I TRATTAMENTI FITOSANITARI IN PRODUZIONE INTEGRATA PER LE PRINCIPALI AVVERSITÀ FUNGINE DELLA VITE - A cura di Enrico Masenga - Confagricoltura Asti

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Programma di sviluppo rurale 2007-
           2013 Misura 111.1 sotto-azione B
           informazione nel settore agricolo

I TRATTAMENTI FITOSANITARI
  IN PRODUZIONE INTEGRATA
PER LE PRINCIPALI AVVERSITÀ
      FUNGINE DELLA VITE

       A cura di Enrico Masenga
I TRATTAMENTI FITOSANITARI IN PRODUZIONE INTEGRATA PER LE PRINCIPALI AVVERSITÀ FUNGINE DELLA VITE - A cura di Enrico Masenga - Confagricoltura Asti
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Prefazione

Il 2015 è un anno di grandi cambiamenti per il settore primario e le
nuove normative in tema di agricoltura e di prodotti fitosanitari
premieranno la capacità di evoluzione e di ammodernamento degli
agricoltori, nel pieno rispetto di un valore come la sostenibilità quale
imprescindibile patrimonio di chi vorrà essere protagonista del futuro. La
viticoltura dei prossimi anni sarà infatti sinonimo di qualità.

La produzione integrata è un sistema di produzione agro-alimentare che
utilizza tutti i mezzi produttivi e di difesa delle colture agrarie dalle
avversità, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di
sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi
ecologici, economici e tossicologici.

Il raggiungimento di tali obiettivi si attua attraverso l’adozione combinata
di misure di tipo preventivo, piani di monitoraggio e utilizzo di sistemi di
avvertimento, misure fitosanitarie dirette e la razionalizzazione
dell’impiego dei mezzi chimici.

Sulla base delle esperienze maturate nel corso degli anni dai Tecnici di
Confagricoltura Asti e in conformità al disciplinare regionale di
produzione integrata è stata realizzata questa pubblicazione per fornire
un supporto decisionale all'agricoltore nel momento in cui si trova ad
impostare le proprie strategie di difesa fitosanitaria.

                                                          Enrico Masenga
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                                               Sommario

Quadro normativo ..........................................................................................3
  Il Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ....... 4
  Il regolamento (CE) 1272/2008 - CLP............................................................. 10

Le malattie fungine della vite........................................................................ 15
  La peronospora ............................................................................................. 16
  L’oidio ........................................................................................................... 22
  La botrite....................................................................................................... 26

L’esecuzione del trattamento fitosanitario ................................................... 31
  I modelli previsionali ..................................................................................... 32
  La prevenzione dell’insorgere delle resistenze .............................................. 36
  La preparazione e l’esecuzione del trattamento ........................................... 39

Tabelle di compatibilità ................................................................................ 45
  Tabella di miscibilità dei prodotti fitosanitari ................................................ 46
  Tabella di miscibilità dei prodotti consentiti in agricoltura biologica ............ 47
  Tempi di degradazione per idrolisi dei principi attivi ..................................... 48

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1   Quadro normativo

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  Il Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile
                 dei prodotti fitosanitari

      La direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio,
recepita con il decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, ha istituito un
quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei prodotti
fitosanitari. In applicazione dell'art. 6 del decreto legislativo n. 150 è
stata predisposto il Piano di Azione Nazionale (PAN) per l'uso
sostenibile dei prodotti fitosanitari, reso operativo dal Decreto 22
gennaio 2014.

       Il nostro Paese intende sfruttare i propri punti di forza
nell'applicazione di misure come la difesa integrata, grazie
all’esperienza maturata in anni di applicazione di specifici disciplinari
regionali. Le novità previste saranno quella dell'adozione e promozione
di livelli più avanzati di produzione integrata volontaria e l'impegno per le
Regioni nel potenziamento delle reti di monitoraggio per fornire
informazioni tempestive alle aziende sulla presenza dei parassiti e sulle
strategie di protezione. Anche per la misura della formazione e
informazione l'Italia può fare leva sul vantaggio del già esistente sistema
di rilascio dei patentini, che ora diventano obbligatori per tutte le
utilizzazioni professionali di agro-farmaci e non solo più per quelli
classificati come molto-tossici, tossici e nocivi. L'attenzione ora è posta
sulla formazione dei consulenti, nuova figura introdotta dalla direttiva
2009/128/CE, e sulla definizione della figura dell'utilizzatore non
professionale.

      Maggiori problemi ci potranno essere nell'adozione delle misure di
tutela delle acque, dove mancano specifiche esperienze nella gestione
delle “fasce tampone” e nel controllo certificato delle macchine irroratrici.
Entro il 26 novembre 2016 infatti le attrezzature dovranno essere tutte
ispezionate almeno una volta.

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Difesa integrata obbligatoria

      Gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari, a partire dal 1
gennaio 2014, devono applicare i principi generali della difesa integrata
obbligatoria, che prevede l’applicazione di tecniche di prevenzione e di
monitoraggio delle infestazioni e delle infezioni, l’utilizzo di mezzi
biologici di controllo dei parassiti, il ricorso a pratiche di coltivazione
appropriate e l’uso di prodotti fitosanitari che presentano il minor rischio
per la salute umana e l’ambiente.

Formazione

      La formazione comprende la formazione di base e quella di
aggiornamento, entrambe obbligatorie per gli utilizzatori professionali, i
distributori e i consulenti. Il patentino è obbligatorio per tutti,
indipendentemente dalla classe tossicologica del prodotto acquistato.

       A decorrere dal 26 novembre 2015 il distributore deve avere alle
proprie dipendenze personale in possesso del certificato di abilitazione
alla vendita, deve accertare l’identità dell’acquirente e la validità del
certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo, e deve registrare i
prodotti venduti con il riferimento al numero o codice dell’abilitazione.

Controlli delle attrezzature per l’applicazione degli agro-farmarmaci

      Le attrezzature per l’applicazione dei prodotti fitosanitari devono
essere sottoposte a controlli funzionali periodici, al fine di garantire che
le stesse soddisfino i requisiti previsti. Quelle acquistate dopo il 31
dicembre 2011 sono sottoposte, entro cinque anni dalla data di
acquisto, ad un primo controllo funzionale. Le attrezzature acquistate
prima del 31 dicembre 2011 devono superare, entro il 26 novembre
2016, un primo controllo funzionale che dovrà essere ripetuto per le
stesse attrezzature almeno una volta entro il 26 novembre 2020. A
decorrere da tale data tutte le attrezzature impiegate per l’applicazione
dei prodotti fitosanitari sono sottoposte a controllo funzionale almeno
ogni tre anni.

