Anna Ghisolfi, l'artista dei banchetti

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Anna Ghisolfi, l'artista dei banchetti
Anna Ghisolfi, l’artista dei banchetti   Da giovane ho imparato a suonare il pianoforte
                                         e a pensare al gusto come a un’architettura.
TESTO di Alessandra Piubello
Foto di sofie delauw e BOB NOTO          Che cosa ho appreso alla fine?
                                         Che la semplicità è difficile.
                                                                                                      Gualtiero Marchesi

                                         Mani. Sapienti, mnemoniche. Impres-           del giorno prima), quando cucinerà per
                                         sivamente dinamiche, sincroniche. Pa-         mille persone e lavorerà per un giorno
                                         zienti, perfettamente cadenzate nel           intero riposando un po’ solo al ritorno
                                         tempo e nello spazio. Ipnotizzanti, af-       dagli eventi nel camion che riporta tutta
                                         fondano sicure nell’impasto, lo accarez-      l’attrezzatura possibile e immaginabile
                                         zano danzando. Coccolano, spingono,           (pronta a ogni evenienza!).
                                         girano con delicatezza la soffice massa.
                                         Dita segnate dal lavoro, nude di impro-       Anna ventitreenne, giovane sposa, che
                                         pri belletti. Eppur muliebri, rassicuranti    invita sempre gli amici a desinare. Nel
                                         nella precisione di ogni singolo gesto,       focolare domestico crea, sperimenta in-
                                         ritmico, osmotico, leggiadro. Trasmetto-      cessantemente. Forma le sue basi tecni-
                                         no conoscenza empirica in ogni singo-         che frequentando talmente tanti corsi e
                                         lo, significante dettaglio, consapevoli in    stage da averne dimenticato il numero.
                                         ciascun passaggio. Intime alla materia,       Da Andoni Luis Aduriz, Ferran Adrià,
                                         racchiudono delicatezza e forza. Abil-        Gualtiero Marchesi, solo per citarni al-
                                         mente connesse: cuore, cervello, anima.       cuni. “Negli anni Ottanta ho lavorato
                                         Ecco sì, le mani di Anna Ghisolfi impri-      tantissimo con Andreas Hellrigl a Villa
                                         mono un’energia ancestrale, tattile, agli     Mozart a Merano”, ricorda Anna, “è sta-
                                         elementi in contatto. Silenziose, concen-     ta un’esperienza molto importante per
                                         trate, badano alla sostanza. Accudisco-       me. Andreas, allora molto famoso (poi
                                         no il ben-essere dei convitati, sceglien-     se ne andò negli Stati Uniti dove aprì un
                                         do ingredienti sani, genuini, stagionali,     altro ristorante di successo; da anni è in
                                         territoriali. Intrecciano destini gastrono-   altri lidi ultraterreni), non si risparmiava
                                         mici provenienti dal mondo rendendoli         e ho appreso, assorbendo come una
                                         misteriosamente affini, riconducendoli a      spugna, tutto ciò che mi ha insegnato.
                                         casa. Home sweet home… È proprio qui          Con rigore, metodo e tanto entusiasmo.
                                         che tutto nasce. E tutto torna.               Alcuni dei suoi piatti, come l’Insalata
                                                                                       di fagiano, è rimasta nel mio menu, ma
                                         Un salto indietro nel tempo. Poi, lo fare-    l’ho reinterpretata a modo mio, come
                                         mo anche nello spazio, c’è un momen-          faccio sempre per ogni ricetta”.
                                         to per ogni cosa. Immaginatevi un film,
                                         dissolvenza e flashback: storia della         Anna la generosa, che non può trattene-
                                         protagonista nel passato. Anna bambi-         re per sé, ma fa della cucina un dono.
