Agricoltori-Allevatori custodi e Comunità del cibo - Veneto ...

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Agricoltori-Allevatori custodi e Comunità del cibo - Veneto ...
Agricoltori-Allevatori

             Comunità del cibo
             custodi e

AGRICOLTORI-ALLEVATORI CUSTODI E COMUNITÀ DEL CIBO
Agricoltori-Allevatori custodi e Comunità del cibo - Veneto ...
Agricoltori-Allevatori custodi e Comunità del cibo - Veneto ...
Agricoltori-Allevatori custodi
     e Comunità del cibo
Agricoltori-Allevatori custodi e Comunità del cibo - Veneto ...
AGRICOLTORI CUSTODI E COMMERCIALIZZAZIONE DELLE SEMENTI

                               Progetto regionale BIODI.VE. - DGR n. 325/2018 - Legge n. 194/2015

A cura di:
Maurizio Arduin(1), Franca Bernardi(2), Domenico Cerbino(3), Fabiana Fiorani(4), Michele Giannini(1), Cinzia Lenzarini(4),
Rita Turchi(5), Stefano Sanson(6), Alberto Sartori(1), Pietro Zienna(3)

(1)
    Veneto Agricoltura (Legnaro - Padova)
(2)
    Azienda agrituristica “Il Corniolo” di Franca Bernardi, Loc. Le Prade n. 25 (Castiglione di Garfagnana - Lucca)
(3)
    Alsia, Agenzia Lucana Sviluppo e Innovazione in Agricoltura (Potenza)
(4)
    Unione dei Comuni della Garfagnana (Castelnuovo di Garfagnana - Lucca)
(5)
    Regione Toscana (Firenze)
(6)
    Agrotecnico libero professionista (Belluno)

Realizzazione grafica:
Federica Mazzuccato

Pubblicazione edita da:
Veneto Agricoltura
Viale dell’Università, 14 - 35020 Legnaro (PD)
Tel. 049 8293711 - Fax 049 8293815
e-mail: ricerca@venetoagricoltura.org
www.venetoagricoltura.org

È consentita la riproduzione di testi, tabelle, grafici ecc. previa autorizzazione da parte di Veneto Agricoltura,
citando gli estremi della pubblicazione.

Stampata nel mese di Febbraio 2020
presso Grafiche Venete - Padova
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INDICE                                                                                                                                                                                                   3

Indice

Introduzione ............................................................................................................................................................................... pag.    5

Legge 1° dicembre 2015, n. 194 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità
di interesse agricolo e alimentare” e le Comunità del cibo .............................................................................................                                    »        6
Alberto Sartori (Veneto Agricoltura - Legnaro, Padova)

La tutela e la valorizzazione dell’agrobiodiversità fino alla Comunità del Cibo ..........................................................                                                  »       14
Rita Turchi (Regione Toscana - Firenze)

La Comunità del cibo della Garfagnana ...............................................................................................................................                       »       20
Fabiana Fiorani, Cinzia Lenzarini (Unione dei Comuni della Garfagnana - Castelnuovo di Garfagnana, Lucca)
e Franca Bernardi (Azienda agrituristica “Il Corniolo” - Castiglione di Garfagnana, Lucca)

Comunità del cibo del Pollino e del Lagonegrese .............................................................................................................                               »       30
Domenico Cerbino, Pietro Zienna (Alsia, Agenzia Lucana Sviluppo e Innovazione in Agricoltura - Potenza)

Alcune esperienze di conservazione dell’agrobiodiversità nella montagna bellunese ............................................                                                              »       38
Stefano Sanson (Agrotecnico libero professionista - Belluno)
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AGRICOLTORI-ALLEVATORI CUSTODI E COMUNITÀ DEL CIBO
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INTRODUZIONE                                                                                    5

               Introduzione

               La Regione del Veneto sostiene la biodiversità di interesse agricolo ed
               alimentare attraverso iniziative, rivolte ad agricoltori e allevatori custodi.
               In tale contesto si è ritenuto opportuno attivare una serie di iniziative
               correlate alle “Comunità del cibo e della biodiversità di interesse agri-
               colo e alimentare”
               Realizzazione di questo convegno finalizzato ad approfondire punti di
               forza e debolezza, opportunità e criticità, correlate alle “Comunità del
               cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” coinvolgen-
               do realtà regionali e non che hanno già iniziato tale percorso, agricoltori
               e allevatori, i responsabili dei Centri pubblici di conservazione presenti
               nel territorio regionale, tecnici delle associazioni e organizzazioni agri-
               cole, operatori economici di altri settori.
               L’obiettivo di questa iniziativa è quello di accrescere la conoscenza pro-
               pedeutica ad una eventuale scelta consapevole degli operatori locali
               nella creazione delle Comunità del cibo e della biodiversità di interesse
               agricolo e alimentare.
               Questa attività ha inoltre contribuito all’animazione della giornata della
               biodiversità di interesse agricolo e alimentare offrendo un effetto po-
               sitivo sul sistema regionale di tutela e valorizzazione della biodiversità
               di interesse agricolo e alimentare, permettendo nel contempo di elimi-
               nare, o quantomeno di ridurre, il gap relazionale attualmente presente
               tra le attività dei centri pubblici di conservazione e le realtà aziendali
               composte da agricoltori e allevatori custodi.
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6                                                                                    AGRICOLTORI-ALLEVATORI CUSTODI E COMUNITÀ DEL CIBO

                              Legge 1° dicembre 2015, n. 194
                              “Disposizioni per la tutela e la
                              valorizzazione della biodiversità
                              di interesse agricolo e alimentare”
                              e le Comunità del cibo
                              La LEGGE 1° dicembre 2015 , n. 194 “Dispo-           b. la realizzazione di forme di filiera corta, di
                              sizioni per la tutela e la valorizzazione della         vendita diretta, di scambio e di acquisto di
                              biodiversità di interesse agricolo e alimentare         prodotti agricoli e alimentari nell’ambito di
                              e comunità del cibo” all’Art. 13 menziona la            circuiti locali;
                              “Comunità del cibo e della biodiversità di inte-     c. lo studio e la diffusione di pratiche proprie
                              resse agricolo e alimentare” e al comma (c.) 1 e        dell’agricoltura biologica e di altri sistemi
                              2 definiscono la “Comunità del cibo e della bio-        colturali a basso impatto ambientale e volti
                              diversità di interesse agricolo e alimentare”.          al risparmio idrico, alla minore emissione
                                                                                      di anidride carbonica, alla maggiore fertilità
                              Per comunità del cibo si intendono: gli ambiti
                                                                                      dei suoli e al minore utilizzo di imballaggi
                              locali derivanti da accordi tra:
                                                                                      per la distribuzione e per la vendita dei
                              • Agricoltori locali, agricoltori e allevatori cu-
                                                                                      prodotti;
                                 stodi,
                                                                                   d. lo studio, il recupero e la trasmissione dei
                              • gruppi di acquisto solidale,
                                                                                      saperi tradizionali relativi alle colture agra-
                              • istituti scolastici e universitari,
                                                                                      rie, alla naturale selezione delle sementi
                              • centri di ricerca,
                                                                                      per fare fronte ai mutamenti climatici e alla
                              • associazioni per la tutela della qualità della
                                                                                      corretta alimentazione;
                                 biodiversità di interesse agricolo e alimen-
                                                                                   e. la realizzazione di orti didattici, sociali,
                                 tare,
                                                                                      urbani e collettivi, quali strumenti di valo-
                              • mense scolastiche, ospedali, esercizi di ri-
                                                                                      rizzazione delle varietà locali, educazione
                                 storazione, esercizi commerciali, piccole e
                                                                                      all’ambiente e alle pratiche agricole, aggre-
                                 medie imprese artigiane di trasformazione
                                                                                      gazione sociale, riqualificazione delle aree
                                 agraria e alimentare,
                                                                                      dismesse o degradate e dei terreni agricoli
                              • enti pubblici.
                                                                                      inutilizzati.
                              Gli accordi di cui al c. 2 possono avere come        La comunità del cibo può essere considerata
                              oggetto (c. 3):                                      come un sistema che mettendo al centro il
                              a. lo studio, il recupero e la trasmissione di       cibo considera tutte le interazioni che vi pos-
                                  conoscenze sulle risorse genetiche di inte-      sono essere con l’ambiente, l’economia e la
                                  resse alimentare ed agrario locali;              società (Figura 1).

