CONTROLLO BIOLOGICO DEI MICRORGANISMI: STERILIZZAZIONE & DISINFEZIONE - GIOVANNI DI BONAVENTURA, PHD CI "MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA" ...

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CONTROLLO BIOLOGICO DEI MICRORGANISMI: STERILIZZAZIONE & DISINFEZIONE - GIOVANNI DI BONAVENTURA, PHD CI "MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA" ...
Controllo biologico dei microrganismi:
sterilizzazione & disinfezione
Giovanni Di Bonaventura, PhD
CI «Microbiologia e Microbiologia Clinica»
CdS Medicina e Chirurgia
AA 2019-2020
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Controllo dei microrganismi
   «Dove» e «perché» è necessario

                        Sanitizzazione delle aree
                                                       MICROBIOTA AMBIENTALE

                               Ambiente                                            Prevenzione di infezioni iatrogene,
                                                       MICROBIOTA                    infezioni chirurgiche, infezioni
                                                         UMANO                    crociate, diffusione di microrganismi
 Cibo, farmaceutici,
                                  Industria                                       e geni associati ad antibiotico-R, etc
carburante, cosmetici

                                            Agricoltura                               Animali, pollame,
                                                                Zootecnia
                                                                               (conservazione, produzione), etc

                                      Malattie (alberi, raccolto,
                                             piante, etc)
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Controllo biologico
Tecniche

 Il controllo biologico è finalizzato alla decontaminazione, ossia alla rimozione od alla inattivazione dei
 microrganismi mediante un trattamento che rende un oggetto od una superficie «sicuri», ossia tali da
 poter essere maneggiati o toccati senza rischio di contaminazioni.

 Pulizia

 Disinfezione

     ▪ metodi fisici

     ▪ metodi chimici                                    DECONTAMINAZIONE
                                                         Il concetto di decontaminazione è relativo.
 Sterilizzazione                                         La tecnica per decontaminare viene scelta sulla
                                                         base della pericolosità e della concentrazione del
     ▪ metodi fisici                                     microrganismo.
     ▪ metodi chimici

     ▪ metodi chimico-fisici
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Controllo biologico
Pulizia

 PULIZIA = rimozione di materiale organico dal prodotto (strumentazione, attrezzature, etc.)

       1. sciacquare l’oggetto con acqua fredda

       2. applicare il detergente e rimuovere meccanicamente il materiale organico

       3. risciacquare l’oggetto con acqua tiepida

       4. asciugare l’oggetto (quindi disinfettare / sterilizzare)

 Una corretta pulizia rende più efficace la decontaminazione (disinfezione/sterilizzazione). La materia
 organica, infatti, può proteggere i microrganismi dal trattamento:

   ▪ riducendo la penetrazione dell’agente (calore, sostanza chimica)

   ▪ neutralizzando l’agente (sostanza chimica)
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Controllo biologico
Sterilizzazione vs Disinfezione

 STERILIZZAZIONE = impiego di procedure chimiche, fisiche e/o chimico-fisiche per la eliminazione o
 distruzione di qualsiasi forma di vita microbica, incluse le spore batteriche (forme di resistenza).

 ▪ Concetto assoluto, sebbene influenzato dalla capacità tecnica di rimuovere/distruggere i
   microrganismi. Ad esempio, una soluzione filtrata non è tecnicamente sterile, poiché non in grado
   di rimuovere la componente virale a causa delle esigue dimensioni.

 DISINFEZIONE = processo che riduce il numero dei microrganismi patogeni a livelli di sicurezza per
 l’uomo. Non è attiva nei confronti delle spore, ma soltanto sulle forme vegetative.

 ▪ Disinfezione: trattamento di superfici o sostanze inanimate (abiotiche)

       ▪ disinfettante: agente chimico in grado di uccidere microrganismi; dotato di diversi livelli di efficacia

 ▪ Antisepsi: applicazione topica a mucose, cute od altri tessuti

       ▪ antisettico: disinfettante usato su tessuti viventi
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Are they dead or not ?
Definizioni

 ▪ Biocida: composto che uccide tutti i microrganismi viventi (patogeni e non-) incluse le spore

          - battericida, fungicida, virucida, sporicida

 ▪ Biostatico: composto che impedisce la crescita dei microrganismi, non necessariamente uccidendoli

          - batteriostatico, fungistatico, virustatico

 ▪ Sepsi: contaminazione microbica

 ▪ Antisepsi: procedura atta a prevenire una contaminazione (riduzione/inibizione microbica)

 ▪ Asepsi: assenza di contaminazione microbica
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Controllo dei microrganismi
Metodiche
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Sterilizzazione

La sterilizzazione di un prodotto può essere ottenuta mediante
l’impiego di tecniche:

  ▪ FISICHE
  ▪ CHIMICHE
  ▪ CHIMICO-FISICHE

                         da: Murray et al. Medical Microbiology 3rd ed., Mosby, 1998
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Sterilizzazione - LAS

Quando il concetto di sterilità viene applicato su larga scala, nessuna tecnica dà assoluta certezza di
ottenere la sterilità ma ragionevole certezza.

Un materiale è infatti considerato sterile quando la probabilità di trovarvi un microrganismo è inferiore
ad uno su un milione.

In altri termini c’è la probabilità che sia sopravvissuto non più di un microrganismo vivente in 106 unità
sottoposte a sterilizzazione. Questo concetto è espresso in termini di LAS (livello di assicurazione di
sterilità).

