ATTI DELLA SOCIETÀ TOSCANA SCIENZE NATURALI - Società Toscana di Scienze ...
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ATTI DELLA SOCIETÀ TOSCANA DI SCIENZE NATURALI MEMORIE • SERIE B • VOLUME CXXV • ANNO 2018 Edizioni ETS
Con il contributo del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca INDICE - CONTENTS F. Buldrini, D. Ubaldi, D. Dallai, G. Pezzi – Flora L. Peruzzi, D. V iciani, C. Angiolini, G. Astuti, E. of the Balze di Verghereto, Monte Fumaiolo and Ripa Banfi,M.R. Bardaro, E. Bianchetto, G. Bonari, S. della Moia. Cannucci, D. Cantini, P. Castagnini, M. D’Antrac- Flora delle Balze di Verghereto, Monte Fumaiolo e Ripa coli, A. Esposito, G. F erretti, T. F iaschi, B. Fog- della Moia. pag. 5 gi, G. F ranceschi, G. Galasso, G. Gottschlich, L. Lastrucci, L. Lazzaro, F. M aneli, D. M archetti, N. Biscotti, G. Del V iscio, D. Bonsanto – Ethno- G. M arsiaj, M. Mugnai, F. Roma-M arzio, M. Ruoc- botanical study on the traditional use of wild plants in co, G. Salvai, A. Stinca, G. Bedini – Contributions a mountainous area of the Apulia region (Subappen- for a vascular flora of Tuscany. X (606-663). nino Dauno, Foggia province). Contributi per una flora vascolare di Toscana. X (606- Indagine etnobotanica sull’uso alimentare tradizionale 663) » 67 di piante selvatiche in un comprensorio montano del- la regione Puglia (Subappennino Dauno, provincia di G. Bonari, F. Selvi, F. Minniti, F. Frignani, C. An- Foggia). » 17 giolini – Contribution to the vascular flora of Cas- telvecchio Nature Reserve (central Tuscany, Italy). M.L. Gargano, G. V enturella, S. Lazzara, R. Lo Contributo alla flora vascolare della Riserva Naturale di Nardo, P. Saporita – Ethnobotanical knowledge in Castelvecchio (Toscana centrale, Italia). » 77 some rural communities of northern Sicily (Palermo, Italy). A. Stinca, M. R avo, V. Giacanelli, F. Conti – Ad- Indagini etnobotaniche in alcune comunità rurali della ditions to the vascular flora of the islands of Procida Sicilia settentrionale (Palermo, Italia). » 31 and Vivara (Campania, southern Italy). Integrazioni alla flora vascolare delle isole di Procida e A. Pistoia, D. Innamorati, P. Bertolotto – Prelim- Vivara (Campania, Sud Italia). » 87 inary research on the environmental impact of feral goats (Capra hircus L.) in protected areas. Indagine preliminare sull’impatto ambientale della PROCESSI VERBALI Capra domestica inselvatichita (Capra hircus L.) in aree Pubblicati negli Atti Serie A naturali protette. » 41 e nel sito http://www.stsn.it Published in the Atti Serie A M.L. Gargano, G. Domina, G. V enturella – The and on the internet site http://www.stsn.it neglected Herbarium of Emanuele Taranto Rosso (Sicily, 1801-1887). L’Erbario dimenticato di Emanuele Taranto Rosso (Si- cilia, (1801-1887). » 49 S. M accioni – The manuscripts of Botanic Museum of Pisa. “Studi per una Flora Economica della Pro- vincia Pisana” by Vincenzo Carmignani (1779-1859). I manoscritti del Museo Botanico pisano. La Serie “Studi per una Flora economica della provincia pisana” di Vin- cenzo Carmignani (1779-1859). » 55
Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie B, 125 (2018) pagg. 17-29, fig. 3; tab. 2; doi: 10.2424/ASTSN.M.2017.27 Nello Biscotti (1), Gennaro Del Viscio (2), Daniele Bonsanto (3) INDAGINE ETNOBOTANICA SULL’USO ALIMENTARE TRADIZIONALE DI PIANTE SELVATICHE IN UN COMPRENSORIO MONTANO DELLA REGIONE PUGLIA (SUBAPPENNINO DAUNO, PROVINCIA DI FOGGIA) Abstract - Ethnobotanical study on the traditional use of wild plants in pietanze importanti (minestre, bolliti, con pasta, con carne); si con- a mountainous area of the Apulia region (Subappennino Dauno, Foggia serva ancora la tradizione di legare questi piatti alla domenica o alle province). In this paper we present the results of an ethnobotanical in- feste religiose. Queste peculiarità sono risultate particolarmente evi- vestigation, which has been conducted in three territorial of the Dau- denti e ben radicate nella comunità franco-provenzale, che conserva no Sub-Appenine (Monti Dauni Settentrionali, Centrali, Meridionali) nei fitonomi e nelle preparazioni culinarie tracce importanti delle sue in Apulia region (Italy). The Dauno Sub-Appenine is an inland and origini, adattate in un paesaggio interno e montano di una regione mountainous territory, which includes a Franco-Provençal language “piatta” e mediterranea come la Puglia. L’indagine può dimostrare island (Faeto and Celle San Vito municipalities). che l’utilizzo alimentare delle erbe selvatiche va oltre la dimensione Our main aim was to document the common knowledge about tra- storica dell’urgentia; infatti le stesse, nel caso del Subappennino, sono ditional food use of wild greens there, with a focus on names of the ancora tutt’oggi elementi importanti della tradizione alimentare e ga- plants, used parts and culinary uses. We then compared our results stronomica. with literature from Gargano, another inland and mountainous area Parole chiave - Etnobotanica, piante selvatiche alimentari, Subappen- of Apulia region: very peculiar uses emerged, unique culinary prepa- nino Dauno, Monti Dauni, Puglia, Italia. rations and interesting anthropological implications. This particular kind of knowledge constitutes a fundamental part of the cultural heritage of each community: in fact, paupers, farmers, em- ployees and also nobles - in other words, all social classes - have always Introduzione used wild plants as food. Moreover, some of the various recipes are still strongly tied to the traditional family gathering held on Sundays La letteratura etnobotanica per la Puglia è alquanto and religious holidays as well. This was more true and evident when scarsa e ancor più lacunosa sul piano fitoalimurgico. Si documenting about the Franco-Provençal community, which some- how still preserves its origins in using local names for plants or into tratta di parziali o generiche indagini (Corrain, 1962; the traditional recipes involving them. With our investigation we can Picchi & Pieroni, 2005; Leporatti & Guarrera, 2007) clearly show how here food use of wild greens goes beyond the urgen- e, le uniche, recenti, che hanno esplorato gli usi ali- tia (latin for urgency) condition, as historically it