ChertLüdde, Berlino Artissima, Oval, Lingotto, Torino ...

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ChertLüdde, Berlino Artissima, Oval, Lingotto, Torino ...
ChertLüdde, Berlino
           Artissima, Oval, Lingotto, Torino
                  3 - 5 Novembre 2017
Main Section, stand n. 3 e 4, corridoio marrone e azzurro
ChertLüdde, Berlino Artissima, Oval, Lingotto, Torino ...
Il lavoro di Kasia Fudakowski intitolato Bacon (I, II e III) è stato pensato e presentato per la prima volta
nel contesto della personale dell’artista intitolata Double Standards, A Sexhibition, presentata nella galleria
ChertLudde a Berlino lo scorso Aprile.

La sculture consistono in riproduzioni ingrandite di fette di pancetta, un piatto tipico delle colazioni
all’inglese.
Nel contesto dell’esposizione, il cui focus faceva riferimento alla recente affermazione di politiche estremiste
e, più nel particolare, all’episodio nazionale della Brexit, l’installazione sottolineava e ironizzava circa le
cosiddette origini e cliques legati ad una certa cultura d’appartenenza.

“Nonostante la natura estremamente concettuale della sua pratica, il lavoro di Fudakowski è anche molto
rigoroso dal punto di vista tecnico. Opere che sembrano, a prima vista, dei readymade sono, in realtà, il
risultato di un raffinato e capace approccio al lavoro artigianale.

La maggior parte delle volte lavoro lasciandomi guidare dalla natura delle cose, e spesso faccio riferimento alle
caratteristiche del materiale di cui sono fatte, mi dice. Proprio perché spesso gli artisti contemporanei dipendono
dalle idee, penso sia importante che, una volta afferrato il concetto che si vuole portare alla luce, si trovi la
giusta forma con cui farlo emergere. Questo è anche il motivo per cui molto spesso mi è stato detto che sono una
sorta di infedele alla materia in quanto mi piace giocare con essa e manipolarla dandole ogni volta una diversa
struttura.

Sebbene i lavori più riconoscibili dell’artista siano le sue sculture, a lei piace sperimentare con diverse pratiche
e non ha paura di allontanarsi ed esplorare nuovi territori sconosciuti.”

                                Emily Steer, estratto dall’intervista apparsa sul numero 32 di Elephan Magazine

Kasia Fudakowski
Bacon (I), 2017
Plexiglass dipinto, metallo
138 × 66 × 20 cm
(KF/S 5327/U)
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Kasia Fudakowski
                 Bacon (III), 2017
       Plexiglass dipinto, metallo
      Bacon alto: 76 × 50 × 12 cm
   Bacon basso: 110 × 53 × 12 cm
Struttura in metallo: 300 × 50 cm
                   (KF/S 5325/U)
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Kasia Fudakowski
           Bacon (II), 2017
Plexiglass dipinto, metallo
         190 × 58 × 14 cm
            (KF/S 5326/U)
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I lavori appartenenti alla serie Abetare sono stati presentati per la prima volta nell’aprile 2015, in occasione
della personale di Petrit Halilaj alla Kolnischer Kunstverein di Colonia.
Le sculture in acciaio rappresentano su larga scala disegni, scarabocchi e schizzi di studenti della scuola
elementare che lo stesso artista aveva frequentato a suo tempo nel villaggio di Runik, in Kosovo.
La scuola è stata demolita e ricostruita ex novo nel 2010.

Il lavoro di Halilaj si basa per lo più sul suo trascorso personale e sulla storia del proprio paese, il Kosovo. In
particolare, questa serie di sculture ricordano la sua infanzia e giovinezza ma richiamano alla mente anche
temi generali quali la patria, la memoria e l’identità.

Di recente, Halilaj ha sviluppato questo progetto creando un’ulteriore serie di disegni riprodotti a partire dai
banchi di scuola. I lavori sono stati presentati e hanno vinto il premio Mario Merz a Torino.

