Dibattito pubblico Relazione di sintesi
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Indice 1. Introduzione del commissario Cioloş 2. Sintesi 3. Contesto, metodologia e risposta generale 4. Risposte alla domanda n. 1 - "Perché abbiamo bisogno di una politica agricola comune europea?" 5. Risposte alla domanda n. 2 - "Che cosa si aspettano i cittadini dall'agricoltura?" 6. Risposte alla domanda n. 3 - "Perché occorre riformare la PAC?" 7. Risposte alla domanda n. 4 - "Di quali strumenti ha bisogno la PAC futura?" 8. Risposte aggiuntive 9. Temi principali emersi dal dibattito Allegato – Statistiche sui contributi La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -2- Sintesi dei contributi
1. Introduzione Dacian Cioloş Commissario per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Il 2013 rappresenterà una nuova pietra miliare nella storia della PAC. Per 50 anni la politica agricola europea ha alimentato il progetto europeo. Questa politica non è studiata su misura soltanto per gli agricoltori, ma per tutti i cittadini europei e pertanto riguarda tutti noi. La PAC è la vostra politica. L'agricoltura europea riguarda la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare per i cittadini ed un tenore di vita decoroso per gli agricoltori. Non va dimenticato che alimentare i cittadini d'Europa è tuttora una grande impresa. Ma non è tutto. La PAC riguarda anche i paesaggi, l'occupazione, l'ambiente, i cambiamenti climatici e la biodiversità. È giunto il momento per la nostra generazione di riscrivere questo progetto con le nostre parole e i nostri obiettivi. Sarà questo il punto più importante del mio mandato di commissario. Oggi la società europea sta affrontando nuove sfide economiche, sociali ed ambientali, che la Commissione europea intende fronteggiare con la strategia Europa 2020. L'agricoltura sarà in prima linea per molte di queste sfide. Dobbiamo mobilitare tutte le nostre energie per superare gli ostacoli presenti sulla strada diretta verso un'agricoltura e una produzione alimentare sostenibili. Sono convinto che la PAC sia un utile strumento per l'Europa nel percorso verso una crescita ecologica, sostenibile, intelligente e inclusiva. La PAC deve essere più vicina alla società europea. È mia intenzione favorire la massima partecipazione possibile al processo decisionale sulla politica agricola comune. Sono deciso a fare sì che tutti ci prepariamo con attenzione e con la massima apertura alla sua riforma. Non voglio che la PAC sia soltanto appannaggio degli esperti. Le porte devono essere spalancate e la PAC deve essere discussa e dibattuta. Per tale motivo, il 12 aprile ho aperto un dibattito pubblico invitando il grande pubblico, le parti interessate dell'Unione europea, gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi ad inviare commenti in risposta a quattro domande essenziali. Perché abbiamo bisogno di una politica agricola comune europea? Che cosa si aspettano i cittadini dall'agricoltura? Perché occorre riformare la PAC? Di quali strumenti ha bisogno la PAC futura? Il numero di contributi al dibattito provenienti da tutti i settori interessati ha ampiamente superato le mie aspettative. Mi è stato detto che si è trattato della risposta di gran lunga più cospicua che un'operazione di questo genere, condotta dalla Commissione, abbia mai ricevuto. Ma non è stata sorprendente soltanto la quantità di risposte fornite. Abbiamo ricevuto risposte articolate e ovviamente sincere dall'intera UE. La maggior parte sostiene l'attuale orientamento della PAC, mentre altri ci esortano a cambiare direzione. E non tutti i commenti sono di natura generica: molti sono estremamente dettagliati. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -3- Sintesi dei contributi
Naturalmente non mi aspettavo che tutti concordassero su un unico punto di vista. Non avrei voluto che fosse così. Tuttavia, le risposte delle persone e delle organizzazioni partecipanti evidenziano alcune tematiche ben precise. Mi rendo conto che questo spaccato non è un campione scientifico della società europea. Ciò nonostante, il dibattito mi ha fornito una panoramica chiara delle idee condivise da molte persone. Nei giorni 19 e 20 luglio terrò una conferenza riepilogativa sul dibattito pubblico, durante la quale discuteremo le idee principali emerse da questo processo. Entro la fine dell'anno avrà luogo una consultazione pubblica formale sulla PAC post-2013, allorché la Commissione pubblicherà una comunicazione contenente le diverse opzioni per la PAC futura. Per ora sono molto grato a tutti coloro che hanno inviato i loro contributi, che offrono ai miei colleghi della direzione generale Agricoltura e a me personalmente molti elementi concreti su cui riflettere. Nelle nostre decisioni future terremo certamente conto delle vostre opinioni. Dacian Cioloş La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -4- Sintesi dei contributi
2. Sintesi La riforma della politica agricola comune è prevista per il 2013. Entro la fine dell'anno avrà luogo una consultazione pubblica formale sulla PAC post-2013, allorché la Commissione pubblicherà un documento orientativo contenente le diverse opzioni per la PAC futura. Il 12 aprile 2010 il commissario ha invitato tutte le organizzazioni e i cittadini dell'Unione europea interessati, attivi o meno nel settore dell'agricoltura, a partecipare al dibattito su futuro, principi e obiettivi della politica agricola comune. Il dibattito è rimasto aperto online fino all'11 giugno 2010. Si è voluto offrire al maggior numero possibile di cittadini e di parti interessate dell'Unione europea nonché di gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi l'opportunità di esprimere la propria opinione sin dalle fasi iniziali del processo di riflessione sulla futura politica agricola comune. I responsabili politici prenderanno spunto dalle loro risposte e una procedura di consultazione formale sarà avviata dopo che la Commissione avrà emesso, entro la fine dell'anno, una comunicazione in merito. Metodologia Attraverso un sito appositamente creato all'interno della pagina Web della direzione generale Agricoltura, coloro che intendevano partecipare al dibattito hanno potuto far pervenire le loro opinioni, articolate intorno a quattro domande essenziali. L'indagine era volta ad ottenere risposte da tre ampie categorie: • Grande pubblico • Parti interessate • Gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi Al grande pubblico è stato chiesto di rispondere online alle domande poste. Talune parti interessate, gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi sono stati invece invitati dalla Commissione ad inviare osservazioni più dettagliate, sempre focalizzate intorno alle quattro domande ma corredate, in aggiunta, da un breve sunto delle posizioni assunte sugli argomenti del dibattito. Durante lo stesso periodo, la Commissione ha invitato le reti nazionali delle zone rurali