has been interpreted. mentari nella regione hanno riguardato solamente il In fact, they are still fundamental part of the gastronomical tradition Promontorio del Gargano (Biscotti, 2012; Biscotti & in this Sub-Appenines area. Pieroni, 2015). Keywords - Ethnobotany, Wild Food Plants, Subappennino Dauno, In questo lavoro si presentano i risultati di una indagine Monti Dauni, Apulia, Italy. etnobotanica sugli usi alimentari delle piante selvatiche nella quale emerge la conoscenza popolare, in termini Riassunto - Indagine etnobotanica sull’uso alimentare tradizionale di piante selvatiche in un comprensorio montano della regione Puglia (Su- di nomi, parti utilizzate e preparazioni culinarie che bappennino Dauno, provincia di Foggia). In questo lavoro si presentano caratterizza oggi il Subappennino Dauno, in provincia i risultati di un’indagine etnobotanica condotta in tre territori del Su- di Foggia. Con l’indagine, si è voluto indagare un’a- bappennino Dauno (Monti Dauni settentrionali, centrali, meridionali) rea montana della Puglia, di recente classificata anche comprensorio “interno” e montano della Puglia, uno dei quali è dal “aree interna”, insieme al Promontorio del Gargano, 1999 riconosciuto isola linguistica franco-provenzale (Faeto, Celle San Murgia, Salento Meridionale (Deliberazione Giun- Vito). L’obiettivo della ricerca era quello di registrare le conoscenze popolari sugli usi alimentari tradizionali delle “verdure” selvatiche, in ta Regionale n. 2186 del 28/12/2016), con un tessuto termini di specie, nomi dialettali, parti utilizzate e preparazioni culi- economico-produttivo agro-pastorale e con problemi narie. Dalla comparazione dei risultati con quelli riportati in lettera- di isolamento geografico, sociale, ancora in gran parte tura etnobotanica in Italia e in particolare per il Gargano, altra area irrisolti. Pertanto, la finalità dell’indagine è stata quel- interna e montana della Puglia, sono emersi utilizzi singolari di specie, la di valutare quanto ancora rimaneva della tradizione peculiari preparazioni culinarie e aspetti antropologici interessanti. fitoalimurgica in una comunità della Puglia montana e, Le conoscenze in merito agli utilizzi alimentari delle erbe selvatiche sono patrimonio culturale di tutta la comunità; l’utilizzo coinvolge come la stessa poteva cambiare comparando i risultati tutti gli strati sociali della popolazione, dal nullatenente, al contadino, con il Promontorio del Gargano, altra area montana al ceto impiegatizio e nobiliare. L’erba selvatica è l’ingrediente di più (economia agro-pastorale) della stessa provincia. (1) Via Carmine 84, 710178 Vico del Gargano (Foggia). E-mail: nellobisco@gmail.com. (2) Via G. Di Vittorio 9, 71018 Vico del Gargano (Foggia). (3) Via A. Gramsci 25, 71018 Vico del Gargano (Foggia).
18 N. BISCOTTI, G. DEL VISCIO, D. BONSANTO Materiali e metodi con età fino a 39 anni costituiscono solo il 9%, per- Area di studio centuale che continua a diminuire (dal 2000 al 2010 diminuita del 41,2%). Il Subappennino Dauno rappresenta la fascia preap- Il paesaggio è contraddistinto da boschi e dalla col- penninica dell’Appenino centro-Meridionale, una ca- tura granaria, che ne ricordano le immense proprietà tena montuosa (altitudine media 600 m s.l.m., massima demaniali, feudali, dei latifondi ottocenteschi e delle 1159 m s.l.m. sulla vetta del Monte Cornacchia) che successive bonifiche, censuazioni e quotizzazioni. costituisce il prolungamento orientale dell’Appennino Del Subappennino Dauno fanno parte 29 comuni che Sannita (Fig. 1). Localizzabile nella parte occidentale dal punto di vista amministrativo ricadono tutti nella della Provincia di Foggia, anche detta Capitanata o provincia di Foggia: sono spesso molto vicini e sono Daunia (di qui Subappennino Dauno), il Subappen- quasi completamente accentrati nelle zone più elevate; nino si sviluppa lungo il confine della Puglia con il vivono, inoltre, frequenti problemi di dissesto idroge- Molise e la Campania. ologico (frane con interruzioni di collegamenti strada- Il Subappennino Dauno ha una popolazione pari a li). Pur mantenendo una loro coesione interna, tutti 60.691 abitanti; la struttura economica è agricola (ce- gli abitati gravitano su centri esterni all’area (Foggia, realicolo-pastorale), altissima è infatti la percentuale di Lucera e S. Severo) sia sul piano amministrativo, sia superficie agricola utilizzata (70,5%, 65,4% media re- sul piano economico. L’abitato è di tipo accentrato con gionale, 39,0% media nazionale). Una superficie però pochi insediamenti sparsi. che secondo i dati del Rapporto Puglia del 2014 (Uval- Il territorio infine soffre ancora oggi, nonostante Uver-Istat) del Comitato Nazionale Aree Interne, re- la presenza di infrastrutture (due linee ferrovia- gistra ancora significative riduzioni per il fenomeno rie, uscita autostradale nei pressi della cittadina di dell’abbandono delle campagne; in soli dieci anni Candela) dell’isolamento geografico reso ancor più (2000 al 2010) la superficie coltivata è diminuita del grave dalle disagevoli condizioni dei collegamenti 6,6%. La popolazione agricola è anziana: conduttori interni. Figura 1. In primo piano il Subappennino dauno nel contesto geografico-amministrativo della provincia di Foggia e della Puglia.
INDAGINE ETNOBOTANICA SULL’USO ALIMENTARE TRADIZIONALE DI PIANTE SELVATICHE 19 Le conseguenze di queste condizioni si riflettono ov- – A.3 (18.063 abitanti): Accadia, Anzano di Puglia, viamente sul piano demografico. La popolazione resi- Bovino, Deliceto, Monteleone di Puglia, Orsara di dente, infatti, continua a diminuire: solo dal 2001 al Puglia, Panni, Sant’Agata di Puglia. 