Cinema in lutto, morto a 44 l'attore Libero De Rienzo
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Cinema in lutto, morto a 44 l’attore Libero De Rienzo E’ morto all’età di 44 anni, stroncato da un infarto, nella sua casa romana, l’attore napoletano Libero De Rienzo. Nato a Napoli nel 1977, aveva intrapreso la carriera dello spettacolo sulle orme del padre, Fiore De Rienzo, che è stato aiuto regista di Citto Maselli. Libero aveva vinto il David di Donatello nel 2002 e nel 2006, nel film Fortapàsc di Marco Risi, ha interpretato il giornalista napoletano Giancarlo Siani. Tra i suoi lavori successivi, ‘Smetto quando voglio’ (2014) e nel 2019 il film ‘A Tor Bella Monaca non piove mai’. Benché abitasse dall’età di due anni a Roma, Libero De Rienzo era legato alla città di Napoli. Sposato con la costumista Marcella Mosca, lascia due figli di 6 e 2 anni. Dopo i funerali (la cui data non è stata ancora fissata) la salma sarà inumata in Irpinia, accanto alla mamma. “Conoscevo bene Libero, del quale sono un grande estimatore
non solo per le sue indiscusse qualità professionali ed artistiche, ma per la sua umanità, radicata cultura e forte impegno sociale e civile. Libero viveva a Roma, ma amava Napoli profondamente”. Lo afferma il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, appresa la notizia della morte dell’attore. “La notizia della morte improvvisa di Libero De Rienzo è terribile e ci lascia tutti senza parole. Perdiamo un giovane talento, un protagonista del cinema italiano che già aveva visto riconosciuta la sua arte con la doppia vittoria del David di Donatello nel 2002 e nel 2006. Il mondo della cultura italiana si stringe con affetto e cordoglio alla sua famiglia, ai suoi piccoli figli, alla moglie e a tutte le persone che lo hanno amato, stimato e apprezzato”. Lo dichiara il ministro della Cultura Dario Franceschini. “È una di quelle notizie che lasciano senza parole e con una tristezza profonda e cupa”. Con queste parole il sindaco di Procida, Dino Ambrosino, ha commentato la scomparsa, a 44 anni, dell’attore Libero De Rienzo, particolarmente legato all’isola. “Ho davanti agli occhi le mille scene in cui lo ricordo in giro per l’isola con quello stesso atteggiamento spensierato di tutti i concittadini, con la grande confidenza e serenità di chi fa parte della comunità – prosegue il primo cittadino -. Memorabili i momenti in cui lui ci aiutò a ridare vita al Carcere, contribuendo a riempire di nuovo quel Palazzo di umanità. Oppure quando insieme a noi si batteva come un leone per difendere il nostro piccolo pronto soccorso”. Il festival del cinema “Arthetica”, ideato e diretto dallo stesso De Rienzo, si svolse appunto nell’ex carcere dell’isola. L’attore aveva sostenuto con convinzione la candidatura di Procida a Capitale della cultura 2022.
Il Festival mondiale ObiettivoCorto – MobileFilmFestival premia l’eccellenza italiana Mirko Alivernini Il regista sta attualmente realizzando il suo ultimo progetto “Rocky Giraldi – Delitto a Porta Portese” che uscirà nel mese di ottobre e sarà dedicato a tutti i fan di Tomas Milian e Bombolo Il regista romano Mirko Alivernini continua a mietere successi con le sue opere: il 22 agosto sul palcoscenico della rassegna “ObiettivoCorto – MobileFilmFestival” ritirerà il prestigioso premio come “Eccellenza italiana” per il suo cinema tecnologico e all’avanguardia.
Nei giorni della rassegna che si svolgerà dal 17 al 22 agosto 2021 a Isernia verrà data al pubblico la possibilità di vedere una delle ultime opere del regista, “The WoodCutter”, thriller horror – psicologico con protagonista l’attrice Paola Lavini, presente su Amazon Prime e prodotto dalla Mainboard Production, casa di produzione di Mirko Alivernini. ObiettivoCorto è un concorso internazionale di cortometraggi e documentari riservato ai registi che operano esclusivamente con smartphone, tablet, action camera e droni per la realizzazione delle opere cinematografiche.
Il progetto vuole avvicinare le persone al cinema e fornire spunti di riflessione, analizzando le nuove tecnologie ed evidenziando come possano divenire validi strumenti di interpretazione e osservazione del mondo. L’iniziativa è inserita nell’ambito dell’iCINEMA Film Festival (iNTERNATIONAL – iNNOVATIVE – iNTERACTIVE), festival internazionale dedicato alle arti visive e cinematografiche. Lo spettatore potrà vedere opere internazionale, provenienti da oltre 400 Paesi del mondo e realizzate attraverso le nuove tecnologie. L’uso della metodologia a doppia intelligenza artificiale di Alivernini, che lo ha reso il primo regista in Italia a introdurre questo nuovo metodo di lavoro, oggi sempre più diffuso tra i giovani, ha spinto gli organizzatori di ObiettivoCorto ha volere fortemente che il regista ritirasse questo premio. “L’importanza di ciò che si fa appartiene alla visione personale che si ha del mondo” con queste parole Alivernini ha commentato entusiasta la notizia del riconoscimento, ribadendo che “chi ha paura del progresso vive costantemente in un’inevitabile regresso”. Mirko Alivernini attualmente sta realizzando il suo ultimo progetto “Rocky Giraldi – Delitto a Porta Portese” che uscirà nel mese di ottobre e sarà dedicato a tutti i fan di Tomas Milian e Bombolo.
