Classe prima C Scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo "Francesco Cazzulani" Lodi - Istituto Comprensivo Lodi V

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Classe prima C Scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo "Francesco Cazzulani" Lodi - Istituto Comprensivo Lodi V
Classe prima C
Scuola secondaria di primo grado
Istituto Comprensivo “Francesco Cazzulani”
Lodi

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Classe prima C Scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo "Francesco Cazzulani" Lodi - Istituto Comprensivo Lodi V
Le fiabe tradizionali … trasformate

                               Cappuccetto Nero
C'era una volta una ragazza così triste, ma così triste e amante del colore nero, che
tutti la chiamavano Cappuccetto Nero.
Un brutto giorno (stava diluviando), il padre della tenebrosa bambina la chiamò e
le disse: “Cappuccetto Nero, vieni qui che ti devo assegnare una commissione”
“Arrivo subito” rispose lei, e infatti era già lì. Le disse il padre: “Corri in
montagna, dalla zia che sta male e consegnale questo prosciutto e questa bottiglia
di Coca Cola; e, mi raccomando, stai attenta all’Abominevole Uomo delle Nevi!”
La ragazza si incamminò e, in un batter d’occhio, era arrivata ad un bivio dove
c’era anche lo Yeti.
I cartelli, per via del tempo, erano illeggibili e lei chiese la strada allo Yeti, che, per
tutta risposta la prese, la fece roteare e la lanciò diritta verso la casa della zia. Lei
suonò il campanello, lasciò il cesto all’ingresso, poi corse a perdifiato verso casa
sua senza mai voltarsi. Appena arrivata, suo padre, perplesso, le chiese come mai
fosse tornata cosi’ in fretta e la ragazza spifferò la storia dello Yeti.
Lui si arrabbiò talmente tanto che mise in punizione Cappuccetto Nero.
Poi tornò al suo caffè e al suo giornale.
E quasi
        tutti
              vissero
                    felici
                          e
                            contenti.

                                                                          Tiziano Maisto

                                                                                         2
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Una serie di Cenerentole moderne
                                  Kindom hars
C’era una volta una ragazza schiava, di nome Cenerentola. La sua matrigna era
Malefica. Un giorno la matrigna le disse di pulire tutta la casa e lei lo fece. Mentre
Cenerentola stava pulendo arrivarono i suoi amici: Topolino, Pippo, Paperino, Sora
che le dissero di andare con loro al castello della Disney dove c’era Minnie,
Paperina. Per arrivare al castello usarono la gummischip, una piccola astronave,
arrivati al castello incontrarono degli hartless, piccoli mostriciattoli neri senza
cuore, Sora e gli altri incominciarono a combattere gli hartless. Andarono alla
biblioteca dove incontrarono Minnie e Paperina che dissero: “Andiamo alla sala
reale”. Sora rispose affermativamente, allora andarono nella sala reale, entrarono,
arrivarono al trono del re Topolino, Minnie schiacciò un pulsante sotto alla
poltrona, si aprì un varco e andarono nei sotterranei; videro la prima pietra della
luce che scacciò tutti gli hartless dal castello. A un certo la pietra si oscurò e
apparve Malefica che fece apparire un hartless gigante. Tra di loro apparve una
barriera per non far passare Paperino e Pippo finché Sora non avesse sconfitto l’
hartless.
Mentre Sora stava combattendo con l’hartless, Paperino e Pippo andarono da
Merlino. Arrivati alla casa di Merlino, i due chiesero a lui una bolla magica per far
trasformare Sora nella fusione finale con due kibleid. Presero la bolla e ritornarono
nel castello della Disney dove c’era Sora e l’hartless che combattevano. Nella
barriera si aprì una piccola porticina dove Paperino lanciò la bolla a Sora. Lei la
prese, in un attimo si trasformò e uccise l’hartless.
Malefica fu sconfitta e, come punizione, dovette fare tutte le pulizie nel castello per
tutta la vita. Cenerentola sposò il principe, ebbero dei figli e vissero felici e
contenti.

                                                     Edoardo Rossi e Veronica Cerri

                               Gabriella e Matias

In una bellissima giornata di maggio, a Lodi, nel 2009, una ragazza di nome
Gabriella viveva imprigionata dalla sua matrigna. Le sorellastre, avendo pietà di
lei, la consolavano nei momenti più difficili, anche se tutto ciò avveniva in segreto
dalla madre.
La matrigna era una creatura malvagia, ovviamente molto brutta e gelosa di
Gabriella.

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La povera ragazza, curiosa di conoscere la verità, andò a bere alla “Fontana della
Purezza” sperando di cambiare aspetto.
Passò una buona mezz’ora e contemporaneamente l’ora di pausa era finita.
Gabriella andò a dormire.
Il mattino seguente si svegliò e… i suoi capelli erano più belli che mai, i suoi
vestiti diventarono di seta. Le sorellastre, vedendo il suo grande cambiamento,
ingaggiarono e pagarono un professionista clown per aiutare Gabriella nel suo
intento: rendere ridicola la madre. Dopo una settimana Gabriella riuscì a sbattere
una torta sulla faccia della mamma.
Gabriella capì che poteva diventare bella quando voleva.
Il mese seguente un bel ragazzo la invitò in discoteca; Gabriella quasi ”moriva”
dall’imbarazzo ma alla fine accettò!
Si precipitò subito alla fontana per bere un sorso di quell’acqua magica e …subito
si trasformò!!
In discoteca era la più affascinante e con quel ragazzo, Matias, faceva proprio una
bella figura. Matias essendo il più ricco del mondo doveva scegliersi una sposa
adeguata; così decise di organizzare una gara di ballo per tutte le ragazze in età da
marito.
Gabriella non poteva farsi sfuggire un’occasione simile. Si precipitò in discoteca
per la gara. Dopo aver ballato meravigliosamente e aver vinto, Matias le chiese:
“Vuoi sposarmi?” e Gabriella rispose con un semplice e timido: “Sì!”.
Si sposarono il giorno dopo e ringraziarono le sorellastre per aver creduto in lei.
Il mese seguente i due sposi si convinsero a comprare tutto il caseggiato della
matrigna compresa la “Fontana della Purezza”. La madre delle sorellastre, così, si
ritrovò a dormire in mezzo alla strada e vedendo la sua figliastra divertirsi con
Matias morì – veramente – dalla rabbia ma tutte e due le sue figlie non si
disperarono, pensando che tutto quello che la madre aveva fatto a Gabriella fosse
esagerato, e stimarono sempre la sorellastra!!

