AQVILEIA NOVA IV foglio del civismo culturale udinese - aquileia nova
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AQVILEIA NOVA IV foglio del civismo culturale udinese Numero Unico del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” / Presidenza: prof. Alberto Travain / email: fogolarcivic@libero.it / aquileianova@libero.it / www.aquileianova.eu // Ciclinprop gratuito: Udine 11.06.2018 Un'Euroregione confederale per rimanere noi stessi in Europa nel segno comune di Madre Aquileia! Siamo in giugno, ossia a tre mesi dalle elezioni politiche italiane, ad uno ed oltre da quelle regionali del Friuli Venezia Giulia e da quelle comunali udinesi. Lo scenario è politicamente cambiato, non soltanto in ambito italico, ma anche transfrontaliero, alpino-adriatico, euroregionale, che dir si voglia. S'è votato anche in Slovenia. Ed ecco formarsi o forse ricomporsi per sommi capi e su temi specifici una compagine pur variegata che dall'Adriatico anzi dallo Ionio raggiunge il Baltico. Tutti sovranisti, tutti a far barricate contro l'interminabile ondata migratoria, tutti a contestare un'Europa dei banchieri usurpatrice dei diritti dei popoli. Tutti d'accordo anche sul separarsi, sul riconoscere come totalmente fittizio e infondato il legame tra le genti del Vecchio Continente, comprese quelle egregiamente integrate di recente approdo? Sarebbe un affronto alle nostre radici, quelle vere, quelle profonde, che non sono italiane od austriache, croate o ungheresi, bensì friulane, carinziane, istriane, fiumane... Radici diffuse, che s'intersecano e sfidano Stati e Nazioni. Innanzitutto l'augurio più sincero è quello che i territori della nostra piccola Europa, quella “aquileiese”, quella che per secoli ci ha affratellati sotto le insegne di un patriarcato che vorremmo rivedere laico, moderna confederazione morale e politica, tra Adriatico e Drava, anzi, come in origine, sino al Danubio, sappiano farsi davvero propulsori di una pluralistica coesione del cuore dell'Europa rispetto ai poteri forti del Continente e del mondo. Lo facciano anche coinvolgendo i rispettivi Paesi d'attuale appartenenza oppure svincolandosi dagli stessi qualora osteggiati in questo proposito. Sarebbe comunque vergognoso che i popoli di Aquileia ritrovassero una qualche affinità sull'esclusivo tema della rispettiva difesa di diritti e confini. Sarebbe la riprova dello scarso impegno delle classi dirigenti dei nostri territori, salvo degne eccezioni, nella promozione di una seria, diffusa e capillare coscientizzazione culturale, identitaria, tesa a riannodare antichi fili, a riconnettere, non solo come ambito di relazione preferenziale e di cooperazione ma anche come spazio di appartenenza, quell'Euroregione cui i nostri politici neanche sono stati capaci di dare un nome all'altezza delle sue tradizioni. L'hanno chiamata “Senza Confini” ossia nullità, davvero un “non luogo”, realtà neutra e sterile, senza memoria e senza, perciò, un futuro consapevole! Complimenti! Bravi! Sarà il caso, allora, che la nostra Udine, rinnovati i vertici amministrativi, si rimetta a fare politica estera, come ai bei tempi, sebbene truci, in cui liberamente agiva da interlocutore internazionale! Riusciranno i nostri “eroi”, anzi vorranno, o rimarranno inchiodati alla politica della mattonella e della fontanella o dell'emergenza immigrati per la quale anche certo sono stati eletti? Volare alto! Amministrare una “Nuova Aquileia” non è come reggere un ridente comunello senza ambizioni, senza antichi sogni nel cassetto... Prof. Alberto Travain presidente FOGOLÂR CIVIC 1
Comunicato Fogolâr Civic – Udine, 25 aprile 2018 “Resistence cuintri des cjacaris e dai imbrois”: civismo udinese per il 25 aprile Fogolâr Civic e Academie dal Friûl celebreranno il 25 di ogni mese la “meglio” gioventù della Mitteleuropa impegnata contro tiranni e malavitosi di casa e nel mondo. Travain: “Richiamo patriottico e cosmopolita alla rivolta popolare permanente a tutela del bene comune nello spirito irriducibile di Madre Aquileia!” –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “Celebrare, in Friuli, in Italia, la Festa della Liberazione sia celebrazione a 360 gradi di ogni rivolta contro ogni tirannide ed invasione nonché incitamento a presidio e mobilitazione popolari permanenti. Non sia, invece, celebrazione della presente Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza sì, ma manifestatasi in mille campi figlia non degna dei suoi molteplici ideali e valori: una Repubblica che per interessi di bottega e strategici disinvoltamente dialoga, ai suoi vertici, con conclamati tiranni quali, non ultimo, il generale-presidente egiziano Al Sisi e ciò nonostante l'impunito scempio in terra nilotica del probo ricercatore friulano Giulio Regeni, un vero 'resistente' della cultura, della civiltà, della verità, che lo Stato italiano – sono due anni e tre mesi esatti dalla tragedia – mostra chiaramente di aver deciso di sacrificare e sulla cui tragedia ancora si concede qualche insopportabile nota retorica. Celebriamo i popoli che si ribellano ai loro tiranni e ai loro invasori, ovunque, nello spazio e tempo. Ma basta richiami alla difesa dei valori di una Repubblica che, in mille modi ed in mille campi, da tanto tempo ne ha fatto carta straccia!”. Questa la durissima nota del Fogolâr Civic udinese, guidato dal prof. Alberto Travain, in occasione del 25 aprile 2018: “'resistence cuintri di cjacaris e imbrois di Stât', contro retorica e ambiguità istituzionali ci si deve tutelare e ribellare al giorno d'oggi!” –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Comunicato Fogolâr Civic – Udine, 26 aprile 2018 A Udine celebrazioni civiche per San Marco “euroregionale” Il 25 aprile 2018 il Fogolâr Civic ha festeggiato nel capoluogo storico friulano il “pari de civiltât alpine-adriatiche” –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Tutte le signore del Fogolâr Civic con una rosa rossa ossia il “bocolo” di San Marco, dono del presidente sociale, prof. Alberto Travain, tradizione veneziana che l'intellettuale udinese ha riconnesso ad antichi simbolismi friulani, richiamanti il mito del Patriarca Bertrando e la fazione storica popolare “zamberlana”. Mercoledì 25 aprile 2018, ricorrenza di San Marco, una comitiva del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” si è data appuntamento a Udine, nel Duomo, presso l'altare specificamente dedicato alla figura, per celebrare quello che il sodalizio da anni considera come “giorno della cultura euroregionale”, assumendo l'evangelista a matrice della civiltà alpino-adriatica o