CIO Insights - Prepararsi per il maltempo Aggiornamento dei temi di investimento e delle previsioni dei mercati finanziari - DB Financial Advisors
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4° trimestre CIO Insights Prepararsi per il maltempo Aggiornamento dei temi di investimento e delle previsioni dei mercati finanziari
CIO Insights
Lettera agli investitori
1
Lettera agli Prepararsi per il maltempo
investitori
In una situazione di incertezza economica prolungata, vi è il pericolo
di non vedere i rischi che ci aspettano. Le tensioni commerciali
tra USA e Cina infuriano ormai da oltre un anno, e altre tensioni di
natura geopolitica da molto più a lungo (la Brexit da oltre tre anni).
Ciononostante, sebbene abbiano sofferto brevi periodi di volatilità, i
Christian Nolting
mercati non hanno vissuto periodi di depressione prolungati. In gran
Global CIO parte, ciò è dovuto ai continui sforzi delle banche centrali, con la Fed, la
BCE e la Bank of Japan che si sono mostrate pronte a intervenire a ogni
necessità. Di conseguenza, la crescita economica e i mercati finanziari
sono stati sostenuti, sebbene questi non siano gli obiettivi primari delle
banche centrali.
Nonostante il fatto che i tempi siano cambiati dall’inizio dell’anno, ribadiamo i nostri sei temi che
abbiamo presentato lo scorso gennaio.
01 Il nostro primo tema "Economia - Rallentamento della crescita" è già stato confermato dai
fatti, con una crescita più lenta nella maggior parte delle principali aree del mondo e alcuni
Paesi potenzialmente in fase di recessione. La questione chiave ora è vedere se il motore di
crescita economica degli USA inizierà a perdere colpi, alla luce delle pressioni commerciali
e di altra natura. Ma, come sosteniamo a pagina 4, una recessione, che sia negli USA o a
livello globale, non rappresenta una minaccia imminente. A livello micro, un problema più
immediato è rappresentato dalla possibilità che le sofferenze del settore manifatturiero si
diffondano anche ai servizi, nel caso di un calo dei consumi.
02 “Mercati dei capitali - Attenzione alla volatilità”, il nostro secondo tema, continua a essere
rilevante. Nel 2019 non abbiamo ancora avuto un periodo di volatilità dei mercati azionari
grave come quello di fine 2018. Ma ciò rimane una possibilità. Ai sopra menzionati fattori di
natura geopolitica e alle tensioni commerciali che hanno contribuito a questa situazione, si
devono aggiungere i problemi tipici di fine ciclo, nonché la crescente consapevolezza che i
mercati sono tutt'altro che pronti dopo il sostegno delle banche centrali. Va anche ricordato
che l'indice VIX non è l'unica misura della volatilità. Gli altri mercati sono anch'essi soggetti a
picchi di volatilità.
03 Il reddito fisso deve rimanere un punto centrale di attenzione. Il nostro terzo tema è quello
del “Reddito fisso – il ritorno dei rendimenti statunitensi” e, mentre i rendimenti dei titoli di
stato sono calati molto più del previsto, il sostegno da noi accordato all'inizio dell'anno alla
possibilità di un approccio selettivo rimane valido. Nella continua caccia ai rendimenti, in un
mondo sempre più dominato dal debito con rendimenti negativi, alcuni segmenti del reddito
fisso (per esempio High Yield e le obbligazioni dei mercati emergenti nei mercati emergenti)
restano interessanti.
04 La situazione attuale ha delle implicazioni anche relativamente al nostro quarto tema "Azioni
- Flessioni degli utili". Gli utili effettivi delle aziende, e le aspettative di una loro crescita
futura, sono in calo, sebbene a nostro parere quelle dei mercati finanziari riguardanti il quarto
trimestre 2019 potrebbero comunque essere ancora troppo ottimistiche. Quindi, nonostante
il continuo sostegno offerto dalle politiche delle banche centrali, crediamo che i titoli azionari
potranno offrire solo guadagni alquanto modesti in un orizzonte temporale a 12 mesi: il
ragionamento a sostegno dell'investimento in azioni secondo il quale "non c'è alternativa" è
divenuto ormai piuttosto debole.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Lettera agli investitori
2
05 I problemi relativi ai cambi in un portafoglio globale sono spesso sottovalutati. La previsione,
nel nostro quinto tema "Cambi e materie prime – dollaro USA e petrolio sotto i riflettori",
secondo cui il dollaro USA non avrebbe fatto marcia indietro in misura consistente contro
l'euro si è dimostrata generalmente corretta: ora, la cosa più importante è vedere fino
a che punto le questioni legate al commercio creeranno problemi per il biglietto verde.
Lo yen giapponese e il franco svizzero potrebbero risultare controvoglia i beneficiari di
questa situazione. Per quanto riguarda il petrolio, gli eventi recenti ci ricordano che l’offerta
ininterrotta di greggio non si può dare per scontata, anche se a lungo termine restiamo del
parere che gli investitori si preoccuperanno soprattutto della debolezza della domanda.
06 Il nostro sesto tema "Investimenti a lungo termine - Transizione tecnologica" continua
ad avere una forte rilevanza. La debolezza di certi titoli del settore tecnologico non deve
farci perdere di vista il ruolo che questo settore ricopre in molti cambiamenti strutturali
all'interno dell'economia globale. L'interesse degli investitori negli investimenti basati sui
principi basati sui principi ESG, ovvero sui filtri di natura ambientale, sociale e di governance
continua a crescere, come anche i cambiamenti strutturali nell’economia che favoriscono
gli investimenti sostenibili. La spesa pubblica sta tornando al centro delle questioni di
politica monetaria, e ciò influirà sull'altro tema strutturale che abbiamo aggiunto nel 2019, il
miglioramento delle infrastrutture.
Cosa dovrebbero fare gli investitori? La risposta non può che essere questa: continuare a
riequilibrare il portafoglio e mettersi in guardia da eventi futuri. Non prevediamo una recessione
globale, ma è probabile che avremo una maggiore volatilità dei mercati, fattore di cui si deve tenere
conto per la costruzione del portafoglio. Con gli utili azionari in calo in un orizzonte temporale di 12
mesi, bisogna evitare qualunque posizione eccessiva in azioni e avere chiare in mente le preferenze
a livello geografico e di settore. Nell'ambito del reddito fisso, bisogna ricordare che i titoli di stato
non sono necessariamente "sicuri": tuttavia, possono presentarsi opportunità altrove, per esempio
nelle obbligazioni corporate di tipo investment grade o nei mercati emergenti. Occorre anche fare
attenzione ai cambi. Le revisioni riguardanti la gestione e la costruzione del portafoglio avranno
un'importanza chiave: quello attuale non è uno scenario in cui si può stare fermi.
