CHE ARIA TIRA? DENTRO CASA - La tua Guida per un'aria Migliore di Casa - Giovanni Sgaravato

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CHE ARIA TIRA? DENTRO CASA - La tua Guida per un'aria Migliore di Casa - Giovanni Sgaravato
CHE ARIA
 TIRA?
DENTRO CASA

 La tua Guida per un’aria
     Migliore di Casa
CHE ARIA TIRA? DENTRO CASA - La tua Guida per un'aria Migliore di Casa - Giovanni Sgaravato
Che Aria Tira?
 Dentro Casa

 Sommario
 Introduzione .......................................................................................................................... 3
 1. PERCHE’ ABBIAMO BISOGNO DELL’ARIA? ............................................................... 4
 2. COSA REALMENTE RESPIRIAMO OGGI .................................................................... 7
 3. COS’E’ L’INQUINAMENTO DELL’ARIA......................................................................... 9
 4. INQUINAMENTO INDOOR ...........................................................................................18
 5. INQUINANTI INDOOR: COME CONTROLLARLI .........................................................24
 6. 10 CONSIGLI PER UN’ARIA DI CASA PIU’ PULITA ....................................................28
 7. COME ELIMINARE GLI INQUINANTI INDOOR ...........................................................30
 8. DIFFERENZA TRA PURIFICATORE, DEPURATORE E SANIFICATORE ..................37
 9. COME FARE “ALL IN” ..................................................................................................39

La GUIDA che ti permette di imparare con semplicità a capire se l’aria che stai
respirando dentro casa è pericolosa per la salute di tutta la famiglia e come
fare con poche accortezze ad evitare che questa situazione peggiori.

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INTRODUZIONE

Mi chiamo Giovanni Sgaravato e dal 2017 sono impegnato nella lotta all’inquinamento
dell’aria all’interno di spazi confinati come case, uffici, negozi, bar, ristoranti, parrucchieri,
centri estetici e qualsiasi ambiente ha il bisogno e la necessità di ottenere ed offrire una
migliore qualità dell’aria a chi vive o lavora in questi ambienti.
Sono Distributore esclusivista ActivePure Technology® con alle spalle un’azienda di 95
anni di storia con una profonda esperienza nella pulizia e nella disinfezione.
Ovviamente in questo momento particolare della nostra vita tutti noi abbiamo un occhio di
riguardo a ciò che respiriamo e tocchiamo ma spesso non sappiamo realmente cosa
respiriamo e cosa tocchiamo.
Tutto parte dall’aria e ciò che troverai all’interno di questa Giuda sarà il tuo Vademecum per
comprendere al meglio tutto ciò che riguarda l’aria e l’inquinamento che la rende così
dannosa e pericolosa per la salute di tutti noi, in special modo per i bambini e gli anziani
che sono sempre coloro che maggiormente ne risentono e ne pagano le conseguenze.
Prova a trattenere il respiro il più a lungo possibile. Per quanto tempo ci sei riuscito?
Immagina di dover sempre pensare a inspirare ed espirare e contemporaneamente leggere
questa Guida. Per fortuna la respirazione funziona automaticamente e per interromperla
bisogna trattenere il respiro. Questo meccanismo automatico, però, ha dei lati negativi: dal
momento che bisogna sempre respirare, non si può decidere liberamente quale aria
respirare.

La vita è fatta d’aria, un soffio e via, e del resto anche noi non siamo nient’altro che un
soffio, respiro, poi un giorno la macchina si ferma e il respiro finisce.
(Antonio Tabucchi)

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1. PERCHE’ ABBIAMO BISOGNO DELL’ARIA?

L’aria non è fatta di niente, ma è una miscela di sostanze aeriformi. L’aria pulita non ha
colore né odore e, a differenza di sostanze solide o liquide, non è percepibile al tatto. Nella
vita di tutti i giorni ci accorgiamo a malapena dell’aria.
In caso di arresto respiratorio si interrompe l’apporto di ossigeno al corpo, un’interruzione
particolarmente dannosa per il cervello che può portare in pochi minuti alla morte. L’aria è
decisamente indispensabile per vivere!
La maggior parte dell’aria inspirata viene espirata senza subire alterazioni. L’aria serve
principalmente da vettore per il trasporto dell’ossigeno (O2) e dell’anidride carbonica (CO2).
Nei polmoni la concentrazione di ossigeno dell’aria passa dal 21 al 17 per cento circa,
mentre quella di anidride carbonica aumenta dallo 0,04 al 4 per cento. Se l’aria è inquinata
da sostanze estranee, queste potrebbero essere assimilate dal corpo e causare effetti
nocivi.
A differenza di molte nostre azioni quotidiane, ad esempio camminare o parlare, respirare è
un’attività che il nostro corpo svolge autonomamente. Non abbiamo bisogno di concentrarci
per farlo, e neanche di doverci pensare. Anzi, per la maggior parte delle nostre giornate
non facciamo caso al fatto che respiriamo. Allo stesso modo, tendiamo a non porci il
problema della qualità dell’aria che inaliamo. Diamo l’aria per scontata, in qualche modo.