mitteleuropea. Nella sua dissertazione in friulano, il prof. Travain ha rievocato le tappe della leggenda marciana: dallo sbarco del santo nell'omonima pineta di Aquileia alla predicazione aquileiese in tutta la Mitteleuropa romana sino alla dispersione del suo Vangelo, conservato nell'antica metropoli altoadriatica, tra le cattedrali di Cividale, Praga e Venezia; dal furto delle reliquie per mano veneziana ad Alessandria d'Egitto alla sostituirsi della Serenissima ad Aquileia come capitale anche culturale-religiosa del Nordest italico. “O sin ca a ricuardâ il San Marc di Aquilee, che al unive i popui di là dai confins, no il patron de Republiche di Vignesie, che al meteve dongje dome i siei!” ha rimarcato Travain. Lo studioso romano Alfredo Maria Barbagallo si è soffermato, invece, sulla persona di Marco e sul non troppo indagato suo rapporto con la Sacra Sindone. Presso lo stesso altare infine è stato deposto un mazzo di rose con la dedica “al pari de civiltât alpine-adriatiche”. Presenti anche il presidente dell'Arengo cittadino udinese, prof.ssa Renata Capria D'Aronco, alla guida anche del Club per l'Unesco di Udine, il vicepresidente arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato insieme ai consiglieri popolari Alfredo Maria Barbagallo, Jolanda Deana, Luisa Faraci, dott. Carlo Alberto Lenoci, Luigina Pinzano. Per il Servizio Cerimoniale fogolarista sono concorsi i collaboratori Manuela Bondio, Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Renata Marcuzzi, Eugenio Pidutti, Paola Taglialegne Tra gli intervenuti, anche don Tarcisio Bordignon, cappellano onorario del Fogolâr Civic, il geom. Sergio Bertini, presidente provinciale udinese dell'Istituto del Nastro Azzurro e la sig.ra Mirella Valzacchi, del coordinamento euroregionalista friulano “Europa Aquileiensis”. 2
Comunicato Fogolâr Civic – Udine, 26 aprile 2018 Ricordato a Udine chi salvò Palmanova nel 1945 Fogolâr Civic rinnova l'omaggio alla memoria di mons. Merlino e di quanti altri contribuirono al salvataggio della città stellata, monumento rinomato del Friuli in tutto il mondo. –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Palmanova, la celeberrima città-fortezza stellata friulana progettata per conto di Venezia da Giulio Savorgnan non esisterebbe più se, dopo estenuanti trattative condotte nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1945, l'arciprete locale mons. Giuseppe Merlino, offrendo la sua stessa vita in cambio, non avesse dissuaso i nazisti in ritirata dall'intento di farla saltare in aria. A Udine, in occasione della tradizionale Festa di San Marco, non solo patrono della Serenissima, ma prima ancora di Aquileia e del Friuli oltreché della Mitteleuropa, il 25 aprile 2018, una delegazione del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, guidata dal prof. Alberto Travain, anche in rappresentanza del Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl”, ha appositamente deposto un mazzo di rose presso la locale colonna marciana, al chiaro scopo di rendere omaggio – come nella dedica – “a bons. Merlino e a ducj chei che a àn salvade Palme”. Ogni anno, dal 2012, da quando, per iniziativa del suo presidente, il Fogolâr Civic ha riproposto la memoria storica e leggendaria delle vicende che portarono al salvataggio di uno dei monumenti del Friuli chiaramente più noti al mondo, il sodalizio, nell'anniversario, ha reso omaggio,alla tomba dell'arciprete con una deposizione floreale ed un momento commemorativo presso la suggestiva chiesa palmarina di San Francesco. Quest'anno, invece, la commemorazione s'è fatta a Udine, omaggio del popolo della capitale friulana a chi salvò dalla distruzione la “città ideale” realizzata in Friuli dalla civiltà europea del Rinascimento per fronteggiare l'avanzata ottomana nel cuore del Continente. Il tutto, non a caso, nel giorno di San Marco, per motivi anche diversi, caro alla storia e alla cultura di entrambe le località. Particolarmente pregnante la testimonianza di don Tarcisio Bordignon, notissimo sacerdote udinese nativo di Palmanova, oggi anche cappellano onorario del Fogolâr Civic, che fu discepolo di mons. Merlino, di cui ha ricordato la grande statura morale di pastore e di uomo di carità, cosiddetto “Leone di Palmanova”, spesosi per salvare da nuovi barbari l'eccezionale propugnacolo friulano di Venezia. Alla cerimonia sono intervenuti anche il cameraro presidente dell'Arengo udinese, prof.ssa Renata Capria D'Aronco, leader tra le altre del Club per l'Unesco di Udine, il procuratore vicepresidente arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato nonché i consiglieri popolari Alfredo Maria Barbagallo, Jolanda Deana, Luisa Faraci, dott. Carlo Alberto Lenoci, Luigina Pinzano. Il Servizio Cerimoniale del Fogolâr Civic era presente nelle persone dei collaboratori Manuela Bondio, Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Renata Marcuzzi, Eugenio Pidutti, Paola Taglialegne Tra gli intervenuti, anche il geom. Sergio Bertini, presidente provinciale udinese dell'Istituto del Nastro Azzurro e la sig.ra Mirella Valzacchi, del coordinamento euroregionalista friulano “Europa Aquileiensis”. –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Comunicato Fogolâr Civic – Udine, 26 aprile 2018 Regeni come Bragadin, eroe altoadriatico ricordato a Udine nel giorno di San Marco Nel Giorno della Cultura Euroregionale il Fogolâr Civic celebra i giovani testimoni contemporanei del valore mitteleuropeo, figlio di Madre Aquileia –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Con l'antico triplice grido di guerra “San Marco!”, nel quadro delle celebrazioni popolari spontanee della ricorrenza di San Marco Evangelista, ribattezzata come “Giornata della Cultura Euroregionale”, mercoledì 25 aprile 2018, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” unitamente al Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, aderente la Presidenza del Club per l'Unesco di Udine, patrocinante l'Arengo udinese, ha reso omaggio, nella capitale storica del Friuli, al fiero ricordo del ricercatore friulano Giulio Regeni a due anni e tre mesi dalla sua scomparsa nonché alla memoria del coraggioso giornalista slovacco Jan Kuciak a due mesi dal ritrovamento del cadavere. Un mazzo di “bocoli” ovvero di rose “marciane” dedicato ai due giovani “fîs eroics de Mittel-Europe” di oggi, deposto presso la locale colonna forense “della Giustizia”, ha siglato l'avvenimento. “Entrambi, in qualche modo, esempi di lotta contro la tirannide ai giorni nostri e di inettitudine o compromissione a seconda dei casi dei rispettivi governi nazionali, i dolorosi casi Regeni e Kuciack differiscono per le diverse potenza e incidenza delle mobilitazioni di popolo nei Paesi di appartenenza delle due vittime, mobilitazioni che in Slovacchia hanno concorso alla decapitazione dell'esecutivo, mentre in Italia e nel natio Friuli Venezia Giulia di Giulio Regeni, se anche le maggioranze che hanno malgestito la 3