Christian Nolting
Global CIO
Instant Insights
Temi per il 2019
oo Rallentamento della crescita economica, come previsto, ma
nessuna recessione.
oo Fare attenzione alla volatilità, in quanto i rendimenti potrebbero
rimanere bassi ancora a lungo e i guadagni sulle azioni potrebbero
rallentare.
oo Continuare a riequilibrare i portafogli: concentrarsi sui temi a
lungo termine.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Contenuti
3
Contenuti
Aggiornamento tema 1
Economia – Rallentamento della
crescita
p. 4
Aggiornamento tema 2
Mercati dei capitali – Attenzione
alla volatilità
p. 6
Aggiornamento tema 3
Reddito fisso – il ritorno dei rendi-
menti statunitensi
p. 8
Aggiornamento tema 4
Azioni – Flessioni degli utili
p. 11
Aggiornamento tema 5
Cambi e materie prime – Dollaro e
petrolio sotto i riflettori
p. 14
Aggiornamento tema 6
Investimenti a lungo termine –
Transizione tecnologica
p. 17
Previsioni Glossario Disclaimer
p. 20 p. 22 p. 23
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
4
Aggiornamento tema 1
Economia – Rallentamento della
crescita
Il sostegno dei consumi
Le banche centrali stanno sostenendo la crescita economica ove
necessario. Non prevediamo una recessione. Ma bisogna tenere d'occhio i
consumatori: la loro fiducia potrebbe essere messa alla prova dall'impatto
di notizie economiche negative.
La recessione non è ancora dietro l'angolo
Il centro della questione rimane il rallentamento della crescita, non la recessione. L'agitazione dei
mercati in merito all'inversione della curva dei rendimenti USA durante l'estate ha frainteso un
possibile segnale per la prova di una crisi. La storia ci insegna che non tutte le inversioni della curva
dei rendimenti portano a una recessione e anche che l'intervallo tra l'inversione e la contrazione
va da uno a tre anni. È altresì chiaro che buona parte della flessione dei rendimenti a 10 anni non
è il risultato delle mutate aspettative della Fed o delle aspettative circa le previsioni della Fed, ma
piuttosto la conseguenza del rapido crollo delle aspettative in merito all'inflazione futura.
L'Economia USA rimane solida e ha finora dimostrato un’incredibile resilienza di fronte all'escalation
della guerra commerciale e al rallentamento della crescita ad essa associato. Ciò potrebbe essere
dovuto alla sua diversificazione e alla quota relativamente bassa di esportazioni e importazioni
nel suo PIL. Ma il continuo entusiasmo del consumatore americano è essenziale per il successo
dell'economia, e questo mostra pochi segnali di rallentamento. Prevediamo una crescita USA del
2,3% nel 2019, dopo il 2,9% registrato nel 2018, e vediamo solo un ulteriore leggero rallentamento al
2,0% nel 2020 (previsioni per anno solare).
I problemi nel settore manifatturiero potrebbero avere un impatto sulla
fiducia dei consumatori
Ciò manterrà gli USA in vantaggio sul gruppo dei mercati sviluppati. La crescita della Zona Euro è
prevista all'1,2% nel 2019 e all'1,1% nel 2020. L'economia tedesca, la "locomotiva" della regione, è
in difficoltà e i suoi problemi potrebbero non essere così facili da risolvere. Il settore manifatturiero
rappresenta una quota consistente del PIL tedesco (circa il 20%, rispetto al 10% della Francia) ed
è quindi vulnerabile a una riduzione della domanda commerciale da parte della Cina o altri Paesi.
Fino a questo momento, i problemi del settore manifatturiero tedesco non hanno ancora abbattuto
la fiducia dei consumatori, ma un aumento della disoccupazione potrebbe farlo, con conseguente
diffusione della pressione dal settore manifatturiero a quello dei servizi. Sebbene il problema rivesta
un'importanza particolare in Germania, non è da considerarsi relativo esclusivamente a quest'ultima.
La debolezza dell’economia tedesca grava sul resto della Zona Euro, nel momento in cui quest'ultima
verosimilmente è già in difficoltà per via del probabile impatto della Brexit, sia che questa avvenga a
seguito di un accordo sia nello scenario potenzialmente più dannoso di un'uscita senza accordo.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
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È ancora previsto un "atterraggio morbido" per la Cina, ma altri
problemi legati ai mercati emergenti persistono
Nei mercati emergenti il fattore chiave rimane la Cina. Le misure di stimolo continuano su
numerosi fronti, fiscali e monetari. Finora, i dati suggeriscono che un brusco rallentamento è stato
evitato, sebbene l’indice PMI manifatturiero sia sceso al di sotto della soglia di 50. I responsabili
delle politiche economiche cinesi hanno altre frecce al loro arco e non prevediamo alcun brusco
rallentamento, ma ci attendiamo una crescita del PIL del 6,2% nel 2019 dopo il 6,6% del 2018:
stando alle nostre aspettative, la crescita rimarrà modesta (per gli standard cinesi) anche nel 2020,
e prevediamo quindi un 6,0%. Ma anche in questo caso, dato che l’export rappresenta quasi un
quinto del PIL cinese e che la disputa sui dazi difficilmente verrà risolta in tempi brevi, il problema
finale rimangono i consumatori cinesi e la loro disponibilità a continuare a spendere. In India la
crescita economica resta solida e sostenuta dalla riduzione dei tassi d’interesse da parte della banca
centrale.
In altre aree dei mercati emergenti, le pressioni sulla crescita potrebbero essere correlate alle
politiche monetarie. Non vediamo una ripetizione del cosiddetto "taper tantrum" del 2013, quando
la politica monetaria statunitense minacciò di prosciugare la liquidità. Ma vari problemi potrebbero
ripresentarsi nelle economie che hanno osato sfidare l'attuale ortodossia delle politiche monetarie,
come per esempio l'Argentina. In Brasile invece la crescita economica sta riprendendo forza e i tassi
d’interesse sono al ribasso. Nonostante ciò, l’inflazione sembra, per il momento, scomparsa in quasi
tutte le economie globali, ed è difficile individuare "bolle" particolarmente pericolose per specifiche
classi di attivi, che potrebbero portare turbamenti immediati. Al momento, quindi, un’improvvisa
stretta involontaria della politica monetaria da parte delle banche centrali sembra improbabile: la
crescita globale rallenterà, senza crollare.
Figura 1: Il settore industriale trascina al ribasso la crescita del PIL cinese
Fonte: Deutsche Bank AG. Dati aggiornati ad agosto 2019.
%, anno su anno
8
7
6
5
2015 2016 2017 2018 2019
Crescita del PIL Crescita del settore industriale
Instant Insights
Economia
oo La crescita sta rallentando in tutte le principali economie, ma non
si prevede una recessione né per il 2019 né per il 2020.
oo L'entusiasmo dei consumatori potrebbe essere messo alla prova in
caso di peggioramento dei dati sull'occupazione.
oo Il rallentamento della crescita cinese può essere controllato, ma
restano rischi idiosincratici dei mercati emergenti.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
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Aggiornamento tema 2
Mercati dei capitali – Attenzione Non è il momento di abbassare
la guardia
alla volatilità
Fattori geopolitici potrebbero risultare meno importanti per la volatilità di
cambiamenti della politica monetaria da parte delle banche centrali e dei
rischi di fraintendimenti nella comunicazione con i mercati finanziari.
