Martedì 22 gennaio 2019, ore 20,30 Simone Rubino percussioni
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martedì 22 gennaio 2019, ore 20,30 Simone Rubino percussioni Alexej Gerassimez - Asventuras Roberto Bocca - Esegesi - Sintesi Iannis Xenakis - Rebonds B Piazzolla - Verano Porteno - Oblivion - Libertango Wolfgang Reifeneder - Cross Over Maki Ishii - Thirden drums Serie Astri Nascenti sostenuta da Foto © Resia 154a STAGIONE 2018 | 19 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
CONSIGLIO DIRETTIVO Antonio Magnocavallo presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Marco Bisceglia consigliere delegato, Filippo Annunziata, Lodovico Barassi, Mario Bassani, Ilaria Borletti Buitoni, Anna Calabro, Andrea Kerbaker, Liliana Konigsman, Marco Magnifico Fracaro, Maria Majno, consiglieri CONSIGLIERI DI TURNO DIRETTORE ARTISTICO Lodovico Barassi Paolo Arcà Mario Bassani SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO LE PROVE APERTE SONO SOSTENUTE DA COLLABORANO CON LA LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO SOCIETÀ DEL QUARTETTO PARTECIPA A MEDIA PARTNER PROGETTO FOTOGRAFICO con gli studenti del corso di formazione avanzata tenuto da Silvia Lelli: Riccardo Carotti, Angela Cilli, Anna Ferro, Francesca Romana Gaglione, Gabriele Merlin, Roberto Moro, Ivan Nocera, Erica Portunato, Cristina Troisi È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare. Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di: • disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici • evitare colpi di tosse e fruscii del programma • non lasciare la sala fino al congedo dell’artista Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto. 2
Alexej Gerassimez (Essen 1987) “Asventuras” per rullante (ca. 7’) Roberto Bocca (Torino 1950) “Esegesi” per vibrafono (ca. 6’) “Sintesi” per percussioni ed elettronica (ca. 6’) Iannis Xenakis (Brăila 1922 - Parigi 2001) “Rebonds B” per set di percussioni (ca. 6’) Astor Piazzolla (Mar del Plata 1921 - Buenos Aires 1992) “Verano Porteno” - “Oblivion” – “Libertango” per marimba (ca. 13’) Wolfgang Reifeneder (Wels 1960) “Cross Over” per rullante (ca. 6’) Maki Ishii (Tokyo 1936 - 2003) “Thirteen drums” per set di percussioni (ca. 12’) Il concerto si svolge senza intervallo 3
Suono, gioco, rumore: percussioni e percussionisti nel Novecento Il secolo scorso si era aperto con l’ormai assodata presa di coscienza che l’intero sistema musicale, sul quale era basata la musica occidentale dal ‘600 in poi, aveva raggiunto il proprio punto di saturazione. Il progressivo allontanamento dalla tonalità, forzata fino ad essere resa quasi irriconoscibile, si accompagnava all’espansione dell’elemento ritmico, con il parossismo delle articolazioni stravinskijane e dei ritmi ‘barbari’ di Bartók. Le percussioni non sottolineavano più solo il tactus, erano esse stesse generatrici di elementi musicali di tipo ritmico, formale e di colore, che, trascendendo la regolarità della battuta, attestavano la necessità di rinnovare l’ormai esausto sistema tonale. Traghettatore musicale dalla prima alla seconda metà del ‘900 è in tal senso Edgard Varèse. Il suo lavoro è tutto interno al suono. Le percussioni e le cellule ritmiche generatrici della forma diventano lo strumento per realizzare quello che egli stesso chiama ‘suono Il progressivo allontanamento dal sistema tonale, all’inizio del XX secolo, si accompagna all’espansione dell’elemento ritmico, con il parossismo delle articolazioni stravinskijane e dei ritmi ‘barbari’ di Bartók organizzato’: ritmo e timbro si intersecano. Dopo il secondo conflitto mondiale, la musica elettronica cancella definitivamente la flebile linea di confine tra ciò che la tradizione aveva collocato nelle distinte 4
