I disoccupati snobbano i centri per l'impiego - Eurispes
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18.03.2019 I disoccupati snobbano i centri per l'impiego Roma, 18 marzo 2019 - Altro che centri per l’impiego. La segnalazione, il suggerimento, il consiglio di amici e parenti, come anche la più classica raccomandazione, rimangono le vie principali per conquistarsi un la- voro. Solo un disoccupato su 5, a fine 2018, si rivolge ad un centro per l’impiego pubblico per cercare un’op- portunità occupazionale, mentre la stragrande maggioranza continua a utilizzare i canali informali. A certifi- carlo i dati dell’Istat del quarto trimestre dello scorso anno, che indicano un calo di 4,5 punti del ricorso alle strutture dedicate rispetto allo stesso periodo del 2017: la percentuale più bassa (al 20,8 per cento) dall’inizio delle nuove serie storiche (2004) dell’Istituto di statistica. Mentre aumenta la quota (fino all’85 per cento) di coloro che puntano su famiglia e conoscenti per riuscire ad agganciare un’occasione lavorativa. Una ten- denza, che assegna all’Italia il primato europeo e che trova conferma anche in un’indagine dell’Eurispes, che vede addirittura più di 7 genitori su 10 considerare questo metodo accettabile anche sul piano etico: insomma, domandare ad amici, parenti e conoscenti, ma anche a politici, di darsi da fare per i propri figli non è consi- derato disdicevole da una rilevante maggioranza di padri e madri. A fine 2018 su 2,8 milioni di disoccupati registrati solo 585.000 sono entrati in un centro per l’impiego pubblico (il 20,8%), mentre 2,38 milioni si sono rivolti a amici, parenti e conoscenti (l’85% del totale, in crescita sull’83,3% di un anno prima e sul 75,8 del quarto trimestre 2004). In sostanza, solo uno su cinque punta sui servizi per il lavoro dello Stato e delle regioni. Alle agenzie private per il lavoro, invece, si indirizza l’11,2 per cento, mentre solo il 2,3% ha affron- tato prove per un concorso (era il 2,4% l’anno prima). A livello europeo, tocca all’Italia, dunque, il primato del passa parola tra amici e conoscenti o della raccomandazione nella ricerca del lavoro: in Germania siamo al 38,1% e nel Regno Unito al 45,1%, mentre la Francia raggiunge il 61,9%. Chi, invece, cerca lavoro bus- sando a un ufficio pubblico è in Germania al 73,4%, in Francia al 55,7%, nel Regno Unito è al 33,9%. La realtà italiana è anche o principalmente figlia dell’inefficienza dei servizi pubblici per il lavoro, che il Jobs Act doveva rilanciare ma che, almeno per il momento, sono rimasti al palo: ora, però, farli decollare, come osserva Nunzia Catalfo, presidente della Commissione Lavoro del Senato, "è uno degli obiettivi" dell’ope- razione Reddito di cittadinanza. Peccato, però, che dei 6 mila annunciati navigator da assumere, ne sono rimasti in ballo 3 mila e solo dal 2020. Le Pubbliche amministrazioni (Regioni in testa) fanno anche di tutto per frenare, con lacci e lacciuoli burocratici, l’attività delle agenzie private per il lavoro. Sebbene, anche in questo caso, i numeri lascino poco scampo. In media ogni addetto delle agenzie per il lavoro riesce a trovare un’opportunità di impiego in un anno a 43 persone rispetto alle quattro di ogni dipendente dei centri per l’impiego. Fonte: https://www.quotidiano.net/ Link: https://www.quotidiano.net/economia/centri-per-l-impiego-1.4497076
18.03.2019 Porto hub Palermo: progetto da 5 miliardi Sarà possibile trasportare 16 milioni di container all’anno. Investimenti dalla Cina. Con la previsione di 16 milioni di container in movimento ogni anno, Palermo diventerà il primo porto hub in Europa. I numeri occupazionali, fra diretto e indotto, veleggiano sui 435.000. Eurispes, l’ente fondato e presieduto da Gian Maria Fara che opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale, alcuni giorni fa ha incontrato i rappresentanti del fondo d’investimento di Shangai, che condurranno un project financing da 5 miliardi di euro che faranno della capitale siciliana uno snodo nevralgico fra il Mediterraneo e l’Asia. Il progetto è stato definito dallo studio d’ingegneria palermitano Istmo. Il lavoro di elaborazione è durato quattro anni ed è stato presentato recentemente: prevede la realizzazione di una piattaforma sul mare di 200 ettari collegata all’en- troterra su una superficie di ulteriori 100 ettari per consentire alle grandi navi merci da 400 metri di movi- mentare i 16 milioni di container all’anno, a fronte dei 10mila attuali, superando per quantità il porto di Rotterdam, che conta 14 milioni all’anno. Per gli armatori sarebbe un risparmio di svariati milioni perché si ridurrebbero i tempi di permanenza in mare delle navi rispetto alle rotte attuali. Per queste ragioni, la visita a Palermo del Presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, che avrà luogo il prossimo 23 marzo, accompagnano da una numerosa delegazione di uomini d’affari cinesi, molto è molto attesa. Il governo Conte è infatti molto impegnato nelle politiche economiche con la Cina e si sta preparando all’arrivo della de pre- sidente e della sua delegazione, a fronte del notevole interesse del Paese verso i porti italiani. Positiva la reazione di Saverio Romano, responsabile Eurispes dipartimento Mezzogiorno che ha dichiarato, dopo l’in- contro tenutosi a Villa Zito a Palermo che ha dichiarato: “Il progetto del porto hub per la sua portata e per la sua lungimiranza rappresenta uno strumento importantissimo di sviluppo del territorio” perché “senza infra- strutture e investimenti il Sud del Paese non ha chance per il futuro”. Fonte: https://www.stradeeautostrade.it/ Link: https://www.stradeeautostrade.it/notizie/2019/porto-hub-palermo-progetto-da-5-miliardi/
18.03.2019 AUSTERITY, L'EURISPES PRESENTA AL PE STUDIO SU VINCOLI DI BI- LANCIO (9Colonne) Bruxelles, 18 mar - Mercoledì 20 marzo, alle ore 12.30, l'EURISPES presenta presso l'Aula A1E2 del Parlamento Europeo, a Bruxelles, uno studio sull'influenza dei vincoli di bilancio sulla finanza delle Regioni e degli Enti locali italiani, realizzato per il Movimento Cinque Stelle. Saranno presenti il pre- sidente dell'EURISPES, Gian Maria Fara, il direttore dell'Osservatorio sulle Politiche Fiscali dell'EURI- SPES, Giovambattista Palumbo, il vicepresidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo, la capo delegazione M5S in Europa, Laura Agea. L'obiettivo della ricerca è rilevare come i vincoli di bilancio, na- zionali e comunitari, sulle risorse finanziarie che gli Enti locali avevano in cassa, abbiano in questi anni "ingessato" la capacità di spesa, anche per gli investimenti, degli Enti stessi. E come il loro "sblocco" possa essere strumento di rilancio dell'economia. La ricerca fornisce un quadro completo dell'evoluzione della nor- mativa e della giurisprudenza di riferimento, e propone alcune soluzioni, da avanzare in sede comunitaria e nazionale, utili ad accelerare il rilancio degli investimenti. (red / PO / UE) 181343 MAR 19
