CIO Insights - Una lunga strada in salita Aggiornamento su prospettive e temi per il 2020 - DB Financial Advisors

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CIO Insights - Una lunga strada in salita Aggiornamento su prospettive e temi per il 2020 - DB Financial Advisors
Agosto 2020

CIO Insights

Una lunga strada in salita
Aggiornamento su prospettive e temi per il 2020
CIO Insights - Una lunga strada in salita Aggiornamento su prospettive e temi per il 2020 - DB Financial Advisors
CIO Insights
Lettera agli Investitori
1

Lettera agli               Una lunga strada in salita
Investitori
                           Gestire il coronavirus resta una strada tutta in salita. Se è vero che in
                           molti mercati le attività stanno ripartendo, in molti altri il tasso di contagio
                           sta continuando ad aumentare e i governi stanno ripristinando misure
                           restrittive (per lo più a livello regionale).

                           In questo contesto incerto, però, i mercati oscillano tra fiducia e convinzione. Da un lato, sono certi
 Christian Nolting         che le banche centrali e i governi continueranno a fornire sostegno all’economia e, dall’altro lato,
   Global CIO              ritengono che, tutto sommato, ci saranno ulteriori progressi nel contenimento del coronavirus (ad
                           esempio attraverso la vaccinazione) e nel miglioramento dei trattamenti per le persone colpite dal
                           COVID-19.

                           Da parte nostra, siamo convinti dei progressi sul contenimento del coronavirus e delle buone notizie
                           sullo sviluppo di un vaccino, anche se restano dei dubbi riguardo alla sua efficacia e alla velocità
                           di produzione per soddisfare la domanda. Questo sembrerebbe quindi il momento opportuno
                           per fare un passo indietro e osservare la salita che ci attende. In termini di output economico, il
                           secondo trimestre del 2020 confermerà la depressione con una ripresa già in atto. Tuttavia, come
                           spiegheremo nella prossima sezione, nonostante il vigoroso rilancio iniziale, non si tratterà ancora di
                           un tracciato a forma di “V”. È molto probabile che la crescita economica si stabilizzi presto, sebbene
                           difficilmente raggiungeremo i livelli di produzione pre-crisi prima del 2022 e restino da affrontare
                           alcune ardue sfide (ad esempio, il mantenimento dell’occupazione a livelli accettabili a fronte
                           dell’aumento del debito pubblico).

                           Abbiamo intitolato il nostro outlook per il 2020 “Fine della magia monetaria?”: la crisi del coronavirus
                           ha effettivamente dimostrato l’importanza della politica monetaria, ma anche i suoi limiti. La politica
                           fiscale si è affermata come il nuovo strumento politico preferito, indirizzato a settori particolarmente
                           colpiti dell’economia globale in un modo che la poco efficace arma della politica monetaria non è
                           in grado di replicare. Ma per quanto la “magia monetaria” sembri destinata a scontrarsi con i suoi
                           limiti, l’approccio altamente accomodante – che si manifesta soprattutto in tassi d’interesse bassi o
                           negativi – continua a influenzare le prospettive d’investimento.

                           Questo è il momento opportuno per osservare
                           la salita che ci attende e comprendere perché
                           un’asset allocation strategica e un investimento
                           ESG sono fondamentali per affrontarla al meglio.

                           Per un investitore, significa essere realista sulle aspettative di rendimento, ma anche consapevole
                           delle questioni a lungo termine che sostengono i mercati. Noi ci focalizziamo su due aspetti che
                           continueranno a ispirare il nostro approccio d’investimento: un’asset allocation strategica (AAS,
                           pagina 10) e i criteri ESG (pagina 11). Siamo infatti convinti dell’importanza di questi concetti in uno
                           scenario d’investimento in costante evoluzione.

                           Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                           performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                           fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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Lettera agli Investitori
2

                           Alla fine del 2019, ben prima che il coronavirus occupasse l’intera scena mediatica, abbiamo
                           lanciato sei temi d’investimento per il 2020, che si confermano tuttora assolutamente pertinenti,
                           come illustrato a partire da pagina 14. La pandemia, infatti, non ha che rafforzato le argomentazioni
                           a supporto di molte di queste tematiche. Per una serie di ragioni, inoltre, la crisi ha dimostrato la
                           rilevanza dei nostri temi a lungo termine, incentrati sulla triade composta da tecnologia, demografia
                           e fattori ESG/tutela del mondo in cui viviamo (pagina 20).

                           Dove saremo tra un anno? In un mondo diverso, credo, ma comunque gestibile. I livelli di
                           indebitamento saranno un problema e alcuni alberi continueranno a cadere nella foresta aziendale
                           (per usare l’analogia del grande economista del XIX secolo Alfred Marshall). Per allora, le pressioni
                           sociali e politiche saranno aumentate, ma forse avremo anche trovato metodi innovativi per
                           contenerle. Sono ottimista riguardo alla situazione economica e politica post-coronavirus, ma ci
                           vorrà del tempo per superare la crisi.

                           Christian Nolting
                           Global CIO

                                Instant Insights

                                Prospettive in breve
                                – La ripresa del PIL sarà lenta: per raggiungere i livelli pre-crisi bisognerà aspettare il 2022

                                – L’AAS e i criteri ESG rimarranno due aspetti essenziali del nostro approccio
                                  d’investimento

                                – I nostri temi per il 2020 si confermano assolutamente rilevanti nel contesto attuale

                           Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                           performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                           fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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Sommario
3

Sommario
Contesto macroeconomico              Opinioni sintetiche sulle
e mercati                            asset class

p. 4                                 p. 12
AGGIORNAMENTO SUI TEMI PER IL 2020

Tematica 1
Reazione prudente alle pressioni
politiche

p. 14

Tematica 2
Un mondo di bassi rendimenti

p. 15

Tematica 3
Alla ricerca di nuove fonti di
reddito

p. 16

Tematica 4
Uno stile bilanciato

p. 17

Tematica 5
Priorità alle politiche

p. 18

Tematica 6
Tecnologia e criteri ESG

p. 19

                                     Glossario                            Disclaimer

                                     p. 21                                p. 23
                                     Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                     performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                     fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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Contesto macroeconomico e mercati
4

                                    Contesto macroeconomico
                                    e mercati
                                      Prospettive di crescita

                                    Durante la pandemia, le aspettative sono rapidamente cambiate. Con il peggioramento
                                    dell’epidemia di coronavirus, si è presto diffusa l’idea che il 2° trimestre sarà pessimo, con drastici
                                    crolli del PIL senza precedenti nella storia recente. Tutti hanno subito convenuto anche sulla
                                    necessità di ingenti interventi governativi a sostegno di privati e aziende – persino nelle economie
                                    più “laissez-faire”.

                                    Ci si chiede ora se, alla luce della graduale ripresa, le aspettative cambieranno di nuovo con la stessa
                                    velocità. Nella maggior parte delle economie, il rilancio iniziale non è stato così marcato, il che ha
                                    deluso le speranze di una ripresa morbida o a forma di V (ovvero che ripristinasse rapidamente i
                                    livelli di attività pre-crisi). È probabile quindi che la maggior parte degli operatori continuerà ad agire
                                    con prudenza.