e altri membri della rete europea per lo sviluppo rurale (RESR) a promuovere l'avvio di discussioni all'interno dei rispettivi paesi e organismi e a fornire contributi al dibattito pubblico attraverso la RESR. Un gruppo indipendente di esperti e di scrittori ha redatto una sintesi dei contributi ricevuti. La relazione così ottenuta costituisce una rassegna delle opinioni dei partecipanti al dibattito, senza analizzarle né esprimere commenti sul loro valore. È opportuno sottolineare che le risposte non sono rappresentative di un'indagine effettuata su campioni della società, bensì riflettono le opinioni di soggetti sufficientemente interessati alla questione da pronunciarsi al riguardo, nonché di organismi invitati dalla Commissione a prendere parte al dibattito. Sono state pubblicate circa 5700 opinioni e la risposta del grande pubblico, in particolare, ha superato di gran lunga le aspettative. Le risposte alle quattro domande essenziali La portata delle quattro domande era ampia e le risposte si sono talvolta sovrapposte, mentre altre si sono discostate dal tema centrale. Questo non ha tuttavia impedito l'emergere di alcuni temi importanti. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -5- Sintesi dei contributi
Domanda n. 1 - Perché abbiamo bisogno di una politica agricola comune europea? Parti interessate, gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi ritengono per la maggior parte che una politica agricola comune dell'UE sia preferibile ad una serie di politiche nazionali e regionali o all'assenza completa di tali politiche. Molti, ma non tutti, sostengono che le numerose riforme che hanno riguardato la PAC negli anni recenti hanno portato la politica agricola nella giusta direzione. È opinione diffusa che la politica comunitaria sia la chiave per assicurare parità di condizioni nell'ambito dell'UE a garanzia di una concorrenza leale. Anche il grande pubblico ha posto l'accento sull'esigenza di lealtà nell'insieme della filiera agroalimentare e tra gli Stati membri. In tanti hanno sottolineato il fatto che la PAC è essenziale per la sicurezza alimentare dell'UE. Questo è stato infatti il primo commento di molti, in tutti i gruppi che hanno inviato osservazioni. Da tutti i settori della società, sono numerosi i partecipanti al dibattito a ritenere che una politica agricola comune debba mirare a mantenere sistemi di agricoltura diversificata in tutta Europa, specialmente nelle regioni periferiche, oltre a garantire l'offerta di una molteplicità di beni pubblici. Ci sono, tuttavia, opinioni divergenti su come la PAC debba raggiungere tali obiettivi. Alcuni pensano che la PAC abbia un ruolo essenziale nel consentire agli agricoltori di continuare a esercitare la loro attività in circostanze nelle quali i mercati non possono garantire il giusto ritorno economico a fronte degli elevati costi di produzione sostenuti dagli agricoltori stessi, spesso in relazione all'erogazione di beni pubblici. Gli stessi reputano che gli agricoltori dovrebbero pertanto essere sostenuti in quanto tali e ricompensati per l'eventuale erogazione di beni pubblici supplementari. Altri ritengono che la PAC debba focalizzarsi prioritariamente sull'offerta di beni pubblici, prevedendo il sostegno degli agricoltori solo qualora tali beni siano erogati, e sul contributo alla coesione territoriale, mantenendo e rafforzando la vitalità delle aree rurali. Domanda n. 2 – Che cosa si aspettano i cittadini dall'agricoltura? Vi sono opinioni convergenti, espresse in ogni categoria sociale, nell'individuare per l'agricoltura dell'UE i seguenti principali obiettivi: • offerta di un'ampia scelta di alimenti sani e sicuri, a prezzi trasparenti e convenienti; • garanzia dell'uso sostenibile del suolo; • attività a supporto delle comunità rurali e delle campagne; • sicurezza dell'approvvigionamento alimentare. Molti, tra quanti hanno risposto, ritengono che i cittadini abbiano bisogno di un'agricoltura europea per rispettare l'ambiente, ridurre l'impatto delle attività agricole sul riscaldamento globale e salvaguardare biodiversità, risorse idriche, ecc. Molti reputano che l'agricoltura sostenibile a conduzione familiare sia all'origine di numerosi benefici e che per questo sia riconosciuta dai cittadini europei. Un numero rilevante di partecipanti al dibattito ha sottolineato l'importanza che il settore agricolo riveste riguardo all'offerta di occupazione nelle aree rurali. Tale considerazione ha avuto una particolare rilevanza in molti Stati membri. L'opinione diffusa è che i cittadini abbiano bisogno di prodotti alimentari di alta qualità. La maggioranza ritiene che tali prodotti debbano essere forniti ai consumatori a prezzi congrui. Molti altri affermano che i prezzi equi dei prodotti alimentari sono una necessità anche per gli agricoltori. Secondo l'opinione del grande pubblico, gli alimenti devono essere salutari e naturali (molti dicono espressamente che non si debbano usare gli OGM ed i pesticidi) e la produzione alimentare deve garantire il rispetto dell'ambiente (per quanto riguarda la qualità dell’acqua, del suolo e dell'aria) nonché la tracciabilità dei prodotti. Secondo numerosi partecipanti, gli alimenti importati devono soddisfare gli elevati requisiti delle norme dell’UE. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -6- Sintesi dei contributi
Domanda n. 3 – Perché occorre riformare la PAC? I principali argomenti avanzati a favore di un'ulteriore riforma della PAC sono i seguenti: • permettere ad agricoltori, operatori della filiera alimentare e consumatori di affrontare la maggiore instabilità dei prezzi delle materie prime nel settore agricolo e dei prodotti alimentari; • far fronte all'incremento della domanda globale (e alla generale tendenza verso mercati mondiali sempre più aperti); • riorganizzare i regimi di pagamento nel quadro della PAC e semplificare le procedure amministrative; • valorizzare maggiormente gli aspetti non legati al mercato, quali l'ambiente, le norme su qualità e salute, la sostenibilità; • fornire una risposta agli effetti dei mutamenti climatici; • tener conto delle diverse e crescenti aspettative dei consumatori, ad esempio per quanto attiene all'origine dei prodotti alimentari, alla garanzia di qualità, ecc.; • rafforzare la competitività dell'agricoltura europea; • garantire un miglior coordinamento con le altre politiche dell'UE che incidono sulle aree rurali. Sono state sollevate inoltre le seguenti questioni: la mancanza di equità nell'applicazione della PAC in tutti i 27 Stati membri; il funzionamento della filiera alimentare; la necessità di strumenti per la gestione del mercato; il dibattito che vede contrapposti piccoli e grandi agricoltori; l'impatto della PAC sul mondo in via di sviluppo. Domanda n. 4 – Di quali strumenti ha bisogno la PAC futura? Un gran numero di coloro che hanno inviato risposte sostiene che l'attuale direttrice della PAC debba essere