2011 la perdita è stata del 9,2% e, specialmente nei Le aree studio sono state indagate in diversi anni (2014, centri più piccoli, è più anziana della media della pro- 2015, 2016) con l’obbiettivo di interagire il più possibi- vincia (Uval-Uver-Istat, Rapporto Puglia, 2012). le con le comunità per esplorare a fondo la tradizione fitoalimurgica. I dati sono stati raccolti attraverso in- Considerata la vastità del comprensorio si è proceduto terviste aperte a persone (con un preventivo consenso articolando lo studio etnobotanico su aree campione, ottenuto verbalmente) di diversa estrazione sociale e in ognuna rappresentativa delle tre subregioni che lo particolare: cultori di tradizioni gastronomiche, conta- contraddistinguono, rispettivamente distinte in: Area dini, anziani, disoccupati, operatori della gastronomia 1 (Monti Dauni settentrionali); Area 2 (Monti Dauni e, infine, raccoglitori; questi ultimi particolarmente centrali); Area 3 (Monti Dauni meridionali). L’Area 2 competenti nel riconoscimento e nella raccolta di erbe coincide con una comunità franco-provenzale (isola spontanee. Sono stati determinanti complessivamente linguistica, unica nell’Italia centro-meridionale) costi- 83 informatori, 47 dei quali in A.2, per approfondi- tuita da 1000 abitanti, distribuiti su due piccoli comu- re l’indagine nell’isola linguistica, in considerazione ni, Faeto il più grande (824 abitanti), Celle San Vito, il della sua valenza etnobotanica, 16 in A.1 e 20 in A.3. più piccolo, con appena 176 abitanti, dei quali appena L’età degli informatori, riconosciuti nel sociale come cinque sono bambini (dati Ufficio Anagrafe Comune, detentori di conoscenze tradizionali, era compresa tra marzo 2017). È una comunità quasi tutta coinvolta 45 e 91 anni (52 tra 65-80 anni); 49 informatori erano nell’attività agricola (produzioni granarie) e pastorale di sesso femminile. La maggior parte delle interviste, (allevamenti di pecore e bovini) che parla una lingua condotte in italiano e in dialetto Dauno, sono state con radici franco-provenzali, per secoli la lingua do- svolte direttamente in campagna. minante (Morosi, 1890; Lopane, 2014). Sull’origine di In Tab. 1 sono raccolte tutte le informazioni etno- questa comunità è ancora questione aperta, se cioè in botaniche (nome scientifico, nome dialettale, parti seguito a presenze valdesi nel 1400, o soldati Angio- utilizzate, modalità di utilizzo, livello d’uso) relative ini nel 1269 (Melillo, 1974). L’isola linguistica è stata alle specie documentate, ordinate alfabeticamente. Il riconosciuta con Decreto delle Stato Italiano del 19 livello d’uso delle piante è stato valutato secondo tre febbraio del 1999; la lingua è oggi più o meno ancora classi di giudizio: molto comune (MC) se utilizzata da integra ed è usata anche dalla fascia giovanile per l’a- 70-82 informatori; comune (C) da 11-69; raro (R) da zione costante delle scuole. Strade, segnaletica e uffici 1-10 informatori. La stessa tabella riporta le segnala- sono indicati in lingua italiana e franco-provenzale; la zioni dell’utilizzo della specie, indicate con “SI”, nella lingua italiana si pratica a scuola e con i “forestieri”. letteratura etnobotanica; abbiamo confrontato i dati Esiste uno Sportello Linguistico che svolge importanti raccolti, infatti, con fonti bibliografiche scientifiche iniziative per il recupero, la promozione e la valorizza- italiane che hanno considerato gli usi alimentari del- zione del patrimonio linguistico. Disponibili da tempo le erbe selvatiche a partire dal database di Guarrera un dizionario (Minichelli, 1994), di recente aggiornato (2006, ultimo aggiornamento nel 2004) e dei pochi (Sportello Linguistico, a cura, 2007) e un calendario altri successivi a livello nazionale (Ghirardini 2007; in francoprovenzale. Numerose le attività culturali Caneva et al. 2013). Infine, le numerose indagini et- (corsi estivi in franco-provenzale, tesi di laurea, ricer- nobotaniche che hanno esplorato realtà regionali che universitarie) per la tutela della lingua per la qua- (Mattirolo et al., 2001; Picchi & Pieroni, 2005; Nebel le sono coinvolte diverse istituzioni come ad esempio et al. 2006; Camangi et al. 2007; Guarrera & Lepo- Renaissance Française, Université Senghor di Alessan- ratti, 2007; Leporatti & Guarrera 2007; Signorini et dria d’Egitto, Associazione LEM-Italia, Centro di do- al. 2007; Accogli & Marchiori 2009; Pieroni & Giusti, cumentazione e di Ricerca per la didattica della lingua 2009; Dreon & Paoletti 2009; Arcidiacono et al. 2010; francese nell’Università italiana. Idolo et al. 2010: Biscotti, 2012; Aleo et al. 2013; Nar- done et al. 2014; Sansanelli & Tassoni 2014; Biscotti Le tre aree di studio (Fig. 2) coprono il 73% dei comu- & Pieroni, 2015; Cassandra & Pieroni 2015; Camarda ni del Subappennino Dauno e quelli interessati sono et al. 2017; Sansanelli et al. 2017; Ranfa & Bodesmo rispettivamente (in ordine alfabetico): 2017). Infine, sempre in tabella 1, sono indicate (ul- – A.1 (popolazione complessiva di: 13.094 abitanti): tima colonna) le aree di studio (A1, A2, A3) in cui Carlantino, Casalvecchio di Puglia, Casalnuovo l’utilizzo è stato documentato. Monterotaro, Castelnuovo della Daunia, Celenza In Tab. 2 è raccolto l’esito della comparazione sulle Valfortore, Motta Montecorvino, Pietramontecor- modalità di preparazione culinaria delle specie comu- vino, San Marco La Catola, Volturara Appula. ni registrate tra il Promontorio del Gargano (Biscotti – A.2 (815 abitanti): Celle San Vito, Faeto. & Pieroni, 2015) e il Subappenino Dauno.
20 N. BISCOTTI, G. DEL VISCIO, D. BONSANTO Figura 2. Localizzazione delle tre aree di studio del Subappennino Dauno. Si sono considerate esclusivamente le specie spontanee (Conti et al. 2005; Peruzzi, 2010; Pignatti, 2017) si è e, tra queste, quelle impiegate come “verdure’’ (foglie fatto riferimento per la nomenclatura. Di alcune specie principalmente). L’intento era quello di esplorare a (quelle meno comuni) un campione d’erbario è stato fondo questo tipo di flora che del resto ha svolto in- depositato presso l’erbario dell’Università Politecnica dubbiamente il maggior ruolo in fitoalimurgia e di delle Marche (ANC). maggior valore in etnobotanica (Pieroni, 2001). Non sono state considerate pertanto le specie di cui si sono utilizzati frutti o sfruttate per le loro proprietà aroma- R isultati tizzanti o liquoristiche. Le piante menzionate o segnalate dagli informatori Di seguito si sintetizzano i risultati per ogni area di sono state raccolte e identificate sul campo (principal- studio. mente margini di campi di grano e terreni a riposo) seguendo le chiavi di identificazione riportate in Flo- A.1. Censiti 33 taxa, dei quali in prevalenza Asteracee ra d’Italia (Pignatti, 1982); a successivi aggiornamenti (12) e Brassicacee (5).
