Media Monitoring per 02-09-2019 - Rassegna stampa del 01-09-2019 - ospedale Ruggi d'Aragona

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Media Monitoring per 02-09-2019 - Rassegna stampa del 01-09-2019 - ospedale Ruggi d'Aragona
02-09-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 01-09-2019
Media Monitoring per 02-09-2019 - Rassegna stampa del 01-09-2019 - ospedale Ruggi d'Aragona
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      01/09/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            «Progetto femore» eccellenza Ruggi primo in Campania ....................................................... 1
      01/09/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Tempi record per le operazioni al femore, De Luca: «Risultato straordinario» ...................... 3
      31/08/2019 - WWW.SALERNONOTIZIE.IT
            AOU Ruggi: “progetto femore tempo zero”, l’apprezzamento di De Luca .............................. 4
      31/08/2019 - AGENPARL.EU
            PROGETTO FEMORE ................................................................................................................ 5
Sanità Campania ............................................................................................................................... 6
      01/09/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO NORD)
            Asl 3 Sud, custodi sul piede di guerra: 50 posti a rischio ....................................................... 6
      01/09/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Il manager: «Più risorse al pronto soccorso» ......................................................................... 7
      01/09/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Moscati, i sindacati a Pizzuti «Programmare le assunzioni» .................................................. 9
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 11
      01/09/2019 - IL GIORNALE
            Il dottore che restituisce mani e futuro ai torturati ............................................................. 11
      01/09/2019 - IL MESSAGGERO
            S. Camillo, eroina nella chiesa base di spaccio di un 57enne ............................................... 13
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01/09/2019                                                                                                                  Pagina 33
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 5.049
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

     «Progetto femore» eccellenza Ruggi primo in Campania
 Sabino Russo
 L' 85 per cento di over 65enni fratturati
 al femore viene operato entro 2 giorni
 dal ricovero. Sono i numeri straordinari
 raggiunti dal Ruggi con il «progetto
 femore: attesa zero», anticipati dal
 governatore della Regione, nonché
 commissario straordinario alla Sanità
 campana, Vincenzo De Luca, che si è
 complimentato con l' equipe chirurgica
 diretta dal capo dipartimento Chirurgia
 apparato locomotore Nicola Maffulli.
 Parliamo di una eccellenza non solo
 nazionale, ma ormai internazionale. I
 numeri della Campania sono ancora
 relativamente bassi. Salerno, però, in
 questo particolare settore è una
 eccellenza. Il 6,3 per cento di tutte le
 fratture di femore in tutta la regione
 sono concentrate al Ruggi. Negli ultimi
 anni, poi, c' è stato un aumento
 esponenziale, probabilmente perché le
 persone non vanno a operarsi altrove,
 ma preferiscono venire recarsi in via San
 Leonardo, perché sanno che verranno
 operati in tempi brevi. Per capire la portata del fenomeno bisogna riavvolgere di tre
 anni. I NUMERI In Campania, complessivamente, le fratture di femore, nel 2016,
 furono 5331. Di queste ne furono operate nel giro di 48 ore solo il 18 per cento.
 Salerno partiva, nello stesso anno, da un tasso del 12 per cento. L' anno prima era
 addirittura al 5 per cento. «Desidero esprimere il mio apprezzamento ai medici e al
 personale sanitario e amministrativo dell' azienda ospedaliera Ruggi per il
 raggiungimento di un risultato assolutamente straordinario sui tempi delle liste d'
 attesa per le fratture al femore scrive in una nota il governatore Vincenzo De Luca
 Ormai l' 85 per cento dei pazienti viene operato entro le 48 ore. Davvero un'
 eccellenza nazionale. Un lavoro straordinario, se si tiene conto del fatto che solo
 qualche anno fa bisognava attendere fino a 15 giorni per l' intervento al femore». I
 DATI I dati Agenas ponevano il Ruggi al 24esimo posto in Italia per numero di
 fratture di femore ricoverate e nel 2015 era anche una delle peggiori aziende
 ospedaliere in questo ambito. Ad oggi, l' 85 per cento delle fratture al collo femore
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operate in questi limiti portano Salerno sul podio nazionale. La cosa importante,
però, non è solo la fase preoperatoria, ma anche il postoperatorio, perché riuscendo
a mettere in piedi i pazienti in tempi decisamente più rapidi, si riducono, nel
contempo, anche le degenze. Questo significa che i costi di gestione degli ammalati
sono diminuiti ed è migliorata anche la loro qualità di vita. La frattura al collo del
femore nei soggetti ultrasessantacinquenni è da considerarsi un evento molto grave,
posto che studi scientifici attestano che la sopravvivenza di una persona diminuisce
drasticamente dopo un trauma del genere e che il tasso di mortalità all' anno si
aggira intorno al 12-37 per cento. Circa la metà di questi pazienti, poi, non sono in
grado di riacquistare la loro capacità di vivere in modo indipendente: l' aumento dei
tempi di attesa preoperatoria è correlato con l' aumento dell' insorgenza di
complicanze e soprattutto della mortalità a medio termine (180 giorni). Parte della
missione del progetto, infatti, è anche la ricerca. In questa direzione alcuni studenti
e specializzandi dell' Università hanno dimostrato come nella riabilitazione
postoperatoria i pazienti possano essere messi in piedi il giorno stesso dell'
operazione e alcuni di essi possano essere dimessi a casa nel giro di 48 ore, così
come nella fase preoperatoria, invece, l' ottimizzazione medica dei pazienti
permetta loro di essere operati velocemente e quindi tornare a casa velocemente. ©
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01/09/2019                                                                                                                Pagina 4