Sole Luna Doc Film Festival: premiati “Il mio Corpo” di Michele Pennetta e “The Golden Buttons” di Alex Evstigneev Due film che raccontano le esistenze in bilico di adolescenti in angoli diversi del mondo: dalla Sicilia più emarginata alla Russia militare La giuria internazionale del 16esimo Sole Luna Doc Film festival ha decretato i film vincitori di quest’anno. Il premio come miglior documentario è andato a Il mio corpo di Michele Pennetta che racconta le vite sospese di un adolescente siciliano, Oscar, e di Stanley, giovane nigeriano, e che ottiene anche una menzione speciale come miglior
montaggio. Il premio per il miglior cortometraggio è andato a The Golden Buttons di Alex Evstigneev, premiato anche dalla Giuria Nuovi Italiani, che riesce a mostrare l’addestramento a cui tanti adolescenti russi si sottopongono iscrivendosi volontariamente alla scuola presidenziale dei cadetti per poter servire un giorno nella Guardia Nazionale voluta da Putin.
Conquista il premio Soundrivemotion per il sound e la migliore colonna sonora originale firmata da Roy Paci, il film A Black Jesus di Luca Lucchesi, proiettato per la prima volta in Italia su grande schermo proprio al Sole Luna e giudicato il “Miglior film” di questa edizione dalla giuria degli Studenti. Il pubblico ha invece premiato il film The village resists di David Bert e Joris Dhert. Il miglior documentario ha ricevuto un premio di 3 mila euro finanziato da Fondazione Sicilia. Al miglior cortometraggio è andato il premio di 300 euro sostenuto dal Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino. Il vincitore del premio Soundrivemotion, ideato da Joe Schievano, ha ricevuto una strumentazione tecnica per la registrazione dei suoni ambientali.
«È stato un onore per noi poter ospitare quest’anno tante anteprime internazionali e nazionali: film che erano rimasti nei cassetti a causa del Covid e che adesso iniziano il loro percorso nei festival», dicono i direttori artistici Chiara Andrich e Andrea Mura. È il caso del corto- rivelazione The Golden Buttons presentato in anteprima italiana: potente tanto nei contenuti quanto nel registro narrativo. È un’anteprima siciliana, invece, Il mio corpo di Michele Pennetta girato in Sicilia e prodotto da Kino Film in co-produzione con Close Up Films, RSI radiotelevisione svizzera e Rai Cinema. Presentato in anteprima assoluta nel 2020 a Visions du Réel, il film ha già conquistato la critica internazionale per la sua poetica e la forza del racconto. A ritirare il premio per il miglior documentario, Stanley Abhulimen. «Questo premio è una grande gioia per me. …Avrei tanto voluto essere presente», ha detto nel video messaggio il regista Michele Pennetta, in partenza per il Festival di Cannes dove tra qualche giorno Il mio corpo sarà proiettato nell’ambito dell’Acid Cannes. «Conosco la Sicilia da tanto tempo ed è per me un onore che il film riceva un premio in quest’Isola per un film girato qui», ha aggiunto Paolo Ferrari, direttore della fotografia. Ha ringraziato in video messaggio anche Alex Evstigneev, autore di The Golden Buttons. Il premio per la colonna sonora e il premio della giuria degli studenti al film A Black Jesus sono stati consegnati dagli stessi studenti e da Joe Schievano sabato sera al regista Luca Lucchesi e a Roy Paci. «Per il Festival – dice Lucia Gotti Venturato, presidente dell’Associazione Sole Luna. Un ponte tra le culture – questo è un anno di svolta. Insieme alla direzione artistica e alla direzione scientifica del Festival abbiamo scelto di consolidare le collaborazioni con altri Festival e mettere al centro di questa e delle prossime edizioni il tema dell’Ambiente. Inoltre, insieme ad Enel Green Power, nostro main sponsor, abbiamo deciso di rafforzare il nostro impegno
sul fronte della produzione documentaria dedicata alla transizione ecologia e alle energie rinnovabili». «È stata un’edizione ricca di nuovi legami e di giovani – dice il direttore scientifico Gabriella D’Agostino – Giovani delle scuole che da quest’anno arrivano anche da fuori Palermo, giovani volontari giunti al festival anche dall’estero e giovani universitari, italiani e non, interessati ai temi che caratterizzano la nostra rassegna: diritti umani, ambiente, migrazioni, inclusione. Restiamo convinti che questa sia la strada giusta per sensibilizzare e far maturare una coscienza più consapevole della realtà che ci circonda e del tempo che viviamo». La giuria internazionale composta da Pierfrancesco Li Donni, regista vincitore della scorsa edizione del Sole Luna; Ian Brennan, musicista e produttore musicale, premiato ai Grammy Awards; Lamia Belkaied Guiga, critica cinematografica edirettricedell’École supérieure de l’audiovisuel et du cinéma (Università di Cartagine, Tunisia); Marilena Delli Umuhoza, fotografa, regista e autrice di libri sul razzismo (l’ultimo: Negretta. Baci razzisti, Red Star Press, 2020); e Nadeesha Dilshani Uyangoda, scrittrice e giornalista freelance per testate internazionali come Al Jazeera English, The Telegraph e Open Democracy, specializzata in questioni relative alle migrazioni e, in particolare, alle cosiddette seconde generazioni, ha assegnato anche una serie di menzioni speciali: per la regia al film Fiancées di Julia Bünter per la fotografia al film Rhythms of Lost Timedi Anisa Sabiri per il montaggio al filmIl mio corpo di Michele Pennetta per il sound al filmA black Jesus di Luca Lucchesi «Abbiamo lavorato bene – dice a nome di tutti i giurati Nadeesha Dilshani Uyangoda, componente della giuria internazionale – Ci siamo ritrovati sulla gran parte delle