tragedia risultano fortemente compromesse, non si può dire che vi sia una pressione sociale tale sul tema da indurre i governanti a consoni consigli. In Italia e in Friuli, alla fine, pare prevalere la ragion di Stato, non il patriottismo, non la più intransigente civica ed umana solidarietà. Ma che popolo è, se non misera ed informe plebe, quello che antepone gli affari di bottega dei propri potenti, gli interessi strategici internazionali del proprio Stato e le infinite dietrologie correlate agli stessi, al sentimento istintivo, naturale, sanguigno, della difesa a prescindere della propria gente, di un proprio figlio, in questo caso eroico? Che popolo è il popolo italiano? Che popolo è il popolo friulano? Rispetto, certo, per le generose mobilitazioni registrate in questi due anni, ma non basta. L'Egitto ha dimostrato che gli italiani si possono sequestrare, torturare per giorni, uccidere ignominiosamente, continuando a ricevere complimenti e lusinghe dalle più alte cariche dello Stato italiano. Che vogliamo di più? Che rispetto pretendiamo dal mondo se non ne abbiamo di noi stessi? Che dire del Quirinale, che ha confermato l'amicizia italiana al rieletto presidente d'Egitto, pur rinnovando, pro forma, l'istanza di verità per Giulio Regeni? Una verità che evidentemente è il segreto di Pulcinella! Tipicamente italiano! Ebbene, noi vogliamo che i Friulani si distinguano, che le genti del Nordest si distinguano, si dissocino da questi atteggiamenti; che le genti figlie di Aquileia come lo era Regeni, si sentano principalmente colpite e mobilitate ad oltranza nel nome di Giulio, unite ed irriducibili contro tutto e tutti, a difesa di un proprio figlio. Quale orgogliosa indignazione sollevò secoli or sono in tutto l'Alto Adriatico – ed in tutta Europa eccettuata la Francia – l'orribile scuoiamento da parte dei Turchi del valorosissimo capitano veneziano Marcantonio Bragadin? Quale voglia di riscatto, che si risolse nella sonora 'lezione' di Lepanto? Vecchie storie, si dirà. No, semplicemente storie di dignità, di senso della patria e della propria gente, di tutta un'umanità da riscattare. Se questi sono oggi sentimenti tramontati, significa che siamo tramontati noi, che non siamo popolo civile! Regeni come Bragadin!”. Appassionato il discorso tenuto dal prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic, cui ha fatto seguito l'intervento del cameraro dell'Arengo udinese, prof.ssa Renata Capria D'Aronco. Presenti, il procuratore vicepresidente arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato nonché i consiglieri popolari Alfredo Maria Barbagallo, Jolanda Deana, Luisa Faraci, dott. Carlo Alberto Lenoci, Luigina Pinzano. Il Servizio Cerimoniale del Fogolâr Civic è intervenuto nelle persone dei collaboratori Manuela Bondio, Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Renata Marcuzzi, Eugenio Pidutti, Paola Taglialegne Tra le rappresentanze, il geom. Sergio Bertini, presidente provinciale udinese dell'Istituto del Nastro Azzurro e la sig.ra Mirella Valzacchi, del coordinamento euroregionalista friulano “Europa Aquileiensis”. –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Comunicato Fogolâr Civic – Udine, 29 aprile 2018 “Riportare l'ordine nelle scuole per riportarlo nella società!” Dopo i casi di Lucca e dello Stringher, il civismo udinese e friulano stretto attorno al Fogolâr Civic chiede di sottrarre autonomia e discrezionalità alle istituzioni scolastiche in materia educativa. Travain: “Sia lo Stato o meglio la Regione a decidere le regole: a scuola si applichino e si sorveglino! Bisogna rompere le viziose dinamiche che ostacolano una vera e seria didattica della convivenza civile!” –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “Se gli studenti di Lucca non avessero diffuso i video delle loro bravate e il docente dello 'Stringher' di Udine non fosse finito all'ospedale e innanzitutto sulle pagine della stampa locale, chissà se, nel vigente regime di libera concorrenza selvaggia, l'omertà serpeggiante tra le scuole a tutela di un buon nome utile a raffazzonare utenti ad ogni costo per mantenere classi, posti ed entrate, avesse permesso comunque di far emergere l'accaduto, di valutarlo nei suoi veri contorni e auspicabilmente di trarne le debite conclusioni?”. Tagliente, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, del Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl” e del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” oltreché Delegato Presidenziale del Club per l'Unesco di Udine alla Formazione Civica e alla Cittadinanza Attiva, affida il 29 aprile 2018 a una nota stampa un duro commento sui perniciosi fatti registrati emersi di recente in ambito scolastico. “Bisogna riportare l'ordine nelle scuole. 'La Scuola deve educare, non punire!' eccepiscono i 'buonisti', devastatori di ogni principio. La punizione rientra nel campo di un'educazione impartita e rifiutata. Quindi, ci sta perfettamente, in termini costruttivi! Ma qui non si tratta soltanto di carenza o risibilità delle punizioni. Figuriamoci quali effetti possano avere, ad esempio, le sospensioni presso ragazzi i cui orizzonti risultano avulsi da ordinaria civiltà! Il problema sta a monte. Manca un'educazione a monte. Non si insegna e non si governa la scuola, oggi ostaggio dei genitori-utenti, minimizzando il problema educativo! Certi fatti avvengono perché lo Stato e i suoi dirigenti scolastici non sono in grado d'imporre e garantire condizioni educative di base o perché dette condizioni non vengono nemmeno prospettate come tali, non costituiscono regola minima oggettiva da seguire annegando nel dubbio della norma ondivaga, contraddittoria, poco credibile, rinegoziabile continuamente tenuto conto dei contingenti rapporti di forza? Se carriera e riconoscimenti di un 'preside' oggi come non mai si misurano certo segnatamente in base al numero degli iscritti e dei promossi presso la sua scuola, il raggiungimento non secondario di tali obiettivi pare, nella pratica, fare a pugni con certe legittime pretese educative, destinate a sfumare di fronte al capriccio dell'utenza più irresponsabile e talvolta al capestro di una legislazione 'populista' che, da lunga tratta, ha destabilizzato scuola, famiglia, società, istituzioni, minando o destrutturando equilibri sostituiti da traballanti od inconsistenti impalcature morali e sociali. Se certi atti fossero frutto anche di cosiddetto disagio sociale e psicologico, quanto di quello stesso disagio sarebbe da imputare a conseguenza della situazione di ambiguità e precarietà diffusa, creata o legittimata in vari settori dal legislatore? Detta in modo semplice: se ragazzi e bambini danno i numeri perché si ritrovano, ad esempio, famiglie che vanno a rotoli, chi ha legittimato e quindi incentivato il diritto di mandare a rotoli le famiglie se non lo Stato attraverso la sua legislazione? Scuole non raramente ridotte a squallido campo d'ipocrisia e omertà assunte come arma di difesa e pratica indecorosa di sopravvivenza non può svolgere affatto un ruolo educativo credibile e determinante nei 4
