CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO NON METASTATICO (STADIO I-II-III) - INFORMAZIONI PER LE PAZIENTI
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RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO NON METASTATICO (STADIO I-II-III) INFORMAZIONI PER LE PAZIENTI A cura di: Stefania Gori Alessia Lavaggi Federica Miglietta Alessandra Modena Febbraio 2021
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) INFORMAZIONI PER LE PAZIENTI A cura di: Stefania Gori U.O.C. Oncologia Medica, IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, Negrar di Valpolicella (VR) Alessia Levaggi S.C. Clinica di Oncologia Medica, IRCCS AOU Policlinico San Martino, IST Genova Federica Miglietta Oncologia Medica2, Istituto Oncologico Veneto IOV- IRCCS, Padova Alessandra Modena U.O.C. Oncologia Medica, IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, Negrar di Valpolicella (VR) 2
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti SOMMARIO 1. Dati epideiologici 4 2. Cenni di anatomia 4 3. Fattori di rischio 5 Fattori di rischio non modificabili 5 Fattori di rischio modificabili 6 4. La diagnosi precoce: è possibile? 6 Screening 6 Autopalpazione 7 5. I sintomi 8 6. Come viene posta la diagnosi? 8 Esami strumentali 8 Agospirato e agobiopsia 9 7. Quali sono gli stadi del tumore? 10 8. Esami richiesti per la stadiazione 12 9. Quali sono i trattamenti? 12 10. Chirurgia 12 Possibili complicanze chirurgiche 13 11. Il referto anatomo-patologico 15 12. I test genomici 19 13. Radioterapia 20 Effetti collaterali 20 14. Terapia medica adiuvante 21 A. Chemioterapia 22 Effetti collaterali 22 B. Terapia ormonale 25 C. Terapia biologica 27 15. Terapia medica neo-adiuvante 28 16. Counseling genetico 29 Bibliografia 31 3
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti 1. DATI EPIDEMIOLOGICI moderata, ma continua tendenza alla diminu- zione della mortalità per carcinoma mamma- Nel 2020 in Italia sono stati diagnosticati 54.976 rio (–0,8%/anno), attribuibile ad una più alta nuovi casi di tumore maligno della mammella sensibilità dei test e quindi all’anticipazione femminile. Non considerando i carcinomi cu- diagnostica e ai progressi terapeutici. La so- tanei, il carcinoma mammario è la neoplasia pravvivenza a 5 anni delle donne con tumore più diagnosticata nelle donne, in cui circa un della mammella in Italia è pari all’87%. tumore maligno ogni tre (30%) è un tumore mammario; nell’arco della vita, il rischio di svi- luppare un tumore della mammella riguarda 2. CENNI DI ANATOMIA circa 1 donna su 8. Considerando le frequenze nelle varie fasce d’età, il cancro della mammel- La mammella è una ghiandola formata da un la rappresenta il tumore più frequentemente complesso di strutture simili ad acini (lobi) le diagnosticato tra le donne sia nella fascia d’età cui cellule sono deputate alla produzione di 0-49 anni (41%), sia nella classe d’età 50-69 latte. anni (35%), sia in quella più anziana ≥ 70 anni Più nel dettaglio la mammella è composta dal- (22%). Il carcinoma mammario rappresenta le seguenti strutture: in Italia la prima causa di morte per tumore • tessuto ghiandolare, suddiviso in lobi, ognuno nelle donne, con 12.995 decessi nel 2017 (fonte dei quali sbocca verso il capezzolo attraverso ISTAT), al primo posto anche nelle diverse età un sottile canale detto canale galattoforo; della vita. • tessuto adiposo e tessuto fibroso che divido- Dalla fine degli anni Ottanta si osserva una no e sostengono le ghiandole; 4
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti • capezzolo che si trova all’apice della mam- ponente ghiandolare è molto rappresentata mella, è di forma conica e presenta gli sbocchi nelle donne giovani e in pre-menopausa; al dei dotti galattofori, chiamati pori lattiferi; contrario in post-menopausa e con l’avanza- • areola che rappresenta la regione circolare re dell’età il tessuto adiposo della mammella pigmentata che circonda il capezzolo, del dia- tende ad aumentare. metro di circa 3-5 cm. Le piccole sporgenze dell’areola sono determinate dallo sbocco superficiale delle ghiandole sebacee. 3. FATTORI DI RISCHIO In ciascuna mammella si intersecano inoltre vasi sanguigni e vasi linfatici; questi ultimi, che Fattori di rischio non modificabili trasportano un fluido incolore denominato lin- Età: l’incidenza del tumore mammario appare fa, conducono a piccoli organi, i linfonodi. Le fortemente correlata all’età, essendo estrema- principali stazioni di drenaggio linfatico per la mente rara prima dei 25 anni. La probabilità mammella sono localizzate nel cavo ascellare, di ammalarsi aumenta infatti con l’aumenta- nella regione retrosternale e sopra la clavicola, re dell’età della donna, con una probabilità di alla base del collo. sviluppo di cancro al seno del 2.3% fino a 49 anni (1 donna su 43), del 5.4% tra 50 e 69 anni Lo sviluppo e i cambiamenti della ghiandola (1 donna su 18) e del 4.5% tra 70 e 84 (1 donna avvengono principalmente sotto lo stimolo de- su 22). Questa correlazione con l’età potrebbe gli ormoni femminili, estrogeni e progesterone, essere legata al continuo e progressivo stimolo con prevalenza del tessuto ghiandolare o del proliferativo endocrino che l’epitelio mamma- tessuto adiposo a seconda della fase ormonale rio subisce nel corso degli anni, unito al pro- e dell’età della donna. Generalmente la com- gressivo danneggiamento del DNA. 5
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti Fattori riproduttivi: una lunga durata del adiposo che in post-menopausa rappresen- periodo fertile, con un menarca precoce (55 anni) circolanti, con conseguente eccessivo stimo- rappresenta un fattore di aumentato rischio a lo ormonale sulla ghiandola mammaria. Più causa di una più lunga esposizione dell’epite- recentemente anche la sindrome metabolica lio ghiandolare agli stimoli proliferativi degli (caratterizzata dalla presenza di almeno tre tra estrogeni ovarici; la nulliparità, una prima gra- i seguenti fattori: obesità addominale, alterato vidanza a termine dopo i 30 anni e il mancato metabolismo glucidico, elevati livelli di cole- allattamento al seno costituiscono altri fattori sterolo e/o trigliceridi e ipertensione arteriosa) di rischio. è risultata correlata ad un incrementato rischio Familiarità ed ereditarietà: il rischio di svilup- di carcinoma mammario. Alla base di tale sin- pare un carcinoma mammario aumenta nelle drome vi è una predisposizione genetica, ma donne con una storia familiare positiva per al suo sviluppo contribuiscono in modo chiaro tale neoplasia. Anche se la maggior parte dei anche stili di vita modificabili basati su seden- carcinomi mammari sono forme sporadiche, il tarietà e diete ipercaloriche. 