ChertLüdde, Berlino Artissima, Oval, Lingotto, Torino ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ChertLüdde, Berlino Artissima, Oval, Lingotto, Torino 3 - 5 Novembre 2017 Main Section, stand n. 3 e 4, corridoio marrone e azzurro
Il lavoro di Kasia Fudakowski intitolato Bacon (I, II e III) è stato pensato e presentato per la prima volta nel contesto della personale dell’artista intitolata Double Standards, A Sexhibition, presentata nella galleria ChertLudde a Berlino lo scorso Aprile. La sculture consistono in riproduzioni ingrandite di fette di pancetta, un piatto tipico delle colazioni all’inglese. Nel contesto dell’esposizione, il cui focus faceva riferimento alla recente affermazione di politiche estremiste e, più nel particolare, all’episodio nazionale della Brexit, l’installazione sottolineava e ironizzava circa le cosiddette origini e cliques legati ad una certa cultura d’appartenenza. “Nonostante la natura estremamente concettuale della sua pratica, il lavoro di Fudakowski è anche molto rigoroso dal punto di vista tecnico. Opere che sembrano, a prima vista, dei readymade sono, in realtà, il risultato di un raffinato e capace approccio al lavoro artigianale. La maggior parte delle volte lavoro lasciandomi guidare dalla natura delle cose, e spesso faccio riferimento alle caratteristiche del materiale di cui sono fatte, mi dice. Proprio perché spesso gli artisti contemporanei dipendono dalle idee, penso sia importante che, una volta afferrato il concetto che si vuole portare alla luce, si trovi la giusta forma con cui farlo emergere. Questo è anche il motivo per cui molto spesso mi è stato detto che sono una sorta di infedele alla materia in quanto mi piace giocare con essa e manipolarla dandole ogni volta una diversa struttura. Sebbene i lavori più riconoscibili dell’artista siano le sue sculture, a lei piace sperimentare con diverse pratiche e non ha paura di allontanarsi ed esplorare nuovi territori sconosciuti.” Emily Steer, estratto dall’intervista apparsa sul numero 32 di Elephan Magazine Kasia Fudakowski Bacon (I), 2017 Plexiglass dipinto, metallo 138 × 66 × 20 cm (KF/S 5327/U)
Kasia Fudakowski Bacon (III), 2017 Plexiglass dipinto, metallo Bacon alto: 76 × 50 × 12 cm Bacon basso: 110 × 53 × 12 cm Struttura in metallo: 300 × 50 cm (KF/S 5325/U)
I lavori appartenenti alla serie Abetare sono stati presentati per la prima volta nell’aprile 2015, in occasione della personale di Petrit Halilaj alla Kolnischer Kunstverein di Colonia. Le sculture in acciaio rappresentano su larga scala disegni, scarabocchi e schizzi di studenti della scuola elementare che lo stesso artista aveva frequentato a suo tempo nel villaggio di Runik, in Kosovo. La scuola è stata demolita e ricostruita ex novo nel 2010. Il lavoro di Halilaj si basa per lo più sul suo trascorso personale e sulla storia del proprio paese, il Kosovo. In particolare, questa serie di sculture ricordano la sua infanzia e giovinezza ma richiamano alla mente anche temi generali quali la patria, la memoria e l’identità. Di recente, Halilaj ha sviluppato questo progetto creando un’ulteriore serie di disegni riprodotti a partire dai banchi di scuola. I lavori sono stati presentati e hanno vinto il premio Mario Merz a Torino. Petrit Halilaj Abetare (Eye in tears), 2017 Scultura in metallo. Riproduzione scultorea di disegni trovati sui banchi della scuola elementare dell´artrista in Runik, Kosovo. Dimensione minima: 400 × 210 × 10 cm. Frammenti a terra: 2 × 60 × 150 cm (PH/S 5213)