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Manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento
dei relativi imballaggi e delle rimanenze

       Gli utilizzatori professionali devono smaltire i prodotti fitosanitari
inutilizzati o scaduti, le rimanenze e i relativi imballaggi secondo le
prescrizioni di cui alla parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006,
devono quindi essere smaltiti tramite il ricorso a ditte autorizzate.

      Dal 1° gennaio 2015 lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari deve
rispettare i requisiti riportati nella parte A dell’allegato VI del
D.Lgs.150/2012, per cui l'azienda agricola deve essere in possesso di
armadietti e/o locali a norma.

Obblighi di registrazione per gli utilizzatori professionali

  La normativa vigente prevede l'obbligo per l’utilizzatore professionale
di registrare tutti gli interventi fitosanitari effettuati su un apposito
registro dei trattamenti.

       Per registro dei trattamenti si intende un modulo aziendale che
riporta cronologicamente l'elenco dei trattamenti eseguiti sulle diverse
colture, in alternativa si possono utilizzare una serie di moduli distinti
relativi ciascuno ad una singola coltura agraria. Sul registro devono
essere annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari
utilizzati in azienda (indipendentemente dalla loro classificazione
tossicologica) entro trenta giorni dall'esecuzione del trattamento stesso,
che si riducono a sette giorni per le aziende che aderiscono alle misure
agro-ambientali (ex 2078). Le registrazioni, comunque, devono sempre
essere fatte prima della raccolta.

      Il registro deve riportare: i dati anagrafici relativi all'azienda; la
denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa in
ettari, la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità impiegata
(espressa in chilogrammi o litri) nonché l'avversità che ha reso
necessario il trattamento.

     Il registro deve essere conservato per almeno i tre anni successivi
a quello a cui si riferiscono gli interventi annotati. Oltre al registro, il

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titolare dell'azienda deve conservare in modo idoneo - sempre per lo
stesso periodo - anche le fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari,

nonché la copia dei moduli di acquisto dei prodotti classificati molto
tossici, tossici e nocivi.

Il rispetto delle indicazioni delle etichette dei prodotti fitosanitari

       La normativa vigente prevede che i prodotti fitosanitari siano
utilizzati in conformità alle indicazioni riportate sulle etichette dei prodotti
stessi. Il Dlgs. 17 aprile 2014 numero 69 norma la “Disciplina
sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE)
n. 1107/2009 relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari”
e prevede pesanti sanzioni per chi utilizza un prodotto non rispettando
tali indicazioni, ad esempio eseguendo più trattamenti del numero
massimo indicato oppure con dosi maggiori alla dose prevista dal
produttore.

     Particolare attenzione va posta alle scorte di magazzino, infatti
sono previste anche sanzioni per chi vende, distribuisce, smaltisce,
immagazzina agro-farmaci violando i termini di smaltimento delle scorte
e per l'agricoltore che li impiega oltre i termini consentiti.

      Nella pratica si potrebbero creare molto spesso situazioni di
infrazione da parte dell'agricoltore, anche inconsapevolmente, infatti
basta una variazione dell'autorizzazione che comporta una variazione
delle indicazioni in etichetta oppure la revoca dell'autorizzazione del
prodotto e il mancato smaltimento delle scorte nei tempi previsti per
incorrere in pesanti sanzioni.

     E' buona norma informarsi già al momento dell'acquisto su
eventuali scadenze delle autorizzazioni e comprare solo le quantità
necessarie per il trattamento da eseguire.

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Le sanzioni
• Chiunque acquista, utilizza, vende prodotti fitosanitari, presta
  consulenze sull’impiego di prodotti fitosanitari e dei coadiuvanti
  senza essere in possesso del certificato di abilitazione
  (patentino) di cui all’articolo 8 è punito con la sanzione
  amministrativa pecuniaria da 5.000 € a 20.000 €. Sono fatte salve,
  fino alla loro scadenza, le abilitazioni alla vendita e all’acquisto
  rilasciate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23
  aprile 2001 n. 290, e successive modificazioni.
  (D.Lgs.150/2012)

• Il distributore che non accerta l’identità dell’acquirente e la validità
  del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo e non registra i
  prodotti venduti con il riferimento al numero o codice
  dell’abilitazione è punito con una sanzione amministrativa da 2.000
  € a 10.000 €. (D.Lgs.150/2012)

• Il titolare o il dipendente che, all’atto della vendita, non fornisce
  all’acquirente le informazioni di cui all’articolo 9, comma 2 è punito
  con il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da
  1.000 euro a 5.000 euro.
  (D.Lgs.150/2012)

• Il distributore che vende agli utilizzatori non professionali prodotti
  fitosanitari che non recano in etichetta la specifica dicitura “prodotto
  fitosanitario destinato esclusivamente agli utilizzatori non
  professionali” è punito con il pagamento di una sanzione
  amministrativa pecuniaria da 10.000 € a 25.000 €.
  (D.Lgs.150/2012)

• L’utilizzatore che non sottopone le attrezzature per
  l’applicazione dei prodotti fitosanitari ai controlli funzionali
  periodici (taratura) di cui all’articolo 11 è punito con il pagamento
  di una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 € a 2.000 €.
  (D.Lgs.150/2012)

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•   Chiunque effettua l’irrorazione aerea è punito con la sanzione
    amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 20.000
    € a 100.000 €, fatte salve le deroghe al divieto di trattamento aereo
    concesse dall’autorità competente. (D.Lgs.150/2012)

•   Chiunque effettua l’irrorazione aerea in difformità alla prescrizioni
    stabilite dall’autorità competente nell’autorizzazione è punito con la
    sanzione pecuniaria da 20.000 € a 100.000 €.
    (D.Lgs.150/2012)

•   L’utilizzatore che non osserva le misure stabilite a tutela
    dell’ambiente acquatico, delle fonti di approvvigionamento di acqua
    potabile e delle aree specifiche di cui agli articoli 13 e 14 definite
    nel piano di cui all’articolo 6 è punito con una sanzione da 5.000 €
    a 20.000 €. (D.Lgs.150/2012)

•   L’utilizzatore professionale che non adempie, in tutto o in parte,
    all’obbligo di registrazione di cui all’articolo 16 (registro dei
    trattamenti) è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da
    500 € a 1.500 €. (D.Lgs.150/2012)

•   Chi utilizza un prodotto non rispettando le indicazione riportate in
    etichetta rischia una sanzione pecuniaria che va da 35.000 € a
    100.000 €, con sanzione ridotta se l'utilizzo è di una modica
    quantità che va da 2.000 € a 20.000 €. (D.Lgs.69/2014)

•   Chi vende, distribuisce, smaltisce, immagazzina agro-farmaci
    violando i termini di smaltimento delle scorte è punito con la
    sanzione pecuniaria da 20.000 a 35.000 euro.
    (D.Lgs.69/2014)