5%-7% risulta essere legato a fattori ereditari, Fattori dietetici e stile di vita: una dieta ad 1/4 dei quali determinati dalla mutazione di alto apporto calorico ricca di grassi e di zucche- due geni: BRCA-1 e BRCA-2. Nelle donne por- ri raffinati o con frequente consumo di carni tatrici di mutazioni del gene BRCA-1 il rischio rosse e di alcol aumenta il rischio di sviluppare di ammalarsi nel corso della vita di carcinoma un tumore al seno. Al contrario la dieta medi- mammario è pari al 65% e nelle donne con mu- terranea, e più in generale un elevato consu- tazioni del gene BRCA-2 pari al 40%. mo di frutta fresca e verdura e di fibre vegetali Pregressa radioterapia (a livello toracico e riducono il rischio. Anche il regolare esercizio specialmente se prima dei 30 anni d’età). fisico riduce il rischio di sviluppare un tumore Precedenti displasie o neoplasie mammarie: al seno. una storia personale di carcinoma mammario invasivo ma anche lesioni benigne (iperplasia duttale con o senza atipie e il carcinoma lo- 4. LA DIAGNOSI PRECOCE: bulare in situ) e un’elevata densità mamma- È POSSIBILE? ria rappresentano condizioni associate ad un aumentato rischio di sviluppare un carcinoma Il miglioramento delle indagini diagnostiche mammario. impiegate per la diagnosi precoce del tumore al seno ha fatto sì che possano essere rilevati Fattori di rischio modificabili tumori molto piccoli, che non sono apprezza- Fattori ormonali e metabolici: un incremen- bili alla palpazione o addirittura alterazioni che tato rischio di sviluppare carcinoma mamma- precedono la formazione della neoplasia. rio è stato dimostrato nelle donne che assu- In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale offre mono terapia ormonale sostitutiva durante la a tutte le donne di età compresa tra i 50 ed i menopausa, specie se basata su estroprogesti- 69 anni lo screening mammografico, cioè la nici sintetici ad attività androgenica e in quelle possibilità di eseguire ogni due anni una mam- che assumono contraccettivi orali. mografia. In alcune regioni, l’offerta dello scre- L’obesità è un fattore di rischio riconosciuto, ening è stata ampliata alle donne tra i 45 e 49 probabilmente legato all’eccesso di tessuto anni d’età (con una periodicità annuale ) e, in 6
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti altre regioni, alle donne fino a 74 anni. Nelle altre fasce d’età la mammografia andreb- La riduzione del rischio di mortalità per le don- be eseguita personalizzando la cadenza sulla ne con età 50-69 anni è stimata essere pari al base anche dei fattori di rischio quali la storia 23% per le donne inviate (aderenti e non) e familiare e la densità del tessuto mammario. del 40% per le donne aderenti allo screening. Tale programma di screening ha portato a: Autopalpazione • una riduzione della mortalità per carcino- Per quanto non abbia dimostrato efficacia ma mammario; nello screening non bisogna poi dimenticare •u na riduzione del numero di interventi de- l’importanza di eseguire periodicamente un molitivi poiché il tumore viene individuato auto-esame del seno che può consentire a cia- quando ancora è di piccole dimensioni; scuna donna di conoscere la propria mammel- •u na prognosi migliore dei tumori individua- la e di apprezzarne gli eventuali cambiamenti ti con lo screening, verosimilmente legata che potrebbero manifestarsi nel periodo di in- alla diagnosi precoce. tervallo tra un esame e il controllo successivo. L’autopalpazione può essere eseguita dalla donna a partire dai 20 anni di età, una volta al mese, pochi giorni dopo l’inizio del flusso mestruale (al 5°-6° giorno) oppure subito dopo la sua cessazione poiché in questi giorni diminuisce la stimolazione della ghiandola mammaria da parte degli estrogeni e quindi si riduce la tensione mammaria (che potrebbe creare un inutile allarmismo a causa di una maggiore nodularità della ghiandola) e diventa più facile eseguire le manovre di autopalpazione. Se la donna è in gravidanza o in menopausa, il momento in cui eseguire l’autopalpazione è indifferente. COME SI ESEGUE? 1 Davanti allo specchio, in un ambiente ben illuminato, la donna deve osservare le mam- melle tenendo le braccia distese lungo i fianchi. Possono essere presenti eventuali imper- fezioni naturali del seno: infatti, solo raramente le due mammelle sono del tutto identiche. La donna deve fare attenzione a modifiche dei seni: un’alterazione del contorno, come un gonfiore, una retrazione cutanea o una forma anomala, diversa dal solito dei capezzoli. 2 Le mammelle vanno poi osservate tenendo le braccia ben alzate, mettendo in evidenza la zona ascellare, e successivamente anche di profilo, per controllare la linea delle mammel- le ed evidenziare irregolarità o vere e proprie sporgenze. 3 Mentre appoggia le braccia sul bacino e spinge forte in modo da contrarre i muscoli del petto, deve osservare le eventuali imperfezioni naturali del seno. 4 A questo punto, piegare il braccio destro dietro la nuca e cominciare a palpare delicata- mente la mammella destra con la mano sinistra e le dita tese, per identificare eventuali masse anomale, indurimenti o ispessimenti. L’operazione va quindi ripetuta sul seno sini- stro usando la mano destra. 5 Stringere delicatamente i capezzoli tra le dita per rilevare possibili fuoriuscite di liquido (siero o sangue: aiutarsi in tal caso con un fazzoletto). 6 Sdraiarsi (mettendo un cuscino sotto la spalla destra mettendo la mano destra sotto la nuca. A questo punto cominciare a palpare delicatamente la mammella destra con la 7
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti mano sinistra e le dita tese, per identificare eventuali masse anomale, indurimenti o ispes- simenti (ripetendo le manovre descritte nel punto 4). L’operazione va quindi ripetuta sul seno sinistro usando la mano destra, naturalmente spostando il cuscino a sinistra. Anche la zona tra seno e ascella va sondata con cura. Questo controllo mensile del seno può essere eseguito mentre si sta sotto la doccia. Infatti, certe modificazioni a carico delle mammelle risultano più agevolmente percepibili quando la pelle è umida e i tessuti mammari sono rilassati dal calore dell’ambiente. Se nel corso dell’autopalpazione la donna evidenzia la presenza di un nodulo, di un infossamento, di una secrezione dal capezzolo, è importante informare il medico, che prescriverà le indagini diagnostiche adeguate per arrivare a una diagnosi corretta. Non bisogna avere paura: gli esami diagnostici potrebbero infatti evidenziare solo una le- sione benigna! Nel caso