Figura 1 – La sostenibilità
                 del cibo.

                                                                            SOCIETÀ

                                                 AMBIENTE                                            ECONOMIA

                                                                              CIBO

                                                                          Sostenibilità
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LEGGE 1° DICEMBRE 2015, N. 194 “DISPOSIZIONI PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ
DI INTERESSE AGRICOLO E ALIMENTARE” E LE COMUNITÀ DEL CIBO                                                                                     7

La promozione di cibi in grado di soddisfare               re aggiunto, dove l’Identità territoriale, la pro-
a modelli sostenibili di produzione e distribu-            fessionalità delle risorse umane e la diversità-
zione, l’attenzione al territorio, la qualità orga-        specificità delle materie prime (biodiversità:
nolettica, la tutela ambientale, la salvaguardia           razze e varietà locali) diventano le componenti
della biodiversità, la qualità della vita e del la-        principali di valore che qualificano il prodotto
voro dei produttori, sono le motivazioni prin-             locale stesso (Figura 3).
cipali che spingono verso la costituzione delle            Attraverso le comunità del cibo si valorizzano
“Comunità del cibo”.                                       le culture gastronomiche del territorio, dove il
Gli obiettivi delle associazioni e comunità del            prodotto o i prodotti locali possono favorire ed
cibo sono in generale: garantire la produzione             incentivare il recupero o la reinterpretazione
e la diffusione di un cibo buono, pulito, giusto;           creativa, e in chiave attuale, di antiche ricette e
la tutela dell’ambiente; la valorizzazione del             metodi di preparazione artigianali, preservan-
territorio; la diffusione delle pratiche di buona           do la ricca cultura del cibo italiana.
agricoltura e di buona alimentazione; la difesa            Degustazioni, sistemi di accreditamento (gui-
e la tutela delle tradizioni e della cultura locale        de Slow Food, guide/mappe ristoratori – agri-
(Figura 2).                                                turismi, guide del gusto), uscite su media, cor-
Formaggi, salumi, prodotti orticoli, frutticoli,           si, master di cucina con prodotti tipici locali,
carne bovina, confetture, conserve, miele, pro-            gruppi di assaggio rappresentano attività tutte
dotti trasformati, vino, farine possono essere             che possono ulteriormente contribuire ad au-
i prodotti ottenuti nel rispetto delle tradizioni          mentare il valore del prodotto, cibo della co-
locali, ma anche nel rispetto dell’ambiente in             munità (Figura 4).
un’ottica di agricoltura sostenibile.                      Esempi di comunità del cibo possono essere
Le Comunità del cibo si impegnano a valoriz-               trovati in Toscana, nella Garfagnana, con la
zare la salubrità e qualità del prodotto e so-             comunità del cibo della Garfagnana, in Sicilia
prattutto la sostenibilità della produzione. Si            con il Distretto cibi siciliano C.I.B.O., in Abruzzo
valorizza l’identità agroalimentare di un luogo            con le “Food Comunities”, le comunità del cibo
a tutto vantaggio del territorio stesso, attin-            dell’area Gal Maiella Verde.
gendo a prodotti di filiera corta, stimolando              In Veneto attualmente non esistono comuni-
uno sviluppo locale socio-culturale e ambien-              tà del cibo vere o proprie, ma prodotti tipici
tale armonico. In questo contesto il prodotto, il          riconosciuti, denotanti territori specifici, con
“cibo” locale acquisisce un plus valore, un valo-          sistemi e processi di produzione ben codifica-

                                                                                                                  Figura 2 – I fattori
                                                                                                                  influenti la sostenibilità
                                                                                                                  del cibo.
                                               TUTELA DELLA
                                               BIODIVERSITÀ

                QUALITÀ                                                     SVILUPPO LOCALE
           MULTIDIMENSIONALE                                                    E RURALE
                                                      CIBO

                          RIDEFINIZIONE
                                                                     MENO
                           PRODUTTORE
                                                                 GLOBALIZZAZIONE
                          CONSUMATORE

                                                 Sostenibilità
Agricoltori-Allevatori custodi e Comunità del cibo - Veneto ...
8                                                                                                  AGRICOLTORI-ALLEVATORI CUSTODI E COMUNITÀ DEL CIBO

      Figura 3 – Il valore
aggiunto di un prodotto.

                                    DIVERSITÀ-SPECIFICITÀ
                                    DELLE MATERIE PRIME                                                                PROFESSIONALITÀ DELLE
                                                                                                                          RISORSE UMANE

                                                                                       VALORE
                                                                                      AGGIUNTO
                                                                                        DI UN
                                                                                      PRODOTTO

                                                                                        IDENTITÀ

      Figura 4 – Il circolo
     virtuoso del Valore.
                                                                                  Recensioni
                                                                                                          Degustazioni
                                                Concorsi/premi                                             pubbliche
                                                                                    Protezione
                                                                                                                                Sistemi di
                                 Gruppi di assaggio
                                                                                                                             accreditamento
                                                                                     )  li

                                                                                              de
                                                                                                Pr ris
                                                                                     ca
                                                                            rie ità

                                                                                                  lle
                                                                                                  of or
                                                                                  lo
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                                                                                                     es se
                                                                               tà
                                                                         e ive

                                                                                                       sio u

                                                                                      Valore
                                                                            d

                                                                                                          na ma
                                                                     zz Bio

                                                                                                            lit ne

                                                                                     aggiunto                                   Guida Slow Food
                                                     Cara

                                                                                                               à

                                  Corsi/master
                                                                       e
                                                                  (ra

                                                                                                                           ne
                                                      tte

                                                                                                                       io

                                                            zz                                                                    Uscite sui media
                                                                                                                     az
                                                        ri

                                  Schede sensoriali              az              Identità territoriale
                                                                                                                  n   ic
                                                                      io n
                                                                             e                            Co   mu
                                                                                                                           Passaparola
                                                 Mappatura delle
                                              produzioni e dei servizi                              Guide del gusto

                              ti e riconosciuti, un esempio potrebbe essere                     Anche in Veneto quindi le tipicità ci sono, re-
                              l’Agnello dell’Alpago, il fagiolo Lamon, i formag-                sta solo da chiudere il sistema per far ricono-
                              gi della razza bovina Burlina, il radicchio di Tre-               scere nuove comunità nel rispetto delle Legge
                              viso o la Gallina Padovana.                                       194/2015.
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                                                  CASI DI STUDIO

     1
         Un allevatore/coltivatore custode, aderente ad una Comunità del Cibo e della biodiversità di inte-
         resse agricolo e alimentare, può realizzare una filiera corta, trasformando e commercializzando
         un prodotto all’interno della Comunità? E può trasformare e commercializzare i propri prodotti
         tramite la Comunità stessa?
         Sicuramente sì! L’importante è che i prodotti commercializzati all’interno della stessa Comunità
         o da questa verso l’esterno, siano essi trasformati o tal quali, provengano principalmente (non
         esclusivamente) da varietà e razze locali a rischio di estinzione del proprio territorio. Infatti il
         comma 1 dell’art. 13 della L. 194/2015, che istituisce le Comunità del cibo e della biodiversità di
         interesse agricolo e alimentare, recita che le stesse Comunità sono state pensate per “…sostene-
         re le produzioni agrarie e alimentari, in particolare della Rete nazionale di cui all’articolo 4… ossia
         Agricoltori e Allevatori custodi, banche del germoplasma/Centri di conservazione e altri soggetti
         interessati a vario titolo alla conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche locali a rischio
         di estinzione, così come stabilito dal Decreto del MiPAAFT n. 10400 del 24 ottobre 2018. Il sud-
         detto comma 2 continua con: …nonché di promuovere comportamenti atti a tutelare la biodiversità
         di interesse agricolo e alimentare…”. Tutelare l’agrobiodiverstià significa, non solo tutelare le risorse
         genetiche locali dall’estinzione, ma, con esse, tutelare l’ambiente (acqua, suolo e biodiversità) nel
         quale si sono caratterizzate ed hanno sviluppato nel tempo, grazie alla cura degli agricoltori, le
         loro peculiarità.