•   L’agricoltore che impiega prodotti fitosanitari oltre il termine
    massimo consentito è punito con la sanzione amministrativa
    pecuniaria da 1.000 € a 10.000 €.
    (D.Lgs.69/2014)

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           Il regolamento (CE) 1272/2008 - CLP
    la nuova etichettatura dei prodotti fitosanitari

      Il CLP - Classification, Labelling and Packaging - è il nuovo
regolamento Europeo su classificazione, etichettatura e imballaggio
delle sostanze e delle miscele, sostituisce gradualmente le attuali
normative, abrogandole completamente a partire dal 1 giugno 2015.
      Il CLP recepisce nell’Unione Europea quanto previsto dal Sistema
Globale Armonizzato GHS - Globally Harmonized System of
Classification and Labelling of Chemicals, voluto dalle Nazioni Unite con
lo scopo di armonizzare i criteri di classificazione ed etichettatura,
favorendo così la libera circolazione delle merci e garantendo, al
contempo, un elevato livello di protezione per l’uomo e l’ambiente. Fatte
salve alcune eccezioni (farmaci, dispositivi medici, alimenti, cosmetici)
per le quali esistono normative specifiche, il CLP si applica a tutte le
sostanze chimiche e le miscele, a queste ultime appartengono anche i
biocidi e gli agro-farmaci .
      L’applicazione del CLP comporta cambiamenti significativi per la
classificazione e l’etichettatura degli agro-farmaci e introduce importanti
novità:
 • nuovi criteri di classificazione per i pericoli fisici, per la salute e per
   l’ambiente;
 • avvertenze che indicano il grado relativo del pericolo (‘Pericolo’ o
   ‘Attenzione’);
 • nuovi Pittogrammi (simboli riquadrati a forma di diamante o rombo);

È opportuno sottolineare che la classificazione e l’etichettatura dei
prodotti riflettono il tipo e la gravità dei pericoli intrinseci di una sostanza
o di una miscela, mentre la registrazione degli agro-farmaci è fondata
sulla valutazione del rischio, che ha lo scopo di stabilire in quali
condizioni questi possono essere impiegati senza rischi per la salute e
l’ambiente.

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Tempistiche di applicazione

     Il CLP prevede tempistiche di applicazione differenti per sostanze
e miscele; mentre le prime devono essere obbligatoriamente classificate
secondo il CLP già dal 1 dicembre 2010, sono ormai prossime anche le
scadenze che riguardano le miscele, e quindi gli agro-farmaci:
  • i titolari di registrazione devono immettere sul mercato prodotti con
     etichetta CLP obbligatoriamente a partire dal 1 giugno 2015;
  • è possibile commercializzare prodotti con etichetta CLP prima di
     tale data;
  • gli agro-farmaci già immessi in commercio (allo scaffale) entro il 1
     giugno 2015 con etichetta DPD potranno essere commercializzati
     dai rivenditori ed utilizzati dagli agricoltori senza necessità di ri-
     etichettatura fino al 31 maggio 2017; entro la stessa data sarà,
     dunque, possibile la presenza sul mercato di uno stesso prodotto
     con etichetta DPD e CLP;
  • il 31 maggio 2017 rappresenta il termine ultimo per lo ‘smaltimento
     scorte’ al commercio e all’impiego degli agro-farmaci con etichetta
     DPD; dal 1 giugno 2017 potranno essere commercializzati ed
     impiegati solo agro-farmaci con etichetta CLP. Le etichette DPD e
     CLP saranno entrambe disponibili sulla banca dati del Ministero
     della Salute fino al 31 maggio 2017.

Le schede di sicurezza (SDS)

        L’applicazione del CLP non modifica gli obblighi di fornitura della
scheda dati di sicurezza (SDS), che deve essere consegnata alla prima
fornitura e ogni qualvolta venga aggiornata. I fornitori devono
consegnare, a titolo gratuito, la scheda di dati di sicurezza aggiornata a
tutti i destinatari ai quali hanno distribuito la sostanza o la miscela nei 12
mesi precedenti. A partire dal 1 giugno 2015 la SDS dovrà essere
compilata con i riferimenti e le classificazioni previsti dal CLP. Per gli
agro-farmaci già immessi sul mercato prima del 1 giugno 2015 è
previsto un periodo transitorio di 2 anni (fino al 31 Maggio 2017) in cui il
vecchio formato - dove compare ancora la classificazione anche
secondo la DPD - potrà essere comunque utilizzato, a patto che non vi
intervengano modifiche registrative che prevedono l’obbligo di
etichettatura e re-imballaggio o revisioni.
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Nuovi simboli previsti dalla normativa CLP

     Contrassegnerà i prodotti che manifesteranno i livelli più blandi
     di tossicità acuta orale, dermale o inalatoria (Categoria 4),
     irritazione dermale od oculare (Categoria 2), sensibilizzazione
     dermale (Categoria 1), tossicità specifica per organi bersaglio
     (STOT) dopo singola esposizione (Categoria 3), irritazione del
     tratto respiratorio, effetto narcotico. Simbolo che andrà a
     sostituire:

     Questo simbolo contrassegnerà i prodotti accreditati di un
     significativo pericolo per la salute, quali i cancerogeni, i
     mutageni, i tossici per la riproduzione, quelli con tossicità
     specifica per organi bersaglio (es. fegato o sistema nervoso)
     sia per esposizioni singole che ripetute. Occorrerà leggere
     attentamente le indicazioni di pericolo, in quanto lo potremo
     trovare anche non solo su prodotti contenenti sostanze
     cancerogene o mutagene, ma su quelli con elevate quantità di
     solventi diffusissimi quali le nafte aromatiche. Simboli che
     andrà a sostituire:

     Il simbolo contraddistinguerà i prodotti con elevata tossicità
     (categoria 1, 2 e 3) per via orale, inalatoria o dermale.
     Contrariamente a quanto si verificava precedentemente non
     verrà utilizzato per contraddistinguere mutageni o cancerogeni
     con moderata tossicità acuta. Poiché le soglia di tossicità sono
     cambiate, i prodotti che prima erano considerati nocivi ma con
     una DL50 orale compresa tra 200 e 300 mg/kg, adesso
     riporteranno il teschio e le tibie. Simboli che andrà a sostituire:

     Nuovo simbolo che intuitivamente indicherà “Gas sotto
     pressione”. Lo troveremo probabilmente solo su alcuni
     fumiganti. Simbolo che andrà a sostituire: nessuno.