Il VIX non spiega tutto
La volatilità, così come misurata dal VIX (il cosiddetto "indice dei timori"), ha toccato nuovi massimi
alla fine dell'anno scorso, per poi tornare su livelli storicamente più normali nel 2019. Nelle ultime
settimane però è tornata a salire.
Gli investitori concentrano la loro attenzione sul VIX in quanto mostra un determinato gruppo di
opinioni di mercato sul futuro (tramite i prezzi per le opzioni sull'indice azionario S&P 500). Questo
approccio previsionale è attualmente più popolare dei modelli del valore a rischio (VaR), concentrati
su dati del passato, preferiti da molti prima della crisi del 2008. Attualmente l'indice VIX è appena
sopra i 15 punti, marginalmente inferiore alla media mobile a 200 giorni di 16,69: un segno che per il
momento la volatilità resta sotto controllo.
Ma il VIX è in grado di offrire solo una piccola istantanea della volatilità. Osserva solo le attese del
mercato all'interno di un'area specifica di mercato (opzioni S&P 500). Forse, la cosa più importante
da tenere presente è che la volatilità non è solo variazione statistica. Detto in maniera chiara, non ci
interessa solo la misura in cui si muovono i prezzi di mercato, ma anche la velocità e l'intensità di tali
movimenti, e, alla fine, il loro potenziale dirompente per i portafogli e la loro reversibilità. Le misure
del tipo del VIX non forniscono alcun approfondimento in questo ambito.
Molteplici cause di volatilità
La volatilità può essere la conseguenza di fattori specifici o generici. Può essere collegata a
fattori di natura geopolitica (ambito in cui possiamo avventurarci in previsioni speculative) o può
essere collegata a cambiamenti di politica, come, per esempio, un possibile graduale rientro
dell’allentamento monetario. Tali cambiamenti di politica possono essere "macro" o molto "micro",
come, per esempio, un cambiamento normativo dettagliato. Quindi, alcune potenziali fonti di
disturbo possono essere individuate in anticipo, mentre altre saranno una novità assoluta.
Tra le varie potenziali cause di volatilità che vediamo nell'attuale scenario di incertezza figura la
disputa sui dazi e la fiacca degli utili delle imprese. Ma esistono anche potenziali cause specifiche
associate alla nuova tendenza delle banche centrali verso approcci più moderati e ai potenziali
errori di comunicazione eventualmente associati. Tutto ciò, visto alla luce dello scenario di un ciclo
economico insolitamente prolungato, con crescenti timori in merito a quando si avrà la prossima
recessione, sembra una ricetta per un rimbalzo della volatilità.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
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Preparare preventivamente i portafogli
Esistono molti modi per preparare i portafogli in previsione di una maggiore volatilità, nella fase della
loro costruzione o a livello delle strategie adottate. A livello di allocazione strategica tra le classi di
attivi sottostanti, rimane importante distinguere tra i rapporti che siamo in grado (con ragionevole
certezza) di prevedere e quelli per cui possiamo avere solo un'idea generica. Le previsioni in merito
alle singole classi di attivi e indici sono accompagnate da differenti livelli di volatilità delle previsioni
(Figura 2). È possibile scegliere delle strategie per proteggersi dalla volatilità oppure scegliere
strumenti specifici con protezioni incorporate. Detenere livelli eccessivi di liquidità non è la risposta
in questo caso: piuttosto, il messaggio generale rimane "restare investiti, ma coperti", usando il
termine "coperti" in senso lato, nonché “ricalibrare il portafoglio” per renderlo più robusto.
Figura 2: Previsioni a 12 mesi per asset class e indice: rendimenti e volatilità
Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 15 agosto 2019, con rendimenti/volatilità fino a fine settembre 2020.
Rendimento totale
10%
8% Gold
GBP/USD
6%
EM Credit S&P 500
MSCI AC
Asia xJapan
Asia Credit
4%
US MBS EM Sovereign
MSCI EM WTI (spot)
US HY 10Y US SMI
EUR/USD EuroStoxx 50
2% US IG Corp
EUR HY EUR/JPY
Stoxx 600 MSCI Japan
2 anni 10 anni FTSE 100
USD USD/CNY USD USD/JPY DAX30
0%
EUR IG Corp
Volatilità
10 anni JP Spain 10 anni
-2% 2 anni EUR Italy 10 anni
10 anni EUR
2 anni JP
30 anni EUR
-4%
10 anni UK
EUR/GBP
-6%
Obbligazioni Azioni Valute Materie prime Spread
Instant Insights
Mercati dei capitali
oo Gli attuali livelli di volatilità relativamente ridotta difficilmente
potranno durare.
oo Valutare le misure/cause di volatilità in generale; non concentrarsi
troppo sul VIX.
oo Esistono molti modi per preparare i portafogli. Non esagerare con
le posizioni in liquidità.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
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Aggiornamento tema 3
Reddito fisso – il ritorno dei rendi- Con il calo dei rendimenti cresce
l’importanza della selezione
menti statunitensi
Con l'intensificarsi della caccia ai rendimenti, nei mercati sviluppati
preferiamo il credito Investment Grade ai titoli di stato e agli High
Yield, e abbiamo pareri positivi sulle obbligazioni dei mercati emergenti
denominate in valuta forte.
Il mercato del reddito fisso ha continuato a sfidare tutte le tendenze storiche. Negli USA il
rendimento del Treasury a 10 anni è sceso di oltre 118 punti base tra l'inizio dell'anno e la fine di
agosto, e attualmente ed è ancora quasi 100 punti base inferiore al livello di inizio anno, ovvero al
punto piu' basso da luglio 2016. Gran parte dei titoli di stato del mondo sviluppato viene scambiata
con rendimenti negativi. Il rendimento sul BTP italiano a 10 anni è sceso al di sotto dell'1% per
la prima volta nella storia. I rendimenti estremamente bassi hanno favorito la domanda per
obbligazioni di nicchia come ad esempio l’obbligazione governativa centennale emessa dall’Austria
due anni fa con una cedola del 2,1%, che nel 2017 non sembrava particolarmente interessante ma
adesso è considerato un rendimento elevatissimo. Alla luce delle diffuse aspettative per ulteriori
tagli dei tassi di interesse negli USA e, potenzialmente, persino nella Zona Euro, è probabile che
questo trend sarà confermato. Gli spread si sono ristretti al punto in cui anche la massima incertezza
che circonda la Brexit non è riuscita a creare rialzi nei rendimenti dei gilt.
