Media Monitoring per 02-09-2019 - Rassegna stampa del 01-09-2019 - ospedale Ruggi d'Aragona
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 01/09/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) «Progetto femore» eccellenza Ruggi primo in Campania ....................................................... 1 01/09/2019 - CRONACHE DI SALERNO Tempi record per le operazioni al femore, De Luca: «Risultato straordinario» ...................... 3 31/08/2019 - WWW.SALERNONOTIZIE.IT AOU Ruggi: “progetto femore tempo zero”, l’apprezzamento di De Luca .............................. 4 31/08/2019 - AGENPARL.EU PROGETTO FEMORE ................................................................................................................ 5 Sanità Campania ............................................................................................................................... 6 01/09/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO NORD) Asl 3 Sud, custodi sul piede di guerra: 50 posti a rischio ....................................................... 6 01/09/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Il manager: «Più risorse al pronto soccorso» ......................................................................... 7 01/09/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Moscati, i sindacati a Pizzuti «Programmare le assunzioni» .................................................. 9 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 11 01/09/2019 - IL GIORNALE Il dottore che restituisce mani e futuro ai torturati ............................................................. 11 01/09/2019 - IL MESSAGGERO S. Camillo, eroina nella chiesa base di spaccio di un 57enne ............................................... 13
01/09/2019 Pagina 33 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.049 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona «Progetto femore» eccellenza Ruggi primo in Campania Sabino Russo L' 85 per cento di over 65enni fratturati al femore viene operato entro 2 giorni dal ricovero. Sono i numeri straordinari raggiunti dal Ruggi con il «progetto femore: attesa zero», anticipati dal governatore della Regione, nonché commissario straordinario alla Sanità campana, Vincenzo De Luca, che si è complimentato con l' equipe chirurgica diretta dal capo dipartimento Chirurgia apparato locomotore Nicola Maffulli. Parliamo di una eccellenza non solo nazionale, ma ormai internazionale. I numeri della Campania sono ancora relativamente bassi. Salerno, però, in questo particolare settore è una eccellenza. Il 6,3 per cento di tutte le fratture di femore in tutta la regione sono concentrate al Ruggi. Negli ultimi anni, poi, c' è stato un aumento esponenziale, probabilmente perché le persone non vanno a operarsi altrove, ma preferiscono venire recarsi in via San Leonardo, perché sanno che verranno operati in tempi brevi. Per capire la portata del fenomeno bisogna riavvolgere di tre anni. I NUMERI In Campania, complessivamente, le fratture di femore, nel 2016, furono 5331. Di queste ne furono operate nel giro di 48 ore solo il 18 per cento. Salerno partiva, nello stesso anno, da un tasso del 12 per cento. L' anno prima era addirittura al 5 per cento. «Desidero esprimere il mio apprezzamento ai medici e al personale sanitario e amministrativo dell' azienda ospedaliera Ruggi per il raggiungimento di un risultato assolutamente straordinario sui tempi delle liste d' attesa per le fratture al femore scrive in una nota il governatore Vincenzo De Luca Ormai l' 85 per cento dei pazienti viene operato entro le 48 ore. Davvero un' eccellenza nazionale. Un lavoro straordinario, se si tiene conto del fatto che solo qualche anno fa bisognava attendere fino a 15 giorni per l' intervento al femore». I DATI I dati Agenas ponevano il Ruggi al 24esimo posto in Italia per numero di fratture di femore ricoverate e nel 2015 era anche una delle peggiori aziende ospedaliere in questo ambito. Ad oggi, l' 85 per cento delle fratture al collo femore Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