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In realtà respirare aria di buona qualità e non inquinata è fondamentale per il nostro
benessere, e per la nostra salute. Eppure è sempre più difficile, soprattutto per chi vive in
città. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, ad esempio, circa il 90% degli abitanti
delle città è esposto a concentrazioni di inquinanti che superano i livelli ritenuti dannosi per
la salute.
Un giurista eminente diceva che la libertà è come l’aria: ci accorgiamo della sua importanza
solo quando manca. Mai come oggi dobbiamo riscoprire la crucialità di respirare aria pulita,
un bene primario che diamo troppo spesso per scontato.
L'aria rappresenta una materia prima indispensabile per la vita degli organismi viventi: è
infatti fonte dell'ossigeno necessario ai processi di produzione dell'energia che sono alla
base della vita e dell'attività cellulare.
Gli interscambi tra aria atmosferica e organismi viventi avvengono attraverso vari organi e
apparati, fra questi l'Apparato Respiratorio rappresenta il principale sistema di contatto con
l'atmosfera e tutto ciò che in essa è presente.
L'inquinamento atmosferico è dato dalla presenza nell'aria di una o più Sostanze
Indesiderabili o Estranee in quantità e per una durata tali da alterare la salubrità dell'aria e
da costituire un pericolo per la salute umana.
Se si considera la quantità di aria che viene quotidianamente inspirata da un individuo, ci si
può meglio rendere conto della sua importanza ai fini della salute e dei rischi collegati alla
respirazione di aria inquinata.
Le sostanze inquinanti che, in forma gassosa o di particelle di piccolissime dimensioni
(dell'ordine di micron, ovvero millesimi di millimetro), riescono a raggiungere gli alveoli
polmonari stimolano reazioni di difesa dell'organismo che, se ripetute nel tempo, vengono
sopraffatte dagli inquinanti i quali non trovano più ostacoli per alterare le funzioni
respiratorie dei polmoni creando gravi infiammazioni e patologie.
Tale azione, ripetuta nel tempo, può indurre una riduzione della funzionalità respiratoria e
dei meccanismi di difesa polmonari.
Gli inquinanti gassosi che giungono a livello polmonare vengono assorbiti dalla superficie
alveolare ed entrano nella circolazione sanguigna da cui raggiungono i diversi organi e
apparati con conseguenti danni anche gravi alla salute delle persone.
Sempre più numerosi e significativi studi hanno messo in relazione l'inquinamento
atmosferico con malattie dell'apparato respiratorio e cardiovascolare, con la mortalità
generale, con quella per tumore, in particolare per tumore polmonare.
I danni alla salute derivanti dall'inquinamento atmosferico dipendono, oltre che dall'azione
dei singoli inquinanti, dalla interazione dei diversi inquinanti tra di loro, dalle condizioni
atmosferiche, dalle condizioni respiratorie individuali e dalla dose inalata.
L'analisi di una serie di studi condotti negli ultimi venti anni mette in evidenza una stretta
correlazione fra i livelli di inquinamento e una ampia gamma di sintomi respiratori: dall'asma
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bronchiale alla bronchite acuta, alla diminuita funzionalità polmonare fino alla morte, anche
la Sensibilità Chimica Multipla (MCS), è correlata all'esposizione continua di sostanze
inquinanti.
L'inquinamento atmosferico aumenta il rischio di tumore polmonare; rischio che è molto
maggiore se associato all'esposizione a fumo di tabacco (fumatori attivi e passivi).
Quindi da non sottovalutare la qualità di aria che tutti i giorni respiriamo, per salvaguardare i
nostri organi e la nostra salute quotidiana. La qualità dell'aria ha un impatto notevole
sull'ecosistema e sulla salute umana. Il fattore più importante per determinare la qualità
dell'aria è la sua composizione.

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2. COSA REALMENTE RESPIRIAMO OGGI

Respirare aria pulita è un diritto fondamentale, che nella maggior parte dei casi viene
negato: 9 persone su 10 vivono, studiano e lavorano inalando aria fortemente contaminata
da gas e particelle inquinanti, abbastanza sottili da penetrare nell’organismo e causare
problemi seri per la salute.
Per gli effetti dell’inquinamento atmosferico muoiono prematuramente, ogni anno, 800 mila
persone in Europa, e quasi 8,8 milioni di persone nel mondo: più di quelle che si porta via il
fumo di sigaretta - la differenza è che si può scegliere di non fumare, ma non si può
scegliere di non respirare!
L’inquinamento atmosferico, dentro e fuori le nostre case, rende velenosa l’aria che
respiriamo, in modo persistente.
Le attività antropiche (causate dall’uomo), dai trasporti ai riscaldamenti, ma anche il fumo,
la preparazione dei cibi attraverso la combustione di fonti fossili, gli incendi, influiscono
sulla qualità dell’atmosfera e su ciò che assorbiamo attraverso le vie respiratorie.
Conoscere gli inquinanti, comprendere i meccanismi che li producono, può far crescere la
consapevolezza di cittadini e consumatori e contribuire a modificare, migliorandola, la
qualità della nostra vita.
Partiamo dalla composizione dell’atmosfera che ci circonda: idealmente dovrebbe essere
composta da azoto (N) al 78 per cento, ossigeno (O) 21 per cento e 1 per cento argon.
Oltre il vapore acqueo, l’aria contiene anche quantità molto piccole di altri gas, come
l’anidride carbonica (CO2) e il metano (CH4).
Tutto ciò, idealmente. Di fatto, oggi, insieme ad essi respiriamo gas e sostanze inquinanti,
prodotti dalle attività dell’uomo. Quelli con la più forte evidenza di effetti sulla salute,
secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, sono il Particolato (PM), l’Ozono (O3), il
Biossido di Azoto (NO2), il Biossido di Zolfo (SO2) e il Monossido di Carbonio (CO).
Con conseguenze negative certe, a seguito di un’esposizione breve o a lungo termine. A
queste sostanze dobbiamo poi aggiungere il benzene, il benzo(a)pirene e gli IPA,
idrocarburi policiclici aromatici e i metalli.
La maggior parte degli inquinanti dell’aria deriva dall’utilizzo di combustibili fossili che
usiamo per far muovere auto e aeroplani, per scaldare le nostre case, produrre cibo,
illuminare le strade, estrarre materie prime e far funzionare gli stabilimenti industriali.
Sono le attività umane a immettere la maggior parte degli inquinanti in atmosfera: se
impareremo a utilizzare fonti di energia rinnovabile diminuiranno di molto le morti legate alla
contaminazione dell’aria.

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3. COS’E’ L’INQUINAMENTO DELL’ARIA

Viene anche chiamato assassino invisibile l’inquinamento dell’aria.
L’inquinamento dell’aria è un problema tanto grave quanto subdolo, perché non è qualcosa
di tangibile e che possiamo vedere, così come non ne vediamo direttamente gli effetti
negativi.
Le conseguenze però ci sono: l’inquinamento dell’aria è un problema esistente, serio e di
portata globale. Gli impatti negativi dell’inquinamento outdoor (esterno) sono rivolti sia al
pianeta, sia agli esseri umani.
E’ proprio per l’incolumità tua e dei tuoi figli che trovo importante approfondire le cause, gli
effetti negativi e i rimedi che puoi, che possiamo, adottare per combattere l’inquinamento
dell’aria.
Anche tu puoi fare la differenza nella tutela della tua salute, e quella dei tuoi cari, partendo
dal difendere l’aria indoor (interna) dell’ambiente domestico. Potrai adottare alcune pratiche
soluzioni che ti svelo in questa Guida, dopo averti spiegato prima in cosa consiste
l’inquinamento atmosferico, quali sono gli inquinanti nocivi e come puoi monitorarli per
capire a quale stato dell’inquinamento è l’aria che respiri.
“Si parla di inquinamento atmosferico ogni qualvolta una sostanza è presente nell’aria in
concentrazione diversa rispetto a quella naturale” (fonte: ISS).
E’ questa la definizione con cui l’Istituto Superiore di Sanità nazionale definisce
l’inquinamento atmosferico, detto anche inquinamento outdoor.
Poiché il problema di quanto una sostanza sia più o meno inquinante è relativo alla sua
concentrazione, quindi alla sua quantità rispetto al contesto in cui è presente.
Una grossa parte dell’inquinamento atmosferico è dovuto alle fonti antropiche, ovvero tutta
la parte dell’inquinamento dell’aria che deriva dalle attività umane:
   •   produttive, le industrie;
   •   energetiche, con la produzione di corrente elettrica;
   •   dei trasporti, come il traffico veicolare su strada, delle navi e degli aerei;
   •   domestico, con il riscaldamento delle abitazioni;
   •   di allevamento intensivo.
Da che mondo è mondo, devi sapere che anche alcuni fattori naturali incidono
sull’inquinamento dell’aria. Si tratta dei grandi incendi, delle eruzioni vulcaniche, dei fulmini
e dei cataclismi naturali, oltre a pollini, spore ed azioni naturali di decomposizione organica.
E’ importante conoscere le cause dell’inquinamento dell’aria, far circolare informazioni
precise e accurate, e informarsi.