                                    La chiave è nelle mani dei consumatori
                                    In definitiva, la velocità della ripresa dipende dai consumatori. I dati recenti mostrano un forte
                                    aumento dei tassi di risparmio nazionale durante la pandemia, in parte ascrivibile al regime di
                                    “risparmio forzato” instaurato dal lockdown e in parte (soprattutto negli Stati Uniti) ai sussidi alle
                                    famiglie nell’ambito dei piani di welfare. Con l’allentamento delle misure di confinamento, i tassi
                                    di risparmio stanno calando, sebbene non siano ancora tornati alla normalità. A scoraggiare i
                                    consumatori a tornare alle abitudini di spesa pre-coronavirus potrebbe essere il timore sia di un
                                    minor sostegno da parte del governo in futuro, sia di un potenziale aumento della disoccupazione.

                                    Sarebbe strano se questo senso di disagio non si fosse ancora diffuso al settore aziendale, a
                                    prescindere dal proseguimento o meno della tendenza al rialzo dei prezzi azionari. I dati recenti
                                    hanno mostrato sia un drastico calo degli ordini che della produzione e, sebbene le catene di
                                    fornitura globali si siano dimostrate relativamente resilienti alla pandemia globale, quello imminente
                                    sarà un periodo di revisioni e ristrutturazioni. Gli investimenti aziendali, come pure le esportazioni,
                                    potrebbero quindi non fornire un grande impulso alla crescita nei prossimi trimestri.

                                    Di conseguenza, ci aspettiamo un ulteriore incremento della spesa e degli investimenti governativi in
                                    molte economie, nonché l’adozione di politiche economiche più esplicitamente keynesiane. Ad ogni
                                    modo, non si tratterà di una “miniera d’oro”: le sfide infatti sono molte e le finanze pubbliche sono
                                    già sotto pressione.

                                    Nel complesso, quindi, restiamo dell’idea che la ripresa iniziale sarà solo parziale e che la successiva
                                    crescita sarà modesta. La Figura 1 mostra i tassi di crescita annui previsti. La Cina parrebbe sulla
                                    buona strada per archiviare una crescita leggermente positiva quest’anno (tutto dipenderà dalla sua
                                    capacità di sconfiggere per prima il coronavirus), ma le altre grandi economie dovranno fare i conti
                                    con profonde contrazioni del PIL del 2020. Le previsioni su questi ribassi si faranno più chiare con
                                    la pubblicazione di altri dati sul PIL del 2° trimestre, che contribuiranno a definire la profondità della
                                    depressione e a chiarire la forza della ripresa economica nel 3° e 4° trimestre. Nel caso degli USA,
                                    escludiamo tassi di crescita economica positivi su base annua prima del 2° trimestre 2021, mentre
                                    bisognerà attendere verosimilmente il 1° trimestre del 2022 perché il PIL torni ai livelli pre-crisi del
                                    4° trimestre 2019.

                                    Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                    performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                    fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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Contesto macroeconomico e mercati
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                                         Figura 1: Previsioni sulla crescita del PIL per il 2020 e il 2021

                                         Fonte: Deutsche Bank International Private Bank. Dati aggiornati al 28 maggio 2020. Variazione reale
                                         in %. Tutte le previsioni sono soggette a revisione.

                                                                                                                                            2020                                        2021

                                           USA                                                                                              -5,7                                         5,6
                                           Eurozona (di cui)                                                                                -7,5                                         4,5
                                               Germania                                                                                     -6,0                                         4,5
                                           Cina                                                                                              1,0                                         9,0
                                           Giappone                                                                                         -5,5                                         3,3
                                           Mondo                                                                                            -3,1                                         5,5

                                         Figura 2: Il PIL statunitense fatica a recuperare i livelli pre-crisi

                                         Fonte: Deutsche Bank International Private Bank. Dati basati sulle nostre previsioni del 28 maggio
                                         2020 Tutte le previsioni sono soggette a revisione.

                                          Mld di USD
                                          21.000

                                          20.000

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                                                     2017                   2018                    2019                   2020                    2021                  2022

                                        PIL reale              Andamento pre-coronavirus                          Previsioni sul PIL reale                    T4 2019

                                      Contesto politico

                                    Per poter contare su una ripresa, per quanto anemica, servirà un costante e massiccio sostegno
                                    politico. Come reazione d’emergenza al peggioramento della crisi del coronavirus, la Federal
                                    Reserve è intervenuta a marzo con due tagli ai tassi e ulteriori misure di allentamento della politica
                                    monetaria di altra natura. Storicamente i tagli ai tassi negli USA sono poco probabili nei periodi
                                    precedenti le elezioni (novembre 2020), ma ciò non significa che la banca centrale escluda a priori
                                    altre iniziative politiche. Il presidente Powell è consapevole di dover dimostrare la costante prontezza
                                    della Fed, dicendosi aperto a ulteriori interventi se necessario. D’altro canto, qualunque segno di
                                    ripensamento sulla politica monetaria rischierebbe di tradursi in una replica di gran lunga peggiore
                                    del ciclo di “taper tantrum” del 2013.

                                    Gli effetti della politica monetaria e fiscale potrebbero annullarsi a vicenda
                                    Da parte sua, nemmeno la BCE sembra intenzionata a ridurre ulteriormente i tassi sotto l’egida
                                    della Lagarde, ma ci aspettiamo comunque nuove iniezioni di liquidità a sostegno del credito. Il
                                    programma di acquisti per l’emergenza pandemica (PEPP) è stato prorogato al 2021, mentre l’UE ha

                                    Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                    performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                    fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                    raggiunto un accordo preliminare su un recovery fund comunitario, che dovrebbe elargire fondi per
                                    750 miliardi di euro, ripartiti tra sovvenzioni e prestiti – un supporto che tuttavia entrerà pienamente
                                    in vigore solo nel 2021.

                                    A differenza di molti altri paesi sviluppati, il Giappone è stato colpito meno duramente dal
                                    coronavirus; il governo, però, ha reagito alla crisi aumentando il debito pubblico e chiamando
                                    all’appello la Bank of Japan (BoJ), che dovrà gestire la situazione. Finora, la BoJ non ha modificato
                                    il suo approccio, mantenendo il controllo sulla curva dei rendimenti. Inoltre, sta attualmente
                                    resistendo alle richieste di maggiori stimoli monetari, per quanto continui a sostenere il settore
                                    finanziario e abbia anche ampliato il suo programma di prestiti legati al coronavirus a oltre 1.000
                                    miliardi di dollari.

                                    Abbastanza diversa è la situazione che si trova ad affrontare la People’s Bank of China (PBoC).
                                    La ripresa economica cinese è stata finora favorita da alcuni impegni di ampio respiro assunti
                                    dalla PBoC riguardo all’utilizzo e allo sviluppo, secondo necessità, di nuovi strumenti monetari.
                                    Considerata la varietà di agenzie governative all’opera, la distinzione tra politica monetaria e fiscale
                                    è forse ancora più sfumata qui che negli altri paesi sviluppati. I tassi di risconto e di rifinanziamento
                                    sono stati ulteriormente ridotti a inizio luglio, anche se la PBoC ha già lasciato intendere che il picco
                                    degli stimoli è ormai stato raggiunto.