mantenuta con alcune lievi modifiche. C'è tuttavia un'altra quota sostanziale di partecipanti che si dice favorevole ad un riorientamento della PAC verso un collegamento più stretto tra produzione agricola, compensazione degli agricoltori e offerta di beni pubblici quali i servizi ambientali. Le risposte del grande pubblico indicano che ci sarebbe un ampio consenso su questo aspetto. Vi sono opinioni diversificate tra questi due poli e si chiede un maggiore coinvolgimento dei cittadini nell'elaborazione e attuazione della futura politica. Sono stati avanzati suggerimenti su un'ampia varietà di strumenti secondo diversi scenari, tra i quali: nuovi strumenti per la stabilità dei mercati, programmi di formazione, strategie locali, associazioni di produttori, promozione dei prodotti alimentari, migliori fonti di informazione e dati sui mercati e su altri aspetti. Un'opinione largamente condivisa, in particolare tra il grande pubblico, è che l'agricoltura cosiddetta "industriale" dovrebbe occupare uno spazio limitato nel quadro della PAC, posto che il sostegno dovrebbe essere rivolto di preferenza a destinatari più meritevoli (aree svantaggiate, zone montane, agricoltori biologici o una delle numerose altre categorie menzionate). Conclusioni È difficile trarre conclusioni dalla molteplicità delle opinioni ricevute. Sono emersi tuttavia molti temi che riscuotono particolare sostegno da parte di un ampio ventaglio di partecipanti. Tali temi costituiscono l'espressione di posizioni di compromesso: alcuni avrebbero voluto andare oltre, altri meno lontano. In base ai contributi, sono state identificate 12 direttrici, secondo le quali l'UE dovrebbe: La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -7- Sintesi dei contributi
• assumere un approccio strategico in merito alla riforma della PAC; cercare soluzioni totali, anziché parziali, che tengano conto sia delle sfide della PAC sia dell'interazione tra la politica agricola comune e le altre politiche interne ed esterne all'UE; • vigilare affinché la PAC garantisca la sicurezza alimentare dell'UE, utilizzando a tal fine un certo numero di strumenti; • continuare a dare impulso ai settori competitivi o potenzialmente competitivi dell'agricoltura europea, affinché siano in grado di operare in un contesto di mercato, valorizzando l'innovazione e la divulgazione dei risultati della ricerca; • trasformare l'intervento di mercato in uno strumento innovativo di gestione dei rischi e delle crisi; • riconoscere che il mercato non può (o non vuole) remunerare l'erogazione di beni e servizi pubblici e che, proprio in questo ambito, l'intervento pubblico deve controbilanciare la disfunzione del mercato; • tener presente che la corretta compensazione degli agricoltori per l'erogazione di beni e servizi pubblici sarà l'elemento chiave di una PAC riformata; • proteggere l'ambiente e la biodiversità, salvaguardare le aree rurali, sostenere l'economia rurale, mantenere e creare occupazione nelle campagne, attenuare i cambiamenti climatici; • rivedere la struttura dei due pilastri della PAC e chiarire l'interrelazione che li caratterizza; rendere disponibili adeguate risorse per lo sviluppo rurale; • attuare una PAC più equa nei confronti dei piccoli agricoltori, delle regioni svantaggiate, dei nuovi Stati membri; • introdurre un elemento di trasparenza nell'insieme della filiera alimentare, accordando un ruolo più importante ai produttori; • creare le condizioni di una leale concorrenza tra i prodotti UE e quelli importati; • evitare danni all'economia o alle capacità di produzione alimentare dei paesi in via di sviluppo; sostenere la lotta contro la fame nel mondo. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -8- Sintesi dei contributi
3. Contesto, metodologia e risposta generale Contesto La PAC è stata il vanto dell'integrazione europea e rimane la politica comune più forte dell'UE. La PAC è una politica dinamica che ha compiuto progressi. È giunto il momento di valutare gli esiti delle sue precedenti riforme e di prendere in considerazione le sfide presenti e future da affrontare. Esiste un chiaro collegamento tra agricoltura, ambiente, biodiversità, cambiamenti climatici e gestione sostenibile delle nostre risorse naturali come l'acqua e il suolo. L'agricoltura è importante anche per il positivo sviluppo economico e sociale delle aree rurali dell'UE. Gli agricoltori europei forniscono beni pubblici a vantaggio dell'intera società e l'agricoltura è la fonte degli alimenti che giungono sulle nostre tavole. Per tale motivo la Commissione ha lanciato un dibattito pubblico di vasta portata sulla futura PAC, aperto dal 12 aprile all'11 giugno (inizialmente il 3 giugno) a tutti gli interessati alle tematiche dell'alimentazione, dell'agricoltura e delle campagne. Il commissario ha annunciato l'apertura del dibattito davanti a numerosi organismi UE, gruppi consultivi e parti interessate nonché attraverso i mass media di tutta Europa e con discorsi tenuti in diversi Stati membri. È stato quindi creato il sito Web http://ec.europa.eu/cap-debate per l'inserimento dei contributi da parte di tutti gli interessati. Al dibattito sono state invitate tre categorie: • il grande pubblico; • le parti interessate (es. organizzazioni di agricoltori ed organismi professionali, associazioni per la tutela dell'ambiente, consumatori, associazioni per il benessere degli animali ed altre organizzazioni non governative (ONG) interessate); • gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi. • Le parti interessate e i cittadini sono inoltre stati contattati attraverso la rete europea per lo sviluppo rurale (RESR), che raggruppa reti nazionali delle zone rurali, organizzazioni europee ed autorità nazionali impegnate nei programmi di sviluppo rurale. Molte delle reti nazionali hanno organizzato discussioni con le parti rurali interessate nei rispettivi paesi. Nel lanciare il dibattito, la Commissione ha sottolineato la necessità che la PAC tenga conto della diversità dell'agricoltura europea e dei diversi livelli di competitività (globale, regionale e locale) esistenti tra i 27 Stati membri. La Commissione ritiene che sia inoltre di vitale importanza concentrarsi sulle future sfide economiche, sociali ed ambientali della PAC nonché sull'innovazione, contribuendo pertanto al conseguimento degli obiettivi di Europa 2020, la strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La Commissione ha incentrato il dibattito su quattro domande essenziali ed ha invitato i partecipanti a rispondere ad ognuna di esse: • Perché abbiamo bisogno di una politica agricola comune europea? • Che cosa si aspettano i cittadini dall'agricoltura? • Perché occorre riformare la PAC? • Di quali strumenti ha bisogno la PAC futura? Questo dibattito è un precursore informale del processo di consultazione formale che seguirà la presentazione di una comunicazione della Commissione (documento orientativo) sulla PAC entro la fine del 2010. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -9- Sintesi dei contributi