                                                                                                   Petrit Halilaj
                                                                                    Abetare (Eye in tears), 2017
                                                                                            Scultura in metallo.
   Riproduzione scultorea di disegni trovati sui banchi della scuola elementare dell´artrista in Runik, Kosovo.
                                Dimensione minima: 400 × 210 × 10 cm. Frammenti a terra: 2 × 60 × 150 cm
                                                                                                   (PH/S 5213)
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Petrit Halilaj
Abetare (Dove), 2017
Scultura in metallo.
Riproduzione scultorea di disegni trovati sui banchi della scuola elementare dell´artrista in Runik, Kosovo.
Colomba: 125 × 168 × 5 cm. Altro elemento: 67 × 70 × 5 cm
(PH/S 5229)
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Petrit Halilaj
                       Abetare (cat face), 2015
                          Scultura in metallo.
 Riproduzione scultorea di disegni trovati sui
banchi della scuola elementare dell´artrista in
                              Runik, Kosovo.
                                  120 × 71 cm
                                  (PH/S 3103)
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Come prima cosa ho sempre disegnato. La mia pratica seguiva una certa metodologia per cui dal
disegno passavo al formato pittorico più grande. Ho sempre saputo, in un certo senso, come sarebbero stati i
dipinti alla fine perché i disegni erano la mia guida.
Poi ho passato un anno a dipingere con gli acquerelli, una tecnica che mi ha dato l’opportunità di essere,
in un certo qual modo, più libera, senza occorrenza d’uno schizzo preparatorio. Questa nuova pratica mi
ha permesso di ripensare al mio approccio pittorico e mi ha contaminata, se così si può dire. Ora quando
dipingo è difficile io rimanga fedele al disegno di partenza. Capita che, colta dall’entusiasmo, io crei qualcosa
di completamente diverso. Penso questo sia dovuto al desiderio e alla volontà di avere un margine d’errore
più ampio, lasciando che il processo creativo divenga parte portante del lavoro concluso.
Di solito non mi do un termine temporale per finire i lavori. Forse dovrei. Sarei molto più efficiente. Prima,
quando m’imponevo di rimanere fedele al disegno preparatorio, sapevo esattamente quando avrei terminato
un’opera. Ora non so più nemmeno quando e se i lavori che faccio si possano definire conclusi. Adesso
avere un piano d’azione, una metodologia da seguire, mi fa quasi paura. Ma è anche più divertente. Credo il
prossimo passo sia quello di dover trovare una sorta di equilibrio tra queste mie due attitudini.

                          estratto dall’intervista a Zora Mannapparso sul numero di Ottobre 2015 di Studio Beat

Zora Mann
Untitled
Olio e acrilico su tela
200 × 130 cm
(ZM/P 3446)
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Zora Mann
Untitled
Olio e acrilico su tela
200 × 130 cm
(ZM/P 4695)
Zora Mann
            Cindy, 2016
Olio e acrilico su legno
         80 × 52 × 9 cm
        (ZM/S 4764/U)
Con le sue opere in silicone, Vanessa Safavi interroga la relazione profonda che intercorre tra l’inconscio
umano e i materiali traslucidi. Per l’artista questa materia spinge naturalmente l’uomo alla contemplazione.
Si fa qui riferimento al significato originario della parola contemplazione ovvero quello legato alla percezione
di qualcosa che viene visto, ammirato e pensato. Il silicone ricorda la gelatina, o meglio ancora, la consistenza
gelatinosa di un organismo planctonico come la medusa, una creatura che può trovarsi anche nelle
profondità più buie degli oceani e che spesso s’illumina di luce propria.