in cui, invece, venisse diagnosticato un carcinoma, bisogna pensare che più è pre- coce la diagnosi, maggiori sono le possibilità di guarigione 5. I SINTOMI 6. COME VIENE POSTA LA DIAGNOSI? La maggior parte dei tumori del seno non dà segno di sé e non provoca dolore. È importan- La diagnosi di carcinoma invasivo viene te rivolgersi al medico quando alla vista o al posta grazie ad esami strumentali e suc- tatto siano presenti: cessivo ago- aspirato e/o ago-biopsia. • uno o più noduli della mammella (s’inten- de per nodulo un indurimento circoscritto Esami strumentali fisso o mobile o una parte di consistenza Gli esami di primo livello che possono por- diversa rispetto al resto del seno) o della tare alla diagnosi di un carcinoma mamma- zona ascellare rio sono la Rx-mammografia e l’ecografia • variazioni di forma o dimensioni della mammaria. mammella • fuoriuscita di liquido dal capezzolo: il liqui- do può uscire spontaneamente (macchie sul reggiseno o sui vestiti) oppure quando il capezzolo viene toccato o spremuto e può avere colori diversi (trasparente, giallo, ver- dastro, rosso vivo, rosso scuro) • cambiamenti di aspetto della pelle, del ca- pezzolo o dell’areola come infossamenti o retrazioni, gonfiori, arrossamenti, calore, screpolature. 8
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti pretare la natura delle lesioni mammarie non tanto sulla base dell’aspetto morfologico quan- to piuttosto sulla base delle caratteristiche di impregnazione del mezzo di contrasto radio- magnetico: un uptake del mezzo di contrasto intenso e rapido è tipico delle lesioni maligne. AGOASPIRATO e AGOBIOPSIA L’eventuale identificazione di noduli o for- mazioni sospette porta in genere il medico a consigliare un agoaspirato o un’agobiopsia. L’agoaspirato è un esame durante il quale si pre- leva con un ago sottile un campione di cellule da un nodulo mammario e si ottiene così un esame citologico che consente di stabilirne la natura. La Rx-mammografia è l’esame di elezione per L’agobiopsia è una tecnica che preleva un cam- la ricerca dei tumori al seno soprattutto nelle pione di tessuto da una zona o da un nodulo donne al di sopra dei 40 anni. ritenuto sospetto, potendo ottenere un esame Essa si basa sui raggi X che, attraversando il microistologico per identificare la nature e le seno, imprimono l’immagine su una lastra (o caratteristiche biologiche del tessuto maligno. nel computer) potendo così identificare la pre- In presenza di microcalcificazioni evidenziate senza di noduli, microcalcificazioni o altri segni dall’esame mammografico può essere esegui- indiretti di un tumore. to il mammotome, una metodica che permet- te di effettuare in contemporanea più prelievi La Rx-mammografia può avere dei limiti dia- gnostici sulla mammella densa (ricca di tessu- to ghiandolare mammario e povera di tessuto grasso), quale si registra nelle pazienti giovani e più in generale in età fertile. In questi casi lo studio viene completato con l’esecuzione di un’ecografia mammaria. L’ecografia impiega ultrasuoni per rilevare la presenza di un nodulo e ne studia la consisten- za, solida o liquida, definendone la natura be- nigna, dubbia, maligna. La Risonanza Magnetica (MRI) delle mammelle è invece un esame di secondo livello. La Risonanza Magnetica delle mammelle vie- ne infatti impiegato a giudizio del radiologo o dello specialista dopo una mammografia e/o un’ecografia, nei casi dubbi o in presenza di un carcinoma accertato, per una migliore stadia- zione locale. Tale metodica è in grado di inter- Esecuzione di agoaspirato durante ecografia mammaria 9
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti bioptici di tessuto mammario da sottoporre rente dal carcinoma mammario NON invasivo. ad esame istologico. È una procedura indolore Il carcinoma mammario non invasivo o car- che si esegue in anestesia locale, sotto guida cinoma duttale in situ o carcinoma intra- mammografica (stereotassica). duttale (DCIS = ductal carcinoma in situ) è confinato all’interno dei dotti galattofori, non supera la membrana basale di questi dotti e 7. QUALI SONO GLI STADI non ha la capacità di dare metastasi nei lin- DEL TUMORE? fonodi ascellari né negli organi distanti. Rap- presenta lo stadio più precoce (detto Stadio La stadiazione consiste nella classificazione 0 nella classificazione TNM). schematica della patologia tumorale secon- Il carcinoma duttale in situ viene trattato in do parametri che ne descrivono l’estensione. un altro Quaderno ROPI (“il carcinoma mam- La conoscenza dello stadio della malattia è mario duttale in situ” 2021- www.reteoncolo- importante per fornire alla paziente le cure gicaropi.it). più appropriate, oltre che per formulare una prognosi. Il sistema più usato è il sistema Il carcinoma mammario invasivo, argomento TNM dove T descrive le dimensioni del tumo- di questo Quaderno, ha invece la capacità di re, N lo stato dei linfonodi ed M indica se esiste infiltrare il tessuto ghiandolare mammario malattia a distanza (metastasi); l’insieme di circostante, di arrivare ai linfonodi regionali questi tre parametri identifica lo stadio. (metastasi linfonodali) e ad altri organi (me- Va sottolineato che il carcinoma mammario tastasi a distanza). INVASIVO è una entità completamente diffe- Il carcinoma invasivo o infiltrante non di tipo CARCINOMA DUTTALE IN SITU 10
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti Carcinoma invasivo o infiltrante di tipo non speciale (no special type, NST), comunemente noto come carcinoma duttale di tipo non altrimenti specificato (classificazione 2019 WHO) speciale (no special type, NST) comunemen- variabili e possono essere presenti metastasi te noto come carcinoma duttale di tipo non nei linfonodi ascellari o sotto/sovra-claveari altrimenti specificato, comprende il 70-80% o della catena mammaria interna dello stes- di tutti i carcinomi invasivi della mammella. so lato, oppure il tumore può coinvolgere i Gli stadi del carcinoma mammario invasi- vo sono i seguenti. Stadio I: è un tumore in fase iniziale, del dia- metro inferiore o uguale a 2 centimetri e senza metastasi nei linfonodi ascellari dello stesso lato (oppure con presenza di micrometastasi nei linfonodi ascellari dello stesso lato). Stadio II: è anch’esso un tumore in fase ini- ziale, con diametro uguale o inferiore a 2 cen- timetri ma con la presenza di metastasi nei linfonodi ascellari dello stesso lato; oppure è un tumore del diametro superiore a 2 centi- metri con la presenza o l’assenza di metastasi nei linfonodi ascellari dello stesso lato. Stadio III: è un tumore localmente avanza- to. Le dimensioni del tumore possono essere 11