Metodologia Le stesse quattro domande sono state poste a tutte le categorie di partecipanti. Per i partecipanti della RESR sono state aggiunte tre ulteriori domande relative agli aspetti dello sviluppo rurale. Tutti i partecipanti erano liberi di rispondere in una qualsiasi delle lingue dell'UE. Alle parti interessate, ai gruppi di riflessione, agli istituti di ricerca e agli altri organismi è stato richiesto di fornire, in aggiunta al contributo principale, una sintesi di due pagine redatta in inglese o in francese. I contributi del grande pubblico, delle parti interessate e di gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi sono stati pubblicati sul sito dedicato, mentre i contributi inviati tramite la RESR sono apparsi sul sito di quest'ultima: http://enrd.ec.europa.eu/cap-consultation-process_home_en/en/debate-contributions_en.cfm Un organismo indipendente è stato incaricato di realizzare una sintesi di questi contributi, che costituisce la presente relazione. Nel compito di revisione e sintesi dei contributi, gli autori sono stati affiancati da: • un gruppo di esperti provenienti da vari Stati membri con esperienza e conoscenze nel settore agroalimentare ed ampie competenze linguistiche; • un ulteriore gruppo di professionisti dell'UE in grado di sintetizzare i contributi in numerose lingue; • assistenza della Commissione europea nella traduzione di alcune lingue UE meno diffuse. Dopo essere giunti a destinazione, i contributi del grande pubblico sono stati sintetizzati da uno dei suddetti incaricati, che ha provveduto ad inserire gli argomenti essenziali di ciascun contributo in un documento riepilogativo a parte. Sono quindi state elaborate le relative valutazioni per ciascuno degli Stati membri da cui erano state inviate più di 50 risposte. La relazione di sintesi riepiloga questi documenti singoli e a livello di paese. Gli autori stessi hanno valutato e sintetizzato i documenti e gli altri contributi inviati da parti interessate, gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi, avvalendosi di una matrice per registrare le principali opinioni espresse. I contributi della RESR sono stati analizzati in modo analogo. Risposta generale La risposta all'invito a formulare commenti è stata notevole, in particolar modo da parte del grande pubblico. I dati completi sono riportati nell'allegato I alla presente relazione. Le voci principali sono le seguenti: • al sito Web aperto al grande pubblico sono stati inviati 5473 contributi; • 93 parti interessate hanno risposto all'invito di partecipazione della Commissione; • hanno inviato le loro opinioni 80 gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi; • sono stati ricevuti 22 contributi dalle reti nazionali delle zone rurali e 11 da organizzazioni UE partecipanti alla RESR. Le reti nazionali hanno sintetizzato le discussioni con le loro reti partecipanti. L'alto livello di partecipazione ha indotto a prorogare la data di chiusura del dibattito dal 3 all'11 giugno 2010. La Commissione ha inoltre deciso di estendere l'invito, inizialmente rivolto alle sole associazioni di parti interessate a livello di UE, anche ai contributi di organizzazioni nazionali e regionali. Strada La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -10- Sintesi dei contributi
facendo sono state inserite anche le opinioni di numerosi gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi che all'inizio del dibattito non erano stati coinvolti. I tre quarti dei contributi provenienti dal grande pubblico sono giunti da soli sei paesi: Germania, seguita da Polonia, Francia, Lettonia, Spagna e Austria. Si sono poi classificati Belgio, Regno Unito, Irlanda, Italia e Paesi Bassi. I dati completi relativi alle cifre e all'origine dei contributi sono consultabili nell'allegato alla presente relazione. I documenti inviati da parti interessate, gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi sono stati pubblicati sul sito. Osservazioni cautelative La presente relazione costituisce una sintesi e non un'analisi dei contributi. È tuttavia importante sottolineare alcuni punti, affinché la relazione e il suo contesto vengano interpretati correttamente. Si riportano di seguito i punti principali. Il dibattito non è stato condotto come un'indagine di mercato o un sondaggio d'opinione. Coloro che hanno risposto non sono stati selezionati né sollecitati secondo alcun criterio scientifico o casuale come rappresentanti di una comunità più vasta o di una parte della popolazione. Sul sito della Commissione è stata pubblicata una serie di quattro domande generali sulla PAC e chiunque fosse interessato era libero di rispondere o meno. La forza motrice dell'operazione sono stati quindi i partecipanti. L'elevato numero di risposte fornite dal grande pubblico ne testimonia l'enorme successo, ma uno dei motivi che hanno generato una partecipazione tanto numerosa è il fatto che in molti paesi i gruppi di interesse agricolo hanno mobilitato i loro membri. Le prove di un'azione concertata sono evidenti, in particolar modo nei paesi che hanno fatto registrare il maggior numero di contributi, ossia Germania, Polonia, Francia, Lettonia, Spagna e Austria. La vastità di questa mobilitazione ha chiaramente influito sui risultati complessivi. Dato l'oggetto del dibattito, era prevedibile che gli agricoltori volessero partecipare come persone fisiche, anche se il loro organismo professionale di appartenenza avrebbe partecipato come parte interessata. Il numero di risposte del grande pubblico fornite da partecipanti che si sono identificati come agricoltori o come soggetti direttamente legati all'agricoltura varia tra il 20% e il 40% nei singoli Stati membri. Vi è stato un altro gruppo di contributi inviati da persone fisiche che non si sono identificate come agricoltori, ma che hanno dato prova di conoscere la PAC ben oltre il livello dei profani più interessati. Gli interessati all'agricoltura rappresentano quindi una parte significativa dei partecipanti appartenenti al grande pubblico. Un'altra caratteristica dei risultati è il fatto che il numero dei partecipanti uomini ha superato le donne secondo un rapporto di oltre 2:1. È inoltre apparsa evidente, anche se in misura minore, una mobilitazione espressa con contributi di persone fisiche appartenenti ad organizzazioni ambientaliste o per il benessere degli animali. I casi più eclatanti sono stati quelli dei simpatizzanti animalisti di Germania e Paesi Bassi. Alcune ONG hanno coordinato le loro azioni oltre frontiera. In taluni casi è stato difficile stabilire se classificare un'organizzazione come parte interessata o gruppo di riflessione, in quanto tra questi due insiemi vi sono zone grigie. Inoltre, molti gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi partecipanti hanno interessi particolari (e dichiarati) nell'agricoltura, nello sviluppo rurale o nell'ambiente. La decisione della Commissione di accettare organizzazioni sia nazionali che a livello UE ha altresì generato casi di sovrapposizione e duplicazione, in cui vi erano organizzazioni e persone fisiche che comparivano due volte con le stesse opinioni. Il risultato finale di questi fattori è che gli interessi agricoli hanno svolto un ruolo di primaria importanza nel dibattito sia tra grande pubblico, gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi sia tra le parti interessate. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -11- Sintesi dei contributi