     2
         Un allevatore/coltivatore custode, aderente ad una Comunità del Cibo e della biodiversità di
         interesse agricolo e alimentare può vendere ad altri allevatori/coltivatori della stessa Comunità
         materiale genetico (semi o riproduttori) da destinare a produzioni tipiche della Comunità?
         Solo se nel rispetto della normativa sementiera o della normativa sulla vendita di materiale di
         moltiplicazione per le specie frutticole, ossia:
         1) la varietà oggetto di vendita della semente o del materiale di moltiplicazione, deve essere
            iscritta al registro nazionale per la commercializzazione delle sementi per le specie erbacee e
            al registro nazionale per la commercializzazione per le specie frutticole;
         2) l’agricoltore deve essere in regola con i controlli fitosanitari richiesti dalla legge, quindi iscri-
            zione dell’azienda al Registro del servizio fitosanitario o come ditta sementiera o per la mol-
            tiplicazione di materiale vegetale. Non si può derogare questo punto sia per non diffondere
            di fitopatologie importanti (come invece si sta assistendo ultimamente anche grazie ai cam-
            biamenti climatici), sia per il controllo della corrispondenza della varietà vegetale dichiarata in
            fase di vendita.
         Per le razze animali va rispettata la specifica normativa in caso di vendita di riproduttori o di ma-
         teriale seminale o ovuli, ecc. alla quale si rimanda.

     3
         Un allevatore/coltivatore custode, aderente ad una Comunità del Cibo e della biodiversità di
         interesse agricolo e alimentare può vendere ad altre persone (hobbisti) materiale genetico (semi
         o riproduttori) per autoconsumo?
         Solo nel rispetto di quanto risposto alla precedente domanda n. 2. Non esistono deroghe per
         gli hobbisti. L’autoconsumo avviene in azienda quindi non c’è vendita ed è ovviamente sempre
         ammesso.
CASI DI STUDIO                                                                                               11

                                                                                                         4
Una Comunità del Cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare coinvolge diversi at-
tori (agricoltori, trasformatori e commercianti/distributori) di un determinato territorio: esempio
nella provincia di Padova, Treviso e Vicenza. Nell’accordo per la costituzione di questa Comunità
del Cibo possono partecipare Gruppi di acquisto solidale o ristoratori ad esempio della Tosca-
na?
Secondo quanto previsto dal citato Articolo 13 della L. 194/2015, la Comunità del cibo e della
biodiversità di interesse agricolo e alimentare è definita da ….gli ambiti locali derivanti da accordi
tra… i soggetti elencati nel comma 2 dell’articolo 13. Quindi se l’ambito locale è definito dagli
accordi tra agricoltori veneti, difficilmente si giustifica la presenza di ristoratori toscani. Più ap-
propriato sembrerebbe che i ristoratori toscani possano essere solo clienti della Comunità del
cibo di Padova, Treviso e Vicenza, anche perché verrebbe meno il riferimento all’ambito locale
dei prodotti acquistati: sono del Veneto o della Toscana?
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                                  La tutela e la valorizzazione
                                  dell’agrobiodiversità fino alla
                                  Comunità del Cibo
                                  Biodiversità e agrobiodioversità                        da anche la struttura e la distribuzione di questi
                                                                                          componenti all’interno del sistema agricolo, la
                                  La tutela della biodiversità delle piante e degli
                                                                                          loro relazione con l’ambiente e con le risorse ge-
                                  animali per l’agricoltura e l’alimentazione con-
                                                                                          netiche e tutte le buone pratiche che l’agricoltore
                                  tinua ad essere uno dei più urgenti bisogni del
                                                                                          esercita per raggiungere l’obiettivo di produzio-
                                  pianeta. La rapida scomparsa nel mondo di
                                                                                          ne. I sistemi agricoli tradizionali, che prevedono
                                  numerosissime razze animali e varietà vegetali
                                                                                          l’integrazione tra colture arboree, erbacee e al-
                                  ha sollevato all’attenzione di tutti, l’importan-
                                                                                          levamenti animali sono considerati più efficienti
                                  za della tutela della diversità biologica per il
                                                                                          nell’uso delle risorse naturali e in grado di garan-
                                  sano perpetuarsi della vita sulla terra. Questo
                                                                                          tire un maggiore accesso al cibo. I sistemi agricoli
                                  è uno degli obiettivi più importanti che la Co-
                                                                                          integrati, inoltre, forniscono servizi ecosistemici
                                  munità internazionale si è posta in tempi rela-
                                                                                          quali l’accumulo di carbonio, il risparmio idrico
                                  tivamente recenti: basti pensare che il termine
                                                                                          e l’aumento della biodiversità” (Vazzana, 2017;
                                  “biodiversità” è entrato nell’uso corrente solo
                                                                                          Lorenz et Al., 2014; Altieri et Al., 2015).
                                  dopo il 1992, ossia dopo la Conferenza delle
                                                                                          Le azioni principali in tema di tutela dell’agro-
                                  Nazioni Unite di Rio de Janeiro, la quale appro-
                                                                                          biodiversità attivate negli ultimi anni soprat-
                                  vò la “Convenzione sulla diversità biologica o
                                                                                          tutto dalle Regioni italiane, riguardano il re-
                                  biodiversità” (CBD), che rappresenta il primo e
                                                                                          cupero, la caratterizzazione, la conservazione
                                  più importante documento internazionale sul
                                                                                          (in situ/on farm ed ex situ) e la valorizzazione
                                  tema1.
                                                                                          delle risorse genetiche animali e vegetali, loca-
                                  Nel 2012, le “Linee guida nazionali per la con-
                                                                                          li, a rischio di estinzione. Per meglio tentare di
                                  servazione in situ, on farm ed ex situ, della bio-
                                                                                          spiegare l’importanza della tutela delle risorse
                                  diversità vegetale, animale e microbica di in-
                                                                                          genetiche locali per la salvaguardia dell’agro-
                                  teresse agrario”, approvate con il Decreto del
                                                                                          biodiversità, si può citare un testo di Concetta
                                  Ministero delle politiche agricole alimentari,
                                                                                          Vazzana, docente di Agraria all’Università degli
                                  forestali (MiPAAF) del 6 luglio 2012, riportano
                                                                                          Studi di Firenze, riportato in una pubblicazione
                                  le seguenti definizioni:
                                                                                          della Regione Toscana del 19952 ancora molto
                                  - Biodiversità (dalla CBD): l’insieme della di-
                                                                                          attuale: “Gli agricoltori delle diverse zone con-
                                      versità delle forme viventi; il termine fa rife-
                                                                                          traddistinte da particolari condizioni del suolo e
                                      rimento a tre livelli di complessità: diversità
                                                                                          ambientali, hanno operato una continua selezio-
                                      entro specie, diversità nel numero di spe-
                                                                                          ne sulle specie di interesse agricolo, che ha por-
     1
       Turchi R., 2006. La            cie e diversità ecologica (diversità a livello
 tutela e la valorizzazione                                                               tato alla costituzione di numerosissime varietà
                                      di comunità di specie);
 del patrimonio di razze e                                                                idonee a valorizzare le risorse naturali delle più
                                  - Agrobiodiversità (o biodiversità di interesse
 varietà locali in toscana/                                                               svariate aree. In seguito, con l’industrializzazione
                                      agricolo e alimentare o biodiversità agra-
      Conservation of And                                                                 dell’agricoltura, l’introduzione di concimi chimici
    adding of value to the            ria): la diversità della vita relativa ai sistemi
                                                                                          e l’uso di energia fossile, si sono andate poi af-
patrimony of local breeds             agricoli. L’agrobiodiversità è essenzialmen-
                                                                                          fermando le sementi selezionate che hanno so-
 and varieties in Tuscany.            te legata agli agro-ecosistemi, cioè agli eco-
                                                                                          stituito gli ecotipi locali. Al di là degli innegabili
 Coordinamento: Natale                sistemi naturali modificati dall’uomo con
       Bazzanti e Matteo
                                                                                          benefici conseguenti l’adozione di questi fattori
                                      l’introduzione della coltivazione finalizzata
   Bartoli. Testo inglese:                                                                produttivi, è stato registrato un impoverimento
                                      alla produzione agricola.
       Lori Hetherington.                                                                 della base genetica, evidenziatosi specialmente
                                  Quindi l’agrobiodiversità è un sottoinsieme
    Pubblicazione ARSIA.                                                                  con il manifestarsi di diffusi attacchi di agenti fi-
                                  del più grande mondo della biodiversità natu-
                                                                                          topatogeni e con la mancanza di resistenza delle
     2
         Vazzana C., Cerretelli   rale e selvatica e “comprende la diversità delle
                                                                                          nuove sementi, selezionate o ibride, ai vari stress
         G., 1995. Un seme, un    colture, delle piante erbacee e arboree coltivate
                                                                                          ambientali”.
           ambiente - Manuale     e spontanee, degli animali in allevamento e sel-
            di autoriproduzione
                                                                                          La politica agricola della UE da tempo è im-
                                  vatici e dei microorganismi che contribuiscono
         delle sementi. Regione                                                           pegnata sul lato ambientale e nella prossima
                                  alla produzione agricola e al mantenimento della
               Toscana, Giunta                                                            programmazione, sembra che sia ancora più
                                  fertilità del suolo. La biodiversità agraria riguar-
           Regionale (Firenze).                                                           centrata sulla tutela dell’ambiente inteso come
LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELL’AGROBIODIVERSITÀ FINO ALLA COMUNITÀ DEL CIBO                                                        15