Vanessa Safavi
Hands Bite, 2017
Silicone, cornice in legno
95 × 70 cm
(VS/SIL 5149/U)
Vanessa Safavi
The murderer, 2017
Silicone, cornice in legno
25 × 25 × 12 cm
(VS/SIL 5412/U)
Vanessa Safavi
   Hello Lobster! (2), 2017
Silicone, cornice in legno
                   ø 57 cm
         (VS/SIL 5406/U)
Vanessa Safavi
   Hello Lobster! (3), 2017
Silicone, cornice in legno
                   ø 57 cm
         (VS/SIL 5407/U)
Per la sua mostra personale intitolata Almost Midnight Alvaro Urbano ha ricreato un ambiente esterno all’in-
terno degli spazi di Frankfurt am Main. Tramite l’utilizzo di pochi elementi che ricordano un frangente di
vita quotidiana cittadina, lo spazio della galleria è stato trasformato in un paesaggio urbano notturno.
Urbano fa riferimento alla potenzialità narrativa cinematografica che omaggia tramite la creazione di un suo
proprio scenario. All’interno di questo ambiente l’artista si concentra soprattutto sul tipo di emozioni che po-
trebbe suscitare su un probabile spettatore: uno spettatore che dovrebbe calarsi nei panni di un passante, uno
stanco lavoratore di rientro dal turno serale, o qualcuno che torna a casa dopo aver trascorso qualche ora al
bar o a casa di amici. A volte, durante queste passeggiate, si è colti da un senso di solitudine e magari, proprio
grazie a questa sensazione, i sensi si acuiscono e si presta più attenzione a quello da cui si è circondati. La
città, di notte, aspetta nasca un nuovo giorno e si fa portatrice di storie di molti altri camminatori solitari. Un
mozzicone di sigaretta segnato da un rossetto rosso, una serranda abbassata di un piccolo negozio, una foglia
caduta sul marciapiedi: piccoli dettagli che ci fanno pensare a possibili storie di relazioni, dialoghi, conflitti
sospese tra il reale e l’immaginato.

L’installazione scenografica di Urbano ha anche il sapore delle pellicole in bianco e nero: l’effetto, per lo spet-
tatore, è simile a quello dato dal guardare un diorama che, di fatto, qui è doppio in quanto lo spazio di Frank-
furt am Main richiama lo stesso effetto illusorio se guardato dal Wildensruchstrasse.
A contemplare questo scenario si ha poi, costantemente, la sensazione che qualcosa manchi, o meglio, ci stia
sfuggendo.

Alvaro Urbano
Untitled (About Last Night), 2017
carta, colla, metallo, pittura.
Dimensioni variabili.
(AU/I-S 5958)
KASIA FUDAKOWSKI (b. 1985, London, UK) lives and works in Berlin. Fudakowski studied at the Ruskin School of Drawing and                 ZORA MANN (b. 1979 in Amersham, United Kingdom), lives and works in Berlin. She studied at Academy of Contemporary Art
Fine Art at Oxford University, England. She received the Villa Romana Fellowship for 2017.                                               and Research “Villa Arson” in Nice and graduated with a Masters of Art.