INDAGINE ETNOBOTANICA SULL’USO ALIMENTARE TRADIZIONALE DI PIANTE SELVATICHE 21 Tabella 1. Piante selvatiche utilizzate a scopo alimentare nel Subappennino Dauno (Puglia, Italia). Nome scientifico e famiglia Nome dialettale Parti Modalità di utilizzo Livello Precedenti A1 A2 A3 utilizzate d’uso segnalazioni in Italia Ammi majus L., Apiaceae Sannaccione Giovani Cotte: in misticanza R SI x parti aeree Apium nodiflorum (L.) Lag., L’accé Giovani Cotte: in minestra R SI x x Apiaceae parti aeree Asparagus acutifolius L., Sparge Turioni Cotti: in frittate con MC SI x x x Asparagaceae salsiccia. Conserve: sott’olio Beta vulgaris L. ssp . Jéta Giovani Cotte: con pasta, con MC SI x x x maritima (L.) Arcang., foglie fave Amaranthaceae Borago officinalis L., Vurràine, Giovani Cotte: in frittate; dolci MC SI x x x Boraginaceae Burràcce foglie Centaurea nicaeensis All., Ocché d nuzzolo Giovani Cotte: in misticanza R SI x Asteraceae foglie Centaurea solstitialis L., Occhjé d’ lucc’nè Giovani Cotte: in misticanza R SI x Asteraceae foglie Cichorium intybus L., Cicuriella, Giovani Cotte: con spezzatino MC SI x x x Asteraceae Ciqquaire foglie di agnello o di capra; con pasta e fave. Crude: in insalata Clematis vitalba L., Vitacchjé, Tanne Apici Cotti: saltati in R SI x x x Ranunculaceae d liord, Vtacchié, vegetatici padella con sugna e Vitaglia peperoncino Crepis vesicaria L. subsp. Cequariùnné Giovani Cotte: in misticanza R SI x vesicaria, Asteraceae foglie Cynara cardunculus L., Cardunciddé, Nervature Cotte: saltate in padella C SI x x Asteraceae Scalera foglie basali con uova e formaggio Daucus carota L., Apiaceae Giovani Cotte: in misticanza R SI x foglie Diplotaxis erucoides (L.) Mariùlé Giovani Cotte: con pasta, MC SI x x x DC., Brassicaceae parti aeree saltate con sugna e peperoncino Diplotaxis tenuifolia (L.) Ruche Giovani Cotte: con pasta. MC SI x x x DC., Brassicaceae parti aeree Crude: in insalata Erigeron bonariensis L., Giovani Cotte: in misticanza R x Asteracae foglie Foeniculum vulgare Fnucchjé salvagg, Giovani Cotte: in minestra con C SI x x Miller subsp. piperitum Fnàu parti aeree fave o saltate con uova (Ucria) Count, Apiacaee e pasta Galatella linosyris (L.) Lattarulè Giovani Cotte: in misticanza R x Rchb.f. subsp. linosyris, parti aeree Asteraceae Helminthotheca echioides Spuraine Giovani Cotte: con pasta, C SI x x (L.) Holub, Asteraceae foglie bolliti e conditi con sugna e aceto, in misticanza Knautia arvensis (L.) Coult., Giovani Cotte: in misticanza R x Caprifoliacea parti aeree Lactuca serriola L., Scaròla selvagg Giovani Cotte: in misticanza R SI x Asteraceae foglie continua
22 N. BISCOTTI, G. DEL VISCIO, D. BONSANTO continua Tabella 1 Mantisalca salmantica (L.) Spacca cistè Giovani Cotte: in misticanza R x Briq. et Cavill., Asteraceae foglie Muscari comunsum (L.) Mill. Lampasciune, Bulbi Cotti: bolliti e conditi C SI x x x Asparagaceae Cipulliné con olio e aceto; in frittate. Conserve: sott’olio Nasturtium officinale Crsciùné, Lauriell Giovani Crudi: in insalata R SI x R. Br. subsp. officinale, parti aeree Brassicaceae Onopordum illyricum L., Ciardunè Nervature Cotte: con carne di R SI x Asteraceae foglie basali agnello; saltate con uova e formaggio Orobanche crenata Forsskal, Sporchia Turioni Cotti: in frittate; R SI x Orobanchaceae bollita e condita con olio e aceto. Conserve: sott’aceto Papaver rhoeas L., Papagna, Giovani Cotte: soffritte con C SI x x x Papaveraceae Papampl. Erba foglie olio, cipolla e olive; in pantanina misticanza. Crude: in insalata Picris hieracioides L., Spirella, Sprain Giovani Cotte: bollite e condite C SI x Asteraceae foglie con sugna e aceto Portulaca oleracea L., Prchiaccula, Giovani Crudi: in insalata con MC SI x x x Portulaceae Prchiacchjè parti aeree olio e aceto, insalata con pomodoro o con altre erbe Raphanus raphanistrum L., Rapìstré, Giovani Cotte: in misticanza C SI x Brassicaceae Tannétellàssé foglie Reichardia picroides (L.) Caccìa liepr, Ceca Giovani Cotte: in misticanza. C SI x x x Roth, Asteraceae cesta, Lattalepre foglie Crude: insalata Reseda alba L., Resedaceae Erba craprina Giovani Cotte: in misticanza. R SI x foglie Crude: in insalata Rorippa sylvestris (L.) Masturze Giovani Crude: in insalata R x Besser subsp. sylvestris, foglie Brassicaceae Ruscus aculeatus L., Vruschale, Spargé Turioni Cotti: in frittata R SI x Asparagaceae fruschale Scolymus hispanicus L., Cardé santé, Nervature Cotte: con carne di MC SI x x x Asteraceae Cardunceddè foglie basali agnello o capretto Scorzonera laciniata L. Barbett d chepr Giovani Crude: in insalata R x subsp. decumbens (Guss.) foglie Greuter, Asteraceae Silybum marianum (L.) Gaertn., Nervature Cotte: spezzatino C SI x x x Asteraceae foglie basali di carne di maiale e vaccina Sinapis alba L., Brassicaceae Lassn Giovani Cotte: con pasta, saltate C SI x x parti aeree in padella con sugna e peperoncino Sinapis arvensis L. subsp. Lassené Giovani Cotte: con pasta, saltate MC SI x x x arvensis, Brassicaceae parti aeree in padella con sugna e peperoncino Smyrnium olusatrum L., Cannicchjé Giovani Cotte: fritte in olio C SI x x x Apiaceae parti aeree d’oliva, in misticanza. Crude: in insalata
INDAGINE ETNOBOTANICA SULL’USO ALIMENTARE TRADIZIONALE DI PIANTE SELVATICHE 23 Tabella 2. Comparazione modi di utilizzo alimentare di piante selvatiche comuni tra il Gargano e il Subappenino Dauno. GARGANO SUBAPPENNINO DAUNO Nome scientifico Parti utilizzate Modi di utilizzo Parti utilizzate Modi di utilizzo Apium nodiflorum (L.) Lag. Giovani parti aeree Cotte: in minestra. Crude: Giovani parti aeree Crude: in minestra insalata Asparagus acutifolius L. Turioni Cotti: conditi con olio d’oliva, Turioni Cotti: frittate. Conserve: frittata, con pasta. Conserve: sott’olio sott’olio Beta vulgaris L. ssp. maritima Giovani Foglie Cotta: con pasta, in misticanza Giovani foglie Cotte: con pasta, con fave (L.) Arcang. per pancotti Borago officinalis L. Giovani parti aeree Cotta: condite con olio d’oliva, Giovani parti aeree Cotte: fritte, in frittate, bolliti; in minestra di fave e zucca dolci gialla Cichorium intybus L. Giovani parti aeree Cotti: con pasta, frittata, Giovani foglie Cotte: con spezzatino di saltate con uova e formaggio, agnello o di capra, con uova in misticanza per pancotto. e gratinate al forno, fritta con Crudi: insalata aglio e cipolla, bollite con fave. Crude: in insalata Clematis vitalba L. Apici vegetativi Crudi: saltati con uova, in Apici vegetativi Cotte: saltate in padella con misticanza sugna e peperoncino Diplotaxis erucoides (L.) DC. Giovani parti aereee Cotte: soffritti con alici Giovani parti aeree Cotti: saltate in padella con sugna e