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Questo simbolo contraddistinguerà i prodotti corrosivi per la
pelle di categoria 1A, 1B e 1C e quelli che provocano gravi
lesioni oculari di categoria 1. Per via del cambiamento delle
soglie, alcuni prodotti che presentavano rischi di gravi lesioni
oculari (frase R41) e la croce di Sant'Andrea, riporteranno
questo simbolo. Simboli sostituito:

Pericolo per l'ambiente: nessuna novità particolare, tranne che
per gli erbicidi: nel calcolo della classificazione verrà presa
anche la tossicità nei confronti delle piante acquatiche, mentre
precedentemente era considerata solamente quella per le
alghe, oltre a pesci e Daphnia. Simbolo sostituito:

Gas altamente infiammabile, Gas infiammabile, Aerosol
altamente infiammabile, Liquido e vapori facilmente
infiammabili, Solido infiammabile. Anche in questo caso la
variazione delle soglie farà sì che molti prodotti classificati
come infiammabili (frase R10) e i perossidi organici
(precedentemente considerati comburenti) dovranno riportare
questo simbolo. Simbolo sostituito:

Comburente: uno dei pochi simboli rimasti invariati rispetto alla
precedente normativa, con eccezione dei già citati perossidi
organici, prima comburenti e adesso infiammabili. Simbolo che
andrà a sostituire:

Esplosivo: di solito non interessa gli agro-farmaci, a parte forse
alcune tavolette fumiganti. Simbolo che sostituirà:

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2   Le malattie fungine della vite

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Peronospora della Vite

                                  La peronospora è ancora oggi la
                            principale malattia della vite, infatti è sulla
                            strategia adottata contro questa malattia che si
                            inseriscono le linee di difesa di altre malattie o
                            parassitosi.
                                  Negli ultimi anni, lo sviluppo delle
                            tecniche di difesa e l’uso di nuovi principi attivi
                            consentono di ottenere – tramite un’adeguata
                            programmazione e un costante monitoraggio
delle condizioni ambientali in loco – risultati ottimali.
      L’utilizzo di prodotti diversi fra loro ne diminuisce l’accumulo con il
conseguente allontanamento dalla soglia di rischio per i residui sull'uva.

Quando trattare?

      Nella   difesa      contro    la
peronospora è di fondamentale
importanza evitare, soprattutto
nel periodo iniziale, l’instaurarsi di
infezioni primarie. I metodi più
utilizzati   per    posizionare       i
trattamenti sono: la regola dei “tre
dieci” e negli ultimi anni l’utilizzo
dei modelli previsionali. I modelli
matematici sono in grado di dare
una valida indicazione sulla effettiva necessità di intraprendere
un’azione anti - peronosporica. Rimandiamo all’apposito capitolo per le
modalità della loro applicazione.
      Nell’ambito delle strategie di difesa bisogna inoltre tenere conto del
rischio di insorgenza di ceppi del fungo resistenti a quei principi attivi
antiperonosporici dotati di maggiore specificità d’azione. Per ridurre al
minimo tale rischio è necessario:
   • attenersi al numero massimo di interventi consentiti all’anno con un
      determinato principio attivo;
   • alternare le diverse famiglie chimiche di sostanze attive;
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  • utilizzare miscele di principi attivi a diverso meccanismo d’azione;
  • usare i prodotti alla dose corretta e non sotto-dosati.

Quale principio attivo utilizzare?

Il mercato, come già anticipato, offre una molteplicità di principi attivi, la
cui scelta dovrà essere valutata caso per caso, in base alle
caratteristiche della sostanza, al programma di difesa impostato e al
microclima del vigneto. Per migliorare l’efficienza del trattamento, ed
evitare l’insorgere di resistenze da parte dei patogeni, si deve impostare
una strategia di difesa che alterni sostanze attive con una diversa
modalità d’azione. Riportiamo, in breve, le caratteristiche di alcuni
principi attivi presenti sul mercato.

Ametoctradina molecola appartenente alla nuova classe chimica delle
pirimidilamine. Agisce biochimicamente inibendo il complesso III della
catena di trasporto degli elettroni e livello dei mitocondri, provocando
l'arresto della produzione di ATP all'interno delle cellule fungine. La sua
attività biologica si espleta inibendo zoospore e zoosporangi, soprattutto
a livello di formazione, rilascio e mobilità, interrompendone in breve
tempo l'attività.

Cimoxanil fungicida ad azione preventiva e curativa che agisce contro
le peronospore sia per contatto sugli elementi di propagazione, sia
all'interno della pianta, svolgendo una azione endoterapica e inibendo lo
sviluppo del micelio. Penetra nei tessuti entro 6 ore dal trattamento con
azione citotropica e translaminare; il micelio viene attaccato dal
momento della germinazione di zoospore o di conidi, sino a 3-5 giorni
dopo. Mantiene l'attività fungicida anche a dosi molto basse e possiede
un limitato effetto residuo (4-6 giorni) per cui si impiega in miscela con
metà dose dei fungicidi tradizionali di copertura

Cyazofamid è un fungicida che presenta un'eccellente attività nei
confronti dei funghi della classe Oomycetes, in particolar modo contro
Peronospora della vite (Plasmopara viticola). Svolge azione protettiva e
deve pertanto essere applicato prima dell'attacco della malattia. A
seconda della pressione della malattia assicura un buon controllo per un
periodo fino a 14 gg.

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Dimethomorph è un derivato dell'acido cinnamico che manifesta
un'azione citotropica e translaminare a sistemicità locale. La sua attività
è particolarmente elevata all'inizio dell'infezione, durante ed alla fine del
periodo di incubazione.

Fosetyl Al è un fungicida utilizzato da lungo tempo in viticoltura ed è
caratterizzato da una elevata solubilità in acqua che gli permette di
essere traslocato negli organi verdi della pianta sia in senso acropeto
che basipeto; è quindi un fungicida sistemico. La sua azione anti -
peronosporica è prevalentemente di tipo preventivo ed indiretto; infatti,
pur avendo un'azione diretta sul patogeno, stimola la vegetazione a
produrre sostanze di difesa naturale che permettono un'auto-protezione
con efficacia crescente trattamento dopo trattamento.

Fosfonato di potassio sinonimi: Fosfito di potassio, Fosfonato di
dipotassio, Idrogenofosfonato di potassio. Fungicida sistemico attivo nei
confronti dei ficomiceti, in particolare sulla famiglia della
peronosporacee. Molecola caratterizzata da elevata mobilità nelle
piante, con sistemicità sia ascendente che discendente.

Fenamidone è caratterizzato da una medio-bassa solubilità in acqua ed
ha caratteristiche eco-tossicologiche molto favorevoli. Ha un'ottima
selettività sui principali organismi utili del vigneto. Le principali
caratteristiche di questo fungicida sono la sua capacità di muoversi nei
vegetali con movimenti citotropici e translaminari, non sistemici, ed
un'ottima affinità con le cere vegetali. Ha un'ottima attività anti –
peronosporica: preventiva, curativa (entro 48 ore dall'infezione) ed anti -
sporulante.