18.03.2019 FOCUS / EURISPES: LAVORO, UOMINI OTTIMISTI RIGUARDO AL FU- TURO (1) (9Colonne) Roma, 18 mar - In occasione della Festa del Papà, l'EURISPES ha voluto focalizzare l'attenzione sull'opinione e la situazione degli uomini italiani rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana. L'analisi condotta dall'EURISPES sugli uomini italiani offre uno spaccato della società maschile in cui si fanno sentire con prepotenza le differenze generazionali. I giovani sono più incerti rispetto al futuro, poco soddisfatti della propria posizione lavorativa e più pessimisti riguardo alla loro situazione economica. Nonostante ciò, spen- dono di più per se stessi, per il tempo libero e per la tecnologia e dedicano con maggiore frequenza parte dei loro risparmi al gioco d'azzardo. Il 64% degli uomini italiani intervistati risponde di avere un'occupazione contro il 36% che afferma di non lavorare. Tra i lavoratori si riscontra un certo ottimismo per quanto riguarda la possibilità di fare progetti per il futuro, ritenendo che la posizione lavorativa ricoperta consenta loro "ab- bastanza" di fare progetti per il futuro nel 46,3% dei casi e "molto" nell'11%; il 31,3% del campione afferma di poter fare "poco" progetti per il futuro e l'11,4% "per niente". (SEGUE) 181615 MAR 19
18.03.2019 FOCUS / EURISPES: LAVORO, UOMINI OTTIMISTI RIGUARDO AL FU- TURO (2) (9Colonne) Roma, 18 mar - Poco meno della metà (48,8%) si sente "abbastanza" tranquillo nel sostenere spese importanti (mutuo, automobile, casa), ma non è trascurabile il 30,7% che dichiara di potersi permettere poco questo genere di spese. Riesce a garantire "abbastanza" sicurezza alla propria famiglia grazie al lavoro svolto il 49,3% dei rispondenti, mentre il 30,5% ritiene di dare poca stabilità alla famiglia, il 9,7% "per niente" ed il 10,5% "molto". Arrivare a fine mese risulta prevalentemente poco difficile (37,4%) e abbastanza difficile (33,2%). Se si analizzano questi dati per fasce d'età, emerge che 4 lavoratori su 10 di età compresa tra i 18 e i 25anni, afferma di non poter progettare "per niente" il proprio futuro. E sempre tra i giovanissimi si riscontra la percentuale più elevata di quanti si sentono "molto" costretti a dover cercare un nuovo impiego (20%), valore che scende progressivamente nelle fasce d'età successive. I lavoratori del Nord-Ovest sono quelli più convinti di ricoprire una posizione lavorativa che permette loro di fare progetti per il futuro, con il 57,3% che risponde "abbastanza" e il 16,5% "molto"; solo il 5,8%ritiene di non poter fare progetti ed il 20,4% ne è poco convinto. (Red) 181616 MAR 19
18.03.2019 LAVORO: EURISPES, 64% DEGLI UOMINI OTTIMISTA RIGUARDO AL FUTURO ROMA (ITALPRESS) - In occasione della Festa del Papa', l'EURISPES ha voluto focalizzare l'attenzione sull'opinione e la situazione degli uomini italiani rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana. L'analisi offre uno spaccato della societa' maschile in cui si fanno sentire con prepotenza le differenze generazionali. Il 64% degli uomini italiani intervistati risponde di avere un'occupazione contro il 36% che afferma di non lavorare. Tra i lavoratori si riscontra un certo ottimismo per quanto riguarda la possibilita' di fare progetti per il futuro, ritenendo che la posizione lavorativa ricoperta consenta loro "abbastanza" di fare progetti per il futuro nel 46,3% dei casi e "molto" nell'11%; il 31,3% del campione afferma di poter fare "poco" progetti per il futuro e l'11,4% "per niente". Poco meno della meta' (48,8%) si sente "abbastanza" tranquillo nel so- stenere spese importanti (mutuo, automobile, casa), ma non e' trascurabile il 30,7% che dichiara di potersi permettere poco questo genere di spese. Se si analizzano i dati per fasce d'eta', emerge che 4 lavoratori su 10 di eta' compresa tra i 18 e i 25 anni, afferma di non poter progettare "per niente" il proprio futuro. (ITAL- PRESS) - (SEGUE). ads/com 18-Mar-19 16:14 NNNN
18.03.2019 LAVORO: EURISPES, 64% DEGLI UOMINI OTTIMISTA RIGUARDO AL FUTURO-2- Sempre tra i giovanissimi si riscontra la percentuale piu' elevata di quanti si sentono "molto" costretti a dover cercare un nuovo impiego (20%), valore che scende progressivamente nelle fasce d'eta' successive. I lavora- tori del Nord-Ovest sono quelli piu' convinti di ricoprire una posizione lavorativa che permette loro di fare progetti per il futuro, con il 57,3% che risponde "abbastanza" e il 16,5% "molto"; solo il 5,8% ritiene di non poter fare progetti e il 20,4% ne e' poco convinto. Per buona parte del campione maschile intervistato la situazione economica del Paese e' rimasta pressoche' stabile (41,5%), anche se i pessimisti che vedono un peggioramento superano quanti hanno percepito dei miglioramenti. Nel complesso, sono i giovani tra i 18 e i 24 anni ad avere una visione piu' pessimista sull'andamento dell'economia del Paese (il 27,7% ha avvertito un netto peggioramento). Il 45,6% degli uomini afferma di dover attingere ai risparmi per arrivare a fine mese e solo uno su tre arriva a fine mese senza grandi difficolta'. Poco piu' di un quarto degli intervistati (22,2%) riesce a risparmiare; affrontare spese mediche mette in difficolta' il 19% degli italiani e pagare le utenze il 28,5%. (ITALPRESS) - (SEGUE). ads/com 18-Mar-19 16:14 NNNN
18.03.2019 LAVORO: EURISPES, 64% DEGLI UOMINI OTTIMISTA RIGUARDO AL FUTURO-3- Fra quanti sostengono le spese di un mutuo, il 32,7% riscontra difficolta' nel sostenere la rata, mentre per il 47,7% di quanti pagano un canone di affitto questa spesa risulta faticosa da affrontare. Circa quattro uomini su dieci in Italia (38,8%) spendono il proprio denaro per il gioco legale: di questi, il 23,2% gioca solo dal vivo, il 12,4% solo on line e il 12,4% partecipa su entrambi i circuiti. D'altro canto, il 61,2% degli uomini afferma di non partecipare a giochi con vincita in denaro. Preoccupante il dato secondo cui le percentuali piu' alte di quanti dichiarano di giocare si rilevano tra i piu' giovani: il 45,9% tra i 25 e i 34 anni e il 40,4% tra i 18 e i 24 anni (nelle altre classi di eta' considerate il valore non supera mai il 38% circa). Il 33,3% degli uomini ritiene pericolosa la legittimazione al possesso di armi da fuoco, perche' le armi possono finire nelle mani sbagliate e il 20,6% pensa che possedere un'arma sia un diritto da riservare ad alcune particolari cate- gorie esposte a rischi, come ad esempio i commercianti. In molti, comunque, ritengono che il possesso di un'arma rappresenti una possibilita' di difesa dai malintenzionati per tutti i cittadini (33,2%). (ITALPRESS). ads/com 18-Mar-19 16:14 NNNN