suolo, acqua, biodiversità, ma anche clima,             6 Regolamento della Campania n. 6/2012 di               3
                                                                                                                  Documento finale
spingendo sempre più verso un’agricoltura so-               attuazione dell’articolo n. 33 della legge re-      preparatorio alla
                                                                                                                Conferenza Regionale
stenibile dal punto di vista ambientale ed eco-             gionale n. 1/2007;
                                                                                                                dell’Agricoltura e
nomico. Tuttavia la normativa a livello comu-           7 Legge regionale dell’Emilia Romagna n.                dello Sviluppo Rurale,
nitario non presenta ancora il termine “biodi-              1/2008;                                             Lucca 2017 - Tavolo
versità agraria” o “agrobiodiversità”, limitando        8 Legge regionale della Basilicata n.                   n° 2 ”Agrobiodiversità,
il concetto alla tutela delle “risorse genetiche            26/2008;                                            prodotti di qualità e
in agricoltura” animali e vegetali, e mantenen-         9 Legge regionale Sicilia n. 19/2013;                   promozione, tradizione e
do un approccio di tutela ambientale dettato,                                                                   sostenibilità alimentare”.
                                                        10 Legge regionale della Puglia n. 39/2013;
forse necessariamente, dalle scienze naturali           11 Legge regionale della Sardegna n.
piuttosto che da quelle agrarie, imponendo                  16/2014;
quindi comportamenti spesso difficilmente                 12 Legge regionale della Calabria n. 14/2018.
comprensibili agli agricoltori.                         Dal 1° dicembre 2015 è in vigore la Legge del-
Attualmente si può ben affermare che la bio-             lo Stato n. 194 su “Disposizioni per la tutela e
diversità diventa sempre più uno strumento              la valorizzazione della biodiversità di interesse
irrinunciabile di gestione in agricoltura: un im-       agricolo e alimentare”: lo schema 2 riporta una
prenditore agricolo non può più non tenerne             rappresentazione del sistema nazionale istitu-
conto nelle proprie scelte. Considerare la tu-          ito dalla Legge.
tela della biodiversità del proprio territorio ad-      Da una prima analisi si rileva che il sistema na-
dirittura come un “fattore produttivo” significa        zionale si pone in modo complementare ai si-
tenere in considerazione, come sopra citato, la
                                                        stemi regionali già vigenti, facendo intravede-
diversità delle colture (compresi i parenti selvati-
                                                        re una coesistenza non solo possibile, ma con
ci), delle piante erbacee e arboree anche sponta-
                                                        alta probabilità di importanti sinergie. Infatti, la
nee, degli animali in allevamento e selvatici, degli
                                                        prossimità al territorio del sistema regionale
insetti, dei microorganismi che contribuiscono
                                                        rispetto a quello nazionale e, viceversa, la pos-
alla produzione agricola e al mantenimento della
                                                        sibilità di accedere ad una visione più ampia
fertilità del suolo3.
                                                        di quella locale offerta dal sistema nazionale,
Inoltre i prodotti locali diventano sempre più
                                                        potrebbero portare ad importanti risultati a
espressione del territorio, portatori di una
                                                        tutti i livelli.
qualità riconoscibile, che se legata anche ad
                                                        A favore della complementarità del sistema
un’agricoltura sostenibile, diventano maggior-
                                                        nazionale con quelli regionali vi sono diversi
mente valorizzabili sul mercato.
                                                        elementi, primo tra tutti la modalità di iscrizio-
È in questo scenario che si collocano i tentativi
regionali e oggi anche quelli nazionali, di tutela      ne di una risorsa genetica nell’Anagrafe nazio-
e valorizzazione del patrimonio di razze e va-          nale della biodiversità di interesse agricolo e
rietà locali a rischio di estinzione.                   alimentare (banca dati analoga ai registri e re-
                                                        pertori regionali). Infatti, il Ministero delle poli-
                                                        tiche agricole alimentari, forestali e del turismo
                                                        (MiPAAFT) che ne ha la competenza, si avvale
I sistemi regionali di tutela e
                                                        del parere delle stesse commissioni tecnico-
valorizzazione delle risorse
                                                        scientifiche nominate nei sistemi regionali. Le
genetiche locali di interesse agricolo                  Regioni e le Province Autonome che ne sono
e alimentare e l’avvento di quello                      sprovviste (n. 9 ad oggi) si possono dotare di
nazionale della L. 194/2015                             “Nuclei di valutazione” con una composizio-
                                                        ne e un funzionamento simile alle commis-
Sin dal 1997 alcune Regioni italiane hanno le-
giferato in materia di tutela del proprio patri-        sioni tecnico-scientifiche (v. D.M. n. 1862 del
monio di razze e varietà locali.                        18/01/2018 sulle modalità di funzionamento
Elencando le varie leggi regionali in ordine cro-       dell’Anagrafe).
nologico si ha:                                         Con Decreto direttoriale MiPAAFT n. 36583 del
1 Legge regionale della Toscana n. 50/1997              21 dicembre 2018 sono state iscritte nell’Ana-
    sostituita dalla n. 64/2004;                        grafe nazionale le risorse genetiche locali a ri-
2 Legge regionale del Lazio n. 15/2000;                 schio di estinzione delle Regioni Marche, Lazio,
3 Legge regionale dell’Umbria n. 25/2001;               Emilia-Romagna, Campania, Toscana e Umbria
4 Legge regionale del Friuli Venezia Giulia n.          per un totale di 1.480 risorse genetiche vege-
    11/2002;                                            tali e di 90 risorse genetiche animali. Questi
5 Legge regionale delle Marche n. 12/2003;              numeri sono destinati ad aumentare in modo
16                                                                                                        AGRICOLTORI-ALLEVATORI CUSTODI E COMUNITÀ DEL CIBO