                                    Quanto ai mercati emergenti (ME) in generale, l’allentamento politico si trova a stadi differenti. Le
                                    banche centrali di alcuni ME – come Indonesia e India – hanno proseguito con i tagli ai tassi e le
                                    iniziative politiche. Altre invece sono state molto più prudenti. La soluzione dei problemi è tutt’altro
                                    che vicina e molto dipenderà dalla capacità di sostenere la cauta ripresa della domanda globale nei
                                    prossimi trimestri e di evitare nuovi e drastici lockdown dovuti al coronavirus.

                                      Rischi politici

                                    La crisi ha aperto numerosi dibattiti riguardo all’inflazione, per quanto finora ci siano pochissimi
                                    segnali di un suo incremento. Nella maggior parte delle economie, la battuta d’arresto della
                                    domanda generale, dovuta alla pandemia, ha praticamente annullato qualsiasi potenziale spinta al
                                    rialzo sui prezzi proveniente dall'interruzione dell’offerta. A mantenere invariati i tassi d’inflazione
                                    dei prezzi al consumo sono state anche le basse quotazioni petrolifere (confrontate su base annua),
                                    nonché il calo delle aspettative inflazionistiche (Figura 3). A nostro avviso, questa situazione
                                    non cambierà molto presto. I tassi d’inflazione mensili su base annua sono momentaneamente
                                    negativi in Cina e Giappone e sono prossimi allo zero. Ogni eventuale possibile aumento dei tassi
                                    d’inflazione dovuto all’incremento dei prezzi di petrolio, dei prodotti alimentari e di alcuni servizi
                                    sarà probabilmente compensato dalle pressioni al ribasso sui prezzi di molti altri beni (vista la
                                    sovraccapacità produttiva) e, forse, degli affitti. Noi prevediamo per quest’anno tassi medi annui
                                    d’inflazione dei prezzi al consumo negativi in Giappone e nell’Eurozona (entrambi -0,3%), con alcune
                                    iniziative politiche (ad esempio il taglio temporaneo dell’IVA in Germania) che andranno a rafforzare
                                    le pressioni al ribasso. Quanto agli USA, l’inflazione dovrebbe salire di poco in territorio positivo
                                    (1,2%), mentre un tasso leggermente superiore potrebbe provenire dalla Cina (2,8%). A rassicurare
                                    sono i pochi segnali osservati finora (a parte in alcuni paesi colpiti dalla crisi) di una maggiore
                                    pressione inflazionistica nei mercati emergenti: nonostante la crisi, infatti, mancano i classici
                                    “messaggeri inflazionistici” di una rapida crescita dell’aggregato monetario M2 o del credito, di un
                                    forte aumento dei prezzi nel settore agricolo o dell’energia o di un crollo valutario.

                                    Possibile escalation dei conflitti commerciali
                                    Ovviamente, non è ancora possibile soppesare l’impatto inflazionistico a lungo termine di un
                                    così rapido aumento del debito. Riteniamo però che esistano altre questioni più imminenti
                                    che potrebbero mettere a rischio la politica e la crescita globale. Primi fra tutti sono i conflitti
                                    commerciali. In vista delle elezioni americane, il presidente Trump sta tentando un difficile
                                    esercizio di equilibrio, ribadendo di voler tenere fede alla “Fase 1” del suo accordo con la Cina,

                                    Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                    performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                    fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                    ma mantenendo al contempo la pressione politica ed economica sul rivale asiatico (come per
                                    altro intendono fare i suoi oppositori democratici). Il rischio è che queste tensioni commerciali
                                    intacchino altri rapporti (ad es. USA/Europa) e che molte altre questioni geopolitiche possano subire
                                    un’escalation (ad es. Cina/India).

                                         Figura 3: Calo delle aspettative inflazionistiche

                                         Fonte: Deutsche Bank International Private Bank, Datastream. Dati aggiornati al 7 luglio 2020.

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                                                  2015                      2016                        2017                       2018                       2019                       2020

                                        Swap indicizzati all’inflazione USA a 5 anni                            Swap indicizzati all’inflazione Eurozona a 5 anni
                                        Target CPI delle banche centrali

                                      Implicazioni per i mercati

                                    L’indice S&P 500 ha toccato il fondo il 23 marzo 2020 e da allora si è ripreso di circa il 40%. Il mese
                                    è stato forse ancora più traumatico per i mercati obbligazionari, che hanno però potuto contare sulla
                                    forza trainante dell’intervento politico delle banche centrali. Al momento, quindi, nella maggior parte
                                    dei mercati si respira un clima di ottimismo e fiducia nel costante supporto delle politiche.

                                    La divergenza fra l’espansione dei mercati e un outlook economico apparentemente nebuloso è
                                    comprensibile, ma non ignorabile, ed è per questo che i prossimi 12 mesi saranno tutt’altro che facili.

                                    Le attuali performance dei mercati azionari superano le nostre previsioni a 12 mesi, mentre le
                                    valutazioni sono piuttosto tirate sotto quasi tutti i punti di vista. E questo anche sulla base del
                                    costante incremento di quelli che riteniamo essere i livelli di valutazione prezzo/utili garantita per
                                    l’Indice principale, ovvero lo S&P 500, che si attestano ora a 20x da 16x del 2013. Abbiamo inoltre
                                    posticipato a tre anni l’orizzonte temporale delle previsioni sugli utili per azione nel tentativo di
                                    considerare (ci auguriamo) l’intero periodo di ripresa post-coronavirus. A giustificare l’aumento dei
                                    prezzi azionari resta la mancanza di valide alternative d’investimento, sebbene non sia chiaro fino a
                                    che punto questo aspetto possa spingere i mercati al rialzo. Una politica monetaria estremamente
                                    accomodante e il costante miglioramento dei principali indicatori potrebbero determinare una
                                    sovraperformance dei mercati nei prossimi mesi, per quanto non ci sentiamo di ipotizzare notevoli
                                    e sostenuti rialzi in futuro. Ad oggi non abbiamo una netta preferenza regionale. Se negli ultimi
                                    mesi il mercato ha mostrato una temporanea inclinazione verso i titoli value/ciclici, ora è tornato
                                    a privilegiare quelli orientati alla crescita e di alta qualità. A livello di stile, manteniamo quindi
                                    un approccio aperto (come illustrato nella nostra tematica d’investimento per il 2020 numero 4:
                                    Uno stile bilanciato, a pagina 17), pur continuando a focalizzarci in termini settoriali su sanità e
                                    tecnologia.

                                    Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                    performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                    fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                         Figura 4: Previsioni sui mercati azionari a fine giugno 2021

                                         Fonte: Deutsche Bank International Private Bank. Dati aggiornati al 28 maggio 2020.

                                          USA                                S&P 500                     3.100          Svizzera                          SMI                        10.150

                                          Germania                           DAX                       12.000           Regno Unito                       FTSE 100                    6.300

                                          Eurozona                           Eurostoxx 50                3.150          Mercati emergenti                 MSCI EM                     1.000

                                          Europa                             Stoxx 600                     370                                            MSCI Asia ex
                                                                                                                        Asia Giappone escluso                                            660
                                                                                                                                                          Japan
                                          Giappone                           MSCI Japan                    950

                                    La ripresa del reddito fisso è destinata a proseguire
                                    Anche i mercati del reddito fisso si sono ripresi dai minimi di marzo e gli ulteriori interventi della Fed
                                    e della BCE hanno contribuito a una contrazione degli spread, che potrebbe proseguire rispetto ai
                                    livelli attuali, seppure accompagnata da alcuni rischi (ad es. default nel segmento high yield). Ad
                                    ogni modo, i programmi di acquisto della Fed e della BCE dovrebbero scongiurare un’inversione di
                                    tendenza.