18.03.2019 FOCUS / EURISPES, LAVORO: 2 UOMINI SU 10 SENZA CONTRATTO, 30% NON PAGATO (9Colonne) Roma, 18 mar - Sul posto di lavoro gli uomini soffrono particolarmente i pesanti carichi di lavoro (52,4%), ma lamentano anche la mancanza di tempo da dedicare a se stessi (48,5%) e la scomodità degli spostamenti casa-lavoro (46%). Quasi 4 su 10 (38,8%) non riescono a conciliare lavoro e famiglia, 3 su 10 ritengono che i propri diritti siano scarsamente tutelati, il 27% è preoccupato dell'insicurezza del posto di lavoro, un quarto degli intervistati (25,8%) della precarietà del contratto. Sono alcuni dei dati che emergono da un'analisi che ha condotto l'EURISPES in occasione della Festa del Papà. Circa un italiano su 5 (20,2%) deve fare i conti con l'irregolarità dei pagamenti. Il 23% degli uomini nell'ultimo anno è stato costretto a svolgere un doppio lavoro, quasi 2 su 10 (19,1%) a lavorare senza un contratto e il 20,8% a svolgere lavori con qualifiche inferiori rispetto alle proprie competenze. Le mancate retribuzioni ottengono il primato tra le cause di abbandono del posto di lavoro: il 13,6% lo2ha fatto, a questo si aggiunge il 16,1% di chi ha pensato di farlo, per un totale del 29,7%. L'assenza di un contratto ha spinto il 12,2% degli intervistati a lasciare il lavoro e il 9,1%, pur non avendolo fatto, ci ha pensato. Più bassa la percentuale di chi ha preso questa deci- sione a causa del mobbing (5,8%) a cui va aggiunto il 12,7% di chi ci ha pensato. Poco meno della metà dei lavoratori italiani ha pensato di avviare un'attività in proprio, il più delle volte spinti dal desiderio di fare un lavoro che piace davvero (33,8%) o per poter gestire autonomamente il proprio tempo (32,5%), circa un quarto fra questi lo ha fatto, seppur senza successo, in un caso su dieci. (Red) 181620 MAR 19
18.03.2019 FOCUS / EURISPES, SITUAZIONE ECONOMICA: GIOVANI UOMINI PIU' PESSIMISTI (9Colonne) Roma, 18 mar - In occasione della Festa del Papà l'EURISPES ha condotto un'analisi sulla situa- zione degli uomini italiani rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana. Per buona parte del campione ma- schile intervistato la situazione economica del Paese è rimasta pressoché stabile (41,5%), anche se i pessimisti che vedono un peggioramento superano quanti hanno percepito dei miglioramenti. Nel complesso, sono i giovani tra i 18 e i 24 anni ad avere una visione più pessimista sull'andamento dell'economia del Paese (il 27,7% ha avvertito un netto peggioramento). Sono alcuni dei dati che emergono da un'analisi che ha condotto l'EURISPES in occasione della Festa del Papà. Il 45,6% degli uomini afferma di dover attingere ai risparmi per arrivare a fine mese e solo uno su tre arriva a fine mese senza grandi difficoltà. Poco più di un quarto degli intervistati (22,2%) riesce a risparmiare; affrontare spese mediche mette in difficoltà il 19% degli ita- liani e pagare le utenze il 28,5%. Fra quanti sostengono le spese di un mutuo, il 32,7% riscontra difficoltà nel sostenere la rata, mentre per il 47,7% di quanti pagano un canone di affitto questa spesa risulta faticosa da affrontare. Gli uomini che vivono da soli sono quelli che si ritrovano più frequentemente a dover utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese (52,9%), seguiti da quanti vivono in coppia ed hanno figli (45,5%) e dai mono genitori (44,7%), mentre chi ha un partner, ma senza figli attinge ai risparmi nel 35,8% dei casi. (Red) 181623 MAR 19
18.03.2019 Eurispes: 4 uomini su 10 giocano, 'Gratta e vinci' piu' diffuso = (AGI) - Roma, 18 mar. - Il volume d'affari dei giochi in Italia ha superato i 100 miliardi di euro nel 2017, secondo gli ultimi dati dell'Aams, e circa 4 uomini su 10 (38,8%) dichiara di spendere il proprio denaro per il gioco: di questi, il 23,2% gioca solo dal vivo, il 12,4% solo online e il 12,4% partecipa su entrambi i circuiti. E' quanto emerge dal sondaggio Eurispes, fatto in occasione della festa del papa'. Tra i giochi legali con vincita in denaro il piu' diffuso e' il 'Gratta e vinci', con solo il 16,9% che risponde di non giocarci mai, contro l'83% circa di chi vi gioca qualche volta, spesso o addirittura sempre. Diffusissimi anche Lotto e SuperEna- lotto (78,1%). Meno della meta' dei giocatori d'azzardo ha poi l'abitudine di giocare con le slot machines (41,6%), di partecipare a scommesse non sportive (35,2%), giochi di carte (32,4%), bingo (30,6%), scom- messe ippiche (27,3%) e al casino (23,8%). Se da un lato non preoccupa che il 61,2% degli uomini dichiara di non partecipare a giochi con vincita in denaro, dall'altra e' allarmante il dato secondo cui le percentuali piu' alte di quanti dichiarano di giocare si rilevano tra i piu' giovani: il 45,9% tra i 25 e i 34 anni e il 40,4% tra i 18 e i 24 anni (nelle altre classi di eta' considerate il valore non supera mai il 38% circa). I piu' giovani si confermano, tra l'altro, i piu' assidui partecipanti in tutte le tipologie di gioco. Solo il 12,7% dei 25-34enni non gioca mai al 'Gratta e vinci' e tra i 18-24enni e' molto piu' alta della media la percentuale di quanti dichiarano di giocarvi spesso (42,1%). Gli uomini appartenenti alla prima fascia d'eta', inoltre, sono quelli che partecipano, piu' spesso degli altri, a tutti i giochi con vincita in denaro, con una percentuale di risposte che confluiscono su 'mai' sempre inferiore al 50% e molto al di sotto della media. I 25-34enni registrano la percentuale piu' alta per i giocatori assidui di slot machines (2,6%), di giochi di carte (7,7%), bingo (5,2%) e ippica/scommesse ippiche (5,1%). (AGI) Rm8/Pgi (Segue) 181645 MAR 19 NNNN