                                               Marianna Zanaboni e Marilisa Rossi

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Ambra e le sue avventure

Nel 2008, a Perugia, abitava una ragazza di nome Ambra. I suoi genitori si erano
separati l’anno prima.
Lei viveva con suo papà in una casetta, in un bosco lontano dalla città. Suo padre
faceva il muratore e ogni mattina, molto presto, doveva andare con il suo motorino
a lavorare in città. Anche la ragazza doveva alzarsi molto presto per andare a
scuola che si trovava a un chilometro dal bosco.
Lei frequentava la terza media e quest’anno doveva fare gli esami.
Un giorno il padre andò a costruire una casa da un signore che gli sembrò molto
gentile ed educato.
Il giorno dopo quando Carlo, il papà di Ambra, ebbe finito di lavorare si avviò
verso un laghetto molto grazioso che c’era alla periferia della città, proprio vicino
al bosco. Ad un tratto vide una bellissima donna che aveva più o meno la sua età.
Quando gli fu vicino, non riuscì neanche a chiederle come mai una donna così
bella si trovava in quel posto, perché fu colpito dalla sua bellezza insolita.
Anche lei cercò di aprir bocca ma al posto delle parole le uscì soltanto: “cio coe t
cham?”.
Dopo non aver detto neanche una parola, i due si avvicinarono, si presero per
mano, andarono sul “Ponte dell’Amore” e si baciarono.
La donna, dopo aver finito il lungo bacio, corse via per andare a casa di suo padre
dove la figlia la stava aspettando già da un’ora.
Arrivata da suo padre, la donna, gli raccontò una bugia perché non voleva
raccontargli la verità.
Il giorno dopo, quando Carlo andò a lavorare dal signore, vide la donna che aveva
baciato il giorno prima e non credette ai propri occhi. Si avvicinò e le disse se era
suo padre, lei rispose di sì e il padre chiese se erano amici. Dopo aver raccontato
tutto, i due si diedero un appuntamento per il pomeriggio a casa di Carlo.
Quando furono le tre esatte Ambra sentì suonare il campanello e chiese al padre se
aspettava qualcuno; Carlo, tutto contento, rispose di sì e andò ad aprire la porta.
Carlo e Rosalinda, la stupenda donna, passarono tutta la giornata insieme e anche
le future sorellastre si conobbero. Sì, proprio così, Carlo e Rosalinda si sposarono
il mese successivo.
Un anno dopo le nozze Ambra e la sua sorellastra, Lisa, si odiavano tantissimo.
Ambra andava alle medie e per lei erano molto faticose, ma a Lisa, che andava alle
elementari, non interessava niente e disturbava continuamente Ambra. Lisa, per
farle un dispetto e cercare di farla andare male a scuola, disse ad Ambra che se non
avesse ritrovato in una settimana l’anello di diamanti della sua bisnonna che era
andato perso da molto tempo, lei le avrebbe rovinato la vita.
Quel pomeriggio Ambra andò a fare un giro nel bosco pensando dove avrebbe
potuto trovarlo. Passò vicino ad un mazzetto di fiori molto belli ma
sfortunatamente strappati e lasciati per terra. Lei sospirò: “Che bel fiore” e il fiore
disse: “Se mi raccogli e mi metti in un vaso d’acqua esaudirò un tuo desiderio”.

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La ragazza, dopo aver messo il fiorellino in un vaso d’acqua, gli chiese se poteva
far apparire l’anello della sua sorellastra, però, per farlo, aveva bisogno di una sua
foto.
Ambra quella settimana aveva anche un compito in classe di italiano quindi doveva
prepararsi molto bene altrimenti non avrebbe potuto andare al ballo di primavera,
per questo motivo non aveva tempo da perdere.
Le risultò molto difficile trovare una foto dell’anello di Lisa perché lei aveva solo
una foto e la teneva nella sua camera, dov’era vietato entrare.
Comunque, dopo averla trovata la diede subito al fiorellino che doveva farlo
apparire.
Senza neanche accorgersene, il grande giorno arrivò e dopo aver fatto la lunga e
faticosa verifica tornò a casa per consegnare l’anello a Lisa sperando che questo
fosse comparso.
Sì, fortunatamente l’anello era lì, vicino al vaso di fiori; Ambra lo prese e lo portò
subito dalla sorellastra che, quasi, svenne perché credeva che nessuno lo poteva
ritrovare.
Intanto i due genitori vivevano felici senza nessun problema.
Arrivò un altro giorno importante, il giorno del risultato della verifica. Ambra
arrivò a casa tutta contenta perché aveva preso un bel 9 e suo padre l’avrebbe
lasciata andare al ballo di primavera della scuola.
Suo padre, come anticipato, la lasciò andare anche se la matrigna non era
d’accordo.
A quel ballo c’era anche il ragazzo più bello di tutta la scuola, Daniele.
Quando Ambra arrivò alla festa tutti la guardarono perchè aveva un vestito
bellissimo, lunghissimo e di colore azzurro chiaro, con un velo che arrivava a terra.
Ad un tratto lei vide la sua matrigna che era venuta a cercarla e per sfuggirle via
corse e perse la sua scarpetta d’oro. Daniele, la vide e da quel momento gli restò
impresso nella testa: “Di chi è questa bellissima scarpa? Voglio sposarmi la sua
proprietaria perché è sicuramente una principessa!”
Fortunatamente con il suo occhio attento vide quel piede, il piede di Ambra.
La rincorse e quando si fermò, le chiese da chi scappava. Ambra gli raccontò tutto
e lui si offrì di proteggerla.
Per punizione la sorellastra non potè più uscire di casa, neanche per andare a
scuola.
Carlo si separò da Rosalinda perché tramite la figlia capì tutte le cose negative che
aveva fatto.
Dopo un anno di convivenza, Carlo costruì ad Ambra e Daniele una bellissima
casa dove, dopo essersi sposati, si trasferirono e lì vissero felici e contenti!