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Spesso quando si parla di inquinamento viene citato il cosiddetto “indice di qualità dell’aria”
(IQA), valore che viene anche utilizzato da alcune applicazioni per smartphone piuttosto
popolari, che dicono di offrire misurazioni dei livelli di inquinamento del luogo in cui ci si
trova. L’IQA è un indicatore utile per farsi un’idea piuttosto immediata dello stato dell’aria,
ma è bene ricordare che a oggi non esiste uno standard ben definito per misurarlo.
Il nuovo indice europeo, presentato alla fine del 2017, tiene in considerazione i livelli di
cinque inquinanti chiave rischiosi per la salute delle persone:
   •   Particolato atmosferico (PM),
   •   Ozono troposferico (O3),
   •   Biossido di Azoto (NO2),
   •   Biossido di Zolfo (SO2),
   •   Monossido di Carbonio (CO).

Vediamo ora insieme questi pericolosi inquinanti dell’aria

       Il particolato fine, il più pericoloso per la salute
Secondo l’Agenzia europea per l’Ambiente, il Particolato è l’inquinante atmosferico che
provoca i maggiori danni alla salute umana in Europa. Definito cancerogeno di gruppo 1
dallo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), è costituito da particelle
inalabili e respirabili, dalle combinazioni più varie come solfato, nitrati, ammoniaca, cloruro
di sodio, nerofumo, polveri minerali e acqua.
Le particelle con un diametro inferiore a 10 micron (PM10) e quelle fini inferiori a 2,5 micron
(PM2,5), presentano i maggiori rischi per la salute, in quanto sono in grado di penetrare nei
nostri polmoni ed entrare nel flusso sanguigno. Si tratta, dunque, di un inquinante molto
diverso da tutti gli altri, presentandosi non come una specifica entità chimica ma come una
miscela di particelle dalle più svariate proprietà.

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Le principali fonti emissive di particolato sono i motori a combustione (sia diesel che
benzina), ma anche gli impianti alimentati a combustibili solidi (come carbone, lignite, olio
pesante e biomassa). Sia per la produzione di energia nelle famiglie e nell’industria, sia per
le altre attività industriali (edilizia, estrazione mineraria, produzione di cemento e
l’incenerimento di rifiuti).
Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra esposizione acuta a particolato
aerodiperso e sintomi respiratori, alterazioni della funzionalità respiratoria, ricoveri in
ospedale e mortalità per malattie respiratorie. Inoltre, l'esposizione prolungata nel tempo a
particolato, già a partire da basse dosi, è associata all'incremento di mortalità per malattie
respiratorie e di patologie quali bronchiti croniche, asma e riduzione della funzionalità
respiratoria.
L'esposizione cronica, inoltre, è verosimilmente associata ad un incremento di rischio di
tumore delle vie respiratorie. Il cancro è stato associato in particolare con l'esposizione a
particolato di combustione (particolato più fine); la fuliggine ha infatti proprietà cancerogene
e numerosi idrocarburi aromatici policiclici, alcuni dei quali cancerogeni, sono assorbiti sul
particolato fine che viene inalato profondamente nei polmoni.
Si segnala che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato di mantenere la
concentrazione di tale inquinante al livello il più basso possibile, non esistendo un livello
soglia al disotto del quale non sono dimostrabili effetti sulla salute.
A Luglio 2013 la rivista Lancet Oncology ha pubblicato i risultati di uno studio molto ampio
ed il risultato è chiaro: per ogni incremento di 5 microgrammi (μg)/m3 di PM 2,5, il rischio
relativo di ammalarsi di tumore al polmone aumenta del 18 per cento, mentre cresce del 22
per cento a ogni aumento di 10 μg/m3 di PM 10.

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I risultati dicono anche che non esistono limiti al di sotto dei quali l'effetto nocivo svanisce:
si sono infatti registrati incrementi dei casi di cancro al polmone anche in gruppi esposti a
un livello di inquinamento inferiore ai limiti massimi di norma secondo l'attuale legislazione
europea (pari a 40 μg/m3 di PM 10 e a 25 μg/m3 di PM 2,5), limiti che peraltro vengono
facilmente superati per molti giorni di seguito in molte città italiane.
I risultati sono talmente convincenti che l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro
(IARC) ha annunciato il 17 ottobre 2013 di avere incluso l'inquinamento atmosferico e le
polveri sottili (il cosiddetto particolato) tra le sostanze di classe 1, ovvero quelle
sicuramente cancerogene.

       Ozono Troposferico
L'ozono troposferico è un inquinante secondario che si forma attraverso processi
fotochimici in presenza di inquinanti primari quali gli ossidi d’azoto (NOx) e i composti
organici volatili (COV).
È il principale rappresentante della complessa miscela di sostanze denominata “smog
fotochimico” che si forma nei bassi strati dell’atmosfera.
Le concentrazioni di ozono più elevate si registrano nei mesi più caldi dell'anno e nelle ore
di massimo irraggiamento solare.
Le principali fonti di emissione dei composti precursori dell’ozono sono: il trasporto su
strada, il riscaldamento civile e la produzione di energia. L’ozono può causare seri problemi
alla salute dell’uomo e all’ecosistema, nonché all’agricoltura e ai beni materiali.
L’ozono troposferico, essendo un forte ossidante, è in grado di attaccare i tessuti
dell’apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e
alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare.
La maggior parte di questi effetti sono a breve termine e cessano con il cessare
dell’esposizione ad elevati livelli di ozono, ma è noto che possano sussistere anche danni
derivati da ripetute esposizioni di breve durata, come l’accelerazione del naturale processo
di invecchiamento della funzione polmonare.
La reazione all'ozono è molto diversa da individuo a individuo, per cui anche soggetti in
buona salute possono risultare più suscettibili di altri. Tuttavia è possibile ritenere che le
categorie di persone maggiormente sensibili all’ozono siano le seguenti:

   •   Bambini: sono il gruppo a più alto rischio per l’esposizione ad ozono, perché essi
       trascorrono gran parte del periodo estivo all'aperto e sono spesso impegnati in
       attività fisiche intense. I bambini hanno anche maggiori probabilità di sviluppare
       fenomeni asmatici o altre malattie respiratorie.

