ACCREDIA Osservatorio - L'età dell'incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo
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Osservatorio ACCREDIA 2017 STUDIO Realizzato da: L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo
OA Osservatorio ACCREDIA | STUDIO Osservatorio ACCREDIA - STUDIO Lo studio “L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo” è stato realizzato dall’area di ricerca dell’ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale. 2
OA OA Osservatorio ACCREDIA Sommario STUDIO - 2017 L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo Le incertezze a livello globale: 1 crisi acute e governance debole 4 Le incertezze in Europa. 2 Verso la (dis)integrazione? 8 Il commercio internazionale: 3 ancora un motore per la crescita? 9 Il commercio internazionale: 4 l’Europa ancora protagonista? 11 5 L’Italia nel Mercato Unico 13 3
OA Osservatorio ACCREDIA | STUDIO L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti Le incertezze globali e protezionismo Le incertezze a livello ticolare, si presenta oggi un insieme etero- globale: crisi acute geneo di potenze il cui contributo al PIL e governance debole mondiale sta crescendo e che sta ridu- cendo sempre più le distanze che lo sepa- A oltre venticinque anni dalla caduta del rano dai paesi avanzati. Questi attori muro di Berlino, un avvenimento dalla aspirano a ritagliarsi uno spazio più ampio portata tale che qualcuno vi ha addirittura sullo scacchiere internazionale, o quanto- letto la “fine della storia”, si assiste oggi a meno nella regione nella quale si trovano. un nuovo mutamento del panorama geo- Sul versante demografico, le economie politico mondiale. Se l’ultimo quarto del avanzate arrancano a causa di un progres- secolo scorso pareva essere dominato da un sivo invecchiamento della popolazione, paese, gli Stati Uniti, che sembrava potersi mentre quelle emergenti, in particolare in accreditare come il grande decisore del si- Africa (si veda grafico 1), registrano un stema internazionale, negli ultimi anni continuo aumento. Le conseguenze, anche sono emersi nuovi attori, statali e non, ca- in termini di flussi migratori, sono note- paci di influenzare in misura sempre più voli e saranno potenzialmente più dirom- profonda la politica internazionale. In par- penti nel futuro. Grafico 1. Trend di crescita della popolazione 2500 UE28 Africa subsahariana 2000 Cina Nigeria milioni di abitanti 1500 1000 500 0 1950 1953 1956 1959 1962 1965 1968 1971 1974 1977 1980 1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004 2007 2010 2013 2016 2019 2022 2025 2028 2031 2034 2037 2040 2043 2046 2049 Fonte: UNPP, elaborazione ISPI 4
OA Questa considerazione fa inevitabilmente tiche migratorie passando dalla mera emer- Le incertezze globali emergere l’inadeguatezza delle politiche genza a una loro gestione più oculata e migratorie che vengono oggi proposte e coerente con le esigenze di medio-lungo implementate a livello comunitario e dai periodo dei paesi europei. vari stati membri. In linea generale, queste sono ancora guidate da una visione emer- Dal punto di vista dell’equilibrio del potere genziale del fenomeno, che presuppone la mondiale, gli Stati Uniti sono destinati a temporaneità e straordinarietà dei flussi. I restare il primo paese per dimensioni eco- trend demografici e le differenze di reddito nomiche, con una capacità di proiezione indicano invece che nei prossimi decenni militare ancora incontrastata (si veda gra- le pressioni migratorie dall’Africa cresce- fico 2). In Cina aumentano invece i dubbi ranno ulteriormente, tanto più se si consi- sugli effettivi risultati dell’annunciato re- derano anche gli effetti legati ai balancing economico (lo spostamento del cambiamenti climatici. Inoltre, vale la motore di crescita del paese dalle esporta- pena sottolineare che l’invecchiamento zioni ai consumi interni). Nonostante ciò, della popolazione in Europa renderà sembra sempre più evidente che il Presi- quanto mai necessario il continuo afflusso dente Xi Jinping stia tentando di rafforzare dei migranti anche ai fini della sostenibi- la propria leadership con l’obiettivo di gui- lità del sistema di welfare. Basti pensare dare il paese per diversi anni ancora, con- che