                                         na, grandi occhi grigioazzurri (all’epoca     Per le amiche che chiedono consigli cu-
                                         non credo portasse gli occhiali, chissà)      linari, organizza corsi di cucina. Con il
                                         spalancati ad apprendere. Nonna com-          passaparola che si genera, cominciano
                                         poneva fiori, lei aiutava, formandosi alla    a chiederle di preparare dei menu an-
                                         manualità. Anna in cucina, la magia dei       che per delle serate. “È avvenuto tutto
                                         primi dolci: precognizione del suo fu-        molto naturalmente, senza forzature, un
                                         turo. Passione nelle vene: non l’abban-       passo dopo l’altro, una cognizione dopo
                                         donerà mai più. Neppure con la sveglia        l’altra, lavorando con totale dedizione”.
                                         alle quattro (bandite le preparazioni         D’altronde per Anna la cucina è tutto:
Anna Ghisolfi, l'artista dei banchetti
quando non è ai fornelli, legge libri!          re da chi restituisce agli ingredienti il sa-
All’inizio di ricette (impara tutte le crea-    pore di ciò che sanno, nel loro incanto
zioni di Marchesi), poi di scienza in cu-       spontaneo, nella loro grazia immediata,
cina e di alimentazione. È passione allo        senza sotterfugi pirotecnici o manipola-
stato puro, la sua. Da sempre. Vestale          zioni chimiche. Stupitevi, questa donna
della cucina e della famiglia decide di         umile e riservata, che non esce mai dalla
non aprire un suo ristorante, ma di de-         cucina a prendersi gli applausi, perché
dicarsi ai propri ospiti in altre sedi. Dal     trova il significato e il divertimento inti-
suo palazzo dell’undicesimo secolo, dal         mo nel dar concretezza alle sfumature
suo cosmo culinario, si trasferisce, armi       del gusto, preoccupandosi della salute e
e bagagli, in altri palazzi, in altre case.     del comfort alimentare dei suoi invitati,
È lei che va verso gli altri, non vicever-      ebbene sì, è una piccola, Grande Cuoca.
sa. Cucina e ospitalità, rafforzate da una
squadra efficiente, in movimento. Un
catering di altissimo livello.
                                                                               Territori
Da artista naturalmente dotata, spesso          Pronti al salto di spazio? Destinazione
opera per gli invitati di mostre d’arte,        Tortona. In questo territorio il panorama
di cinema, di letteratura, d’antiquariato,      è suggestivo: lo sguardo spazia tra cam-
per prime teatrali e musicali. Porta i suoi     pi coltivati e morbide colline con vigneti
piatti sulle tavole di governanti, scien-       e frutteti (celebri le pesche di Volpedo
ziati, nobili, gioiellieri, stilisti di moda,   e anche le fragoline di Tortona), si rin-
ambasciatori, ministri, politici, sportivi,     fresca in boschi di roveri e castagni (i
finanche al presidente della Repubbli-          funghi e i tartufi di queste zone sono
ca, Napolitano. In Italia e all’estero. La-     molto conosciuti), contempla da vette
sciando il segno. Meditate, chef sic itur       scoscese il paesaggio dal Monviso al
ad astra, che stravolgendo Artusi siete         Mar Ligure. Le vigne di Timorasso, vi-
diventati astrusi, venite un po’ a impara-      tigno bianco autoctono quasi abbando-
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nato, sono ricomparse nella loro storica      Per il pesce, si affida a un tortonese che     tistica è sintesi di umanesimo e scienza
importanza per opera del loro salvato-        lo porta quotidianamente da Genova.            condensata in un manufatto. In questo
re, l’appassionato enologo e produttore       Solo pesce povero che Anna valorizza,          Anna è artefice di un’arte che interpreta
Walter Massa. Una rinascita straordina-       eticamente. Coltura, cottura, cultura. La      il nostro tempo, basata sulla metaboliz-
ria, valorizzata dai successi di critica e    sua visione di cucina, che viene dalla         zazione del passato con lo sguardo al
di pubblico sia in Italia sia all’estero.     terra e dall’acqua, viene supportata dal-      futuro, usando tecniche moderne.