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  •   Soggetti sani che fanno attività fisica all'aperto: adulti in buona salute che fanno
      attività fisica all'aperto (sia essa sportiva o lavorativa) diventano un gruppo
      "sensibile" perché sono più esposti all'ozono rispetto alla popolazione meno attiva.
      L’esercizio fisico infatti può aumentare la frequenza respiratoria e quindi
      l’introduzione di sostanze inquinanti nei polmoni fino a 10 volte rispetto la situazione
      di riposo.

  •   Persone con malattie respiratorie (asma, broncopneumopatie croniche): tali malattie
      rendono i polmoni più vulnerabili agli effetti dell'ozono. Pertanto gli individui che si
      trovano in queste condizioni manifestano gli effetti dell'ozono prima e a
      concentrazioni più basse rispetto agli individui meno sensibili.

  •   Persone anziane e/o con malattie cardiache: vi sono infine alcune evidenze che
      indicano che gli anziani e/o le persone con malattie cardiache abbiano un'aumentata
      sensibilità all'ozono che, al pari dei soggetti con malattie respiratorie, li espone agli
      effetti prima e a concentrazioni più basse rispetto alla norma.

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       Biossido di Azoto
Il biossido d’azoto (un tipico inquinante dell’aria esterna, originato prevalentemente dal
traffico veicolare) è tra gli inquinanti più comuni dell’aria indoor, specialmente in Italia, dove
sussiste un uso pressoché esclusivo di gas, sia per il riscaldamento, sia per cucinare.
L’esposizione a questo composto può risultare, in assenza di adeguata ventilazione, anche
superiore a quella dell’aria esterna.
Le principali fonti sono costituite da radiatori a cherosene, da stufe e radiatori a gas privi di
scarico e dal fumo di tabacco.
Il biossido di azoto ha un odore pungente e può provocare irritazione oculare, nasale o a
carico della gola e tosse. Alterazioni della funzionalità respiratoria si possono verificare in
soggetti sensibili, quali bambini, persone asmatiche o affette da bronchite cronica. Una
sintomatologia precoce a carico delle prime vie aeree in soggetti con patologia polmonare
può manifestarsi a partire da concentrazioni pari a 0,2 mg/m3.
Il Biossido di Azoto (NO2) svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog
fotochimico in quanto è l’intermediario per la produzione di pericolosi inquinanti secondari
come l’ozono, l’acido nitrico e l’acido nitroso.
Gli ossidi di azoto, in particolare il biossido, sono inoltre gas nocivi per la salute umana in
quanto possono provocare effetti sulla salute, in particolare:
   •   acuti, quali disfunzionalità respiratoria e reattività bronchiale (irritazioni delle
       mucose);
   •   cronici, quali alterazioni della funzionalità respiratoria e aumento del rischio tumori.
I soggetti più a rischio sono i bambini e le persone già affette da patologie all’apparato
respiratorio (asmatici), nonché i soggetti residenti in prossimità di strade ad alta densità di
traffico in ragione di esposizioni di lunga durata.

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Secondo l’Oms, provoca problemi e infezioni respiratorie, come bronchite e asma, riduce la
funzionalità polmonare e la crescita. Alla sua esposizione è legata una mortalità prematura
e aumento della morbilità, cioè della frequenza percentuale di malattie cardiovascolari e
respiratorie nella popolazione esposta.

       Biossido di Zolfo
Il biossido di zolfo (SO2) è un inquinante primario che, una volta immesso in atmosfera,
permane inalterato per alcuni giorni e può essere trasportato a grandi distanze. Il biossido
di zolfo contribuisce alla formazione di deposizioni acide, secche e umide e alla formazione
di particolato secondario. Le principali sorgenti sono gli impianti di produzione di energia, gli
impianti termici di riscaldamento, alcuni processi industriali e in minor misura, il traffico
veicolare, con particolare riferimento ai motori diesel.
Il biossido di zolfo (SO2), un tempo denominata anidride solforosa, è un gas incolore,
dall’odore pungente, irritante e molto solubile in acqua. La presenza in atmosfera è dovuta
soprattutto alla combustione di combustibili fossili (carbone e derivati del petrolio) in cui lo
zolfo è presente come impurezza. Le principali sorgenti antropiche sono gli impianti per il
riscaldamento e la produzione di energia alimentati a gasolio, carbone e oli combustibili.

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L’esposizione a SO2 influisce sull’apparato respiratorio e sulla funzione dei polmoni e
provoca irritazione agli occhi. L’infiammazione del tratto respiratorio da biossido di zolfo può
aggravare l’asma e la bronchite cronica, oltre ad aumentare il rischio di infezione, portando
ad un aumento dei ricoveri ospedalieri e delle visite ai pronto soccorso.
Il biossido di zolfo è un forte irritante e gli effetti sulla salute umana variano a seconda della
concentrazione e del tempo di esposizione: a basse concentrazioni si possono avere
irritazioni a occhi e gola, mentre in caso di esposizione prolungata a concentrazioni
maggiori possono sorgere patologie dell’apparato respiratorio come bronchiti, tracheiti e
malattie polmonari che pertanto comportano un aumento sia dei ricoveri ospedalieri sia
della mortalità generale.

       Monossido di Carbonio
Il monossido di carbonio (CO), noto anche ossido di carbonio è uno degli inquinanti
atmosferici più diffusi.
E’ un gas tossico, incolore, inodore e insapore che viene prodotto ogni volta che una
sostanza contenente carbonio brucia in maniera incompleta. E’ più leggero dell’aria e si
diffonde rapidamente negli ambienti. Come l’anidride carbonica (CO2) deriva
dall’ossidazione del carbonio in presenza di ossigeno.
La sua presenza è quindi legata ai processi di combustione che utilizzano combustibili
organici. In ambito urbano la sorgente principale è rappresentata dal traffico veicolare per
cui le concentrazioni più elevate si riscontrano nelle ore di punta del traffico.
Il principale apporto di questo gas (fino al 90% della produzione complessiva) è
determinato dagli scarichi dei veicoli a benzina in condizioni tipiche di traffico urbano
rallentato (motore al minimo, fasi di decelerazione, ecc.): per questi motivi viene
riconosciuto come tracciante di inquinamento veicolare. Tra i motori degli autoveicoli, quelli
a ciclo Diesel ne emettono quantità minime, in quanto la combustione del gasolio avviene in
eccesso di aria.
Altre sorgenti significative di CO sono le raffinerie di petrolio, gli impianti siderurgici e, più in
generale, tutte le operazioni di saldatura.
E’ infine presente in concentrazioni significative nel fumo di sigaretta ed è un pericoloso
inquinante prodotto nel corso di incendi.
E’ definito un inquinante primario a causa della sua lunga permanenza in atmosfera che
può raggiungere i quattro - sei mesi e proprio per questo motivo può essere utilizzato come
tracciante dell’andamento temporale degli inquinanti primari al livello del suolo.
Mentre gli effetti sull’ambiente sono da ritenersi sostanzialmente scarsi o trascurabili,
relativamente agli aspetti igienico-sanitari è da rimarcare l’elevata affinità (circa 240 volte