                                    Continuiamo a intravedere opportunità nelle obbligazioni dei mercati emergenti (ME), dove il carry
                                    elevato compensa ancora i rischi apparenti. Molti paesi hanno ormai sviluppato una buona capacità
                                    di gestione del debito e riescono ancora ad accedere con facilità ai mercati quando serve. Lo
                                    stesso vale per i numerosi emittenti investment grade presenti nel segmento societario dei mercati
                                    emergenti.

                                         Figura 5: Previsioni sul reddito fisso a fine giugno 2021

                                         Fonte: Deutsche Bank International Private Bank. Dati aggiornati al 28 maggio 2020.

                                           USA                                                                          Europa
                                           UST 2 anni             U.S. 2yr yield                        0,25%           Schatz 2 anni             GER 2yr yield                        -0,8%

                                           UST 10 anni            U.S. 10yr yield                        0,9%           Bund 10 anni              GER 10yr yield                       -0,5%

                                           UST 30 anni            U.S. 30yr yield                        1,3%           Bund 30 anni              GER 30yr yield                       -0,1%

                                           Tit. soc. IG USD       BarCap U.S. Credit                   165 pb           Gilt 10 anni              UK 10yr yield                         0,5%

                                           HY USD                 Barclays U.S. HY                     640 pb           Tit. soc. IG EUR          iBoxx Eur Corp all                 150 pb

                                                                                                                        HY EUR                    Indice ML Eur Non-                 600 pb
                                           Asia Pacifico                                                                                          Fin HY Constr.

                                           JGB 2 anni             JPN 2yr yield                         -0,2%

                                           JGB 10 anni            JPN 10yr yield                        -0,1%           Mercati emergenti

                                           Credito Asia           Indice JACI                          350 pb           Debito pubblico           EMBIG Div                          525 pb
                                                                                                                        ME

                                                                                                                        Credito ME                CEMBI Broad                        450 pb

                                    Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                    performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                    fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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Contesto macroeconomico e mercati
9

                                    Salvo alcune eccezioni (ad es. GBP), i tassi di cambio hanno dimostrato una certa stabilità nei mesi
                                    iniziali della pandemia, pur a fronte di una svalutazione del dollaro US. Le profezie sulla fine del
                                    dollaro come valuta di riserva globale si sono comunque avverate e la recente debolezza potrebbe
                                    avere vita breve. Una possibile tendenza valutaria sarà l’indebolimento del CNY dai livelli attuali. Per
                                    quanto riguarda i prezzi petroliferi, su un orizzonte di 12 mesi ci aspettiamo solo un lieve aumento
                                    ascrivibile al rinnovato allineamento tra offerta e domanda (Figura 7). Lo stesso vale per l’oro, che
                                    potrebbe registrare un leggero incremento delle quotazioni, pur confermandosi un’utile fonte di
                                    diversificazione per i portafogli.

                                         Figura 6: Previsioni su commodity e valute

                                         Fonte: Deutsche Bank International Private Bank. Dati aggiornati al 28 maggio 2020.

                                           Oro (USD/oz)                                                 1.830           EUR vs. JPY                                                     115

                                           Petrolio (WTI, USD/barile, a 12 mesi)                            43          EUR vs. GBP                                                    0,90

                                           EUR vs. USD                                                    1,10          GBP vs. USD                                                    1,22

                                           USD vs. JPY                                                    105           USD vs. CNY                                                    7,30

                                    Le nostre opinioni sulle asset class sono sintetizzate a pagina 12.

                                         Figura 7: Riallineamento fra domanda e offerta petrolifera

                                         Fonte: Bloomberg Finance LP, IEA, OPEC, Deutsche Bank International Private Bank. Dati aggiornati
                                         al 7 luglio 2020.

                                         mln barili/gg                                                                                                                           mln barili
                                         105                                                                                                                                            4800

                                         100                                                                                                                                            4600

                                                                                                                                                                                        4400
                                          95
                                                                                                                                                                                        4200
                                          90
                                                                                                                                                                                        4000
                                          85
                                                                                                                                                                                        3800
                                          80
                                                                                                                                                                                        3600
                                          75
                                                                                                                                                                                        3400
                                          70
                                                                                                                                                                                        3200

                                          65                                                                                                                                            3000

                                          60                                                                                                                                            2800
                                                Dic 2018                                Dic 2019                                 Dic 2020                                Dic 2021

                                        Giacenze OCSE (dx)           Previsioni sulle giacenze OCSE (dx)       Offerta globale (sx)
                                        Previsioni sull’offerta (sx)     Domanda globale (sx)         Previsioni sulla domanda (sx)

                                    Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                    performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                    fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                         Box 1

                                         Asset allocation strategica: gestire l’incertezza

                                         Il fulcro del nostro processo d’investimento è un’asset allocation strategica (AAS). Siamo
                                         ancora dell’idea che un’efficace AAS continuerà a fornire nel tempo la maggior parte dei
                                         rendimenti di un portafoglio, considerate le difficoltà legate al cosiddetto “market timing”
                                         (individuare il momento più opportuno per acquistare o vendere attività sui mercati) e
                                         alla selezione dei singoli titoli, per quanto questi aspetti possano comunque offrire valore
                                         aggiunto.

                                         È ampiamente risaputo che non esiste un’unica asset allocation ottimale. Gli investitori hanno
                                         diverse preferenze (ad es. in fatto di rischio), devono affrontare sfide diverse e partono da
                                         tipologie diverse di attività in cui investire. Anche gli aspetti valutari cambiano a seconda del
                                         singolo investitore e della sua ubicazione.

                                         È ovvio inoltre che non ha senso basare un’asset allocation strategica su un’unica serie di
                                         previsioni dell’andamento futuro dei mercati. Come ci ha ricordato fino troppo chiaramente la
                                         pandemia di coronavirus, nessuno può prevedere il futuro con assoluta certezza e la gamma
                                         di esiti possibili è ampia. Considerata questa incertezza intrinseca, l’attenzione dovrebbe
                                         focalizzarsi sul concetto di probabilità. Nell’elaborare le nostre previsioni sulle tre variabili
                                         chiave per l’asset allocation (rendimenti attesi, volatilità e correlazioni), possiamo sì attingere
                                         dall’esperienza storica, ma la cosa più importante è individuare gli ambiti/rapporti più solidi e
                                         quelli che invece appaiono più instabili. A quel punto possiamo effettuare un’asset allocation
                                         verosimilmente più resiliente agli eventi futuri.