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

        Tempi record per le operazioni al femore, De Luca:
                    «Risultato straordinario»

 OSPEDALE RUGGI Parla il presidente
 della Regione Campania: «tempi d'
 attesa ridotti» «Desidero esprimere il
 mio apprezzamento ai medici e al
 personale sanitario e amministrativo
 dell' Azienda Ospedaliera "Ruggi" di
 Salerno per il raggiungimento di un
 risultato assolutamente straordinario sui
 tempi delle liste d' attesa per le fratture
 al femore». Lo ha dichiarato il
 governatore De Luca in merito al
 "progetto Femore" del Ruggi d' Aragona.
 «Ormai l' 85 per cento dei pazienti viene
 operato entro le 48 ore. Davvero un'
 eccellenza     nazionale.    Un      lavoro
 straordinario, se si tiene conto del fatto
 che solo qualche anno fa bisognava
 attendere fino a 15 giorni per l'
 intervento al femore"», ha poi dichiarato
 il presidente della Regione Campania
 sottolineando i noti risultati ottenuti.
 red.cro.

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31/08/2019
                                             salernonotizie.it
                                                                                                                         EAV: € 748
                                                                                                                         Lettori: 10.300
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

 AOU Ruggi: “progetto femore tempo zero”, l’apprezzamento
                        di De Luca

 Il “progetto Femore, tempo zero”
 all’Azienda Ospedaliera Universitaria San
 Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di
 Salerno raggiunge il traguardo dell’85%
 dei pazienti over 65 operati entro le 48
 ore dall’arrivo in pronto soccorso. In
 merito     riceviamo     una     nota    di
 apprezzamento giunta dagli uffici della
 Regione      Campania     a   firma      del
 Governatore       Vincenzo    De      Luca:
 “Desidero       esprimere       il     mio
 apprezzamento ai medici e al personale sanitario e amministrativo dell’Azienda
 Ospedaliera “Ruggi” di Salerno per il raggiungimento di un risultato assolutamente
 straordinario sui tempi delle liste d’attesa per le fratture al femore. Ormai l’85 per
 cento dei pazienti viene operato entro le 48 ore. Davvero un’eccellenza nazionale.
 Un lavoro straordinario, se si tiene conto del fatto che solo qualche anno fa
 bisognava attendere fino a 15 giorni per l’intervento al femore”.