18.03.2019 Eurispes: 4 uomini su 10 giocano, 'Gratta e vinci' piu' diffuso (2)= (AGI) - Roma, 18 mar. - Indagando sulle motivazioni che inducono a giocare, al primo posto si classifica la speranza di una grossa vincita (27,2%), seguita dalla ricerca di denaro 'facile' (24,3%) e dalla voglia di di- vertirsi (22,3%). L'8% degli uomini gioca per tenersi occupato durante il tempo libero; il 5% vede il gioco come un modo per mettere alla prova le proprie abilita'; il 4,5% trova entusiasmo nel brivido del gioco e il 3,9% gioca per tradizione familiare; solo l'1,8% dei giocatori vorrebbe vincere del denaro per donarlo a chi ne ha bisogno, mentre il 3% ha motivazioni differenti da quelle opzioni. La sensazione di aver speso troppo giocando appartiene al 39,7% degli uomini intervistati da Eurispes: 'qualche volta' per il 28,3%, 'spesso' per l'11% e 'sempre' per lo 0,4%. Avere la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando e' invece lo stato d'animo che ha coinvolto con maggiore frequenza gli uomini intervistati: a poco meno di uno su tre capita qualche volta (32,4%), a circa uno su dieci spesso e allo 0,5% sempre, per un totale del 42%. Chiedere soldi in prestito per giocare e' la situazione in cui si sono trovati meno giocatori (27,4%), anche se e' da sottolineare che questa circostanza ha coinvolto piu' di un quarto del campione. per quanto riguarda i circuiti illegali: uno su tre ha avuto esperienza diretta o indiretta. Il 65% del campione totale degli uomini intervistati pero' non ne e' mai venuto a conoscenza, il 27% ne e' a conoscenza ma non vi ha mai preso parte, mentre l'8% vi ha partecipato direttamente. Al Sud il gioco illegale sembra essere piu' diffuso, con il 31,5% di uomini che e' a conoscenza di tali circuiti ma non vi ha mai preso parte e l'11,8% che ha anche partecipato. Tra i giocatori e i non giocatori prevale l'opinione che la promozione, da parte dello Stato, del gioco lecito e responsabile non sia una condotta giusta poiche' anche il gioco lecito crea dipendenza (26,8%) e comporta comunque il rischio di perdere ingenti somme di denaro (15,1%). Al contrario, alcuni ritengono che sia un buon modo per sco- raggiare il gioco illegale (17,7%) e tutelare i giocatori (11,2%). La pericolosita' sociale di alcuni giochi con vincita in denaro e' abbastanza diffusa: viene attribuito un livello 'molto' alto di pericolosita' sociale soprat- tutto alle slot machine (37,3%), seguite dai giochi online (24,3%) e dal bingo (20%), mentre i giochi ritenuti per niente rischiosi da una fetta piu' ampia del campione sono il Lotto e il SuperEnalotto (17,6%).(AGI) Rm8/Pgi 181645 MAR 19 NNNN
18.03.2019 Eurispes: Quasi metà uomini italiani acquisterebbe arma da fuoco per autodi- fesa Milano, 18 mar. (LaPresse) - "Quasi la metà degli uomini italiani si dice pronto a comprare un'arma da fuoco per autodifesa, contro il 54,8% di quanti non lo farebbero". E' quanto emerge da uno studio che Eurispes ha fatto "per focalizzare l'attenzione sull'opinione e la situazione degli uomini italiani rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana"."La maggior parte degli uomini italiani, il 58,5%, non è d'accordo con il decreto legi- slativo 104 del 2018 che consente ai 'tiratori sportivi' di acquistare armi semiautomatiche (tipo Kalashnikov e fucili Ar15) e che rende possibile effettuare la denuncia via e-mail per il possesso di un'arma; d'altra parte, 4 uomini su 10 (41,5%) si trovano d'accordo con questo provvedimento".(Segue) CRO NG01 lcr 20190318T155240Z
18.03.2019 Eurispes: Quasi metà uomini italiani acquisterebbe arma da fuoco per autodi- fesa-2- Milano, 18 mar. (LaPresse) - "Il 33,3% degli uomini ritiene pericolosa la legittimazione al possesso di armi da fuoco, perché le armi possono finire nelle mani sbagliate e il 20,6% pensa che possedere un'arma sia un diritto da riservare ad alcune particolari categorie esposte a rischi, come ad esempio i commercianti. In molti, comunque, ritengono che il possesso di un'arma rappresenti una possibilità di difesa dai malintenzionati per tutti i cittadini (33,2%)", prosegue Eurispes. CRO NG01 lcr 20190318T155240Z
18.03.2019 FOCUS / EURISPES, 6 UOMINI SU 10 NON RIUSCIRANNO A RISPAR- MIARE IN CORSO ANNO (9Colonne) Roma, 18 mar - In occasione della Festa del Papà l'EURISPES ha condotto un'analisi sulla situa- zione degli uomini italiani rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana. Solo il 4,4% del campione è fer- mamente convinto che, nel corso del prossimo anno, riuscirà a risparmiare; poco più di un quinto (21,8%) pensa che probabilmente ci riuscirà. La fetta più ampia degli italiani ritiene più probabile che non riuscirà a mettere da parte dei risparmi (36,9%) e a questi si aggiunge il 23,6% che è sicuro di non farcela, per un totale del 60,5% di uomini che si rivelano pessimisti sulla possibilità di risparmiare. Agli uomini intervistati è stato poi chiesto se nell'anno passato si sono trovati nelle condizioni di ricorrere ad alcune soluzioni per far fronte ai problemi economici. La situazione più comune è il ricorso al sostegno economico della famiglia di origine che ha riguardato circa un terzo del campione (33,7%), segue la richiesta di aiuto ad amici/colleghi ed altri parenti (16,5%), mentre ad essere tornato a vivere con la famiglia d'origine o con i suoceri è l'11,7% degli uomini italiani e uno su dieci ha chiesto soldi in prestito a privati essendo loro precluso l'accesso ai prestiti bancari. (Red) 181656 MAR 19
18.03.2019 Armi: Eurispes, quasi meta' uomini la acquisterebbe per autodifesa = (AGI) - Roma, 18 mar. - Quasi la meta' degli uomini italiani si dice pronto a comprare un'arma per autodifesa, contro il 54,8% che non lo farebbe. Sono questi alcuni dei dati dell'indagine Eurispes, realizzata in occasione della festa del papa'. Inoltre, il 41,5% degli uomini si dichiara favorevole al decreto legislativo 104 del 2018 che consente ai 'tiratori sportivi' di acquistare armi semiautomatiche (tipo Kalashnikov e fucili Ar15) e che rende possibile effettuare la denuncia via e-mail per il possesso di un'arma. I contrari sono invece, il 58,5%. Approfondendo l'argomento, si scopre che il 33,3% degli uomini ritiene pericolosa la legittimazione al pos- sesso di armi da fuoco, perche' le armi possono finire nelle mani sbagliate e il 20,6% pensa che possedere un'arma sia un diritto da riservare ad alcune particolari categorie esposte a rischi, come ad esempio i com- mercianti. In molti, comunque, ritengono che il possesso di un'arma rappresenti una possibilita' di difesa dai malintenzionati per tutti i cittadini (33,2%). (AGI) Rm8/Pgi 181656 MAR 19 NNNN