Recent solo exhibitions include: “Double Standards”, ChertLüdde, Berlin, 2017; “Bad Basket”, Lodos, Mexico City, 2017; “EXIT-            Recent solo exhibitions include: “The Daughter of the Easter egg”, solo presentation at Art Basel Statements with ChertLüdde, 2017;
AINMENT”, Riverside, Bern, 2016; “Meat in window, worried by a wasp”, Centre for Contemporary Art FUTURA, Prague, 2016;                  “Doppelgänger”, 45cbm studio space, Staatliche Kunsthalle Baden Baden, 2017; Fiac – Foire International d’Art Contemporain, La
Statements, Art Basel, with Chert, Basel, 2015; “Round 5, Isa Genzken and Kasia Fudakowski”, Flex, Berlin, 2015; “Dream Home             Fayette Sector, Paris, 2015; “Coagula”, Chert, Berlin, 2015; “Open-Field-Test”, Chert, Berlin, 2014; “Tequila Sunrise”, Fine Furniture
Experience”, Städtische Galerie Delmenhorst, 2014; “Pessimistinnen”, performance at the opening of Liste, Basel, 2014; “Local            Gallery, Berlin, 2014; “Sundown”, Cussler, Berlin, 2012.
Artist”, Chert, Berlin 2014; “Storikerinnen”, Kunstverein Harburger Bahnhof, Hamburg, 2014; “Certaines Femmes pessimistes
près d’un lac”, M J Gallery, Geneva, 2013; “Pessimistinnen”, Art Berlin Contemporary, with Chert, Berlin, 2013; “Enthusiastinnen”,       Group Exhibitions include: “Interface(s) – Tales of Babel”, Haus am Lützowplatz – Studio Galerie, Berlin, 2017; “Global Female
Künstlerhaus Bethanien, Berlin, 2012.                                                                                                    Inventories”, Project Space Festival, Berlin, 2016; Group presentation at Art Cologne, with Chert, Berlin, 2016; Leaping over a bush
                                                                                                                                         to surprise a quail, Chert, Berlin, 2016; “Lügen”, Atelier in der Oranienstrasse 189, Berlin, 2015; “Iao Oo”, Studio Hodori & Studio
Recent group exhibitions include: “15th Istanbul Biennial”, Curated by Elmgreen & Dragset, Istanbul, 2017; “Kunst ins Leben! Der         Niculescu, Berlin, 2014; “Hotspot Va”, Commissariat À Treize, Paris, 2014; “Interior 301”, Galerie Alain Gutharc, Paris,2013; Reits,
Samm­ler Wolf­gang Hahn und die 1960er Jahre”, Museum Ludwig, Cologne, 2017; “Produktion. Made in Germany drei”, Sprengel                Schaufenster, Berlin, 2013; “Where the Wild thiings Go”, Fine Furniture Gallery, Berlin, 2013; “Ballungsrum”, Kosmetiksalon Ba-
Museum Hannover, 2017; “Sechs Richtige”, Fürstenbergische Museum, Donaueschingen, 2017; “Villa Romana – Fellows 2017”,                   bette, Berlin, 2012; “J’aime Les Femmes Et Je Le Prouve”, Espace À Débattre, Nice, 2011; “Coulis De Framboises, Kit Invite”, Palais
Villa Romana, Florence, 2017; “The Marmory show III – Guilty Pleasures”, Deborah Schamoni Gallery, Munich, 2016; “Alfred Jarry           De Tokyo, Paris, 2010; “Hic”, Villa Arson, Nice, 2010; “Birds Love Fish”, Chert , Berlin.
Archipelago: ‘HA ‘HA’”, Museo Marino Marini, Florence, 2015; “Proximities and Desires”, ABC, Berlin, 2015; “OPEN HOUSE”,
Kunstverein Braunschweig, Braunschweig, 2015; “Inside the city. Public Space and Free Space”, GAK Gesellschaft für Aktuelle              ---
Kunst, Bremen, 2015; “Laugh-in: Art, Comedy, Performance”, Museum of Contemporary Art, San Diego, 2015; “Fortune III Grey
skies and sunny dispositions”; The Ister, Paris, 2014; Ian Hamilton Finlay Weekend, Arnolfini, Bristol, 2013; “You’re my wife now”,      VANESSA SAFAVI (b. 1980, Lausanne, Switzerland) lives and works in Berlin. She attended the École cantonale d’art de Lausanne
Infernoesque project space, Berlin, 2013.                                                                                                (ECAL). She was awarded with the Illy Present Future Prize of Artissima in 2012. In