confronti delle giovani generazioni! Istituzioni ridotte ad amministrare e contenere il capriccio e le bizze di un'utenza sempre più ingovernabile in luogo di uno Stato o di una Regione con vero senso di sé nonché del valore civico orientante della funzione pubblica: questa pare essere la situazione odierna. Sottrarre autonomia e discrezionalità alle istituzioni scolastiche e sottoporle a rigido controllo pubblico, statale o regionale, anche in tema di regole di condotta e di loro applicazione! Bisogna riportare l'ordine nelle scuole per poterlo riportare anche nella società! Un dirigente scolastico non può essere il piccolo sovrano assoluto della sua scuola per il fatto che la legislazione gli permette di tenere in pugno i docenti di sede e d'imporre loro tolleranze consonanti con le sue ambizioni d'incremento dell'utenza! E gli insegnanti dovrebbero mostrarsi in genere più uniti e solidali tra loro, non pendere dal labbro di dirigenti che ne calpestano non di rado dignità e professionalità! Docenti alla mercé di dirigenti, genitori e studenti tutto rappresentano fuorché la necessaria autorità, precondizione per far gustare alla giovane utenza l'autorevolezza della propria didattica e del messaggio culturale diffuso. Insegnanti come capro espiatorio dell'apparente fallimento educativo di uno Stato che sembra abdicare rispetto al ruolo di educatore indirizzato proficuamente a garantire convivenza e coesione della comunità? Sia lo Stato o meglio la Regione a decidere le regole: a scuola si applichino e si sorveglino! Bisogna rompere le viziose dinamiche che ostacolano una vera e seria didattica della convivenza civile!” –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Comunicato Fogolâr Civic – Udine, 30 aprile 2018 Travain lancia a Udine l'idea del “Mittelball” euroregionale Il presidente del Fogolâr Civic agli incontri Unesco per la Giornata Internazionale della Danza espone l'idea di un ballo di debutto nel cuore friulano della Mitteleuropa: “Così si rifonda, accostando i giovani alla tradizione, una piccola grande patria comune, eredità di Aquileia!”. –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Venerdì 27 aprile 2018, a Udine, presso la sede universitaria di Palazzo Florio, nella cornice degli incontri culturali dedicati dal Club per l'Unesco di Udine alla Giornata Internazionale della Danza, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, del Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl” e del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” nonché Delegato Presidenziale del locale Club alla formazione civica e alla cittadinanza attiva, è intervenuto in lingua friulana con un singolare contributo dal titolo “Dal bal des debutantis a chel dai coscrits tal sium di un grant Udin” (Dal ballo delle debuttanti a quello dei diciottenni nel sogno di una grande Udine). Tema apparentemente insolito – ha detto il professore – per la sfera di un impegno civico che solitamente usa altri argomenti. Un “bal di debut” inteso, però, come festosa ma compunta e radicata presentazione sociale delle generazioni neomaggiorenni – ha detto Travain – può essere davvero un appuntamento “strategjic” nel quadro di una ripensata e più incisiva formazione alla cittadinanza, occasione mondana e culturale di accoglienza della gioventù in seno alla comunità civile ma anche simbolica assunzione di responsabilità da parte della prima nei confronti della seconda. Il docente è andato alle radici di una tradizione da rivisitare, che anche nel Friuli trova apprezzabili testimonianze: prima fra tutte forse – ha ricordato Travain – quella inerente al fatale ballo di carnevale a ridosso della famigerata “Crudel Zobia Grassa”, ballo in onore della debuttante Lucina Savorgnan, tenutosi a Udine, dove oggi si trova Piazza Venerio, la sera del 26 febbraio 1511, evento dal quale prese le mosse l'universalmente nota tragedia di Romeo e Giulietta immortalata da Shakespeare. Ma, come richiamato dal titolo stesso della conferenza, non un ballo qualsiasi ma uno degno di “un grant Udin” non dovrebbe circoscriversi – ha rimarcato il relatore – entro una dimensione meramente locale, municipale, e nemmeno solamente friulana. “Udin 'Aquilee gnove' al clame la Mittel-Europe!”: ultima sede del Patriarcato, padre culturale comune dell'area alpino-adriatica e danubiana o mitteleuropea, Udine – a detta di Travain – oltreché capitale morale di un Friuli, mitico cuore cesariano d'Europa, dovrebbe riproporsi, anche eventualmente attraverso l'idea di questo ballo, come matrice e riferimento di tutte le genti che in qualche modo Aquileia unì, quindi davvero la Mitteleuropa. L'idea di un “Mittelball” udinese – così l'ha definito il relatore –, sorta di “batisim”, di battesimo laico, sociale, civico, euroregionale, eco secolare – ha rimarcato Travain – di quello spirituale, culturale, morale, che la grande Aquileia impartì in secoli remoti affratellando i più diversi popoli dell'Europa Centrale, potrebbe davvero – ha sottolineato – essere un volano per il rilancio del capoluogo storico friulano quale centro, riferimento, di una rinascita o reinvenzione di una comunità europea alpino-adriatica procedente dal Friuli e dalle sue radici di crocevia e di propulsore internazionale. Ballo di debutto di una gioventù da ricollegare a una tradizione, che anche nel campo della danza ha in Friuli e nella Mitteleuropa espressioni proprie particolari, come è noto, dalla Furlana al Walzer, ha prospettato Travain, condividendo anche la proposta della maestra Maria Isola, presente in sala, di estendere la festa danzante all'intera comunità. Un'idea, quella del “Mittelball” di debutto euroregionale, su cui da tempo il prof. Travain si confronta con la presidente dell'Arengo udinese nonché del Club per l'Unesco locale, prof.ssa Renata Capria D'Aronco incontrandone sincera adesione. Anche la presidente dell'Associazione Giulietta e Romeo in Friuli, prof.ssa Laura Zanelli, intervenuta all'incontro, ha dichiarato la propria disponibilità a collaborare alla realizzazione di un'iniziativa del genere. “Così si rifonda, accostando i giovani alla tradizione, una piccola grande patria comune, eredità di Aquileia!” ha concluso Travain. Presente anche delegazione sociale del Fogolâr Civic composta dalla segretaria sig.ra Jolanda Deana e dalle sodali sig.ra Marisa Celotti e sig.ra Paola Taglialegne. 5