Nelle attività farmaceutiche (preparazione di iniettabili, colliri e nella preparazione di materiali di
medicazione), un dato prodotto è considerato sterile quando la probabilità di trovare una unità non
sterile in un lotto sterilizzato sia di 10-6, quando cioè una unità su un milione può non essere sterile.
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Sterilizzazione
Tecniche FISICHE
 ▪ Calore

       ▪ umido

       ▪ secco

 ▪ Filtrazione

 ▪ Onde elettromagnetiche

       ▪ radiazioni UV

       ▪ radiazioni ionizzanti

 ▪ Ultrasuoni
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE - calore
 ▪ Sterilizzante maggiormente utilizzato in ambito ospedaliero: tecnica indicata per la maggior
   parte dei materiali, eccetto i termosensibili, le sostanze chimiche tossiche o volatili

 ▪ Esistenza di una temperatura massima di crescita specie/ceppo-specifica

 ▪ L’effetto letale indotto dal calore consiste nella DENATURAZIONE (alterazione strutturale e
   funzionale) delle macromolecole (proteine enzimatiche):

       ▪ ossidazione (calore secco)

       ▪ coagulazione (calore umido)

 ▪ Letalità = k x temperatura
Sterilizzazione
Sensibilità dei microrganismi al calore
 Parametri che caratterizzano la termosensibilità di un microrganismo:

   ▪ Punto di inattivazione termica (Thermal Death Point, TDP):
     la più bassa temperatura alla quale tutti i batteri in coltura liquida
     vengono uccisi entro 10 minuti.

   ▪ Tempo di inattivazione termica (Thermal Death Time, TDT):
     tempo richiesto per l’uccisione, ad una data temperatura, della totalità
     dei batteri in coltura liquida.

   ▪ Tempo di riduzione decimale (Decimal Reduction Time, DRT):
     tempo richiesto per l’uccisione, ad una data temperatura, del 90% della
     popolazione batterica (utile soprattutto nell’industria alimentare).
Sterilizzazione
Sensibilità dei microrganismi al calore
                                                             riduzione pari
Tempo di riduzione decimale (Decimal Reduction Time, DRT)      ad 1 log10

        (http://www.ceaedizioni.it/pdf/13217anteprima.pdf)
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – calore umido: autoclave

 ▪ Autoclave: camera a pressione che utilizza vapore saturo (privo di aria) al quale si applica una pressione
   per ottenere elevate temperature. L’aria può essere rimossa dalla camera per gravità o tramite prevuoto.

 ▪ Meccanismo di azione: coagulazione irreversibile e denaturazione delle proteine.

 ▪ Tecnica di sterilizzazione di uso più frequente: rapida, dotata di elevata capacità di penetrazione
   (prodotti confezionati, lume di strumenti cavi), scarsamente influenzata dalla presenza di materiale
   organico/inorganico.

 ▪ Impiego:

        ▪ adatta per: materiali termostabili e resistenti al vapore (es. attrezzatura per terapia respiratoria ed
          anestesia), terreni di coltura, rifiuti infettivi, contenitori di oggetti pungenti/taglienti

        ▪ non adatta per: chimici tox e/o volatili, radioisotopi, agenti antineoplastici
Sterilizzazione
  Tecniche FISICHE – calore umido: autoclave

                                                              All’interno della camera, l’aria può essere rimossa per:
                                                              ▪ gravità: vapore immesso nella parta alta della camera;
                                                                poichè vapore più leggero dell’aria, questa viene rimossa
                                                                nel fondo della camera attraverso uno scarico. Utilizzata
                                                                primariamente per terreni di coltura, acqua, prodotti
                                                                farmaceutici, rifiuti medicali, oggetti non porosi (la cui
                                                                superficie entra a diretto contatto con il vapore); nel caso
                                                                di oggetti porosi, bisogna aumentare il tempo a causa
                                                                della incompleta eliminazione di aria.
                                                              ▪ pre-vuoto: dotata di una pompa a vuoto (eiettore) che
                                                                garantisce la rimozione dell’aria dalla camera prima che il
                                                                vapore venga immesso. Il principale vantaggio consiste
                                                                nella istantanea penetrazione del vapore anche in oggetti
                                                                porosi o carichi che possano creare “sacche” d’aria.
Autoclave «gravity displacement»: struttura e funzionamento
Sterilizzazione
    Tecniche FISICHE – calore umido: autoclave

Il ciclo di sterilizzazione «classico» di un trattamento in
autoclave prevede: 121°C, 15 min, 1 atm.

Tuttavia, il ciclo può essere personalizzato in base alla
tipologia di materiale, al «carico» (quantità di materiale in
autoclave) ed alla tecnica utilizzata (gravity vs dynamic).

 Guideline for Disinfection and Sterilization in Healthcare Facilities (CDC, 2008)
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – calore umido: autoclave

 Autoclave da banco

                         Autoclave da pavimento
Sterilizzazione
  Tecniche FISICHE – calore umido: autoclave

La autoclave è generalmente dotata di un sistema di controllo real-time per la
temperatura, il tempo e la pressione.

Tuttavia, l’efficacia del ciclo di sterilizzazione viene monitorata mediante
indicatori chimici o biologici:
▪ indicatori chimici, vengono applicati alla superficie della confezione del
   prodotto oppure si trovano integrate nella confezione stessa, per monitorare
   la temperatura.