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superiore a quella per l’ossigeno) che questo gas dimostra nei confronti dell’emoglobina
con formazione di un complesso estremamente stabile (carbossiemoglobina).
Considerando che l’emoglobina è la molecola organica deputata nell’uomo al trasporto
dell’ossigeno ai vari organi e tessuti, è evidente come in presenza di elevate concentrazioni
di CO, alcune fasce di popolazioni quali neonati, cardiopatici, asmatici e più in generale le
persone anziane possano incorrere in alterazioni delle funzioni polmonari, cardiache e
nervose, effetti questi conseguenti ad una verosimile azione tossica del composto sugli
enzimi cellulari che inibiscono, per questa via, la respirazione.
Cefalea e vertigini sono generalmente riconosciuti come i primi sintomi di avvelenamento
da tale composto chimico: ulteriori e successivi effetti fisiopatologici sono le alterazioni
psicomotorie con diminuzione della vigilanza, dell’acuità visiva, della capacità di
apprendimento e dell’esecuzione di test manuali.
Recenti studi epidemiologici hanno infine dimostrato l’associazione causale tra aumento
delle concentrazioni di monossido di carbonio ed incremento della mortalità giornaliera
totale, di quella specifica per malattie cardiovascolari e respiratorie a breve termine.

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4. INQUINAMENTO INDOOR

Il Ministero della Salute definisce l’inquinamento indoor come la modificazione della
normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica interna, dovuta alla presenza nella
stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali
condizioni ambientali e di salubrità dell'aria stessa e tali da costituire un pericolo ovvero un
pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell'uomo.
A differenza dell’inquinamento dell’aria atmosferica esterna, oggetto di grande attenzione
già da molti anni e di cui sono state presto identificate cause (traffico automobilistico,
impianti industriali, impianti di riscaldamento domestico), effetti sulla salute (aumento
dell’incidenza di malattie polmonari, cardiache e neoplastiche) e misure di prevenzione,
solo negli anni più recenti è emersa l’esigenza di approfondire le conoscenze
sull’inquinamento indoor, soprattutto di fronte all’aumento di evidenze scientifiche allarmanti
sugli effetti sanitari legati a questo fenomeno.
Le attività di monitoraggio e ricerca sono indirizzate a identificare azioni efficaci per la
riduzione dell'esposizione della popolazione e per il controllo delle sorgenti di emissione.
Le principali criticità sanitarie sono rappresentate dall'inquinamento nelle aree urbane a
causa dell'alta densità e numerosità della popolazione, mentre per gli ambienti indoor
(abitazioni, uffici, scuole, ospedali, palestre, mezzi di trasporto, ecc) dall'alta esposizione
dovuta all'elevato numero di ore giornaliere di permanenza della popolazione.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è impegnato nello studio di queste problematiche e
effettua anche valutazioni sanitarie a fini preventivi per le aree con presenza di impianti
industriali.
L'inquinamento dell'aria outdoor e indoor rappresenta il maggior fattore di rischio
ambientale per la salute delle popolazioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
periodicamente aggiorna le statistiche dovute all'esposizione delle popolazioni, in
particolare quelle residenti in ambiente urbano, a concentrazioni di inquinanti che possono
determinare effetti sanitari acuti e cronici, in particolare a carico dei sistemi
cardiocircolatorio e respiratorio. Inoltre la Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro
(IARC) ha definito l'inquinamento atmosferico cancerogeno certo per l'uomo.
E’ necessario quindi lavorare su più livelli per migliorare la conoscenza dei fenomeni
dell'inquinamento a livello locale e nazionale, condurre nuove attività di ricerca per
individuare le soluzioni più avanzate per ridurre i livelli d'inquinamento e l'esposizione della
popolazione con particolare attenzione alle classi più vulnerabili e deprivate, e promuovere
l'informazione a tutta la popolazione.
Recenti studi di settore hanno confermato che, in presenza di fonti interne e con bassi livelli
di ricircolo dell’aria, i livelli degli inquinanti riscontrabili negli ambienti indoor (in particolare i
livelli dei composti organici volatili COV), possono essere superiori rispetto a quelli rilevati
                                                                                                     18
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all’esterno, talvolta anche 10-20 volte maggiori, come nel caso della formaldeide.
Normalmente, gli occupanti degli edifici risultano esposti non a una singola sostanza, ma a
una miscela di sostanze inquinanti, in concentrazioni variabili nello spazio e nel tempo,
emesse da sorgenti che possono essere differenti per numero e tipologia.

       Problematiche dell’inquinamento dell'aria indoor

   •   L’aria indoor può essere più inquinata di quella outdoor, ma soprattutto le esposizioni
       indoor sono maggiori di quelle outdoor, proprio perché la quantità di tempo trascorso
       dalle persone all’interno degli ambienti confinati è superiore, rispetto a quello
       trascorso all’esterno;

   •   Le persone possono essere esposte nell’arco di una stessa giornata all’azione
       nociva di inquinanti presenti negli ambienti di vita, di lavoro e sui mezzi di trasporto e
       le esposizioni possono causare effetti sulla salute a lungo termine anche da piccole
       concentrazioni di inquinanti;

   •   Il rischio espositivo, oltre a interessare una parte estesa della popolazione, risulta di
       particolare gravità per alcuni gruppi più suscettibili, quali bambini, anziani, malati
       cronici, che trascorrono negli ambienti indoor una percentuale di tempo
       particolarmente elevata;

   •   L'esposizione ad alcuni inquinanti presenti nell’aria indoor può essere responsabile
       della comparsa di specifiche patologie o dell’aggravamento di patologie preesistenti.
       Numerosi inquinanti indoor, in primo luogo il fumo passivo e i prodotti della
       combustione, contribuiscono all’aumento di incidenza di malattie respiratorie
       croniche, malattie cardiovascolari, asma ed allergie e/o al loro aggravamento;

   •   Alcuni inquinanti indoor contribuiscono ad aumentare l’incidenza di tumori nella
       popolazione; la presenza di miscele di composti organici nell’aria indoor può causare
       effetti sub-clinici a carico del sistema nervoso periferico e centrale, che portano ad
       alterazioni del comportamento e della performance;

   •   Un altro problema specifico dell’inquinamento dell’aria negli ambienti confinati è
       relativo alle limitate conoscenze delle sostanze emesse dai materiali usati negli
       edifici e del loro possibile impatto sulla salute;

   •   Nel settore delle costruzioni vengono usati migliaia di composti chimici a dosi
       elevate. Molti di questi composti rilasciati nell’aria entrano in contatto con gli individui
       presenti nell’edificio e vengono assorbiti dall’organismo. Considerazioni analoghe
       possono essere fatte per i materiali utilizzati nel settore dei trasporti e per i prodotti di
       largo consumo come detergenti, preservanti e materiali per le pulizie nelle abitazioni
       e in altri tipi di edifici. Valutazioni tossicologiche e del rischio per la salute sono
       disponibili solo per una piccola parte di questi inquinanti indoor.