                                                     Ramona Hantig e Clara Carelli

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Sul lago di Como
C’era una volta, a Como, nel 2009 una ragazza di nome Patrizia. Le era morta la
madre, mentre suo padre si era sposato con un’altra donna.
Questa donna era molto brutta, come sua figlia: erano entrambe grosse, però erano
ricche.
La matrigna era anche cattiva e mandava la sua figliastra a pascolare le pecore. Un
giorno ne vide una che parlava e le disse: “Se tu non mi togli il vello per l’inverno,
io ti darò delle scarpe d’argento e un vestito favoloso per la festa Reale”.
La principessa era indecisa, ma alla fine accettò perché poteva andare al ballo di
George Clooney.
La sera, la matrigna si recò al ballo con le figlie. Appena uscì, Patrizia si mise un
abito e anche lei andò al ballo dei ricchi.
Mentre andava, vide la pecora che le aveva chiesto di non levarle il vello, che le
disse: “Hai mantenuto la promessa, e io ti donerò queste splendide scarpe
d’argento e il vestito favoloso, però dovrai tornare prima di mezzanotte dal ballo”.
Patrizia si mise le scarpe e l’abito e andò alla grande festa.
Arrivata al palazzo vide la matrigna e le figliastre, le evitò e andò a sbattere contro
George, allora lui la invitò a ballare.
Patrizia si stava divertendo talmente tanto che non si rese conto dell’orario, infatti
erano le 23:59 e lei era ancora nella sala grande del palazzo.
In quel preciso istante si accorse dell’incredibile ritardo e con uno scatto felino uscì
dall’edificio mentre George andò a prendere da bere e non si accorse di nulla.
Per uscire c’erano le scale, la ragazza inciampò e la sua scarpa destra rimase li su
quella scalinata e lei tornò a casa scalza.
Fortunatamente a casa non c’era nessuno, perché la matrigna e le sue figlie erano
ancora al ballo. Entrò, si mise i vestiti tutti stracciati e iniziò a pulire la casa.
Intanto George aveva preso la scarpa d’argento che aveva trovato all’uscita e
andava in giro a chiedere di chi fosse quella scarpa così bella.
Arrivò anche a casa della matrigna e ovviamente lei e le sue figlie vollero provare
a calzare la scarpa ma non ci riuscirono. Poi si presentò Patrizia che voleva provare
a indossare la scarpetta, ma la matrigna la contrastava, ma lei provò lo stesso.
Mise il piedino dentro e senza il minimo sforzo riuscì a far entrare il piede e venne
proclamata principessa, mentre la matrigna e le sue figlie furono nominate giullari
di corte. Patrizia e George vissero per sempre felici e contenti.

                                                Fabrizio Pellicanò e Lorenzo Tortora

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Las Vegas
C’era una volta una ragazza di nome Katie. Era una ragazza splendida e bellissima.
Questa ragazza aveva solo un padre, perché la madre era morta.
Egli era molto ricco, però abitava nella casa più sperduta di Las Vegas, perché era
un uomo riservato, introverso. Il padre si risposò con una donna di nome Naomi;
essa era perfida e aveva una figlia orribile.
La figlia dell’uomo era talmente bella che aveva ricevuto inviti a cena da: Tom
Cruise, Brad Pitt, George Clooney. Ma la matrigna non la lasciava mai andare. La
matrigna costringeva la figlia Katie ad andare nei locali malfamati a prendere soldi
e a fare tutti i mestieri in casa.
Un giorno, Katie stava andando in un locale malfamato quando sentì una voce: “
Katie, Katie sono qui!” e Katie disse : “Dove?”.
E davanti a lei apparve un piccolo elfo, che in verità era una piccola elfa di nome
Pinuccia.
Nel frattempo Naomi si stava preparando per andare alla festa del casinò. Katie,
che sapeva della festa, chiese a Pinuccia se la poteva aiutare. Pinuccia in un batter
d’occhio scelse i vestiti più costosi e alla moda di tutta Las Vegas, ma in
particolare una pochette di Gucci. Pinuccia raccomandò una cosa a Katie:
“Ricorda, devi tornare prima della tua perfida matrigna; perché se no sono guai!”
Katie accompagnata da un autista di una Mustang magica creata da Pinuccia, andò
al casinò.
Splendida più che mai,Katie entrò nel casinò e tutti si girarono per ammirare la sua
bellezza.
La matrigna vide quella incantevole ragazza, che le sembrò Katie, ma disse fra sé e
sé: “Non può essere Katie!”
La festa cominciò …..............
Quando la festa finì Katie vide che la matrigna stava andando via. Allora uscì di
corsa: ma nella fretta perse la pochette di Gucci; però non se ne accorse. Il figlio
del proprietario del casinò, Nate, trovò la borsetta e fece cercare al suo staff la
ragazza che portava quella borsa. La ragazza corse da Pinuccia che la riportò a
casa.
La mattina dopo arrivò Nate, con il suo staff a cercare la ragazza. Alla porta si
presentò subito Naomi con sua figlia.
Nate provò la borsa alla figlia di Naomi; la tracolla era troppo piccola e le
stringeva. Di lì passò un venditore ambulante magico che urlò: “La bella è nella
cantina, la bella è nella cantina!”
In effetti Katie era in cantina. Nate corse in cantina, trovò la ragazza. Le provò la
borsa che non le stringeva…...... sembrava fatta su misura.
L’erede al casinò si decise e prese per sposa Katie.
La matrigna Naomi, si arrabbiò così tanto ma così tanto che scoppiò dalla rabbia.
Il padre di Katie era contentissimo per l’accaduto.

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Per l’occasione venne organizzata una grande festa al casinò. Vennero invitati tutti
gli amici degli sposi. E per rendere allegra la serata organizzarono un grande
spettacolo con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada insieme a tutti i comici di Zelig.
I due sposi felici ebbero due figli: un maschio di nome George e una femmina
Michelle.
E VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI
$$$ VIVA LAS VEGAS $$
                                        Giacomo Dalcerri Cioffi e Alberto Orsini

                            Nina a Buenos Aires

C'era una volta una ragazza di nome Nina, che abitava a Buenos Aires.
La ragazza era bella e simpatica, la matrigna era molto cattiva e le faceva fare i
lavori più duri.
Un giorno la ragazza mentre andava al mercato a prendere la frutta, incontrò un
mago.
Il mago aveva una bacchetta magica dotata di super poteri con cui aiutare la
ragazza.
Il giorno dopo arrivò in città un principe che accompagnando un amico, incontrò
Nina al mercato a fare la spesa. Subito si accorse della bellezza straordinaria della
ragazza e se ne innamorò. Quando il principe cercò di parlarle, Nina scomparve.
Dopo due anni il principe tornò per ritrovare la giovane; Nina venne a sapere che il
principe era tornato in città ma, ogni volta che i due cercavano di incontrarsi, non
riuscivano. Allora Nina si rivolse al mago, che aveva incontrato al mercato molti
anni prima, e venne a sapere che, per raggiungere il principe, avrebbe dovuto
superare tre prove: una di nuoto, l'altra di magia e l'ultima di pallavolo.
La prima prova consisteva nel raggiungere e superare un mostro marino nella
velocità di nuoto. Nina, che è un'esperta nuotatrice, riuscì a vincere.
Si presentò una seconda prova: un mago dai poteri infiniti. La ragazza, usando le
arti illusorie che le aveva insegnato il mago buono, sconfisse il mago malvagio.
La terza prova consisteva nel battere una squadra di pallavolo che aveva vinto il
campionato del mondo.
La ragazza è in squadra con delle persone che non sapevano giocare a pallavolo.
Alla fine Nina riuscì a vincere sebbene con grande difficoltà.
Il principe tornò in città e vide Nina.
Alla fine si baciarono, si sposarono e vissero felici e contenti.