Collections: Sammlung zeitgenössischer Kunst der Bundesrepublik Deutschland; GAM, Fondazione Torino Musei, Turin, Italy;                 Recent solo exhibitions include: “The Cook and the Smoke Detector”, ChertLüdde, Berlin, 2017; “Medulla Plaza”, Kunstverein
AGI Verona, Italy; Furstenberg Collection, Donaueschingen; Frac des Pays de la Loire.                                                    Grafschaft, Bentheim, 2016; “Fair Play”, Barbara Seiler Gallery, Zürich, 2016; “Airbags”, MOTINTERNATIONAL, Brussels, 2015;
                                                                                                                                         FIAC, Grand Palais, Paris, 2014; “cloud metal cities”, Kunsthalle São Paulo, São Paulo, 2014; “La Nuit Liquide”, The Breeder, Athens,
---                                                                                                                                      2014; “One Torino”, with Santo Tolone and Naufus Ramírez-Figueroa, Castello di Rivoli, Turin, 2013; “3 Pounds of Jelly”, Chert,
                                                                                                                                         Berlin, 2013; “I Wish Blue could be Water”, CRAC Alsace, Altkirch, 2012.
PETRIT HALILAJ (b. 1986 in Kostërrc, Kosovo) lives and works between Berlin, Mantua and Pristina.
                                                                                                                                         Recent group exhibitions include: “Meaning can only grow out of intimacy (Limbs, Water, Nostalgia)”, curated by Elise Lammer,
Petrit Halilaj represented Kosovo, for the country’s first appearance, at the Venice Biennale in 2013. In 2017 he was invited at the     Les Urbaines – 20th edition, Lausanne, 2016; “Lonesome Wife”; Seventeen, London, 2016; “The world no longer exists”, Kurator,
57th Venice Biennale by the curator Christine Macel, where he was awarded the Special Mention by the Jury. Earlier this June, he         Rapperswil, 2016; “Che il vero possa confutare il falso”, AgiVerona Collection, Palazzo Pubblico/Santa Maria della Scala/Acca-
was awarded with the Mario Merz Prize 2017.                                                                                              demia dei Fisiocritici, Siena, 2016; “unexpected others”, L’Atelier ksr, Berlin, 2016; “Stick To Me Fantasy: Vanessa Safavi & Pauline
He attended the Artists and Architects-in-Residence at MAK, Los Angeles, in 2016/2017. He received the Villa Romana Fellowship           Beaudemont”, São Paulo, 2016; “Leaping over a bush to surprise a quail”, Chert, Berlin, 2016; “Inflected Objects # 2 Circulation –
in 2014.                                                                                                                                 Mise en Séance”, Frans Hals Museum | De Hallen Haarlem, 2016; “The transparent tortoiseshell and the un-ripe umbrella”, Glasgow
His work is currently on view at the New Museum, New York, for his solo exhibition “RU”.                                                 Sculpture Studios, Glasgow, 2016; “Intro”, Giorgio Galotti Gallery, Turin, 2015; “A Space is a Space is a Space”; Deutsche Arkitektur
                                                                                                                                         Zentrum DAZ, Berlin, 2015; “Ceramics and Graphite”, Chert, Berlin, 2015; Swiss Art Awards, Basel, 2015; “Interior/Exterior/Sculp-
A selection of recent solo shows includes: “Space Shuttle in the Garden” at Pirelli HangarBicocca, Milan, 2016; “Petrit Halilaj”, Köl-   ture”, Belenius/Nordenhake, Stockholm, 2015; “milk revolution”, American Academy, Rome, 2015; “What do you write when men
nischer Kunstverein, Cologne, 2015; “She fully turning around became terrestrial”, Bundeskunsthalle, Bonn, 2015; “Yes but the sea        are puking into plastic bags”, Chert, Berlin, 2014; “Tell Me What I See, When I Look Into Your Eyes”, BolteLang, Zürich, 2014; “I’ll
is attached to the earth and it never floats around in space. The stars would turn off and what about my planet?” kamel mennour,         be your Mirror”, Herald St, London, 2013; “Emmy Moore’s Journal”, SALTS, Basel, 2013.
Paris, 2014; “Darling squeeze the button and remove my memory”, National Gallery of Kosovo, Pristina, 2014; “of course blue ef-
fects my way of shitting”, Chert, Berlin, 2014; “Poisoned by men in need of some love”, Wiels, Brussels, 2014; “July 14th”, Fondation    Public Commissions: Luci d’Artista, Turin, 2013.
d’Enterprise Galeries Lafayette, Paris, 2013; “Who does the earth belong to while painting the wind?!”, Kunsthalle Sankt Gallen,         Collections: Nomas Foundation, Rome; Kunsthaus Glarus; Ricola Collection, Switzerland; Fiorucci Art Trust, London
2012; and “Petrit Halilaj”, Kunstraum Innsbruck, 2011.
                                                                                                                                         ---
He took part in many groups exhibitions including: “Art and Alphabet”, Hamburger Kunsthalle, Hamburg, 2017; “An ear, severed,