                                         Ecco un esempio che dimostra perché è essenziale tenere conto del fattore incertezza. Da
                                         qualche tempo, sembra che molte obbligazioni governative core al di fuori degli USA generino
                                         rendimenti negativi. Perché quindi investire in obbligazioni (e non privilegiare, ad esempio, la
                                         liquidità)? Una risposta ovvia è che gli investimenti obbligazionari forniscono dei vantaggi in
                                         termini di diversificazione, considerate le probabili oscillazioni dei rendimenti in uno scenario di
                                         rischio. In realtà, però, la tesi a favore delle obbligazioni è di più ampio respiro: alla luce dei vari
                                         scenari futuri possibili, i nostri calcoli suggeriscono che il rendimento medio ponderato di un
                                         portafoglio che comprende obbligazioni sarà probabilmente migliore di quello caratterizzato
                                         da semplici allocazioni alla liquidità. Questa osservazione, incentrata sui rendimenti medi
                                         ponderati attesi in diversi scenari, può essere applicata anche ad altre classi d’investimento
                                         (ad es. azioni). Come per il nostro approccio di AAS in generale, il messaggio di fondo è chiaro:
                                         vale la pena accettare un leggero svantaggio teorico a livello di rendimento, in cambio di un
                                         maggior vantaggio nel caso in cui le cose non vadano esattamente come previsto.

                                    Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                    performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                    fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
CIO Insights
Contesto macroeconomico e mercati
11

                                         Box 2

                                         La pandemia sottolinea l’importanza dei criteri ESG

                                         Con il diffondersi della pandemia di coronavirus, si è temuto che i controlli ambientali, sociali
                                         e di governance (ESG) potessero venire meno, visto che i singoli paesi erano impegnati a
                                         rilanciare la crescita economica con un approccio da “scarica barile” volto ad aumentare il
                                         vantaggio competitivo (ad es. rinviando gli obiettivi ambientali).

                                         Fortunatamente questo scenario non si è concretizzato, ma il rischio permane. Una cosa però
                                         è emersa chiaramente durante la crisi: le aziende con un elevato rating ESG hanno superato
                                         il resto del mercato. In particolare, una buona governance è valsa a queste realtà un buon
                                         posizionamento (ad es. in termini di trasparenza) per affrontare le difficoltà economiche e
                                         commerciali generali.

                                         Altri fattori lasciano intendere che i criteri ESG potrebbero assumere un ruolo ancor più
                                         rilevante. Il coronavirus ha evidenziato l’importanza dei fattori ambientali e sociali, oltre
                                         che della governance. Data la presunta sua fonte – la zoonosi, ossia la trasmissibilità di una
                                         patologia tra specie diverse – la pandemia ha reso sempre più impellente la necessità di
                                         tutelare e gestire gli habitat, una priorità che va ad aggiungersi alle preoccupazioni ambientali
                                         esistenti (la “E” dell’acronimo).

                                         L’impatto economico della pandemia sulle aziende e sull’occupazione ha invece ribadito
                                         la responsabilità sociale delle imprese (la “S”). Inoltre, se è vero che in conseguenza della
                                         crisi i governi stanno ampliando le proprie quote di partecipazione nelle singole aziende per
                                         mantenerle in vita, è altrettanto vero che gli stessi governi potrebbero imporre loro il rispetto
                                         di determinati target sociali.

                                         Quanto alla governance (la “G”), la consapevolezza della sua importanza andrà ben
                                         oltre l’attuale crisi. Come illustrato nella nostra relazione straordinaria “The “G” in ESG:
                                         Governance – a question of balance”, il raggio d’azione della governance si è costantemente
                                         ampliato nel tempo, a integrare le questioni ambientali e le responsabilità dei governi (e non
                                         solo delle aziende).

                                    Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                    performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                    fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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Opinioni sintetiche sulle asset class
12

                                        Opinioni sintetiche
                                        sulle asset class
                                                          Titoli di Stato core: limitato potenziale di incremento dei rendimenti in assenza di un
                                                          aumento dell’inflazione. La maggiore emissione di debito pubblico potrebbe comunque
                                                          concedere agli investitori una pausa di riflessione. La risoluzione della contestazione
                                                          legale tedesca relativa agli acquisti del programma PSPP elimina un problema, ma
                                                          (nonostante l’accordo iniziale sul recovery fund) la politica dell’Eurozona è ancora a
                                                          rischio.

                                                          Investment grade: la Fed si è ora unita alla BCE nell’acquisto di singoli titoli societari,
                                                          anche se gli spread potrebbero subire un’ulteriore lieve contrazione. Il solido background
                                                          tecnico dell’offerta negli Stati Uniti e in Europa sta venendo meno. Le preoccupazioni per
                                                          il coronavirus sembrano ora integrate nelle valutazioni, ma un rapido peggioramento su
                                                          questo fronte (e nelle relazioni commerciali) avrebbe conseguenze deleterie.

                                                          High yield: il volume elevato di emissioni HY negli Stati Uniti è stato finora ben assorbito,
                                                          ma l’aumento dei contagi da coronavirus è fonte di preoccupazione. L’incremento dei
                                                          prezzi petroliferi ha fornito un certo sostegno, ma gli afflussi degli investitori in questa
                                                          asset class sono rallentati. I default previsti nel settore HY europeo si sono ridimensionati
                                                          e il mercato primario sta recuperando terreno, anche se la capacità di selezione e la
                                                          liquidità rimangono imprescindibili.

                                                          Debito dei mercati emergenti in valute forti: il coronavirus e i rischi geopolitici
                                                          permangono, ma il debito asiatico attira interesse come fonte di rendimento. Gli spread
                                                          dei ME restano inferiori a quelli dei mercati sviluppati, offrendo un certo potenziale di
                                                          ripresa. Le nuove emissioni sono gestibili e anche la cospicua liquidità globale funge da
                                                          sostegno.

                                                          Azioni statunitensi: le previsioni sugli utili per azione (EPS) dello S&P 500 per il 2020 si
                                                          attestano ora a $110 con un probabile punto minimo nel 2° trimestre. Preoccupazioni
                                                          legate alla leva finanziaria nei settori energetico, industriale e dei beni di consumo
                                                          voluttuari. Manteniamo un approccio tattico prudente e preferiamo i titoli difensivi a
                                                          quelli ciclici. Continuiamo a privilegiare il settore sanitario e tecnologico.

                                                          Azioni europee: le revisioni negative degli utili si sono tradotte in stime più realistiche
                                                          sugli EPS per il 2020. La politica fiscale, focalizzata sul mantenimento dell’occupazione,
                                                          fornirà un certo sostegno, ma difficilmente gli utili torneranno ai livelli del 2019 prima del
                                                          2023. Preferiamo i titoli orientati alla qualità e alla crescita.

                                                          Azioni giapponesi: il rallentamento della crescita globale preoccupa i settori orientati
                                                          all’esportazione (ad es. auto e ricambi), ma l’economia nazionale è stata colpita meno
                                                          duramente dal coronavirus rispetto ad altre. Tra i fattori positivi si annoverano i bilanci
                                                          solidi e la bassa leva finanziaria, ma il fatto che la BoJ sia diventata uno dei principali
                                                          investitori potrebbe compromettere le dinamiche di domanda e offerta.