▪ indicatori biologici, sospensioni di spore di Geobacillus stearothermophilus
  consentono di monitorare il raggiungimento dei 3 parametri.
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – calore secco

 ▪ Forno Pasteur, becco Bunsen, inceneritore

 ▪ Distruzione ossidativa delle proteine

 ▪ Tecnica non tossica per l’operatore e per l’ambiente

 ▪ Meno efficace del calore umido e richiede tempi e temperature maggiori (maggiore tempo
    per trasferimento stessa quantità di calore da aria a prodotto vs quanto accade in autoclave)

 ▪ Utilizzabile per materiali termostabili, quelli danneggiati dal vapore (formazione di ruggine
    e perdita del «filo» di taglio) o ad esso impermeabili:

        ▪ olii, polveri, oggetti taglienti, vetreria

        ▪ rifiuti infettivi (alternativa all’autoclave)
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – calore secco

 Forno Pasteur, cicli di sterilizzazione:

   ▪ 180°C, 30 min

   ▪ 171°C, 60 min

   ▪ 160°C, 120 min

   ▪ 149°C, 150 min

   ▪ 141°C, 180 min
                                       [processo meno efficace vs
   ▪ 121°C, 12 h                       autoclave: 121°C, 15 min]
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – filtrazione

 Generalmente considerata una tecnica di sterilizzazione, la filtrazione è in realtà una tecnica
 di decontaminazione in quanto:
    ▪ rimuove “meccanicamente” i microrganismi da soluzioni e gas (aria), non uccidendoli;
    ▪ non è in grado di rimuovere i microrganismi di piccolissime dimensioni (virus, micoplasmi)

 Nella filtrazione si utilizzano filtri (nitrato od acetato di cellulosa) i cui pori hanno un
 diametro (0.22 µm) inferiore alle dimensioni medie di gran parte dei microrganismi, eccetto
 quelli di dimensioni assai ridotte (d
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – filtrazione di liquidi

Filtrazione di piccoli volumi
                                Filtrazione di grandi volumi

                                         filtrazione
Sterilizzazione
    Tecniche FISICHE – filtrazione di gas
«High-efficiency particulate air» (HEPA) filter
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – onde elettromagnetiche
 Tipologia di radiazioni utilizzata per il controllo dei microrganismi:

      ▪ Radiazioni IONIZZANTI (raggi γ, raggi X)
      ▪ Radiazioni NON IONIZZANTI (raggi UV)
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – onde elettromagnetiche
 RADIAZIONI IONIZZANTI = radiazioni elettromagnetiche a corta λ (alta energia): raggi γ (Cobalto-60), raggi X,
 elettroni (acceleratori elettronici).
 Meccanismo di azione: effetto letale per azione ionizzante (dislocazione di e- da atomi) sulla molecola bersaglio:
   ▪ diretta: trasferimento di energia a biopolimeri (DNA, proteine), causandone la rottura
   ▪ indiretta: diffusione di radicali liberi (OH•, e-, H•), denaturanti il DNA
 Applicazioni: i costi elevati ne limitano l’utilizzo a processi industriali (su «larga scala»):
  ▪ strumentazione (chirurgica) e dispositivi medicali monouso (aghi, siringhe, cateteri, guanti)
  ▪ industria farmaceutica: antibiotici, vaccini, pomate
  ▪ tessuti per trapianto (valvola cardiaca, tendine, pelle)
  ▪ rifiuti sanitari (fascio elettronico)
  ▪ industria alimentare: carne fresca (OMS) o carne tritata (FDA)
 Svantaggi:
   ▪ costi elevati
   ▪ penetrano nei tessuti
   ▪ mutagene per l’uomo
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – onde elettromagnetiche

 Sensibilità alle radiazioni di alcuni microrganismi e funzioni biologiche:

              Specie/funzioni                     Tipologia                       D10 (Gy)

        Clostridium botulinum                Gram+, sporigeno                       3.300

        Salmonella typhimurium                      Gram-                            200

        Aspergillus niger                           Muffa                            500

        Saccharomyces cerevisiae                    Lievito                          500

        Herpes simplex virus-I (afta)               Virus                           13.000

        Inattivazione enzimatica                                                20.000-50.000

D10: quantità di radiazioni necessaria per ridurre di 10 volte la popolazione (o l’attività) iniziale.
Gray (Gy): dose di radiazione assorbita (1 Gy = 100 rad), dove: 1 rad = 100 erg/g.
Dose letale = 12 x D10
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – onde elettromagnetiche
 RADIAZIONI ULTRAVIOLETTE (UV):
  ▪ onde elettromagnetiche (λ=220-300 nm) prodotte dal passaggio di corrente elettrica attraverso vapori a
    bassa pressione di Hg contenuti all’interno di speciali tubi in vetro.
  ▪ assorbiti dagli acidi nucleici (Amax=269 nm) e dalle proteine (Amax=280 nm).
 Meccanismo di azione: danno cellulare (letale) per formazione di dimeri pirimidinici (T-T) che interferiscono
 con la replicazione del DNA (effetto mutageno). Max effetto letale a 260 nm.
 Applicazioni:
  ▪ decontaminazione di superfici, aria, acqua in ambienti confinati
  ▪ limita la quantità di amplificati (PCR) sulle superfici
  ▪ sterilizzazione “a freddo” di composti chimici, materiali plastici ad uso farmaceutico, siero per colture cellulari
 Fattori critici:
  ▪ scarsa penetrazione (non penetra carta, vetro, indumenti), distanza minima sorgente UV – materiale trattato
  ▪ intensità della luce (sostituzione ogni 8.000 h)
  ▪ dipendenza da ambiente (umidità relativa) e specie microbica
  ▪ mutagena per l’uomo (cute, occhi)
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – onde elettromagnetiche

 Sterilizzazione mediante UV di:                    A   B
 A) superfici confinate (interno di una cabina di
 sicurezza biologica);
 B) strumentazione chirurgica;
 C) aria in ambienti confinati;
 D) prodotti farmaceutici/di laboratorio.

                                                    C   D
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – onde elettromagnetiche

 INFRAROSSI: onde di lunghezza d'onda compresa tra 700 nm e 1 mm

 ▪ Tecnica rapida, a basso consumo energetico, non produce residui tossici per l’ambiente.

 ▪ Possibile impiego per la sterilizzazione di strumenti termoresistenti, ma ad oggi non
   esiste un sistema approvato per l’utilizzo in ambito sanitario.