valutazioni e anche quando non è stato così, siamo arrivati facilmente ad una sintesi, facilitati dall’alta qualità dei film in concorso». Altre menzioni speciali sono state assegnate dalla giuria degli Studenti al film I, Mary di Aliki Saragas e dalla giuria Nuovi Italiani al corto Memory of the land di Samira Badran A seguire le motivazioni complete delle giurie: GIURIA INTERNAZIONALE BEST DOC – Il mio corpo Per aver saputo dar voce a dei mondi sommersi che vivono sospesi ai margini del nostro tempo, restituendo uno spaccato umano capace di fotografare il tempo sospeso della vita. Per aver rimesso al centro corpi marginalizzati e dimenticati. In onore delle migliaia di persone che sono morte tentando di raggiungere queste coste. ____________________________ BEST SHORT – The golden buttons Come in thriller il film fa luce su uno dei lati oscuri della Russia contemporanea indagando con ritmo, immagine e suggestione il mondo-bambino schiacciato da militarismo e propaganda. Il regista utilizza con sapienza limiti logistici per un vantaggio artistico e, dunque, crea un’opera che senza quegli ostacoli e la sua risposta a essi non sarebbe stata possibile. _____________________________ Menzione BEST DIRECTING – FIANCÉES Per la rara intimità catturata dalla camera, Fiancées, la regista Julia Bünter ha eccelso nel conquistare la fiducia dei suoi soggetti e nel presentare momenti indimenticabili che
sono oro cinematografico. Il suo lavoro empatico la mette nella stimata tradizione del cinema diretto e di artisti di documentari leggendari come i fratelli Maysles, Agnès Varda, D.A. Pennebaker e Barbara Kopple. ______________________________ Menzione BEST PHOTOGRAPHY – Rhytms of lost time Per la qualità della forma, la giusta distanza tra il narratore e la narrazione: in Rhythms of Lost Timeil dop Alexey Venzos ha ritratto con sensibilità non solo le persone ma anche la loro cultura, traducendo emozioni sulla vita e sulla morte. _______________________________ Menzione BEST EDITING – Il mio corpo Per la forza della narrazione e delle emozioni interiori, Orsola Valenti e Damian Plandolit hanno creato in Il mio corpo, un equilibrio tra due mondi paralleli abitati da persone che hanno resistito situazioni difficili in tempi difficili. __________________________________ BEST SOUND – A black Jesus Dall’inizio del film la musica si presenta in modo importante come trait d’union della storia, e crea una narrazione usando linguaggi a volte drammatici, nostalgici, ma anche ironici e gaudenti, creando un percorso di emozioni che si integrano molto bene con il suono ambientale e la grande presenza della musica diegetica. Un sapiente mix di musica originale, di musica ripresa dall’ambiente e di sound design.
__________________________________ GIURIA STUDENTI I membri della Giuria speciale, composta da studenti e studentesse del Liceo Scientifico Statale Albert Einstein di Palermo, dell’Istituto Magistrale Statale Camillo Finocchiaro Aprile di Palermo e dell’Istituto di istruzione superiore Abramo Lincoln di Enna, in seguito ad una attenta e appassionata visione, decretano quale miglior documentario della XVI edizione del Sole Luna Doc Film Festival, A Black Jesus di Luca Lucchesi, con le seguenti motivazioni: ● Per l’originale sceneggiatura e montaggio che hanno permesso di affrontare tematiche quali il razzismo e la xenofobia in un’ottica totalmente rivoluzionaria e innovativa, rendendo il documentario coinvolgente; ● Per la grandiosa colonna sonora che accompagna tutto il film composta dalle musiche di Roy Paci, dalla corale presenza del paese di Siculiana che si consegna allo spettatore attraverso le numerose e evocanti voci senza volto, dalle meravigliose e tipiche melodie siciliane che hanno contribuito ad amplificare l’identificazione geografica dell’intero documentario; ● Per la splendida fotografia che, tramite l’intervallarsi di campi medi, lunghi e vari piani, oltre che per la vividezza dei colori, è riuscita a narrare essenziali aspetti della terra siciliana e della sua storia. ● Per la scelta di descrivere attraverso le contraddizioni dei personaggi il difficile rapporto tra le nuove esigenze di integrazione e una Sicilia chiusa in se stessa e nella sua povertà, nonostante una tradizione di apertura culturale rappresentata dal Gesù Nero. ● Per la scelta valoriale del regista di manifestare con grande rispetto per le altrui posizioni la sua opposizione ad
una politica populista ed inconcludente, che utilizza altri esseri umani come strumento di propaganda soffiando sul fuoco del razzismo. I membri della Giuria speciale delle scuole attribuiscono, inoltre, una menzione speciale al documentario I, Mary di Aliki Saragas-Georgiou per le seguenti motivazioni: ● Per la sceneggiatura che, attraverso la vita di Mary, donna resiliente e generosa, è riuscita a far conoscere a noi giovani la difficile vita delle persone albine nel Sudafrica. ● Per la forza del documentario nello spingere gli spettatori a interrogarsi sul ruolo e le funzioni che le tradizioni giocano all’interno di una comunità