negli anni Ottanta in Italia – così come ducendo peraltro una politica estera in Germania – c’erano circa 4,5 lavoratori sempre più assertiva e nazionalista, per te- per ogni pensionato, mentre oggi ce ne nere unito il paese e contenere le tensioni sono 2,5 che potrebbero addirittura ridursi politiche e sociali che potrebbero emergere fino a circa 1,5 entro il 20501. Motivo in in vista di un fisiologico rallentamento più per cambiare la logica stessa delle poli- economico. Grafico 2. I 12 paesi che nel 2015 hanno destinato maggiori risorse alla difesa (in miliardi di $) 700 600 500 400 300 200 100 0 Fonte: SIPRI, elaborazione ISPI 1 United Nations, World Population Prospects, 2016 5
OA Osservatorio ACCREDIA | STUDIO La Russia, dal canto suo, nonostante ri- 25%3. Questi dati sono emblematici di Le incertezze globali manga un paese dalle mille debolezze, è cre- come nell’ultimo quarto di secolo il bari- sciuta molto nell’ultimo decennio, centro dell’economia mondiale si sia spo- sostenuta da una notevole stabilità politica stato più a est, verso l’Asia. interna e dagli alti prezzi di petrolio e gas. Questi ultimi sono però diminuiti conside- Sebbene alcuni dei paesi emergenti stiano revolmente negli ultimi tre anni (-51,6% tra affrontando diverse difficoltà, come la sfida marzo 2014 e marzo 20172), comportando della diversificazione economica per la Rus- una contrazione del PIL che nel 2016 si è at- sia, dove oggi il settore oil & gas rappresenta testata al -3,7%. Il mutamento degli equili- ancora il 62%4 delle esportazioni, o il biso- bri economici globali appare chiaro se si gno di nuovi motori per la crescita per Cina osserva la distribuzione della produzione e Brasile, non sembra che tali passi indietro della ricchezza mondiale (si veda grafico 3). possano mutare gli equilibri ormai esistenti, Infatti, se nel 1990 i paesi avanzati produ- a meno che questi non vengano scompagi- cevano l’80% del PIL mondiale e le econo- nati da lunghi periodi di stagnazione o im- mie emergenti solo il restante 20%, oggi provvise e profonde recessioni economiche. queste ultime raggiungono il 39% (dati 2015) – con la Cina balzata dall’1,5% al 15% Ma non è certo solo il fattore economico e l’India dall’1% al 3% – mentre le econo- che va considerato. A mutare è infatti l’in- mie mature mostrano crescenti segnali di tero quadro geopolitico: il numero di attori debolezza: la quota dell’Unione europea, in- rilevanti aumenta, si moltiplicano gli inte- cluso ancora il Regno Unito, è calata dal ressi in gioco, i tavoli si allargano (si veda 31% al 22%, mentre gli USA sono riusciti a l’affiancamento del G20 al G7) e gli spazi di mantenere gli stessi livelli del 1990, ossia il compromesso si riducono. Grafico 3. Quota di PIL mondiale prodotta da economie avanzate ed economie emergenti 90% 80% % di PIL mondiale (in $ correnti) 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Economie avanzate Economie emergenti Fonte: UNCTAD, elaborazione ISPI 2 Media prezzo al barile WTI 3 IMF, World Economic Outlook, 2016 4 World Bank, Annual Report, 2016 6
OA Anche la questione del cambiamento cli- 250.000 persone impiegate nel settore Le incertezze globali matico va inserita in questo contesto glo- idroelettrico. Nel 2014, prima della crisi do- bale. Per esempio, dopo aver incentrato vuta al crollo dei prezzi del petrolio, gli parte della propria campagna elettorale americani che lavoravano all'estrazione e sulla necessità di eliminare le “regole ec- produzione di idrocarburi erano invece cessive che distruggono posti di lavoro”, 410.0005. Donald Trump si sta oggi adoperando per mantenere almeno in parte le sue pro- Da notare, comunque, come oggi il primo messe. A fine marzo, il Presidente degli Stati emettitore mondiale di gas serra sia la Cina, Uniti ha firmato un ordine esecutivo che che da sola ne produce il 28%, superando le impone la revisione del Clean Power Plan, emissioni di Stati Uniti (16%) e Unione eu- una delle iniziative più importanti dell’era ropea (10%) insieme6. Obama che mirava a ridurre le emissioni di gas serra da parte delle centrali elettriche. Cina e India emettono oltre un terzo dei Inoltre, il Presidente ha nominato a capo gas serra mondiali, mentre le emissioni dell’Agenzia