I target dei rendimenti dei titoli di stato sono rivisti al ribasso
In generale, le tensioni di natura geopolitica e le aspettative di un rallentamento economico
dovrebbero sostenere l'interesse degli investitori nei titoli di stato, e quindi la pressione al ribasso sui
rendimenti.
Il nostro target a 12 mesi per i rendimenti sui Treasury a 2 anni è stato abbassato a 1,50%, a 1,75%
per i rendimenti del decennale e a 2,10% per il trentennale. In Germania, vediamo il rendimento
dello Schatz a 2 anni a -0,80% alla fine di settembre 2020 e quello del Bund decennale al -0,50%,
mentre il nostro rendimento target per il Bund trentennale è 0%. La caccia globale ai rendimenti
sta complicando le cose per la Bank of Japan, spingendola ad accettare scostamenti temporanei
dall'intervallo di +/- 10 punti base del suo rendimento obbligazionario target di 0%. Dato che c'è
poco spazio per ulteriori tagli dei tassi da parte della BoJ, non vediamo un significativo potenziale
di aumento per le obbligazioni giapponesi. I rendimenti dei titoli di stato giapponesi a 2 anni sono
previsti a -0,20% in un orizzonte temporale di 12 mesi, con i rendimenti del decennale a -0,10%.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
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Continuano le opportunità nel debito corporate
Le prospettive per il debito corporate sono diversificate, e sono presenti varie aree di opportunità.
Riteniamo che gli attesi stimoli monetari da parte della BCE sosterranno il mercato degli investment
grade (IG) europei, che potrà sfruttare anche la semplice mancanza di alternative di investimento. Il
mercato USA è ancora interessante grazie a rendimenti relativamente alti, ma non crediamo ci sia
molto spezio per una ulteriore compressione degli spread.
Continuiamo a essere ottimisti sulle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in valuta forte.
I titoli corporate dei mercati emergenti sono sostenuti da solidi fondamentali quali un basso livello
di leva finanziaria e consistenti riserve di liquidità e quindi offrono un interessante rapporto rischio/
rendimento. Molti emittenti vantano una gestione prudente del rischio e contenute spese in linea
capitale. Infatti, i livelli di indebitamento dei titoli corporate asiatici di tipo HY e IG sono i più bassi
da quasi sei anni. L'inflazione rimane attenuata sia in Asia sia nella maggior parte dell'America
Latina, spingendo così diverse banche centrali a iniziare una politica di taglio dei tassi di interesse.
Per questi motivi, prevediamo che il credito dei mercati emergenti offrirà rendimenti maggiori di
quelli reperibili sui mercati sviluppati, attestandosi, nello specifico, attorno al 5%. Nelle varie aree
geografiche preferiamo il credito di tipo investment grade a quello high yield nonostante il basso
livello di inadempimenti in quanto riteniamo che il premio per il rischio insito negli HY non giustifichi
l'assunzione di rischi ulteriori. Nel lungo termine siamo ottimisti anche sui titoli di stato dei mercati
emergenti, sebbene la recente escalation delle tensioni commerciali rappresenti un rischio di ribassi.
I governi asiatici stanno attivamente sfruttando le misure di stimolo fiscale e monetario, specialmente
in Cina, Indonesia e India. In particolare, in Cina, la PBoC ha recentemente abbassato il Coefficiente di
Riserva Obbligatoria e i tassi di finanziamento per le piccole imprese, il che dovrebbe aiutare i titoli di
credito.
Figura 3: I dati di credito supportano il debito asiatico di tipo IG e HY
Fonte: JP Morgan Research, Deutsche Bank AG. Dati al 28 agosto 2019.
Rapporto debito netto/EBITDA
5
4
3
2
1
0
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 1H19
Asia IG Asia HY
Instant Insights
Reddito fisso
oo Nonostante i rendimenti a livelli minimi, sono possibili ulteriori
aumenti dei prezzi in tutta la gamma del reddito fisso.
oo I bassi tassi di insolvenza nei mercati sviluppati e in quelli
emergenti dovrebbero sostenere il credito.
oo Rimaniamo ottimisti sulle obbligazioni dei mercati emergenti
espresse in valuta forte grazie al notevole Delta del rendimento
rispetto alle obbligazioni dei mercati sviluppati.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
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Temi 2019
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Il mondo al rovescio dei rendimenti negativi
Migliaia di miliardi di euro di obbligazioni governative ormai hanno un rendimento negativo, tra cui quasi tutte le
scadenze da uno a 30 anni emesse dai principali Paesi europei. Panoramica dei titoli di Stato con cedola negativa:
Germania Olanda Finlandia
€1.580miliardi100% €308miliardi 100% €105miliardi 100%
1 2 3 1 2 3 1 2 3
4 5 6 7 4 5 6 7 4 5 6 7
8 9 10 15 8 9 10 15 8 9 10 15
20 25 30 20 25 30 20 25 30
Austria Francia
€249miliardi €1.998miliardi
92%
1 2 3 1 2 3
81%
4 5 6 7 4 5 6 7
8 9 10 15 8 9 10 15
20 25 30 20 25 30
Giappone Spagna Italia
€6.602miliardi €1.033miliardi €2.042miliardi
1 2 3 1 2 3 1 2 3
70%
4 5 6 7 4 5 6 7 62% 4 5 6 7
8 9 10 15 8 9 10 15 8 9 10 15
20 25 30 20 25 30 20 25 30
16%
Stati Uniti d'America Regno Unito
€0miliardi €0miliardi Rendimento positivo
Rendimento negativo
1 2 3 1 2 3 La zona grigia indica la
percentuale di titoli di
4 5 6 7 4 5 6 7 Stato a rendimento
negativo
L'immagine mostra il valore di 8 9 10 15 8 9 10 15
mercato delle obbligazioni emesse
da ciascun Paese con una cedola
negativa al 29 agosto 2019. 20 25 30 20 25 30
Fonte: Bloomberg, ECB,
WSJ/Tullet Prebon e Investing.com
0% 0%
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli
avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
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Aggiornamento tema 4
Azioni – Flessioni degli utili I motivi a favore dell'investimento
ragionato
In un contesto di rallentamento della crescita economica, i mercati azionari
rimangono vulnerabili ai rischi di natura geopolitica e ai cambiamenti nel
sentimento generale. Pertanto, è essenziale essere selettivi e prediligere la
solidità nella costruzione del portafoglio.