e delle loro potenziali conseguenze discriminatorie per alcuni suoi membri. ● Per la forza morale ed esistenziale della protagonista che la rendono un esempio di essere umano in grado di sopportare il peso delle discriminazioni, della solitudine, anche intrafamiliare, senza mai smettere di lottare per costruire una coscienza in altre persone sottoposte a simili umiliazioni e provare a creare un mondo più rispettoso della diversità umana. ● Per l’accurato e simbolico montaggio che, attraverso una delicata composizione di scene di vita vissuta e di interviste alla protagonista, provoca una risposta fortemente empatica negli spettatori. ● Per aver mostrato l’innovativa funzione di Internet nella vita della ragazza, attraverso la quale Mary è riuscita a esprimere se stessa e denunziare pubblicamente le forme di discriminazione a cui gli albini sono, ancora oggi, sottoposti. __________________________________ GIURIA NUOVI ITALIANI
La giuria composta da: Priyanka Datta, Amadou Diallo, Saifoudiny Diallo, Bandiougou Diawara, Gian Matteo Marie. BEST FILM: The golden buttons il film riesce a offrire uno sguardo intimo su una accademia militare, in modo originale, sorprendendo con scene di dolcezza, emozioni e sensibilità diverse da ciò che si aspetterebbe pensando all’esercito personale di Putin. La storia è raccontata attraverso gli scatti e le inquadrature della macchina fotografica, offrendo storie e immagini nascoste, ma di facile comprensione. Infine, la musica completa la storia ei sentimenti del film. __________________________________ MENZIONE SPECIALE Memory of the land riceve la menzione speciale per la trama coinvolgente e appassionante. Le gambe diventano protagoniste, simboleggiando tutto il mondo e la storia, e cosi il film riesce perfettamente a trasmettere perfettamente le emozioni connesse alla repressione e alla violenza. Le animazioni sono fatte molto bene, in particolare nel contrasto tra le immagini fredde fisse e quelle calde in movimento, e nell’equilibrio tra immagini o video reali e disignati. Il documentario assume un punto di vista neutrale, che può rappresentare tutti, non solo un un’etnia o un paese, infatti attraverso questi disegni e movimenti possono essere raccontate molte altre storie e tragedie. Formello, il 24 luglio grande
serata per la titolazione di una piazza a Sergio Bardotti
Il 24 luglio a Formello c’è un evento da non perdere.
Finalmente è arrivato il giorno della titolazione della piazza del mercato al centro di Formello a Sergio Bardotti, grande compositore e discografico italiano che ha scritto testi per Mina, Lucio Dalla e Patty Pravo (indimenticabile “Se perdo te”), Ron, Ricchi e Poveri e Mal and The Primitives. Insieme ad Antonello Venditti, Bardotti ha composto l’inno della Roma. A febbraio è stata accolta dalla Prefettura di Roma la proposta del Comune di Formello di intitolare la piazza. Un evento denominato “Ed io tra di voi” promosso e organizzato dal Comune di Formello che vedrà la partecipazione della famiglia di Bardotti, della moglie Carmen Di Domenico, compositrice che vive tutt’ora a Formello. Alle 19 si terrà la cerimonia di inaugurazione della piazza dedicata a Sergio Bardotti. A seguire in piazza San Lorenzo, alle 21, si terrà uno spettacolo musicale che intende ripercorrere la carriera artistica di Sergio Bardotti e delle sue canzoni con il Maestro Fabio Macera Musical Trio. Presentano la serata Stefano Raucci e Stefano Molinari di Radio Radio. A 23 anni fu chiamato dalla casa discografica Rca e divenne assistente di Quasimodo, Ungaretti, Moravia e Pasolini. È alla sua passione per la musica latino americana che si deve la scoperta, in Italia, di talenti come Vinicius de Moares, Toquinho e Chico Barque. Trevignano Romano, stasera
tutti al Palma con gli “All Direction Duo” Da non perdere un altro evento a Trevignano che si terrà proprio stasera 12 luglio con “Trevignano Proms”, sotto la direzione artistica di Stefano Cucci. Dopo il successo con il concerto in onore di Ennio Morricone, il nuovo appuntamento è con “All Direction Duo” -Mario Marzi (Sassofoni) e Simone Zanchini (Fisarmonica). La versatilità e il virtuosismo duttile di Mario Marzi, raffinato solista nella perfetta identità con le voci dei suoi sassofoni. La carica emozionale di Simone Zanchini, fisarmonicista tra i più interessanti e innovativi del panorama internazionale. L’ apertura Arena sarà alle 19.00 con aperitivo vista lago, l’inizio del concerto alle ore 21:00 Si consiglia la prenotazione su www.prenotaunposto.it/cinemapalma/ Info evento: https://bit.ly/3i0bzFD
Roma, alla scoperta della città con il bus teatrale: per reagire alla crisi durante la pandemia ROMA – Fino al 7 agosto ritorna nella Capitale BUS T – Corto Circuito Teatrale, l’itinerario teatrale realizzato a bordo di uno dei caratteristici bus Hop On Hop Off, che guida il pubblico alla scoperta della città Un nuovo modo di fare teatro, con performance itineranti, che nasce nell’estate 2020 da un’idea dell’attore e regista Daniele Coscarella per reagire alla crisi durante la pandemia. L’iniziativa, promossa dalla compagnia teatrale Monolocale
Produzioni in collaborazione con Roma Open Bus, l’azienda di pullman turistici scoperti a due piani, ogni venerdì e sabato propone un percorso culturale e tanto divertimento a misura di famiglia.