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31/08/2019
                                                  agenparl.eu
                                                                                                                         EAV: € 428
                                                                                                                         Lettori: 2.700
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

                                         PROGETTO FEMORE
 (AGENPARL) – sab 31 agosto 2019 lefttop Agli Organi d’Informazione PROGETTO
 FEMORE TEMPO ZERO ALL’AOU SAN GIOVANNI DI DIO E RUGGI D’ARAGONA DI
 SALERNO: RAGGIUNTO IL TRAGUARDO DELL’85 % DEI PAZIENTI OVER 65 OPERATI
 ENTRO LE 48 ORE DALL’ARRIVO IN PRONTO SOCCORSO. L’apprezzamento del
 presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca “Desidero esprimere il mio
 apprezzamento ai medici e al personale sanitario e amministrativo dell’Azienda
 Ospedaliera “Ruggi” di Salerno per il raggiungimento di un risultato assolutamente
 straordinario sui tempi delle liste d’attesa per le fratture al femore. Ormai l’85 per
 cento dei pazienti viene operato entro le 48 ore. Davvero un’eccellenza nazionale.
 Un lavoro straordinario, se si tiene conto del fatto che solo qualche anno fa
 bisognava attendere fino a 15 giorni per l’intervento al femore”.

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01/09/2019                                                                                                               Pagina 42
                         Il Mattino (ed. Circondario Nord)
                                                                                                                         EAV: € 3.195
                                                                                                                         Lettori: 107.296
                                         Argomento: Sanità Campania

     Asl 3 Sud, custodi sul piede di guerra: 50 posti a rischio

 La sanità Settantamila ore di lavoro in
 meno e di conseguenza 50 posti a
 rischio: è caos tra i lavoratori che si
 occupano del servizio di guardiania non
 armata presso le quasi 150 strutture
 occupate dall' Asl nelle 53 città della
 Napoli 3 Sud. Nelle ultime ore si sono
 susseguiti incontri e iniziative di
 protesta, che riprenderanno domani
 mattina, quando al Bottazzi di Torre del
 Greco sede dell' Asl si svolgerà una
 manifestazione che vedrà scendere in
 piazza buona parte dei quasi 190
 dipendenti della Services Group, la ditta
 che fino a ieri si è occupata del servizio
 di guardiania ora assegnato alla Sogesi.
 Nulla di particolare, visto che nel nuovo
 contratto stilato dell' Asl è previsto il
 passaggio di cantiere. Ma i lavoratori e in
 particolare i loro rappresentanti sindacali
 puntano l' attenzione sul monte ore
 complessivo imposto dalla Napoli 3 Sud
 col nuovo bando: sarebbero previste
 fanno sapere in totale 250mila ore
 annue, a fronte delle 320mila finora rese. Un calo da molti ritenuto un mero errore,
 ma che di fatto condiziona questa delicata fase di passaggio dalla vecchia alla nuova
 società. Che si trova a fare i conti con un numero di ore decisamente inferiore
 rispetto al passato e quindi con la necessità di dover tagliare il numero dei
 dipendenti o le ore da affidare ad ognuno di loro. Finora la questione è stata
 affrontata dal direttore generale in carica Antonietta Costantini, che giovedì ha
 prima firmato una nota urgente nella quale scriveva che «si ritiene necessario
 demandare ogni successiva decisione in merito al direttore generale di prossimo
 insediamento», per poi rettificare il tiro poco dopo, sostenendo che «dopo una diffida
 consegnata per le vie brevi dalla società Sogesi e valutato che l' atto contrattuale
 obbliga l' aggiudicatario a subentrare entro il primo settembre 2019, si ritiene non
 possa derogarsi e pertanto non è possibile procedere al differimento». Una decisione
 che ha scatenato il malcontento tra dipendenti e sindacalisti. aniello sammarco ©
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01/09/2019                                                                                                                Pagina 33

                                                                                                                          EAV: € 4.792
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

             Il manager: «Più risorse al pronto soccorso»