Fluopicolide è attivo nei confronti di diversi oomiceti grazie ad un
meccanismo d'azione in grado di alterare la stabilità delle proteine della
membrana, non presenta resistenza incrociata con altri fungicidi
antiperonosporici. Il preparato si contraddistingue per un'azione
preventiva e curativa, si suggerisce un utilizzo in applicazioni preventive.
Sono possibili incompatibilità del prodotto con rame, alcuni
fitostimolatori e concimi fogliari contenenti azoto (nitrico e
ammoniacale), pertanto sono consigliati saggi preventivi di compatibilità.

Iprovalicarb è caratterizzato da un favorevole profilo eco - tossicologico
ed una buona solubilità in acqua. E' dotato di un'ottima selettività sugli
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organismi utili diffusi nel vigneto. Nella pianta ha una traslocazione di
tipo xilematico ed il suo movimento sistemico si svolge solo in senso
acropeto. La sua azione antiperonosporica è di tipo preventivo ed è
dotato anche di una buona azione curativa entro le 48 ore dall'inizio
dell'infezione.

Mandipropamid esplica la sua azione mediante l'inibizione sia della
germinazione delle spore, sia dell'accrescimento del micelio, nonché
attraverso l'inibizione della sporulazione. La molecola possiede una forte
affinità con lo strato ceroso della vegetazione ed è dotata di una parziale
attività citotropico-translaminare.

Metalaxil-m è un fungicida sistemico che viene trasportato e distribuito
con la linfa nelle diverse parti della pianta. Dall'interno dei tessuti
garantisce il contenimento degli attacchi dei funghi appartenenti agli
Oomiceti, inibendo la crescita e la riproduzione del micelio.

Metiram fungicida che agisce per contatto fogliare dotato di una azione
rapida e persistente, ben tollerato dalle piante. Il composto è costituito
da un complesso ammoniacale di etilenbisditiocarbammato di zinco e di
polietilenbistiuramdisolfuro.

Zoxamide è una nuova sostanza attiva dotata di una spiccata attività
biologica preventiva contro i funghi patogeni, ha una solubilità in acqua
molto bassa e non ha attività sistemica nei tessuti vegetali, ha
caratteristiche eco - tossicologiche molto favorevoli, la sua tossicità nei
confronti dei mammiferi è molto bassa. Non si accumula nel suolo e
nella falde acquifere. La sua bassa volatilità e la rapida degradazione
(idrolisi e fotolisi) evitano il suo accumulo nell'ambiente e l'inquinamento
dell'aria.

I prodotti rameici sono disponibili in diverse formulazioni: ossicloruro di
rame, solfato di rame e idrossido di rame, che si differenziano per la
dimensione delle particelle. Infatti, tanto più piccole sono, tanto migliore
è la distribuzione del principio attivo sulla superficie delle foglie.
L'idrossido di rame possiede le particelle più piccole, mentre quelle più
grandi appartengono all'ossicloruro di rame. In presenza di un clima
fresco umido il rame può provocare ustioni sulle foglie e talvolta anche
sugli acini soprattutto su varietà sensibili.

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La strategia antiperonosporica in pratica

Nella tabella sono riportati alcuni esempi pratici realizzati utilizzando le
seguenti indicazioni.
Da germogli di 5-10 cm a prefioritura
L’inizio della difesa è in funzione della fase fenologica della vite e delle
condizioni climatiche. Nei primi interventi si prevede l’impiego di prodotti
di contatto a base di rame a basso dosaggio (35-70 g/hl di rame
metallo), avendo cura di trattare viti asciutte e con temperature superiori
a 10°C. Tali prodotti vanno utilizzati alla cadenza indicativa di 6-8 giorni
e vengono dilavati dopo circa 30-40 mm di pioggia. I prodotti di
copertura quali mancozeb o composti rameici possono essere
eventualmente miscelati con fosetyl-Al per consentire una migliore
protezione della nuova vegetazione in un momento di intenso
accrescimento della pianta. Eventuali trattamenti curativi possono
essere eseguiti con principi attivi translaminari come dimetomorph,
cymoxanil, benthiavalicarb, oppure sistemici come metalaxyl, metalaxyl-
m, benalaxyl, iprovalicarb.

Difesa dalla prefioritura ad allegagione
In questa fase, che è fra le più pericolose, dovrà essere massima
l’attenzione, soprattutto nelle zone e sulle varietà più a rischio. Il periodo
è caratterizzato da una forte crescita vegetativa e si consiglia l’impiego
di formulati sistemici a maggior persistenza di azione.
La strategia più cautelativa consiste nel mantenere una copertura
fungicida costante, utilizzando prodotti di copertura come ciazofamide,
fenamidone, famoxadone, iprovalicarb, dimetomorf previsione di una
presunta pioggia oppure nell’intervenire, in corso di emeregenza, con
prodotti endoterapici entro il 20-30% del periodo di incubazione o non
oltre le 48 ore dall’evento infettivo. Generalmente in questa fase è
consigliabile utilizzare miscele con 2-3 principi attivi a diverso
meccanismo d’azione, che consentono di mantenere un intervallo fra i
trattamenti di 8-10 giorni. Le miscele con fosetyl-Al anche in questa fase
sono in grado migliorare le prestazioni dei fungicidi partners.

Da allegagione a invaiatura
La fase di rapido accrescimento dell’acino è ancora un periodo di
estrema sensibilità alla peronospora. È questo il momento più opportuno
per sfruttare l’efficace azione sul grappolo dei prodotti a base di
dimetomorf,      ciazofamide,     zoxamide,       piraclostrobin+metiram,
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mandipropamide o iprovalicarb. Questi prodotti vanno adoperati con
cadenza di circa 8-10 giorni, in miscela con rame.
Anche in questa fase l’aggiunta di fosetyl-Al permette di potenziare
l’azione anche sulle foglie sulle femminelle in accrescimento. Tuttavia
l’impiego di questi deve essere interrotto almeno 40 giorni prima della
raccolta, al fine di scongiurare problemi di residualità.

Dopo l'invaiatura
La chiusura del calendario è fatta con prodotti ad azione di tipo multisito,
ed alternanza di prodotti con differenti meccanismi di azione, per una
efficace gestione della resistenza. La difesa si basa sull’impiego di
prodotti rameici, utilizzando formulati che consentono di ridurre l’apporto
di rame metallo. Nelle zone soggette a prolungate bagnature e in vigneti
vigorosi, per assicurare una adeguata protezione della vegetazione, è
utile il ricorso ai sistemici con rame (es. Fosfiti in miscela con Rame).