Petrit Halilaj Abetare (Dove), 2017 Scultura in metallo. Riproduzione scultorea di disegni trovati sui banchi della scuola elementare dell´artrista in Runik, Kosovo. Colomba: 125 × 168 × 5 cm. Altro elemento: 67 × 70 × 5 cm (PH/S 5229)
Petrit Halilaj Abetare (cat face), 2015 Scultura in metallo. Riproduzione scultorea di disegni trovati sui banchi della scuola elementare dell´artrista in Runik, Kosovo. 120 × 71 cm (PH/S 3103)
Come prima cosa ho sempre disegnato. La mia pratica seguiva una certa metodologia per cui dal disegno passavo al formato pittorico più grande. Ho sempre saputo, in un certo senso, come sarebbero stati i dipinti alla fine perché i disegni erano la mia guida. Poi ho passato un anno a dipingere con gli acquerelli, una tecnica che mi ha dato l’opportunità di essere, in un certo qual modo, più libera, senza occorrenza d’uno schizzo preparatorio. Questa nuova pratica mi ha permesso di ripensare al mio approccio pittorico e mi ha contaminata, se così si può dire. Ora quando dipingo è difficile io rimanga fedele al disegno di partenza. Capita che, colta dall’entusiasmo, io crei qualcosa di completamente diverso. Penso questo sia dovuto al desiderio e alla volontà di avere un margine d’errore più ampio, lasciando che il processo creativo divenga parte portante del lavoro concluso. Di solito non mi do un termine temporale per finire i lavori. Forse dovrei. Sarei molto più efficiente. Prima, quando m’imponevo di rimanere fedele al disegno preparatorio, sapevo esattamente quando avrei terminato un’opera. Ora non so più nemmeno quando e se i lavori che faccio si possano definire conclusi. Adesso avere un piano d’azione, una metodologia da seguire, mi fa quasi paura. Ma è anche più divertente. Credo il prossimo passo sia quello di dover trovare una sorta di equilibrio tra queste mie due attitudini. estratto dall’intervista a Zora Mannapparso sul numero di Ottobre 2015 di Studio Beat Zora Mann Untitled Olio e acrilico su tela 200 × 130 cm (ZM/P 3446)
Zora Mann Cindy, 2016 Olio e acrilico su legno 80 × 52 × 9 cm (ZM/S 4764/U)
Con le sue opere in silicone, Vanessa Safavi interroga la relazione profonda che intercorre tra l’inconscio umano e i materiali traslucidi. Per l’artista questa materia spinge naturalmente l’uomo alla contemplazione. Si fa qui riferimento al significato originario della parola contemplazione ovvero quello legato alla percezione di qualcosa che viene visto, ammirato e pensato. Il silicone ricorda la gelatina, o meglio ancora, la consistenza gelatinosa di un organismo planctonico come la medusa, una creatura che può trovarsi anche nelle profondità più buie degli oceani e che spesso s’illumina di luce propria. Vanessa Safavi Hands Bite, 2017 Silicone, cornice in legno 95 × 70 cm (VS/SIL 5149/U)
Vanessa Safavi The murderer, 2017 Silicone, cornice in legno 25 × 25 × 12 cm (VS/SIL 5412/U)
Vanessa Safavi Hello Lobster! (2), 2017 Silicone, cornice in legno ø 57 cm (VS/SIL 5406/U)
Vanessa Safavi Hello Lobster! (3), 2017 Silicone, cornice in legno ø 57 cm (VS/SIL 5407/U)
Per la sua mostra personale intitolata Almost Midnight Alvaro Urbano ha ricreato un ambiente esterno all’in- terno degli spazi di Frankfurt am Main. Tramite l’utilizzo di pochi elementi che ricordano un frangente di vita quotidiana cittadina, lo spazio della galleria è stato trasformato in un paesaggio urbano notturno. Urbano fa riferimento alla potenzialità narrativa cinematografica che omaggia tramite la creazione di un suo proprio scenario. All’interno di questo ambiente l’artista si concentra soprattutto sul tipo di emozioni che po- trebbe suscitare su un probabile spettatore: uno spettatore che dovrebbe