operate in questi limiti portano Salerno sul podio nazionale. La cosa importante, però, non è solo la fase preoperatoria, ma anche il postoperatorio, perché riuscendo a mettere in piedi i pazienti in tempi decisamente più rapidi, si riducono, nel contempo, anche le degenze. Questo significa che i costi di gestione degli ammalati sono diminuiti ed è migliorata anche la loro qualità di vita. La frattura al collo del femore nei soggetti ultrasessantacinquenni è da considerarsi un evento molto grave, posto che studi scientifici attestano che la sopravvivenza di una persona diminuisce drasticamente dopo un trauma del genere e che il tasso di mortalità all' anno si aggira intorno al 12-37 per cento. Circa la metà di questi pazienti, poi, non sono in grado di riacquistare la loro capacità di vivere in modo indipendente: l' aumento dei tempi di attesa preoperatoria è correlato con l' aumento dell' insorgenza di complicanze e soprattutto della mortalità a medio termine (180 giorni). Parte della missione del progetto, infatti, è anche la ricerca. In questa direzione alcuni studenti e specializzandi dell' Università hanno dimostrato come nella riabilitazione postoperatoria i pazienti possano essere messi in piedi il giorno stesso dell' operazione e alcuni di essi possano essere dimessi a casa nel giro di 48 ore, così come nella fase preoperatoria, invece, l' ottimizzazione medica dei pazienti permetta loro di essere operati velocemente e quindi tornare a casa velocemente. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/09/2019 Pagina 4 EAV: € 523 Lettori: 29.750 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Tempi record per le operazioni al femore, De Luca: «Risultato straordinario» OSPEDALE RUGGI Parla il presidente della Regione Campania: «tempi d' attesa ridotti» «Desidero esprimere il mio apprezzamento ai medici e al personale sanitario e amministrativo dell' Azienda Ospedaliera "Ruggi" di Salerno per il raggiungimento di un risultato assolutamente straordinario sui tempi delle liste d' attesa per le fratture al femore». Lo ha dichiarato il governatore De Luca in merito al "progetto Femore" del Ruggi d' Aragona. «Ormai l' 85 per cento dei pazienti viene operato entro le 48 ore. Davvero un' eccellenza nazionale. Un lavoro straordinario, se si tiene conto del fatto che solo qualche anno fa bisognava attendere fino a 15 giorni per l' intervento al femore"», ha poi dichiarato il presidente della Regione Campania sottolineando i noti risultati ottenuti. red.cro. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
31/08/2019 salernonotizie.it EAV: € 748 Lettori: 10.300 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web AOU Ruggi: “progetto femore tempo zero”, l’apprezzamento di De Luca Il “progetto Femore, tempo zero” all’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno raggiunge il traguardo dell’85% dei pazienti over 65 operati entro le 48 ore dall’arrivo in pronto soccorso. In merito riceviamo una nota di apprezzamento giunta dagli uffici della Regione Campania a firma del Governatore Vincenzo De Luca: “Desidero esprimere il mio apprezzamento ai medici e al personale sanitario e amministrativo dell’Azienda Ospedaliera “Ruggi” di Salerno per il raggiungimento di un risultato assolutamente straordinario sui tempi delle liste d’attesa per le fratture al femore. Ormai l’85 per cento dei pazienti viene operato entro le 48 ore. Davvero un’eccellenza nazionale. Un lavoro straordinario, se si tiene conto del fatto che solo qualche anno fa bisognava attendere fino a 15 giorni per l’intervento al femore”. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
31/08/2019 agenparl.eu EAV: € 428 Lettori: 2.700 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web PROGETTO FEMORE (AGENPARL) – sab 31 agosto 2019 lefttop Agli Organi d’Informazione PROGETTO FEMORE TEMPO ZERO ALL’AOU SAN GIOVANNI DI DIO E RUGGI D’ARAGONA DI SALERNO: RAGGIUNTO IL TRAGUARDO DELL’85 % DEI PAZIENTI OVER 65 OPERATI ENTRO LE 48 ORE DALL’ARRIVO IN PRONTO SOCCORSO. L’apprezzamento del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca “Desidero esprimere il mio apprezzamento ai medici e al personale sanitario e amministrativo dell’Azienda Ospedaliera “Ruggi” di Salerno per il raggiungimento di un risultato assolutamente straordinario sui tempi delle liste d’attesa per le fratture al femore. Ormai l’85 per cento dei pazienti viene operato entro le 48 ore. Davvero un’eccellenza nazionale. Un lavoro straordinario, se si tiene conto del fatto che solo qualche anno fa bisognava attendere fino a 15 giorni per l’intervento al femore”. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/09/2019 Pagina 42 Il Mattino (ed. Circondario Nord) EAV: € 3.195 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Asl 3 Sud, custodi sul piede di guerra: 50 posti a rischio La sanità Settantamila ore di lavoro in meno e di conseguenza 50 posti a rischio: è caos tra i lavoratori che si occupano del servizio di guardiania non armata presso le quasi 150 strutture occupate dall' Asl nelle 53 città della Napoli 3 Sud. Nelle ultime ore si sono susseguiti incontri e iniziative di protesta, che riprenderanno domani mattina, quando al Bottazzi di Torre del Greco sede dell' Asl si svolgerà una manifestazione che vedrà scendere in piazza buona parte dei quasi 190 dipendenti della Services Group, la ditta che fino a ieri si è occupata del servizio di guardiania ora assegnato alla Sogesi. Nulla di particolare, visto che nel nuovo contratto stilato dell' Asl è previsto il passaggio di cantiere. Ma i lavoratori e in particolare i loro rappresentanti sindacali puntano l' attenzione sul monte ore complessivo imposto dalla Napoli 3 Sud col nuovo bando: sarebbero previste fanno sapere in totale 250mila ore annue, a fronte delle 320mila finora rese. Un calo da molti ritenuto un mero errore, ma che di fatto condiziona questa delicata fase di passaggio dalla vecchia alla nuova società. Che si trova a fare i conti con un numero di ore decisamente inferiore rispetto al passato e quindi con la necessità di dover tagliare il numero dei dipendenti o le ore da affidare ad ognuno di loro. Finora la questione è stata affrontata dal direttore generale in carica Antonietta Costantini, che giovedì ha prima firmato una nota urgente nella quale scriveva che «si ritiene necessario demandare ogni successiva decisione in merito al direttore generale di prossimo insediamento», per poi rettificare il tiro poco dopo, sostenendo che «dopo una diffida consegnata per le vie brevi dalla società Sogesi e valutato che l' atto contrattuale obbliga l' aggiudicatario a subentrare entro il primo settembre 2019, si ritiene non possa derogarsi e pertanto non è possibile procedere al differimento». Una decisione che ha scatenato il malcontento tra dipendenti e sindacalisti. aniello sammarco © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/09/2019 Pagina 33 EAV: € 4.792 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Il manager: «Più risorse al pronto soccorso» MARCIANISE Ornella Mincione Il Pronto soccorso dell' ospedale di Marcianise necessita di una unità di terapia intensiva cardiologica, una rianimazione e di un reparto di ortotraumatologia. A constatarlo è stato lo stesso direttore dell' Asl di Caserta Ferdinando Russo che, qualche giorno fa, ha tenuto, proprio presso il presidio marcianisano, il collegio di direzione, vale a dire una riunione con tutti i direttori, anche sanitari, degli ospedali della rete territoriale. IL PUNTO «L' ospedale di Marcianise - spiega Russo - mi è parsa una struttura che si presenta in buono stato, sebbene mi sia sembrato assurdo come il Pronto Soccorso non fosse dotato dell' Utic, della Rianimazione e della ortotraumatologia», ha dichiarato il direttore Russo. E poi ha aggiunto, «ho già parlato con il capo dell' Ufficio tecnico e ho appurato che potrebbe bastare una cifra abbastanza contenuta per realizzare una Rianimazione, o quanto meno una terapia intensiva, così come per l' ortotraumatologia». Reparti cruciali per la rete emergenziale se si considera che il presidio ospedaliero si trova «vicino a diversi assi mediani e a diverse strade provinciali. Quindi, è plausibile che interventi per incidenti stradali abbiano proprio Marcianise come riferimento sanitario», continua Russo. È probabile che proprio per l' ortotraumatologia ci sia un reparto già pronto da poter utilizzare a questo fine, stando alle informazioni pervenute al direttore dell' Asl casertana che di questi progetti ha già parlato con la direttrice dell' ospedale marcianisano Laura Leoncini. In realtà, questo non è il primo presidio ospedaliero vistato dal nuovo direttore dell' azienda sanitaria locale, nominato dal governatore il 9 agosto scorso. «MOSCATI: PIÙ SICUREZZA» Proprio ieri mattina, Russo ha fatto visita anche all' ospedale di Aversa, registrando «una struttura presentabile, non sporca, dove vedo però misure deboli per la sicurezza che dovrebbero essere rafforzate», continua il direttore Russo. La settimana prossima, il manager farà visita anche agli ospedali di Sanata Maria Capua Vetere e Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
di Sessa Aurunca, quest' ultimo comunque già noto al direttore per le diverse vicende che lo hanno visto protagonista: dall' inchiesta giudiziaria che ha portato a dodici licenziamenti il cui provvedimento è stato siglato da Ferdinando Russo a 48 ore dalla nomina di direttore dell' Asl, alla problematica importante di dover coprire i turni dell' anestesia, rimasto sguarnito di medici, dato che sette degli arrestati erano proprio anestesisti. Ora, in ultimo la denuncia da parte di uno dei ginecologi del presidio per l' eccesso di ore di lavoro a detta del medico usuranti ma che qad un controllo più approfondito non risultano essere state svolte dallo stesso medico, il quale sembrerebbe addirittura al di sotto delle ore lavorative