“Colpito al cuore da chiusure e distanziamenti, quello dei palcoscenici e della vita culturale della citta, è stato forse il settore più travolto dall’emergenza Coronavirus, insieme a quello turistico – spiega Coscarella -. Cercavamo un modo per ripartire senza dovere rinunciare alla presenza del pubblico e
portare il teatro direttamente dalle persone c’è sembrata una buona idea. Il format dello spettacolo in movimento è stato accolto con grande interesse e, grazie al sostegno di Roma Open Bus, con cui è nata una partnership anche su altri fronti, quest’anno è stato possibile riproporlo”. Ispirate al genere dell’home comedy, le rappresentazioni, dal titolo evocativo ‘Vacanze romane’, coinvolgeranno turisti e romani in un viaggio lungo le strade, i rioni, i vicoli e i borghi più suggestivi della Città Eterna. Teatranti e platea ristretta nel rispetto delle norme anti-contagio e spettacoli tradotti per i turisti stranieri. “Calano le luci, si erge il tramonto, risplende l’arancio e la città si trasforma in poesia. Il viaggio sta per iniziare: Roma sa essere avvincente, romantica, controversa, basta immergersi e non trovare più la strada di casa. Questa è l’avventura di un gruppo di turisti, saliti per caso, volevamo solo una vacanza ma non sono mai più scesi da questa città e in chiave comica e irriverente, raccontano una storia dove ognuno noi ritroverà un angolo della propria città” – rivela Coscarella nelle note di regia. L’abbinamento tra il giro in Open e le rappresentazioni teatrali è uno dei prodotti “innovativi” messi in campo per il rilancio del settore nel post covid dall’azienda turistica romana. Unica scenografia del tour by night, il cielo stellato di Roma a fare da sfondo alle performance degli attori di Monolocale, ovvero: Dario Tacconelli, Emanuela Panatta, Filippo Macchiusi, Alessandro Cecchini, Cristina Chinaglia, Giulia Maulucci, Alessandra Merico, Shara Guandalini, Giorgia Ciotola, Micol Pavoncello, Emanuela Bisanti, Fabrizio Mazzeo, Massimo Ceccovecchi. Dal 10 luglio al 7 agosto ogni venerdì e sabato: appuntamento in piazza dei Cinquecento (angolo Via Cavour) alle ore 19.30.
Partenza alle ore 20.00. Biglietti a 25 euro, 20 euro gruppi e fidelizzati, compresi di aperitivo. Info e Prenotazioni a info@roma-openbus.it – monolocaleaccento@gmail.com. Durata del percorso 1 ora e 30 min. L’itinerario: Piazza Santa Maria Maggiore, Colosseo, Circo Massimo, Bocca della Verità, teatro Marcello, Piazza Venezia, Corso Vittorio Emanuele, Castel Sant’Angelo, Via Ludovisi, Piazza Barberini e ritorno in Piazza dei Cinquecento. Un tocco di salento al “Haapavesi Folk Music Festival” La musica popolare e folklorica è molto seguita ed apprezzata
in Finlandia e l’estate è il periodo adatto per eventi musicali dediti a questa categoria musicale. Come lo scorso anno, anche quest’anno l’organizzazione di questi eventi è stata fortemente ostacolata dalla pandemia ma, con le dovute precauzioni, od in formato ridotto, continuano ad essere programmati e realizzati. L’ Haapavesi Folk Music Festival si è concluso da poco ed ha visto la partecipazione della cantante pugliese Maria Mazzotta, esibitasi tramite un concerto in streaming il 3 luglio. Maria Mazzotta è una delle personalità musicali tra le più emblematiche del Sud Italia: già nel ‘Canzoniere Grecanico Salentino’, la Mazzotta è arrivata ad essere una delle voci più apprezzate del panorama della musica popolare europea. La sua, è un’intensa e appassionata riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell’amore: da quello grande, disperato e tenerissimo a quello malato, possessivo e abusato. Dieci brani in tutto, di cui due inediti, che attraversano senza timore tutte le emozioni che questo sentimento può suscitare, trovando nel canto, come da tradizione popolare, la catarsi, la consolazione, la forza e la “cura”. Si va dagli stornelli ai brani di tradizione riarrangiati ed arricchiti con nuove sonorità e parole, sino alle pietre miliari che hanno lastricato la strada della grande canzone Italiana come “Lu pisci Spada” di Domenico Modugno, “Tu non mi piaci più” portata al successo da Gabriella Ferri e “Rosa canta e cunta” della grande cantautrice siciliana Rosa Balistreri. Ma il cuore del disco è scolpito nei due inediti in lingua salentina: “Nu me lassare”, una dolorosa ballata d’amore, un’invocazione a chi non c’è più, e l”Amoreamaro”, una pizzica, tradizionalmente ritmo risanatore per le “tarantolate”, che idealmente si prefigge di guarire un mondo malato. L’album pubblicato nel 2020 da Agualoca Records, ha ottenuto