                                              la tecnica e si trasforma in una modalità      Nello spazio dei piatti di Anna non c’è
I Colli Tortonesi sono al centro di quat-     espressiva teatro di scambio, di rela-         il superfluo a nascondere la sostanza,
tro regioni italiane diverse: Piemonte,       zione, di elaborazione e crescita. Anna        effetto che porta a stravolgere l’origine
Lombardia, Emilia Romagna e Liguria,          viaggia, la meta scelta principalmente         visiva delle materie prime. Semplifica,
storico incrocio di culture differenti. Il    per le attrattive culinarie, per i ristoran-   perché è già arrivata all’essenza, nel suo
tortonese, a livello artigianale e agrico-    ti più importanti. Europa, Giappone,           ricercare. La sua è pura poetica com-
lo, è una zona importante: qui nasce          Australia, Cina, America. La cucina è il       positiva, degli ingredienti nella ricetta
la cultura dell’allevamento del maiale        linguaggio delle culture. Così incorpora       e delle componenti aromatiche (gusti e
e del salame nobile, (il salame nobile        nella sua ricerca creativa la valorizza-       profumi), tenendo conto degli elementi
del Giarolo, presidio Slow Food) cultura      zione dei diversi territori, pur mantenen-     tipici delle arti figurative arricchiti dalla
che poi si propaga nell’Oltrepò Pavese        dosi salda al suo. Sa bene che ogni vera       tridimensionalità della materia colorata,
e in tutta l’Emilia Romagna. Proviene da      tradizione gastronomica vive di scambi,        anche di luce. Non opera una cucina
questo territorio il Montébore, un for-       di assimilazioni, di contaminazioni.           ricercata ma una ricerca di cucina, sen-
maggio che stava scomparendo, recen-                                                         za ostentare cerebralismi e virtuosismi
temente riscoperto, presidio Slow Food                                                       svuotati di significato. Il suo spirito in-
anch’esso, prodotto con latte crudo mi-                                                      faticabile mette al centro la persona che
sto, vaccino e ovino.                                                          Cucina        assaggerà, offrendogli un quadro di coe-
                                              Chi è Anna Ghisolfi? No, non ce la ca-         renza e onestà rare.
Anna utilizza tutti i prodotti locali, ri-    viamo con l’affermazione generica “una
spetta le materie prime e la periodicità.     brava cuoca”. Anna è pittrice, perché          Nella sua cucina non si butta via, po-
Per lei, l’acquisto del prodotto di stagio-   ricerca i colori, studia la composizione,      nendo estrema attenzione allo spreco,
ne è da inserire in una filosofia di vita.    trova l’armonia della vista. È scultrice,      utilizzando le bucce delle patate, i ri-
Una scelta che presuppone l’attenta ri-       perché nel creare opera in levare. Mu-         tagli del cavolo rosso seccati per creare
cerca alle caratteristiche gastronomiche.     sicista, possiede ritmo, senso del tempo,      dei cestini o decorazioni, tutte edibili,
In un contesto più ampio, però. Che im-       capacità di orchestrare gli elementi per       perché nei suoi piatti si può mangiare
plica la consapevolezza che in quel de-       le sinfonie più carezzevoli al palato. È       davvero tutto. Etica, misura, rigore, mi-
terminato periodo dell’anno quel tipo di      un’artigiana pensante, le cui mani porta-      nimalismo: Anna è ben lontana dalla
alimento è più ricco di principi nutritivi,   no memoria di movimenti, di soluzioni,         cucina di “artefazione”, punta piuttosto
costa meno e apporta indubbi vantag-          di modalità di utilizzo di tecniche e ma-      alla spontaneità e a una LiberAzione che
gi per l’ambiente. Il prodotto che arriva     teriali affinatesi in un tempo di esperien-    è puro divertimento goloso, stimolante
direttamente dalla campagna al merca-         za e di sapere. In una parola è artista        la socializzazione.