per la protezione dell’am- americane ed europee sono stabili o in di- biente americana (EPA) Scott Pruitt, un po- minuzione. Anche in questo caso, l’arrivo litico notoriamente scettico nei confronti di nuovi importanti attori è cruciale per dell’origine antropica del cambiamento cli- comprendere gli scenari di medio periodo, matico. perché sarà nei grandi paesi emergenti che si giocherà la battaglia per frenare la crescita Benché al momento le azioni di Trump ap- delle emissioni globali nei prossimi de- paiano relativamente simboliche e segna- cenni. lino l’intenzione politica di operare una netta inversione di rotta rispetto all’impe- Ai singoli focolai di crisi, sia in campo po- gno sul fronte climatico da parte dell’am- litico che in campo economico, che già ministrazione Obama, vi sono diverse hanno costellato lo scenario internazionale ragioni che impongono cautela e un conti- degli ultimi decenni, vengono oggi dunque nuo monitoraggio di ciò che avviene oggi ad aggiungersi ulteriori e crescenti incer- negli Stati Uniti. Innanzitutto, qualsiasi tezze a livello globale. Oltre alla crisi e ai azione dirompente da parte dell’ammini- problemi sopra citati, vanno aggiunte le strazione Trump si scontra con i limiti im- pericolose tensioni con la Corea del Nord, posti dalla struttura federale del paese, dove le crisi politico-economiche in America molte competenze in campo energetico e Latina e, soprattutto, l’intensificarsi del- ambientale sono in capo agli stati. l’instabilità mediorientale, con il coinvol- gimento nella crisi siriana di potenze Inoltre, negli Stati Uniti le fonti di energia straniere, compresi ora anche gli Stati rinnovabile sono sempre più vicine a poter Uniti di Trump. Crisi che, singolarmente competere con la generazione di energia prese, non si discostano molto da quanto elettrica da fonti fossili, senza più bisogno accaduto in passato, ma che oggi preoccu- di incentivi. Per quanto riguarda i posti di pano maggiormente perché avvengono lavoro, le cifre parlano da sole. Nel 2015, contemporaneamente e producono frizioni negli Stati Uniti 770.000 persone erano oc- geopolitiche e scompensi negli equilibri cupate nell'industria "verde" non tradizio- globali che hanno retto il sistema interna- nale (eolico, fotovoltaico, biomasse), oltre a zionale negli scorsi decenni. 5 U.S. Bureau of Labor Statistics, Green Jobs Initiative, 2017 6 United States Environmental Protection Agency, Report on the Environment, 2017 7
OA Osservatorio ACCREDIA | STUDIO D’altra parte, la governance mondiale e le soprattutto nei paesi dell’Europa del Sud, Le incertezze in Europa grandi organizzazioni multilaterali a essa dove la crisi ha avuto un maggiore im- preposte appaiono oggi molto più deboli patto. A risentirne maggiormente sono le di prima: se gli Stati Uniti non sembrano classi più deboli e la forza lavoro del set- più disposti ad assumersi gli oneri del lea- tore manifatturiero, nel quale peraltro der globale indiscusso (e non vengono ne- l’automazione sta facendo aumentare la anche più percepiti come tali dal resto del produttività, ma, a volte, anche a scapito mondo), anche le istituzioni internazio- dell’intervento umano con la conse- nali create a partire dalla fine della Se- guente riduzione dell’occupazione. conda guerra mondiale sono oggi bloccate, in crisi – si veda, per esempio, lo Una delle principali debolezze comunita- stato di inerzia in cui langue oggi l’Orga- rie, ovvero la difficoltà di rafforzare la col- nizzazione Mondiale del Commercio – laborazione intra-europea per fornire oppure sfidate da nuove e potenti orga- risposte più efficaci alle tante crisi (interne nizzazioni create dagli attori emergenti, ed esterne), è stata uno dei fattori che ha come nel caso della Asian Infrastructure dato forza a quegli attori politici, vecchi e Investment Bank (AIIB) a guida cinese che nuovi, che chiedono la fine o il ridimen- potrebbe diventare un concorrente sem- sionamento dell’esperienza sovranazionale pre più forte di istituzioni esistenti quali e il ritorno alle monete nazionali. la Banca Mondiale o la Asian Develop- ment Bank (ADB). Se il ritorno alle monete nazionali pare oggi difficilmente realizzabile, con rischi significativi per economie