                                           Francesco Brambilla e Davide Malusardi

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Agente Segreto 000
Angela era una ragazza che viveva a Las Vegas.
Aveva degli occhi color ghiaccio, capelli biondi e uno speciale “sesto senso”.
Lei era rimasta senza il padre che era il famosissimo agente 007; sua madre, Linda,
era l'agente segreto 006.
Il padre di Angela era rimasto “stecchito” in una missione di spionaggio
intercontinentale, perciò sua madre si era risposata con un uomo di nome The
King. Ben presto lui divenne il vero padrone di casa e assegnò alla figlia tutti i
compiti che avrebbero dovuto svolgere le cameriere.
The King era un colosso tutto muscoli e niente cervello, aveva gli occhi neri,
capelli rossi e due baffoni arricciati; la figlia era disperata perché la casa era
vastissima e quando faceva le pulizie cercava sempre il laboratorio segreto del
padre.
Un giorno Angela, mentre stava pulendo le scale, venne spinta con forza dal
patrigno e cadde. Lei si appoggiò al pomello del corrimano e ... una botola apparve
nel muro!!! La povera ragazza, entrò nello stranissimo "buco" e in quello stesso
istante precipitò su uno scivolo che a lei parve senza fine; quando arrivò in fondo,
era tutta frastornata, ma iniziò lo stesso ad esplorare.
Quello che vide la spaventò; era entrata nel laboratorio di suo padre! C'erano
miliardi di attrezzature da spia e computer e ... un assistente. Si chiamava Robin,
era alto, capelli neri, occhi verdi. Subito le disse: “Tuo padre, in realtà, è stato
assassinato da The King, che voleva rubargli la sua arma segreta”.
“E quale sarebbe?” “II Distintivo X; cioè un distintivo che si trasforma in tutti i
lasciapassare, carte d'identità, passaporti a seconda delle necessità.
Sfortunatamente, è stato rubato da The King , e ora è al sicuro nella sua base
segreta. Tu devi riprenderlo. Prima di tutto ti darò l'equipaggiamento necessario
per la missione”. Detto questo si spostarono verso gli scaffali con le armi.
Robin le diede una chiave in grado di aprire tutte le serrature, una pistola con
rampino, due fumogeni a comando a distanza e un mantello che rende invisibile
chi lo indossa.
“ Infine ti darò anche questi guanti che ti permettono di aumentare la tua forza e un
dispositivo che fa apparire una mappa olografica con tutte le persone del luogo in
cui ti trovi. Adesso prendi questo tunnel e ti troverai davanti al covo di The King”.
Angela appena uscita dal tunnel indossò il mantello dell'invisibilità e iniziò a
scalare il grattacielo evitando le guardie; arrivata in cima mise i fumogeni
nell'aereo del suo nemico e con i suoi guanti staccò un tombino che portava alle
fognature della base. Si calò dentro: c'era un mare di spazzatura e di puzza. Dopo
qualche ora trovò una porta che, secondo la mappa, era l'entrata secondaria del
covo, perciò prese la chiave e aprì la porta. C'erano almeno venti guardie e, dato
che si era dimenticata il mantello, le guardie la catturarono e la portarono da The
King.
Lui rubò ad Angela le armi e poi la interrogò; la ragazza si rifiutava di dire come
era arrivata perciò gli scagnozzi del patrigno la rinchiusero dentro una cella
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frigorifera. Ma lei aveva ancora i guanti, che The King aveva scambiato per dei
normalissimi guanti, così con un colpo molto potente riuscì a scardinare la porta.
Stavolta le guardie non se ne accorsero e lei riuscì a prendere una guardia e a farsi
dire dov'era il suo equipaggiamento.
Angela andò a riprendersi le armi e subito dopo era nell'ufficio del nemico; The
King che questa volta era disarmato prese il tavolo e lo lanciò addosso alla ragazza.
La colpì in pieno e mentre lei cercava di liberarsi dal tavolo, lui corse verso
l'elicottero privato per fuggire.
Ma The King non sapeva che c'erano due fumogeni nel suo elicottero, come non
sapeva che Angela li stava attivando. Il suo aereo precipitò distruggendo tutto il
grattacielo e lei prese The King con la pistola a rampino, lo tenne ben fermo e lo
riportò al laboratorio segreto di suo padre. Quando arrivò Robin prese il Distintivo
X da The King e poi lo consegnarono alla centrale di spionaggio intercontinentale.
Come ricompensa, Angela venne nominata agente 000. The King invece rimase
per tutto il resto della sua vita in carcere.
E vissero tutti, o quasi, felici e contenti!

                                                    Giulia Cipullo e Tiziano Maisto

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Storie di principi, principesse, matrigne, sorellastre,
draghi, orchi, castelli … e tanta magia

                            Le monete magiche

C’era una volta un grande proprietario di terre con sua moglie, ed erano molto
felici perché avevano avuto una figlia stupenda di nome Paola. Dopo qualche anno
la madre morì. Trascorsi due anni da tale evento funesto, il padre si risposò con
una contadina che aveva anche lei una figlia: Paola e la ragazzina si detestavano.
Quando ormai Paola era diventata una giovane donna, suo padre se ne andò via di
casa per motivi di lavoro, così Paola dovette stare a casa con la matrigna e con la
sorellastra.
Proprio in quella settimana c’era un concorso e avrebbero premiato la fanciulla più
gentile e più bella; e ci sarebbe stato anche il principe.
Paola chiese alla matrigna se, per cortesia, poteva darle un po’ di soldi per potersi
comprare un vestito nuovo per il concorso, la matrigna le rispose di no, anzi le
proibì di partecipare a quel concorso, perché sapeva che tutti adoravano più Paola
di sua figlia e quindi avrebbe potuto batterla.
Mancavano ancora due giorni alla fine delle iscrizioni per il concorso, Paola stava
escogitando un piano per potersi iscrivere, vicino ad un ruscello che di solito le
faceva venire in mente idee stravaganti, ma quel giorno non ne veniva in mente
neanche una!
Improvvisamente sentì una vocina che la chiamava, si girò ma non vide nessuno,
allora si chiese di chi mai poteva essere quella voce, alla fine scoprì che a
chiamarla era stata una mosca, la quale le consegnò quattro monete d’oro magiche.
Le spiegò che ogni volta che esprimeva un desiderio doveva buttare la moneta
nell’acqua e il desiderio si sarebbe avverato; poi la mosca scomparve.
Allora subito desiderò di poter partecipare al concorso e buttò una moneta
nell’acqua, così una moneta era già stata usata; poi desiderò di avere un vestito
stupendo e buttò la seconda moneta nell’acqua, ed ora le restavano solo due
monete.
Stava per esprimere il terzo desiderio quando riapparve la mosca che fece appena
in tempo per impedirle di esprimerlo, e le disse: “Non sprecare subito tutte le
monete, usale solo per cose molto importanti!”
Subito dopo la mosca scomparve di nuovo e Paola diede ascolto alla mosca.
Così, con il permesso inaspettato della zia, andò subito a iscriversi al concorso;
quando tornò a casa trovò sul letto un vestito magnifico, subito se lo provò: le
stava divinamente!
Arrivato il giorno del concorso Paola era molto emozionata ma anche un po’ triste
perché non c’era suo padre, ma all’improvviso la tristezza sparì quando vide che