calarsi nei panni di un passante, uno stanco lavoratore di rientro dal turno serale, o qualcuno che torna a casa dopo aver trascorso qualche ora al bar o a casa di amici. A volte, durante queste passeggiate, si è colti da un senso di solitudine e magari, proprio grazie a questa sensazione, i sensi si acuiscono e si presta più attenzione a quello da cui si è circondati. La città, di notte, aspetta nasca un nuovo giorno e si fa portatrice di storie di molti altri camminatori solitari. Un mozzicone di sigaretta segnato da un rossetto rosso, una serranda abbassata di un piccolo negozio, una foglia caduta sul marciapiedi: piccoli dettagli che ci fanno pensare a possibili storie di relazioni, dialoghi, conflitti sospese tra il reale e l’immaginato. L’installazione scenografica di Urbano ha anche il sapore delle pellicole in bianco e nero: l’effetto, per lo spet- tatore, è simile a quello dato dal guardare un diorama che, di fatto, qui è doppio in quanto lo spazio di Frank- furt am Main richiama lo stesso effetto illusorio se guardato dal Wildensruchstrasse. A contemplare questo scenario si ha poi, costantemente, la sensazione che qualcosa manchi, o meglio, ci stia sfuggendo. Alvaro Urbano Untitled (About Last Night), 2017 carta, colla, metallo, pittura. Dimensioni variabili. (AU/I-S 5958)
KASIA FUDAKOWSKI (b. 1985, London, UK) lives and works in Berlin. Fudakowski studied at the Ruskin School of Drawing and ZORA MANN (b. 1979 in Amersham, United Kingdom), lives and works in Berlin. She studied at Academy of Contemporary Art Fine Art at Oxford University, England. She received the Villa Romana Fellowship for 2017. and Research “Villa Arson” in Nice and graduated with a Masters of Art. Recent solo exhibitions include: “Double Standards”, ChertLüdde, Berlin, 2017; “Bad Basket”, Lodos, Mexico City, 2017; “EXIT- Recent solo exhibitions include: “The Daughter of the Easter egg”, solo presentation at Art Basel Statements with ChertLüdde, 2017; AINMENT”, Riverside, Bern, 2016; “Meat in window, worried by a wasp”, Centre for Contemporary Art FUTURA, Prague, 2016; “Doppelgänger”, 45cbm studio space, Staatliche Kunsthalle Baden Baden, 2017; Fiac – Foire International d’Art Contemporain, La Statements, Art Basel, with Chert, Basel, 2015; “Round 5, Isa Genzken and Kasia Fudakowski”, Flex, Berlin, 2015; “Dream Home Fayette Sector, Paris, 2015; “Coagula”, Chert, Berlin, 2015; “Open-Field-Test”, Chert, Berlin, 2014; “Tequila Sunrise”, Fine Furniture Experience”, Städtische Galerie Delmenhorst, 2014; “Pessimistinnen”, performance at the opening of Liste, Basel, 2014; “Local Gallery, Berlin, 2014; “Sundown”, Cussler, Berlin, 2012. Artist”, Chert, Berlin 2014; “Storikerinnen”, Kunstverein Harburger Bahnhof, Hamburg, 2014; “Certaines Femmes pessimistes près d’un lac”, M J Gallery, Geneva, 2013; “Pessimistinnen”, Art Berlin Contemporary, with Chert, Berlin, 2013; “Enthusiastinnen”, Group Exhibitions include: “Interface(s) – Tales of Babel”, Haus am Lützowplatz – Studio Galerie, Berlin, 2017; “Global Female Künstlerhaus Bethanien, Berlin, 2012. Inventories”, Project Space Festival, Berlin, 2016; Group presentation at Art Cologne, with Chert, Berlin, 2016; Leaping over a bush to surprise a quail, Chert, Berlin, 2016; “Lügen”, Atelier in der Oranienstrasse 189, Berlin, 2015; “Iao Oo”, Studio Hodori & Studio Recent group exhibitions include: “15th Istanbul Biennial”, Curated by Elmgreen & Dragset, Istanbul, 2017; “Kunst ins Leben! Der Niculescu, Berlin, 2014; “Hotspot Va”, Commissariat À Treize, Paris, 2014; “Interior 301”, Galerie Alain