categorie di suono e rumore. L’ultima parte del XX secolo e gli inizi del XXI aprono una pagina nuova anche per le percussioni. Si ricerca un equilibrio tra l’elemento ritmico, che tenta di riconquistare il tempo cronologico, e quello dell’ascolto estatico dell’agglomerato di frequenze in continua mutazione, che rende ricco e interessante il suono nel suo decorso ed è tipico degli strumenti a percussione. Asventuras di Alexej Gerassimez, giovane compositore e percussionista tedesco, è connotato dall’esplorazione delle possibilità ritmico timbriche dello strumento e dalla ricerca di nuove sonorità. Il brano si apre con l’investigazione delle due bacchette di legno, della loro risonanza e delle diverse possibilità timbriche determinate dal modo col quale esse vengono impugnate. Dalle bacchette l’indagine sonora si sposta al tamburo rullante, esplorato in tutte le sue parti: cornice, cassa, pelle con e senza molla risonatrice. Si passa successivamente al cambio dei percussori: le mani, la mazza, le bacchette e le diverse combinazioni tra i battenti, sempre usati in modo che l’elemento timbrico rimbalzi le strutture ritmiche. Il torinese Roberto Bocca nella sua ultra-quarantennale carriera ha attraversato i generi musicali più vari, collaborando alla realizzazione di musiche per film, documentari, fiction. La personalità è poliedrica e prolifica. Supera i 1300 lavori il totale degli arrangiamenti, delle orchestrazioni e delle composizioni che costituiscono il corpus della sua opera. L’attacco di Esegesi rimanda alla musica jazz, per subito discostarsene e guidarci in un singolare excursus musicale, che mette in gioco un’ampia varietà di stili indirizzata all’esaltazione della maestria tecnica del vibrafonista. Sintesi, per percussioni ed elettronica, si apre con una rullata in crescendo del piatto sospeso, che avvia un passaggio, il cui sapore ricorda gli incipit delle musiche dei balletti dei più raffinati spettacoli televisivi del sabato sera italiano dei primi anni ’70; sapore qui rivisitato dall’autore con sapienza ed ironia. Segue un moto perpetuo, dove la progressione armonica muove l’elemento motivico dal grave all’acuto. La sezione successiva mima lo scratching del DJ sul disco, annunciando un ostinato armonico di quattro accordi ripetuti. Dopo una parte di raccordo inizia la ripresa, un A’ che si chiude con la serie di incisivi accordi che avevano concluso la parte A. 5
Rebonds A e B di Iannis Xenakis (1987-88) sono pensati come l’insieme di due movimenti autonomi del quale non è fissato l’ordine d’esecuzione. Rebonds B, in particolare, è tuttora un modello studiato dalle nuove generazioni di compositori: l’ottavo ripetuto dal bongo, l’occasionale accento che rimbalza il ritmo del bongo e una terza voce che si articola su altezze diverse, costituiscono l’ostinato ritmico iniziale che viene progressivamente sfilacciato dalle rullate e dalle interpolazioni delle figurazioni più veloci suonate sui wood-blocks. I Rebonds sono dedicati a Sylvio Gualda, protagonista indiscusso dell’evoluzione della tecnica delle percussioni, che ha collaborato con musicisti del calibro di Stockhausen e Boulez. Astor Piazzolla è il musicista che ha modificato in modo originale e raffinato il tango argentino. Artista molto discusso nel suo Paese, dove la questione predominante quand’era in vita era se la sua musica fosse o meno tango, egli godette fin dai suoi esordi di grande ammirazione all’estero, legando il proprio nome allo strumento da lui suonato: il bandoneón. Quest’ultimo, inventato dal musicista tedesco Heinrich Band nella prima metà del XIX secolo, è simile ad una fisarmonica; a contraddistinguerlo sono i tipi di tastiere e il movimento di quest’ultime, che compiono un’azione simmetrica rispetto al mantice. Quando Piazzolla iniziò a praticarlo, era già lo strumento principe delle orchestre di tango argentine, lo stesso che ancor oggi connota un genere e