 MARCIANISE Ornella Mincione Il Pronto
 soccorso dell' ospedale di Marcianise
 necessita di una unità di terapia
 intensiva cardiologica, una rianimazione
 e di un reparto di ortotraumatologia. A
 constatarlo è stato lo stesso direttore
 dell' Asl di Caserta Ferdinando Russo
 che, qualche giorno fa, ha tenuto,
 proprio presso il presidio marcianisano, il
 collegio di direzione, vale a dire una
 riunione con tutti i direttori, anche
 sanitari, degli ospedali della rete
 territoriale. IL PUNTO «L' ospedale di
 Marcianise - spiega Russo - mi è parsa
 una struttura che si presenta in buono
 stato, sebbene mi sia sembrato assurdo
 come il Pronto Soccorso non fosse dotato
 dell' Utic, della Rianimazione e della
 ortotraumatologia», ha dichiarato il
 direttore Russo. E poi ha aggiunto, «ho
 già parlato con il capo dell' Ufficio
 tecnico e ho appurato che potrebbe
 bastare una cifra abbastanza contenuta
 per realizzare una Rianimazione, o
 quanto meno una terapia intensiva, così come per l' ortotraumatologia». Reparti
 cruciali per la rete emergenziale se si considera che il presidio ospedaliero si trova
 «vicino a diversi assi mediani e a diverse strade provinciali. Quindi, è plausibile che
 interventi per incidenti stradali abbiano proprio Marcianise come riferimento
 sanitario», continua Russo. È probabile che proprio per l' ortotraumatologia ci sia un
 reparto già pronto da poter utilizzare a questo fine, stando alle informazioni
 pervenute al direttore dell' Asl casertana che di questi progetti ha già parlato con la
 direttrice dell' ospedale marcianisano Laura Leoncini. In realtà, questo non è il primo
 presidio ospedaliero vistato dal nuovo direttore dell' azienda sanitaria locale,
 nominato dal governatore il 9 agosto scorso. «MOSCATI: PIÙ SICUREZZA» Proprio ieri
 mattina, Russo ha fatto visita anche all' ospedale di Aversa, registrando «una
 struttura presentabile, non sporca, dove vedo però misure deboli per la sicurezza
 che dovrebbero essere rafforzate», continua il direttore Russo. La settimana
 prossima, il manager farà visita anche agli ospedali di Sanata Maria Capua Vetere e
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di Sessa Aurunca, quest' ultimo comunque già noto al direttore per le diverse
vicende che lo hanno visto protagonista: dall' inchiesta giudiziaria che ha portato a
dodici licenziamenti il cui provvedimento è stato siglato da Ferdinando Russo a 48
ore dalla nomina di direttore dell' Asl, alla problematica importante di dover coprire i
turni dell' anestesia, rimasto sguarnito di medici, dato che sette degli arrestati erano
proprio anestesisti. Ora, in ultimo la denuncia da parte di uno dei ginecologi del
presidio per l' eccesso di ore di lavoro a detta del medico usuranti ma che qad un
controllo più approfondito non risultano essere state svolte dallo stesso medico, il
quale sembrerebbe addirittura al di sotto delle ore lavorative minime da svolgere in
una settimana. «Ci sono molte cose da fare su tutta la rete del territorio, ma a
stretto giro sento la necessità di incontrare i medici di Medicina Generale del
territorio e i direttori dei distretti per riorganizzare le cure sul territorio», commenta
ancora il manager Russo che, rispetto alle diverse rivisitazioni di ciò che è stato fatto
in passato, ha nella lista delle cose da fare anche quella di riscrivere la
regolamentazione dell' Alpi, ovvero dell' attività libero professionale condotta dai
dirigenti medici dei presidi ospedalieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/09/2019                                                                                                                Pagina 28

                                                                                                                          EAV: € 4.941
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

   Moscati, i sindacati a Pizzuti «Programmare le assunzioni»