18.03.2019 Wanda Ferro (FDI): "Tutelare le nostre eccellenze dal falso made in Italy e dalle agromafie" La necessità di tutelare le produzioni di eccellenza italiane e di potenziare gli strumenti di contrasto alle agromafie sono stati gli argomenti al centro dell’intervento che l’on. Wanda Ferro (FDI), segretario della Commissione parlamentare antimafia, ha tenuto sabato a Reggio Calabria nell’ambito di un incontro sul “Falso Made in Italy” organizzato a Palazzo Alvaro dal Forum Nazionale dei Giovani. Wanda Ferro ha evidenziato come Fratelli d’Italia consideri centrale nel proprio programma la valorizzazione di tutto ciò che è marchio italiano e gli investimenti su tutte le aziende che produ- cono lavoro in Italia e che non delocalizzano, ma soprattutto la difesa della qualità e dell’eccellenza italiana e del made in Italy contro la contraffazione e la concorrenza sleale. “Il business delle agromafie – ha spiegato Wanda Ferro - è quantificabile in almeno 24 miliardi e mezzo di euro, come emerge dall’ultimo rapporto Agromafie di Eurispes e Col- diretti. Negli anni il rapporto ha evidenziato il consolidarsi e l’evoluzione del sistema mafioso che occupa ormai spazi sempre più ampi dell’economia del settore, interessandosi di tutti i settori, dalla produzione, alla trasformazione, al trasporto, alla commercializzazione, alla vendita al pubblico. Ciò grazie soprattutto alla capacità delle organizzazioni criminali di sfruttare le debolezze di una normativa che soprattutto in campo agroalimentare non riesce a mettere in campo efficaci strumenti di contrasto, e che ha un potere sanzionatorio assolutamente inadeguato rispetto agli ingenti guadagni possibili, mentre rischia di punire solo chi commette piccole irregolarità. La ’Ndrangheta, in particolare, at- traverso l’attività delle famiglie egemoni nel Reggino, ha conquistato importanti praticando un forte controllo sulle attività economiche nei settori ittico, agrumicolo e dei trasporti. Basti citare le infiltrazioni ‘ndranghetistiche nel Mer- cato ortofrutticolo di Fondi, il più grande d’Italia, e nell’ortomercato di Milano”. Wanda Ferro ha ricordato quindi che il “Made in Italy” agroalimentare ha fatto segnare nel 2017 un record storico nel settore delle esportazioni, raggiungendo la quota di 41 miliardi di euro. “La globalizzazione dei mercati - ha spiegato - comporta però dei rischi, come quelli causati dall’Italian Sounding, ossia da quelle pratiche di produzione e di commercializzazione di prodotti che 'suonano' italiani, ma che di italiano non hanno alcunché. Per l’agropirateria internazionale si stima un fatturato di oltre 100 miliardi di euro, con la contraffazione di sei prodotti su dieci immessi nel mercato mondiale e la perdita in Italia di trecentomila posti di lavoro”. “La pirateria agroalimentare – aggiunge Wanda Ferro – è incentivata anche da accordi internazionali come il CETA, che contempera appena un settimo delle nostre produzioni Dop, Igp e Stg, e quindi priva di ogni garanzia i nostri prodotti, con ricadute pesantissime sul piano della qualità e della sicurezza dei consumatori. So- stanzialmente è stata legittimata in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, dando il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, come l’ormai famoso Parmesan canadese, ma anche con le imitazioni di prodotti come l’Asiago, la Fontina, il Gorgonzola, i prosciutti di Parma e San Daniele. Le aziende italiane sono così vittime di una concorrenza sleale che si impone sul mercato con prezzi competitivi, ma nessuna garanzia su qualità e sicurezza”. “Bisogna poi tutelare il prodotto di eccellenza italiano dalle fake news costruite ad arte in altri paesi, così come da sistemi di etichettatura che penalizzano le nostre produ- zioni”, ha detto Wanda Ferro, che ha ricordato le assurde posizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ha espresso la volontà di dichiarare nociva per la salute la dieta mediterranea, con i suoi prodotti simbolo come olio d’oliva, parmigiano, prosciutto, vino rosso. “Un attacco assurdo e pretestuoso contro il nostro agroalimentare – ha detto Ferro - e a tutto vantaggio delle multinazionali a cui ci siamo ferocemente opposti insieme a Giorgia Meloni”. “Vogliamo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei - ha proseguito la deputata di Fratelli d’Italia - rispettino gli stessi criteri di qualità di quelli prodotti in Italia. Ciò vale anche per le aziende che importano materie prime dall’estero. Bisogna garantire ai consumatori che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia lo stesso percorso di qualità a garanzia dell’ambiente, del lavoro e della salute dei consumatori. Servono politiche nazionali di tutela del Made in Italy, capaci di difendere le eccellenze nazionali, nel campo dell’agroalimentare come in quelli della moda, del design, dalla contraffazione e dalle politiche commerciali degli altri paesi europei ed extraeu- ropei, che rischiano di danneggiare lo sviluppo di quei settori che rappresentano l’identità stessa della nostra Na- zione”.“Difendere le eccellenze del territorio – ha concluso Wanda Ferro - è una sfida anche per la Calabria, che con i suoi prodotti di qualità, registra un fatturato significativo per l’economia del territorio: parliamo di 39 milioni di euro alla produzione, e oltre 1600 operatori impegnati nella produzione di prodotti Dop e Igp. Dati che fanno emergere le potenzialità della nostra regione, purtroppo non adeguatamente assecondate e messe a sistema da una politica regionale incapace di dare impulso allo sviluppo del territorio”. Fonte: https://www.weboggi.it/ Link: https://www.weboggi.it/Politica/wanda-ferro-tutelare-le-nostre-eccellenze-dal-falso-made-in-italy-e-dalle-agro- mafie/
18.03.2019 Si è spento il decano dei giornalisti romani, Gino Falleri. Era il vicepresidente dell’Ordine del Lazio Si è spento in una clinica romana, il decano dei giornalisti romani, Gino Falleri, vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Gino Falleri, all’anagrafe Luigi Falleri era nato a Mercatello sul Metauro, 8 luglio 1926), è un giornalista e scrittore italiano. Laureato in Giurisprudenza, è iscritto all’Albo dei giornalisti del Lazio, elenco pubblicisti, dal 1957. Personaggio storico del giornalismo, ha iniziato la sua carriera come volontario a Il Messaggero di Roma e successivamente al Popolo di Roma. Ha collaborato con il Momento Sera, Il Giornale d’Italia, Italia Sera, l’Opinione, Il Globo, Il Resto di cui è stato il garante del lettore, nonché con l’agenzia ASCA e il GR2. È stato direttore di TeleTerni dal 1974 al 1977, Capo ufficio stampa dell’Ente nazionale per la prevenzione degli infortuni dal 1971 al 1982, e consulente per i media del direttore generale dell’ISPESL fino al 31 dicembre 1988, nonché presidente dell’Ordine del Lazio. È stato, inoltre, addetto stampa del Presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulla cooperazione (1994-1995). Ex segre- tario generale aggiunto della FNSI e membro della Giunta della Federazione nazionale della stampa (1974- 1976, 1978-1984 e dal 2007 al 2011[); dal 1987 è presidente del Gruppo giornalisti uffici stampa,ed è anche presidente dell’Unione giornalisti per l’Europa federale (Ugef) dell’Angpi dell’EAPO&IC ,con sede a Bru- xelles e a Roma. E’ consigliere nazionale della Fnsi. È stato docente di diritto all’informazione e giornalismo presso alcuni atenei italiani, tra cui: Luiss, Università di Pisa (dal 2005 al 2011), Università degli Studi “Ga- briele d’Annunzio” (2006-2007), Università di Siena (dal 2008 al 2012).e l’Università del Foro Italico (dal 2012 al 2013). È stato presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e