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti tessuti contigui al seno (cute sovrastante e/o Multidisciplinare) composto da radiologo, chi- parete toracica). rurgo senologo, anatomo-patologo, oncologo, Stadio IV: è un tumore che ha coinvolto altri radioterapista e chirurgo plastico che valuterà organi al di fuori della mammella (per esem- sulla base dello stadio, delle caratteristiche pio fegato, ossa, polmoni etc) ove ha deter- biologiche del tumore e delle condizioni di minato la formazione di metastasi (metastasi salute della paziente, quale sia la strategia a distanza). più efficace. 8. ESAMI RICHIESTI 10. CHIRURGIA PER LA STADIAZIONE Chirurgia mammaria Nelle pazienti con carcinoma mammario inva- 1) Chirurgia conservativa sivo in stadio iniziale (Stadio I e II), il riscontro di metastasi a distanza asintomatiche (cioè che Chirurgia conservativa Mastectomia non danno sintomi clinici) è così basso che non vi è indicazione all’effettuazione di scintigra- fia ossea, ecografia epatica e Rx-torace. Una scintigrafia ossea e una TC torace-addome sono indicati in presenza di sintomi sospetti per metastasi a distanza oppure nelle pazienti a più elevato rischio di presenza di metastasi asintomatiche alla diagnosi (per esempio, nel- Lumpectomia Escissione Quadrantectomia le pazienti con metastasi ascellari clinicamen- te evidenti, con tumori mammari di diametro superiore a 5 centimetri, con caratteristiche • L umpectomia/escissione/quadrantectomia: biologiche aggressive). asportazione del tumore con un’area di tessu- La PET-TC con FDG è indicata solo come appro- to circostante (nel caso della quadrantectomia fondimento diagnostico dopo aver eseguito gli consiste solitamente nell’asportazione di un esami convenzionali. ampio settore di ghiandola mammaria pari ad un quadrante). L’intervento può essere conside- rato radicale se i margini chirurgici risultano “no 9. QUALI SONO ink on tumor”, ovvero non infiltrati dal tumore. I TRATTAMENTI? 2) Chirurgia demolitiva I tumori mammari sono un gruppo eteroge- •M astectomia totale: asportazione della ghian- neo di malattie per le quali oggi sono dispo- dola mammaria, della cute sovrastante e del nibili molti tipi di terapie tra loro alternative o complesso areola-capezzolo. complementari, che vanno dalla chirurgia alla •M astectomia con risparmio di cute (“skin-spa- radioterapia, dall’ormonoterapia alla chemio- ring”): asportazione della ghiandola mamma- terapia. La paziente che riceve una diagnosi di ria e del complesso areola-capezzolo, conser- carcinoma invasivo della mammella sarà se- vando tutto o parte del rivestimento cutaneo guita da un team di medici specialisti (Gruppo della mammella. 12
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti • Mastectomia con risparmio del comples- dovuto ad una raccolta di siero che può durare so areola-capezzolo (“nipple-sparing”): anche qualche settimana dopo l’intervento per asportazione della ghiandola mammaria poi ridursi progressivamente. con preservazione del complesso areola Inizialmente può essere necessario aspirare capezzolo. il siero con una siringa; con il tempo il movi- mento contribuirà a ripristinare la circolazione Chirurgia ascellare omolaterale linfatica e venosa, favorendo il riassorbimen- La tecnica più diffusa è la biopsia del linfo- to del sieroma. Se il gonfiore si ripropone nel nodo sentinella, che consiste nell’asporta- tempo, potrebbe essere utile sottoporsi a lin- zione del primo linfonodo che riceve la linfa fodrenaggio manuale ad opera di fisioterapisti dall’area del seno affetta da tumore e che specializzati. per primo può essere interessato da cellule tumorali. Viene individuato iniettando nella Linfedema: la rimozione chirurgica dei linfo- mammella una sostanza radioattiva ed ese- nodi del cavo ascellare può causare una rallen- guendo poi una linfoscintigrafia che permette tata circolazione linfatica dell’arto superiore di individuare il linfonodo che ha captato la che può tradursi, nei sostanza iniettata. mesi successivi o an- che dopo anni, in un Se il linfonodo sentinella dovesse risultare me- gonfiore visibile al Arto superiore tastatico, dovrà essere valutato se completare braccio o a parti di normale l’intervento con l’asportazione degli altri linfo- esso. Il gonfiore può nodi ascellari tramite la dissezione o svuota- inizialmente mani- mento ascellare oppure no. festarsi in una parte dell’arto (braccio, Linfonodo sentinella avambraccio, mano) Linfedema dell’arto superiore e regredire sponta- neamente. La manifestazione sporadica può, nel tempo, divenire permanente e l’arto essere stabilmente gonfio. È importante che il linfedema venga curato precocemente, non appena compare, da per- sonale specializzato. La terapia d’elezione è rappresentata dal trattamento fisico decon- gestivo comprendente vari provvedimenti terapeutici che possono essere combinati tra loro come la mobilizzazione dell’arto, il linfo- drenaggio manuale, la pressoterapia, la con- tenzione elastica o il bendaggio multistrato linfologico. Una terapia farmacologica può essere utile solo se di supporto alla terapia Possibili complicanze chirurgiche fisica. Raramente vi è indicazione alla chirur- Sieroma: in sede di intervento e, in particola- gia che, comunque, non può prescindere dal re, nel cavo ascellare può formarsi un gonfiore trattamento fisico a lungo termine. 13
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti Linfangite: il linfedema e la rallentata circo- settimana ad un anno. Questi disturbi non lazione linfatica possono predisporre l’arto a dovranno interferire con la normale attività processi infiammatori o infettivi che si mani- di tutti i giorni e con gli esercizi fisioterapici festano con arrossamento della cute, dolore, consigliati che andranno iniziati nella prima calore, febbre e aumento del volume dell’arto. settimana dopo l’intervento chirurgico. Gli episodi di linfangite possono essere cau- Con minor frequenza, potrebbe verificarsi la sati da qualche evento traumatico come pun- lesione di un nervo tale da rendere più diffi- ture di insetti, piccole ferite, sforzi prolungati, coltosi i movimenti di elevazione del braccio scottature. e provocare una sporgenza della scapola det- È necessario rivolgersi tempestivamente al ta scapola alata. In questo caso, può essere proprio medico. La cura consiste in una te- necessario programmare un periodo di riabi- rapia farmacologica a base di antibiotici ed litazione per una rieducazione posturale e la antinfiammatori. messa in atto di esercizi specifici. Lesioni nervose: durante l’intervento chirur- Alterazioni della cicatrice: dopo