Gutharc, Paris,2013; Reits, Sammler Wolfgang Hahn und die 1960er Jahre”, Museum Ludwig, Cologne, 2017; “Produktion. Made in Germany drei”, Sprengel Schaufenster, Berlin, 2013; “Where the Wild thiings Go”, Fine Furniture Gallery, Berlin, 2013; “Ballungsrum”, Kosmetiksalon Ba- Museum Hannover, 2017; “Sechs Richtige”, Fürstenbergische Museum, Donaueschingen, 2017; “Villa Romana – Fellows 2017”, bette, Berlin, 2012; “J’aime Les Femmes Et Je Le Prouve”, Espace À Débattre, Nice, 2011; “Coulis De Framboises, Kit Invite”, Palais Villa Romana, Florence, 2017; “The Marmory show III – Guilty Pleasures”, Deborah Schamoni Gallery, Munich, 2016; “Alfred Jarry De Tokyo, Paris, 2010; “Hic”, Villa Arson, Nice, 2010; “Birds Love Fish”, Chert , Berlin. Archipelago: ‘HA ‘HA’”, Museo Marino Marini, Florence, 2015; “Proximities and Desires”, ABC, Berlin, 2015; “OPEN HOUSE”, Kunstverein Braunschweig, Braunschweig, 2015; “Inside the city. Public Space and Free Space”, GAK Gesellschaft für Aktuelle --- Kunst, Bremen, 2015; “Laugh-in: Art, Comedy, Performance”, Museum of Contemporary Art, San Diego, 2015; “Fortune III Grey skies and sunny dispositions”; The Ister, Paris, 2014; Ian Hamilton Finlay Weekend, Arnolfini, Bristol, 2013; “You’re my wife now”, VANESSA SAFAVI (b. 1980, Lausanne, Switzerland) lives and works in Berlin. She attended the École cantonale d’art de Lausanne Infernoesque project space, Berlin, 2013. (ECAL). She was awarded with the Illy Present Future Prize of Artissima in 2012. In Collections: Sammlung zeitgenössischer Kunst der Bundesrepublik Deutschland; GAM, Fondazione Torino Musei, Turin, Italy; Recent solo exhibitions include: “The Cook and the Smoke Detector”, ChertLüdde, Berlin, 2017; “Medulla Plaza”, Kunstverein AGI Verona, Italy; Furstenberg Collection, Donaueschingen; Frac des Pays de la Loire. Grafschaft, Bentheim, 2016; “Fair Play”, Barbara Seiler Gallery, Zürich, 2016; “Airbags”, MOTINTERNATIONAL, Brussels, 2015; FIAC, Grand Palais, Paris, 2014; “cloud metal cities”, Kunsthalle São Paulo, São Paulo, 2014; “La Nuit Liquide”, The Breeder, Athens, --- 2014; “One Torino”, with Santo Tolone and Naufus Ramírez-Figueroa, Castello di Rivoli, Turin, 2013; “3 Pounds of Jelly”, Chert, Berlin, 2013; “I Wish Blue could be Water”, CRAC Alsace, Altkirch, 2012. PETRIT HALILAJ (b. 1986 in Kostërrc, Kosovo) lives and works between Berlin, Mantua and Pristina. Recent group exhibitions include: “Meaning can only grow out of intimacy (Limbs, Water, Nostalgia)”, curated by Elise Lammer, Petrit Halilaj represented Kosovo, for the country’s first appearance, at the Venice Biennale in 2013. In 2017 he was invited at the Les Urbaines – 20th edition, Lausanne, 2016; “Lonesome Wife”; Seventeen, London, 2016; “The world no longer exists”, Kurator, 57th Venice Biennale by the curator Christine Macel, where he was awarded the Special Mention by the Jury. Earlier this June, he Rapperswil, 2016; “Che il vero possa confutare il falso”, AgiVerona Collection, Palazzo Pubblico/Santa Maria della Scala/Acca- was awarded with the Mario Merz Prize 2017. demia dei Fisiocritici, Siena, 2016; “unexpected others”, L’Atelier ksr, Berlin, 2016; “Stick To Me Fantasy: Vanessa Safavi & Pauline He attended the Artists and Architects-in-Residence at MAK, Los Angeles, in 2016/2017. He received the Villa Romana Fellowship Beaudemont”, São Paulo, 2016; “Leaping over a bush to surprise a quail”, Chert, Berlin, 2016; “Inflected Objects # 2 Circulation – in 2014. Mise en Séance”, Frans Hals Museum | De Hallen Haarlem, 2016; “The transparent tortoiseshell and the un-ripe umbrella”, Glasgow