peperoncino, bolliti. Diplotaxis tenuifolia (L.) DC. Giovani parti aeree Cotti: con pasta e pomodoro. Giovani parti aeree Cruda: insalata. Cotta: con Crudi: insalata singola o in pasta misticanze Foeniculum vulgare Mill. Giovani parti aeree Cotte: con pasta, in misticanza Giovani parti aeree Cotte: in minestra con fave o subsp. piperitum (Ucria) Count per pancotto saltate con uova e pasta Helminthotheca echioides (L.) Giovani foglie Cotte: in misticanza. Giovani foglie Cotte: con pasta, bolliti e Holub conditi con sugna e aceto, in misticanze Lactuca serriola L. Giovani foglie Cotte: in misticanza Giovani foglie Cotte: in misticanze Muscari comosum (L.) Mill. Bulbi Cotti: saltato con uova, Bulbi Cotti: bolliti e conditi con olio arrostito sotto la cenere. e aceto; in frittate. Conserve: Conserve: sott’olio, sott’aceto sott’olio Nasturtium officinale R. Br. Apici vegetativi Crude: insalata singola con Apici vegetativi Crudi: insalata subsp. officinale olio e aceto Papaver rhoeas L. Giovani foglie Cotte: in misticanza per Giovani foglie Cotte: soffritte con olio, pancotto cipolla e olive; in misticanza. Crude: in insalate Picris hieracioides L. Giovani foglie Cotte: in misticanza per Giovani foglie Cotte: bollite e condite con pancotto sugna e aceto Portulaca oleracea L. Giovani parti aeree Cruda: insalata con pomodoro Giovani parti aeree Crudi: in insalata con olio e o con altre erbe e condite con aceto, insalata con pomodoro olio e aceto o con altre erbe Reichardia picroides (L.) Roth Giovani foglie Cotta: in misticanze per Giovani foglie Cotte: in misticanze. Crude: pancotto. Crude: insalata insalata Scolymus hispanicus L. Nervature foglie Cotte: saltate con uova e Nervature foglie Cotte: saltate con uova e basali formaggio, con carne di basali formaggio, con carne di agnello o capretto agnello continua
24 N. BISCOTTI, G. DEL VISCIO, D. BONSANTO continua Tabella 2 Scorzonera laciniata L. subsp. Giovani parti aeree Crudi: con pane, insalata con Giovani parti aeree Crude: in insalata decumbens (Guss.) Greuter altre erbe Sinapis alba L. Giovani parti aeree Cotti: con pasta, in misticanze Giovani parti aeree Cotti: con pasta, saltate per pancotto in padella con sugna e peperoncino Sinapis arvensis L. subsp. Giovani parti aeree Cotti: con pasta, in misticanze Giovani parti aeree Cotti: con pasta, saltate arvensis per pancotto in padella con sugna e peperoncino Di interesse la variabilità in alcune preparazioni cu- Ancor più praticati in quest’area gli abbinamenti di di- linarie originali come il “pancotto” (pane raffermo verse specie con la carne: a Faeto Silybum marianum è cotto in acqua e erbe selvatiche), piatto tipico del- l’ingrediente principale di uno spezzatino di agnello la provincia di Foggia. Lo stesso, nell’area in esame, preparato nella ricorrenza di San Prospero (14 ago- cambia da un paese all’altro: a Motta Montecorvino sto); Taraxacum megalhorizon è preparato in brodo è fatto con una misticanza di numerose specie (Ammi con scarti di maiale e Sonchus asper in uno spezzatino majus, Cichorium intybus, Diplotaxis erucoides, Di- di carne bovina. Invece per ciò che riguarda la forma plotaxis tenuifolia, Helminthotheca echioides, Papaver cruda, protagonista è ancora Sonchus asper in insalata rhoeas, Raphanus raphanistrum, Sinapis alba, Sinapis ar- con olio e aceto; lo stesso è anche l’ingrediente di un vensis, Sonchus asper, Urospermum dalechampii) e con primo piatto a base di pasta fatta in casa (“Cardillé ca’ la pancetta (“Scardella”) prima fritta in olio o strut- pasta”). to. A Celenza Valfortore, dove è noto con il nome di La combinazione più citata, è risultata il “Cicuriòné” “cavicchiata”, è realizzato solo con Sinapis arversis e S. (Taraxacum sp.pl.) con i fagioli, una cultivar locale, alba; a San Marco La Catola solo con Beta vulgaris e con semi piatti e bianchissimi, localmente individuata condito con olio d’oliva. Il piatto con pasta (fatta in come “fagiolo bianco di Faeto”. casa) favorisce le foglie di Sinapis alba, saltate con olio Tra le preparazioni culinarie originali si distingue il d’oliva e peperoncino. Utilizzo originale in proposito, “Panguaje” (Celle San Vito), una zuppa con pane (piat- è la stessa misticanza con gli “Struncuccé” (straccetti to ricorrente) che si prepara con diverse erbe selvatiche di pasta fatta in casa). in cui è sempre presente Cichorium intybus; più ricco Particolarmente utilizzato è Cichorium intybus: il piat- è il “Panguaje di cicule e ciquàire”, pane fresco, prima to tipico è uno spezzatino di carne d’agnello o capret- disposto a fette nel piatto e poi bagnato con zuppa cal- to, con uova, formaggio e gratinatura al forno. Altro da di pancetta e cicoria (o misticanze), spesso miste a aspetto caratterizzante è l’utilizzo di insalate, prepara- verdure coltivate (principalmente cavoli). Altra prepa- te con Diplotaxis tenuifolia, Cichorium intybus, Portu- razione originale è la “Cucina”, una minestra con Ci- laca oleracea, Sonchus asper, Papaver rhoeas. chorium intybus cotta nel brodo di tutte le parti della Le preparazioni più tipiche sono risultate: a. frittata di testa del maiale. Asparagus acutifolius con salsiccia; b. Cichorium inty- Particolare importanza culinaria è attribuita a Sonchus bus con agnello, polpette di formaggio e uova in bro- asper anche nelle pietanze cotte: le foglie basali sono do; c. fave miste a Beta vulgaris subsp. maritima. utilizzate in un tipico piatto con la carne conosciuto Interessanti, infine, anche gli aspetti lessicali, nelle for- come “Spezzatielle a casaje”: una tortiera in cui carne, me dialettali con cui cioè le comunità identificano le generalmente agnello (o carne bovina), e foglie di Son- specie, alcuni del tutto originali per la stessa Puglia chus sp.pl. sono bollite prima separatamente poi cotte come “Cividellé” (Tamus communis), “Sannacciòné” insieme, con sopra uno strato di pastella di uova e for- (Ammi majus) “Pezzé de jardé (Borago officinalis); maggio (“casaje”), in una teglia in terracotta; la cottura quest’ultimo, associabile alla percezione “grassa” delle si fa al forno ma è ancora praticata quella tradizionale, foglie, nell’immaginario collettivo identificate come conosciuta come “fuoco sotto e sopra” (carboni arden- “pezzi di lardo”. Di grande valore etnobotanico per- ti anche su un coperchio metallico). Lo “Spezzatielle” tanto l’utilizzo di tante erbe selvatiche come “surroga- è un piatto da tutti preparato nel giorno della Pasquet- ti” della carne. ta, ma si pratica anche in tutta la primavera. Piante apprezzate ancora oggi sono i tarassachi: a Faeto A.2. Nell’isola linguistica franco-provenzale sono stati Giovanna Girardi, 91 anni, pensionata, ma ancora atti- censiti 29 taxa (tra i quali 12 Asteracee e 3 Brassicacee) va in campagna, ci insegna a scoprire i differenti sapori che possono documentare oggi la tradizione. di tarassaco (T. obovatum, T. fulvum, T. megalorrhizon);