Queste osservazioni non sminuiscono il successo indiscusso del dibattito e il livello record di risposte ricevute, ma indicano che i risultati dell'operazione non devono essere oltremodo interpretati. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -12- Sintesi dei contributi
4. Risposte alla domanda n. 1 – "Perché abbiamo bisogno di una politica agricola comune europea?" 4.1 Presentazione per singoli gruppi Commento: dalle risposte fornite alle singole domande sono emerse differenze sia tra i gruppi che al loro interno. 4.1.1 Parti interessate Le organizzazioni delle parti interessate riflettono ovviamente le posizioni specifiche dei loro membri: agricoltori, trasformatori alimentari, ambientalisti, ONG, consumatori, ecc. Nonostante le differenze, è emersa una base comune. a) Posizione globale sull'importanza dell'agricoltura dell'UE e sulla necessità di una politica agricola Molte risposte hanno sottolineato che per l'UE è importante possedere un settore agricolo fiorente per i seguenti motivi principali: • consentire a tutti i cittadini di accedere a un approvvigionamento alimentare stabile e sicuro, che garantisca cibi sani e di buona qualità; • assicurare che gli alimenti vengano prodotti in modo tale da tutelare le campagne, l'ambiente e la natura; • sostenere le comunità rurali e l'occupazione nelle campagne ed mantenere l'attività agricola su tutto il territorio UE; • garantire il trattamento equo degli agricoltori nei diversi Stati membri; • affrontare le nuove sfide rappresentate da mercati globali instabili, diffusa crisi economica e preoccupazioni in merito alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici. L'opinione maggioritaria delle parti interessate è che il solo mercato non raggiungerà tali obiettivi e concordano sul fatto che la politica agricola comune (PAC) sia lo strumento migliore in nostro possesso per cercare di conseguirli. b) Una politica agricola comune L'opinione maggioritaria delle parti interessate è che una politica agricola comune europea sia preferibile ad una serie di politiche nazionali e regionali o all'assenza completa di tali politiche. Molti, ma non tutti, sostengono che le numerose riforme della PAC degli ultimi anni hanno portato la politica agricola nella giusta direzione. Queste riforme hanno reso l'agricoltura maggiormente orientata al mercato e gli agricoltori sono stati incoraggiati a fornire servizi supplementari nell'ambito del loro ruolo di custodi della terra e a migliorare la qualità e la sicurezza alimentare ed altre pratiche, come il benessere degli animali. È opinione diffusa che la politica comunitaria sia la chiave per assicurare parità di condizioni nell'ambito dell'UE a garanzia di una concorrenza equa. Le parti interessate ritengono che un mercato unico per i prodotti agricoli debba rimanere il principio guida per il futuro. La maggior parte dei partecipanti si dichiara a favore di una politica agricola a livello dell'UE. Del tutto esiguo è il numero dei sostenitori di un'ulteriore "rinazionalizzazione" della PAC (che consentirebbe agli Stati membri una maggiore flessibilità nell'utilizzo degli strumenti della politica agricola comune). Alcuni ritengono che le flessibilità e le deroghe nazionali debbano essere ridotte al minimo e strettamente monitorate, in modo da non creare distorsioni di concorrenza che indebolirebbero il mercato unico. Le opinioni divergono maggiormente sull'eventualità di introduzione un cofinanziamento nazionale più marcato delle misure di PAC. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -13- Sintesi dei contributi
c) Sicurezza alimentare È opinione comune che la PAC sia fondamentale per la sicurezza alimentare nell'UE. Il modo in cui tale opinione viene espressa varia tra coloro secondo cui l'UE deve essere autosufficiente per quanto riguarda gli alimenti che il suo clima le consente di produrre e coloro che invece sono favorevoli a consentire l'importazione di alcuni prodotti (secondo alcuni, ciò dovrebbe avvenire in modo controllato, es. mediante i contingenti tariffari). Altri ritengono che l'UE debba svolgere un ruolo primario nel garantire la sicurezza alimentare globale. Molte parti interessate sono convinte che il diritto all'alimentazione è un "diritto umano universale", che deve essere riconosciuto e sostenuto dalla PAC. Alcuni, in particolar modo tra le organizzazioni non professionali, sostengono che non sia compito dell'UE cercare di alimentare il mondo in via di sviluppo, ma che l'UE debba piuttosto aiutare i paesi in via di sviluppo a nutrire essi stessi le loro popolazioni. d) Erogazione di beni pubblici Si tratta di un tema centrale per tutte le categorie di parti interessate. L'erogazione di beni pubblici, che già occupa un posto importante nella PAC, sarà ancora più cruciale in futuro. Molti affermano che l'agricoltura eroga già una serie di beni pubblici. La PAC, con i pagamenti diretti ed altri incentivi agli agricoltori, li incoraggia a operare con sistemi che tutelano l'ambiente, si prendono cura delle campagne ed assicurano la pulizia delle acque e del suolo. Secondo altre parti interessate, gli agricoltori devono erogare tali beni in ogni caso ed essere ricompensati soltanto quando superano il livello di requisiti previsti per legge. e) Gestione delle risorse naturali Tutte le parti interessate riconoscono come la politica agricola, e preferibilmente una PAC a livello dell'UE, sia fondamentale per assicurare che le risorse naturali vengano gestite adeguatamente e che siano prese in considerazione le sfide ambientali essenziali. Tra queste sfide rientrano le problematiche legate ai cambiamenti climatici. Sostenibilità è la parola chiave del futuro. f) Prodotti di qualità Alcune parti interessate sottolineano l'impatto positivo della PAC nell'incoraggiare la produzione di alimenti di più alta qualità. Attraverso l'elemento della politica della qualità, la PAC contribuisce anche a salvaguardare sistemi di produzione, di allevamento e di coltivazione tradizionali. Secondo molti partecipanti, l'UE deve assicurare che vengano chiarite le norme sull'origine degli alimenti e che sui cibi vengano apposte chiare indicazioni sulla loro provenienza ed altre caratteristiche qualitative. g) Approvvigionamento della filiera alimentare umana ed animale nell'UE Alcune