His work is currently on view at the New Museum, New York, for his solo exhibition “RU”. Sculpture Studios, Glasgow, 2016; “Intro”, Giorgio Galotti Gallery, Turin, 2015; “A Space is a Space is a Space”; Deutsche Arkitektur Zentrum DAZ, Berlin, 2015; “Ceramics and Graphite”, Chert, Berlin, 2015; Swiss Art Awards, Basel, 2015; “Interior/Exterior/Sculp- A selection of recent solo shows includes: “Space Shuttle in the Garden” at Pirelli HangarBicocca, Milan, 2016; “Petrit Halilaj”, Köl- ture”, Belenius/Nordenhake, Stockholm, 2015; “milk revolution”, American Academy, Rome, 2015; “What do you write when men nischer Kunstverein, Cologne, 2015; “She fully turning around became terrestrial”, Bundeskunsthalle, Bonn, 2015; “Yes but the sea are puking into plastic bags”, Chert, Berlin, 2014; “Tell Me What I See, When I Look Into Your Eyes”, BolteLang, Zürich, 2014; “I’ll is attached to the earth and it never floats around in space. The stars would turn off and what about my planet?” kamel mennour, be your Mirror”, Herald St, London, 2013; “Emmy Moore’s Journal”, SALTS, Basel, 2013. Paris, 2014; “Darling squeeze the button and remove my memory”, National Gallery of Kosovo, Pristina, 2014; “of course blue ef- fects my way of shitting”, Chert, Berlin, 2014; “Poisoned by men in need of some love”, Wiels, Brussels, 2014; “July 14th”, Fondation Public Commissions: Luci d’Artista, Turin, 2013. d’Enterprise Galeries Lafayette, Paris, 2013; “Who does the earth belong to while painting the wind?!”, Kunsthalle Sankt Gallen, Collections: Nomas Foundation, Rome; Kunsthaus Glarus; Ricola Collection, Switzerland; Fiorucci Art Trust, London 2012; and “Petrit Halilaj”, Kunstraum Innsbruck, 2011. --- He took part in many groups exhibitions including: “Art and Alphabet”, Hamburger Kunsthalle, Hamburg, 2017; “An ear, severed, listens”, ChertLüdde, 2017; “Animality”, Marian Goodman Gallery, London, 2016; “The Distance of a Day: New in Contemporary ALVARO URBANO (b. 1983, Madrid, Spain) lives and works in Berlin. He studied at the Architecture School in Madrid and com- Art”, The Israel Museum, Jerusalem, 2016; “Triennale Fellbach”, Alte Kelter Fellbach, 2016; “Par tibi, Roma, nihil”; Palatin Hill, pleted his studies at the Institut für Raumexperimente (Professor Olafur Eliasson) Universität der Künste in Berlin. Rome, 2016; “Alfred Jarry Archipelago: ‘HA ‘HA’,” Museo Marino Marini, Florence, 2015;”SUPER SUPERSTUDIO”, PAC, Padi- In 2014 Urbano received the Villa Romana Fellowship. He attended the The Artists and Architects-in-Residence at MAK, Los glione d’Arte Contemporanea, Milan, 2015; “What’s Love Gotta Do With It”; S.A.L.T.S., Switzerland, 2015; “Trouble in Paradise”, Angeles, 2016/2017. Bundeskunsthalle, Bonn, 2015; “Slip of the Tongue”; curated by Caroline Bourgeois and Danh Vo, Punta della Dogana, Venice, He will present his first solo exhibition at ChertLüdde this upcoming November 2017. 2015; “Shit and Die”, Palazzo Cavour, curated by Maurizio Cattelan, Myriam Ben and Marta Papini, Turin, 2014; “Fragile Sense of Hope”, Telekom Collection, me Collectors Room, Berlin, 2014; “Artists’ Artists”, Marian Goodman Gallery, New York, 2014; Recent solo projects and exhibitions include: “Almost Midnight,” Frankfurt am Main, Berlin, 2017; “Assemble”, Performance on “SUPER Visions - Zeichnen und Sein” Museum Schloss Moyland, 2013; “New Public”, Museion, Bolzano, 2013; “30 Künstler/30 the 25th Anniversary of the Bundeskunsthalle, Bonn, 2017; “I”, Mole Antonelliana, Turin, in collaboration with National Cinema Räume”, Kunstverein Nürnberg/Albrecht