 MICROONDE: onde a frequenza radio (λ = 2450 MHz)

 ▪ Meccanismo di azione: producono attrito tra molecole di H2O in un campo elettrico
   alternato; l’attrito produce calore con conseguente effetto letale.
 ▪ Applicazioni:
        ▪ disinfezione di prodotti termoresistenti: strumentazione odontoiatrica, lenti a
          contatto, dentiere, latte, cateteri urinari (autocateterismo intermittente).
Sterilizzazione
Tecniche FISICHE – ultrasuoni

 Energia ultrasonica a bassa frequenza ed energia in grado di inattivare, per cavitazione, i microrganismi
 in sospensioni acquose

 ▪ I sonicatori non vengono considerati alla stregua di sterilizzatori, tuttavia:

        ▪ la combinazione ultrasuoni + trattamento chimico può avere effetto letale
Sterilizzazione
Tecniche CHIMICHE
 ACIDO PERACETICO (perossido di idrogeno)
 ▪ agente ossidante
 ▪ immersione (0.2% per 15 min a 50°C)
 ▪ micronizzato: industria alimentare, strumenti chirurgici
 ▪ efficace in presenza di materiale organico
 ▪ produce prodotti finali non tox (acido acetico + O2)

 GLUTARALDEIDE
 ▪ agente alchilante (aggiunta di –CH3, -CH2CH3)
 ▪ immersione (soluzione al 2%), tempi lunghi (90 min; 20°C)
 ▪ impiegata per materiale medico-chirurgico e preparazione di vaccini
 ▪ efficace in presenza di materiale organico
 ▪ il suo impiego è associato a rischio occupazionale (irritazione mucose respiratorie, dermatite da contatto)
Caratteristiche dei principali sterilizzanti chimici

Guideline for Disinfection and Sterilization in Healthcare Facilities (CDC, 2008)
Sterilizzazione
Tecniche CHIMICO-FISICHE
 OSSIDO DI ETILENE (ETO)
 ▪ Alchilazione di gruppi funzionali (amminici, carbossilici, fenolici, idrossilici) di proteine,
   DNA, RNA
 ▪ Sterilizzazione di materiale/strumentazione sensibile ad alte temperature o calore umido
 ▪ 12% ETO + 88% Freon (oppure CO2, N2)
 ▪ L’utilizzo deve essere regolamentato: ETO è infiammabile/esplosivo, carcinogeno e
   mutageno
 FORMALDEIDE
 ▪ Agente alchilante
 ▪ Vaporizzazione 2-5% formaldeide in presenza di vapor acqueo a 60-80°C
 ▪ Impiegata per sterilizzare filtri HEPA
 ▪ Irrita le mucose, carcinogena
 ▪ “Tracce” residue in materiale polimerico (cellulosa, gomma): richiede lavaggio post-
   trattamento
Sterilizzazione
Tecniche CHIMICO-FISICHE
 PLASMA GAS
 ▪ Applicazione di energia (radio-frequenza) ad una camera contenente vapori
   di H2O2. La temperatura non eccede i 40°C, ma la necessità di vuoto può
   deformare la superficie del materiale
 ▪ La produzione di radicali liberi causa inattivazione microbica
 ▪ Applicata ad apparecchiature mediche (quando calore o ETO non
   appropriati)
 ▪ Necessita di un’accurata pulizia del materiale da trattare
 ▪ Non efficace su metalli, cellulosa
Tecniche di sterilizzazione
Pros & cons

 Guideline for Disinfection and Sterilization in Healthcare Facilities (CDC, 2008)
Sterilizzazione
      Fattori critici per l’efficacia

Guideline for Disinfection and Sterilization in Healthcare Facilities (CDC, 2008)
Sterilizzazione
Caratteristiche di una tecnica «ideale»

 Attività: battericida, tubercolicida, fungicida, sporicida, virucida
 Rapidità di azione: sterilizzazione raggiunta in breve tempo
 Penetrazione: capacità di penetrare nel materiale trattato o nella confezione in cui esso è contenuto
 Compatibilità: non causa rilevanti cambiamenti strutturali o funzionali del materiale in seguito a
 ripetuti trattamenti
 Atossicità: sicuro per l’operatore e l’ambiente
 Resistenza a materiale organico: efficacia invariata in presenza di materiale organico
 Costo-efficacia: costi ragionevoli per attrezzatura, installazione ed utilizzo
…in altre parole:

                    non esiste una

          tecnica di sterilizzazione IDEALE !
Disinfezione

La disinfezione di un prodotto o di una superficie può essere
ottenuta mediante l’impiego di tecniche:

  ▪ FISICHE
  ▪ CHIMICHE

                   da: Murray et al. Medical Microbiology 3rd ed., Mosby, 1998
Disinfezione
Meccanismo di azione

 I disinfettanti causano la morte dei microrganismi mediante differenti meccanismi:
    ▪ Denaturazione delle proteine (formaldeide, glutaraldeide, ossido di etilene, propriolattone)
    ▪ Ossidazione di enzimi (perossidi, permanganati, cloro, ipocloriti, iodio)
    ▪ Alterazione delle membrane (alcooli, fenoli, composti dell’ammonio quaternario, clorexidina)
Disinfezione
Tecniche FISICHE

 CALORE UMIDO
 Ebollizione (100° C): inattivazione delle forme vegetative e virali entro 10 minuti.
 Pastorizzazione:
 ▪ tecnica ideata da Pasteur per conservare il vino previo riscaldamento a 60°C.
 ▪ riduce la carica microbica (Salmonella typhi, Escherichia coli O157:H7, Mycobacterium tuberculosis,
   Brucella spp, Coxiella burnetii) presente nel latte (ed in altri alimenti deperibili) senza alterarne le
   caratteristiche organolettiche:
    ▪ pastorizzazione di massa: 63-66°C, 30 min
    ▪ pastorizzazione istantanea (HTST): 71°C, 15 sec
    ▪ pastorizzazione “ultra-high-temperature” (UHT): 140°C, 1-3 sec
Disinfezione
Tecniche CHIMICHE