l’intervento gico potrebbero essere lesi alcuni rami ner- potrebbe verificarsi la formazione di aderenze vosi come quelli del nervo muscolo-cutaneo cicatriziali con retrazione dei tessuti e fastidio. con comparsa di sintomi quali senso di pe- Fin da subito può essere utile massaggiare santezza, formicolii, senso di goccia d’acqua quotidianamente la cicatrice utilizzando ap- fredda che scende lungo il braccio, bruciore, posite creme elasticizzanti in vendita nelle insensibilità di un’area del braccio vicino farmacie. Il corretto massaggio consiste in un all’ascella (la sensazione riferita è quella di movimento circolare sulla cute sovrastante la “un cuscinetto sotto l’ascella”). Tali sintomi cicatrice, attraverso i polpastrelli delle dita, tendono a diminuire progressivamente fino senza provocare arrossamenti della zona. Tale a scomparire non appena le fibre nervose si pratica può essere proseguita anche per mesi rigenerano, in un tempo che va da qualche dopo l’intervento. CONSIGLI PER LA PREVENZIONE DEL LINFEDEMA • evitare attività che possano provocare sforzi muscolari intensi (ad esempio, portare sac- chetti della spesa) o movimenti ripetitivi prolungati con l’arto operato (ad esempio, usare il mouse/tastiera, stirare, pulire le finestre senza interruzioni per lunghi periodi). Anche le borse dovrebbero essere portate dal lato opposto; • evitare di indossare bracciali, orologi, indumenti che stringano l’arto; • evitare prelievi o infusioni di farmaci soprattutto se è stata effettuata un dissezione ascellare; • è possibile praticare attività sportive purché non comportino sollecitazioni eccessive; • evitare ferite da graffio o morso di animali, punture di insetto, ferite con taglienti o aghi, scottature. Al fine di ridurne il rischio, è consigliabile usare guanti protettivi nel- le attività domestiche o di giardinaggio; nelle zone infestate da zanzare o altri insetti usare opportuni repellenti o abiti con maniche lunghe; evitare di bagnarsi con acqua troppo calda e di esporsi in modo prolungato al sole in particolare nelle ore più cal- de; evitare cerette o rasoi per la depilazione ed evitare di togliere pellicine profonde durante la manicure. 14
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti 11. IL REFERTO gnosi è migliore se il tumore è molto piccolo ANATOMO-PATOLOGICO (uguale o inferiore a 5 millimetri di diametro) , è peggiore nel caso di tumori molto grandi Nel referto anatomo-patologico vengono ripor- (sopra i 5 centimetri), È tuttavia noto che è tate informazioni derivanti dall’esame effettua- importante considerare ANCHE altri fattori to su tessuto mammario (ottenuto con biopsia prognostici (quali lo stato dei linfonodi ascel- o con escissione chirurgica) dall’anatomo-pa- lari, la percentuale di proliferazione delle cel- tologo. Tali informazioni sono molto importanti lule tumorali, lo stato dei recettori ormonali, per classificare ogni carcinoma mammario in- lo stato di HER2, il grading) per valutare il vasivo e per identificare le sue caratteristiche. rischio di ripresa di malattia a 10 anni dalla In base a tali caratteristiche verrà poi valutato il chirurgia. rischio di ripresa di malattia a 10 anni per valuta- Le dimensioni della componente invasiva del re le differenti terapie adiuvanti (precauzionali) tumore devono essere valutate dall’anato- proponibili alla singola paziente. mo-patologo e devono essere riportate nel referto. Nel caso in cui vengano evidenziati più TABELLA 1 - DATI CONTENUTI NEL focolai di tumore invasivo, è necessario indica- REFERTO ANATOMO-PATOLOGICO re nel referto anatomo-patologico il numero di • tipo istologico questi focolai e il loro diametro. • dimensioni del tumore (T) Secondo la classificazione TNM, il diametro • stato dei margini di resezione del tumore mammario primitivo (T) è quello • stato dei linfonodi ascellari (N) del focolaio tumorale di maggiori dimensioni. • grado istologico (grading) • attività proliferativa (Ki-67 o MIB-1) TUMORE MULTICENTRICO • invasione vascolare Il carcinoma mammario invasivo è multi- • s tato dei recettori ormonali per gli centrico quando sono presenti più di un estrogeni (ER) e per il progesterone (PgR) focolaio e tali focolai sono situati in qua- • stato di HER2 dranti mammari diversi. • TILs TUMORE MULTIFOCALE Il carcinoma mammario invasivo è mul- TIPO ISTOLOGICO tifocale quando sono presenti più di un Il carcinoma invasivo o infiltrante non di tipo focolaio e tali focolai sono situati nello speciale (no special type, NST) comunemente steso quadrante mammario. noto come carcinoma duttale di tipo non altri- menti specificato, comprende il 70-80% di tutti i carcinomi invasivi della mammella. STATO DEI MARGINI DI RESEZIONE Esistono poi altri tipi istologici di carcinoma Lo stato dei margini di resezione indica se il mammario invasivo: carcinoma lobulare, carci- carcinoma invasivo è presente sui margini di noma tubulare, carcinoma cribriforme, carcino- resezione chirurgica (margini infiltrati o mar- ma mucinoso, ecc ( classificazione 2019 WHO). gini positivi) oppure no (margini non infiltrati o margini negativi). DIMENSIONI DEL TUMORE MAMMARIO L’obiettivo dell’intervento chirurgico è quello La dimensione del tumore mammario (T) è di rimuovere il tumore con tessuto normale collegata alla prognosi della paziente: la pro- intorno, al fine di ottenere margini negativi. 15
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti Margini di resezione chirurgica ascellari, il rischio di recidiva aumenta con l’au- mentare del numero dei linfonodi metastatici. Generalmente le pzienti vengono suddivise in tre categorie di rischio: • a basso rischio, se i linfonodi ascellari non sono metastatici (N0); • a rischio intermedio, se sono presenti da 1 a 3 linfonodi ascellari metastatici (N+ 1-3); • ad alto rischio se sono presenti 4 o più lin- fonodi ascellari metastatici (N+ ≥4). La presenza di cellute tumorali isolate (ITC) o di micro-metastasi nel linfonodo sentinel- Se i margini di resezione sono positivi (infiltrati), la non sembra influenzare la prognosi delle viene indicato il tipo di coinvolgimento del mar- pazienti, che viene a essere uguale a quella gine, se focale o esteso. Questo parametro è utile delle donne N0. per valutare se sia eventualmente necessario un nuovo intervento di radicalizzazione chirurgica. GRADO ISTOLOGICO (GRADING) In caso di margini negativi (non infiltrati o Il grado istologico (o GRADING) esprime il gra- liberi) viene in genere indicata la distanza in do di differenziazione del tumore rispetto al millimetri tra margine e tumore. tessuto ghiandolare mammario dal quale de- riva e può essere: STATO DEI LINFONODI ASCELLARI (N) G1: tumore ben differenziato Il rischio di recidiva (di ripresa) di malattia è mi- G2: tumore moderatamente differenziato (gra- nore quando i linfonodi ascellari sono negativi . do di differenziazione intermedio) Quando sono presenti metastasi nei linfonodi G3: scarsamente differenziato. Carcinoma invasivo o infiltrante di tipo non speciale (no special type, NST), comunemente noto come carcinoma duttale di tipo non altrimenti specificato (classificazione 2019 WHO). ESEMPI DI DIFFERENZIAZIONE 16