Molise e della Commissione Uffici Stampa della Fnsi. È stato anche consigliere del Comitato di direzione della Scuola Superiore di giornalismo della LUISS e ha fatto parte del Comitato di direzione della Scuola post-universitaria di giornalismo dell’Uni- versità di Tor Vergata di Roma e dell’Osservatorio sui media istituito dall’Università Bocconi di Milano. Socio fondatore e consigliere dell’Eurispes, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica, direttore editoriale di Giornalisti Europei, un settimanale da lui ideato, e presidente della giuria del premio giornalistico interna- zionale “Argil:uomo europeo”. Il 20 maggio 2013 fu rieletto con 709 voti, al primo turno, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dei giornalisti del Lazio, e successivamente eletto dal nuovo Consiglio re- gionale dell’Ordine vicepresidente. Fonte: http://www.cinquequotidiano.it/ link: http://www.cinquequotidiano.it/cronaca/cronaca-di-roma/2019/03/18/si-spento-decano-dei-giornalisti- romani-gino-falleri-vicepresidente-dellordine-del-lazio/
18.03.2019 Eurispes. Gli uomini italiani e il gioco d’azzardo: 4 su 10 giocano, un terzo cono- sce il gioco illegale In occasione della Festa del Papà, l’Eurispes ha voluto focalizzare l’attenzione sull’opinione e la situazione degli uomini italiani rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana. L’analisi condotta dall’Eurispes sugli uomini italiani ci offre uno spaccato della società maschile in cui si fanno sentire con prepotenza le differenze generazionali. I giovani sono più incerti rispetto al futuro, poco soddi- sfatti della propria posizione lavorativa e più pessimisti riguardo alla loro situazione economica. Nonostante ciò, spendono di più per se stessi, per il tempo libero e per la tecnologia e dedicano con maggiore frequenza parte dei loro risparmi al gioco d’azzardo. Uomini: quattro su dieci spendono denaro per giocare Il volume d’affari dei giochi in Italia ha superato i 100 miliardi di euro nel 2017 secondo gli ultimi dati dell’AAMS. Accanto agli aspetti puramente ludici e sani del gioco, occorre segnalare il problema delle patologie di dipendenza che si stanno diffondendo come piaga sociale aggravata dallo sviluppo di circuiti di gioco illegale, al fianco di quelli legalizzati. Circa quattro uomini su dieci in Italia (38,8%) spendono il proprio denaro per il gioco legale: di questi, il 23,2% gioca solo dal vivo, il 12,4% solo on line e il 12,4% partecipa su entrambi i circuiti. D’altro canto, il 61,2% degli uomini afferma di non partecipare a giochi con vincita in denaro. Preoccupante il dato secondo cui le percentuali più alte di quanti dichiarano di giocare si rilevano tra i più giovani: il 45,9% tra i 25 e i 34 anni e il 40,4% tra i 18 e i 24 anni (nelle altre classi di età considerate il valore non supera mai il 38% circa). Gratta e vinci il più gettonato: grattano 8 italiani su 10 Tra i giochi legali con vincita in denaro il più diffuso è il Gratta e vinci, con solo il 16,9% di giocatori che risponde di non giocarci mai, contro l’83% circa di chi vi gioca qualche volta, spesso o addirittura sempre. Diffusissimi anche Lotto e SuperEnalotto (78,1%). Meno della metà dei giocatori d’azzardo ha poi l’abitudine di giocare con le Slot Machines/VLT (41,6%), di partecipare a scommesse non sportive (35,2%), giochi di carte (32,4%), Bingo (30,6%), scommesse ippiche (27,3%) e al Casino (23,8%). I più giovani si confermano come i più assidui partecipanti in tutte le tipologie di gioco. Solo il 12,7% dei 25-34enni non gioca mai al Gratta e vinci e tra i 18-24enni è molto più alta della media la percentuale di quanti dichiarano di giocarvi spesso (42,1%). Gli uomini appartenenti alla prima fascia d’età inoltre, sono quelli che partecipano, più spesso degli altri, a tutti i giochi con vincita in denaro, con una percentuale di risposte che confluiscono su “mai” sempre inferiore al 50% e molto al di sotto della media. I 25-34enni registrano la percentuale più alta per i giocatori assidui di Slot Machines/VLT (2,6%), di giochi di carte (7,7%), Bingo (5,2%) e ippica/scommesse ippiche (5,1%). Il miraggio della vincita e il divertimento: il connubio che fa l’uomo giocatore Indagando sulle motivazioni che inducono a giocare, al primo posto si classifica la speranza di una grossa vincita (27,2%), seguita dalla ricerca di denaro “facile” (24,3%) e dalla voglia di divertirsi (22,3%). L’8% degli uomini gioca per tenersi occupato durante il tempo libero; il 5% vede il gioco come un modo per mettere alla prova le proprie abilità; il 4,5% trova entusiasmo nel brivido del gioco e il 3,9% gioca per tradizione familiare; solo l’1,8% dei giocatori vorrebbe vincere del denaro per donarlo a chi ne ha bisogno, mentre il 3% ha motivazioni differenti da quelle opzioni. 4 uomini su 10 dicono di aver speso troppo per giocare e un quarto del campione è stato costretto a chiedere prestiti Al 39,7% dei giocatori è capitato di avere la sensazione di spendere troppo giocando: “qualche volta” per il 28,3%, “spesso” per l’11% e “sempre” per lo 0,4%. Avere la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando è invece lo stato d’animo che ha coinvolto con maggiore frequenza gli uomini intervistati: a poco meno di uno su tre capita qualche volta (32,4%), a circa uno su dieci spesso e allo 0,5% sempre, per un totale del 42%. Chiedere soldi in prestito per giocare è la situazione in cui si sono trovati meno giocatori (27,4%), anche se è da sottolineare che questa circostanza ha coinvolto più di un quarto del campione dei giocatori. Gli uomini del Sud sono quelli ai quali è capitato con maggiore frequenza di avere la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando: solo al 35,9% “non è mai accaduto”, al 53,8% accade qualche volta e ad uno su dieci sempre; seguono gli isolani che rispondono di avere questa sensazione, anche se con intensità diverse, complessivamente nel 56,5% dei casi. Avere la percezione di spendere troppo denaro al gioco coinvolge in modo preoccu- pante anche i giocatori delle Isole (nel complesso il 65,2%) e del Sud (64,1%) rispetto alle altre aree geografiche prese in considera- zione. Gli uomini provenienti dalle regioni del Nord-Ovest sono quelli a cui è capitato più frequentemente di chiedere un prestito per poter giocare (in tutto il 32,9%) mentre sono i giocatori del Centro ad averlo fatto meno degli altri (83,3% “mai”), ma è al Sud che si riscontrano le percentuali più alte di quanti chiedono prestiti per giocare “spesso” (10,3%) e “sempre” (5,1%). L’opinione di giocatori e non giocatori. Un uomo su tre ha avuto esperienza diretta o indiretta dei circuiti di gioco illegale Rispetto ai