to dei contadini di Tortona, dove Anna        che si mette in discussione e si rimette       La porzionatura, curata e misurata, è sta-
acquista, presuppone un trasporto bre-        in moto continuamente, cerca, ricerca e        ta studiata per consentire, all’aperitivo,
ve e pertanto poco inquinante. Ed è più       trova.                                         di prendere tutte le mini creazioni con
fresco perché non è sottoposto a lunghi                                                      le mani (niente bicchierini ingannatori
viaggi in nave o sui camion. Principal-       Cucinare è l’arte di svelare la materia nel    o contenitori fittizi) e sfiziarsi, giocando
mente si procura ortaggi, cereali, frutta     rispetto delle leggi naturali e dell’uma-      alla scoperta gustativa, senza sentire la
e legumi per le sue partiture gastronomi-     nità, creando delle sostanze consisten-        minima pesantezza. Leggerezza e di-
che. Anche la carne viene acquistata in       ti per l’uomo, nutrimento della carne          geribilità sono fondamentali nel codice
loco. Sui grandi numeri si rivolge invece     e dello spirito. La cucina è una forma         Ghisolfi. Che si può così sintetizzare:
ai più noti fornitori specializzati.          d’arte e, come ogni altra espressione ar-      “Buono, bello, sano e a basso costo.

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Anna Ghisolfi, l'artista dei banchetti
La famiglia
“L’essenza”, racconta Anna, “è nel gu-          quadrotti, un’evoluzione della classica       Il matrimonio con l’affascinante Enrico.
sto, che è in sé una forma della bellezza,      pasta al forno, ben armonizzata a di-         Trentadue anni di condivisione, anche
l’estetica viene dopo, mi appare natural-       spetto della mancanza di besciamella.         gastronomica. Quattro figli: Marco,
mente sotto le dita”.                           Più leggera, eppur ghiotta, completata        Matteo, Elena, Michele. Per la famiglia
                                                nella progressione papillare con pomo-        Anna rinuncia, libera scelta, ad aprire
Quando riesce a trovare il prodotto giu-        doro, basilico e microscopiche mozza-         il suo ristorante. Trasforma però la sua
sto nelle quantità che le servono, sceglie      relline. Soffice Pan di broccolo, morbido     cucina in centro nevralgico, familiare,
il biologico. Consideriamo che cucina           e ben lievitato, con sgombro: calibrato       sociale. Tutti sono coinvolti (genitori,
per un numero variabile di persone, da          incontro di sapori netti e materiche di-      marito, figli, amici) nei suoi studi, negli
un minimo di otto fino ad arrivare a mil-       versità. Pane alle olive con oliva di pe-     assaggi, nel tourbillon creativo di questa
le, proponendo una varietà di microco-          perone. Piatto ispirato, intensità che cat-   fucina perfettamente funzionale e tec-
smi occhieggianti sulle tavole di benve-        tura il palato. Cannoncino di mela, un        nologicamente attrezzata al piano terra
nuto, da un minimo di venticinque fino          gioco spiazzante. Al posto della sfoglia,     della casa di famiglia. Lei scansiona la
a un massimo di quaranta per il salato,         mele essiccate (preventivamente immer-        sua vita in modo di essere vicino ai suoi:
venti per il dolce, senza considerare i         se in uno sciroppo con rapa rossa centri-     sveglia molto presto (a seconda, fra le
piatti della cena seduti.                       fugata, a dare quella tonalità rossastra),    quattro e le sei) per preparare il lavoro,
                                                farcite con formaggio di capra e ricotta.     per smazzarsi i piatti faticosi e dedicarsi
Tra tutte le paradisiache tentazioni mi-        Godurioso nella sua genuina naturalez-        ai nuovi. All’arrivo dello staff alle nove,
gnon, difficile scegliere. Il Maki di pol-      za. Calibrato compendio di profumi, sa-       ha già fatto colazione con gli affetti ed
lo con caponatine di melanzane, per             pori e consistenze nel Risotto alla zucca     è pronta a proseguire nei suoi compiti
esempio: un piatto caratteriale, accatti-       con gocce di passito sferificate. Amalga-     culinari. Pasti in intimità domestica e la
vante nei suoi contrasti agrodolci, dagli       ma e tenuta perfetta, cottura millimetri-     rassicurante certezza della sua costante
slanci iniziali sapientemente equilibrati       ca. Croccantezza (semi e zucca essicca-       presenza attiva fra le mura dell’antico
nell’armonico insieme. La Granita di            ta), morbida cremosità del vialone nano,      palazzo tortonese. Il motto della città
cavolo rosso e Campari sferificato: un          misurate concordanze. Partitura memo-         “Pro tribus donis similis Terdona leonis”
connubio paradisiaco fra dolce e amaro.         rabile, tecnica e innovazione al servizio     ovvero “Tortona è simile a un leone in
Nella purpurea consistenza, l’esplosione        della materia prima. Il Croccante con         virtù di tre doni” identifica i tre doni in
che fa la differenza: un piccolo capola-        granella di nocciole, mandorle e fiori        valore, lealtà, cortesia, caratteri salienti
voro di assoluta godibilità. Gli Agnolotti,     edibili. Una reinterpretazione di una ri-     del popolo tortonese. Che Anna incarna.