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti I carcinomi mammari G1, ben differenziati, CARCINOMA DUTTALE INFILTRANTE sono molto simili al tessuto ghiandolare mam- CON INVASIONE VASCOLARE mario dal quale derivano e sono a buona pro- gnosi. I tumori G3, scarsamente differenziati, sono a prognosi peggiore, mentre i carcinomi G2 sono a prognosi intermedia. ATTIVITÀ PROLIFERATIVA Indica la percentuale di cellule tumorali in attiva proliferazione (moltiplicazione): se questa per- centuale è elevata, il rischio di ripresa di malat- tia è più elevato, se è bassa, il rischio è minore. La percentuale di cellule tumorali in prolife- razione viene misurata valutando il numero di cellule tumorali che esprimono il Ki-67, un antigene nucleare presente SOLO nelle cellule Carcinoma duttale infiltrante. Esempi di differenti valori di Ki-67. in proliferazione. Queste cellule si colorano con l’utilizzo di un anticorpo per la proteina MIB-1. La percentuale di cellule tumorali in attività pro- Nella cellula mammaria, gli estrogeni si lega- liferativa viene indicata con la sigla Ki-67 o MIB-1. no a recettori specifici formando nel nucleo un compleso “recettore-estrogeno” che de- INVASIONE VASCOLARE termina l’aumento della proliferazione cel- Indica la presenza di cellule tumorali nei vasi lulare. Questo avviene anche nelle cellule (linfatici e venosi) peritumorali e, se presente, tumorali mammarie che esprimono recettori può essere indicativa di maggior rischio di ri- ormonali. presa di malattia. La presenza di recettori ormonali nelle cellule tumorali mammarie si correla a una prognosi STATO DEI RECETTORI ORMONALI migliore e anche a una buona risposta alla te- È importante valutare nelle cellule tumorali la rapia ormonale (leggere capitolo 13.B). presenza o assenza di recettori ormonali per Inoltre, maggiore è la percentuale di cellule gli estrogeni (ER) e per il progesterone (PgR) e tumorali che esprimono recettori ormonali e valutare la percentuale di cellule positive. migliore è la prognosi. 17
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti recettore ricopre un ruolo importan- Recettori ormonali estrogenici e cellula mammaria te nella regolazione della prolifera- zione cellulare e della sopravvivenza ESTROGENI cellulare. In circa il 15-20% dei carcinomi Cellula invasivi mammari è presente un mammaria numero elevato di recettori HER2 sulla membrana cellulare (ipere- Complesso Estrogeni Recettore spressione) e questo determina si legano ai Recettore estrogenico- recettori per l’estrogeno Estrogeno un’aumentata proliferazione delle (RE) specifici cellule neoplastiche e una peggior prognosi. La presenza di recettori HER2 sulla Aumento della proliferazione cellulare membrana cellulare tumorale vie- ne evidenziata con una colorazione Vengono considerati positivi i carcinomi mam- immuno-istochimica che determina una colo- mari con almeno l’1% delle cellule tumorali razione che viene graduata, a seconda della che esprimono (cioè, hanno) recettori ormo- “ricchezza” di recettore HER2 presente, come nali per gli estrogeni e/o per il progesterone. 0,1+ (test negativo), 2+ (test dubbio) oppure 3+ (test positivo). STATO di HER2 L’amplificazione del gene c-erb-B2 (gene che HER2 (Human Epidermal Growth Factor Re- codifica per il recettore HER2) viene invece va- ceptor 2) è un recettore glicoproteico (ad atti- lutata con un esame chiamato ibridazione in vità tirosinchinasica) presente sulla membrana situ (in campo chiaro: ISH= in situ hyibridiza- cellulare di molti tipi cellulari normali. Questo tion oppure in fluorescenza: FISH). 18
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) TILs: Tumor-Infiltrating lymphocytes Informazioni per le pazienti TILs: Tumor-Infiltrating Iymphocytes Cellule tumorali I linfociti infiltranti il tumore (TILs o Tumor-infiltrating lymphocytes) sono leucociti che hanno lasciato il circolo sanguigno per migrare in un tumore. Sono cellule immunitarie mononucleate presenti in proporzioni variabili (es. linfociti T, B, NK, macrofagi), sebbene la quota più rappresentata sia costituita da linfociti T. Possono essere presenti nello stroma e nel tumore. I TILs sono coinvolti nella distruzione delle cellule tumorali e la loro presenza si associa a una migliore prognosi per la paziente. Il carcinoma mammario viene considerato 12. TEST GENOMICI HER2-positivo se risulta essere amplificato alla ISH/FISH oppure se risulta 3+ all’immu- I test genomici valutano gruppi di geni espressi noistochimica. nel tumore mammario per caratterizzare ancor Nel caso in cui il tumore risulti alla colorazione meglio la neoplasia e prevedere le sue proba- immunoistochimica 2+, è necessario eseguire bilità di recidiva a 10 anni dopo la chirurgia valutazione con ISH/FISH per evidenziare l’e- e la risposta alle terapie mediche adiuvanti ventuale amplificazione genica e considerare (precauzionali). così il tumore HER2-positivo. Nei carcinomi mammari invasivi operati, in Nonostante lo stato di HER2-positività espri- stadio iniziale, con recettori ormonali positivi ma una peggior prognosi, oggi è disponibile e HER2-negativo, i TEST genomici potrebbero un farmaco anti-HER2 utilizzabile in terapia rappresentare uno strumento in più per po- adiuvante e neoadiuvante (leggere capitoli 14 ter identificare le pazienti a rischio elevato di e 15), il TRASTUZUMAB, che colpisce in maniera ripresa di malattia a 10 anni e nelle quali la selettiva questo recettore HER2, migliorando in chemioterapia potrebbe essere di beneficio se maniera netta la prognosi di queste pazienti. aggiunta all’ormonoterapia adiuvante. I test genomici disponibili in commercio sono: TILs (Tumor infiltrating lymphocytes) • Oncotype DX I carcinomi mammari con un’elevata presen- • Mammaprint za di linfociti nel tessuto tumorale e stromale • Prosigna (PAM-50) presentano una migliore prognosi rispetto ai • Endopredict tumori con scarsa presenza di TILs. • Breast Cancer Index (BCI). Questo sembra essere particolarmente eviden- te nei tumori TRIPLO-NEGATIVI. Tutti questi test sono eseguibili su tessuto 19