Comunicato Fogolâr Civic – Udine, 1 maggio 2018 “Con o contro il Comune: il civismo udinese si stringa attorno al rinnovato Arengo!” Il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, s'interroga sul futuro dei rapporti tra cittadinanza attiva e nuovi “sorestants” comunali, in vista del ballottaggio Fontanini-Martines. –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ In occasione del Primo Maggio, Festa del Lavoro ma anche antichissima festività di primavera, di auspicata rinascita, di fronte ai risultati parziali delle elezioni comunali udinesi, approdanti a ballottaggio Fontanini-Martines, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, diffonde una nota in cui s'interroga sui futuri rapporti tra i nuovi “sorestants” e la ricostituita assemblea popolare cittadina spontanea denominata “Arengo”. Eccone il testo. “Dal 2015 la cittadinanza udinese ha di nuovo l'opportunità, per lo meno una volta all'anno, nell'usuale scadenza del 29 settembre, di riunirsi, proporre e deliberare insieme posizioni, pronunciamenti, da sottoporre ad amministratori e soggetti terzi. Un'opportunità di autoconvocarsi e di farsi sentire come collettivo, che si è ritagliata autonomamente, su primo stimolo del Fogolâr Civic, movimento civico culturale mobilitato da decenni allo scopo, in un epoca in cui, in Italia, più volte è sembrato montare l'istanza di un concorso diretto del cittadino alla gestione della cosa pubblica, istanza crescente al montante degradare della fiducia verso le rappresentanze politiche. 'Judâsi un cul altri e vê vôs in cjapitul', 'solidarietà e partecipazione': ecco il motto di sintesi di una campagna di promozione di un senso di cittadinanza attivo e radicato nelle tradizioni del repubblicanesimo partecipativo storico udinese, avviata nel 1989 dal civismo che si raccoglie oggi attorno alle insegne del Fogolâr Civic e che iniziò la sua opera, al tempo, dai microfoni di una radio locale con la battagliera rubrica intitolata 'La Cjampane dal Arengo'. Fondato nel 1340 dal patriarca aquileiese Bertrando, patrono civile e padre della massima costituzione democratica locale, l'Arengo ossia l'assemblea popolare della cittadinanza udinese fu abolita dalla Serenissima nel 1513 in seguito ai tumulti della 'Joibe Grasse' di due anni prima. Dall'ultimo scorcio del Novecento, il richiamo storico-culturale, civico-politico, a quella Udine, Atene friulana, 'Nuova Aquileia' partecipativa, divenne costante di un certo civismo, anche con approdi considerevoli, come la proclamazione in Consiglio municipale, nel 2001, del Patriarca Bertrando, padre dell'Arengo, a patrono laico della città e la collocazione, nel 2015, di una sua effigie artistica, dono del Fogolâr Civic, nella Sala del Popolo di Palazzo D'Aronco. Il 29 settembre dello stesso anno, dopo aver invano sollecitato il Comune a prendere l'iniziativa, quello stesso civismo riunì, di nuovo, dopo 502 anni, un'assemblea deliberante del popolo cittadino, assemblea – si disse – 'autoriconvocata', che non soltanto votò le proposte presentate dalla cittadinanza convenuta, ma elesse, come l'antico Arengo, civiche magistrature, aventi, in questo caso, il fine di perorare di fronte alle autorità e presso le forze sociali le cause sollevate in assise; magistrature, queste, al cui vertice si conferma ancor'oggi la figura proba ed apprezzata della prof.ssa Renata Capria D'Aronco, anche presidente del Club per l'Unesco di Udine. I candidati poi al ballottaggio per la poltrona di Primo Cittadino nel 2013, professori Adriano Ioan e Furio Honsell, alle ore 12 di mercoledì 17 aprile di quell'anno, firmarono, nelle mani del sottoscritto prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic, un capitolato d'intenti implicante, al primo punto, un impegno preciso a 'sviluppare periodiche pratiche di partecipazione civica collegiale autodeterminata, propositiva e deliberativa quantunque giuridicamente non vincolate, da integrarsi nell'ordinamento municipale' ossia 'di tornâ a vê une ponte di ce che al jere il Renc citadin pastanât dal Patriarcje Beltram e abulît cinccent agns indaûr'. Ricorrevano, infatti, in quell'anno, i cinque secoli dall'abolizione della formidabile assemblea cittadina. Titolo del punto da sottoscrivere: 'Democrazia partecipativa: rifondare l'Arengo cinquecento anni dopo la sua abolizione'. Il prof. Ioan perse le elezioni e dopo qualche anno, compianto, morì; il prof. Honsell fu riconfermato, ricordò l'abolizione dell'Arengo e dei diritti politici storici del popolo udinese in Consiglio comunale; poi, in questo campo, il nulla. E l'iniziativa, allora, l'assunse direttamente il civismo sociale. Honsell garantì ospitalità in municipio, la sua personale partecipazione all'assemblea ed eventi ad essa correlati, l'incontro e l'ascolto delle delegazioni, qualche pur raro coinvolgimento collaborativo dell'Amministrazione. Ora il futuro del riformato Arengo udinese, auspicato ed autonomo 'cavallo di Troia' del cittadino comune in seno al governo della città, sarà un regredire rispetto a livelli di riconoscimento ottenuti sinora oppure un proficuo incremento in termini di considerazione e partecipazione costruttiva al bene collettivo? Il futuro dell'Arengo cittadino sotto il nuovo sindaco Fontanini o Martines sarà di valida integrazione nella macchina politico-amministrativa di una Udine rivolta al futuro ma immancabile nel traghettare in quella direzione anche opportunità ed esperienze di democrazia diretta procedenti dalla radice del suo essere comunità? Oppure l'Arengo dovrà porsi strenuamente come Comune 'estrinseco', realtà alternativa di raccolta e progetto della cittadinanza inascoltata e scontenta, laboratorio equilibrato e autorevole del fermento civico, della più o meno latente e cosciente opposizione ai 'sorestants' di turno? Con o contro il Comune, il civismo udinese, quello vero, si stringa attorno al rinnovato Arengo!”. 6