minime da svolgere in una settimana. «Ci sono molte cose da fare su tutta la rete del territorio, ma a stretto giro sento la necessità di incontrare i medici di Medicina Generale del territorio e i direttori dei distretti per riorganizzare le cure sul territorio», commenta ancora il manager Russo che, rispetto alle diverse rivisitazioni di ciò che è stato fatto in passato, ha nella lista delle cose da fare anche quella di riscrivere la regolamentazione dell' Alpi, ovvero dell' attività libero professionale condotta dai dirigenti medici dei presidi ospedalieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/09/2019 Pagina 28 EAV: € 4.941 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Moscati, i sindacati a Pizzuti «Programmare le assunzioni» LA SANITÀ Antonello Plati Le organizzazioni sindacali di categoria incontrano per la prima volta, la prossima settimana, il nuovo manager dell' Azienda ospedaliera «Moscati» Renato Pizzuti. E il confronto s' annuncia infuocato. Sono, infatti, ancora tante le questioni irrisolte: dal processo di annessione, ancora incompleto, dell' ospedale di Solofra fino alla definizione di una strategia per colmare le lacune dovute alla carenza di organico nei reparti. E poi c' è l' impasse del Pronto soccorso, sempre più congestionato dai codici in entrata, e il nodo delle liste di attesa. «Ma chiederemo, prima di tutto, di instaurare relazioni stabili con il management», dice il segretario generale della Cgil Funzione pubblica, Licia Morsa, che soltanto qualche giorno fa aveva sollecitato il manager per una convocazione. «Era più che mai necessaria in quanto, come moto, la direzione strategica è stata resettata e di fatto l' Azienda è stata commissariata da Palazzo Santa Lucia. Questo produce che il nuovo direttore generale, essendo fresco di nomina, avrà bisogno di tempo per capire cosa fare e interpretare alla giusta maniera quanto stabilito nel piano ospedaliero e sanitario regionale. Tuttavia confidiamo nella sua esperienza per riprendere e portare a termine quanto avviato negli ultimi tre anni». Mercoledì alle 12,30 al primo piano della città ospedaliera ci saranno anche gli omologhi di Uil Gaetano Venezia e Cisl Antonio Santacroce. Quest' ultimo domani alle 17, presso la sede di via Terminio, terrà un direttivo per presentare e condividere con gli iscritti una bozza di programmazione da sottoporre a Pizzuti: «Il lavoro che si dovrà portate avanti sostiene Santacroce dovrà essere in assoluta continuità con quanto è stato fatto con gli ex direttori generale, Angelo Percopo, e sanitario, Maria Concetta Conte. Con loro era stato avviato un percorso per completare l' iter burocratico dei concorsi per le nuove assunzioni così come uno per la stabilizzazione del personale precario. Insomma, proporremo a Pizzuti di ripartire da dove eravamo rimasti esponendo a lui Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
quella che è la reale condizione della struttura di Contrada Amoretta». In seconda convocazione, giovedì mattina, anche il segretario generale del Nursind, Romina Iannuzzi, si confronterà con il diggì. «Rappresentiamo gli infermieri, dunque non possiamo non ricordare che la graduatoria di mobilità extraregionale s' è esaurita. E non può bastare il solo avviso pubblico a tempo determinato espletato nel gennaio 2018, la cui graduatoria è stata appena pubblicata, con il quale sono stati reclutati 8 infermieri che entreranno presto in servizio. C' è poi una grave carenza di Operatori socio sanitari (Oss) che costringe di fatto gli infermieri a una continua dequalificazione professionale dovendo essi stessi sopperire quotidianamente all' assenza di tali figure. La carenza di personale, che è già tale da impedire i turni nel rispetto della legge, non potrà che essere aggravata dall' irrompere della cosiddetta Quota 100: già questo mese, infatti, sono al via le domande di uscita anticipata che per la stragrande maggioranza riguarderanno proprio gli infermieri». Muovendo da queste constatazioni, le richieste: «Pizzuti dovrà procedere velocemente all' avviso di mobilità per Oss, ma anche a un attento monitoraggio di tutte le Unità operative per verificare quali soffrono maggiormente». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/09/2019 Pagina 2 EAV: € 6.872 Lettori: 163.650 Argomento: Sanità nazionale Il dottore che restituisce mani e futuro ai torturati Marta Bravi SAN GERARDO DI MONZA Del Bene, primario di chirurgia della mano «Ogni intervento è una sfida, casi mai visti» Marta Bravi Con la guerra ha a che fare quotidianamente. Anche se vive a poco più di 120 miglia di distanza da uno degli epicentri dell' orrore. Convive con gli effetti dell' aberrazione umana, gli strascichi della violenza cieca, della torture perverse dei lager libici. Ma anche con folle abitudine di «giocare» con fuochi di artificio e petardi, che invece appartengono ai paesi in pace. Massimo Del Bene, primario del Centro di chirurgia plastica ricostruttiva, chirurgia della mano e microchirurgia all' ospedale San Gerardo di Monza, di vite e mani spezzate ne ha operate migliaia, una quindicina appartengono ai migranti scappati dalla Libia. Il prossimo maxi intervento è quello che sta aspettando M.F., un ragazzo italiano di 27 anni che ha perso entrambe le mani per lo scoppio di un petardo nel 2015. Nel 2016 sono stati eseguiti gli studi di fattibilità per capire se sia possibile effettuare un trapianto bilaterale degli arti superiori, ora che sono terminati gli studi diagnostici si è dato il via libera all' intervento. Il giovane uomo è quindi in attesa di un donatore della stessa età e della sua stessa corporatura per potersi sottoporre al trapianto e vedere così svoltare la propria vita. Come accadde a Carla Mari nel 2010. A fine aprile Del Bene ha operato Gabriele Micalizzi, il fotoreporter colpito in Siria mentre stava documentando l' ultima offensiva delle truppe curde contro l' Isis. Per lui un intervento di ricostruzione delle dita della mano sinistra e del braccio, per l' asportazione di alcune schegge di granata. Sono una quindicina gli interventi effettuati dal 2017 oggi su migranti scappati dai lager libici. A parlare di quello che hanno subito spesso sono proprio le loro mani. Mani frantumate a martellate, amputate, tagliuzzate, bruciate con le scosse elettriche, con la benzina e il fuoco o con l' acido. Ogni mano racconta una storia di orrore e di perversione. Ogni mano per lui è una sfida e in alcuni casi una manciata di speranza per chi viene operato. La chiama «chirurgia della tortura» Del Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Bene che spiega come «traumi ripetuti provochino l' invalidità della mano». Il problema è che, per esempio nel caso delle ustioni o delle recisioni del nervo se si operano entro 6-8 mesi si può garantire il recupero delle funzionalità, ma qui arrivano magari dopo 3 anni. Ogni volta si deve «inventare» qualcosa di diverso, perché non siamo abituati a casi del genere. Sono interventi «inediti». Si tratta di prigionieri di lager, scappati dopo anni di torture Al San Gerardo di Monza arrivano grazie alla Caritas di Como e di Lecco che pagano le spese vive per le ricostruzioni degli arti, tra i 1000 e i 2mila euro. «Eseguiamo circa 3mila interventi l' anno racconta il primario tra cui almeno 5/6 urgenze al giorno, senza contare le numerose consulenze in diversi ospedali della Lombardia. Il nostro staff è composto da 9 persone, reperibili 24 ore su 24, prevalentemente giovani, con un' età media molto bassa di 35 anni, il che fa ben sperare per il futuro della sanità». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/09/2019 Pagina 46 EAV: € 6.795 Lettori: 292.828 Argomento: Sanità nazionale S. Camillo, eroina nella chiesa base di spaccio di un 57enne Eroina nascosta nella chiesa del San Camillo, arrestato spacciatore 57enne. Ha dell' incredibile eppure la chiesa all' interno dell' ospedale era utilizzata come base di spaccio da un pusher di 57 anni, ex dipendente dell' ospedale, già allontanato per avere avuto guai sul posto di lavoro. È quanto hanno scoperto i poliziotti del commissariato Monteverde, diretto da Maria Chiaramonte, nel corso di servizi antidroga effettuati all' interno del nosocomio romano. «Da quando ho perso il lavoro, vivo da barbone qua dentro e mi arrangio», ha spiegato l' uomo agli investigatori. Gli agenti, anche grazie alle segnalazioni ricevute dai familiari dei degenti e dallo stesso personale sanitario che avevano visto strani movimenti dentro e fuori la chiesetta, dopo aver notato il 57enne gravitare intorno al Padiglione al cui interno si trova la chiesa, hanno iniziato a seguirne gli spostamenti. Dopo indagini, pedinamenti e riscontri, i loro sospetti si sono concretizzati quando hanno sorpreso R.P.F., verso l' uscita dell' ospedale - in via Circonvallazione Gianicolense - mentre stava cedendo a una donna una dose di eroina, dopo aver ricevuto in cambio la somma di 20 euro. Arrestato per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti per l' uomo, che ha già alle spalle precedenti per reati analoghi, a seguito della celebrazione dell' udienza di convalida, è scattato il divieto di ritorno nel comune di Roma. A. Mar. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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