 ALDEIDI (formaldeide, glutaraldeide).
 Dotate di rilevante attività mediante alchilazione dei gruppi polari funzionali
 (amminici, idrossilici, fenolici) delle proteine.
 Formaldeide:
     ▪ 37% (formalina), utilizzato come sterilizzante: per fissazione campioni biologici
       e preparazione di vaccini.
     ▪ 3-8%, usato come disinfettante.
     ▪ irrita le mucose, cancerogeno, forte odore.
 Glutaraldeide:
    ▪ 2% (Cydex): battericida, tubercolicida, fungicida, virucida (10 minuti); sporicida
      (3 - 10 ore).
    ▪ disinfezione strumentazione ospedaliera (termosensibile: endoscopi, superfici
      abiotiche).
    ▪ meno irritante e più efficace della formaldeide.
Disinfezione
Tecniche CHIMICHE

 AGENTI OSSIDANTI (perossido di idrogeno, acido peracetico).
 Formazione di radicali ossidrilici (OH•) in grado di ossidare sistemi enzimatici “critici” per il microrganismo.
 Battericidi, fungicidi, virucidi, sporicidi:
    ▪ H2O2 (come antisettico, non per ferite aperte).
    ▪ acido peracetico (come sterilizzante di strumentazione e matrici alimentari): battericida e fungicida (5
      min), virucida e sporicida (30 min).
Disinfezione
Tecniche CHIMICHE

 ALCOOLI (etanolo, isopropanolo).
 Ad alte concentrazioni, danneggiano la membrana citoplasmatica mediante:
       ▪ denaturazione (coagulazione) delle proteine.
       ▪ solubilizzazione dei lipidi.
 Battericidi, fungicidi, tubercolicidi, virucidi:
       ▪ attività influenzata dalla presenza di materiale organico
       ▪ particolarmente attivi verso virus dotati di peplos (involucro di natura lipidica)
       ▪ isopropanolo più efficace dell’etanolo
 Utilizzati in soluzione acquosa al 60-85% come:
       ▪ antisettici (non per ferite aperte), sebbene alto potere disidratante
       ▪ disinfettanti (soluzione acquosa): superfici ben ventilate e lontane da fiamme.
Disinfezione
Tecniche CHIMICHE

 FENOLI e DERIVATI FENOLICI (fenolo, fenilfenolo, esaclorofene).
 Lord Joseph Lister (1827 - 1912), medico e professore di chirurgia inglese, fu l'inventore
 e il propugnatore del metodo dell'antisepsi rivoluzionando l'atteggiamento e l'approccio
 dei chirurghi alla pratica operatoria.
 Fenolo (Lister): tossico, corrosivo, carcinogenico.
 Derivati fenolici con gruppo funzionale (cloro, bromo, alchil, benzil, phenyl, amil) a
 sostituzione di un H dell’anello aromatico.
 Distruzione della membrana plasmatica mediante denaturazione proteica.
 Battericidi, fungicidi, tubercolicidi, virucidi:
   ▪ 2-5% (0.5%, HIV; 2%, funghi).
   ▪ attività persistente e non influenzata dalla presenza di materiale organico.
   ▪ O-phenylphenol (Lysol), Irgasan.
   ▪ esaclorofene (Phisohex): elevata efficacia vs cocchi Gram+, strumenti chirurgici.
Disinfezione
Tecniche CHIMICHE

 ALOGENI (ioduri, cloruri, bromuri, fluoruri).
 Eliminazione di gruppi S-H per:
    ▪ ossidazione: formazione di ponti di-sulfidrilici inattivi
    ▪ combinazione: ione metallico “sottrae” SH liberi
 Battericidi, fungicidi, virucidi, si usano in combinazione con metalli per ridurne la
 tossicità, instabilità e corrosività.
 Ioduri:
    ▪ soluzione alcolica: tintura di iodio
    ▪ iodofori: PVP-J (Betadine) per uso cutaneo e chirurgico
 Cloruri:
     ▪ disinfezione di acqua, piscine, acque di scarico
     ▪ Cl + p-toluene-sulfonamide (cloramina T)
     ▪ 1:10 sodio-ipoclorito (NaOCl) 5.25% per rischio ematogeni
Disinfezione
Tecniche CHIMICHE

 COMPOSTI DELL’AMMONIO QUATERNARIO (QUATs: benzalconio cloruro, cetrimide, clorexidina).
 Detergenti cationici, derivati da modificazioni di NH4+.
 Distruzione di membrana cellulare, inattivazione enzimatica, denaturazione (coagulazione) proteica.
 Batteriostatico (-cida ad elevate concentrazioni), sporostatico, fungistatico, virustatico:
    ▪ scarsamente attivi vs Gram-: frequenti infezioni da Pseudomonas spp QUATs-resistenti
    ▪ neutralizzati da materiale organico, saponi e detergenti anionici
    ▪ non corrosivi, non tossici, stabili, inodori.
 Zephiran (benzalconio cloruro), cetrimide, clorexidina.
Disinfezione
Tecniche CHIMICHE

 METALLI PESANTI (Ag, Hg, Se, Zn).
 Eliminazione di gruppi S-H (in combinazione con un alogeno)
 L’impiego è fortemente limitato per tossicità ed inquinamento ambientale:
    ▪ 1% nitrato di Argento (preparati oftalmici, utilizzati negli infanti per prevenzione gonorrea
      oftalmica).
    ▪ composti organici del Mercurio: mercurocromo, mertiolato (disinfezione cutanea).
    ▪ Selenio: vs fungi e spore fungine.
    ▪ Zinco: cloruro- (collutori per la disinfezione del cavo orale) e ossido- (antifungino).
    ▪ solfato di Rame (piscine e laghi)
Disinfezione
Corretta igiene delle mani

 Il Ministero della Salute stima che in Italia ogni anno si verificano 450.000 - 700.000 infezioni in pazienti ricoverati
 (complessivamente il 4,5-7% dei ricoveri), il 30% circa delle quali prevenibili.