Comunicato Arengum/Arengo/Renc – Udine, 7 maggio 2018 (fonte concessa) A Udine la politica rende omaggio all'Arengo dei cittadini Fontanini e Martines hanno sottoscritto presso la fontana di Piazza San Giacomo un capitolato d'impegni sottoposto loro dal presidente della rinnovata assemblea popolare istituita dal Patriarca Bertrando. Capria D'Aronco: “Riconoscimento di autorevolezza e base per future proficue sinergie” –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Hanno pubblicamente firmato entrambi il capitolato d'impegni sottoposto loro dal presidente dell'Arengo cittadino, prof.ssa Renata Capria D'Aronco. Domenica 6 maggio 2018, presso la fontana di Piazza Matteotti o San Giacomo, a Udine, candidati ammessi a ballottaggio per la locale carica di Sindaco, ossia l'on. Pietro Fontanini ed il dott. Vincenzo Martines, hanno sottoscritto tutti e venti i punti del documento civico tratto dal deliberato arengario udinese 2015-2017. “Apprezzabile e per nulla scontata la firma d'impegno dei candidati in lizza: segno positivo di trasversale riconoscimento di autorevolezza, ai vertici del mondo politico cittadino, nei confronti della rinata assemblea popolare, fondata nel 1340 dal celeberrimo Patriarca Bertrando e autoriconvocatasi in seno al civismo locale di oggi a partire dal 2015. Da qui la fiducia, dunque, in una maggiore sinergia tra Comune e Arengo, realtà accreditata già dal sindaco Honsell, ad incremento del bene comune e dello spirito partecipativo degli udinesi, dato identitario da rinnovare tra la cittadinanza odierna!”: così ha commentato soddisfatta il “cameraro” del ricostituito Arengo, prof.ssa Capria D'Aronco. Note particolari. Martines, puntuale all'incontro, riguardo all'articolo 16 del capitolato, richiamante il “diritto naturale del popolo catalano alla propria autodeterminazione”, ha voluto chiarire un propria specifica lettura del testo, interpretando quello stesso diritto come fondato sulla coscienza. Fontanini, causa disguido arrivato scusandosi con qualche ritardo, ha aderito alla lettera del documento promettendo, in taluni casi, anche di andare oltre il deliberato civico. Presenti alla sottoscrizione anche il procuratore arengario, dott. Maria Luisa Ranzato con i consiglieri popolari sig. Alfredo Maria Barbagallo e dott. Carlo Alberto Lenoci. A far da corona, anche rappresentanza del Movimento Civico Culturale Alpino- Adriatico “Fogolâr Civic”, realtà sociale prima promotrice della ricostituzione dell'Arengo, con il presidente prof. Alberto Travain e le collaboratrici sig.ra Marisa Celotti e sig.ra Mirella Valzacchi. Alla fine, per entrambi i candidati, foto presso la storica fontana di Giovanni da Udine con la grande bandiera dell'Arengo, bianconera profilata di rosso, richiamo ai vessilli da combattimento dei “quintieri” politico- militari in cui nel Medioevo si articolava il popolo-esercito comunale. Ecco il testo sottoscritto dai due candidati Sindaco di Udine. LA PRESIDENZA POPOLARE ELETTA DALLA CITTADINANZA UDINESE RIUNITA IN ARENGO IL 29 SETTEMBRE 2017, sentite le altre magistrature espresse dalla medesima assemblea, ha concordato di sottoporre alla condivisione dei candidati ammessi a ballottaggio per la locale carica di Sindaco, come da costume, presso la fontana di Piazza Matteotti o San Giacomo, alle ore 11 di domenica 6 maggio 2018, il seguente capitolato di civiche istanze, tratte dal deliberato assembleare arengario 2015-2017, a scopo di sottoscrizione generale o parziale (per punti) e di conseguente assunzione d'impegno personale e di parte, quale che sia il risultato elettorale finale e compatibilmente con esso. L'Arengo udinese ribadisce la propria ferma determinazione a cooperare attivamente e concretamente per il bene della città e dei cittadini del Comune di Udine! Il candidato aderisce e s'impegna, quindi, nei termini detti, a: (materie fondamentali) ◻1 – (PROMOZIONE ARENGO PARTECIPATIVO) riconoscere e sostenere politicamente e istituzionalmente l'iniziativa arengaria spontanea avviata nel 2015, volta allo sviluppo di periodiche pratiche di partecipazione civica collegiale autodeterminata, propositiva e deliberativa, giuridicamente pur non vincolante, nella prospettiva di una sua integrazione nell'ordinamento municipale e con basilari garanzie di gratuita e privilegiata ospitalità nei locali del municipio e sul sito 7
internet comunale (cfr. arengumutini290917.25.7_9.2); ◻2 – (PROMOZIONE UDINE “NUOVA AQUILEIA”) promuovere un'identità del capoluogo friulano inteso come 'Nuova Aquileia', ribadendo la centralità europea dell'antica metropoli aquileiese e in successione diretta quella della sua filiazione locale, con assunzioni di responsabilità conseguenti in materia di promozione dei dati orientanti verso tali concetti (cfr. arengumutini290916.17.6.2); (materie generali) ◻3 – (PROMOZIONE ESEMPIO REGENI) perseverare nella più irriducibile rivendicazione umana e patriottica di giustizia sul Caso Regeni, riconoscendo, nel tratto morale del ricercatore di Fiumicello, l'identità di onestà e tenacia caratteristica delle genti aquileiesi e friulane di cui Udine da sempre ambisce ad ergersi quale capitale (cfr. arengumutini290916.12.1.2; arengumutini290917.17.8.3; arengumutini290917.18.8.4); ◻4 – (PROMOZIONE CULTURA CIVICA) promuovere la cultura civica volontaristica ospitandone gratuitamente le iniziative presso le sedi municipali e pubblicizzandole diffusamente attraverso i servizi d'informazione e comunicazione istituzionali (cfr. arengumutini290917.24.7_9.1); ◻5 – (PROMOZIONE AUTONOMIE CIVICHE ARTICOLATE E PARTECIPATE) promuovere autonomie civiche articolate e partecipate, anche attraverso una rigenerazione delle Circoscrizioni rionali connessa a rinvigorimento dei comitati di quartiere preposti alla valorizzazione del territorio e con il sostegno ad un ampio ventaglio di opzioni partecipative ( cfr. arengumutini290916.11.1.1; arengumutini290917.14.5.1); ◻6 – (PROMOZIONE INCLUSIONE) promuovere un'educazione scolastica e sociale poliedricamente tesa alla cultura dell'inclusione (cfr. arengumutini290916.15.2.1); ◻7 – (PROMOZIONE RISPETTO IDENTITÀ DEI LUOGHI) promuovere un rispetto istituzionale dell'identità dei luoghi, con particolare riguardo a momenti e sedi della progettazione e della gestione urbanistiche (cfr. arengumutini290916.16.5.2); ◻8 – (PROMOZIONE TURISMO CULTURALE) recepire la particolare rilevanza per Udine della tematica del turismo culturale, della sua pregnanza materiale e spirituale, della sua insostituibilità per una cultura metropolitana moderna (cfr. arengumutini290917.12.2.1); ◻9 – (PRESIDIO “SCHERMO BUROCRATICO”) evitare l'eventualità che il personale