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tra il pubblico una mano la salutava. Sì, era proprio la mano di suo padre, che le
aveva fatto una sorpresa.
Era iniziato il concorso e dopo qualche ora si era giunti alle finali tra Paola e la sua
sorellastra.
Il padre di Paola sperava che vincesse lei, invece la matrigna sperava che vincesse
sua figlia.
Intanto, a Paola e alla sua sorellastra, stavano facendo qualche domanda e il
principe era abbagliato dalla bellezza e dall’intelligenza di Paola e siccome toccava
a lui decidere chi doveva vincere, con l’aiuto della giuria, scelse come vincitrice
Paola.
Lei non riusciva ancora a credere di aver vinto e il padre era molto felice per lei,
invece la matrigna e la sorellastra erano molto arrabbiate.
Quando il principe andò a congratularsi, chiese a Paola se voleva diventare la sua
fidanzata; lei, nonostante l’emozione di aver davanti tante persone, disse subito di
sì, tutti applaudirono tranne la matrigna, che cercò quasi di ucciderla ma le guardie
la presero e, per ordine del principe, la mandarono in prigione con la figlia.
Paola e il principe, poco tempo dopo, si sposarono.
Custodì per sempre le due monete, che le erano rimaste, in un nascondiglio segreto
che non rivelò mai a nessuno.
Comunque alla fine restarono tutti felici e contenti.

                                                                        Giorgia Monti

                                                                                      13
Josh e il drago assorbiluce
C’era una volta, in un paese lontano, un ragazzo di nome Josh. Lui era talmente
povero che non poteva comprarsi neanche una caramella.
Un giorno, nel suo paese, calò un buio così fitto che non si riusciva neanche a
vedere la propria ombra. Allora gli abitanti, preoccupati, uscirono dalle loro case e
videro una sagoma strana che risplendeva di luce. Era un drago, che disse: “Io ho
assorbito tutta la luce del vostro pianeta. Se la rivolete indietro, venite al mio
castello”. E senza aggiungere altro, volò via.
Allora Josh - siccome l’unica speranza era quella di sconfiggere il drago - decise di
incamminarsi verso il suo castello. Lungo la strada incontrò dei folletti che, sentita
la sua situazione, decisero di donargli dei fulmini e un tridente magici.
Quando Josh arrivò al castello, vide sulla soglia un orco, che gli corse incontro per
tentare di ucciderlo. Josh, per difendersi, lanciò un fulmine, ma non servì a nulla,
allora prese il tridente e, battutolo per terra, provocò una spaccatura nel terreno
dove l’orco precipitò. Dopo aver sconfitto, sempre con il tridente, due orchi, tre
ragni giganti e un rinoceronte che sapeva volare, Josh arrivò sulla cima del
castello, dove ad attenderlo, c’era il drago, il quale iniziò a sputare fuoco da tutte le
parti. Josh gli lanciò quattro fulmini, che però vennero bruciati, e ancora altri
quattro, fortunatamente questa volta il drago fu colpito sulla gamba. Il drago ferito,
zoppicando, si avvicino a Josh e gli scagliò una fiammata, scottando il braccio del
ragazzo. Allora lui, con la mano sana, lanciò il tridente che si conficcò dritto nel
cuore del drago. L’essere spaventoso, sebbene tramortito, scagliò un’ultima
fiammata che bruciò le foreste vicine. Il drago, appena cadde a terra, provocò un
tale sconvolgimento dell’ambiente circostante che un’onda anomala si sollevò e
spense gli incendi, travolgendo definitivamente il drago. La luce tornò nel mondo.
Josh fu incoronato re del suo paese.

                                                                       Federico Dovera

                       La principessa Elisa e l’acido

C’era una volta in un regno lontano una ragazza di nome Elisa che viveva con suo
padre che era un Re.
Il padre, essendo vedovo perché gli era morta la moglie, sposò Franca che era
molto cattiva e faceva sbrigare alla ragazza le faccende di casa più faticose.
Perciò Elisa fuggì dal suo palazzo; mentre era in viaggio, incontrò un vecchio
signore che aveva una cassa contenente una bottiglietta d’acido, chi lo avesse
bevuto, sarebbe morto avvelenato.
Nel frattempo, la matrigna aveva avuto un figlio con il re. Elisa, quando tornò al

                                                                                       14
suo regno, non sapeva che era nato suo fratello; infatti sbagliò a mettere l’acido
nel bicchiere perciò morì proprio suo fratello.
La matrigna se ne andò dal regno per cercare la figliastra e ucciderla.
Dopo diversi mesi la matrigna fece ritorno, allora la ragazza versò l’acido nel
bicchiere, la matrigna bevve dal bicchiere con l’acido e morì.
Così la ragazza visse con il padre in pace.
Dopo due anni la ragazza si sposò con un principe famoso.