un’area geografica con il proprio inconfondibile colore. Il contributo di Piazzolla alla musica, tuttavia, va oltre il tango ed è più ampio di quanto gli venga attualmente riconosciuto. Abile orchestratore, studioso del contrappunto bachiano, ha come modello ideale Stravinskij e come maestri Ginastera e Nadia Boulanger. Piazzolla compositore alterna, come in Verano Porteno, la vivacità ritmica a momenti di trasognata malinconia. In Oblivion a prevalere è invece la delicatezza sonora dalla quale emerge la dolente linea melodica. Libertango è la composizione che segna il passaggio definitivo dal tango tradizionale al tango nuevo, un genere tutto piazzolliano. Wolfgang Reifeneder (1960), percussionista e compositore austriaco, ha al proprio attivo diverse composizioni per percussioni. Crossover, per tamburo rullante, è diviso in quattro parti e si chiude con un piccolo 6
coup de théâtre che qui non anticipiamo. Il primo movimento, Militärisch, traditionell, è basato sugli stilemi del tamburo militare prussiano. Hochgradig wienerisch utilizza la trasfigurazione del valzer viennese per costruire una trama timbro-ritmica tutta giocata sulle modalità di messa in vibrazione della pelle e delle altre parti del tamburo. Ländlich, necessita di un tamburo ‘preparato’ per esaltare le sonorità metalliche; la forma ritmica si fonda sul modello della Gstanzl, un tipo di canzone derisoria tipica della Baviera. Nel quarto tempo, Temperamentvoll, ausgelassen, è il riferimento alla cultura sudamericana ad essere trasfigurato; qui lo strumento è indagato in tutte le sue componenti, asta di sostegno al tamburo compresa. Il giapponese Maki Ishii figlio di Baku Ishii, il famoso coreografo giapponese che ha introdotto la danza moderna in terra nipponica, scrive Thirteen Drums nel 1985. Il pezzo coniuga in un unico tessuto Thirteen Drums del giapponese Maki Ishii coniuga in un unico tessuto elementi della tradizione sonora giapponese e metodi compositivi tipicamente occidentali elementi della tradizione sonora giapponese e metodi compositivi tipicamente occidentali. Basato sulla contrapposizione tra una rigorosa successione ritmica - composta da sedici semicrome serialmente accentate - e successioni ritmiche dal carattere fortemente indeterminato e irregolare, il pezzo è la degna conclusione della serata, dall’ampio respiro internazionale, che ci ha guidati lungo questa rappresentativa panoramica delle nuove musiche per percussioni. Maurizio Tassoni Laureato in Discipline storiche, critiche e analitiche della musica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano 7
Foto © Resia Simone Rubino percussioni Nato a Torino nel 1993, Simone Rubino ha studiato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino e si è perfezionato con Peter Sadlo a Monaco di Baviera. La vittoria nel 2014 del Concorso ARD di Monaco di Baviera e, nel 2016, del Credit Suisse Young Artists Award nell’ambito del Festival di Lucerna, gli hanno aperto la grande carriera internazionale. Ha suonato con I Wiener Philharmoniker, l’Orchestra Sinfonica della Bayerischer Rundfunk, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Münchner Philharmoniker, l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo e molte altre, diretto, fra gli altri, da Zubin Mehta, Manfred Honeck, Tan Dun, Gustavo Gimeno e Kazuki Yamada. È stato e sarà ospite di molti importanti festival quali Lucerna, La Folle Journée, Heidelberg Frühling, Rheingau, Schwetzingen e Schleswig Holstein. La stagione 2018/19 è iniziata con la prima esecuzione mondiale di un nuovo concerto per percussioni e orchestra del compositore americano Avner Dorman con l’Orchestra della NDR Elbphilharmonie di Amburgo e la residenza presso l’Orchestra della Bayerische Rundfunk di Monaco di Baviera. Seguiranno i debutti con la Südwestdeutsche 8
