONE! clima@gse.it auctioneer@gse.it - 75 -
Puoi anche leggere