                               notevole se si pensa che anche le altre Regioni                          Agricoltori e dagli Allevatori Custodi, così come
                               con un proprio registro regionale, ma anche                              avviene nelle reti regionali vigenti e quelli già
                               le altre attualmente non dotate di una propria                           esistenti a livello regionale e possono acceder-
                               legge regionale in materia, si stanno attivando                          vi direttamente.
                               per iscrivere le proprie risorse genetiche locali                        Anche le banche del germoplasma o centri di
                               a rischio di estinzione nell’Anagrafe nazionale.                         conservazione delle risorse genetiche, ricono-
                               Anche la Rete nazionale della biodiversità di in-                        sciute dai sistemi regionali per la conservazio-
                               teresse agricolo e alimentare istituita sempre                           ne principalmente “ex situ” delle risorse gene-
                               dalla L. 194/2015 il cui funzionamento è detta-                          tiche locali a rischio di estinzione, possono far
                               to dal D.M. n. 10.400 del 24/10/2018 pubblica-                           parte di diritto della Rete nazionale.
                               to sul sito del MiPAAFT, si presenta come uno                            Il fatto che i sistemi regionali possano dialo-
                               strumento analogo alle “reti” esistenti a livello                        gare con il sistema nazionale, risulta estrema-
                               regionale.                                                               mente importante e vantaggioso sia in fase di
                               La Rete nazionale è composta di diritto dagli                            prima applicazione, che a regime.

    Schema 1 - Il sistema
                                                SISTEMA NAZIONALE DI TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ
nazionale istituito dalla L.                                  DI INTERESSE AGRICOLO E ALIMENTARE
                194/2015.

                                                   DOMANDA DI ISCRIZIONE ALL’ANAGRAFE

                                                                                                                                   RISORSE GENETICHE LOCALI A
                                                                                                                                                                  Strumenti
                                                                                                                                                                 di gestione:

                                                                                                                                      INDIVIDUAZIONE DELLE
                                                                                                                                      RISCHIO DI ESTINZIONE
                                    ITER: presentazione delle domande alle Regioni e Province Autonome di competenza le quali

                                                                                                                                                                   - Comitato permanente per la biodiversità di interesse agricolo e alimetare
                                                                                                                                                                   - Piano e Linee guida nazionali per la conservazione della biodiversità di interesse agricolo e alimetare
                                                                                                                                                                   - Fondo per la tutela della biodiversità di interesse agricolo e alimetare
                                    provvedono all’istruttoria e a sottoporre la domanda al parere vincolante della Commissione
                                       tecnico-scientifica o del Nucleo di valutazione; con parere positivo le domande vengono
                                      trasmesse al MiPAAF che provvede a verificare il corretto contenuto delle domande e alla
                                        presenza del parere positivo di cui sopra; con decreto del direttore del MiPAAF avviene
                                                         l’icrizione all’Anagrafe e alla pubblicazione sul Portale.

                                                 ANAGRAFE NAZIONALE DELLA BIODIVERSITÀ
                                                   DI INTERESSE AGRICOLO E ALIMENTARE

                                           RETE NAZIONALE DELLA BIODIVERSITÀ DI INTERESSE
                                                      AGRICOLO E ALIMENTARE
                                                                                                                                       (IN SITU, EX SITU)
                                                                                                                                       CONSERVAZIONE

                                        BANCHE DEL         feedback continuo        AGRICOLTORI
                                        GERMOPLASMA                                 CUSTORI
                                        (strutture locali,                          e
                                        regionali e           feedback continuo     ALLEVATORI
                                        nazionali per la                            CUSTODI
                                        conservazione del
                                        germoplasma “ex      - Reti organizzate di
                                        situ” - a) comma        agricoltori e allevatori
                                        1, art. 4)           - Enti pubblici e privati
                                                                senza scopo di lucro

                                - COMUNITÀ DEL CIBO E DELLA BIODIVERSITÀ DI INTERESSE AGRICOLO E
                                  ALIMENTARE
                                                                                                                                           VALO RI ZZ A Z IONE

                                - ITINERARI DELLA BIODIVERSITÀ DI INTERESSE AGRICOLO E ALIMENTARE
                                - GIORNATA NAZIONALE DELLA BIODIVERSITÀ DI INTERESSE AGRICOLO E
                                  ALIMENTARE (20 maggio di ogni anno)
                                - COMMERCIALIZZAZIONE DI SEMENTI DI VARIETÒ DA CONSERVAZIONE
                                  DA PARTE DEGLI AGRICOLTORI
                                - INIZIATIVE PRESSO LE SCUOLE
                                - INTERVENTI PER LA RICERCA SULLA BIODIVERSITÀ DI INTERESSE
                                  AGRICOLO E ALIMENTARE
LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELL’AGROBIODIVERSITÀ FINO ALLA COMUNITÀ DEL CIBO                                17