 La cute ed i guanti possono essere veicolo di contaminazione per batteri (stafilococchi, enterococchi, clostridi, P.
 aeruginosa, enterobatteri, etc.) e virus (rhinovirus, virus parainfluenzale, virus respiratorio sinciziale, etc.).

 IL LAVAGGIO DELLE MANI RAPPRESENTA LA PRINCIPALE MISURA DI CONTROLLO DELLA DIFFUSIONE
 DELLE INFEZIONI IN AMBITO SANITARIO.

 “Un rigoroso intervento sul lavaggio delle mani è in grado di prevenire circa il 40% di tutte le infezioni nosocomiali”
 (Center for Diseases Control – Atlanta, USA)

 L’igiene delle mani deve essere altresì intesa anche quale misura di protezione dell’operatore.
Igiene delle mani in ambito sanitario
Le mani: efficace «veicolo» di infezioni

 La associazione tra igiene delle mani e la trasmissione delle malattie venne stabilita dagli studi di
 Ignaz Semmelweis, a Vienna, e di Oliver Wendell Holmes, a Boston.

 Semmelweis nel 1847 dimostrò che il tasso di mortalità (febbre puerperale da streptococchi) tra le
 madri che partorivano alla Prima Clinica Ostetrica dell'Ospedale Generale di Vienna era
 significativamente inferiore quando il personale effettuava il lavaggio delle mani con un agente
 antisettico (cloruro di calcio) rispetto ai lavaggi delle mani con acqua e sapone semplice.
Igiene delle mani in ambito sanitario
Le mani: efficace «veicolo» di infezioni

 Nel 1938 Price stabilì che i batteri delle mani possono essere suddivisi in due categorie: residenti o transitori. La
 composizione quali/quantitativa della flora transitoria e residente variano notevolmente da un soggetto all'altro.

                                                                                                              • Colonizza gli strati superficiali della cute
                 Flora RESIDENTE

                                                                                          Flora TRANSITORIA
                                   • Microrganismi residenti sotto lo strato corneo; si                       • I microrganismi non si replicano ma
                                     trovano anche alla superficie cutanea                                      sopravvivono. Pertanto, vengono rimossi più
                                   • Composta da batteri (stafilococchi, corineformi                            facilmente con i lavaggi routinari delle mani.
                                     (corinebatteri, propiobatteri, micrococchi) e                            • Causa di infezioni associate all’assistenza:
                                     funghi (Pityrosporum)                                                      contratti dal personale sanitario tramite
                                   • Duplice funzione protettiva: antagonismo                                   contatto con i pazienti e/o superfici ambientali
                                     microbico e competizione per le sostanze                                   contaminate.
                                     nutrienti nell’ecosistema                                                • Le mani di alcuni operatori possono essere
                                   • Può provocare infezioni in cavità sterili, occhi o                         costantemente colonizzate da MRSA, Gram-
                                     cute non intatta                                                           negativi o lieviti (Candida)
                                                                                                              • La trasmissibilità dipende da: numero
                                                                                                                microrganismi, specie, umidità della cute.
Igiene delle mani in ambito sanitario
Le mani: efficace «veicolo» di infezioni
 FLORA BATTERICA PRESENTE SULLA CUTE
 La cute umana normale è colonizzata da batteri, con conte totali di batteri aerobi
 variabili:
      ▪ 1.000.000 cellule/cm2 sul cuoio capelluto
      ▪ 500.000 cellule/cm2 nell'ascella
      ▪ 40.000 cellule/cm2 sull'addome
      ▪ 10.000 cellule/cm2 sull'avambraccio.

 Le conte batteriche totali sulle mani del personale ospedaliero oscillano tra 40.000 a 4.600.000 cellule/cm2
Igiene delle mani in ambito sanitario
Le mani: efficace «veicolo» di infezioni
 TRASFERIMENTI DURANTE LA ATTIVITA’ LAVORATIVA

 Le mani degli operatori sanitari vengono contaminate nel corso di attività
 "pulite", quali sollevare i pazienti, misurare il polso, la pressione sanguigna o la
 temperatura, oppure toccando la mano, la spalla o l'inguine del paziente.

 I guanti risultano essere altamente colonizzati a seguito di contatto con
 differenti siti corporei, in particolare l’area inguinale.

 Studi relativi alla contaminazione delle mani del personale sanitario prima e dopo il contatto diretto con il paziente,
 la medicazione di ferite, la gestione di cateteri intravascolari, l’assistenza respiratoria o la manipolazione delle
 secrezioni dei pazienti, hanno evidenziato che il contatto diretto con il paziente e l’assistenza respiratoria sono
 risultate essere le attività che provocavano la più elevata contaminazione delle dita degli operatori.
Igiene delle mani in ambito sanitario
Tecniche per la disinfezione delle mani
La decontaminazione delle mani può essere ottenuta mediante lavaggio normale oppure lavaggio antisettico

 1. LAVAGGIO NORMALE = azione di igienizzazione delle mani al fine di rimuovere
 fisicamente o meccanicamente lipidi, sporco aderente, terra e varie sostanze organiche.

 Si effettua mediante utilizzo di detergenti, composti (tensioattivi) che presentano un'azione
 detergente. Generalmente indicati con il termine "sapone semplice», non sono dotati per se di
 attività antimicrobica, ma facilitano la rimozione meccanica (per sfregamento) della flora
 transiente (circa 80%). Degradano la pellicola idrolipidica sopracutanea (emulsificazione).