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti tumorale mammario fissato e incluso in pa- mediante TAC senza mezzo di contrasto che raffina, quindi su tessuto tumorale prelevato permette di localizzare la sede da irradiare e durante una biopsia o durante l’intervento chi- di delimitarla attraverso puntiformi tatuaggi rurgico e conservato in Anatomia Patologica. sulla cute. Per ulteriori informazioni consultare il Quader- no ROPI 2021 “TEST GENOMICI E CARCINOMA Procedura radioterapica MAMMARIO IN STADIO INIZIALE” (www.reteon- Di seguito sono elencate le modalità più fre- cologicaropi.it). quenti di radioterapia: •T rattamento standard: consiste nell’irra- diazione dell’intera mammella associata ad 13. RADIOTERAPIA un eventuale sovra-dose successiva sulla zona del letto operatorio. Il trattamento Nelle pazienti affette da neoplasia mammaria, viene effettuato dilazionando la dose di ra- la radioterapia viene generalmente utilizzata diazioni in 5 o 6 settimane (25 o 30 sedute dopo la chirurgia per eliminare eventuali cellu- giornaliere). La durata della singola seduta le tumorali residue e ridurre pertanto il rischio è di pochi minuti. di una recidiva loco-regionale. La radioterapia • I pofrazionamento accelerato: consiste è in genere raccomandata: nell’irradiazione dell’intera mammella as- • in caso di una chirurgia conservativa come sociata ad un’eventuale sovra-dose con- la quadrantectomia comitante sulla zona del letto operatorio. • in caso di mastectomia se il tumore ha un Questa modalità permette di accorciare diametro maggiore di 5 centimetri, se il la durata del trattamento che viene ef- tumore infiltra la cute e/o il muscolo pet- fettuato dilazionando la dose di radiazio- torale e/o la parete toracica o se sono sta- ni in 3 settimane (15 sedute giornaliere). ti coinvolti da metastasi 4 o più linfonodi I risultati sono sovrapponibili a quelli del ascellari. trattamento standard in termini efficacia L’irradiazione, a seconda dei casi, può quin- e tollerabilità. di riguardare la mammella residua, la parete toracica e le stazioni linfonodali di drenaggio. Effetti collaterali La radioterapia è preceduta da un centraggio Durante la radioterapia può comparire un ar- rossamento più o meno intenso della cute a se- conda della sensibilità individuale; tale effetto in genere si manifesta dopo qualche seduta e si attenua progressivamente dopo la fine del trat- tamento. Può comparire un senso di stanchez- za e calo di appetito che, generalmente, cessa spontaneamente qualche settimana dopo la fine delle sedute. Talvolta può manifestarsi un aumento di volume della mammella (edema), causato dal rallentamento della circolazione linfatica della zona irradiata e dallo stato in- fiammatorio indotto dalle radiazioni. Nel tem- po la cute irradiata può diventare più scura e si 20
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti EFFETTI COLLATERALI: COME PREVENIRLI? Durante la radioterapia: • è opportuno usare saponi non aggressivi; • è fondamentale idratare quotidianamente e con costanza la cute irradiata attraverso cre- me consigliate dal personale sanitario; • è importante evitare i reggiseni e indumenti troppo stretti e i tessuti sintetici; • è consigliato evitare l’esposizione al sole durante e per almeno tre mesi dopo il tratta- mento radiante; successivamente è bene esporsi con moderazione applicando creme ad alta protezione. possono verificare modifiche della consistenza La decisione di quale o quali terapie utilizzare del tessuto sottocutaneo della mammella che nella singola paziente con carcinoma mamma- diventa maggiormente denso traducendosi tal- rio invasivo non metastatico richiede un’atten- volta in una diminuzione del volume. ta valutazione: • delle caratteristiche del tumore (Tabella n.1) • dei benefici attesi dalla terapia medica 14. TERAPIA MEDICA adiuvante ADIUVANTE • degli effetti collaterali prevedibili • dell’eventuale presenza di altre malattie La terapia sistemica adiuvante (o precauzio- concomitanti nale) viene somministrata DOPO la chirurgia • dell’età della paziente con lo scopo di eradicare eventuali meta- • delle condizioni fisiche e delle preferenze stasi OCCULTE (cioè non evidenziabili con i della paziente. comuni esami di laboratorio e strumentali oggi disponibili) e che potrebbero essere re- Quale terapia medica adiuvante nei diversi sponsabili di eventuali recidive di malattia sottogruppi tumorali? negli anni futuri. Si riconoscono tre sottogruppi tumorali in base La terapia medica adiuvante viene proposta alle loro caratteristiche biologiche: alla paziente quando lo stadio di malattia e ✓ i tumori con recettori ormonali positivi e le caratteristiche biologiche del tumore mam- HER2-negativo (che rappresentano circa il mario indicano un elevato rischio di ripresa di 70%-75% dei carcinomi mammari invasi- malattia a 10 anni. vi), identificati anche come carcinomi HR+/ La somministrazione di una terapia sistemica HER2-negativi; adiuvante ha infatti dimostrato una “riduzio- ✓ i tumori HER2-positivi ( circa il 15%); ne” statisticamente significativa del rischio di ✓ i tumori triplo-negativi (cioè con recettore ripresa di malattia e del rischio di morte . per l’estrogeno, recettore per il progestero- I trattamenti sistemici che possono essere ne e recettore HER2 negativi), che rappre- somministrati in adiuvante sono: sentano circa il 10-15% di tutti i carcinomi ✓ chemioterapia mammari. ✓ ormonoterapia A. Nelle pazienti con carcinoma mammario con ✓ terapia biologica. recettori ormonali positivi e HER2-negativo 21
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti viene indicata, dopo chirurgia, una ormonote- sono somministrati tipicamente per via endo- rapia adiuvante oppure chemioterapia seguita venosa e in alcuni casi in compresse. La loro da ormonoterapia, in base alle caratteristiche somministrazione avviene attraverso cicli di del tumore (Tabella n.1). trattamento a cadenza variabile (settimanale, Per esempio, un valore di Ki-67 superiore al tri-settimanale) la cui durata può variare (da 20% può indicare l’opportunità di aggiungere minuti a ore) a seconda dei farmaci utilizzati. la chemioterapia all’ormonoterapia adiuvante. Nelle pazienti con carcinoma mammario in- I test genomici, se disponibili, possono in alcu- vasivo non metastatico, la chemioterapia ni casi, aiutare la scelta tra sola ormonoterapia adiuvante (o precauzionale) può prevedere e chemioterapia in aggiunta all’ormonoterapia l’utilizzo di regimi di associazione contenenti (consultare Quaderno 2021 ROPI “Test genomi- antracicline e/o taxani per circa 6 mesi. ci e carcinoma mammario in stadio iniziale”; www.reteoncologicaropi.it). Effetti