Da sottolineare infine, che L. 194/2015 ha isti-           biodiversità di interesse agricolo e alimen-
tuito altri importanti strumenti di lavoro come            tare;
le Linee guida nazionali per la conservazione del-      2) sostenere le produzioni agrarie e alimentari in
la biodiversità di interesse agricolo e alimentare e       particolare della Rete nazionale di cui all’arti-
il Piano nazionale per la biodiversità di interesse        colo 4, della Legge 194/2015: quindi soste-
agricolo (strumenti già esistenti ma resi stabili          nere le produzioni degli Allevatori e degli
dalla Legge e con obbligo di aggiornamento                 Agricoltori custodi ottenute dall’allevamen-
quinquennale). La Legge nazionale prevede                  to e dalla coltivazione delle risorse gene-
anche strumenti di valorizzazione dell’agro-               tiche locali a rischio di estinzione (quindi
biodiversità come la Comunità del cibo e della             iscritte nell’Anagrafe nazionale della stessa
biodiversità di interesse agricolo e alimentare, gli       legge) delle quali sono “Custodi”; ma anche
Itinerari dell’agrobiodiversità, la Giornata na-           sostenere le produzioni ottenute sempre
zionale fissata per il 20 maggio di ogni anno,             da risorse genetiche iscritte nell’Anagrafe
il sostegno ad iniziative presso le scuole, il so-         nazionale, ma di allevatori e agricoltori non
stegno alla ricerca scientifica in materia di agro         iscritti alla Rete nazionale come “Custodi”;
biodiversità, la possibilità per gli agricoltori di     3) promuovere comportamenti atti a tutelare la
commercializzare direttamente in azienda se-               biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
menti di varietà da conservazione (N.B: fatto
                                                        L’aspetto principale è sicuramente la tutela
già presente in normativa sementiera attuale,
                                                        della biodiversità agraria o agrobiodiversità a
ma ancora non realizzabile perché mancano
                                                        partire dai produttori agricoli locali degli Alle-
le norme attuative).
                                                        vatori e degli Agricoltori custodi. Quindi non
La L. 194/2015 è inoltre dotata di un proprio
                                                        solo il recupero, conservazione e tutela delle
Fondo di Euro 500.000,00 all’anno per soste-
                                                        risorse genetiche locali a rischio di estinzione
nere le azioni in attuazione della stessa.
                                                        di interesse agrario e alimentare, ma anche la
                                                        tutela della diversità della vita relativa ai siste-
                                                        mi agricoli (vedi definizione di agrobiodiversità
                                                        delle Linee guida nazionali per la conservazione
Alcune considerazioni generali sulle                    e la caratterizzazione della biodiversità vegetale
Comunità del cibo e della biodiversità                  di interesse per l’agricoltura di cui al DM 6 luglio
di interesse agricolo e alimentare                      2012). Pertanto diversità delle colture (compresi
Volendo approfondire alcuni concetti attorno            i parenti selvatici), delle piante erbacee e arboree
alla Comunità del cibo e della biodiversità di in-      anche spontanee, degli animali in allevamento
teresse agricolo e alimentare istituita dall’art. 13    e selvatici, degli insetti, dei microorganismi che
della L. 194/2015, occorre necessariamente              contribuiscono alla produzione agricola e al
analizzarne il contenuto.                               mantenimento della fertilità del suolo.
La suddetta Comunità del cibo e della biodiver-         Se ne deduce che una Comunità del cibo e
sità di interesse agricolo e alimentare è definita      dell’agrobiodiversità non può non tener conto,
nel comma 2 dell’articolo 13 suddetto, come             tra le proprie finalità, di un’agricoltura sosteni-
gli ambiti locali derivanti da accordi stabiliti tra:   bile che si propone di valorizzare, non solo le
agricoltori locali, agricoltori e allevatori custodi,   risorse genetiche locali a rischio di estinzione,
gruppi di acquisto solidale, istituti scolastici e      ma anche il territorio nel quale esse insisto-
universitari, centri di ricerca, associazioni per la    no, in termini di tutela dell’ambiente, del suo-
tutela della qualità della biodiversità di interesse    lo, dell’acqua, della biodiversità e della salute
agricolo e alimentare, mense scolastiche, ospe-         umana.
dali, esercizi di ristorazione, esercizi commerciali,   L’altro elemento costitutivo di una Comunità
piccole e medie imprese artigiane di trasforma-         del cibo e dell’agrobiodiversità è rappresenta-
zione agraria e alimentare, nonché enti pubblici.       to dagli accordi i quali, secondo il comma 3
Le finalità della Comunità del cibo e della bio-        dell’art. 13, possono avere come oggetto:
diversità di interesse agricolo e alimentare, sono      a) lo studio, il recupero e la trasmissione di
riportate nel comma 1 del medesimo articolo                 conoscenze sulle risorse genetiche di inte-
13, il quale prevede che la suddetta Comunità               resse alimentare ed agrario locali;
deve essere volta al raggiungimento di 3 fina-          b) la realizzazione di forme di filiera corta, di
lità principali:                                            vendita diretta, di scambio e di acquisto di
1) sensibilizzare la popolazione, sottintenden-             prodotti agricoli e alimentari nell’ambito di
     do alla tutela e alla valorizzazione della             circuiti locali;
18                                                            AGRICOLTORI-ALLEVATORI CUSTODI E COMUNITÀ DEL CIBO

     c) lo studio e la diffusione di pratiche proprie         degli allevatori di razze animali e varietà vege-
        dell’agricoltura biologica e di altri sistemi        tali, locali a rischio di estinzione dello stesso
        colturali a basso impatto ambientale e volti         ambito locale e delle relative produzioni. Tutto
        al risparmio idrico, alla minore emissione           ciò a partire dagli attori principali della Rete na-
        di anidride carbonica, alla maggiore fertilità       zionale della L. 194/2015, ossia dagli Allevatori
        dei suoli e al minore utilizzo di imballaggi         e Agricoltori Custodi e dai centri di conserva-
        per la distribuzione e per la vendita dei            zione e banche del germoplasma delle stesse
        prodotti;                                            risorse genetiche “custodite” in situ/on farm.
     d) lo studio, il recupero e la trasmissione dei         Se quanto sopra riportato è l’obiettivo princi-
        saperi tradizionali relativi alle colture agra-      pale di questo strumento che è la Comunità
        rie, alla naturale selezione delle sementi           del cibo e dell’agrobiodiversità, si può anche af-
        per fare fronte ai mutamenti climatici e alla        fermare che le tipologie dei soggetti possibili
        corretta alimentazione;                              componenti della Comunità, elencati nel com-
     e) la realizzazione di orti didattici, sociali,         ma 2 dell’articolo 13, non possono considerarsi
        urbani e collettivi, quali strumenti di valo-        esaustive. Al contrario è da considerarsi come
        rizzazione delle varietà locali, educazione          una lista “aperta” anche a possibili altre tipolo-
        all’ambiente e alle pratiche agricole, aggre-        gie di soggetti eventualmente non comprese
        gazione sociale, riqualificazione delle aree         in quelle già citate dal comma 2 dell’articolo
        dismesse o degradate e dei terreni agricoli          13, purché di carattere locale, che comunque
        inutilizzati.                                        intendono esplicitamente condividere le stes-
                                                             se finalità della Comunità e operare coerente-
     Da questa prima analisi emerge che le carat-
                                                             mente in tal senso.
     teristiche principali di una Comunità del cibo e
                                                             Alla luce della stessa considerazione è altret-
     dell’agrobiodiversità sono:
                                                             tanto lecito pensare che non è necessaria la
     • l’ambito locale;
                                                             presenza contemporanea di tutte le tipologie
     • la presenza nello stesso ambito territoriale,
                                                             di soggetti citate dal comma 2 dell’articolo 3,
         di risorse genetiche locali di interesse agri-
                                                             per poter dar vita ad una Comunità del cibo e
         colo e alimentare, a rischio di estinzione
                                                             dell’agrobiodiversità, ma che possano essere
         quindi iscritte nell’Anagrafe nazionale della
                                                             sufficienti anche solo alcune di esse, almeno
         stessa L. 194/2015;
                                                             inizialmente. Indispensabile invece è che tut-
     • la presenza nello stesso ambito locale, di
                                                             ti i soggetti che intendono aggregarsi in una
         diverse tipologie di soggetti interessati, a
                                                             Comunità del cibo e dell’agrobiodiversità condi-
         vario titolo, al recupero, caratterizzazione,
                                                             vidano ed intendano operare nell’ambito della
         conservazione e valorizzazione di risorse
                                                             Comunità, secondo le finalità stabilite dal com-
         genetiche locali, vegetali e animali, a rischio
                                                             ma 1 dell’articolo 13.
         di estinzione del territorio; ma anche, più
                                                             La complessità delle relazioni che possono na-
         in generale, alla tutela della biodiversità di
                                                             scere con il tempo e magari prendere la forma
         interesse agricolo e alimentare e alla cultu-
                                                             anche di più accordi nell’ambito della Comu-
         ra rurale e agraria ad essa legata, propria
                                                             nità, o la stessa con soggetti esterni, possono
         dell’ambito locale di riferimento;
                                                             rendere più o meno merito all’attività della Co-
     • la presenza di almeno 1 accordo tra i sog-
                                                             munità, ma sicuramente non in modo slegato
         getti suddetti, che regoli le loro relazio-
                                                             dai risultati che nel tempo potranno essere
         ni, volte al raggiungimento delle 3 finalità
                                                             raggiunti; risultati che potranno essere misu-
         principali della Comunità del cibo e dell’agro-
                                                             rati anche a partire dalla “soddisfazione” che
         biodiversità sopra elencate, attraverso la
                                                             ogni soggetto esprime nel tempo, nell’appar-
         realizzazione di almeno alcune delle azioni
                                                             tenere alla Comunità. Se ne deduce che non è
         attivabili in tal senso e elencate nel comma
                                                             detto che una Comunità complessa in termini
         3 dell’articolo 13 (v. precedenti lettere a, b,
                                                             di relazioni sia necessariamente capace di rag-
         c, d ed e).
                                                             giungere gli obiettivi preposti.
     La prima considerazione che si può fare dopo            Pertanto, da quanto finora detto, si può dire
     questa veloce analisi, è sull’importanza di que-        che le Comunità del cibo e dell’agrobiodiversità
     sto “strumento” di aggregazione che è la Comu-          possono avere caratteristiche molto diverse
     nità del cibo e della biodiversità di interesse agri-   tra di loro, vista la diversità dei possibili accordi
     colo e alimentare, volto alla tutela e valorizzazio-    realizzabili, derivanti dalle diverse relazioni che
     ne dell’agrobiodiversità di un intero territorio        si possono instaurare tra i vari soggetti coin-
     attraverso la valorizzazione degli agricoltori e        volti.
LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELL’AGROBIODIVERSITÀ FINO ALLA COMUNITÀ DEL CIBO                                                     19