un grande riscontro dal pubblico e dalla critica musicale. Il 2020 ha visto Maria Mazzotta tra i cinque finalisti delle Targhe Tenco nella sezione “Interprete di canzoni” (targa assegnata a Tosca); ha al suo attivo numerosi riconoscimenti e partecipazioni. A guidare musicalmente il concerto era il virtuoso fisarmonicista Vince Abbracciante. Nel 2009, Abbracciante progetta insieme a Carlo Borsini un nuovo sistema per il cambio dei registri della fisarmonica, che permette di ampliare la gamma sonora del suo strumento. La nuova fisarmonica, dopo oltre di un anno di costruzione e progettazione, e ̀ stata presentata ufficialmente alla fiera di Francoforte in aprile 2011. Nello stesso anno gli viene attribuito dal Festival Internazionale di Castelfidardo il prestigioso premio “Voce d’Oro”, riconoscimento attribuito storicamente a quanti con la loro musica promuovono l’immagine della fisarmonica. Ha al suo attivo album e partecipazioni in cui la fisarmonica è la protagonista. L’evento è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Helsinki Il Festival di musica popolare di Haapavesi, fondato nel 1989, dura tre giorni. Il suo programma comprende musica folk finlandese e internazionale di alta qualità e musiche del mondo, insieme ad alcuni momenti con musica classica, jazz, pop e intergenere. Il programma include anche seminari e la settimana del festival inizia con acclamati Corsi Folk tenuti da molti dei migliori musicisti del genere. La maggior parte degli artisti del festival proviene dalla scena musicale folk finlandese, ma anche gli artisti internazionali sono una parte essenziale del programma. Il festival offre musica di diverse culture di tutto il mondo, in particolare la musica scandinava, celtica e nordamericana è stata ampiamente rappresentata. Il festival è organizzato da un piccolo numero di personale e ciò che rende veramente possibile l’organizzazione sono le centinaia di volontari che si uniscono al gruppo ogni estate durante la stagione del festival. Gli insegnanti del Folk Course provengono da diversi
paesi; il corso offre l’opportunità di conoscere diverse culture musicali fornendo anche un’istruzione di prima classe su vari strumenti, è aperto a tutti gli amanti della musica folk indipendentemente dall’età. https://www.haapavesifolk.com/ Ed anche Kaustinen… Tutto pronto per la nuova edizione del Kaustinen Folk Music Festival, in programma nella località finlandese dal 12 al 18 luglio in una modalità “mista”. L’evento di quest’anno, organizzato con il contributo dell’IIC di Helsinki, è stato studiato per accogliere, oltre ad un numero limitato di partecipanti dal vivo, anche un gran numero di spettatori online sul sito VirtualKaustinen, attraverso un’offerta diversificata e di ampio accesso, sia gratuita che a pagamento. Tra i numerosi artisti in gara anche ci saranno anche i “Les Trois Lézards”(tre lucertole), gruppo italiano e salentino che presenta la musica popolare della Tadjiguinie: uno stato immaginario e di spirito, paese della “tarantella- gitano-guinguette” che trova i suoi confini tra Francia, Italia e Balcani. Il gruppo è formata da Roberto Chiga (tamburello, voce), Giovanni Chirico (sax baritono, voce), Giorgio Distante (bassotuba, tromba) e Emanuel Ferrari (fisarmonica, voce). La data e l’ora del concerto vengono comunicati tra qualche giorno su virtuaali.kaustinen.net. Il Kaustinen Folk Music Festival è da oltre cinquant’anni uno degli eventi di musica folk più importanti nei paesi nordici e in tutta Europa. I visitatori tornano anno dopo anno a questo festival per famiglie ove l’atmosfera è indimenticabile. A luglio, Kaustinen, villaggio dell’Ostrobotnia centrale con 4.300 abitanti, invita ogni anno decine di migliaia di ospiti a godersi i giorni più felici dell’estate. Fin dall’inizio, il festival è stato costruito sulla base di una forte e ininterrotta tradizione violinistica Kaustinen, e questo spirito vecchio di quattro secoli vive ancora nella forte e
dinamica regione. Le numerose strutture dell’area del festival e dell’area di Kaustinen offrono una buona cornice per una visita più o meno lunga. Bracciano, museo civico: tutto pronto per la presentazione della collezione Panunzi
Il Sindaco Tondinelli: “Un momento importante per la comunità braccianese” BRACCIANO (RM) – Grande attesa per la riapertura ufficiale del Museo Civico in via Umberto I a Bracciano dove verrà inaugurata la prima esposizione della collezione di Bruno Panunzi, composta da reperti di epoca etrusca romana che la famiglia Panunzi ha donato al Comune. L’inaugurazione avverrà sabato 10 luglio alle ore 21 al Chiostro degli Agostiniani. Alle 21:30 ci sarà uno spettacolo di teatro e danza “La terra promessa” ideato e realizzato dal TeatrodiTalia per la presentazione della collezione (si replica il 12 luglio alle 21). Alle 22:30 è fissata la visita alla collezione con il direttore del Museo Cecilia Sodano. L’ingresso è gratuito ma in ottemperanza alle direttive Covid è consigliabile la prenotazione al numero 3334902577 Bruno Panunzi, molto amato dai braccianesi e fortemente legato all’associazione Forum Clodii, ha voluto e contribuito alla realizzazione del Museo del Duomo a lui intitolato e dato il suo contributo all’istituzione del Museo civico. Laureato in giurisprudenza, ha collaborato al recupero e riordino di archivi storici come quello Odescalchi e Giustiniani. “L’evento di sabato – ha dichiarato il Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli – rappresenta un momento importante per la comunità braccianese per un duplice motivo: sarà possibile ammirare la collezione Panunzi per cui siamo grati alla famiglia per la donazione e si torna a vivere il museo civico partecipando anche a uno spettacolo teatrale nello splendido scenario del nostro Chiostro in pieno centro della nostra bella città”. La collezione donata al Comune è composta, complessivamente, da 392 reperti di epoca etrusca e romana che ben documentano le civiltà che hanno abitato anticamente l’area sabatina e