Fase    fino a grappoli      pre-fioritura →               allegazione → per-   invaiatura
            separati          allegagione                  chiusura grappolo
Es. 1     Fosetyl Al +        Fosetyl Al +                  Mandipropamid         Rame
          Fluopicolide       Fenamidone +
                              Iprovalicarb
Es. 2    Cimoxanil +          Fosetyl Al +                 Zoxamide + Rame        Rame
         Fosetyl Al +        Fenamidone +
          Zoxamide            Iprovalicarb
Es. 3   Dimetomorf +         Fosfonato K +                   Mandipropamid        Rame
            Rame               Metiram +
                             Ametoctradina

E in agricoltura biologica?
Al verificarsi delle condizioni per lo sviluppo del patogeno si deve mantenere la
copertura della vegetazione con prodotti a base di rame. In caso di piogge persistenti
aumentare la frequenza dei trattamenti, ma non aumentare la dose del prodotto. In
caso di pioggia dilavante per il rame (30-35mm) intervenire tempestivamente. Per i
primi trattamenti in assenza di infezioni in atto utilizzare poltiglie e ossicloruri di
rame. Se sono presenti le macchie d’olio – nelle zone ad alto rischio - si deve
intervenire tempestivamente con idrossido di rame alla dose di 400-500 grammi di
rame metallico entro la scadenza del periodo di copertura del trattamento precedente,
nelle altre zone prima che scada il periodo di incubazione del patogeno. Nella
fioritura sono da evitare i trattamenti che dovranno essere posizionati
immediatamente prima o in caso di pioggia immediatamente dopo. Il quantitativo
massimo di rame metallo distribuibile è di 6 kg ettari all’anno.

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Oidio della vite

       L’oidio è una delle principali malattie
della vite, una volta insediatosi nel vigneto,
con condizioni microclimatiche favorevoli è in
grado di crescere e diffondersi molto
velocemente per cui il controllo risulta molto
difficoltoso, in particolare l’infezione sul
grappolo comporta danni su produzione e
qualità delle uve.
       Negli ultimi anni l’oidio si è manifestato
con maggior intensità e frequenza nei nostri
vigneti, ma a differenza della peronospora
non sono ancora disponibili modelli
previsionali sufficientemente collaudati nei
nostri ambienti per prevederne lo sviluppo in modo affidabile.
       La pericolosità dell’Uncinula necator – questo il nome biologico
dell’agente patogeno dell’oidio della vite – impone di programmare una
strategia di lotta di tipo preventivo.

Quando trattare?

      Il periodo più delicato per il controllo dell'oidio è quello che
abbraccia le fasi dalla differenziazione dei grappoli fino all’invaiatura. Il
picco di suscettibilità si tocca durante la fioritura, per poi calare quando
gli acini hanno raggiunto dimensioni intorno ai 5-6 millimetri.
      La comparsa dei "primi germogli a bandiera" o dei sintomi sulle
foglie coincide con l'inizio della difesa. Prima dell’emissione della 5ª e 6ª
foglia, in linea generale, non è necessario dare inizio agli interventi. Nei
nostri ambienti l’inizio della lotta può coincidere con l’inizio della difesa
anti - peronosporica.
     L’intervallo tra i trattamenti deve essere valutato in relazione
all’andamento climatico, alla pressione della malattia, alla sensibilità
varietale e al microclima. Le zone collinari ben esposte e asciutte sono
predisponenti per le infezioni di oidio, al contrario dei fondovalle dove
l’umidità favorisce lo sviluppo della peronospora.

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Quale principio attivo utilizzare?

      Il mercato offre una molteplicità di principi attivi, la cui scelta dovrà
essere valutata caso per caso, in base alle caratteristiche della
sostanza, al programma di difesa impostato e al microclima del vigneto.
      Per migliorare l’efficienza dei trattamenti ed evitare l’insorgere di
resistenze da parte dei patogeni, si deve impostare una strategia di
difesa che alterni sostanze attive con una diversa modalità d’azione.
Riportiamo, in breve, le caratteristiche dei principali principi attivi
presenti sul mercato.

Boscalid è un fungicida appartenente alla famiglia chimica delle anilidi,
dotato di un ampio profilo fungicida, efficace sia nei confronti di
Ascomiceti (U. necator, ecc.) sia di Deuteromiceti, impiegabile in pieno
campo su vite contro Botrite ed Oidio. Consentito al massimo un
trattamento all’anno.

Bupirimate ha un’azione sia preventiva che curativa. Caratterizzato da
una potente azione citotropica e translaminare riesce a raggiungere il
micelio anche se sviluppato all'interno dei tessuti dell'ospite. Inoltre,
essendo dotato di potere fugante, è efficace anche su quelle parti della
pianta che non vengono bagnate durante il trattamento. Ha una attività
multisito ed è quindi interessante per una gestione globale della
resistenza. E’ consigliato durante la fase estiva.

Ciflufenamid è un fungicida ad azione preventiva, curativa ed ha
elevata persistenza, appartenente al gruppo chimico delle amidoxidime,
esplica una prolungata attività nei confronti della crittogama inibendone
il processo infettivo. Consentiti al massimo due trattamenti all’anno.

Inibitori della biosintesi dell’Ergosterorlo (I.B.E.) hanno un’attività
anti - oidica di circa 8-10 giorni. Non sono prodotti curativi e pertanto
vanno utilizzati in modo preventivo, nelle fasi di maggior rischio dalla
fioritura all’invaiatura in alternativa al Metafrenone, Strobilurine, o al
Bupirimate. In caso di necessità sono da preferire a Metrafenone e
Spiroxamina nei trattamenti finali in sostituzione dello zolfo. E’
opportuno effettuare al massimo tre trattamenti annui come somma di
tutti i principi attivi appartenenti al gruppo degli I.B.E.
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Meptyldinocap agisce per contatto ed è caratterizzato da una azione
preventiva, curativa ed eradicante nei confronti dell’oidio; è una
sostanza attiva appartenente alla famiglia chimica dei Dinitrofenoli.
Utilizzabile anche con infezioni in atto.

Metrafenone è un anti-oidico appartenente alla famiglia dei
Benzofenoni. Si consiglia di utilizzarlo nella fase post - fiorale alla
cadenza di 10 giorni, in alternativa agli Inibitori della Biosintesi dello
Sterolo, Strobilurine o Bupirimate.

Quinoxifen è un prodotto appartenente alla famiglia delle Quinoline. Ha
una buona azione preventiva e pertanto è consigliato nella fase pre-
fiorale con cadenza di 8-10 giorni. Non utilizzare con infezioni già in atto.

Spiroxamina è un prodotto appartenente alla famiglia delle
Spiroketalamine, il sito di azione è diverso rispetto agli Inibitori della
Biosintesi dello Sterolo. Impiegare fino all’allegagione. Mettere sempre
la Spiroxamina per prima nella botte.