parti interessate sostengono che la politica agricola comune è necessaria per garantire l'approvvigionamento sufficiente di materie prime. Senza la PAC potrebbe essere compromessi la produzione e l'approvvigionamento regolari nell'ambito dell'UE, generando pertanto difficoltà per le industrie alimentari per il consumo umano ed animale. Queste parti interessate auspicano un equilibrio tra materie prime di produzione europea e affidabili e la capacità di importare materie prime non disponibili all'interno dell'UE. 4.1.2 Gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi I gruppi di riflessione, gli istituti di ricerca e altri organismi hanno espresso una serie di punti di vista più ampia rispetto alle parti interessate. In una piccola minoranza di gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi l'opposizione alla PAC è risultata più chiaramente articolata. a) Sostegno agli agricoltori ed erogazione di beni pubblici Alcuni partecipanti ritengono, come le parti interessate, che la PAC abbia conseguito risultati significativi ed abbia rispettato i propri obiettivi e gli obblighi previsti dai trattati UE. I principali benefici ricordati sono: il contributo alla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare europeo; il La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -14- Sintesi dei contributi
mantenimento di sistemi agricoli diversificati in Europa, in particolar modo nelle aree marginali; l'erogazione di molteplici beni pubblici ambientali e sociali. I sostenitori di questa opinione ritengono che senza la PAC sarebbe difficile chiedere agli agricoltori di continuare a fronteggiare le grandi sfide del futuro e di erogare beni pubblici ambientali, sicurezza alimentare ed attività rurale. Secondo loro, laddove il mercato non sia sufficiente spetta all'UE intervenire per sostenere l'erogazione di beni pubblici in risposta ad una forte domanda pubblica e per assicurare il raggiungimento degli obiettivi politici collettivi. Alcuni aggiungono che la PAC è un mezzo per incrementare l'occupazione in agricoltura e nei settori correlati. Per altri la PAC è "socialmente iniqua" in quanto, a loro avviso, gli agricoltori più poveri e più piccoli traggono scarsi benefici dalla politica agricola comune. Vari partecipanti sottolineano che il 20% dei beneficiari riceve circa l'80% del sostegno diretto al reddito. Inoltre, molti agricoltori vantano notevoli patrimoni, in quanto possiedono macchinari, edifici agricoli e terreni. Secondo un'altra tesi, gli obiettivi del primo pilastro della PAC non sono più in linea con le aspettative della società e non costituiscono una base legittima per la spesa pubblica in un settore orientato al mercato. È pertanto necessario cambiare i principi, gli obiettivi e le misure della politica, per rispecchiare le attese della collettività in termini di erogazione dei beni pubblici. b) Sicurezza alimentare Molti gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi ritengono che la PAC sia necessaria per garantire la sicurezza alimentare in entrambi i sensi del termine, ossia prodotti sufficienti per alimentare la popolazione europea e alimenti sicuri. c) Affrontare insieme nuove sfide: una politica comune Molti gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi condividono l'opinione delle parti interessate, secondo cui è necessaria una forte politica agricola comune per fronteggiare le sfide del domani, a cui è possibile rispondere soltanto adottando un approccio strategico comune in agricoltura e nel settore rurale. Vengono poi espressi ulteriori argomenti, secondo i quali una politica comune assicura la coerenza con le altre politiche per raggiungere obiettivi comuni e vi è una maggiore efficienza in termini di spesa e un dovere di rendicontazione rafforzato. d) Sostenibilità Numerosi sono coloro secondo cui una gestione sostenibile del suolo è fondamentale per affrontare molte delle sfide che deve affrontare l'Europa, come l'adattamento e l'attenuazione dei cambiamenti climatici, la gestione dell'acqua, la tutela delle risorse naturali, la conservazione dei paesaggi, la funzionalità del suolo, la qualità dell'aria, la resistenza ad inondazioni e incendi e l'inversione della tendenza alla perdita di biodiversità. e) Patrimonio culturale Molti gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi sottolineano che le culture europee sono strettamente legate alle tradizioni agricole. Tutelare l'agricoltura europea significa pertanto tutelare anche il patrimonio culturale dell'Europa. 4.1.3 Grande pubblico Dato il cospicuo numero di risposte inviate, il grande pubblico ha fornito un'ampia gamma di motivazioni a sostegno di una politica agricola comune: • La PAC è l'unica politica comune esistente nell'UE. L'UE deve migliorarne il funzionamento. Il suo ruolo è cruciale nel processo di integrazione europea. • Poiché l'agricoltura è un settore strategico, l'Europa deve essere autosufficiente (alcuni ritengono che l'UE necessiti di un approvvigionamento sicuro, mentre altri propendono per l'autosufficienza totale). La maggior parte dei partecipanti che hanno commentato questa La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -15- Sintesi dei contributi
problematica (a cui hanno risposto in molti) ritiene che la PAC contribuisca a migliorare la sicurezza alimentare. • Garantisce la sicurezza alimentare in termini sia quantitativi che qualitativi (gestione della qualità dei nostri alimenti). • Da alcuni partecipanti è stata specificamente citata la necessità di mantenere scorte alimentari strategiche. • Garantisce un trattamento equo per gli agricoltori (all'interno della filiera alimentare rispetto ad altre maglie della catena come i dettaglianti). • L'UE deve creare eguali condizioni per gli agricoltori di tutta Europa. • La PAC è il corollario di un mercato unico e di un'area economica unica. • Conservazione delle comunità rurali (in particolar modo gli agricoltori, che meglio di chiunque altro possono salvaguardare lo spazio rurale e tutelare l'ambiente). • È necessaria una politica comune per garantire un reddito agli agricoltori che operano in varie regioni e svariati settori. • Tutela degli agricoltori dagli speculatori e risponde alla necessità di evitare la dipendenza dalle importazioni. • Fornisce agli agricoltori europei i mezzi per fare concorrenza ai prodotti di importazione. È emerso un generale sostegno ad una politica agricola. Un vasto numero di partecipanti ha preferito una politica comune ad una "rinazionalizzazione". Il sostegno a maggiori cofinanziamenti nazionali, previsti dal primo pilastro della PAC, è limitato ma comunque in un ambito normativo comune. Soltanto un numero esiguo di partecipanti si esprime a favore dell'abolizione della PAC (e alcuni di essi riconoscono che dovrebbe essere sostituita da qualcos'altro). Il sostegno alla PAC non significa necessariamente il sostegno ai suoi attuali orientamenti. Vi sono infatti