collaterali B. Alle pazienti con carcinoma mammario Le reazioni alla chemioterapia variano da sog- invasivo in stadio iniziale HER2-positivo e getto a soggetto e in funzione dei farmaci uti- recettori ormonali negativi, viene proposta, lizzati. Alcuni effetti collaterali si manifestano dopo chirurgia, una chemioterapia adiuvante durante o subito dopo la chemioterapia, altri associata a terapia biologica con farmaco an- possono verificarsi a distanza di tempo. Nel- ti-HER2 (trastuzumab). Nel caso di carcinoma la maggior parte dei casi gli effetti collaterali mammario HER2-positivo e recettori ormo- sono comunque controllabili con specifici trat- nali positivi, viene proposta come terapia tamenti e in genere reversibili. medica adiuvante chemioterapia, terapia con I disturbi più comuni possono essere rappre- agente anti-HER2 e ormonoterapia adiuvante. sentati da: C. Alle pazienti con carcinoma mammario invasi- Nausea e vomito: possono comparire il giorno vo triplo-negativo, dopo la chirurgia, viene pro- stesso e/o i giorni immediatamente successi- posta come terapia adiuvante la chemioterapia. vi all’infusione; si possono prevenire o ridurre con la somministrazione di antiemetici in con- Chemioterapia comitanza alla chemioterapia e a domicilio; La chemioterapia consiste nell’impiego di in alcuni casi la nausea e il vomito hanno una farmaci, che, attraverso il circolo sanguigno, componente psicologica, causando il vomito possono raggiungere le cellule tumorali in ogni anticipatorio (presente prima della terapia). Al parte dell’organismo. I farmaci chemioterapici fine di prevenirne l’insorgenza è utile: • masticare bene e lentamente per favorire la CHEMIOTERAPIA digestione; • bere piccole quantità di liquidi lontano dai pasti, frequentemente; • evitare sapori troppo forti e fastidiosi; • prediligere cibi secchi (crackers, grissini) all’insorgere dei primi sintomi di nausea; • evitare cibi troppo dolci, fritti o grassi, bibite gassate. Alterazione dei valori dell’emocromo: ridu- 22
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti zione dei globuli rossi con conseguente ane- dei capelli, potrebbe verificarsi la caduta dei mia e aumentato senso di stanchezza e talvolta peli in tutte le parti del corpo. In genere si con- difficoltà respiratoria o battito cardiaco acce- siglia un taglio corto che permette di gestire lerato; riduzione delle piastrine con possibile meglio la pettinatura e provare un minor fasti- sanguinamento (dal naso, dalle gengive etc…); dio quando inizierà la perdita di capelli. riduzione dei globuli bianchi con conseguen- Stomatite/mucosite: alcuni chemioterapici te possibile aumento del rischio di infezione; possono provocare nel cavo orale infiamma- per tale motivo se in corso di chemioterapia la zione, irritazione, comparsa di piccole ulcere o temperatura dovesse essere superiore a 38°C placche biancastre (mughetto). È consigliabile è bene contattare il suo medico di riferimento. evitare colluttori contenenti alcool ed effet- Inoltre è sempre consigliabile evitare la vici- tuare sciacqui con acqua e bicarbonato dopo nanza con persone che hanno infezioni in atto i pasti principali. (ad es. febbre, raffreddore) ed evitare luoghi af- Diarrea: alcuni chemioterapici possono avere follati o dotati di impianti di aria condizionata. effetti sulle cellule che formano la mucosa di Prima di ogni seduta di chemioterapia è pre- rivestimento dell’apparato digerente, causando visto un prelievo di sangue per controllare i diarrea. Se la diarrea si protrae per più giorni valori dell’emocromo. In caso di alterazioni può provocare disidratazione e squilibri elettro- potrebbe essere necessario rinviare il tratta- litici; in tali casi può essere indicato utilizzare so- mento di qualche giorno. luzioni reidratanti orali (disponibili in farmacia) Caduta dei capelli (alopecia): è un effetto o integratori idro-salini da assumere in modo transitorio. A seconda del farmaco utilizzato frazionato durante la giornata, sotto controllo potrà verificarsi gradatamente o nell’arco di medico. È consigliabile, limitare il consumo di pochi giorni. Contemporaneamente a quella frutta, verdura e cereali integrali (ad eccezione 23
RETE ONCOLOGICA PAZIENTI ITALIA CARCINOMA MAMMARIO INVASIVO non metastatico (stadio I-II-III) Informazioni per le pazienti di carote, patate, mele, banane, fiocchi d’avena Stanchezza (astenia): la stanchezza potreb- e orzo); limitare il consumo di latticini freschi, be essere determinata dai farmaci e dall’ane- caffeina, succhi di frutta e bevande alcoliche; mia, ma non sempre è individuabile una causa bere frequentemente per reintegrare i liquidi specifica; pertanto, non potendo proporre un persi; assumere fermenti lattici su indicazione rimedio sempre adeguato, è consigliabile ri- del medico; evitare cibi molto grassi e cibi spe- posare ogni volta se ne avverta la necessità. ziati o bevande troppo fredde; fare pasti piccoli Alterazioni cutanee: si manifestano con iper- e frequenti durante tutta la giornata. pigmentazione o desquamazione della cute o Stitichezza: può comparire in corso di che- delle unghie che tendono a solcarsi; tali altera- mioterapia a causa di alcuni chemioterapici zioni regrediscono al termine del trattamento. o, più frequentemente, a causa di alcuni far- La cute diventa più sensibile al sole e pertanto maci somministrati per controllare gli effetti in caso di esposizione solare, per evitare scot- collaterali, come la nausea. È raccomandabile tature o macchie, è opportuno proteggersi mantenersi ben idratati; seguire, se ben tolle- con una crema ad alto fattore di protezione e rata, una dieta ricca di frutta, verdura e cibi comunque evitare l’esposizione diretta nelle integrali; valutare insieme al medico l’assun- ore più calde. zione di fermenti lattici o lassativi. Disturbi neurologici: si manifestano con for- Modificazioni del gusto e diminuzione micolii e prurito a mani e piedi talora associati dell’appetito: i cibi potrebbero assumere un a diminuita sensibilità e raramente a difficoltà sapore diverso, talvolta metallico. Scompaiono ad eseguire movimenti fini come abbottonare alla conclusione del trattamento. una camicia; migliorano di solito lentamente Colorazione delle urine: la presenza di una dal termine del trattamento. Sarà opportuno colorazione rossa/arancio nella giornata della informare il medico di riferimento che potrà somministrazione di antracicline è un evento valutare se modificare la terapia in atto. normale e dura di solito 24 ore. Alterazioni della funzionalità epatica: Il trat- 24
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