burocratico possa costituirsi in pernicioso schermo tra la cittadinanza e le sue rappresentanze elettive (cfr. arengumutini290915.12.1.2); ◻10 – (PRESIDIO DISAGI AUTOSERVIZI) presidiare sulla qualità della salubrità e della sicurezza del servizio offerto dagli autobus cittadini, in particolare ai soggetti deboli (cfr. arengumutini290915.13.18); ◻11 – (PRESIDIO POSTEGGI DISABILI) garantire verifica dell'occupazione dei posti auto riservati ai disabili da parte di persone non autorizzate (cfr. arengumutini290915.14.3); ◻12 – (PRESIDIO RISCHIO CLINICO) presidiare la sanità locale, a garanzia contro il persistente o montante rischio clinico d'infezioni (cfr. arengumutini290917.15.8.1); ◻13 – (PROMOZIONE INFORMAZIONE PLURALE) invocare nuove iniziative editoriali tese ad articolare il quadro dell'offerta giornalistica in ambito locale e regionale nonché a promuoverne un'apertura internazionale mitteleuropea (cfr. arengumutini290917.16.8.2); ◻14 – (PRESIDIO INSEGNAMENTO STORIA LOCALE) presidiare affinché nelle scuole dell'obbligo del territorio non sia ridimensionato od espunto l'insegnamento della storia locale raccomandato da normative e indicazioni statali (cfr. arengumutini290917.20.8.6); ◻15 – (FINANZIAMENTI CONDIZIONATI) condizionare o commisurare i finanziamenti pubblici destinati all'associazionismo in base alla disponibilità dimostrata dai sodalizi a relazionarsi e collaborare liberalmente con Amministrazione e/o soggetti terzi nell'ambito d'iniziative tese a promuovere uno spirito civico comunitario locale (cfr. arengumutini290917.22.8.8); ◻16 – (SOSTEGNO AUTODETERMINAZIONE CATALANA) appoggiare pubblicamente l'esercizio del diritto naturale del popolo catalano alla propria autodeterminazione nell'auspicato quadro di un'Europa unita delle regioni e dei cittadini ( cfr. arengumutini290917.19.8.5); (materie particolari) ◻17 – (INTITOLAZIONE DE MARCO) riconoscere l'intitolazione civica spontanea della rotonda verde di Piazzale della Repubblica a Udine alla compianta civista locale sig.ra Francesca De Marco (1931†2014), prima promotrice della mobilitazione civile di “Borgo Stazione” (cfr. arengumutini290917.21.8.7); ◻18 – (TARGA SANTISSIMO CROCEFISSO) provvedere alla collocazione di una targa commemorativa presso l'ex Oratorio del Santissimo Crocefisso (cfr. arengumutini290917.23.4.2); ◻19 – (ATTUAZIONE TESTAMENTO CICERI) promuovere moralmente l'attuazione delle volontà testamentarie della compianta prof.ssa Andreina Nicoloso Ciceri, donante al Comune di Tricesimo proprietà e beni volti alla realizzazione di una preziosa biblioteca pubblica utile allo studio della cultura friulana (cfr. arengumutini290917.27.7_9.4); ◻20 – (GARANZIE IGIENICHE IN BORGO STAZIONE) promuovere garanzie igieniche nel quartiere della Stazione ferroviaria con istallazione di bagni chimici e maggior pulizia nei sottopassaggi (cfr. arengumutini290916.19.17.2; arengumutini290917.26.7_9.3). Arengum/Arengo/Renc Camerarius/Cameraro/Cjamerâr prof.ssa Renata Capria D'Aronco Udine, 4.V.2018 8
Comunicato Europa Aquileiensis – Udine, 10 maggio 2018 (fonte concessa) Fontanini con “Europa Aquileiensis”: il candidato del centrodestra appoggiato dagli euroregionalisti di Travain Dando immediato e proficuo riscontro al “documento programmatico” dal Coordinamento Politico Euroregionalista Friulano inviato all'attenzione di entrambi i candidati al ballottaggio udinese, l'ex presidente della Provincia incassa ora anche il sostegno elettorale del partito espresso dal civismo che si raccoglie attorno al trentennale movimento udinese del Fogolâr Civic. –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Martedì 8 maggio 2018 avevano inviato ad entrambi i candidati al ballottaggio per la poltrona di Sindaco di Udine, l'on. Pietro Fontanini e il dott. Vincenzo Martines, un “documento programmatico” da valutare nei suoi contenuti ed eventualmente da condividere, contro possibile appoggio elettorale. Così, quelli di “Europa Aquileiensis”, nuovo partito euroregionalista friulano nato da una costola del trentennale movimento civico culturale udinese del Fogolâr Civic, giovedì 10, di buon mattino, hanno ricevuto positivo riscontro dal candidato del centrodestra. Da qui, la presa di posizione ufficiale, per voce del coordinatore della formazione, prof. Alberto Travain: “Sia chiaro che è Fontanini ad aderire al programma di Europa Aquileiensis, non il contrario, ma questo ci richiama ad un apprezzamento del candidato che non può che tradursi nel più sincero appoggio elettorale. Di Fontanini, tra l'altro, apprezziamo le positività del suo noto carattere irriducibile nonché il suo intimo ed antico amore per la 'patria' friulana, garanzie potenziali per 'costruire' davvero un 'buon' sindaco di Udine, ma non basta. Lo sosterremo nella volontà d'interpretare, nel presente, al meglio, i valori e le tradizioni che hanno fatto della nostra città, nella Storia, una 'nuova Aquileia' civista, proiettata non solo sul Friuli ma su tutta la Mitteleuropa un tempo 'aquileiese'!”. Il Coordinamento Politico Euroregionalista Friulano / Coordenament Politic Euroregjonalistic Furlan “Europa Aquileiensis” esprime positiva considerazione, comunque, nei confronti di entrambi i candidati, firmatari dell'impegnativo capitolato civico sottoposto loro domenica scorsa, 6 maggio, dal cameraro presidente dell'Arengo cittadino, prof.ssa Renata Capria D'Aronco, base su cui costruire senz'altro una convergente politica a favore di un rilancio di Udine come laboratorio e modello civico regionale e transfrontaliero. La parola d'ordine, però, ora è una sola: “Votait Fontanin!”. –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Comunicato Fogolâr Civic – Udine, 12 maggio 2018 Bando 1418: quando, in Friuli, Davide sbalzò Golia Emozione al Castello di Udine per le rimembranze popolari spontanee del VI centenario dell'ultima battaglia vinta dai friulani contro la conquistatrice Venezia. All'iniziativa, voluta fortemente dal Fogolâr Civic guidato dal prof. Alberto Travain, sono intervenute anche rappresentanze istituzionali e sociali del Friuli occidentale, protagonista di quella remota vittoriosa resistenza: “Dite ai vostri compaesani che a Udine non si dimentica la storia comune che ci rende un popolo!”. Appuntamento al 2019, per il seicentenario dell'assedio di Prata. –------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Per iniziativa del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, in collaborazione con le Presidenze del Club per l'Unesco di Udine e della Federazione provinciale locale dell'Istituto del Nastro Azzurro, con il patrocinio morale dell'Arengo popolare cittadino, mercoledì 9 maggio 2018, nel cuore del Friuli, in cima all'acropoli udinese, s'è commemorato il VI centenario dell'ultima battaglia vinta dai friulani nel tentativo di ostacolare l'avvento in regione della Serenissima, battaglia che si combattè il 9 maggio 1418 nella località di Bando, presso Morsano al Tagliamento, dove un corpo di spedizione veneto, costituito da cavalleria e fanteria mercenarie, fu sbaragliato dai friulani della Destra Tagliamento guidati dall'irriducibile conte Nicolussio di Prata, dal conte 9