Lo scenario macroeconomico in deterioramento si evidenzia nella crescita meno marcata degli
utili societari, specialmente nel settore manifatturiero. Il nostro quarto tema "Flessione degli utili",
quindi, rimane valido. Il rallentamento globale dell'economia è dovuto a una combinazione di
salari in aumento e maggiori barriere commerciali, con i dazi sulle importazioni, in particolare, che
erodono i profitti aziendali. Non è possibile girare facilmente questi costi ai consumatori a causa
dell’agguerrita concorrenza sui prezzi. Mentre gli utili per il secondo trimestre negli Stati Uniti e in
Europa sono risultati migliori di quanto temuto, prevediamo che la crescita degli utili per azione sarà
limitata al 3-5% per la rimanente parte dell'anno, con un possibile miglioramento nel 2020. Tuttavia,
a nostro parere le aspettative di consenso relative agli utili per azione nel 2020 appaiono ancora
troppo ottimistiche.
Tassi di interesse bassi non sono una panacea
Se da un lato il calo dei tassi d’interesse a livello globale sostiene i prezzi, a nostro parere ciò non è
sufficiente a giustificare target azionari più elevati nel contesto dell'attuale rallentamento economico.
Si deve inoltre tenere presente che le conseguenze indesiderate di tassi di interessi nominali o reali
negativi potrebbero danneggiare le quotazioni azionari, specialmente nel settore finanziario. Un
segnale premonitore è che la maggioranza degli utili azionari quest'anno è dovuta all'aumento dei
multipli di valutazione, vale a dire dall'aumento dei prezzi anziché dalla crescita degli utili.
I nostri target di indice per settembre 2020 prevalentemente predicono rendimenti del 3-5% circa.
Sebbene continuiamo a preferire le azioni USA a quelle europee, a causa dei migliori fondamentali
macro americani, nel breve periodo i mercati globali potrebbero subire delle battute d’arresto a causa
di diversi rischi geopolitici. In Europa, l'effetto di una possibile Brexit senza accordo non è ancora
chiaro, e le conseguenze della continua guerra commerciale cominceranno inevitabilmente a farsi
sentire, anche se in un certo lasso di tempo. D'altro canto, un possibile stimolo fiscale o un'improvvisa
soluzione dei conflitti commerciali potrebbero spingere al rialzo. Infatti, riforme strutturali e spesa
pubblica rappresenterebbero uno stimolo molto più forte per le classi di attivi a rischio rispetto a
qualunque taglio dei tassi che vada oltre quanto già incorporato nei prezzi dal mercato.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
12
I titoli difensivi e di crescita potrebbero essere interessanti in caso di
peggioramento dello scenario economico
In passato, casi di inversione della curva dei rendimenti USA sono stati accompagnati dalla crescita
dei mercati azionari, a causa dello spostamento dei fondi attivi verso settori difensivi e di crescita, i
cosiddetti "bond proxy", a discapito di società cicliche e “value”. Questa volta, gli investitori hanno
anticipato questa rotazione dei settori: negli ultimi due anni, abbiamo assistito a un rapido aumento
del premio per i titoli di crescita che rappresenta la maggior parte della performance azionaria
registrata di recente, rispetto ai titoli value. Stimiamo che i titoli di crescita godano di un premio
prezzo/utile pari a circa il 70% rispetto ai titoli value. I bond proxy diverrebbero più interessanti se
le prospettive economiche dovessero peggiorare ulteriormente. Negli Stati Uniti, settori di bond
proxy tipici quali quelli dei servizi vengono scambiati con un premio del 5% circa rispetto ai loro
multipli storici di prezzo/utile degli ultimi 12 mesi, ovvero con un multiplo di 21x rispetto alla media
decennale di 16x.
In termini di settore, rimaniamo ottimisti sui titoli di crescita. Siamo più prudenti sui titoli
industriali in quanto appaiono relativamente costosi alla luce del peggioramento dei fondamentali,
particolarmente visibile nella "recessione manifatturiera" globale. Siamo ugualmente prudenti
sull'immobiliare, date le elevate valutazioni in questo settore.
Rimaniamo neutri sui titoli dei mercati emergenti che finora quest'anno hanno registrato performance
inferiori rispetto ai loro concorrenti dei mercati sviluppati. Le tensioni commerciali tra USA e Cina,
così come i timori di un rallentamento economico in Cina, impediscono la crescita dei titoli azionari
regionali, compresi quelli giapponesi. Tuttavia, in termini relativi all'interno dei mercati emergenti
preferiamo tuttora l'Asia all'America Latina grazie alle riforme economiche, gli stimoli fiscali e
monetari in Cina, valutazioni interessanti e un contesto economico generalmente piu' favorevole.
Figura 4: Cosa sta mettendo sotto pressione la crescita globale degli utili?
Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 19 agosto 2019.
Scarsa crescita economica Dazi
Mancanza di potere nella determinazione dei prezzi/
utili in rallentamento/pressione sui margini
Salari in aumento Livello di concorrenza elevato
Globalizzazione
- Comparabilità crescente dei
Trasparenza dei prezzi - prodotti e dei loro prezzi a Eccesso di capacità
- livello internazionale
- E-commerce - Autovetture
- Viaggi online - Acciaio
- Compagnie aeree low cost - Petrolio (introduzione dello
- scisto)
Automazione Saturazione del
- Banche mercato
- Cellulari, PC
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
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Instant Insights
Azioni
oo Tassi d’interesse ridotti possono aiutare i mercati azionari solo fino
a un certo punto.
oo Prevediamo che la crescita degli utili e dei prezzi azionari
continuerà a essere scarsa.
oo In termini relativi, preferiamo i titoli USA a quelli di crescita.
oo All'interno dei mercati emergenti preferiamo tuttora l'Asia
all'America Latina.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
14
Aggiornamento tema 5
Cambi e materie prime – Dollaro e Niente semaforo verde per il
biglietto verde
petrolio sotto i riflettori
I timori per le guerre commerciali e valutarie comportano che il dollaro
USA non è automaticamente il vincitore di una situazione di avversione
al rischio. La pressione alternata sui prezzi petroliferi esercitata da timori
per la domanda e l'offerta potrebbe continuare.
Il dollaro USA rimane senz'altro sotto i riflettori, e non solo grazie alla sua continua forza relativa. Le
tensioni commerciali tra gli USA e le altre maggiori economie a livello globale hanno fatto sorgere
dei dubbi in merito alle tendenze a lungo termine del dollaro USA, e sulle probabilità di una guerra
dei tassi di cambio.
La forza del dollaro USA potrebbe essere frenata da interventi verbali
La forza dell'economia USA ha portato continui flussi in entrata, sostenendo il valore della valuta, e
tali flussi possono essere sostenuti a breve termine da un aumento globale per l'avversione al rischio
e dalle tensioni commerciali. Dal punto di vista delle valutazioni, il dollaro USA rimane costoso,
tuttavia, e questo minaccia di diventare un problema nell'immediato, date le preoccupazioni del
presidente Trump, più volte ribadite, in merito al valore del biglietto verde. Ci aspettiamo continui
interventi verbali da parte sua, mirati a rallentare l'apprezzamento della valuta. Anche ulteriori tagli
dei tassi da parte della Fed aiuterebbero questo processo, e non possiamo nemmeno escludere
qualche forma d'intervento diretto. Prevediamo quindi un arretramento del dollaro USA sui livelli
EUR/USD di 1,15 entro fine settembre 2020.