                                                                    Davide Malusardi

                         L’orco con un occhio solo
C’era una volta, in un paesino di campagna, una vedova con due figlie. La prima
ragazza era la più grande ed era la più amata dalla mamma; la seconda, invece, tutti
i giorni era obbligata ad andare nei campi a raccogliere cibo per tutta la povera
famiglia.
Un giorno s’incamminò per il fitto bosco e quando si fermò per raccogliere il
grano, vide davanti a lei una casa enorme.
Così, curiosa di sapere chi viveva nell’abitazione, bussò al portone e… le apparve
davanti un brutto orco infuriato. Aveva un occhio solo sulla fronte, unghie sporche
e affilate ed una corporatura robusta. La ragazza, dietro di lui, intravide bauli pieni
di gioielli e monete d’oro. Il mostro l’afferrò e la trascinò all’interno, le disse che
se avesse voluto portare a casa il tesoro, avrebbe dovuto fargli da cameriera per
dieci anni oppure l’avrebbe rinchiusa nei sotterranei per sempre. Perciò lei decise
di accettare la proposta.
Intanto a casa la madre, molto preoccupata, mandò la figlia più grande a cercare la
sorella e, anche a lei, capitò la stessa vicenda. L’orco le fece le stesse identiche
richieste ma la ragazza più grande si rifiutò. Allora la uccise e la mise nei
sotterranei. La figlioletta più piccola pensò tutta la notte una soluzione possibile
per farla resuscitare. Il giorno dopo, quando stava lavando i pavimenti, le apparve
un piccolo folletto che le donò un sacchetto il quale conteneva una polverina
magica. Le disse di conservarla e di metterla nel piatto dell’orco. Con questa
pozione poteva farlo morire e far così ritornare in vita la sorella. Assetata di
vendetta, la mattina dopo gliela mise nella tazza. Quando il mostro la bevve, si
sentì male e cadde a terra morto; la sorella catturata ritornò in vita ed insieme
tornarono a casa, cariche d’oro.
La mamma da allora capì che non doveva far più differenza fra le due figlie e che
le avrebbe amate per sempre in ugual modo.

                                                                      Elena Bettinelli

                                                                                     15
Storia volante

In una città vivevano tre fratelli.
Vivevano in una piccola casa con la mamma.
Un giorno il Re disse: “ Chi riuscirà a costruire una casa volante sposerà mia
figlia”.
Il figlio maggiore andò nella foresta per prendere ciò che gli serviva per la casa ma
incontrò una signora anziana che gli chiese: “ Cosa fai?”
“ Cosa t’interessa?” rispose il ragazzo e se ne andò.
Tornato a casa, decise di continuare la costruzione il giorno seguente.
La mattina quando vide che la casa non c’era più, si spaventò e chiese al fratello di
andare a prendere altri pezzi, ma egli gli rispose di no.
Allora chiese al fratellino che accettò di aiutarlo.
Appena arrivato alla foresta, trovò la vecchietta e le disse:
“ Buon giorno signora, le serve aiuto?”
“No grazie” rispose lei.
Quando il ragazzino tornò a casa continuò l’impresa del fratello maggiore ma non
la finì tutta, lasciandola a metà.
Il mattino seguente, si svegliò, vide con stupore che la casa era terminata e fu
felicissimo.
Andò dal Re che gli disse: ”Bravo! Sposerai mia figlia”.
La figlia del Re era stupenda, gentile e simpatica; il ragazzo se ne innamorò subito.
Costruì una casa per la mamma e i fratelli; egli con la principessa abitò nella casa
volante.

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                                                                                   16
I fiori blu a spine rosse

C’era una volta una principessa bellissima.
Nel regno di “Ol” viveva una terribile strega che usciva da casa solo quando
voleva lanciare un incantesimo.
Un giorno uscì e lanciò un incantesimo sulla principessa: dopo il tramonto, ogni
sera, Cammi si trasformava in un mulo parlante.
La principessa disperata decise di andare in cerca del fiore magico blu a spine
rosse che avrebbe sciolto l’incantesimo malefico.
L’unico luogo in cui cresceva era nel vaso di fiori all’interno della stanza più
remota della torre più alta in un castello sorvegliato da un orco feroce.
Cammi decise di partire e di affrontare qualsiasi cosa pur di ritornare normale.
Arrivò al castello e raccolse una monetina da terra.
Entrata nel castello disse: “Ci vorrebbero delle scale” e subito ecco il soldino
trasformarsi in scale. Arrivata davanti alla porta apparve davanti a lei l’orco che
iniziò a dare calci e pugni a Cammi, ma lei capì che all’orco mancava un cuore,
così, appena la moneta lo toccò, subito aprì la porta e si trasformò in un cavaliere
bellissimo. Cammi entrò nella stanza, si avvicinò ai fiori, toccò la spina rossa e
sentì che qualcosa in lei era cambiato.
Il giorno dopo Cammi e il suo principe si sposarono e vissero per sempre felici e
contenti.

                                                               Marianna Zanaboni

                              Il principe Cacca
C' era una volta un principe, il principe Cacca, che era a capo di un regno e aveva
solo un papà e uno zio, chiamato Saro.
Ma un giorno il padre morì e Saro prese il suo posto, voleva deporre il principe e
prendere lui la sua carica.
Ovviamente il principe era contrariato all’idea di lasciargli il posto, anche perché
lo zio era un essere orripilante, non si sarebbe mosso dal trono nemmeno morto.
Così Saro lo volle sfidare, doveva affrontare due prove: restare nel deserto un
giorno senza bere e scoppiare cento palloncini in trenta secondi, solo così avrebbe
conservato il posto.
Un giorno, mentre girovagava per le vie del regno, fu chiamato da uno gnomo il
cui nome Baz. Egli donò al principe un piccolo cactus che aveva due poteri: poteva
dare acqua fresca in qualsiasi momento e poteva entrare nella mano e con un
semplice tocco, faceva scoppiare ciò che si toccava.
Giunse il giorno della prima prova, il principe Cacca andò nel deserto e di nascosto
beveva acqua dal cactus e così la prima prova fu superata.

                                                                                  17
Anche la seconda fu superata facilmente, perchè con un solo tocco il principe
riuscì a far scoppiare i palloncini.
Purtroppo però Saro non rispettò il patto e chiese un duello finale col principe,
avrebbe vinto chi uccideva l’avversario.
Il grande giorno arrivò e i duellanti scesero sul campo di battaglia. Il duello durò
molte ore, ma il principe allo stremo delle forze riuscì a sferrare un colpo mortale
per Saro che si accasciò a terra e il suo cuore smise di battere.
Il principe Cacca uscì vincitore e regnò sempre felice e contento molto stimato dai
suoi sudditi.