Federico di Porcia e dai nobili Iacopo e Ulvino di Valvasone nonché Francesco di Prodolone, della casata dei Colloredo, vero artefice della vittoria. Vi perse la vita più della metà del contingente veneziano, composto da circa seicento armati; quattro furono, invece, le perdite tra i friulani, che, per errore, erano anche venuti, nel furore della mischia, alle mani tra loro. A Udine è giunta anche la leggenda secondo la quale in riva al Tagliamento, in quei pressi, vi sarebbe o vi sarebbe stato un bosco moralmente interdetto all'accesso, per sacro timore reverenziale nei confronti dei trapassati! La cerimonia commemorativa è stata introdotta dalla lettura solenne, nell'originale latino e in traduzione friulana, dello storico passo del “Chronicon Spilimbergense” che rievoca lo scontro. È seguita poi l'orazione civile tenuta dal prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic e dell'Academie dal Friûl nonché delegato presidenziale del Club per l'Unesco di Udine alla formazione civica e alla cittadinanza attiva. “Ricordare i sei secoli dell'ultima vittoria di un Paese sconfitto, dell'ultimo effimero trionfo di una piccola patria battuta e per tanti secoli destinata alla sottomissione, è certo di più che un atto dovuto. È un'affermazione di principio: il principio irrazionale ed eroico di Davide contro Golia, del piccolo contro il gigante, del debole contro il potente. Un principio che certo fa a pugni con il più celebrato pragmatismo friulano, del fare pratico senza altra remora. Deve esistere, invece, ed esiste nella Storia un Friuli che, contro il più becero e disperato realismo della soggezione al potere imperante, sa non piegarsi e tenere il campo, figlio onorevole dei più remoti suoi antenati aquileiesi e troiani, indisponibili notoriamente ad abbassare il capo di fronte alla forza!”. Così, Travain. A seguire, la Liturgia della Parola, presieduta da don Tarcisio Bordignon, cappellano del sodalizio fogolarista, è stata introdotta dalla lettura, rispettivamente in friulano e veneto udinesi, del passo biblico del Primo Libro di Samuele rievocante, appunto, l'epico scontro tra Davide e Golia, e da quella tratta dalla Prima Lettera di San Giovanni Apostolo, sulla divinità della benevolenza, tema rimarcato susseguentemente anche da una pagina del Vangelo giovanneo in cui Cristo esalta al massimo l'amore e l'amicizia: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Valori di civiltà supremi sui quali si è soffermato don Bordignon, richiamando ad una continua ricerca di soluzioni pacifiche alle controversie piccole e grandi che dividono l'umanità. È seguita la deposizione di una dedica commemorativa della battaglia di Bando, presso l'inferriata delle antiche prigioni castellane udinesi, simbolo di secoli di dominazione ed oppressione, la stessa inferriata presso la quale, dal 1997, auspice il movimento culturale Fogolâr Civic / Academie dal Friûl, il 19 marzo di ogni anno, si ricorda il martirio dell'ultimo alfiere dello Stato friulano-aquileiese, Marco di Moruzzo, rimontante al 1421. All'ordine “presentîr!” le bandiere degli storici “quintieri” militari di Udine e del Friuli Storico si sono inchinate per la lettura della “preiere” laica “dal patriot alpin-adriatic”, scritta dal prof. Alberto Travain, che il sodalizio fogolarista udinese dal 2015 in genere dedica alla commemorazione dei caduti per la patria e per la libertà in ambito euroregionale: essa poeticamente ricorda come il sangue versato sul campo di tante Termopili della Mitteleuropa, unita nei secoli da Aquileia, ritorni, attraverso le acque di Mediterraneo e Mar Nero, alle sponde dell'originaria patria troiana, matrice del mito e del più remoto civismo associato all'area. “Lum nestre di vite, fâs che tes venis de nestre memorie mai no si sfanti il ricuart di chel sanc nocent e gloriôs spandût jù pai secui in tantis Termopilis su cheste crosere antighe di Europe che e ten par sô mari Aquilee regjine, nobil umôr tornât indaûr a Mediterani e Mâr Neri, grim de sô liende prime, dutune cun aghis che a smontin rampidis dai crets vuardiâts des stelis alpinis” (trad. it. - Nostro lume vitale, fa' che nelle vene della nostra memoria non debba svanire il ricordo del sangue innocente e glorioso versato nei secoli in tante Termopili su questo antico crocevia d'Europa che vuole Aquileia regina per madre, nobile linfa restituita al Mediterraneo e al Mar Nero, grembo del suo primo epos, insieme alle acque che scendono limpide da rocce guardate dalle stelle alpine). Ad accompagnare la composizione floreale, un cartiglio recante la scritta: “Ai nestris valorôs che a Bant a àn tignude alte la bandiere di Aquilee e de Furlanie”. In chiusura di cerimonia, gli interventi delle rappresentanze istituzionali e sociali convenute oltreché dallla città di Udine, dalle comunità del Friuli occidentale più direttamente coinvolte dal ricordo di dette vicende. Il sindaco di Udine, rag. Carlo Giacomello, ha ripreso la metafora, ricorrente durante la cerimonia, di Davide contro Golia, del piccolo contro il grande, celebrando quanti in tanti secoli e millenni di storia friulana, ridotti di numero e forza, seppero senz'altro opporsi ai grandi poteri della propria epoca. Il sindaco di Prata di Pordenone, dott. Dorino Favot, si è soffermato sul grande valore identitario dell'evento, sia in chiave regionale che locale paesana, ringraziando per i solleciti a recuperare e valorizzare le salienti vicende di resistenza antiveneziana anche riguardanti il proprio Comune. Ha parlato, poi, il vicesindaco di Morsano al Tagliamento, sig. Alfonso Singh, rimarcando l'importanza della conoscenza storica per un incremento della coscienza odierna di quella culturalmente che ha definito non a torto “nazione” friulana. Il parroco di Morsano-Bando, padre Carlo Defendente Bellotti, ha detto di aver apprezzato molto l'iniziativa commemorativa, con l'auspicio che su certi temi si pervenga sempre più ad un coinvolgimento anche delle giovani 10
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