INDAGINE ETNOBOTANICA SULL’USO ALIMENTARE TRADIZIONALE DI PIANTE SELVATICHE 25 le prime due più dolci, per cui la tradizione le abbina Subappennino Dauno è ancora tradizione che coinvol- con i fagioli, la terza, più amara, pertanto utilizzata in ge tutti gli strati sociali della popolazione, dal nulla- misticanza o con carne di maiale (o prosciutto). tenente, al ceto impiegatizio e nobiliare. Inoltre, nella Altro aspetto caratterizzante dell’isola linguistica è il stragrande maggioranza degli intervistati (60) è emersa diffuso utilizzo di grassi animali (“sugna”), come con- sempre la consapevolezza che le erbe selvatiche oltre dimento di tutte le preparazioni culinarie con le erbe a nutrire, fanno “bene alla salute”; diverse specie (es. selvatiche. Asparagus acutifolium, Borago officinalis, Foeniculum Tra gli utilizzi originali di specie è da segnalare Erige- vulgare subsp. piperitum, Cichorium intybus, Portula- ron canadensis. ca oleracea, Cynara cardunculus) sono utilizzate come Alcuni nomi dialettali delle piante conservano radici piante cibo-medicina da numerosi intervistati (40). franco-provenziale: Foeniculum vulgare subsp. pipe- Qui si possono distinguere raccoglitori “esperti”, in ritum è “Fnau”; Scolymus hispanicus è “Carde sante”. massima parte figure marginali sul piano sociale, ma Sonchus asper è “Cardillé”; da tutti riconosciuti, apprezzati e rispettati in quanto tali; sono capaci di conoscenze profonde sulla morfo- A.3. Documentati 25 taxa (tra i quali 10 Asteracee, 5 logia vegetale (es. specie del genere Taraxacum) e sulle Brassicacee). proprietà nutrizionali (o nutraceutiche), medicinali, ol- Elemento di novità per tutto il Subappennino Dauno e tre che gastronomiche, delle piante. la stessa Capitanata, è l’utilizzo in questa area di Oro- Le specie più comunemente utilizzate nelle prepara- banche crenata (turioni in frittata o in sottolio e sot- zioni culinarie oggi risultano: Asparagus acutifolius, taceto) e di Tordylium apulum (giovani parti aeree in Beta vulgaris subsp. maritima, Borago officinalis, Ci- misticanza), specie comunissima della flora pugliese. chorium intybus, Diplotaxis tenuifolia, Helminthothe- Il bollito, specialmente delle misticanze, è risultata la ca echioides, Taraxacum sp.pl., Sonchus asper). Nelle modalità di utilizzo più tradizionale, ma con due ca- preparazioni più semplici la specie più utilizzata è il ratterizzazioni interessanti: a Bovino distinguono la “Mariulo” (Diplotaxis erucoides) in forma di saltati in “minestra zita”, semplicemente condita con quello che padella con grasso (sugna), peperoncino e aglio; allo chiamano “olio fritto” con aglio e peperoncino, e la stesso modo sono preparati i giovani getti di Clematis “minestra maritata”, in cui la misticanza è cotta con gli vitalba e le foglie basali di diverse specie (Sinapis arven- “avanzi” (zampe, orecchio, muso, ecc.) di carne di ma- sis, Sonchus asper, Tamus communis). Per la forma cru- iale; a Deliceto le minestre “zite” e quelle “maritate” da si distingue Scorzonera laciniata subsp. decumbens, (con l’osso del prosciutto) sono oggi piatti dalla stessa utilizzata (foglie della rosetta) in una ricercata (specie ristorazione. Diversamente, la carne (agnello) è l’ingre- rara) e apprezzata da tutti, insalata (sapore dolce in diente dello “spezzatillè” (spezzatino) con Cichorium contrasto con un acidulo-erbaceo) condita con olio e intybus, combinazione tipica di tutta la provincia di aceto. L’utilizzo di questa specie è stato precedente- Foggia (Biscotti, 2012). mente documentato a San Severo (Biscotti, 2012). Caratteristica anche in quest’area è la misticanza con Infine, di diverse specie si ricordano solo nomi (“Car- la pasta condita con olio “fritto” in aglio e pancetta; le de du ciucce”, “Carde d’acqua”) di difficile ricostruzio- paste sono i “taccòne“ (tranci lunghi di tagliatelle) o i ne oggi e di cui si è persa ogni memoria d’uso. “pizzèdde (tranci corti); diversamente, è protagonista Beta vulgaris subsp. maritima. A Deliceto la specie più ricercata è invece la rucola (Diplotaxis tenuifolia) abbi- Discussione nata alla patata, in un piatto tipico (“rucula ca pasta e patate”) che è praticato in tutto il foggiano. Per ciò che I differenti numeri di taxa utilizzati nelle tre aree e la riguarda l’utilizzo in forma cruda d’interesse si è rive- diversa composizione tassonomica degli stessi posso- lata un’insalata con foglie tenere di Rorippa sylvestris no dimostrare che ogni comunità ha elaborato legami (“Masturze”). specifici con le erbe selvatiche. Solo 16 taxa, infatti, si sono documentati in tutte le tre aree di studio, mentre Complessivamente il Subappennino Dauno preserva la quasi la metà di essi ha registrato un uso limitato ad sua tradizione fitoalimurgica con 49 taxa (33 taxa A.1; una sola area, a conferma della diversità bioculturale 29 taxa A2. 25 taxa A.3.), ripartiti in 13 famiglie, 10 dei che può esprimersi anche a livello di piccole comunità quali hanno registrato un livello di uso “molto comu- viciniore. La fig. 3, a conferma di quanto detto, evi- ne” e 13 “comune”; infine, 26 taxa sono risultati con denzia i livelli di intersezione che caratterizzano le tre un livello d’uso “raro”. I 49 taxa censiti però sono stati aree di studio. citati da quasi tutti (79) gli informatori, a dimostrazio- L’alto numero di specie utilizzate “raramente” può ne che sono conosciuti e che il ricordo è ancora vivo testimoniare la graduale riduzione di pratiche fitoali- del loro utilizzo o valore alimentare. Nel complesso, la murgiche che si è verificata particolarmente in questo raccolta e l’utilizzo alimentare delle erbe selvatiche nel ultimo quarantennio almeno. Tra queste, specie come