Strobilurine hanno dimostrato una buona efficacia anti - oidica e una
lunga persistenza (10 giorni) soprattutto se impiegati in blocco, 2 - 3
trattamenti da fine fioritura all’invaiatura.

Zolfo esplica il massimo della sua attività con temperature comprese tra
18 e 25 °C e la copertura è di 6-7 giorni. Lo zolfo bagnabile si impiega a
dosaggi variabili da 200 a 500 g/hl.

Zolfo ventilato il suo utilizzo è consigliabile in post-fioritura con
temperature superiori ai 20° C, a dose di 20–30 kg/ettaro.

La strategia anti–oidica in pratica

      Nei primi trattamenti si consiglia l’utilizzo di zolfo bagnabile alla
dose di 400-500 g/hl. In prefioritura, la pericolosità del fungo aumenta
ed è preferibile impiegare prodotti specifici quali Quinoxifen,
Spiroxamina, Metrafenone o Inibitori della Biosintesi dell’Ergosterolo
(I.B.E.), miscelati con zolfo. Il Quinoxifen va utilizzato su vegetazione
esente da oidio e meglio se nelle formulazioni contentini Miclobutanil.
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        Da fine fioritura in poi è opportuno utilizzare prodotti specifici come
Metrafenone, Strobilurine o Bupirimate. Nei trattamenti finali se la
pressione della malattia non è elevata si po’ anche intervenire con zolfo
bagnabile a 200 g/hl.
        Utilizzando lo zolfo ventilato o lo zolfo bagnabile non vi è alcun
pericolo di resistenza. Lo zolfo se distribuito a dose elevata ed in
presenza di alte temperature può avere effetti collaterali sugli insetti utili,
effettuare quindi i trattamenti nelle ore serali più fresche.
        Il Meptyldinocap agisce sull'oidio a partire da circa 5°C. Le nuove
formulazioni sono meno dannose per gli insetti utili. Se ne consiglia
l’utilizzo nelle prime fasi di sviluppo della vite nel caso in cui nell’anno
precedente ci siano stati forti attacchi di oidio, oppure in caso di attacchi
in atto.
Esempi di strategia anti-oidica
Fase     fino a grappoli       pre-fioritura →           allegazione → per-       invaiatura
             separati           allegagione              chiusura grappolo
Es. 1                                                      Tebuconazolo +            Zolfo
          Spiroxamina          Triflossistrobina
                                                                Zolfo              bagnabile
Es. 2
         Zolfo bagnabile        Metrafenone                   Pyraclostrobin    Tebuconazolo
Es. 3                          Penconazolo +                                         Zolfo
         Zolfo bagnabile                                        Bupirimate
                                   Zolfo                                           bagnabile

E in agricoltura biologica?
In agricoltura biologica la lotta si basa su un’attenta gestione agronomica del vigneto. Le
operazioni più importanti sono il contenimento della vigoria delle piante e la sfogliatura,
eseguita con lo scopo di arieggiare e illuminare i grappoli. Questa operazione facilita
inoltre la penetrazione dello zolfo durante i trattamenti. È comunque fondamentale una
difesa preventiva durante tutto il periodo di suscettibilità; nelle zone più colpite e con
varietà molto sensibili è opportuno cominciare i trattamenti allo stadio di 2-3 foglie con
zolfo in polvere, con temperature superiori ai 15°C. La difesa prosegue poi con zolfo
bagnabile a cadenza variabile a seconda della pressione della malattia. In annate
predisponenti e nei periodi di maggior sensibilità del grappolo è opportuno intervenire con
zolfo in polvere, il quale offre maggiori garanzie di successo. Importante per la gestione
della malattia è seguire l’andamento stagionale e lo sviluppo delle infezioni su testimoni
non trattati in modo da impostare un’attenta e accurata strategia di difesa. Un’ulteriore
possibilità di intervento è l’utilizzo del fungo antagonista Ampelomyces quisqualis (minimo
2 interventi) il quale, utilizzato in autunno, può aiutare la parassitizzazione dei cleistoteci e
quindi avere influenza sull’inoculo iniziale della malattia.
Nei vigneti molto sensibili e in presenza di forte inoculo, provenienti da infezioni tardive
sfuggite nell’anno precedente, è consigliabile intervenire a scopo preventivo in febbraio
con Permanganato di Potassio al 3%. Il Permanganato può essere anche utilizzato per
bloccare un attacco di oidio facendo seguire entro 24 ore un trattamento con zolfo.

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                             2013 Misura 111.1 sotto-azione B
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Botrite della vite

       Il più conosciuto marciume del
grappolo è sicuramente la muffa grigia,
provocata da Botrytis cinerea Pers.,
micete che, contrariamente ad altri agenti
di analoghe alterazioni (Aspergillus spp.,
Penicillium spp., varie specie di lieviti e
batteri), è in grado di infettare anche altri
organi della pianta quali foglie, giovani
tralci e infiorescenze nei loro primi stadi di
sviluppo.
       L’epidemiologia è estremamente
complessa la cui manifestazione risulta
dall’interazione      di    numerosi     fattori
agronomici e climatici. Gli attacchi sono
favoriti dalle ferite sul grappolo causate da grandinate o da insetti.
       Nella lotta alla botrite grande importanza riveste una gestione
agronomica razionale del vigneto, eseguendo adeguati interventi
colturali per contenere il vigore vegetativo e per promuovere un
microclima più favorevole alla maturazione dei grappoli e meno
all’istaurarsi delle malattie, rispetto alla sola difesa chimica con prodotti
antibotritici. Anche la lotta ai parassiti quali la tignola e tignoletta,
gestendo in modo adeguato i trattamenti insetticidi, aiuta a prevenire
l’insorgere della muffa grigia.
       Oltre ad interventi chimici mirati, anche adeguate scelte dei principi
attivi utilizzati nei trattamenti contro la peronospora e l’oidio possono
aiutare a contenere questo patogeno. L’utilizzo del principio attivo
Zoxamide contro la peronospora da fine fioritura a pre-chiusura
grappolo ha effetto collaterale antibotritico. Il principio attivo Boscalid,
utilizzato contro l’oidio, è efficiente anche contro Botrytis cinerea Pers.

Quando trattare?