tipico piatto piemontese, infilzati in un       cetta tortonese, la pentolaccia, un dolce
bastoncino di legno. Fedeltà al territorio,     carnevalesco, con zucchero caramellato
sapori d’altri tempi: irresistibili e appeti-   e frutta secca. Istigazione al riassaggio
tosi, narrano di stile gastronomico fino        continua, non si smette mai di prender-
all’happy end gustativo. La Lasagna a           ne ancora.

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Anna Ghisolfi, l'artista dei banchetti
Lo staff                              Al Crocifisso
              Il braccio destro, Angela Prando. La          Anna, ben lontana dall’ascetismo ali-
              mente organizzativa. Nessun dettaglio         mentare nonostante la magrezza, nutre
              logistico sfugge a questa signora dai         sempre appetito. Per questo continua ad
              modi gentili. Occhi acuti, densi. Du-         assaggiare, a sperimentare nuovi equili-
              rante un corso di cucina da Anna, vede        bri. Il cibo è vita, ed è parte integrante
              oltre, si propone. Un sodalizio che dura      della sua. Ma il cibo è anche sacralità.
              da vent’anni. Prodigandosi, entrambe.         Quindi, quale luogo migliore se non
              La squadra di cucina è tutta femminile:       una chiesa? Dove far celebrare matri-
              nove donne. Affiatate, lavorano fianco a      moni morganatici tra ingredienti umili
              fianco da anni e anni. Un team culinario      e nobili, accostati con grazia e nitore?
              perfettamente sincronizzato, provenien-       L’antica chiesa romanica, (chiamata “al
              te dal mondo (a parte due, italianissime).    Crocifisso”, per l’appunto) guarda caso,
              Una miscellanea di culture gastronomi-        è proprio di fronte a casa sua. Una lo-
              che diverse che si compatta nello stile       cation suggestiva, che porta il ricordo
              culinario di Anna, in quella semplicità       di altre destinazioni artistiche: scuola
              che è complessità risolta. Donne atten-       di danza, sala di incisione, cinema. La
              te, che hanno riconosciuto le doti culi-      arreda con materiali riciclati e due stu-
              narie del loro leader. Sanno bene che         fe al bioetanolo. Pochi fronzoli. Lei che
              qui la cuoca lavora indefessamente, non       punta dritto al sodo, il cibo. Niente fiori
              gira solo con le mani dietro la schiena       ma verdura e frutta essiccate (un effetto
              a controllare, quelle mani le adopera         unico), tutto il superfluo eliminato. Da
              costantemente, usando tutti i passaggi        pochi mesi, (oramai i figli sono grandi,
              e le tecniche. Apprezzano l’autenticità       forse è arrivato il momento di aprirsi il
              essenziale di una professionista ancora       suo ristorante?) riceve qui per i tasting
              spinta da passione genuina. La sua coe-       dei suoi banchetti. Insiste molto sulle
              renza e la sua eticità.                       prove, soprattutto se non conoscono
              In sala, da dieci anni, il fido Alessandro,   la sua cucina personalmente. Gratis et
              supportato nel suo competente lavoro          amore Dei. Liberi di scegliere dopo, se
              da altri collaboratori.                       commissionarle o no l’evento. Finora
                                                            non ha perso un cliente…

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Anna Ghisolfi, l'artista dei banchetti
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Anna Ghisolfi, l'artista dei banchetti
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