Dürer Gesellschaft, Nürnberg, 2012; “Ostalgia”, New Museum, New York, 2012; and the Museum of Turin, 2016; “Functions and Fictions”, Boghossian Foundation, Brussels, 2016; “Dead Men Tell no Tales”, Kölnischer 6th Berlin Biennale (2010). Kunstverein, Cologne, 2016; “More than Real”, Bundeskunsthalle, Bonn, 2015; “The Ghost and the Host”, Pavillon Social Kunstv- erein, Lucca, 2014; “Utopias are for Birds”, Chert, Berlin, 2012. Collections: Centre Pompidou, Musée National d’Art Moderne, Paris; The Israel Museum, Jerusalem; Fonds de dotation Famille Moulin, Galerie Lafayette, Paris; University of Chicago Booth School of Business, Chicago; Nomas Foundation, Rome; Furstenberg Group exhibitions include: “Festival of Future Nows II”, Hamburger Bahnhof — Museum für Gegenwart, Berlin, 2017; “Notes on Collection, Donaueschingen; Ettore Fico Foundation, Turin; Sammlung Telekom Deutschland, Lohmar; Colección Jumex, Mexico our equilibrium”, CAB, Curated by Eléonore de Sadeleer and Evelyn Simons, Brussels, 2017; “An ear, severe, listens”, ChertLüdde, City; FRAC Champagne Ardenne, Reim; Sammlung Philara, Düsseldorf. Berlin, 2017; “That Time”, Cycle Music and Art Festival, Curated by Eva Wilson, Kópavogur, Iceland; “Deep Inside”, Moscow Inter- national Biennale for Young Art, Moscow, 2016; “Art and Nature: Walking with Senses”, curated by BAU (Simone Mair, Lisa Mazza, Filipa Ramos), Merano, 2016; “SUPER SUPERSTUDIO”, curated by Andreas Angelidakis, Vittorio Pizzigoni and Valter Scelsi, PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea, Milan, 2015; “ALPINA HUUS”, curated by Elise Lammer and Denis Pernet, Schinkel Pavillon, 2015; “What’s Love Gotta Do With It,” S.A.L.T.S., Switzerland, 2015; “Trouble in Paradise”, Bundeskunsthalle, Bonn, 2015; Festival of Future Nows, Neue Nationalgalerie, Berlin, 2014.
KF/S 5327/U, Kasia Fudakowski Bacon (I), 2017 PH/S 3103/U, Petrit Halilaj Painted plexiglass, steel Abetare (cat face), 2015 138 × 66 × 20 cm Steel sculpture. Enlarged reproduction of a drawing found on the school tables of the Primary School "Shotë Galica" Runik, Kosovo. 120 × 71 cm ZM/P 3446/U, Zora Mann Untitled, 2015 Oil and acrylic on canvas KF/S 5326/U, Kasia Fudakowski 200 × 130 cm Bacon (II), 2017 Painted plexiglass, steel 190 × 58 × 14 cm ZM/P 4695/U, Zora Mann Untitled, 2016 KF/S 5325/U, Kasia Fudakowski Acrylic on canvas Bacon (III), 2017 200 × 130 cm Painted plexiglass, steel Bacon up: 76 × 50 × 12 cm Bacon down: 110 × 53 × 12 cm Metal structure: 300 × 50 cm ø 1 cm ZM/S 4764/U, Zora Mann Cindy, 2016 PH/S 5213/U, Petrit Halilaj Abetare (Eye in tears), 2017 Oil and acrylic on wood Steel sculpture. 80 × 52 × 9 cm Enlarged reproduction of a drawing found on the school tables of the Primary School "Shotë Galica" Runik, Kosovo. Minimum size: 400 × 210 × 10 cm Floor pieces: 2 × 60 × 150 cm VS/SIL 5149/U, Vanessa Safavi Hands Bite, 2017 Silicone, wood frame PH/S 5229/U, Petrit Halilaj 95 × 70 cm Abetare (Dove), 2017 Steel sculpture. Enlarged reproduction of a drawing found on the school tables of the Primary School "Shotë Galica" Runik, Kosovo. Bird: 125 × 168 × 5 cm Second element: 67 × 70 × 5 cm
VS/SIL 5412/U, Vanessa Safavi The murderer, 2017 Silicone, wood frame 25 × 25 × 12 cm VS/SIL 5406/U, Vanessa Safavi Hello Lobster! (2), 2017 Silicone, wood frame ø 57 cm VS/SIL 5407/U, Vanessa Safavi Hello Lobster! (3), 2017 Silicone, wood frame ø 57 cm AU/I-S 5958/U, Alvaro Urbano Untitled (About Last Night), 2017 paper, glue, metal, paint Dimensions variable according to venue: 400 cm ø 8 cm Dimensions variable
Puoi anche leggere