                                        Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                        performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                        fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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Opinioni sintetiche sulle asset class
13

                                        Azioni dei mercati emergenti: le valutazioni si confermano interessanti in termini assoluti
                                        e rispetto al mercato azionario globale. Tuttavia, serve ancora capacità di diversificazione
                                        a livello geografico e settoriale. Anche le speranze di ripresa degli utili devono ancora
                                        concretizzarsi. Tra i rischi figurano una seconda ondata di coronavirus e le dispute
                                        commerciali.

                                        Oro: eventuali rialzi dai livelli attuali potrebbero essere limitati, ma i tassi d’interesse
                                        ancora bassi e una politica monetaria accomodante dovrebbero incidere in segno
                                        positivo. L’appetibilità dell’oro come “porto sicuro” potrebbe scontrarsi con i suoi limiti e
                                        le quotazioni essere vulnerabili alla decisione degli investitori di ridurre le posizioni per
                                        esigenze di liquidità, qualora si manifestassero nuove difficoltà sui mercati.

                                        Petrolio: la parziale ripresa della domanda globale e il rispetto delle decisioni di maggio
                                        sui tagli alla produzione nell’OPEC+ hanno sostenuto i prezzi ben oltre i minimi recenti.
                                        Anche la produzione di scisto statunitense sta rispondendo bene alle variazioni (in
                                        positivo e in negativo) dei prezzi. L’aumento dei prezzi potrebbe accelerare nei prossimi
                                        mesi dell’anno (previsione a 12 mesi sul WTI: $43/barile).

                                                        Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono
                                                        un indicatore affidabile delle performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si
                                                        rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla fine del presente documento.
                                                        Redatto ad agosto 2020.
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Aggiornamento sui temi per il 2020
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                                     Aggiornamento sui temi
                                     per il 2020
                                     Abbiamo presentato i nostri temi per il 2020 lo scorso dicembre, quando
                                     il virus SARS-CoV-2 era pressoché sconosciuto. Eppure, ora che il
                                     mondo sta con fatica cercando di tornare alla normalità, questi stessi
                                     temi appaiono assolutamente rilevanti per gestire un portafoglio di
                                     investimenti.

                                     Tematica 1: Reazione prudente alle pressioni politiche
                                     Questo primo tema identifica le preoccupazioni relative all’eccessiva dipendenza dalla politica
                                     monetaria e alle sfide strutturali come la de-globalizzazione, sottolineando la necessità di soluzioni
                                     ponderate.

                                     Ad aggravare questi timori è la disperata risposta politica alla pandemia di coronavirus, che ha
                                     costretto le banche centrali ad un ulteriore stimolo monetario, i governi a livelli di sostegno fiscale

                                          Figura 8: Deficit di bilancio cumulativi mensili per gli USA, bilancio della Fed

                                          Fonte: DWS, Deutsche Bank International Private Bank. Dati aggiornati al 7 luglio 2020.

                                           Miliardi di $                                                                                                        Migliaia di miliardi di $
                                                0                                                                                                                                               8
                                             -200                                                                                                                                               7
                                             -400                                                                                                                                               6
                                             -600                                                                                                                                               5
                                             -800                                                                                                                                               4
                                           -1000                                                                                                                                                3
                                           -1200                                                                                                                                                2
                                           -1400                                                                                                                                                1
                                           -1600                                                                                                                                                0
                                                      Ott               Nov               Dc                Gen               Feb               Mar               Apr               Mag

                                         Deficit di bilancio esercizio 2019 (sx)                       Deficit di bilancio esercizio 2020 (sx)                       Bilancio della Fed (dx)
                                     Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                     performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                     fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                     senza precedenti e molte aziende a riconsiderare i propri modelli di business. Abbiamo già discusso
                                     del problema del deficit e del debito pubblico nella nostra relazione straordinaria del 2019 “Peak
                                     debt: sustainability and investment implications”. Il coronavirus non ha fatto altro che accelerare
                                     questi trend a lungo termine. La Figura 8 mostra come la politica e i deficit stiano esponendo anche
                                     gli Stati Uniti (come altri paesi) a un dilemma a breve termine.

                                     Considerata l’entità del problema economico, la storia giudicherà probabilmente la reazione politica
                                     all’epidemia di SARS-CoV-2 come “prudente”. Ma la prudenza dei governi sarà messa alla prova
                                     nei mesi e negli anni a venire. Una ripresa lenta e disomogenea, unita a un probabile aumento della
                                     disoccupazione e forse anche ad effetti collaterali “sconosciuti” sul fronte politico, accrescerà le
                                     pressioni per misure economiche ancor più radicali. Nemmeno i problemi politici, interni ed esterni
                                     (ad es. dispute commerciali, Brexit, ecc.), svaniranno.

                                     Una risposta “prudente” sarà necessaria anche per questioni non strettamente correlate
                                     all’economia. L’intervento dei governi in risposta al SARS-CoV-2 comporterà probabilmente un
                                     maggiore coinvolgimento e una maggiore compartecipazione dello Stato nel settore, ad esempio
                                     con l’adozione di obiettivi più esplicitamente “sociali” o di un nuovo modo di pensare ai diritti di
                                     proprietà intellettuale. Tutto ciò potrebbe avere risvolti positivi, ma sussistono anche gravi rischi.

                                     Implicazioni per gli investimenti: anche se molto probabilmente la politica monetaria rimarrà
                                     ultra-accomodante, non si può escludere a priori un riesame di altri aspetti politici, con tutte le
                                     problematiche che ne conseguiranno per le società e i mercati. Per i governi potrebbe risultare
                                     sempre più difficile trovare una risposta “prudente”. È bene aspettarsi qualche sconvolgimento
                                     politico e mantenere un’ampia diversificazione.

                                     Tematica 2: Un mondo di bassi rendimenti
                                     Questo è un altro tema divenuto ancor più rilevante con la pandemia di SARS-CoV-2. Quando
                                     l’abbiamo lanciato, pensavamo che la politica monetaria avrebbe contribuito a mantenere bassi i
                                     rendimenti nel medio termine. Con l’epidemia di coronavirus, è evidente che i rendimenti subiranno
                                     ulteriori cali per un periodo più lungo del previsto. Noi ci aspettiamo rendimenti negativi a 12 mesi
                                     sia per i titoli di Stato tedeschi che per gli omologhi giapponesi, mentre quelli decennali negli USA si
                                     confermeranno al di sotto dell’1% (Figura 5).

                                     Come se non bastasse, il SARS-CoV-2 ha introdotto nuovi elementi di rischio in questo mondo
                                     di bassi rendimenti. Noi ne abbiamo individuati quattro. Innanzitutto, la pandemia ha sollevato
                                     preoccupazioni sul rischio sistemico, come testimoniato dallo scompiglio dei mercati a marzo,
                                     rapidamente gestito dalle banche centrali. In secondo luogo, ha alimentato le preoccupazioni legate
                                     a un rischio più specifico – sia aziendale che geografico – dovuto all’impatto economico e di mercato
                                     del SARS-CoV-2. Inoltre, ha aggravato i timori esistenti sulle implicazioni a lungo termine dei deficit
                                     per la sostenibilità del debito pubblico. E infine ha riacceso la paura che la politica monetaria ultra-
                                     accomodante possa provocare un aumento dell’inflazione nel lungo periodo, nonostante le evidenti
                                     pressioni al ribasso sui prezzi osservate finora.