 Occasionalmente, i saponi semplici possono contaminarsi, provocando la colonizzazione
 delle mani degli operatori sanitari con bacilli Gram-negativi. E’ consigliabile l’impiego di
 dispenser. Tuttavia, il pericolo concreto di trasmettere microrganismi tramite il lavaggio con
 saponette già utilizzate è irrilevante.
Igiene delle mani in ambito sanitario
Tecniche per la disinfezione delle mani
 2. LAVAGGIO ANTISETTICO = si utilizza una soluzione/gel per frizioni ad azione antisettica,
 oppure il lavaggio con acqua e antisettico, al fine di ridurre la flora transitoria e con minimo
 effetto su quella residente.

 A. La frizione antisettica si effettua mediante prodotti a base alcolica (60-80% etanolo od
 isopropanolo in formulazione liquida, gel o schiuma). Non richiede l'utilizzo di fonti idriche
 esogene. Dopo l'applicazione, si procede a strofinare le mani l'una contro l'altra fino a che
 l'agente non sia asciutto.

 Grazie alla loro azione denaturante sulle proteine, gli alcoli presentano un'eccellente attività
 verso batteri (inclusi i patogeni antibiotico-resistenti MRSA e VRE), M. tuberculosis, virus
 (herpes simplex, HIV, influenza, RSV) e diversi funghi.

 Non presentano, tuttavia, alcuna attività rispetto alle spore batteriche od alle cisti dei
 protozoi, ed un'attività ridotta sui virus privi di involucro (rotavirus, adenovirus, enterovirus).

 Gli alcoli non sono buoni agenti detergenti e se ne sconsiglia l'uso in caso di mani sporche o
 visibilmente contaminate con materiali proteici (es. sangue). E’ possibile, sebbene rara, la
 contaminazione delle soluzioni a base alcolica (spore di Bacillus cereus).
Igiene delle mani in ambito sanitario
Tecniche per la disinfezione delle mani

 B. Il lavaggio antisettico si avvale dell’impiego dei un sapone contenente un agente antisettico, sostanza
 antimicrobica che riduce o inibisce la crescita dei microrganismi sui tessuti viventi (alcool, gluconato di clorexidina,
 derivati del cloro, iodio, cloroxilenolo, composti dell’ammonio quaternario, triclosan).

 Clorexidina: attività antimicrobica (attribuibile alla rottura delle membrane citoplasmatiche) inferiore a quella degli
 alcoli. Dimostra una buona attività contro i batteri Gram-positivi, inferiore contro i batteri Gram-negativi e i funghi,
 ed un'attività minima contro i micobatteri. La clorexidina non è sporicida. Ha invece un'attività in vitro rispetto ai
 virus lipofili, ma meno marcata rispetto ai virus privi di involucro. L'attività non viene compromessa dalla presenza
 di materiale organico, come il sangue.

 Composti dell’ammonio quaternario (alchil-benzalconio cloruro): principalmente batteriostatici e fungistatici, sono
 più attivi contro i batteri Gram-positivi rispetto ai bacilli Gram-negativi. Hanno un'attività relativamente debole
 verso micobatteri e funghi, e presentano un'attività superiore contro i virus lipofili. La loro attività antimicrobica
 viene influenzata negativamente dalla presenza di materiale organico. Causa la ridotta attività contro i batteri Gram-
 negativi, sono frequentemente soggetti a contaminazione.
Igiene delle mani in ambito sanitario
 Tecnica di lavaggio delle mani

                                                                                                                                         lavare gli spazi sub-
                            erogare sulle mani il                                                                                        ungueali, utilizzando
                                                                                       sfregare il palmo
       bagnare              prodotto antisettico,                 sfregare                                    sfregare i palmi tra di       uno spazzolino
                                                                                     destro sul dorso della
  uniformemente le            premendo con il                vigorosamente le                                     loro con le dita         preventivamente
                                                                                        mano sinistra e
        mani                 gomito la leva del             mani l’una con l’altra                                   intrecciate        bagnato e cosparso di
                                                                                           viceversa
                                 dispenser                                                                                                   una dose di
                                                                                                                                              antisettico

                                                                 massaggiare
                                                                                      risciacquare, avendo                                   asciugare, con
assicurarsi che i pollici     decontaminare la                vigorosamente la
                                                                                         cura di evitare il     chiudere il rubinetto    movimenti circolari, le
    tocchino i polsi           punta delle dita,            parte superiore delle
                                                                                         ruscellamento di        (pedale, gomito o       singole dita, quindi le
 dell’una e dell’altra      sfregandole contro il               dita nel palmo
                                                                                           acqua dagli            punta delle dita)      restanti porzioni delle
        mano                palmo dell’altra mano           dell’altra mano con le
                                                                                      avambracci alle mani                                        mani
                                                                dita intrecciate

                                                    Il lavaggio completo richiede circa 60 secondi
                                                    La frizione antisettica richiede circa 30 secondi
Igiene delle mani in ambito sanitario
Sapone: meccanismo di azione

▪ I saponi agiscono alla stregua di surfattanti, molecole polari
  con estremità idrofobiche ed idrofiliche.

▪ Possono legarsi al doppio strato lidico, distruggendolo,
  aumentando in tal modo la permeabilità di membrana.
Igiene delle mani in ambito sanitario
«Inadeguato» lavaggio delle mani
Il lavaggio delle mani viene spesso effettuato in maniera inadeguata: ridotto tempo di lavaggio, utilizzo di prodotti
inadatti, tecnica errata.