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Dentro Casa

Le principali fonti interne di inquinamento sono rappresentate da: occupanti (uomo,
animali), polvere (ottimo ricettacolo per i microrganismi), strutture, materiali edili, arredi,
impianti (condizionatori, umidificatori, impianti idraulici) e aria esterna.

Le persone sono anche sorgenti di contaminanti biologici attraverso la desquamazione
dell’epidermide e, soprattutto, l’emissione di goccioline saliva: le "goccioline di Flügge"
immesse nell’ambiente con la fonazione, la tosse o lo starnuto. Queste sono in grado di
rimanere sospese in aria e veicolare agenti infettivi di numerose malattie. Anche gli animali
domestici sono fonti di inquinamento biologico attraverso la perdita di peli, forfora, saliva,
urine etc.
I processi di combustione per la cottura dei cibi e il riscaldamento degli ambienti
contribuiscono all’aumento della concentrazione di ossido e biossido di azoto (NO ed NO2),
anidride carbonica (CO2) e monossido di carbonio (CO).
I materiali utilizzati per la costruzione e l'arredamento possono rappresentare una
importante fonte di inquinamento indoor. Il problema delle emissioni perdura durante tutto il
ciclo di vita utile dell’edificio. Subito dopo il completamento dell’edificio vi è il rischio di
grandi quantità di COV dai materiali sintetici nuovi. Tale rischio diminuisce con il passare
dei mesi, ma contemporaneamente inizia il degrado fisiologico dell’edificio e quindi il
rilascio di altre sostanze pericolose.

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Che Aria Tira?
Dentro Casa

Altre potenziali fonti indoor di inquinamento sono i prodotti per la pulizia e la manutenzione
della casa, i prodotti antiparassitari e l'uso di colle, adesivi, solventi etc. Inoltre possono
determinare una emissione importante di sostanze inquinanti l'utilizzo di strumenti di lavoro
quali stampanti, plotter e fotocopiatrici e prodotti per l'hobbistica (es. colle).
Gli impianti di condizionamento possono rappresentare pericolose fonti di inquinamento
biologico o chimico specie se mal progettati, in cattivo stato di pulizia e manutenzione.
Colonie di microrganismi possono annidarsi e moltiplicarsi negli impianti in cui vi è
presenza di acqua, per lo più stagnante, come: umidificatori e condizionatori di aria,
vaporizzatori, sistemi di riscaldamento, frigoriferi autosbrinanti, impianti idrici.
Inoltre una errata collocazione delle prese d'aria in prossimità di aree ad elevato
inquinamento, come strade molto trafficate, parcheggi o autofficine, possono determinare la
penetrazione di inquinanti dall'esterno.

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            Dentro Casa

                     Principali agenti indoor e potenziali fonti interne

                                    FONTI                                                                  INQUINANTI

Processi di combustione a gas o carbone per riscaldare e/o cucinare,
                                                                       Prodotti di combustione (CO, NOx, SO2, particolato)
camini e stufe a legna, gas di scarico veicoli

                                                                       Amianto, fibre vetrose artificiali, Particolato, Radon; Agenti biologici (per
Materiali da costruzione e isolanti
                                                                       presenza di umidità e/o polvere)

                                                                       Formaldeide, acrilati, COV e Agenti biologici (per presenza di umidità e/o
Materiali di rivestimento e moquette
                                                                       polvere)

Arredi                                                                 Formaldeide, COV e Agenti biologici (per presenza di umidità e/o polvere)

Liquidi e prodotti per la pulizia                                      Alcoli, fenoli, COV

Fotocopiatrici                                                         Ozono (O3), polvere di toner, idrocarburi volatili (COV)

Fumo di sigaretta                                                      Idrocarburi policiclici, COV formaldeide, CO, particolato fine

                                                                       CO2 e COV (per scarso numero di ricambi orari o eccesso di riciclo); Agenti
Impianti di condizionamento
                                                                       biologici (per mancanza di pulizia/manutenzione)

Polvere                                                                Agenti biologici (allergeni indoor: acari)

Individui                                                              CO2 e Agenti biologici (batteri, virus ecc.)

Animali                                                                Allergeni indoor (peli ecc.)

Sorgenti naturali (lave, tufi, graniti, ecc.)                          Radon

            L’inquinamento Indoor è legato alla presenza nell’aria degli ambienti confinati di un
            importante rischio biologico: microrganismi (funghi, batteri, virus, parassiti, protozoi),
            allergeni indoor (acari della polvere, allergeni di derivazione vegetale e animale) e muffe.
            I rischi per la salute associati alla presenza dei contaminanti biologici sono classificabili in
            tre tipologie: infettivo, tossico e allergico e gli effetti si possono manifestare con diversa
            intensità in relazione a vari fattori quali le condizioni fisiche e la suscettibilità di ciascun
            individuo.

                     Agenti microbiologici
            La presenza nell’aria indoor di agenti microbiologici rappresenta una fonte potenziale di
            trasmissione di alcune malattie infettive a carattere epidemico come: influenza, varicella,
            morbillo, polmonite, legionellosi, psittacosi-ornitosi, etc.
            Nell’aria indoor possono essere presenti, sotto forma di bio-aerosol i seguenti
            microrganismi:
                 •   Batteri di origine ambientale, appartenenti ai generi Bacillus o Micrococcus

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   •   Batteri appartenenti ai generi Mycobacterium

   •   Batteri gram-negativi aerobi del genere Legionella. Le legionelle vivono in ambienti
       acquatici naturali, acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi. La
       Legionella pneumophila è la specie più frequente

   •   Microrganismi appartenenti ai generi Staphylococcus, Candida, Clostridium che,
       possono costituire, un rischio per la salute se presentati nelle specie patogene S.
       aureus, C. albicans;

   •   Virus: sono tra le cause più comuni di malattie infettive trasmesse in ambienti
       confinati, per le loro caratteristiche di elevata contagiosità e resistenza ambientale