L’esperienza toscana in tema di                          germoplasma, ma là dove avviene si realizza
tutela delle razze e varietà locali                      quel circuito virtuoso tra i Coltivatori Custodi e
                                                         il soggetto gestore della banca del germopla-
a rischio di estinzione e la nascita
                                                         sma, fino ad attivare un feedback continuo tra
della Comunità del Cibo della                            i protagonisti del sistema, che crea una rete
Garfagnana                                               locale di conoscenze, competenze e di espe-
A partire dal 1997 esiste in Toscana un siste-           rienze attorno alla conservazione e coltivazio-
ma di tutela delle risorse genetiche locali di           ne delle razze e delle varietà locali a rischio di
interesse agrario, zootecnico e forestale che            estinzione, tutto a beneficio dei vari territori.
nel 2004 ha avuto notevoli modifiche fino alla           Esempi di questo sono la Sezione della Ban-
definizione del sistema regionale attuale, sta-          ca regionale del germoplasma dell’Unione dei
bilito dalla Legge regionale 64/2004 (v. http://         Comuni Montani del Casentino per la zona
germoplasma.regione.toscana.it). Il sistema              omonima; la Sezione dell’Istituto d’Istruzione
toscano è costituito da strumenti analoghi alla          Superiore Professionale e Tecnico Agrario e
legge nazionale che, sinergicamente attiva-              Forestale “A. Fanfani – A. M. Camaiti” di Pieve
ti tra loro, tendono a scongiurare il rischio di         Santo Stefano (AR) per la Valtiberina toscana;
estinzione di molte razze e varietà locali. Tali         la Sezione dell’Unione dei Comuni della Gar-
strumenti sono:                                          fagnana che è giunta fino a costituire la pri-
- i Repertori regionali che ad oggi annovera-            ma Comunità del cibo e della biodiversità
     no n. 879 accessioni tra razze animali e va-        di interesse agricolo e alimentare (art. 13,
     rietà vegetali, locali, delle quali 753 a rischio   L. 194/2015) della Toscana, denominata “Co-
     di estinzione;                                      munità del cibo e dell’agrobiodiversità della
- n. 180 i Coltivatori Custodi (conservazione            Garfagnana” (Figura 1).
     “in situ/on farm”), in costante aumento, ma         Le “reti” locali costruite dal rapporto di scam-
     non ancora sufficienti;                               bio reciproco di semi e di know how tra i Col-
- la Banca Regionale del Germoplasma (10                 tivatori custodi e le banche del germoplasma
     banche del germoplasma responsabili del-            riconosciute dal sistema regionale, spesso
     la conservazione soprattutto “ex situ”);            costituiscono il tessuto ideale per la realizza-
- la Rete di “conservazione e sicurezza” delle           zione di progetti territoriali di valorizzazione
     risorse genetiche locali, della quale fanno         delle proprie razze e varietà locali a beneficio
     parte tutti i Coltivatori Custodi, le banche        dei Coltivatori Custodi in particolare, ma an-
     del germoplasma e tutti i soggetti presen-          che degli altri agricoltori dei vari comprensori
     ti sul territorio toscano, interessati a vario      territoriali. Essi infatti sono una presenza fon-
     titolo alla conservazione e valorizzazione          damentale sui territori, soprattutto montani o
     delle razze e varietà locali regionali per un       svantaggiati, per combattere lo spopolamento
     totale di circa 340 soggetti coinvolti attual-      di molte zone e il conseguente abbandono dei
     mente, che tendono ad aumentare.                    terreni con perdita di biodiversità.
Una delle esperienze più interessanti ad oggi
è rappresentata dalle banche del germopla-                                                                    Figura 1 – Logo della
sma di specie erbacee del sistema regionale in                                                                Comunità del cibo e della
                                                                                                              biodiversità di interesse
rapporto con i Coltivatori Custodi. Infatti esse
                                                                                                              agricolo e alimentare
devono ricevere annualmente i campioni di                                                                     della Garfagnana (art. 13
seme provenienti dai Coltivatori Custodi che                                                                  L. 194/2015).
conservano “in situ/on farm” le stesse varie-
tà locali a rischio di estinzione (questo anche
allo scopo di rinnovo del materiale di molti-
plicazione conservato). Per contro, la banca
del germoplasma deve verificare la corretta
conservazione della risorsa genetica realizzata
dal Coltivatore Custode, tramite prove varie-
tali periodiche, programmate allo scopo. Non
sempre questo avviene per difficoltà a volte
oggettive dei gestori delle stesse banche del
20                                                                               AGRICOLTORI-ALLEVATORI CUSTODI E COMUNITÀ DEL CIBO

                           La Comunità del cibo della Garfagnana
                           L’agrobiodiversità, coltivata e allevata, è          La Comunità del cibo e della agro-biodiver-
                           espressione della coevoluzione tra territorio        sità della Garfagnana è stata formalmen-
                           e comunità e ne determina la ricchezza cultu-        te istituita il 3 novembre del 2017, a monte
                           rale e naturale. Da questa consapevolezza na-        dell’atto fondativo sta un lungo percorso di
                           sce la volontà di tutelare e valorizzare questo      preparazione, coinvolgimento, discussione e
                           patrimonio, attraverso la definizione di politi-     confronto messo in atto con e tra gli attori che
                           che attive e d’iniziative che coinvolgano tutti      a vario titolo erano stati individuati come po-
                           gli attori presenti su un territorio.                tenziali aderenti alla Comunità, realizzato con
                           La Costituzione della Comunità del cibo si è         il coordinamento scientifico del DiSAAA-a dell
                           concretizzata grazie ad un progetto pilota           Università di Pisa e il Laboratorio sismondi.
                           realizzato dall’Unione Comuni Garfagnana,            L’Unione Comuni forte della profonda cono-
                           voluto dalla regione Toscana e da Terre Re-          scenza delle dinamiche esistenti nel territorio,
                           gionali Toscane, finanziato da quest’ultima sul      ha effettuato un importante scelta di fondo
                           PSR 2014/2020, sottomisura 10.2 ”sostegno            optando per sostenere una Comunità che po-
                           alla conservazione e all’uso sostenibile del-        tesse nascere e svilupparsi dal basso, come
                           le risorse genetiche in agricoltura”. L’azione       espressione diretta del territorio. E’ stato un
                           concreta del progetto denominato “Ru.Co.La.          cammino condiviso e partecipato, lasciato li-
                           - Rural Community of Local Agrobiodiversity”         bero di esprimersi e di scegliere la forma più
                           è stata la progettazione di un modello ope-          adeguata alle dinamiche emerse dal contesto
                           rative per la istituzione di una Comunità del        locale.
                           cibo e della biodiversità di interesse agricolo      Gli ambiti di intervento e gli obiettivi della Co-
                           e alimentare” con la realizzazione di un caso        munità sono il frutto del confronto fra attori
                           concreto. Il progetto ha definito e raccolto in      locali che ne hanno promosso la nascita. Du-
                           un manuale di progettazione le diverse attivi-       rante il percorso per la costituzione della Co-
                           tà e i passaggi fondamentali per la costituzio-      munità è stato possibile identificare interventi
                           ne della Comunità, con l’obbiettivo di mettere       comuni e trasversali, come lo studio dell’agro-
                           a punto uno strumento operativo, un modello          biodiversità locale, la promozione di circuiti lo-
                           applicativo replicabile e adattabile ad altri ter-   cali di produzione, trasformazione e vendita , la
                           ritori (Figura 1).                                   sensibilizzazione della cittadinanza sull’impor-