Rundfunk Sinfonieorchester e la Netherlands Philharmonic Orchestra al Concertgebouw di Amsterdam, il ritorno a Berlino con la Deutsches Symphonieorchester diretta da Santtu-Matias Rouvali, a Torino con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta da Tan Dun e con l’Orchestra Tukur Philharmonic in Finlandia. Appassionato camerista, ha collaborato stabilmente con le sorelle Labèque, il violoncellista Enrico Dindo e il trombettista Simon Hoefele. Intensa è la collaborazione con importanti compositori, volta ad arricchire il repertorio per percussioni. L’esordio discografico è del 2017 con il CD “Immortal Bach” con musiche di Bach, Bocca Xenakis, Boccadoro e Cage. Nel 2018 ha vinto il Premio della critica musicale “Franco Abbiati” come miglior solista 2017. È per la prima volta ospite della nostra Società. 9
CHOPIN A VILLA NECCHI MUSICA NEL TENNIS 2019 VILLA NECCHI CAMPIGLIO via M0zart 14, Milano | ore 17,30 BIGLIETTI 19.1 PIETRO DE MARIA pianoforte Ingresso intero € 15 26.1 ALBERTO FERRO pianoforte Socio FAI € 10 Socio Società del Quartetto € 10 2.2 GLORIA CAMPANER pianoforte Under 26 € 5 9.2 LUCA BURATTO pianoforte ABBONAMENTI 9.3 LEONORA ARMELLINI pianoforte Intero € 75 23.3 DAVIDE CABASSI pianoforte Socio FAI € 50 Socio Società del Quartetto € 50 Società del Quartetto, via Durini 24, Milano da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30 Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento) Punti vendita Vivaticket online su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.it da un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità 10
Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono! Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più. Soci d’Onore Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017) Soci Vitalizi Filippo Annunziata, Cesare Bacchini, Ilaria Borletti Buitoni, Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Antonio Magnocavallo, Francesco Maino, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò, Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova Soci Benemeriti Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini I fedelissimi (soci da oltre 50 anni) Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi, Cecilia Bicchi, Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Marta Casagrande, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Nicoletta Cipriani, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Nora del Torre, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Fiammetta Lang, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Rosalia Manenti, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Alberto Piergrossi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz Soci Sostenitori Marco Bisceglia, Mario Broggi, Anna Broggi De Lellis, Anna Calabro, Alberto Conti, Maria Elisabetta De Ferrari Magnifico Fracaro, Nora del Torre, Andrea Kerbaker, Liliana Konigsman, Marco Magnifico Fracaro, Maria Candida Morosini, Ruth Pavese Westen, Lorenzo Stucchi 11
PROSSIMI CONCERTI SALA VERDI DEL CONSERVATORIO venerdì 1 febbraio 2019, ore 20,30 Cappella Andrea Barca Sir András Schiff direttore e pianoforte Mozart - Concerto n. 15 in si bemolle maggiore K 450 - Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore K 543 - Concerto n. 17 in sol maggiore K 453 BIGLIETTI Intero € 35│Ridotto (Soci e over 70) € 29│Giovani (under 26) € 5 martedì 12 febbraio 2019, ore 20,30 Leonidas Kavakos violino Enrico Pace pianoforte Brahms - Sonata n. 3 in re minore op. 108 Skalkottas - Petite suite n. 1 - Petite suite n. 2 Enescu - Sonata n. 3 in la minore op. 25 BIGLIETTI Intero € 35│Ridotto (Soci e over 70) € 29│Giovani (under 26) € 5 Società del Quartetto, via Durini 24 – 20122 Milano Tel 02 795 393 │ info@quartettomilano.it │ www.quartettomilano.it 12
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