   •   Endotossine e micotossine

       Allergeni indoor e muffe
I più comuni allergeni indoor sono: gli acari, i derivati epidermici di animali domestici, gli
scarafaggi, i funghi o miceti.
Molte specie fungine sono considerate di importanza allergologica. La presenza di funghi
nell’ambiente è associata a condizioni ambientali a elevata umidità relativa che favorisce la
loro crescita. Va ricordata la possibilità di sviluppo di alcune specie fungine nei sistemi di
condizionamento dell’aria. La specie Alternaria causa un tipo di muffa, particolarmente
diffusa in Italia, che cresce su frutta e verdura in decomposizione e in ambienti
particolarmente umidi, rilasciando le sue spore soprattutto su carta da parati, tappeti e
terriccio. La presenza muffe è una delle principali cause di reazioni allergiche quali asma,
congiuntivite, rinite e dermatiti.
Infine nell’aria indoor possono essere presenti i pollini, allergeni tipicamente outdoor che
penetrati dall’esterno possono accumularsi negli ambienti indoor, specialmente nelle
stagioni in cui prevale il fenomeno delle pollinosi.
In linea di massima l’inquinamento atmosferico è nocivo per tutti gli individui.
Tuttavia, ne subiscono le conseguenze maggiori le persone anziane, i bambini, i nascituri o
gli ammalati. Ad esempio, i bambini in tenera età possono sviluppare infiammazioni
dell’apparato respiratorio, in quanto alla nascita il sistema immunitario e i polmoni non sono
ancora sviluppati completamente.
L’aria inquinata favorisce gli attacchi d’asma nei pazienti che ne soffrono. Le infiammazioni
possono mettere a dura prova il sistema immunitario degli anziani e possono anche
caricare il sistema cardiocircolatorio provocando aritmia cardiaca, alterazioni delle pareti dei
vasi sanguigni e infarto.

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Che Aria Tira?
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5. INQUINANTI INDOOR:
       COME CONTROLLARLI

Gli ambienti Indoor possono rivelarsi molto più inquinati di quelli esterni Outdoor.
L’inquinamento atmosferico esterno derivante dal traffico, riscaldamento, gas e altro
ancora, si infiltra negli edifici e si accumula creando una concentrazione sempre più elevata
che può addirittura reagire con gli inquinanti già presenti all’interno.
Esistono degli Strumenti progettati per la misurazione della qualità dell’aria all’interno e
intorno a edifici e strutture, in particolare per quanto riguarda la salute e il comfort degli
occupanti dell’edificio.
Comprendere e controllare gli inquinanti comuni in ambienti confinati può aiutare a ridurre il
rischio di problemi legati alla salute.
Oggi è possibile misurare i livelli di numerosi inquinanti indoor con monitor domestici del
costo di appena qualche decina di euro. Ma occorre avere dei livelli di riferimento per i vari
inquinanti monitorati, per poter interpretare correttamente le letture fornite da questi
strumenti.
Inoltre, dato che questi apparecchi economici per la misura della qualità dell’aria potrebbero
non essere ben calibrati – e quindi non dare valori assoluti troppo vicini alla realtà – spesso
è più utile usarli in modalità comparativa, cioè per confrontare il rapporto fra il livello indoor
e outdoor di un determinato inquinante (a questo scopo, possono quindi essere più utili i
modelli alimentabili via USB).
Ad esempio, il particolato fine (PM2.5) deve essere, normalmente, inferiore in casa rispetto
all’esterno. Avere un livello interno maggiore di quello esterno, indica una forte fonte interna
di PM2.5 che deve essere affrontata. In tali casi, gli sforzi mirati per identificare e rimuovere
le fonti interne di PM2.5 sono una priorità. Il rapporto tra i livelli di PM2,5 interni ed esterni
può quindi servire a evidenziare le situazioni in cui le strategie per ridurre il PM2,5 indoor
sono necessarie e risultano più efficaci.
I principali inquinanti dell’aria indoor che sarebbe opportuno monitorare in ogni casa sono i
Composti Organici Volatili (COV), il particolato fine (PM2.5) e l’anidride carbonica (CO2), la
quale, più che un inquinante di per sé, è un utile indicatore della necessità di ricambio
d’aria.
Nel caso in cui, una volta rilevata la necessità di purificazione dell’aria, si usino apparecchi
o sistemi di purificazione dell’aria, è utile monitorare anche i livelli di ozono (O3). Mentre,
però, i primi tre inquinanti sono rilevati da molti monitor domestici, l’ozono raramente lo è,
pertanto per poterlo tenere d’occhio – specie nelle vicinanze del purificatore d’aria – sarà
necessario cercare un monitor ad hoc. Si noti che i monitor indoor non vanno, in generale,
usati all’aperto, se non per pochissimi minuti.

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Che Aria Tira?
Dentro Casa

I monitor di qualità dell’aria indoor sono la nuova generazione di dispositivi connessi in
digitale e permettono di monitorare costantemente l’aria nella tua casa, dandoti la
possibilità di visualizzare i dati dal tuo cellulare. Ma vi sono molti prodotti diversi sul
mercato, tutti progettati per scopi diversi.
Dylos è un’azienda che conosce la qualità dell’aria. Sono in attività da più di 15 anni e sono
stati tra i primi a commercializzare un contatore di particelle – dunque di particolato –
economico. Per la prima volta, questa tecnologia era nelle mani dei semplici consumatori.
Anche se non sono l’unica soluzione, i loro monitor sono tuttora il punto di riferimento per
chi è interessato ai livelli di tale inquinante.
Il Dylos DC è il più accurato dei monitor di qualità dell’aria indoor oggi in commercio. Dotato
di un sensore di propria progettazione e produzione, il Dylos è dotato dell’unico sensore di
particolato laser che misura fino al PM0,5, cioè le particelle molto piccole e molto
pericolose, poiché la sua gamma più bassa misura la concentrazione di particelle
nell’intervallo 0,5-2,5 μm.

Il Dylos è progettato in modo molto semplice e ha un aspetto leggermente industriale.
Questa unità è dotata di due soli sensori. Un sensore monitora le particelle fini (PM10) e un
altro monitora le particelle ultra-fini di 0,5-2,5 μm.
Ha infatti solo un semplice display LCD nella parte anteriore per visualizzare i 2 parametri
monitorati: a sinistra il numero totale di particelle rilevate che misurano fino a 2,5 micron;
sulla destra invece, vedrai il numero totale di particelle rilevate della dimensione di 10
micron. Questo secondo numero sarà, evidentemente, quasi sempre molto più basso
rispetto al primo.
Prima di acquistare qualsiasi strumento di misura, è importante capire quanto sia accurato.
Infatti, se un monitor di qualità dell’aria produce risultati errati, sfortunatamente i
consumatori non hanno molti modi per verificare i dati. Tuttavia, non tutte le particelle sono
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uguali: le spore della muffa hanno una dimensione media di circa 10 -30 μm, mentre le
polveri di carbone variano da 1 a 100 μm.
Dylos DC è calibrato per rilevare particelle con una dimensione minima di 0,5 μm. In questo
intervallo, è in grado di rilevare particelle come amianto, muffa, peli di animali domestici,
polvere, fumo di tabacco, polline e molto altro. Ciò grazie a un sensore laser, una
tecnologia di natura ottica.
Un raggio laser viene emesso verso un sensore, che rileva tutte le ostruzioni dovute alle
particelle. Poiché i laser sono estremamente precisi, Dylos è in grado di determinare sia la
dimensione che la quantità delle particelle che passano tra il laser e il sensore. Affinché il
sistema funzioni, è essenziale che vi sia un movimento d’aria significativo, ottenuto grazie a
una piccola ventola.
Secondo il Dylos, le gamme di qualità dell’aria indoor sono le seguenti (ricordiamo che il
particolato fine è un inquinante “a soglia zero”, cioè non esiste un livello al di sotto del quale
si è “al sicuro”):