26 N. BISCOTTI, G. DEL VISCIO, D. BONSANTO sis, Knautia arvensis, tutte utilizzate nelle misticanze per zuppe; Erigeron bonariensis, specie esotica, natura- lizzata o invasiva ormai ovunque in Italia, è probabil- mente l’ultima testimone di sperimentazioni culinarie poi gradualmente abbandonate. Rorippa sylvestris è utilizzata anche cruda in insalata. Originali, inoltre, sono risultate alcune preparazioni culinari: Diplotaxis erucoides nel Subappennino è l’in- grediente di piatti con la pasta e di saltati con olio (o “sugna”) e peperoncino; Orobanche crenata, segnalata solo in Basilicata (Guarrera et al. 2006) e indicata sem- plicemente come “cotta”, nel Subappennino è, invece, specie particolarmente cercata e apprezzata. Si raccol- gono i turioni, che dopo diversi giorni di macerazione in acqua, vengono bolliti, anche due volte (per atte- nuare il sapore amaro) e infine fritti in pastella, otte- nendo dei “stuzzichini”, sorprendentemente gustosi. Centaurea nicaeensis e Centaurea solstitialis, utilizzate in Sicilia semplicemente bollite e condite con olio e li- Figure 3. Diagramma di Venn che evidenzia le specie comuni utilizza- mone (Lentini et. al. 2006), la seconda anche nel Lazio te nelle tre aree di studio. (Guarrera, 2006), nel Subappennino Dauno sono uti- lizzate entrambe in misticanze per pasta e “pancotti”. Smyrnium olusatrum, utilizzato crudo in Sicilia (Len- Apium nodiflorum, Smyrnium olusatrum, Tamus com- tini et. al. 2006) e Sardegna (Signorini et al. 2009) nel munis, Lactuca serriola, Nasturtium officinale, Oroban- Subappennino, oltre che crudo, è fritto in olio d’oliva. che crenata, Ruscus aculeatus erano comunemente uti- Reseda alba, utilizzata “cruda” in Calabria (Nebel et lizzate, come hanno potuto attestare gli informatori; al. 2006), nel Subappennino è elemento di apprezzate infatti, ancora oggi le stesse sono ricordate per l’inten- insalate condite con olio e aceto, oltre a caratterizzare so uso che se ne faceva un tempo non lontano. Anche ricche misticanze. in queste realtà montane, dunque, lo spopolamento da Confrontando i risultati con quanto noto (Biscotti & una parte e, l’omologazione dei modelli socio-culturali Pieroni, 2015) nel vicino Promontorio del Gargano, dall’altra, hanno fatto perdere molto in termini di co- emergono differenze interessanti come si evince dalla noscenze sulle pratiche fitoalimurgiche. Difficile se Tab. 2 che confronta le preparazioni culinarie pren- non impossibile, ricostruire il numero di specie abban- dendo in considerazione le sole specie comuni: Tamus donate; di diverse, qualche intervistato ne ricorda solo communis nel Gargano è utilizzato in bolliti conditi il nome (Cardé du ciuccé”, “Cardè d’acqua”). L’esame con olio, mentre nel Subappennino in frittate; Sinapis di fonti bibliografiche della storiografia locale non ha arvensis è il condimento della pasta nel Gargano, è dato risultati utili in tal senso, se non nel caso del lup- saltato in padella invece, con grasso animale e pepe- polo (Humulus lupulus), segnalato come specie edule roncino nel Subappennino. Con Borago officinalis nel della tradizione in una pubblicazione datata (De Rosa, Gargano vengono preparate minestre, mentre nel Su- 1934) su Faeto (A3). L’utilizzo alimentare del luppolo bappennino si utilizzano le foglie fritte, si preparano in provincia di Foggia è stato segnalato nel 1812 da frittate e addirittura dolci (torta “pasqualina”). Specie Gaetano Baselice a Torremaggiore, paese dell’Alto Ta- del genere Taraxacum nel Gargano sono utilizzate in voliere foggiano, posto a confine con il Molise; Base- zuppe di pesce, nel Subappennino in minestre di car- lice, nativo di Biccari (Fg), Corrispondente dell’Orto ne di maiale o di fagioli. Nel Gargano e nella pianura Botanico di Napoli diretto da Michele Tenore, è uno foggiana, le misticanze sono cotte con pane raffermo dei primi botanici che avvia le prime sistematiche (pancotto), nel Subappennino sono ingredienti di mi- esplorazioni della flora di questa provincia (Tavoliere nestre (zuppe) con pane (Panguajé) o di piatti con la e Gargano) e di molte specie raccoglie anche gli usi pasta; foglie e giovani getti di Smyrnium olusatrum nel etnobotanici (alimentare, medicinale, veterinario, do- Gargano sono utilizzati in insalate condite con olio mestico). Sulla presenza oggi del luppolo in Provincia d’oliva e aceto, nel Subappennino sono fritte. di Foggia non si hanno ancora dati in letteratura. Nel Subappennino è ancor più forte, dunque, la com- binazione delle erbe selvatiche con la pasta. Cambia lo Dall’esame della letteratura etnobotanica italiana, stesso pancotto, qui condito con “pancetta fritta” e, lo sono risultate esclusive del Subappennino Dauno: Ro- stesso olio d’oliva è sostituito quasi sempre con grasso rippa sylvestris, Galatella linosyris, Erigeron bonarien- animale (sugna). Altro elemento distintivo è la combi-
INDAGINE ETNOBOTANICA SULL’USO ALIMENTARE TRADIZIONALE DI PIANTE SELVATICHE 27 nazione frequente delle erbe selvatiche con i fagioli; peculiarità: Muscari comosum, è “Cipuddìne” oltre a” nel Gargano come in tutto il foggiano, il legume più Lampasciòne” (più ricorrente in tutta la Puglia); ori- usato è, invece, la fava (Biscotti, 2012). ginale anche “Spirella”, fitonomo con cui si identica Rispetto al Gargano il Subappennino utilizza meno Picris hieracioides, con il significato di spirale, proba- specie, ma rivela legami più intensi con le erbe selvati- bilmente da ricondurre alla struttura della rosetta. O che e, soprattutto preparazioni culinarie, diversificate ancora “Mustazze de crape”, fitonomo con il quale si e più ricche, nelle quali hanno un ruolo importante la identifica Tragopogon porrifolius, in relazione alla for- carne o il grasso animale. Il legame più intenso è pro- me delle foglie che altrove sono assimilate alla barba babilmente spiegabile per la condizione di isolamento di capra e qui, invece, ai baffi (“mustazze”). Di interes- socio-culturale del Subappennino rispetto al Gargano, se, inoltre, il fitonomo di “sevòné” (Sonchus sp.), usato più esposto ai mutamenti socio-economici ai quali ha solo in pochi comuni del foggiano e che invece trova certamente contribuito l’industria turistica (balneare, ampia diffusione in tutto il Barese. religiosa). L’uso di carni e grassi animali sono senza Di rilievo etnobotanico, infine, i fitonomi dialettali dubbio riconducibili alla natura più “montana” del Su- dell’isola linguistica, con radici (“panguaje”, “cuci- bappennino Dauno rispetto al Promontorio del Gar- na”) e frequenti terminazioni (desinenze) francofone: gano. Burràjene (Borago officinalis); Ceccuàjre (Cichorium Queste particolarità sono risultate ancora più eviden- intybus); Cequariùnne (Crepis vesicaria subsp. taraxa- ti nell’isola linguistica franco-provenzale (A.2) nelle cifolia); Mariùnne (Diplotaxis erucoides); Fenàu (Foeni- quali si possono trovare le radici di questa comunità culum vulgare subsp. piperitum); Ciardùnne (Onopor- che quando si insedia porta con sé tutto il bagaglio dum illyricum). culturale franco-provenzale, anche sul piano alimen- tare e gastronomico. Le fonti storiche e le stesse inter- viste ad anziani, sottolineano, infatti, che in origine è Conclusioni una comunità di contadini e allevatori (bovini, asini, maiali, muli) che si fanno conoscere per essere bravi Il legame con le erbe selvatiche delle comunità del “conservatori” di cibo, in