Pertanto, a seguito di un lavaggio «inadeguato» numerosi siti possono risultare ancora contaminati e, quindi,
ancora potenzialmente «utili» al trasferimento di microrganismi.
Disinfezione
Fattori critici
Ambiente:
▪ temperatura: optimum: 20-37°C. Una diminuzione della temperatura riduce l’efficacia. Un aumento pari a 10°C
  determina un aumento 2x della velocità di azione
▪ pH del mezzo in cui deve agire il disinfettante
Materiale:
▪ natura del materiale (porosità)
▪ presenza di materiale organico (sangue, pus, vomito, feci)
        ▪ inattivazione principio attivo
        ▪ rivestimento della superficie batterica
        ▪ adsorbimento (eliminazione) del principio attivo
Disinfettante:
▪ concentrazione del principio attivo
▪ tempo di applicazione (contatto con materiale)
▪ qualità acqua per diluizione disinfettante
Disinfezione
Fattori critici
Microrganismo:
▪ tipologia
        ▪ i batteri Gram-negativi (presenza della membrana esterna) sono generalmente più resistenti dei Gram-
          positivi ai disinfettanti ed antisettici.
        ▪ micobatteri, endospore e cisti protozoarie sono molto resistenti ai disinfettanti ed antisettici.
        ▪ i virus sprovvisti di envelope (rivestimento di natura lipidica) sono generalmente più resistenti a
          disinfettanti ed antisettici rispetto ai virus con envelope.
▪ carica microbica: la attività di un disinfettante è inversamente proporzionale alla concentrazione microbica.
▪ organizzazione
        ▪ presenza di biofilm: comunità cellulare multistratificata sessile in cui gli elementi cellulari sono immersi in
          una matrice polisaccaridica (slime) di derivazione batterica. La matrice potrebbe influenzare l’attività del
          disinfettante o inattivandolo interagendo chimicamente con esso o rallentandone la diffusione attraverso
          gli strati cellulari più profondi.
Disinfezione
Caratteristiche «ideali» di un disinfettante
▪ Attività: esteso spettro di azione (battericida, fungicida, sporicida, tubercolicida, viricida)
▪ Rapidità di azione: breve “tempo minimo di applicazione” (1-10 minuti)
▪ Atossicità: non irritante per occhi, mucose, cute
▪ Non deve possedere capacità tintoriali
▪ Non corrosivo
▪ Stabilità: per diluizioni e tempi consigliati (anche in presenza di materiale organico)
▪ Buona capacità di penetrazione e detersione
▪ Costi: ragionevoli (economicità)
…in altre parole:

                    non esiste una

           tecnica di disinfezione IDEALE !
Tecniche di sterilizzazione/disinfezione
Criteri per la scelta
Un approccio conveniente è quello suggerito da
Spaulding, applicato nelle linee-guida U.S.

                                                              bassa S
                                                                          Alto livello di
Gli oggetti sono classificati, sulla base del loro impiego,               disinfezione

come:
                                                                                      Livello intermedio
   ▪ critici                                                                            di disinfezione

   ▪ semi-critici
   ▪ non critici                                                                   Basso livello di
                                                                                    disinfezione
I relativi livelli di disinfezione sono:

                                                              elevata S
   ▪ elevato (High Level of Disinfection, HLD)
   ▪ intermedio (Intermediate Level of Disinfection, ILD)
   ▪ basso (Low Level of Disinfection, LLD)
Tecniche di sterilizzazione/disinfezione
Criteri per la scelta – trattamento di oggetti «critici»
Oggetti “critici” = quelli collegati ad un alto rischio di trasmettere infezione, qualora vengano contaminati da
microrganismi, ivi incluse le spore batteriche:
    ▪ a contatto con tessuti viventi fisiologicamente sterili
    ▪ inseriti nel sistema vascolare (strumentazione chirurgica, protesi, aghi, cateteri urinari/cardiaci,
      artroscopi, etc).

Obiettivo: inattivazione forme vegetative e sporali (sterilità).

Metodo: sterilizzante
    ▪ fisico (vapore)
    ▪ chimico (glutaraldeide 2%, perossido di idrogeno 6%, acido peracetico)
    ▪ chimico-fisico (ETO, plasma gas)
Tecniche di sterilizzazione/disinfezione
Criteri per la scelta – trattamento di oggetti «semi-critici»

Oggetti “semi-critici” = quelli che vengono a contatto con le mucose o con la cute integra (endoscopi,
termometri, vasche per idroterapia, attrezzatura per terapia respiratoria/anestesiologica).

Obiettivo: Inattivazione delle forme vegetative. E’ tollerabile la presenza di spore in quanto le mucose intatte
sono generalmente resistenti all’infezione.

Metodo: High or Intermediate Level of Disinfection (HLD, ILD)
   ▪ glutaraldeide
   ▪ perossido di idrogeno
   ▪ perossido di idrogeno + acido peracetico
   ▪ cloro
   ▪ composti fenolici
   ▪ iodofori
Tecniche di sterilizzazione/disinfezione
Criteri per la scelta – trattamento di oggetti «non critici»

Oggetti “non critici” = quelli che vengono a contatto con la cute intatta ma non con le mucose
(strumentazioni mediche, superfici ambientali, suppellettili del paziente: padelle, bracciali per la misurazione
della pressione sanguigna, stetoscopi, stampelle, sbarre per i letti, biancheria, alcuni tipi di posate o stoviglie,
comodini e arredi dell’unità del paziente).

Obiettivo = basso grado di contaminazione; la cute intatta, infatti, agisce come un’efficace barriera contro la
maggior parte dei microrganismi, e la sterilità di questi oggetti non è richiesta.

Metodo: Low Level of Disinfection (ILD, LLD)
    ▪ alcool etilico
    ▪ ioduri
    ▪ composti dell’ammonio quaternario
    ▪ fenoli
Tecniche di sterilizzazione/disinfezione
Criteri per la scelta

                            http://www.asl.pavia.it/webasl/UffEdSan.nsf/risRicDom/29979FA2AB0E7B00C1256E14004F2A6D/$File/Protocollo%20Disinfettanti%20.pdf
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