      La botrite attacca solo i tessuti verdi e non lignificati, la
suscettibilità del grappolo raggiunge il livello più maggiore in
corrispondenza della maturazione. La temperatura non costituisce un
fattore limitante per lo sviluppo del fungo che può avvenire con diverse
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velocità tra i 5° C ed i 30° C (optimum 18-20° C), l'umidità relativa invece
per assicurare la germinazione dei conidi deve essere molto elevata
(>95%).
       Le strategie di difesa possono variare in base alla sensibilità della
varietà ed al microclima del vigneto. Si possono individuare diverse
tipologie di lotta, da adattare ed applicare a in base alle condizioni locali
e all’andamento climatico.
       Su varietà molto sensibili ed in climi molto umidi sono quattro i
momenti in cui intervenire: fine fioritura, pre-chisura grappolo, invaitura
ed un ultimo intervento 3-4 settimane prima della vendemmia.
       Per varietà poco o mediamente sensibili si può intervenire al
verificarsi delle condizioni previste dalla “regola dei due 15”
(temperatura 15° C e almeno 15 ore di bagnatura).
       I disciplinari di produzione previsti dalle misure agro-ambientali
prevedono al massimo due trattamenti all’anno. La tecnica di difesa
prevede quindi la combinazione delle due strategie precedenti: un primo
trattamento in pre-chiusura grappolo in grado di ridurre in modo
sostanziale l’inoculo ed un secondo trattamento qualche settimana
prima della vendemmia al verificarsi della “regola dei due 15”.

Quale principio attivo utilizzare?

      Il mercato offre una molteplicità di principi attivi, la cui scelta dovrà
essere valutata caso per caso, in base alle caratteristiche della
sostanza, al programma di difesa impostato e al microclima del vigneto.
Per migliorare l’efficienza dei trattamenti ed evitare l’insorgere di
resistenze da parte dei patogeni, si deve impostare una strategia di
difesa che alterni sostanze attive con una diversa modalità d’azione.
Riportiamo, in breve, le caratteristiche dei principali principi attivi
presenti sul mercato.

Ciprodinil è un fungicida parzialmente sistemico che agisce
interferendo sulla biosintesi degli aminoacidi inibendo la penetrazione
del fungo e la crescita sia sulla superficie, sia all'interno della foglia. Il
suo meccanismo di azione risulta diverso sia da quello dei prodotti
dicarbossimidici, sia dai benzimidazolici e dai triazoli. Risulta inoltre
selettivo nei confronti dei più importanti insetti ed acari utili.

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Fludioxonil è un fungicida non sistemico appartenente alla famiglia dei
fenilpirroli.

Fenexamide è un fungicida di copertura dotato di limitata penetrazione
nel tessuto fogliare e solo parziale attività translaminare, appartenente
alla nuova famiglia chimica delle idrossianilidi.

Fenpyrazamine è un fungicida appartenente alla famiglia chimica dei
pyrazolinoni, dotato di attività translaminare, svolge la sua attività nei
confronti dell'agente della muffa grigia inibendo la crescita miceliare, la
formazione di spore sulle lesioni, l'allungamento del tubo germinativo e
prevenendo lo sviluppo delle lesioni. La molecola risulta fungitossica
anche nei confronti dei funghi dei generi Sclerotinia, Monilinia,
Rhynchosporium e Pseudocercosporella.

Fluazinam è l'unico esponente della famiglia chimica delle
piridinammine registrato in Italia. Agisce inibendo la respirazione
cellulare a livello mitocondriale. E’ un principio attivo multi-sito, rientra
nel gruppo 29 del FRAC, tra le sostanze attive classificate a rischio
resistenza basso. Il suo impiego è quindi utile in programmi di difesa
anche per la gestione delle resistenze. Agisce per contatto, legandosi
saldamente alle cere dell’epidermide e offrendo una resistenza al
dilavamento tra le più elevate tra i prodotti presenti sul mercato,
resistendo a piogge finanche di 70-80 mm

Fluopyram appartiene alla classe chimica delle piridinil-etil-benzammidi.
Agisce inibendo la respirazione mitocondriale interferendo con l'attività
dell'enzima Succinato Deidrogenasi. Grazie a tale meccanismo
d'azione, la molecola agisce su diversi stadi del ciclo vitale fungino:
germinazione delle spore, accrescimento dl tubulo germinativo e
sviluppo del micelio. E’ dotato di mobilità sistemica.

Pirimetanil è un fungicida di contatto con proprietà translaminari che
esplica la sua attività biologica inibendo nei funghi patogeni sensibili la
secrezione degli enzimi necessari al processo di infezione.

Boscalid è un fungicida efficace sia nei confronti di Ascomiceti sia di
Deuteromiceti, impiegabile in pieno campo su vite contro Botrite ed
Oidio. Consentito al massimo un trattamento all’anno.

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La strategia anti–botritica in pratica

      Come regola generale prima dei trattamenti risultano fondamentali
gli interventi al verde, come sfogliature, cimature, scacchiature per
favorire l’ottimale distribuzione del formulato sui grappoli.
      Le fasi ideali di utilizzo dei prodotti antibotritici sono la pre-chiusura
grappolo e circa un mese dalla vendemmia. È importante per evitare
fenomeni di resistenza e per non avere problemi di residui sulle uve,
usare lo stesso prodotto una volta sola all’anno e quindi alternare
nell’impiego i vari principi attivi. Risulta interessante il ricorso a formulati
contenenti Zoxamide nella fase di pre-fioritura e fioritura per cultivar
sensibili ad attacchi di botrite sui grappoli in fioritura o al verificarsi di
periodi climatici piovosi ed umidi sempre in questa fase.
      All’invaiatura, il metabolismo generale delle bacche si riduce
progressivamente fino alla maturazione; questo fenomeno comporta
una riduzione dei meccanismi di resistenza naturale. Il fungo, prima
latente, può riprendere, così, la sua crescita.
      Il trattamento prima della vendemmia è consigliato solo per le
varietà a raccolta tardiva, oppure per quelle destinate all’appassimento.
Esempi di strategia anti-botritica
Fase      pre-fioritura →         chiusura                invaiatura      un mese prima della
           allegagione           grappolo                                      vendemmia
Es. 1                            Fluazinam                                Ciprodinil+Fludioxonil
Es. 2                             Boscalid                                     Pirimetanil
                              (su oidio e botrite)
Es. 3        Zoxamide                                     Zoxamide
                               Fenexamide
          (su peronospora)                             (su peronospora)

E in agricoltura biologica?
In agricoltura biologica la lotta si basa su un’attenta gestione agronomica del vigneto. Le
operazioni più importanti sono il contenimento della vigoria delle piante e la sfogliatura,
eseguita con lo scopo di arieggiare e illuminare i grappoli. Il rame utilizzato conto la
peronospora riduce il vigore vegetativo ed indurisce la buccia degli acini; in parte lo zolfo
contribuisce al controllo della malattia.
La lotta biologica può essere fatta con il Bacillus subtilis, un batterio presente in natura
che entra in competizione con i patogeni che controlla limitando la disponibilità delle
sostanze nutritive e riducendo lo spazio per la colonizzazione, va applicato nelle fasi di
massima suscettibilità ai patogeni e dopo eventi infettanti come forti piogge o sbalzi
termici. Si utilizza a partire dalla piena fioritura ogni 7-10 giorni per un massimo di 5
trattamenti a stagione.

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