molte varietà di opinioni. Un cospicuo numero di partecipanti concorda sulla necessità di attribuire maggiore importanza all'incentivazione di un'agricoltura sostenibile. Per una minoranza la riforma della PAC dovrebbe incentrarsi sostanzialmente sul sostegno dell'agricoltura biologica e sulla riduzione dei prodotti a base di carne nella nostra dieta. Un numero rilevante di partecipanti da molti paesi sostiene che lo scopo principale dei pagamenti della PAC è quello di indennizzare gli agricoltori europei per i maggiori costi di produzione sostenuti, ad esempio in termini di contributi previdenziali, per conformarsi a standard e requisiti UE più elevati in vari settori e categorie retributive. In molti casi questi costi non possono essere coperti dai prezzi di mercato. L'intervento pubblico deve pertanto controbilanciare la disfunzione del mercato. È opinione diffusa che gli agricoltori europei sostengano costi aggiuntivi che molti concorrenti extra-UE non hanno in termini di standard qualitativi, conformità a requisiti igienico-sanitari, tracciabilità ed origine dei prodotti, tutela dell'ambiente, preservazione della biodiversità, gestione delle campagne, ecc. Per i partecipanti di molti paesi e in particolar modo della Francia, l'agricoltura si trova al centro della nostra cultura, economia e società, così come dell'alimentazione e dell'ambiente. Ciò fa eco al valore culturale citato da alcuni gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi. 4.1.4 Contributi inviati attraverso la RESR L'opinione ampiamente diffusa tra i contributi della RESR è il fatto che per raccogliere le sfide lanciate all'agricoltura e alle aree rurali, sia necessaria nella PAC una forte componente di sviluppo rurale. Molte di queste sfide (relative alla sicurezza alimentare e a problematiche territoriali, sociali ed La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -16- Sintesi dei contributi
ambientali) sono comuni a tutti gli Stati membri. Tra i contributi delle parti interessate vi sono differenze che rispecchiano le posizioni dei loro membri. È opinione diffusa tra le parti interessate della RESR che sia importante tutelare l'ambiente (suolo, acqua e biodiversità), garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali e contribuire all'adattamento e all'attenuazione dei cambiamenti climatici. Per quanto riguarda le sfide di natura territoriale, molti ritengono che debbano essere affrontate le differenze rurali e urbane e che vadano assicurate la sostenibilità economica e la qualità della vita delle aree rurali. In molte di esse le strutture sociali non presentano capacità di recupero ed è importante sostenere le comunità e le economie locali. Per le aree isolate e quelle che lamentano una mancanza di capitale umano si tratta di una sfida notevole. L'erogazione di beni pubblici nelle aree svantaggiate viene vista come un problema serio. Le sfide importanti che si pongono alle comunità agricole e meritano attenzione sono: • il mantenimento del reddito rurale e degli agricoltori; • il rafforzamento della posizione economica degli agricoltori nell'ambito della filiera alimentare nonché l'incremento della vitalità e della produttività nel settore agricolo e in altri campi, nel contesto di una popolazione rurale ed agricola che invecchia. 4.2 Opinioni del grande pubblico per paese e/o regione, ove rilevante Le suddette opinioni sono state ampiamente espresse dal grande pubblico della maggior parte degli Stati membri. I partecipanti dei nuovi Stati membri sono convinti che la PAC debba allineare i livelli di aiuto loro destinati a quelli di cui beneficiano i vecchi Stati membri dell'UE. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -17- Sintesi dei contributi
5. Risposte alla domanda n. 2 – "Che cosa si aspettano i cittadini dall'agricoltura?" 5.1 Presentazione per singoli gruppi 5.1.1 Parti interessate a) Nel complesso È opinione generale tra le parti interessate che i cittadini si aspettino dall'agricoltura il rispetto dei seguenti requisiti: • sicurezza dell'approvvigionamento alimentare; • offerta di un'ampia scelta di alimenti sani e sicuri, a prezzi trasparenti e convenienti; • garanzia dell'uso sostenibile del suolo; • attività a supporto di comunità rurali e campagne. b) Sicurezza alimentare Secondo alcuni, la priorità dei cittadini è la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare e pertanto il ruolo principale dell'agricoltura deve essere quello di garantirla. La priorità degli agricoltori europei deve essere, a loro parere, quella di alimentare la popolazione d'Europa, non quella di rappresentare il maggiore importatore/esportatore del mondo. Questi partecipanti ritengono che l'alimentazione sia troppo importante per dipendere da un mercato deregolamentato. È necessaria una forte politica agricola che regolamenti la produzione e i mercati e faccia sì che le pratiche agricole rispondano alle sfide ambientali e sanitarie. Secondo molte parti interessate, i cittadini non credono che l'obiettivo dell'agricoltura debba essere quello di "alimentare il mondo", bensì quello di garantire all'Europa un approvvigionamento alimentare sicuro, come stabilito dai trattati UE. c) Ambiente Molte parti interessate ritengono che i cittadini abbiano bisogno di un'agricoltura europea per rispettare l'ambiente, ridurre l'impatto delle attività agricole sul riscaldamento globale, salvaguardare la biodiversità e gestire con cautela le risorse idriche. Molti reputano che l'agricoltura sostenibile a conduzione familiare abbia effetti positivi e che i cittadini europei ne sono consapevoli. d) Paesi in via di sviluppo Un numero significativo di parti interessate è dell'avviso che la politica agricola europea non debba danneggiare le economie agricole dei paesi in via di sviluppo. A corollario di ciò aggiungono che l'UE e i paesi terzi devono avere il diritto di tutelarsi da importazioni a prezzi eccessivamente bassi. Alcuni aggiungono che sarebbe più opportuno che l'UE anziché esportare prodotti alimentari nei paesi extra-UE più poveri li aiuti a soddisfare essi stessi le esigenze alimentari dei loro cittadini. e) Benessere degli animali Secondo un certo numero parti interessate, per i cittadini e i consumatori europei è importante che esistano standard rigorosi per la tutela degli animali da allevamento. Quest'argomento dovrebbe perciò essere considerato un elemento importante delle attività agricole e della riforma della PAC. Questi partecipanti citano due indagini dell'Eurobarometro, risalenti agli anni 2005 e 2007, da cui è emerso che i cittadini dell'UE attribuiscono notevole importanza alla protezione degli animali da allevamento. Questa problematica non ha tuttavia suscitato molta attenzione tra la maggioranza delle parti interessate. f) Occupazione Secondo la maggioranza delle parti interessate, i cittadini desiderano che l'agricoltura salvaguardi ed incrementi i posti di lavoro nelle aree rurali ed inverta la tendenza alla scomparsa delle aziende La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -18- Sintesi dei contributi