                                                                    Lorenzo Tortora

                             Il Cappello Magico
C’era una volta, un povero contadino che viveva solo in una casetta in mezzo ad
una vallata, fra le montagne.
Egli era molto triste perché sua moglie era morta e i suoi due figli si erano
allontanati da casa in cerca di fortuna.
Il contadino che si chiamava Jack, era povero perché doveva consegnare tutto il
suo denaro e il suo raccolto a un signore che diceva di essere il padrone di tutte le
terre.
Jack, stanco di questa situazione, decise che quando il padrone fosse venuto a
richiedere il suo denaro, glielo avrebbe negato in un modo o nell’altro.
Quindi cominciò a pensare cosa poteva fare anche perché sapeva che sarebbe
andato incontro ad una sciagura.
Una notte mentre pioveva a dirotto, bussò alla sua porta un viandante e gli chiese
ospitalità.
Il contadino lo fece entrare, gli diede un posto caldo dove riposare e gli offrì una
ciotola di zuppa calda.
Al mattino quando Jack si svegliò non trovò il viandante ma al suo posto un
cappello con vicino un biglietto su cui c'era scritto che il cappello era magico e lo

poteva sempre aiutare.
Proprio quel giorno si presentò alla porta del povero contadino il padrone della
                                                                                   18
vallata ed il contadino ebbe paura.
Si fece coraggio mettendosi il cappello; in quel momento Jack trasformò il padrone
in un topolino che impaurito corse via.
Da quel giorno Jack iniziò una nuova vita più serena e non fu più povero.
L’ultima cosa che desiderava era quella di rivedere i suoi figli.
Allora il contadino rimise il cappello e chiese di far tornare i suoi due figli.
Un giorno, mentre lavorava nei campi, sentì delle voci ma pensava fosse solo la

sua immaginazione.
Però, le voci lontane si fecero sempre più vicine e capì che erano quelle dei suoi
cari figli.
Gli andò incontro correndo felice e si accorse che loro avevano trovato fortuna
diventando ricchi.
Da quel giorno il contadino non ebbe più bisogno di lavorare e visse sempre con la
sua famiglia.

                                                                    Giulia Cipullo

                                   Bambola

C’era una volta una ragazza di nome Bambola, chiamata così per il suo viso pallido
e le sue guance sempre rosse.
Bambola aveva due fratelli, il primo si chiamava Chicco perché quando nacque era
piccolo come un chicco di caffè, mentre il secondo si chiamava Rosmarino perché
quando nacque profumava di rosmarino.
Un giorno, Bambola decise di fare una passeggiata in campagna, così i suoi fratelli
decisero di seguirla per vedere dove andava, ma soprattutto per vedere con chi si
incontrava.
Mentre passeggiava, Bambola vide Castagno, un giovane principe, che passava di
lì.
                                                                                 19
La ragazza, timida, decise di evitarlo facendo finta di non vederlo, ma Castagno
come la vide, attratto dal suo fascino e dalla sua bellezza, le si avvicinò e le chiese
se quella sera avesse voluto partecipare alla sua festa di compleanno.
Bambola imbarazzata, scappò via senza neanche dire una parola, lasciando
dispiaciuto il “povero” principe Castagno, che se ne andò con la speranza di
rivederla.
I fratelli di Bambola che avevano visto e sentito tutto, quando la ragazza tornò a
casa, le dissero che se avesse partecipato alla festa di compleanno del principe, l’
avrebbero fatta rinchiudere nelle segrete per tutta la vita.
Giunta la sera, Bambola ripensò a ciò che le avevano detto i fratelli solo che,
fortemente attratta dal principe Castagno, decise di partecipare comunque alla
festa.
Arrivata alla festa, Bambola vide Castagno e subito corse ad abbracciarlo
scusandosi di cosa era successo quel pomeriggio. Felice di rivederla, Castagno le
chiese se voleva ballare e lei con un sorriso smagliante accettò.
Mentre i due ballavano, Bambola disse a Castagno cosa le sarebbe accaduto una
volta tornata a casa.
Quando Castagno sentì tutto ciò, mandò due delle sue guardie a prendere i fratelli
di bambola e una volta catturati, li fece rinchiudere nel porcile insieme ai maiali.
Tornato da Bambola, Castagno le raccontò cosa aveva fatto per non lasciarla
rinchiudere nelle segrete per tutta la vita, dicendole inoltre, che appena finita la
festa, l’avrebbe sposata.
Bambola, emozionata, lo abbracciò ringraziandolo e gli diede un bacio; i due, dopo
quella sera, vissero per sempre felici e contenti.
                                                                Federica Buonavoglia

                      Beckham e le scarpe magiche
C’era una volta, in un paese lontano, un principe alto e biondo di nome David
Beckham. A Beckham era morto il padre, ed era rimasto solo con la mamma,
finché sua madre si risposò con un altro uomo. Era malvagio e perfido, trattava
David come uno schiavo: gli faceva lavare il pavimento con uno spazzolino, gli
dava gli avanzi e cibo scaduto.
Un giorno decise di scappare e, correndo a più non posso, finì in un campo da
calcio; c’erano due squadre di ragazzini che giocavano.
All’improvviso arrivò un vecchietto che gli disse: “Ti piace questo sport? Voglio
che prenda queste scarpe.”
Il giorno dopo andò a giocare con le scarpe, scoprì che le scarpe erano magiche
quando segnò un calcio di punizione impossibile.
Mentre andava a giocare a calcio, il patrigno lo vide, lo rincorse e lo afferrò
aggressivamente dicendo: “Dove pensi di andare?” e lo rinchiuse in cantina.

                                                                                     20
Dentro la cantina David vide una scala appesa in alto, vicino ad una finestra, allora
per prenderla posizionò il pallone, prese la mira e tirò verso la scala per farla
cadere, ci riuscì ed evase.
Al campo c'erano delle persone per veder giocare Beckham, volevano metterlo in
una squadra famosa, finì nel Real Madrid, per poi passare al Milan.
Dopo tanti anni nel Milan, lui diventò il fuoriclasse migliore in tutto il mondo.
Nella sua casa accolse sua madre, mentre il patrigno finì per fare il suo giardiniere.
                                                                   Fabrizio Pellicanò

                     L'incredibile storia di Pim- Ping

Questa storia narra di una ragazzo cinese Pim- Ping detto “il piccolo”, che aveva
due fratelli e un padre molto ricco. Questi, essendo molto vecchio e in punto di
morte, chiese ai suoi contabili di dividere equamente, tra i suoi tre figli, il suo
immenso patrimonio. Al primogenito, lasciò il terreno più esteso e un castello
bellissimo e accogliente; al mezzano, toccò una villa e un immenso gregge e a
Pim-Ping, non rimase che una cavalla, di nome Devy-San. Il giovane, deluso, si
arrabbiò tantissimo e cercò di rubare l’eredità ai suoi fratelli che, quando se ne
accorsero, gelosissimi delle loro proprietà, decisero di risparmiargli la vita e di
bandirlo per sempre dalle terre del padre. Pim-Ping, sulla strada, molto sconsolato,
disse: “E adesso, come faccio? Non ho un soldo!”. Trovato riparo sotto un albero,
si addormentò, triste, con il suo destriero.