ceretana. Uno dei pezzi più importanti dal punto di vista storico documentario è un piattello di origine etrusca, oggetto di studio fin dalla fine dell’Ottocento, che riporta sul bordo una scritta. Il professor Paci dell’Università di Macerata ha messo in luce le particolarità del piattello braccianese. La scritta sul bordo è molto particolare e testimonia l’incontro tra le tre più importanti culture dell’Italia antica: la lingua utilizzata è il latino, le lettere sono quelle dell’alfabeto greco, la zona d’origine dell’oggetto etrusca. Il piattello era un oggetto molto diffuso in epoca etrusca; la scritta sul bordo ha quindi anche un valore educativo e rappresenta la volontà, in un’epoca nella quale l’istruzione era riservata alle élites, di alfabetizzare i più giovani attraverso l’uso quotidiano di un oggetto. Roma, la banda della Polizia locale di Roma Capitale rende omaggio a Ennio Morricone
Domenica 4 luglio ore 20.30 scalinata ingresso Ponte Garibaldi ROMA – Un ricordo speciale in memoria di Ennio Morricone. Ad un anno dalla scomparsa del Maestro, che avveniva il 6 luglio 2020, la Banda della Polizia locale di Roma Capitale con i suoi 60 elementi diretti dal Maestro Andrea Monaldi, ha deciso di rendere omaggio al compositore che ha scritto memorabili pagine di musica e impresso per sempre il nome nella storia del cinema per le sue emozionanti colonne sonore. L’evento musicale, anticipato a domenica 4 luglio ore 20.30, prevede anche l’esecuzione di brani di altri illustri personaggi, come Nino Rota e Armando Trovajoli, e si svolgerà presso la storica kermesse “Lungo il Tevere… Roma”, organizzata dall’associazione culturale La Vela D’Oro, che per tutta l’estate si propone di ospitare un cartellone ricco di eventi, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza previsti dalle normative vigenti in tema di sicurezza. Nella suggestiva cornice tra Ponte Sublicio e Ponte Sisto, da sempre nel cuore di turisti e cittadini, numerose le iniziative a tema cultura, ambiente, teatro, curate dalla
cantautrice Giò Di Sarno, che offriranno al pubblico un motivo in più per passeggiare lungo il Tevere. Tra gli appuntamenti: il Festival di improvvisazione teatrale “R’Estate qui” di Silvia Merola, “Ius Arte Libri”, percorsi giuridico-artistici per uomini di valore ideati dall’Associazione IUSgustando ed ancora “Appuntamento culturale e sociale” con l’associazione Settimo Continente, “Artisti sotto il ponte” ideato dall’organizzazione Salotto Tevere e i momenti jazz con la Emmet Ray Manouche Orkestra. Roma, il Giacomo Leopardi apre alla musica
Una realtà formativa presente da oltre quarant’anni nella Capitale Liceo Musicale e Coreutico all’Istituto Giacomo Leopardi, una novità assoluta che si aggiunge all’Istituto Tecnico – Ragioneria e allo storico indirizzo Alberghiero. Non solo studio e attività curriculari. Da sempre l’Istituto Leopardi attribuisce molta attenzione alla preparazione degli studenti per l’inserimento nel mondo lavorativo, sia durante il corso degli studi sia dopo il conseguimento del diploma.
Sono previsti dall’offerta didattica e formativa corsi di potenziamento e di recupero, incontri con esperti esterni delle varie discipline e viaggi di istruzione, interscambio con altre scuole in Italia e all’estero. Dodici aule, laboratori e cucina all’avanguardia, un’ampia palestra attrezzata: sono questi alcuni degli spazi pensati per gli studenti del Leopardi, realtà formativa presente da oltre quarant’anni nella Capitale. Con la nuova struttura di via del Pettirosso 14, a due passi dalla stazione della Metro C di Torre Maura e con un ampio parcheggio in grado di ospitare fino a quattrocento automobili, la scuola paritaria decide di puntare sull’innovazione e sulla formazione sul campo. “Si chiude un anno difficile per tutta la scuola italiana e per i nostri studenti. La didattica a distanza, soprattutto per indirizzi di studio come l’Alberghiero, ha mostrato tutte le sue difficoltà nel trasmettere a pieno il ‘mestiere’, così come siamo abituati a fare all’Istituto Leopardi che si è caratterizzato come storico polo di riferimento in città che ha permesso a più di 20.000 studenti di fornirsi di un diploma riconosciuto a livello europeo”, le parole del Preside Giuseppe Calzone. “Gli studenti – conclude il Preside Calzone – hanno bisogno di spazi e di strumenti. Ed è proprio su questi che abbiamo puntato nella realizzazione del nuovo plesso scolastico. Imparare con docenti qualificati e con attrezzature di primo livello vuol dire arrivare pronti alla sfida della vita e del lavoro. Tutti i nostri sforzi e i nostri investimenti viaggiano in questa direzione: permettere ai ragazzi di vivere una importante esperienza all’insegna della più attiva partecipazione. Un percorso formativo incentrato sulla ‘cura personalis’ che rende lo studente protagonista del proprio iter formativo”.