 LA     SANITÀ      Antonello     Plati   Le
 organizzazioni sindacali di categoria
 incontrano per la prima volta, la
 prossima settimana, il nuovo manager
 dell' Azienda ospedaliera «Moscati»
 Renato Pizzuti. E il confronto s' annuncia
 infuocato. Sono, infatti, ancora tante le
 questioni irrisolte: dal processo di
 annessione, ancora incompleto, dell'
 ospedale di Solofra fino alla definizione
 di una strategia per colmare le lacune
 dovute alla carenza di organico nei
 reparti. E poi c' è l' impasse del Pronto
 soccorso, sempre più congestionato dai
 codici in entrata, e il nodo delle liste di
 attesa. «Ma chiederemo, prima di tutto,
 di instaurare relazioni stabili con il
 management»,        dice     il  segretario
 generale della Cgil Funzione pubblica,
 Licia Morsa, che soltanto qualche giorno
 fa aveva sollecitato il manager per una
 convocazione. «Era più che mai
 necessaria in quanto, come moto, la
 direzione strategica è stata resettata e
 di fatto l' Azienda è stata commissariata da Palazzo Santa Lucia. Questo produce che
 il nuovo direttore generale, essendo fresco di nomina, avrà bisogno di tempo per
 capire cosa fare e interpretare alla giusta maniera quanto stabilito nel piano
 ospedaliero e sanitario regionale. Tuttavia confidiamo nella sua esperienza per
 riprendere e portare a termine quanto avviato negli ultimi tre anni». Mercoledì alle
 12,30 al primo piano della città ospedaliera ci saranno anche gli omologhi di Uil
 Gaetano Venezia e Cisl Antonio Santacroce. Quest' ultimo domani alle 17, presso la
 sede di via Terminio, terrà un direttivo per presentare e condividere con gli iscritti
 una bozza di programmazione da sottoporre a Pizzuti: «Il lavoro che si dovrà portate
 avanti sostiene Santacroce dovrà essere in assoluta continuità con quanto è stato
 fatto con gli ex direttori generale, Angelo Percopo, e sanitario, Maria Concetta Conte.
 Con loro era stato avviato un percorso per completare l' iter burocratico dei concorsi
 per le nuove assunzioni così come uno per la stabilizzazione del personale precario.
 Insomma, proporremo a Pizzuti di ripartire da dove eravamo rimasti esponendo a lui
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quella che è la reale condizione della struttura di Contrada Amoretta». In seconda
convocazione, giovedì mattina, anche il segretario generale del Nursind, Romina
Iannuzzi, si confronterà con il diggì. «Rappresentiamo gli infermieri, dunque non
possiamo non ricordare che la graduatoria di mobilità extraregionale s' è esaurita. E
non può bastare il solo avviso pubblico a tempo determinato espletato nel gennaio
2018, la cui graduatoria è stata appena pubblicata, con il quale sono stati reclutati 8
infermieri che entreranno presto in servizio. C' è poi una grave carenza di Operatori
socio sanitari (Oss) che costringe di fatto gli infermieri a una continua
dequalificazione professionale dovendo essi stessi sopperire quotidianamente all'
assenza di tali figure. La carenza di personale, che è già tale da impedire i turni nel
rispetto della legge, non potrà che essere aggravata dall' irrompere della cosiddetta
Quota 100: già questo mese, infatti, sono al via le domande di uscita anticipata che
per la stragrande maggioranza riguarderanno proprio gli infermieri». Muovendo da
queste constatazioni, le richieste: «Pizzuti dovrà procedere velocemente all' avviso
di mobilità per Oss, ma anche a un attento monitoraggio di tutte le Unità operative
per verificare quali soffrono maggiormente». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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01/09/2019                                                                                                                 Pagina 2

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                                           Argomento: Sanità nazionale