Altre valute, in particolare lo yen giapponese e il franco svizzero, saranno probabilmente i maggiori
beneficiari di un aumento dell'avversione al rischio. Lo yen giapponese ha già dimostrato il proprio valore
nei portafogli come elemento di diversificazione, ma riteniamo improbabile un suo apprezzamento
oltre quota 102 contro il dollaro USA (su un orizzonte di 12 mesi), in parte a causa di fattori tecnici
che risiedono nella tendenza degli investitori USA alla copertura. In un certo senso, l'Euro si trova
tra l'incudine e il martello: una Brexit senza accordo lo danneggerebbe così come danneggerebbe la
sterlina, aggravando la sua tendenza al deprezzamento a lungo termine contro l'USD.
Lo yuan cinese (CNY) potrebbe scendere ancora ma i rendimenti più
elevati dovrebbero sostenere le valute dei mercati emergenti
Per quanto riguarda le valute dei mercati emergenti, i riflettori sono puntati sul yuan cinese,
specialmente dopo le recenti indicazioni in merito al fatto che la Cina potrebbe sfruttare il suo tasso
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
15
di cambio target nell'ambito della controversia commerciale con gli USA. In un orizzonte a 12 mesi
prevediamo una debolezza persistente della yuan rispetto al dollaro. Ma con i rendimenti negativi sia
in Europa sia in Giappone, la ricerca di rendimenti (tramite rendimenti più alti nei mercati emergenti)
dovrebbe sostenere le valute dei mercati emergenti in generale fino a un certo punto.
Prezzi petroliferi: salgono i timori per la domanda globale
Abbiamo rivisto al ribasso la nostra previsione a 12 mesi sul petrolio (WTI) da 60 a 54 USD al
barile. Come sempre, il tiro alla fune è tra le preoccupazioni riguardo gli effetti di una crescita
più lenta per la domanda di petrolio a livello globale (che spingono i prezzi al ribasso) e i timori
riguardo interruzioni o deficit nell'offerta globale (che spingono i prezzi al rialzo), come evidenziato
dall’attacco dei pozzi petroliferi in Arabia Saudita.
Le aspettative per un rallentamento nella crescita della domanda di petrolio sono in aumento e si
riflettono nelle previsione sulla domanda delle maggiori agenzie dell'energia (vedi Figura 5). Questo
è stato uno dei fattori che hanno spinto al ribasso i prezzi petroliferi, dai recenti picchi di oltre 70
USD al barile di fine 2018.
Sono però presenti alcuni fattori della domanda che potrebbero portare a delle pressioni, almeno
per certe gradazioni di petrolio. Per esempio, la legislazione IMO2020 che richiede che le navi usino
carburanti con un tenore inferiore di zolfo.
Dal lato dell'offerta, le prime pagine continueranno a essere dominate dalla minaccia di interruzioni
di natura politica nelle forniture da parte di singoli mercati. Ma le tendenze sottostanti meno evidenti
potrebbero avere un ruolo altrettanto importante. Il numero dei pozzi petroliferi è diminuito di
oltre il 10% su base annua e, nonostante la maggiore efficienza, le previsioni di un rallentamento
della crescita nella produzione di scisto USA potrebbero in qualche modo sostenere i prezzi del
petrolio. D'altro canto, il prossimo anno vedranno la luce nuovi progetti petroliferi, oltre che nuove
infrastrutture per gli oleodotti, che consentiranno all'olio di scisto un migliore accesso ai mercati
globali. Stando alle previsioni, l'OPEC+ dovrà decidere ulteriori tagli alla produzione per garantire
l'equilibrio dei mercati petroliferi nel 2020: in questo caso, il ruolo dell'Arabia Saudita sarà, come
sempre, essenziale.
Figura 5: La crescita globale della domanda petrolifera è vista al ribasso
Fonte: IEA, Deutsche Bank AG. Dati al 19 agosto 2019.
Crescita stimata nel 2019 per la domanda globale di petrolio
Milioni di barili al giorno
1,6
1,5
1,4
1,3
1,2
1,1
1,0
0,9
Dec 18 Feb 19 Apr 19 Jun 19 Aug 19
International Energy Agency OPEC U.S. Energy Information Administration
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Temi 2019
16
Instant Insights
Cambi e materie prime
oo Le controversie commerciali e valutarie potrebbero appesantire il
dollaro USA.
oo Lo yen giapponese e il franco svizzero continueranno a essere
"beni rifugio" alternativi.
oo I timori in merito alla domanda globale terranno a freno i prezzi del
petrolio.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
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Temi 2019
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Aggiornamento tema 6
Investimenti a lungo termine – L’opportunità di una visione più a
lungo termine per la fase avanzata
Transizione tecnologica
del ciclo economico
I temi di investimento a lungo termine rimangono una fonte importante
di diversificazione e crescita del portafoglio in questa fase del ciclo
economico. Qui ci concentriamo su infrastrutture e criteri ESG. Così come
per gli altri nostri temi a lungo termine, la transizione tecnologica rimane un
importante fattore sottostante.
Infrastrutture: sono presenti punti di forza in generale, ma bisogna
essere selettivi
In momenti d'incertezza economica e politica, il settore delle infrastrutture si caratterizza come
settore difensivo in grado di aggiungere valore in due modi: stabilità e diversificazione di portafoglio.
Storicamente, l’infrastruttura è stata un elemento di diversificazione efficace, in quanto offre un
beta inferiore di mercato rispetto al mercato azionario complessivo, con una redditività più continua.
Detto ciò, le previsioni di crescita non sono uniformi. Preferiamo investimenti in infrastrutture che
abbiano flussi di cassa stabili.
Figura 6: crescita dell'EBITDA nelle infrastrutture vs. azionario globale
Fonte: Deutsche Bank AG. Dati aggiornati al 22 agosto 2019.