Echeoni festeggia con una mostra “Una vita a colori e… musica” e la presentazione del libro “Mio padre, Little Tony” Il libro confessione di Cristiana Ciacci e Teresa Giulietti sarà presentato in
occasione dell’inaugurazione della mostra di Elvino Echeoni Pittore, scultore, incisore, restauratore, scenografo ma anche designer, musicista, compositore e autore di testi, Elvino Echeoni torna a stupire il suo pubblico con una mostra dal titolo “Una vita a colori e … musica”, in programma dal 1 al 10 luglio (tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00) a via Margutta 55 presso lo spazio Margutta Home. Romano, classe 1950, questo artista, istrionico e completo, può essere definito un abile trasformista che, a proposito di sé stesso, dice “faccio cose diverse e apparentemente non collegate, anche se, a ben vedere, c’è un sottile fil rouge che unisce tutto: canzoni, pittura, tele astratte e ancora quadri di tramonti, notturni, composizioni floreali o volti e corpi femminili”. Dotato al tempo stesso di una spiccata perizia tecnica e di un’instancabile vena creativa, Echeoni ci racconta – attraverso alcune tra le opere più significative del suo percorso artistico – momenti differenti della sua storia personale e della sua produzione, regalando allo spettatore la summa di mezzo secolo di appassionato lavoro e fruttuose riflessioni sull’arte. Estremamente interessante la struttura del percorso espositivo, che punta al pieno coinvolgimento del pubblico. Ogni tela, sebbene caratterizzata da stili e tecniche pittoriche diversi tra loro, infatti, dialoga sempre con chi ha davanti, riconoscendogli la possibilità di interagire. Avvicinandosi al dipinto, del resto, lo spettatore, grazie alle cuffie auricolari consegnategli all’ingresso, può ascoltare uno o più brani cantati dal Maestro stesso, cover che hanno ispirato l’opera in mostra o brani inediti scritti da quest’artista, considerato tra i più rappresentativi pittori italiani in campo internazionale. Lungo e variegato l’elenco delle meraviglie in mostra a
cominciare dal dipinto dal significativo titolo “Cuore matto”, ispirato dalla famosa canzone e interpretato come in origine dal grande Little Tony. E poi ancora tele che raccontano le “segrete analogie” tra Freud e Pirandello piuttosto che tra Fellini e Chaplin, quadri che, attraverso le vibrazioni e l’armonia del colore, proiettano chi li osserva verso la sintesi pittorica declamata dall’ “Energia vitale”. E poi ancora le maschere, le composizioni floreali e le figure femminili, la serie di astratti ispirati ai “Momenti musicali” e quelli intitolati alla “Realtà virtuale”. In occasione dell’inaugurazione alle ore 18.00 di giovedì 1 luglio, si terrà la prima presentazione ufficiale del libro “MIO PADRE, LITTLE TONY” di Cristiana Ciacci e Teresa Giulietti, edito da Bertoni editore con la prefazione di Mara Venier. Accanto alle due autrici, per la presentazione del libro, saranno presenti pure Angelo Petruccetti della Little Tony Family e l’editore Jean Luc Bertoni Un libro confessione della figlia dell’Elvis italiano, che avvalendosi della collaborazione di Teresa Giulietti, scrittrice e ghostwriter parmigiana, ripercorre emotivamente la sua vita e il rapporto complesso tra una figlia affamata di amore e un padre troppo spesso distratto e assente che l’avrebbe voluta più simile a lui “meno complessa, più leggera, una cittadina del mondo”. Cristiana, senza veli e con la sincerità che la contraddistingue, racconta in questo libro i sogni infranti di una bambina desiderosa di affetto, anni di speranze troppe volte tradite da un padre vanesio, innamorato della musica e del suo pubblico, e da una madre emancipata e intraprendente che non si vuole far schiacciare dalla figura del marito famoso e che attraversa il mondo infilata nella sua divisa di hostess. Due genitori insoliti, assorbiti dalla
propria carriera e da una spasmodica rincorsa all’appagamento personale. Due vite parallele che solo ogni tanto s’incontrano. Cristiana, attraverso aneddoti molto privati, rivela un padre del tutto impreparato a quel ruolo, un uomo bellissimo, tenace, sognatore, sempre in partenza; a ogni ritorno, la valigia piena di regali per la sua Cris. Alla ricerca di continue attestazioni da parte delle donne e con una visione della vita in totale contrasto con i reali bisogni di Cristiana bambina, Cristiana adolescente e poi Cristiana giovane donna, che avrebbe desiderato soltanto una famiglia da abitare, radici solide per non volare via, lei che “bulimica d’amore” cade vittima dell’anoressia. Per anni Cristiana vive come un pacco postale, dopo il primo vagito viene affidata a una tata, la prima di una lunga serie, in una staffetta di cento mani (cinquanta tate) che si succedono di anno in anno, talvolta di mese in mese. Fortuna che c’è la nonna paterna, il suo angelo custode, che le trasmette calore e solidità. La bimba sognante si trasforma in una ragazzina ribelle quanto fragile che si addormenta nel retropalco durante i concerti di papà e distribuisce ai fan le sue fotografie autografate. Pur di stargli accanto, si innamora della musica e della danza. Aspira ad un suo sguardo compiaciuto, alla sua approvazione. Non sempre arrivano e così il padre tanto amato finisce col diventare un nemico da osteggiare, una delle ragioni dei suoi malesseri. Il libro è arricchito dal DVD “Una vita a tempo di Rock”, con cui musicologo Dario Salvatori ci accompagna in un viaggio musicale che vede Tony protagonista di uno dei più suggestivi concerti americani, omaggiato dai tanti artisti-amici che gli hanno voluto bene: Albano, Orietta Berti, Bobby Solo, Massimo Boldi, Lorella Cuccarini, Fiorello, Carlo Conti e molti altri, con la regia di Stefano Cesaroni.
Puoi anche leggere