     Figura 1 – Manuale.
LA COMUNITÀ DEL CIBO DELLA GARFAGNANA                                                                                  21

tanza della tutela dell’agrobiodiversità locale               “massa critica” di operatori, superfici coltivate
come elemento identitario, la creazione di reti               e prodotti. Ma le azioni concrete toccano vari
tra agricoltori e altri operatori della filiera per           ambiti: turismo, cultura, istruzione, formazio-
la condivisione degli aspetti tecnici della colti-            ne, opportunità commerciali, ristorazione col-
vazione, dell’allevamento, della trasformazione               lettiva.
e dell’utilizzo dei prodotti locali biodiversi.
Il percorso di nascita e strutturazione della Co-
munità è stato realizzato attraverso la condivi-
                                                              La carta della comunità
sione dei principi comuni, obiettivi condivisi e
passi concreti per realizzarli. A tal fine è stato            Hanno sottoscritto la Carta della Comunità 54
importante creare uno spazio di confronto                     soggetti di cui 31 coltivatori e allevatori
organizzato e guidato, fra tutti i soggetti del               custodi; il 46% sono aziende agricole e zoo-
sistema, e prevedere un’articolazione di docu-                tecniche, 9% sono associazioni e 44% consu-
menti utili a sottoscrivere gli impegni reciproci             matori finali (associazioni del territorio, GAS,
dei diversi attori coinvolti.                                 ristoranti, piccoli commercianti e membri della
Una volta individuati i soggetti interessati,                 società civile a vario titolo). Con la sottoscrizio-
sono stai proposti due tipi documenti da sot-                 ne si sono impegnati a rispettarne i principi e a
toscrivere:                                                   realizzare tutte le azioni utili alla tutela, alla va-
la Carta della Comunità e il Patto del cibo                   lorizzazione e alla promozione della Agrobio-
e dell’agrobiodiversità . A partire dalla condivi-            diversità locale, immenso patrimonio materia-
sione dei principi e degli obiettivi, gli aderenti            le e immateriale, che da generazioni disegna
della Comunità (sottoscrittori della Carta) e                 la comunità e il territorio, riconoscendo nella
i firmatari del Patto hanno elaborato il Piano                stessa:
Strategico, un programma di azioni concrete                   • la propria identità locale
a sostegno della valorizzazione dell’Agrobiodi-               • uno strumento di valorizzazione delle pro-
versità locale.                                                   duzioni locali.
Tra i primi obiettivi è stato individuato l’incre-
mento della biodiversità coltivata e allevata,                I principi della carta
allo scopo di ampliare le produzioni e proget-                • Valorizzare il lavoro e l’impegno degli altri
tare attività di valorizzazione sulla base di una                 soggetti aderenti alla Comunità, attraver-

                                         Coinvolgimento del territorio

 Incontri tra attori locali
                                Il nucleo promotore (agricoltori…) organizza incontri per spiegare cosa è la
 e condivisione dei
                                comunità e definire gli obiettivi
 linguaggi

                                          Costituzione della Comunità

 La Carta della                 Il nucleo promotore traduce gli obiettivi nella Carta documento che sarà
 Comunità                       sottoscritto dai membri della Comunità

                                          Allargamento delle alleanze

 Il Patto della                 Il nucleo promotore individua altri soggetti a supporto delle attività della
 terra per il cibo e            comunità e li coinvolge nella sottoscrizione di un documento di intenti con
 l’agrobiodiversità             obiettivi complementari alla Carta

                                                  Piano strategico

 La Comunità del cibo, insieme ai firmatari del Patto, identifica le azioni da realizzare, i tempi e le modalità, i
 soggeti attuatori
22                                                                                   AGRICOLTORI-ALLEVATORI CUSTODI E COMUNITÀ DEL CIBO

                                so azioni co-progettate che diano a tutti           • Mettere in atto tutte le azioni possibili per
                                i membri la possibilità di partecipare alle           garantire la conoscenza delle attività della
                                strategie di valorizzazione, ognuno per le            Comunità sul territorio e oltre, promuo-
                                proprie competenze e specificità,                     vendo la sottoscrizione della Carta della
                            •   Promuovere la creazione di circuiti econo-            Comunità e del Patto della Terra a nuovi
                                mici locali per la valorizzazione della agro-         potenziali partecipanti.
                                biodiversità, attraverso azioni di auto-orga-
                                nizzazione e azioni coordinate di relazione
                                con i soggetti sottoscrittori del Patto,            Il patto per il cibo
                            •   Supportare la creazione e lo sviluppo del-          e l’agrobiodiversità
                                la conoscenza condivisa tra i membri della
                                                                                    I soggetti deputati a portare avanti azioni di
                                Comunità,
                                                                                    supporto e sostegno alla Comunità, hanno
                            •   Sensibilizzare gli attori territoriali e gli Enti
                                                                                    sottoscritto il Patto della Terra, sono:
                                pubblici nella valorizzazione della agrobio-
                                                                                    • Unione Comuni Garfagnana ed alcuni dei
                                diversità locale, promuovendo e concertan-
                                                                                        comuni associati;
                                do azioni coordinate per le politiche locali e
                                                                                    • istituti scolastici (IC Barga, IC Camporgiano,
                                per la definizione di progetti strategici,              IC Gallicano, IC Piazza al Serchio, ISI Barga),
                            •   Promuovere azioni di formazione e educa-                Associazione nazionale Città Del Castagno;
                                zione nei confronti della comunità locale, a        • ASL Toscana Nord Ovest;
                                partire dal coinvolgimento e dalla sensibi-         • associazioni di categoria (Confederazione
                                lizzazione degli istituti scolastici,                   Italia Agricoltori C.I.A., Federazioone Pro-
                            •   Stimolare la creazione di circuiti di produ-            vinciale Coltivatori Diretti COLDIRETTI);
                                zione-vendita-consumo locale per valo-              • GAL Montagna Appennino;
                                rizzare la agrobiodiversità tra gli attori del      • Parco Nazionale Appennino Tosco-Emilia-
                                territorio e al di fuori della Garfagnana,              no.
                            •   Stimolare la creazione di percorsi culturali,       Hanno riconosciuto che:
                                esperienziali e turistici che valorizzino il pa-    • l’Agrobiodiversità è identità locale;
                                trimonio di Agrobiodiversità locale,                • l’Agrobiodiversità disegna il paesaggio;
                            •   Promuovere la definizione di politiche di           • l’Agrobiodiversità valorizza l’economia loca-
                                promozione territoriale coordinate,                     le.

     Foto 1 – I prodotti.
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