                                     Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                     performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                     fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                     Implicazioni per gli investimenti: la tesi avanzata all’inizio del 2020 – ossia che le partecipazioni
                                     in obbligazioni core vanno giustificate – è oggi più valida che mai. Se è vero che i titoli di Stato
                                     core possono offrire al portafoglio una certa diversificazione in caso di correzione dei mercati,
                                     comportano anche dei rischi eccessivi. Nel precedente paragrafo dedicato all’asset allocation
                                     strategica, abbiamo spiegato come le obbligazioni, perfino con rendimenti negativi, continuino
                                     a rappresentare una componente imprescindibile dei portafogli al pari della liquidità, per gestire
                                     l’incertezza degli sviluppi futuri. Infatti, i rendimenti rettificati per il rischio di un portafoglio che
                                     include obbligazioni governative possono risultare comunque migliori rispetto a quelli di un’AAS che
                                     non investe in tali strumenti, fermi restando i rischi correlati a queste partecipazioni.

                                     Tematica 3: Alla ricerca di nuove fonti di reddito
                                     Se i rendimenti sono effettivamente destinati a rimanere bassi, dove potrebbero risiedere le
                                     opportunità di reddito nell’universo obbligazionario? Al momento riteniamo che gli investitori
                                     dovrebbero concentrarsi sugli investimenti a maggior rendimento nei mercati emergenti e fra le
                                     obbligazioni societarie, mantenendo comunque un “approccio aperto” riguardo alla tipologia e alla
                                     dislocazione geografica.

                                     Gli eventi di quest’anno hanno senza dubbio ribadito l’importanza della flessibilità per cogliere
                                     le opportunità tattiche. Il netto ampliamento registrato a marzo dagli spread societari (compreso
                                     il segmento investment grade) a seguito degli sconvolgimenti di mercato è stato invertito dalle
                                     misure politiche, che hanno generato opportunità. Le banche centrali si stanno affermando come
                                     protagonisti sempre più attivi sui mercati delle obbligazioni societarie, con la Fed che ha seguito
                                     le orme della foriera BCE. Dopo la crisi di marzo, la contrazione degli spread ha creato interessanti
                                     opportunità. Al contempo, la maggior parte delle obbligazioni dei mercati emergenti è riuscita per
                                     qualche mese ad archiviare risultati migliori del previsto, grazie alle risposte ponderate delle banche
                                     centrali di questi paesi, alle scarse evidenze di un aumento dell’inflazione e a un notevole incremento
                                     dei livelli di default.

                                     Implicazioni per gli investimenti: in prospettiva futura riteniamo che gli spread potrebbero contrarsi
                                     ulteriormente nello spazio IG sia in USD che in EUR, per quanto il margine di rialzo qui sia limitato.
                                     Anche i titoli HY sembrano offrire un certo potenziale di incremento, nonostante l’aumento delle
                                     emissioni negli USA. Un possibile ostacolo in questo senso potrebbero essere i tassi di default, a cui
                                     si aggiunge qualche rischio idiosincratico. Quanto al debito dei mercati emergenti, interessanti su
                                     base selettiva potrebbero risultare sia i titoli societari che quelli sovrani. Il SARS-CoV2 ha gettato
                                     un’ombra su alcuni titoli di debito sovrani dei ME, ma gli spread di credito in questi paesi presentano
                                     un certo potenziale di ulteriore contrazione, in virtù dell’aumento della domanda, della graduale
                                     ripresa dei prezzi delle commodity e di una liquidità globale che si conferma elevata grazie alle
                                     politiche estremamente accomodanti delle banche centrali. La domanda in questo segmento è
                                     rimasta sostenuta, in un contesto di calo generalizzato delle aspettative inflazionistiche.

                                     Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                     performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                     fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                     Tematica 4: Uno stile bilanciato
                                     All’inizio del 2020 avevamo consigliato agli investitori di “bilanciare” il loro stile – in altre parole, di
                                     non riporre tutta la loro fiducia in un solo approccio d’investimento. Come avevamo sottolineato
                                     all’epoca, i mercati azionari erano stati ampiamente trainati dai titoli “growth” (azioni di società
                                     che si pensava sarebbero cresciute più rapidamente rispetto al resto del mercato). Al contrario, i
                                     titoli “value” (azioni che scambiano a quotazioni inferiori al prezzo apparentemente giustificato dai
                                     fondamentali) erano passati in secondo piano. Eravamo convinti che, con il divario nelle valutazioni
                                     fra titoli “growth” e “value” ai massimi storici, un approccio più equilibrato agli emittenti orientati alla
                                     crescita e, in particolare, a quelli improntati sul valore e di maggiore qualità, si sarebbe tradotto in
                                     rendimenti più elevati.

                                     Da allora, grazie alla pandemia di coronavirus, i mercati azionari hanno subito profonde oscillazioni,
                                     ma la necessità di un approccio equilibrato rimane. Nel 2° trimestre abbiamo osservato un breve
                                     rilancio dei titoli “value”, pur a fronte della costante sovraperformance delle controparti “growth”. I
                                     dividendi sono stati in gran parte accantonati, visto che la prospettiva di una più grave recessione
                                     economica ne ha scoraggiato i pagamenti da parte delle aziende.

                                          Figura 9: Premi di valutazione dei titoli “growth” vs. “value”: criteri diversi

                                          Fonte: DWS, Deutsche Bank International Private Bank. MSCI World Value vs. MSCI World Growth.
                                          Dati aggiornati al 27 giugno 2020.

                                          1,4                                                                                                                                             1,4
                                          1,2                                                                                                                                             1,2
                                          1,0                                                                                                                                             1,0
                                          0,8                                                                                                                                             0,8
                                          0,6                                                                                                                                             0,6
                                          0,4                                                                                                                                             0,4
                                          0,2                                                                                                                                             0,2
                                          0,0                                                                                                                                             0,0
                                         -0,2                                                                                                                                             -0,2
                                         -0,4                                                                                                                                             -0,4
                                                 2005    2006     2007    2008     2009    2010     2011    2012     2013     2014    2015     2016    2017     2018    2019     2020

                                         Premio EV/FCF (esclusi finanziari)                          Premio EV/Fatturato                     Premio P/E

                                     Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                     performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                     fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                     Cosa accadrà d’ora in avanti, è tutto da vedere. All’inizio del 3° trimestre, la ripresa aveva spinto
                                     i mercati a livelli che apparivano fin troppo apprezzati in termini di fondamentali (per lo meno in
                                     relazione agli utili). Le aspettative sugli utili hanno continuato a calare, anche se la speranza è che il
                                     picco minimo sia stato raggiunto nel 2° trimestre 2020.

                                     Implicazioni per gli investimenti: questo scenario potrebbe preannunciare alcuni mesi difficili,
                                     soprattutto perché da un’analisi degli utili iniziano ad emergere chiaramente i vincitori e i perdenti
                                     di ogni settore; in tal senso, le nostre preferenze di lunga data per i titoli sanitari restano invariate.
                                     A livello di stile, potrebbe sembrare su molti fronti che i titoli “growth” abbiano valutazioni elevate
                                     rispetto a quelli “value”, ma il premio sui cash flow che offrono non è eccessivo su base storica
                                     (si veda Figura 9). I portafogli con un approccio bilanciato potrebbero quindi includere sia titoli
                                     “growth” che titoli “value” resilienti, selezionati ad hoc come potenziali beneficiari del futuro rilancio
                                     economico.