particolare carni e semi (le- Subappennino Dauno emerge dall’alta considerazio- gumi, cereali). Non solo per ragioni climatiche (conte- ne che ne hanno in termini di “risorse” alimentari e sto montano, freddo), dunque, che solo qui, in Puglia, gastronomiche. Le erbe selvatiche entrano anche nel si trovano tradizioni legate alla produzione di insac- pranzo della domenica oltre che e più in generale nelle cati di carne di maiale, tra cui i prosciutti (prosciutti ricorrenze religiose (festività Pasquali, feste patronali). di Faeto); o ancora, l’utilizzo delle farine di mais per Le specie utilizzate sono in generale quelle della tradi- preparare il pane (a forma di pizza) e l’intenso uso di zione fitoalimurgica foggiana; aspetti caratterizzanti si legumi come i fagioli. Infine gli spezzatini a base di trovano nelle modalità di preparazione culinaria che Foeniculm vulgare. subsp. piperitum, Onopordum illy- divergono notevolmente, oltre che da quelle più comu- ricum, Silybum marianum con carne vaccina; nel resto ni in Italia, da quanto è rilevabile nella stessa provincia della provincia e della Puglia in generale, la carne, in- di Foggia. Il Subappennino Dauno si contraddistingue vece, è quasi sempre l’agnello. per il ridotto uso di olio d’oliva, invece, diffusamente e intensamente utilizzato in tutto il resto della provincia Per il resto il Subappennino Dauno si caratterizza e della regione. Aspetti importanti di un patrimonio con preparazioni culinarie che risentono fortemente bioculturale di una comunità che ha saputo adattarsi dell’influenza delle tradizioni della pianura foggiana e in un paesaggio montano della Puglia, nonostante le pugliese. È il caso di specie come Diplotaxis tenuifolia, forti influenze delle tradizioni della pianura foggiana, D. erucoides e di Muscari comosum; in A3 si sono docu- da una parte e, campana dall’altra, che ne segnano i mentate specie (Orobanche crenata, Tordylium apulum) tratti socio-culturali generali oggi. che trovano invece ampia diffusione dal barese al Sa- Ulteriori elementi distintivi si ritrovano nell’isola lin- lento (Biscotti, 2012). È però ancora alta la considera- guistica, tra i quali il ruolo assegnato alle erbe selva- zione che le comunità del Subappennino Dauno han- tiche nella preparazione di alcuni piatti importanti e no per le erbe selvatiche: Antonio Volpe, pensionato, originali (“Spezzatielle a casaje”, “Panguaje di cicule e contadino, uno dei tanti informatori chiave (A.1), da ciquàire”, “Cucina”), espressi con un lessico dialettale sempre favorisce la crescita di piante di “Carduncìd- che conserva preziose testimonianze di radici franco- dé” (Scolymus hispanicus), garantendosi la moltiplica- provenzali. zione della specie per sicure raccolte di tenere rosette Il Subappennino Dauno, pertanto, si connota con una con foglie più voluminose, tenere e dolci; si tratta di tradizione fitoalimurgica che attribuisce senza dubbio esperienze di domesticazione che andrebbero meglio maggiore valore (culturale, alimentare, gastronomico) indagate sul piano etnobotanico e agronomico. a cibi spontanei, “selvatici”, storicamente connotati Per ciò che riguarda il lessico dialettale, non mancano come “alimenti dell’urgentia”.
28 N. BISCOTTI, G. DEL VISCIO, D. BONSANTO I risultati di questa indagine permettono alcune consi- tella, Simitillo Tecla, Tascapane Luigi, Totaro Giovanni, Valentino derazioni finali importanti: le conoscenze si conserva- Maria, Vincenzo Filomera, Vincenzo Gioia, Vito Petitti, Volpe Rocco, Zullo Peppe. no ancora in comunità agricole, ancor di più se monta- ne, marginali socialmente e culturalmente; i depositari di queste conoscenze sono anziani e principalmente donne, condizione che la ricerca etnobotanica ormai Bibliografia ha fatto emergere ampiamente e, da tempo, in Italia e Accogli R., M archiori S., 2009. Ricerche etnobotaniche nell’agro non solo. Condizione, inoltre che rispecchia, del resto, di Fasano (Brindisi-Puglia). IV Convegno Nazionale “Piante la struttura sociale e demografica di ampi territori ita- Mediterranee. Le potenzialità del territorio e dell’Ambiente” liani (montagna e collina) fatti di borghi, paesi, esposti Marina di Nova Siri (MT), 7-10 ottobre: p. 165. da anni ad un inarrestabile spopolamento (diminuzio- A leo M., Cambria S., Bazan G., 2013. Tradizioni etnofarmacobo- ne nascite, emigrazione giovanile) e progressivo isola- taniche in alcune comunità rurali dei Monti di Trapani (Sicilia mento economico e sociale. Pertanto la stessa ricerca occidentale). Quaderni di Botanica Ambientale e Applicata 24: 27-48. etnobotanica ha ancora ampi spazi di indagine in que- sta importante parte d’Italia per “fermare” l’inarre- A rcidiacono S., Costa R. M arletta G., Pavone P., Napoli M., stabile perdita di saperi sull’uso alimentare delle erbe 2010. Usi popolari delle piante selvatiche nel territorio di Vil- larosa (EN - Sicilia Centrale). Quaderni di Botanica Ambienta- selvatiche, essendo interrotta da anni, come è noto, la le e Applicata 1: 95-118. secolare ed efficiente trasmissione orale di questi sa- Baselice G., 1812. Memoria statistica sulle qualità, uso di alcu- peri. Il loro recupero può essere strategico per contri- ne piante… di Capitanata. Delle piante economiche. Art. VII, buire a qualificare e caratterizzare l’offerta turistica di Giornale Enciclopedico di Napoli. VII, T.1: pp. 98-104. tante aree rurali italiane, nelle quali però si fa ancora Biscotti N., 2012. Botanica delle erbe eduli. Peregrinazioni fitoali- poco in proposito; e, probabilmente, ancora poco si fa murgiche. Dal Gargano alle Puglie, ed. Centro Grafico France- anche sul piano della divulgazione del ricco patrimo- scano. Foggia. nio culturale intorno alle erbe selvatiche che la ricerca Biscotti N., Pieroni A., 2015. The hidden Mediterranean diet: etnobotanica già da tempo ha fatto emergere in Italia. wild vegetables traditionally gathered and consumed in the Confermano, infine, che le “verdure” selvatiche, sul- Gargano area, Apulia, SE Italy. Acta Societatis Botanicorum le quali si è concentrata questa indagine, introducono Poloniae 84(3): 327-388. nuovi elementi da approfondire, principalmente sul Camangi F., Stefani A., Uncini M anganelli R.e., Tomei P.E., loro ruolo che è andato oltre la dimensione dell’ur- Trimarchi S., Oggiano N., Loni A., 2007. L’uso delle erbe gentia, divenendo come nel caso del Subappennino nella tradizione rurale della Toscana (vol. III). ARSIA Regione Toscana, Firenze. Dauno, elementi importanti di una ricca tradizione alimentare che rischia di perdersi per l’inarrestabile Camarda I., Carta L., Vacca G., Brunu A. 2017. 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