         Il dottore che restituisce mani e futuro ai torturati
 Marta Bravi
 SAN GERARDO DI MONZA Del Bene,
 primario di chirurgia della mano «Ogni
 intervento è una sfida, casi mai visti»
 Marta Bravi Con la guerra ha a che fare
 quotidianamente. Anche se vive a poco
 più di 120 miglia di distanza da uno degli
 epicentri dell' orrore. Convive con gli
 effetti dell' aberrazione umana, gli
 strascichi della violenza cieca, della
 torture perverse dei lager libici. Ma
 anche con folle abitudine di «giocare»
 con fuochi di artificio e petardi, che
 invece appartengono ai paesi in pace.
 Massimo Del Bene, primario del Centro
 di    chirurgia   plastica    ricostruttiva,
 chirurgia della mano e microchirurgia all'
 ospedale San Gerardo di Monza, di vite e
 mani spezzate ne ha operate migliaia,
 una quindicina appartengono ai migranti
 scappati dalla Libia. Il prossimo maxi
 intervento è quello che sta aspettando
 M.F., un ragazzo italiano di 27 anni che
 ha perso entrambe le mani per lo
 scoppio di un petardo nel 2015. Nel 2016 sono stati eseguiti gli studi di fattibilità per
 capire se sia possibile effettuare un trapianto bilaterale degli arti superiori, ora che
 sono terminati gli studi diagnostici si è dato il via libera all' intervento. Il giovane
 uomo è quindi in attesa di un donatore della stessa età e della sua stessa
 corporatura per potersi sottoporre al trapianto e vedere così svoltare la propria vita.
 Come accadde a Carla Mari nel 2010. A fine aprile Del Bene ha operato Gabriele
 Micalizzi, il fotoreporter colpito in Siria mentre stava documentando l' ultima
 offensiva delle truppe curde contro l' Isis. Per lui un intervento di ricostruzione delle
 dita della mano sinistra e del braccio, per l' asportazione di alcune schegge di
 granata. Sono una quindicina gli interventi effettuati dal 2017 oggi su migranti
 scappati dai lager libici. A parlare di quello che hanno subito spesso sono proprio le
 loro mani. Mani frantumate a martellate, amputate, tagliuzzate, bruciate con le
 scosse elettriche, con la benzina e il fuoco o con l' acido. Ogni mano racconta una
 storia di orrore e di perversione. Ogni mano per lui è una sfida e in alcuni casi una
 manciata di speranza per chi viene operato. La chiama «chirurgia della tortura» Del
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Bene che spiega come «traumi ripetuti provochino l' invalidità della mano». Il
problema è che, per esempio nel caso delle ustioni o delle recisioni del nervo se si
operano entro 6-8 mesi si può garantire il recupero delle funzionalità, ma qui
arrivano magari dopo 3 anni. Ogni volta si deve «inventare» qualcosa di diverso,
perché non siamo abituati a casi del genere. Sono interventi «inediti». Si tratta di
prigionieri di lager, scappati dopo anni di torture Al San Gerardo di Monza arrivano
grazie alla Caritas di Como e di Lecco che pagano le spese vive per le ricostruzioni
degli arti, tra i 1000 e i 2mila euro. «Eseguiamo circa 3mila interventi l' anno
racconta il primario tra cui almeno 5/6 urgenze al giorno, senza contare le numerose
consulenze in diversi ospedali della Lombardia. Il nostro staff è composto da 9
persone, reperibili 24 ore su 24, prevalentemente giovani, con un' età media molto
bassa di 35 anni, il che fa ben sperare per il futuro della sanità».

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01/09/2019                                                                                                                Pagina 46

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                                                                                                                          Lettori: 292.828
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  S. Camillo, eroina nella chiesa base di spaccio di un 57enne

 Eroina nascosta nella chiesa del San
 Camillo, arrestato spacciatore 57enne.
 Ha dell' incredibile eppure la chiesa all'
 interno dell' ospedale era utilizzata come
 base di spaccio da un pusher di 57 anni,
 ex dipendente dell' ospedale, già
 allontanato per avere avuto guai sul
 posto di lavoro. È quanto hanno scoperto
 i     poliziotti    del     commissariato
 Monteverde,       diretto     da       Maria
 Chiaramonte, nel corso di servizi
 antidroga effettuati all' interno del
 nosocomio romano. «Da quando ho
 perso il lavoro, vivo da barbone qua
 dentro e mi arrangio», ha spiegato l'
 uomo agli investigatori. Gli agenti, anche
 grazie alle segnalazioni ricevute dai
 familiari dei degenti e dallo stesso
 personale sanitario che avevano visto
 strani movimenti dentro e fuori la
 chiesetta, dopo aver notato il 57enne
 gravitare intorno al Padiglione al cui
 interno si trova la chiesa, hanno iniziato
 a seguirne gli spostamenti. Dopo
 indagini, pedinamenti e riscontri, i loro sospetti si sono concretizzati quando hanno
 sorpreso R.P.F., verso l' uscita dell' ospedale - in via Circonvallazione Gianicolense -
 mentre stava cedendo a una donna una dose di eroina, dopo aver ricevuto in cambio
 la somma di 20 euro. Arrestato per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti
 per l' uomo, che ha già alle spalle precedenti per reati analoghi, a seguito della
 celebrazione dell' udienza di convalida, è scattato il divieto di ritorno nel comune di
 Roma. A. Mar. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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