                                                                                    21
Il mattino seguente, quando si svegliò, si accorse di avere a fianco sette sacchetti di
oro puro, merito del potere magico di Devy-San che avendo visto il suo padrone in
difficoltà, volle aiutarlo. Ma i soldi non fanno la felicità e Pim-Ping, sebbene ricco,
si sentiva solo.
Così, insieme alla sua cavalla si mise in cerca di una moglie, una donna giovane,
gentile e bella. Dopo settimane di inutili ricerche, Devy-San decise di aiutare
nuovamente il suo padrone; così fece in modo che il giovane trovasse un annuncio
di un sovrano di un regno molto lontano che dava in sposa la sua bellissima figlia
solo al baldo e coraggioso giovane in grado di superare tre difficilissime prove. La
prima di queste era di riuscire ad attraversare un campo di rovi e rose senza esitare
nemmeno un momento; la seconda consisteva nel riuscire a sconfiggere venti
veterani senza sanguinare e, terza e ultima prova, era di sopravvivere disarmati
passando in una grotta abitata da terribili e affamati leopardi di montagna, senza
ucciderne nemmeno uno.
Dopo tre giorni di cammino, attraverso altissime montagne e sconfinati deserti,
Pim-Ping arrivò alla reggia del sovrano. Riuscì a superare la prima prova grazie
all’intervento della fedele Devy-San, che trasformò magicamente i rovi e le rose in
betulle e tigli. Lottando con forza e coraggio, il giovane riuscì a sconfiggere i venti
veterani, accedendo così all'ultima e terribile prova, contro le bestie orientali.
Quando furono davanti alla caverna, al ragazzo venne molta paura, ma si fece forza
ed entrò senza esitare. Con un po’ di fortuna e con il preziosissimo aiuto della
cavalla, Pim-Ping, reso invisibile da un incantesimo, passò incolume attraverso la
grotta e superò la prova prendendo in sposa la figlia del sovrano.
Alla fine della storia Pim-Ping visse con la sua bellissima moglie e con la sua
insostituibile cavalla, mentre i suoi fratelli caddero in rovina a causa di una
terribile carestia e della loro esagerata avarizia. I soldi non fanno la felicità ... ma
un cavallo magico sì!

                                                                    Michele Bisceglia

                                                                                      22
Storie contemporanee

                    La Luna: Crateri o Formaggio ?
Un giorno, molto tempo fa, c’era un ragazzo di nome Jack che si divertiva sulle
giostre. Stava girando sul famoso “calcinculo” con un suo amico quando, ad un
certo punto questo lo spinse così forte, ma così forte, che il sedile sganciò e Jack
volò verso il cielo.
Il ragazzo, spaventato, non sapeva a cosa pensare, urlava, si disperava.
In quel momento passò un aereo che agganciò il seggiolino con la sua ala argentea.
Il ragazzo, sempre più spaventato, si chiese: “Tornerò mai con i piedi per terra ?
Che ne sarà di me?”
In quel mentre l’aereo fece una capovolta che staccò il sedile facendolo volare
talmente in alto che atterrò sulla Luna!
La situazione era strana, molto strana, a dir poco stupefacente: era bloccato sulla
luna e sentiva odore di formaggio!!! Ad un certo punto, sentì un rumore di passi
molto piccoli e da lì apparvero tanti topini colorati che ballavano e ridevano mentre
si gustavano la Luna. La Luna???
Jack pensò: “Ma allora la luna è fatta veramente di formaggio?!?”
I topini lo accolsero con calore e lo invitarono ai loro banchetti più pregiati.
Dopo la cena i topini si misero a ballare ed il nostro eroe li seguì a ruota, felice e
frastornato allo stesso tempo. Cantava, ballava, rideva…
In verità si stava divertendo come mai si era divertito prima e così passò tutta la
notte (sempre che fosse notte, erano sulla luna…).
Ad un certo punto “ Che mangiata “ pensò e “che stanchezza”.
Cadde in un sonno profondo. Quando si risvegliò era mattino.
Jack era solo, cercò i suoi piccoli amici ma non ne trovò neanche uno.
Ma, sorpresa….Jack si accorse che era arrivato un enorme Shuttle che perlustrava
la zona…
Il ragazzo capì che i topini si erano nascosti per scappare dagli uomini.
Gli astronauti, attoniti nel vedere Jack, lo presero e lo riportarono sulla terra.
Proprio in quel preciso istante, Jack si svegliò di soprassalto nel suo letto. Capì che
era stato tutto un sogno.
Triste, guardò dalla finestra e vedendo la luna, gli sembrò di intravedere i topini
che lo salutavano, forse tristi anche loro.
Ma era stato davvero un sogno?
Jack conservò il segreto continuando la sua vita normalmente senza mai rivelarlo a
nessuno, ma rivivendo i momenti felici nel suo cuore.

                                                             Giacomo Dalcerri Cioffi

                                                                                     23
La televisione magica

In un piccolo caseggiato di una piccolissima città viveva Vanessa Rompicapo;
incapace di lavorare, era brava solo a brontolare e a giocare con il “game boy”
tutto il giorno.
Una mattina decise di andare da sua sorella maggiore, che viveva in una villa
enorme. Lì vide un televisore…Vanessa non ne aveva mai visto uno!!
Così lo accese e lo guardò. Non era una televisione come tutte le altre ma era
magica, infatti se una persona intervistata desiderava che succedesse qualcosa,
succedeva veramente!!! Solo dopo alcune settimane si accorse del fatto, così decise
di andare al “Paese della Televisione” e si fece accompagnare da sua sorella.
Arrivata al “Paese della Televisione” si fece intervistare. Disse di voler diventare
capace di lavorare senza brontolare.
Quando arrivò a casa fu presa da una irresistibile voglia di fare qualcosa, si mise a
studiare e a fare i compiti in un battibaleno senza faticare.
Il giorno dopo andò a scuola, si fece interrogare e… prese un bellissimo voto: 10.
La mamma fu contentissima continuò ad impegnarsi e non si fece bocciare, (come
tutti gli anni), anzi sulla pagella aveva tutti D-I-E-C-I
Così superò tutti gli esami, arrivò a diplomarsi ragioniere e poi conseguì anche la
laurea in architettura.
Dopo un paio di anni, incontrò un medico di cui si innamorò. Lavorarono insieme
facendo diversi progetti per aiutare chi non aveva una casa ed era ammalato.
Successivamente si sposarono ed ebbero una coppia di gemelli: un maschio,Giulio
e una femmina, Giulia.
Vanessa fu una brava mamma che insegnò ai suoi figli quanto fosse bello giocare
ma anche lavorare e realizzare i propri sogni.

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                                                                                   24
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