                                     Tematica 5: Priorità alle politiche
                                     Secondo le nostre previsioni per il 2020, gli interventi politici avrebbero dovuto svolgere un ruolo
                                     più incisivo nel determinare i tassi di cambio rispetto ai vari fondamentali economici e alle politiche.
                                     In effetti, così è stato, anche se in un modo che mai ci saremmo immaginati. I mercati si sono
                                     concentrati sulla portata generale della reazione politica al SARS-CoV-2, senza operare distinzioni
                                     fra i vari paesi. Di conseguenza, pur osservando a inizio marzo una temporanea avversione al
                                     rischio, seguita da un indebolimento del dollaro US, con una conseguente predilezione per valute
                                     come lo yen giapponese, e una breve impennata del DXY (l’indice in USD ponderato per gli scambi
                                     commerciali), le singole valute sono state meno volatili del previsto.

                                     Almeno di recente, a guidare le coppie monetarie è stato più che altro il sentiment di propensione/
                                     avversione al rischio nel mercato azionario statunitense. In tal senso, a un periodo di propensione al
                                     rischio è tendenzialmente corrisposta una rivalutazione del dollaro US, che si è invece deprezzato
                                     quando a prevalere è stato un clima “risk-off”. Il mese scorso, abbiamo assistito a un indebolimento
                                     del dollaro US, nonostante lo scenario generalizzato di propensione al rischio, dove però il ruolo dei
                                     tradizionali catalizzatori fondamentali dei cambi, come i differenziali dei tassi d’interesse, è stato
                                     complessivamente poco rilevante.

                                     Ovviamente i fondamentali potrebbero riacquistare la loro solita importanza mano a mano che le
                                     prospettive economiche si faranno più chiare e l’attenzione inizierà a focalizzarsi sulle differenze nei
                                     programmi politici nazionali, come per altro sta già preannunciando la svalutazione del dollaro US.
                                     Nel frattempo, però, si potrebbe delineare uno scenario in cui la politica eserciterà un impatto più
                                     marcato, sia direttamente (elezioni americane, dispute commerciali, nuove tensioni geopolitiche) che
                                     indirettamente, con gli operatori impegnati a rimuginare sulle implicazioni degli interventi economici
                                     dei governi. Nel caso dell’Europa, due aspetti da monitorare con attenzione sono l’agenda della BCE

                                     Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                     performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                     fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                     e l’evoluzione del recovery fund dell’UE, che - nonostante i recenti progressi - è ancora in balia delle
                                     forze politiche.

                                     La vulnerabilità delle altre valute agli sviluppi congiunturali e politici potrebbe essere esacerbata
                                     dalle ripercussioni economiche del SARS-CoV-2. Un esempio fra tutti è la sterlina britannica:
                                     la minaccia di una Brexit “senza accordo” dopo il periodo di transizione, unita alla contrazione
                                     economica e al rapido aumento dell’indebitamento, continua a provocare picchi di volatilità
                                     monetaria.

                                     Implicazioni per gli investimenti: non ci aspettiamo una drastica svalutazione del dollaro US dai
                                     livelli attuali, mentre potremmo assistere a un rialzo dell’EUR in un’ottica di lungo termine. Il JPY si
                                     conferma una fonte di diversificazione dei portafogli. È presumibile un leggero deprezzamento del
                                     CNY.

                                     Tematica 6: Temi a lungo termine: tecnologia e criteri ESG
                                     Per il 2020 abbiamo lanciato due temi d’investimento a lungo termine: accelerazione del 5G e
                                     gestione delle risorse. L’importanza di entrambe le tematiche è cresciuta durante la crisi del SARS-
                                     CoV-2. I lockdown e il telelavoro hanno dimostrato la nostra dipendenza dalle comunicazioni digitali
                                     - ambito in cui il 5G svolgerà in futuro un ruolo chiave. Ma l’impatto della rete 5G sui consumatori è
                                     solo una faccia della medaglia: il 5G, infatti, avrà enormi ripercussioni anche sui fornitori di servizi
                                     (e quindi sulle alleanze industriali e sulle infrastrutture di supporto) e sulla produttività commerciale
                                     in generale (ad es. in termini di interconnessione delle strutture produttive), non da ultimo perché
                                     imprimerà una forte accelerazione alla connessione e all’uso dei big data.

                                     Meno evidente, ma altrettanto importante, è l’impatto della pandemia sulla gestione delle risorse.
                                     Innanzitutto, la probabile fonte della pandemia ha aumentato la consapevolezza dei pericoli
                                     derivanti dall’invasione e dallo sfruttamento degli habitat naturali. Più in generale, i timori iniziali
                                     di un temporaneo allentamento degli standard ambientali per consentire un’immediata ripresa
                                     economica parrebbero infondati. In determinati settori, i governi hanno anzi alzato la posta in gioco,
                                     il che potrebbe in ultima analisi incoraggiare obiettivi e iniziative ambientali, di pari passo con la
                                     crescente enfasi riposta sugli aspetti di governance sulla scia delle difficoltà aziendali messe in luce
                                     dalla pandemia.

                                     Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                     performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                     fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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                                          Box 3

                                          Correlazione fra i temi d’investimento a lungo termine

                                          Ogni anno proponiamo agli investitori delle tematiche d’investimento a lungo termine,
                                          focalizzate sui cambiamenti strutturali futuri nel panorama economico. Sono temi
                                          intenzionalmente meno esposti al ciclo economico e che dovrebbero quindi fornire a un
                                          portafoglio i vantaggi della diversificazione.

                                          Le attuali tematiche a lungo termine si concentrano su tre aspetti principali - tecnologia,
                                          demografia e tutela del mondo in cui viviamo - e sono sintetizzate insieme al relativo anno di
                                          lancio nella seguente Figura 10.

                                                Figura 10: Triangolo dei temi a lungo termine

                                                Fonte: Deutsche Bank International Private Bank. Dati aggiornati al 7 luglio 2020.

                                                                                                               Sanità
                                                                                                                (2017)
                                                                                                                                                 De

                                                                                                          Infrastrutture
                                                                         gia

                                                                                                                                                     mo

                                                                                                           (2017 e 2019)
                                                                  olo

                                                                                                                                                         gra

                                                                                             Sicurezza
                                                                                            informatica
                                                                cn

                                                                                                                                                              fia

                                                                                                 (2017)                       Millennial
                                                              Te

                                                                                                                                  (2017)
                                                                                Intelligenza artificiale
                                                                                             (2018)

                                                                                   Accelerazione del 5G
                                                                                                (2020)                                       Gestione
                                                                                                                                            delle risorse
                                                                       Mobilità                                ESG                             (2020)
                                                                     intelligente
                                                                         (2019)                               (2019)

                                                                          Tutela del mondo in cui viviamo

                                     Le performance passate non costituiscono un indicatore dei rendimenti futuri. Le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle
                                     performance future. Il capitale dell’investitore potrebbe essere a rischio. Si rimandano i lettori alle informative e alle avvertenze sui rischi riportate alla
                                     fine del presente documento. Redatto ad agosto 2020.
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