listens”, ChertLüdde, 2017; “Animality”, Marian Goodman Gallery, London, 2016; “The Distance of a Day: New in Contemporary               ALVARO URBANO (b. 1983, Madrid, Spain) lives and works in Berlin. He studied at the Architecture School in Madrid and com-
Art”, The Israel Museum, Jerusalem, 2016; “Triennale Fellbach”, Alte Kelter Fellbach, 2016; “Par tibi, Roma, nihil”; Palatin Hill,       pleted his studies at the Institut für Raumexperimente (Professor Olafur Eliasson) Universität der Künste in Berlin.
Rome, 2016; “Alfred Jarry Archipelago: ‘HA ‘HA’,” Museo Marino Marini, Florence, 2015;”SUPER SUPERSTUDIO”, PAC, Padi-                    In 2014 Urbano received the Villa Romana Fellowship. He attended the The Artists and Architects-in-Residence at MAK, Los
glione d’Arte Contemporanea, Milan, 2015; “What’s Love Gotta Do With It”; S.A.L.T.S., Switzerland, 2015; “Trouble in Paradise”,          Angeles, 2016/2017.
Bundeskunsthalle, Bonn, 2015; “Slip of the Tongue”; curated by Caroline Bourgeois and Danh Vo, Punta della Dogana, Venice,               He will present his first solo exhibition at ChertLüdde this upcoming November 2017.
2015; “Shit and Die”, Palazzo Cavour, curated by Maurizio Cattelan, Myriam Ben and Marta Papini, Turin, 2014; “Fragile Sense
of Hope”, Telekom Collection, me Collectors Room, Berlin, 2014; “Artists’ Artists”, Marian Goodman Gallery, New York, 2014;              Recent solo projects and exhibitions include: “Almost Midnight,” Frankfurt am Main, Berlin, 2017; “Assemble”, Performance on
“SUPER Visions - Zeichnen und Sein” Museum Schloss Moyland, 2013; “New Public”, Museion, Bolzano, 2013; “30 Künstler/30                  the 25th Anniversary of the Bundeskunsthalle, Bonn, 2017; “I”, Mole Antonelliana, Turin, in collaboration with National Cinema
Räume”, Kunstverein Nürnberg/Albrecht Dürer Gesellschaft, Nürnberg, 2012; “Ostalgia”, New Museum, New York, 2012; and the                Museum of Turin, 2016; “Functions and Fictions”, Boghossian Foundation, Brussels, 2016; “Dead Men Tell no Tales”, Kölnischer
6th Berlin Biennale (2010).                                                                                                              Kunstverein, Cologne, 2016; “More than Real”, Bundeskunsthalle, Bonn, 2015; “The Ghost and the Host”, Pavillon Social Kunstv-
                                                                                                                                         erein, Lucca, 2014; “Utopias are for Birds”, Chert, Berlin, 2012.
Collections: Centre Pompidou, Musée National d’Art Moderne, Paris; The Israel Museum, Jerusalem; Fonds de dotation Famille
Moulin, Galerie Lafayette, Paris; University of Chicago Booth School of Business, Chicago; Nomas Foundation, Rome; Furstenberg           Group exhibitions include: “Festival of Future Nows II”, Hamburger Bahnhof — Museum für Gegenwart, Berlin, 2017; “Notes on
Collection, Donaueschingen; Ettore Fico Foundation, Turin; Sammlung Telekom Deutschland, Lohmar; Colección Jumex, Mexico                 our equilibrium”, CAB, Curated by Eléonore de Sadeleer and Evelyn Simons, Brussels, 2017; “An ear, severe, listens”, ChertLüdde,
City; FRAC Champagne Ardenne, Reim; Sammlung Philara, Düsseldorf.                                                                        Berlin, 2017; “That Time”, Cycle Music and Art Festival, Curated by Eva Wilson, Kópavogur, Iceland; “Deep Inside”, Moscow Inter-
                                                                                                                                         national Biennale for Young Art, Moscow, 2016; “Art and Nature: Walking with Senses”, curated by BAU (Simone Mair, Lisa Mazza,
                                                                                                                                         Filipa Ramos), Merano, 2016; “SUPER SUPERSTUDIO”, curated by Andreas Angelidakis, Vittorio Pizzigoni and Valter Scelsi, PAC,
                                                                                                                                         Padiglione d’Arte Contemporanea, Milan, 2015; “ALPINA HUUS”, curated by Elise Lammer and Denis Pernet, Schinkel Pavillon,
                                                                                                                                         2015; “What’s Love Gotta Do With It,” S.A.L.T.S., Switzerland, 2015; “Trouble in Paradise”, Bundeskunsthalle, Bonn, 2015; Festival
                                                                                                                                         of Future Nows, Neue Nationalgalerie, Berlin, 2014.
KF/S 5327/U, Kasia Fudakowski
Bacon (I), 2017                                                                PH/S 3103/U, Petrit Halilaj
Painted plexiglass, steel                                                      Abetare (cat face), 2015
138 × 66 × 20 cm                                                               Steel sculpture.
                                                                               Enlarged reproduction of a drawing found on the school tables of the Primary
                                                                               School "Shotë Galica" Runik, Kosovo.
                                                                               120 × 71 cm