16,1% 17,1%
15,9%
15,0% 14,5% 14,6% 15,2%
12,3% 12,5% 12,7% 12,3%
11,2% 10,6%
8,2% 8,6% 8,1% 8,2% 7,2%
7,6% 7,9% 7,7% 7,7% 7,8%
7,0% 6,6% 6,6% 7,1%
6,2% 6,3% 6,0%
5,5% 5,3% 5,5%
7.0%
4,6%
6.6%
2001 2002
-1,4%2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
-6,3%
Azioni globali del settore delle infrastrutture Azionario globale
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
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Temi 2019
18
Cosa sta muovendo i mercati
Cambiamenti a livello globale non rappresentano soltanto rischi, ma rappresentano anche delle opportunità per creare
un mondo migliore
Acqua e Energia Target per il clima e l'energia dell'UE per il 203011
immondizia
+90 +100
40%
+80
Spesa aggiuntiva
27% Gas effetto serra
Percentuale di ridotti rispetto al
Spesa attuale
energia rinnovabile 1990
48 nel consumo finale
80 di energia in Europa
Logistica
130
Investimenti annui 10
Per soddisfare ai criteri di sostenibilità dell'UE occorreranno investimenti annui maggiori di
quelli effettuati attualmente (cifre in miliardi di euro) 30% Potenziale stimato di risparmio
d'energia in Europa
I primi 10 criteri di esclusione Il riciclaggio sostiene la creazione di valore13
negli investimenti sociali 16
Materie
Violazioni del prime
82.9
diritto del lavoro zione del prodo
once tto
Corruzione 77.7 PRODUZIONE
C QUALITÀ
Uso di materiali Produzione di beni in
Violazioni dei
77.3 rinnovabili o riciclati modo che godono di
dirtti umani
una vita utile lunga e
De
Degrado
75.3 che sono facili da
sign
ambientale
ricilare
Riciclaggio
Carbone fossile 72.8
Riciclaggio
RECYCLING
Riciclaggio da parte AMBIENTE
Armamenti 68.4
del produttore Si presta attenzione
Pro
invece di gettare i alla protezione delle
Tabacco 52.2
d
prodotti obsoleti risorse durante il
uzio
processo di
Energia nucleare 40.2
ne
produzione
Pornografia 39.8
e CONDIVISIONE INVECE DI
LUNGO TERMINE
Vit
au zi on POSSESSO INDIVIDUALE
Alcool 38.7
Prodotti con una vita utile piu'
til e D i st ri b u I prodotti sono vengono messi in
lunga sono preferibili dal affitto e riciclati dal produttore alla
punto di vista ambientale fine del loro ciclo di vita
Preferente per l'integrazione
ESG nel 201915
81% 61% estimento s
Chiese e
organizzazioni
40%
80%
d'inv os
caritative
Investitori Gestori di fondi e L'80% degli studi
analizzati
te
i
eg
Assicurazioni 17%
nib
dall'università di
à attua strat
Oxford conclude
ili in rmani
Fondi pensione 12% che le imprese con
chiari obiettivi di
Ge
Fondazioni 10% sostenibilità
generano benfici
superiori ai
i gi
Cooperative di 5.7%
fondi pensione concorrenti che
h
a
non hanno priorità
C
in termini di
Settore pubblico 3.9% sostenibilità. 14
Altri 11.4%
Fonti: 1 Germanwatch, 2 UNCTAD; UNICEF: United Nations; WHO; 3 Global Carbon Project 4 Water Footprint Network; 5 Federal Environmental
Agency; 6 MSCI; 7 European Commission; 8 Swiss Retail Federation; 9 Roland Berger; 10 European Investment Bank; 11 European Union; 12 Sustainable
Investments Forum; 13 GKfW Research; 14 Oxford University /Arabesque Asset Management; 15Cerulli Associates; 16 Sustainable Investments Forum
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli
avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Temi 2019
19
ESG: scenario a lungo termine sostenuto dall'incertezza del mercato
Gli investimenti con criteri ESG sono ancora una volta sotto i riflettori, specialmente considerando
i timori circa le prospettive per l'economia e i mercati finanziari. È stato più volte dimostrato che i
criteri ESG non finanziari hanno un effetto rilevabile sulle questioni finanziarie. Il modo in cui questo
rapporto tra variabili non-finanziarie e finanziarie tende a manifestarsi si riflette nella riduzione del
rischio, vale a dire che i criteri non-finanziari, riducendo i rischi di natura ambientale, sociale e di
governance, riducono anche il rischio finanziario, cosa che di norma comporta portafogli di alta
qualità. Ciò significa che i criteri ESG possono contribuire a mitigare le perdite e quindi migliorare i
rendimenti rettificati per il rischio nell'attuale fase avanzata del ciclo.
Tecnologia: uno dei driver sottostanti di lungo termine
Quello della tecnologia è un settore molto diversificato, con leader di mercato spesso predominanti
in ciascuno dei suoi sub-settori. Questi soggetti traggono beneficio da solidi profili dei margini
e da considerevoli barriere di ingresso, come ad esempio le spese in linea capitale nel campo
dei semiconduttori e gli effetti della rete nel campo dei software. Guardando avanti, vediamo
un significativo potenziale di crescita derivante dall'adattamento della tecnologia in altri settori
dell'economia. Tra questi, l'utilizzo dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico nel
settore manifatturiero, il potenziamento agli standard 5G nelle telecomunicazioni e la proliferazione
di software cloud nel settore dei servizi.
Per tali motivi rimaniamo ottimisti circa il settore tecnologico nel lungo termine anche con qualche
premio nella valutazione rispetto all'azionario in genere. Preferiamo aziende caratterizzate da una
crescita interessante degli utili, un'esposizione ai summenzionati temi, una posizione dominante di
mercato e una generazione di solidi flussi di cassa disponibili.
I rischi di perdita per questo settore comprendono i cicli relativamente brevi del prodotto che
possono turbare i modelli di business, sebbene questo rischio non si limiti al settore tecnologico. Per
quanto riguarda la tecnologia applicata alle telecomunicazioni, la penetrazione degli smartphone,
che è stata un fattore cruciale di crescita in passato, è entrata in una fase di saturazione. Inoltre,
i titoli tecnologici tendono alla volatilità, aggravata dai timori in merito a normative più rigide e
barriere al commercio.
Instant Insights
Investimenti a lungo termine
oo Il settore delle infrastrutture può offrire flussi di cassa a lungo
termine resilienti, stabili e prevedibili.
oo Gli investimenti nei criteri ESG possono contribuire a migliorare i
rendimenti rettificati per il rischio in questa fase avanzata del ciclo.
oo Quello della tecnologia rimane un tema sottostante chiave, oltre
che un'opportunità di investimento.
I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita
il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a settembre 2019.CIO Insights
Previsioni
20
Previsioni
macroeconomiche
Previsioni 2019 Previsioni 2020
Crescita del PIL (%)
Stati Uniti* 2,3 2,0
Zona euro (di cui) 1,2 1,1
Germania 0,7 1,0
Francia 1,2 1,0
Italia 0,0 0,4
Regno Unito 1,4 1,5
Giappone 0,6 0,2
Cina 6,2 6,0
India 7,0 7,4
Russia 1,2 1,5
Brasile 0,8 2,0
Mondo 3,3 3,4
Inflazione dei prezzi al consumo (%)
Stati Uniti* 1,9 2,0
Zona euro 1,4 1,4
Germania 1,6 1,8
Giappone 0,7 1,3
Cina 1,7 1,8
Saldo delle partite correnti (% del PIL)
Stati Uniti –2,7 –2,6
Zona euro 3,3 3,2
Germania 6,8 6,5
Giappone 3,2 3,5
Cina 0,4 0,2
Saldo fiscale (% del PIL)
Stati Uniti –4,4 –4,6
Zona euro –0,9 –0,9
Germania 1,0 0,8
Giappone –3,3 –2,7
Cina –4,8 –3,8
Per maggiori informazioni si rimanda alle avvertenze sui rischi. Le previsioni si basano su ipotesi, stime, opinioni e modelli ipotetici o analisi
che potrebbero dimostrarsi inesatti. Non può sussistere alcuna garanzia che le previsioni o gli obiettivi saranno raggiunti. I risultati passati non
costituiscono garanzia per il futuro.