Secondo il Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n.155, "Attuazione della direttiva
2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa"
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 216 del 15 settembre 2010 - Suppl. Ordinario n. 217,
nell’Allegato XI, vengono indicati i valori limite e di criticità degli inquinanti pericolosi
nell’aria.
Riguardo il Particolato che, come abbiamo visto è il più pericoloso di tutti, il limite delle
PM10 giornaliero è di 50 microgrammi/m³ da non superare più di 35 volte per anno, mentre
per le PM2,5 non esiste un limite giornaliero ma solamente una media annua che non deve
superare i 25 microgrammi/m³.
Ora, dopo tutto quello che abbiamo potuto apprendere finora in questa Giuda, abbiamo
capito che l’inquinamento dell’aria è un problema tanto grave quanto subdolo e proprio per
l’incolumità tua e dei tuoi figli deve essere controllato, specialmente nell’ambiente in cui
viviamo perché purtroppo per noi, al contrario della credenza comune, casa nostra è il
luogo meno sicuro al mondo da questo punto di vista.

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Che Aria Tira?
Dentro Casa

I primi passi per poter far fronte a questo grave problema è capirne l’entità e agire
prontamente per rimediare il prima possibile con soluzioni semplici ed efficaci che ti
permettono di ritrovare la serenità e la tranquillità di far vivere la tua famiglia in un ambiente
protetto dalla costante esposizione ad agenti inquinanti pericolosissimi per la loro salute.
Non sottovalutare l’entità del problema, a volte potrebbe essere troppo tardi per rimediare!

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6. 10 CONSIGLI PER UN’ARIA DI CASA PIU’
       PULITA

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea la rilevanza dell’inquinamento
atmosferico (outdoor e indoor) quale principale fattore di rischio ambientale per la salute
della popolazione mondiale. Poiché si stima che nei Paesi sviluppati la popolazione passi
più dell’90% del proprio tempo in ambiente chiuso (case, uffici e scuole), la qualità dell’aria
negli ambienti indoor diventa cruciale per la salute e per il benessere.
L’aria interna è fondamentalmente la stessa di quella esterna, ma cambiano quantità e tipi
di contaminanti: infatti, a quelli esterni si aggiungono quelli propri degli ambienti interni.
L’aria indoor può essere in generale più inquinata rispetto a quella outdoor perché:
   •   gli inquinanti esterni vengono intrappolati e si accumulano;
   •   vi sono inquinanti propri delle abitazioni;
   •   le varie attività umane (cottura dei cibi, pulizia della casa, ecc.) contribuiscono alle
       emissioni di ulteriori inquinanti.
Nel nostro Paese in questi anni è cresciuta sensibilmente la consapevolezza delle
problematiche relative alla qualità dell’aria indoor.
L’inquinamento dell’aria indoor da parte di agenti chimico-fisici e biologici ha effetti sul
sistema respiratorio, provoca allergie e asma, disturbi a livello del sistema immunitario e ha
inoltre effetti nocivi anche sul sistema cardiovascolare e sistema nervoso oltre che su cute
e mucose esposte. Gli agenti biologici inquinanti negli spazi indoor sono molto diversi tra
loro e comprendono pollini e spore delle piante, virus e batteri, funghi, alghe e alcuni
protozoi. La loro presenza è ricollegabile a un eccesso di umidità e ad una ventilazione
inadeguata. La ventilazione riduce la concentrazione degli inquinanti, sia chimici sia
biologici, e permette di controllare la temperatura e l’umidità all’interno degli edifici.

Come intervenire?

Ecco Dieci pratiche regole da seguire per ridurre l’esposizione all’inquinamento indoor:
   1. Tenere sotto controllo le condizioni microclimatiche delle abitazioni evitando
      temperatura e umidità elevate;

   2. Areare gli ambienti più volte durante la giornata per evitare un accumulo degli
      inquinanti sia gassosi, sia in fase particolata (aprire le finestre per brevi periodi
      almeno 2-3 volte al giorno per 5 minuti);

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   3. Utilizzare sempre l’aspirazione mediante ventola quando si cucina ed aprire le
      finestre per evitare l’aumento dell’umidità. Areare il locale cucina dopo aver cucinato;

   4. Effettuare una corretta manutenzione degli impianti di condizionamento (soprattutto
      se non correttamente funzionanti, perché in questo caso non garantiscono un
      ricambio di aria adeguato, consentendo la penetrazione di inquinanti dall’esterno e
      fornendo anche un terreno favorevole per la coltura di muffe e batteri);

   5. Rimuovere immediatamente le muffe utilizzando prodotti adeguati, nel caso in cui
      compaiano;

   6. Utilizzare per le pulizie di casa acqua e prodotti alternativi a basso potenziale
      inquinante (prodotti biologici). Limitare l’uso di detergenti e articoli per la pulizia
      personale spray. I prodotti spray sono ricchi di frazioni volatili che, a parità di
      inquinamento, agiscono però in modo più diffuso e immediato con danni diretti alle
      persone che li utilizzano durante le pulizie; i detergenti contengono solventi organici
      volatili (VOC come acetone, benzene, etilbenzene, formaldeide, ecc.) che vengono
      rilasciati durante il loro utilizzo;

   7. Rimuovere dalle abitazioni i tappeti che sono ricettacolo di polvere, soprattutto nel
      caso in cui in casa vivano bambini o persone soggette ad allergie;

   8. Utilizzare aspirapolveri di buona qualità che non rilascino polveri durante l’utilizzo;

   9. Nel caso in cui si utilizzi legna come fonte di riscaldamento domestico porre grande
      attenzione al tipo di impianto di combustione. La legna emette infatti grosse quantità
      di materiale particolato incluse alcune sostanze tossiche per l’uomo (in particolare
      IPA, idrocarburi policiclici aromatici, tra i quali il benzo(a)pirene che è riconosciuto
      quale cancerogeno certo dalla IARC, Associazione Internazionale per la Ricerca sul
      Cancro); vanno in particolare evitati i caminetti aperti ai quali vanno preferiti
      caminetti chiusi o stufe a pellet (il pellet in ogni caso è caratterizzato da emissioni
      nettamente inferiori rispetto alla legna);

Bandire da abitazioni e luoghi di lavoro il fumo prodotto da combustione di tabacco, in
modo da evitare l’esposizione delle persone al fumo passivo; limitare l’uso di candele.

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