circuiti di gioco illegale, il 65% del campione totale degli uomini intervistati non ne è mai venuto a conoscenza, il 27% ne è a conoscenza ma non vi ha mai preso parte, mentre l’8% vi ha partecipato direttamente. Al Sud il gioco illegale sembra essere più diffuso, con il 31,5% di uomini che è a conoscenza di tali circuiti ma non vi ha mai preso parte e l’11,8% che ha anche partecipato. Tra i giocatori e i non giocatori prevale l’opinione che la promozione, da parte dello Stato, del gioco lecito e responsabile non sia una condotta giusta poiché anche il gioco lecito crea dipendenza (26,8%) e comporta comunque il rischio di perdere ingenti somme di denaro (15,1%). Al contrario, alcuni ritengono che sia un buon modo per scoraggiare il gioco illegale (17,7%) e tutelare i giocatori (11,2%). La perico- losità sociale di alcuni giochi con vincita in denaro è abbastanza diffusa: viene attribuito un livello “molto” alto di pericolosità sociale soprattutto alle Slot Machine (37,3%), seguite dai giochi on line (24,3%) e dal Bingo (20%), mentre i giochi ritenuti per niente rischiosi da una fetta più ampia del campione sono il Lotto e il SuperEnalotto (17,6%). Fonte: https://www.jamma.tv/ Link: https://www.jamma.tv/primopiano/eurispes-gli-uomini-italiani-e-il-gioco-dazzardo-4-su-10-giocano-un-terzo-conosce-il- gioco-illegale-165429
18.03.2019 Focus sulla figura dell’uomo, Eurispes: “Per il 28,9% lo Stato che promuove il gioco lecito scoraggia illegalità e tutela i giocatori” In occasione della Festa del Papà, l’Eurispes ha voluto focalizzare l’attenzione sull’opinione e la situazione degli uomini italiani rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana. Realizzando la ricerca dal titolo “Gli uomini italiani: lavoro, difficoltà economiche, consumi, gioco d’azzardo e armi da fuoco. Il ritratto”. L’analisi condotta dall’Eurispes sugli uomini italiani offre uno spaccato della società maschile in cui si fanno sentire le differenze generazionali. I giovani sono più incerti rispetto al futuro, poco soddisfatti della propria posizione lavorativa e più pessimisti riguardo alla loro situazione economica. Nonostante ciò, spendono di più per se stessi, per il tempo libero e per la tecnologia e dedicano con maggiore frequenza parte dei loro risparmi al gioco. A proposito del gioco, “Il volume d’affari dei giochi in Italia – si legge nella ricerca, ha superato i 100 miliardi di euro nel 2017 secondo gli ultimi dati dell’AAMS. Accanto agli aspetti puramente ludici e sani del gioco, occorre segnalare il problema delle patologie di dipendenza che si stanno diffondendo come piaga sociale aggravata dallo sviluppo di circuiti di gioco illegale, al fianco di quelli legalizzati. Circa quattro uomini su dieci in Italia (38,8%) spendono il proprio denaro per il gioco legale: di questi, il 23,2% gioca solo dal vivo, il 12,4% solo on line e il 12,4% partecipa su entrambi i circuiti. D’altro canto, il 61,2% degli uomini afferma di non partecipare a giochi con vincita in denaro. Le percentuali più alte di quanti dichiarano di giocare si rilevano tra i più giovani: il 45,9% tra i 25 e i 34 anni e il 40,4% tra i 18 e i 24 anni (nelle altre classi di età considerate il valore non supera mai il 38% circa)”. “Tra i giochi legali – aggiunge la ricerca – con vincita in denaro il più diffuso è il Gratta e vinci, con solo il 16,9% di giocatori che risponde di non giocarci mai, contro l’83% circa di chi vi gioca qualche volta, spesso o addirittura sempre. Diffusissimi anche Lotto e SuperEnalotto (78,1%). Meno della metà dei giocatori d’azzardo ha poi l’abitudine di giocare con le Slot Machines/VLT (41,6%), di partecipare a scommesse non sportive (35,2%), giochi di carte (32,4%), Bingo (30,6%), scommesse ippiche (27,3%) e al Casino (23,8%). I più giovani si confermano come i più assidui partecipanti in tutte le tipologie di gioco. Solo il 12,7% dei 25-34enni non gioca mai al Gratta e vinci e tra i 18-24enni è molto più alta della media la percentuale di quanti dichiarano di giocarvi spesso (42,1%). Gli uomini appartenenti alla prima fascia d’età inoltre, sono quelli che partecipano, più spesso degli altri, a tutti i giochi con vincita in denaro, con una percentuale di risposte che confluiscono su “mai” sempre inferiore al 50% e molto al di sotto della media. I 25-34enni registrano la percentuale più alta per i giocatori assidui di Slot Machines/VLT (2,6%), di giochi di carte (7,7%), Bingo (5,2%) e ippica/scommesse ippiche (5,1%)”. “Indagando sulle motivazioni che inducono a giocare, al primo posto si classifica la speranza di una grossa vincita (27,2%), seguita dalla ricerca di denaro “facile” (24,3%) e dalla voglia di divertirsi (22,3%). L’8% degli uomini gioca per tenersi occupato durante il tempo libero; il 5% vede il gioco come un modo per mettere alla prova le proprie abilità; il 4,5% trova entusiasmo nel brivido del gioco e il 3,9% gioca per tradizione familiare; solo l’1,8% dei giocatori vorrebbe vincere del denaro per donarlo a chi ne ha bisogno, mentre il 3% ha motivazioni differenti da quelle opzioni. Al 39,7% dei giocatori è capitato di avere la sensazione di spendere troppo giocando: “qualche volta” per il 28,3%, “spesso” per l’11% e “sempre” per lo 0,4%. Avere – continua la ricerca – la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando è invece lo stato d’animo che ha coinvolto con maggiore frequenza gli uomini intervistati: a poco meno di uno su tre capita qualche volta (32,4%), a circa uno su dieci spesso e allo 0,5% sempre, per un totale del 42%. Chiedere soldi in prestito per giocare è la situazione in cui si sono trovati meno giocatori (27,4%), anche se è da sottolineare che questa circostanza ha coinvolto più di un quarto del campione dei giocatori. Gli uomini del Sud sono quelli ai quali è capitato con maggiore frequenza di avere la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando: solo al 35,9% “non è mai accaduto”, al 53,8% accade qualche volta e ad uno su dieci sempre; seguono gli isolani che rispondono di avere questa sensazione, anche se con intensità diverse, complessivamente nel 56,5% dei casi. Avere la percezione di spendere troppo denaro al gioco coinvolge in modo preoccu- pante anche i giocatori delle Isole (nel complesso il 65,2%) e del Sud (64,1%) rispetto alle altre aree geografiche prese in considera- zione. Gli uomini provenienti dalle regioni del Nord-Ovest sono quelli a cui è capitato più frequentemente di chiedere un prestito per poter giocare (in tutto il 32,9%) mentre sono i giocatori del Centro ad averlo fatto meno degli altri (83,3% “mai”), ma è al Sud che si riscontrano le percentuali più alte di quanti chiedono prestiti per giocare “spesso” (10,3%) e “sempre” (5,1%)”. “Rispetto ai circuiti di gioco illegale – termina la ricerca -, il 65% del campione totale degli uomini intervistati non ne è mai venuto a conoscenza, il 27% ne è a conoscenza ma non vi ha mai preso parte, mentre l’8% vi ha partecipato direttamente. Al Sud il gioco illegale sembra essere più diffuso, con il 31,5% di uomini che è a conoscenza di tali circuiti ma non vi ha mai preso parte e l’11,8% che ha anche partecipato. Tra i giocatori e i non giocatori prevale l’opinione che la promozione, da parte dello Stato, del gioco lecito e responsabile non sia una condotta giusta poiché anche il gioco lecito crea dipendenza (26,8%) e comporta comunque il rischio di perdere ingenti somme di denaro (15,1%). Al contrario, alcuni ritengono che sia un buon modo per scoraggiare il gioco illegale (17,7%) e tutelare i giocatori (11,2%). La pericolosità sociale di alcuni giochi con vincita in denaro è abbastanza diffusa: viene attribuito un livello “molto” alto di pericolosità sociale soprattutto alle Slot Machine (37,3%), seguite dai giochi on line (24,3%) e dal Bingo (20%), mentre i giochi ritenuti per niente rischiosi da una fetta più ampia del campione sono il Lotto e il SuperEnalotto (17,6%)”. cdn/AGIMEG Fonte: https://www.agimeg.it/ Link: https://www.agimeg.it/datitalia/focus-sulla-figura-delluomo-eurispes-per-il-289-lo-stato-che-promuove-il-gioco-lecito-sco- raggia-illegalita-e-tutela-i-giocatori
18.03.2019 Lutto nel giornalismo, morto Gino Falleri Roma, 18 mar. (AdnKronos) - E' morto a Roma Gino Falleri, vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio. Aveva 92 anni. Era iscritto all'Albo dei giornalisti del Lazio, elenco pubblicisti, dal 1957.Per- sonaggio storico del giornalismo romano e non solo, ha iniziato la sua carriera come volontario a Il Messag- gero di Roma e successivamente al Popolo di Roma. Ha collaborato con il Momento Sera, Il Giornale d'Italia, Italia Sera, l'Opinione, Il Globo, Il Resto di cui è stato il garante del lettore, nonché con l'agenzia Asca e il GR2. Tra i tanti incarichi è stato segretario generale aggiunto della FNSI e membro della Giunta della Fede- razione nazionale della stampa (1974-1976, 1978-1984 e dal 2007 al 2011), docente di diritto all'informa- zione e giornalismo presso alcuni atenei italiani, tra cui: Luiss, Università di Pisa (dal 2005 al 2011), Uni- versità degli Studi 'Gabriele d'Annunzio' (2006-2007), Università di Siena (dal 2008 al 2012) e l'Università del Foro Italico (dal 2012 al 2013).Falleri era stato consigliere del Comitato di direzione della Scuola Superiore di giornalismo della Luiss e socio fondatore e consigliere dell'Eurispes. Il 20 maggio 2013 era stato rieletto con 709 voti, al primo turno, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dei giornalisti del Lazio, e successivamente eletto dal nuovo Consiglio regionale dell'Ordine vicepresidente. I funerali di Gino Falleri si svolgeranno domani a Roma nella parrocchia di San Mattia in via Renato Fucini 285 (zona Monte- sacro-Talenti). Fonte: http://www.milanopolitica.it/ Link: http://www.milanopolitica.it/extra/adn-kronos/leggi/art-id/489858?googlebot=nocrawl
18.03.2019 Lutto nel giornalismo, morto Gino Falleri Roma, 18 mar. (AdnKronos) - E' morto a Roma Gino Falleri, vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio. Aveva 92 anni. Era iscritto all'Albo dei giornalisti del Lazio, elenco pubblicisti, dal 1957.Per- sonaggio storico del giornalismo romano e non solo, ha iniziato la sua carriera come volontario a Il Messag- gero di Roma e successivamente al Popolo di Roma. Ha collaborato con il Momento Sera, Il Giornale d'Italia, Italia Sera, l'Opinione, Il Globo, Il Resto di cui è stato il garante del lettore, nonché con l'agenzia Asca e il GR2. Tra i tanti incarichi è stato segretario generale aggiunto della FNSI e membro della Giunta della Fede- razione nazionale della stampa (1974-1976, 1978-1984 e dal 2007 al 2011), docente di diritto all'informa- zione e giornalismo presso alcuni atenei italiani, tra cui: Luiss, Università di Pisa (dal 2005 al 2011), Uni- versità degli Studi 'Gabriele d'Annunzio' (2006-2007), Università di Siena (dal 2008 al 2012) e l'Università del Foro Italico (dal 2012 al 2013).Falleri era stato consigliere del Comitato di direzione della Scuola Superiore di giornalismo della Luiss e socio fondatore e consigliere dell'Eurispes. Il 20 maggio 2013 era stato rieletto con 709 voti, al primo turno, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dei giornalisti del Lazio, e successivamente eletto dal nuovo Consiglio regionale dell'Ordine vicepresidente. I funerali di Gino Falleri si svolgeranno domani a Roma nella parrocchia di San Mattia in via Renato Fucini 285 (zona Monte- sacro-Talenti). Fonte: http://lavallee.netweek.it/ Link: http://lavallee.netweek.it/extra/adn-kronos/leggi/art-id/489858?googlebot=nocrawl
18.03.2019 Lutto nel giornalismo, morto Gino Falleri Roma, 18 mar. (AdnKronos) - E' morto a Roma Gino Falleri, vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio. Aveva 92 anni. Era iscritto all'Albo dei giornalisti del Lazio, elenco pubblicisti, dal 1957.Per- sonaggio storico del giornalismo romano e non solo, ha iniziato la sua carriera come volontario a Il Messag- gero di Roma e successivamente al Popolo di Roma. Ha collaborato con il Momento Sera, Il Giornale d'Italia, Italia Sera, l'Opinione, Il Globo, Il Resto di cui è stato il garante del lettore, nonché con l'agenzia Asca e il GR2. Tra i tanti incarichi è stato segretario generale aggiunto della FNSI e membro della Giunta della Fede- razione nazionale della stampa (1974-1976, 1978-1984 e dal 2007 al 2011), docente di diritto all'informa- zione e giornalismo presso alcuni atenei italiani, tra cui: Luiss, Università di Pisa (dal 2005 al 2011), Uni- versità degli Studi 'Gabriele d'Annunzio' (2006-2007), Università di Siena (dal 2008 al 2012) e l'Università del Foro Italico (dal 2012 al 2013).Falleri era stato consigliere del Comitato di direzione della Scuola Superiore di giornalismo della Luiss e socio fondatore e consigliere dell'Eurispes. Il 20 maggio 2013 era stato rieletto con 709 voti, al primo turno, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dei giornalisti del Lazio, e successivamente eletto dal nuovo Consiglio regionale dell'Ordine vicepresidente. I funerali di Gino Falleri si svolgeranno domani a Roma nella parrocchia di San Mattia in via Renato Fucini 285 (zona Monte- sacro-Talenti). Fonte: https://www.adnkronos.com/ link: https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2019/03/18/lutto-nel-giornalismo-morto-gino-fal- leri_FcUcH7DPLJ2p9pn41k7zbO.html
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