* Per gli USA, l'unità di misura del PIL è l'anno civile mentre l'unità di misura dell'inflazione è l'indice Core PCE Dic - Dic %. Previsione per gli USA PCE
Primaria (Dic/Dic) è all'1,8% nel 2019 e all'1,9% nel 2020. USA La crescita del PIL per l'anno solare è del 2,2% nel 2019 e del 1,9% nel 2020.
Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 22 agosto 2018.CIO Insights
Previsioni
21
Previsioni per le diverse
classi di attivi
Tassi d'interesse di riferimento Tasso ufficiale Previsione fine set 2020
Stati Uniti Tassi dei fondi federali 1,50%-1,75%
Zona euro Tasso refi 0,00%
Regno Unito Tasso repo 0,75%
Giappone Tasso overnight su prestiti 0,00%
a breve termine
Cambi Tasso ufficiale Previsione fine set 2020
EUR vs USD EUR/USD 1,15
USD vs JPY USD/JPY 105
EUR vs JPY EUR/JPY 121
EUR vs GBP EUR/GBP 0,89
GBP vs USD GBP/USD 1,29
USD vs CNY USD/CNY 7,10
Azioni Indice di mercato Previsione fine set 2020
Stati Uniti S&P 500 3.000
Germania DAX 12.000
Zona euro Eurostoxx 50 3.300
Europa Stoxx 600 370
Giappone MSCI Japan 910
Svizzera SMI 9.800
Regno Unito FTSE 100 7.100
Mercati emergenti MSCI EM 1.000
Asia Giappone escluso MSCI Asia ex Japan 620
Materie prime Indice di mercato Previsione fine set 2020
Oro Oro spot 1.575
Petrolio WTI spot 54
Obbligazioni Indice di mercato Previsione fine set 2020
Stati Uniti
UST 2 anni US 2 anni rendimento 1,50%
UST 10 anni US 10 anni rendimento 1,75%
UST 30 anni US 30 anni rendimento 2,10%
US IG CORP BarCap US Credit 105bp
US HY Barclays US HY 440bp
Europa
Schatz 2 anni GER 2 anni rendimento –0,80%
Bund 10 anni GER 10 anni rendimento –0,50%
Bund 30 anni GER 30 anni rendimento 0,00%
Gilt 10 anni UK 10 anni rendimento 0,95%
EUR IG Corp iBoxx Eur Corp all 90bp
EUR HY ML Eur Non-Fin HY 380bp
Constr. Index
Asia Pacifico
JGB 2 anni JPN 2 anni rendimento –0,20%
JGB 10 anni JPN 10 anni rendimento –0,10%
Credito Asia JACI Index 295bp
Globale
Debito pubblico mercati emergenti EMBIG Div 350bp
Credito mercati emergenti CEMBI 350bp
P = Previsioni. Per maggiori informazioni si rimanda alle avvertenze sui rischi. Le previsioni si basano su ipotesi, stime, opinioni e modelli ipotetici o
analisi che potrebbero dimostrarsi inesatti. Non può sussistere alcuna garanzia che le previsioni o gli obiettivi saranno raggiunti. I risultati passati non
costituiscono garanzia per il futuro.
Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 22 agosto 2018.CIO Insights
Glossario
22
Glossario La Bank of Japan (BoJ) è la banca centrale del Giappone.
Brexit è una combinazione delle parole "Britain" e "Exit" e descrive la possibile uscita degli United
Regno dell'Unione Europea.
BTP sta per Buoni del Tesoro Poliannuali, le obbligazioni governative italiane.
I Bund sono obbligazioni a più lungo termine emesse dal governo tedesco.
Il CNY è il codice valutario dello yuan cinese.
La curva dei tassi mostra i diversi tassi per le obbligazioni con scadenze diverse ma la stessa qualità
creditizia.
L'inflazione core o sottostante si riferisce a una misura dell'inflazione che esclude alcuni elementi
volatili componenti (ad esempio energia). Questi componenti esclusi possono variare da Paese a
Paese.
L'utile per azione (EPS) è calcolato come reddito netto delle società meno i dividendi preferiti
magazzino diviso per il numero totale di azioni in circolazione.
Gli investimenti ESG perseguono obiettivi di governance ambientale, sociale e aziendale.
La Banca centrale europea (BCE) è la banca centrale per l'Eurozona
L'indice EuroStoxx 50 replica la performance dei titoli blue chip nell'Eurozona; lo Stoxx L'Europa 600
ha una portata più ampia, comprendente 600 società in 18 paesi dell'Unione europea.
La Federal Reserve è la banca centrale degli Stati Uniti. Il suo comitato federale del mercato aperto
(FOMC) si riunisce per determinare la politica del tasso di interesse.
I gilts sono obbligazioni emesse dal governo britannico.
HY sta per High Yield e denota le obbligazioni ad alto rischio e rendimento.
IG sta per Investment Grade e denota le obbligazioni di emittenti aziendali di alta qualità e basso
rischio di inadempienza.
Il prodotto interno lordo (PIL) è il valore monetario di tutti i prodotti finiti e dei servizi prodotti
all'interno dei confini di un paese in un determinato periodo di tempo.
Il debito in valuta forte, in un contesto di mercati emergenti, è il debito emesso da un paese che lo è
denominati in una grande valuta globale (di solito l'USD). Il debito in valuta locale è denominato in la
valuta del paese emittente.
L'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) è un'organizzazione internazionale con il
mandato di "coordinare e unificare le politiche petrolifere" dei suoi 12 membri.
PBoC sta per People’s Bank of China, la banca centrale cinese.
I rapporti prezzo / guadagno (P / E) misurano il prezzo attuale delle azioni di una società rispetto alla
sua quota guadagni.
Per recessione generalmente si intende una successione di due trimestri di crescita economica
negativa.
L'indice S & P 500 comprende 500 principali società statunitensi che catturano circa l'80% di
copertura della capitalizzazione di mercato negli Stati Uniti.
Uno spread è la differenza nel rendimento quotato su due investimenti, più comunemente utilizzati
per confrontare i rendimenti dei titoli.
I Treasuries sono i Buoni del Tesoro degli Stati Uniti.
Il VIX è un indice che misura la volatilità dell’indice azionario statunitense S&P 500.
WTI sta per West Texas Intermediate ed indica una qualità di riferimento del petrolio greggio.Puoi anche leggere