                                                                               ZM/P 3446/U, Zora Mann
                                                                               Untitled, 2015
                                                                               Oil and acrylic on canvas
KF/S 5326/U, Kasia Fudakowski                                                  200 × 130 cm
Bacon (II), 2017
Painted plexiglass, steel
190 × 58 × 14 cm

                                                                               ZM/P 4695/U, Zora Mann
                                                                               Untitled, 2016
KF/S 5325/U, Kasia Fudakowski                                                  Acrylic on canvas
Bacon (III), 2017                                                              200 × 130 cm
Painted plexiglass, steel
Bacon up: 76 × 50 × 12 cm
Bacon down: 110 × 53 × 12 cm
Metal structure: 300 × 50 cm ø 1 cm

                                                                               ZM/S 4764/U, Zora Mann
                                                                               Cindy, 2016
PH/S 5213/U, Petrit Halilaj
Abetare (Eye in tears), 2017
                                                                               Oil and acrylic on wood
Steel sculpture.                                                               80 × 52 × 9 cm
Enlarged reproduction of a drawing found on the school tables of the Primary
School "Shotë Galica" Runik, Kosovo.
Minimum size: 400 × 210 × 10 cm
Floor pieces: 2 × 60 × 150 cm

                                                                               VS/SIL 5149/U, Vanessa Safavi
                                                                               Hands Bite, 2017
                                                                               Silicone, wood frame
PH/S 5229/U, Petrit Halilaj                                                    95 × 70 cm
Abetare (Dove), 2017
Steel sculpture.
Enlarged reproduction of a drawing found on the school tables of the Primary
School "Shotë Galica" Runik, Kosovo.
Bird: 125 × 168 × 5 cm
Second element: 67 × 70 × 5 cm
VS/SIL 5412/U, Vanessa Safavi
The murderer, 2017
Silicone, wood frame
25 × 25 × 12 cm

VS/SIL 5406/U, Vanessa Safavi
Hello Lobster! (2), 2017
Silicone, wood frame
ø 57 cm

VS/SIL 5407/U, Vanessa Safavi
Hello Lobster! (3), 2017
Silicone, wood frame
ø 57 cm

AU/I-S 5958/U, Alvaro Urbano
Untitled (About Last Night), 2017
paper, glue, metal, paint
Dimensions variable according to venue:
400 cm ø 8 cm
Dimensions variable
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