agricole, incoraggiando le nuove leve e in particolar modo le giovani generazioni ad intraprendere l'attività. 5.1.2 Gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi Con variazioni trascurabili, pressoché tutti i gruppi di riflessione, gli istituti di ricerca e gli altri organismi concordano sulla visione dell'agricoltura europea e della PAC che secondo loro ha il cittadino dell'UE. A loro parere il grande pubblico esige dall'agricoltura: • la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare e un reddito equo per gli agricoltori; • la gestione e la tutela dell'ambiente; • lo sviluppo equilibrato delle aree rurali; • l'erogazione di beni pubblici da parte degli agricoltori; • un contributo alla lotta ai cambiamenti climatici. Tra i gruppi di riflessione, gli istituti di ricerca e altri organismi vi sono però differenze in merito al modo in cui fornire tali risultati; molti mettono anche in discussione la capacità dell'attuale modello di PAC di riuscirvi. a) Sicurezza alimentare Secondo i gruppi di riflessione, gli istituti di ricerca e altri organismi, la società si aspetta dall'agricoltura fonti sicure di approvvigionamento alimentare e cibi sani che riflettano la diversità dei territori europei. b) Sostenibilità ambientale Si afferma che i cittadini europei si attendono che gli agricoltori gestiscano il suolo e le altre risorse naturali con pratiche che offrono un livello elevato di beni e servizi pubblici, ambientali e sociali, come acqua, biodiversità, sequestro del carbonio, prevenzione di incendi e inondazioni, ambientazioni a fini ricreativi e residenziali, comunità rurali dinamiche ecc. Molti di questi beni e servizi, che vanno oltre la semplice produzione alimentare, dicono, sono minacciati dall'abbandono dell'agricoltura e dei sistemi agroforestali e forestali. c) Qualità alimentare L'opinione diffusa è che i cittadini vogliono prodotti alimentari di alta qualità a prezzi ragionevoli. Spesso non vi sono argomenti accessori, né viene definito il concetto di "qualità". Altri affermano che anche gli agricoltori devono ricevere prezzi equi per i prodotti alimentari. d) Patrimonio e stile di vita Alcuni gruppi di riflessione, istituti di ricerca e altri organismi citano l'importanza attribuita dai cittadini a valori fondamentali quali una famiglia solida, tradizioni locali variegate, comunità rurali creative e dinamiche ed un ambiente locale sostenibile. La fornitura di prodotti alimentari naturali, di alta qualità e sicuri viene citata come risposta alle richieste dei cittadini. Tutti questi fattori contribuiscono a creare comunità locali sostenibili ed autorigeneranti. 5.1.3 Grande pubblico Sulle seguenti tematiche sono state espresse molte prese di posizione decise: • Garanzia dell'approvvigionamento, sicurezza alimentare e qualità: molti partecipanti citano questi aspetti, tutti desiderano un'alimentazione più sicura e alcuni ritengono che i prodotti alimentari debbano essere al tempo stesso più abbordabili, ossia più economici. Altri propendono per un prezzo equo (o ragionevole) degli alimenti o auspicano che agli agricoltori venga pagato un prezzo equo per i loro prodotti. Le opinioni divergono sulla disponibilità dei consumatori a pagare il sovrapprezzo che questo implica. La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -19- Sintesi dei contributi
• I cittadini desiderano alimenti di alta qualità, autentici e diversificati, che vengano prodotti a livello locale o regionale. • Sono stati spesso citati gli alimenti prodotti in modo sostenibile nel rispetto della biodiversità e della gestione dello spazio rurale, ecc. • Attenzione per l'ambiente e sostegno mirato ad affrontare le sfide ambientali. Nell'ambito di questa sezione generale sono emersi svariati argomenti specifici, come la necessità di un'agricoltura più rispettosa all'ambiente e di una politica agricola che la incentivi. • Gli alimenti devono essere sani e naturali (molti dicono espressamente che non si devono usare gli OGM ed i pesticidi) e la produzione alimentare deve garantire il rispetto dell'ambiente (per quanto riguarda la qualità dell’acqua, del suolo e dell'aria) nonché la tracciabilità dei prodotti. • Gli agricoltori svolgono un ruolo sempre più importante nella produzione di energia rinnovabile e nell'attenuazione dei cambiamenti climatici. • La salvaguardia della prosperità delle aree rurali passa attraverso il sostegno al mantenimento del livello di vita degli agricoltori e dei posti di lavoro nel settore. La maggior parte di chi ha commentato questo punto ritiene che gli agricoltori siano l'elemento chiave della prosperità rurale. Ad esempio, frasi più volte ripetute sono "occupazione nelle campagne", "comunità rurali vivaci" e "modello europeo" di azienda a conduzione familiare. • Molti sostengono che i cibi importati debbano soddisfare gli elevati requisiti delle norme dell’UE (o che l'agricoltura europea debba essere tutelata contro la concorrenza sleale proveniente da paesi terzi). • La preservazione della pastorizia di montagna e la sensazione che attualmente ciò non avvenga in modo adeguato sono una tematica frequente unitamente alla necessità di preservare il paesaggio per il turismo rurale. • Molti partecipanti danno importanza alla qualità più che alla quantità e a un equo rapporto qualità/prezzo. • Un altro gruppo esige un'etichettatura più precisa e più chiara, in particolar modo per evidenziare le origini regionali o la provenienza da agricoltura biologica. • Molti partecipanti sono preoccupati del fatto che la PAC continui a produrre eccedenze a scapito dei paesi in via di sviluppo. • Un piccolo numero di contributi ha sollevato le problematiche dell'etica e del commercio equo. Dalle risposte risulta evidente la diversità delle aspettative! Mentre molti sostengono l'importanza primaria delle esigenze connesse a flora e fauna, dell'accesso del pubblico o dell'attrattiva esercitata dal paesaggio rurale, altri ritengono che in fondo la necessità più importante sia l'alimentazione della popolazione. Molti contributi sono a favore di una politica olistica, che integri agricoltura, preservazione dell'ambiente e delle campagne, cambiamenti climatici, biodiversità e tutela delle risorse naturali, adottando un approccio "multifunzionale". 5.1.4 Contributi inviati attraverso la RESR Un numero significativo di parti interessate della RESR ritiene che in Europa debba essere mantenuta una produzione alimentare sostenibile per i seguenti motivi: • miglioramento della posizione degli agricoltori all'interno della filiera alimentare; • sicurezza dell'approvvigionamento e qualità alimentare a prezzi abbordabili; La politica agricola comune dopo il 2013 – Pubblico dibattito -20- Sintesi dei contributi
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