fragili come Le incertezze in Europa. quella italiana, l’anno scorso, per la prima Verso la (dis)integrazione? volta in 60 anni di storia, uno degli stati più rilevanti, il Regno Unito, ha scelto di L’Unione europea esce sfinita da una uscire dall’Unione europea. lunga crisi economica, da tre anni di dra- stico aumento dei flussi migratori verso Il Regno Unito contribuisce oggi per il 17% le sue sponde meridionali, dall’avvio di al PIL europeo. L’UE è di gran lunga il mag- Brexit e, se non bastasse, da profonde gior partner commerciale del paese, al crisi geopolitiche che sono avvenute alle quale Londra destina il 44% dell’export. sue frontiere (Libia, Siria, Ucraina). In- somma, l’Europa si trova oggi a essere at- Le esportazioni britanniche che dipen- traversata da dinamiche che ne mettono dono in qualche modo dall’appartenenza in dubbio sia il processo di integrazione all’Unione lievitano fino al 62% se si con- degli ultimi 60 anni che il ruolo a livello siderano anche gli accordi di libero scam- internazionale. bio negoziati dall’UE con paesi terzi e membri dello spazio economico europeo, Sul piano economico, alcuni paesi hanno di cui Londra ovviamente beneficia. recuperato i livelli di crescita pre-crisi, mentre altri, come l’Italia, faticano ancora Si tratta di un rapporto commerciale molto a colmare il divario. Le prospettive occu- stretto, se si considera che l’export britan- pazionali, seppur migliori rispetto a qual- nico verso gli Stati Uniti, storico alleato, che anno fa, rimangono deboli, rappresenta soltanto il 17% del totale7. 7 HM Revenue & Customs, Trade Statistics, 2016 8
OA In questo contesto, rimane da chiarire nell’UE grazie a un disegno strategico Il commercio internazionale come si struttureranno le relazioni euro- post-sovietico, oggi non sembra interes- britanniche nel post Brexit. La premier sato a una maggiore integrazione (almeno britannica Theresa May ha espresso la vo- quando sono in gioco interessi nazionali lontà di uscire dal Mercato Unico. ritenuti intoccabili). Proprio per questo, i paesi fondatori, che per l’Europa hanno L’intenzione del suo governo è di nego- sempre pensato a una cooperazione sem- ziare un nuovo accordo, che non ricalchi pre più stretta, stanno faticosamente cer- modelli del passato come quelli degli ac- cando una via per rafforzare la cordi con Svizzera e Norvegia. Nelle in- cooperazione tra di loro. In questo scena- tenzioni di May, l’intesa dovrebbe essere rio, il Mercato Unico non è comunque strutturata attorno a un accordo di libero messo in discussione. Anzi, rimane l’ele- scambio del tutto nuovo sia per le merci mento unificante e condiviso da tutti i 27 che per i servizi, inclusi quelli finanziari membri. che rendono la City londinese una delle più importanti piazze d’affari al mondo. Anche l’Europa è dunque, oggi, a un Il tutto assicurandosi, però, il diritto di li- bivio. Da un lato, Brexit e le politiche di mitare la circolazione dei lavoratori. Trump potrebbero costituire stimoli per il Chiaramente questa rappresenta un’op- passaggio alla fase di maturità dell’Unione zione che difficilmente l’Unione europea europea, soprattutto in materia di politica potrebbe accettare, giacché potrebbe in- estera e di unione economica e fiscale. durre anche altri paesi ad avanzare ri- Dall’altro, il rischio è che le elezioni chieste simili. chiave del 2017 esacerbino divisioni e la- cerazioni, aumentando le incertezze eu- La posizione negoziale ufficiale dei re- ropee e il rischio di paralisi e implosione. stanti 27 membri vuole minimizzare l’in- Non va infine dimenticata l’incognita certezza che la Brexit creerà per i cittadini greca: la rinegoziazione del debito con i europei, le imprese e gli stati membri. Ov- principali creditori è un’operazione com- viamente le elezioni in Francia, Germania plessa, anche perché si inserisce in un e Italia influiranno pesantemente sugli quadro di debole crescita e di grande ten- esiti del negoziato stesso: in breve, non si sione sociale. sa ancora quale Unione europea – e con quante velocità – negozierà con Londra. Il commercio internazionale: Proprio la questione di un’Europa a più ancora un motore velocità non è affatto nuova. Si tratta di per la crescita? un progetto portato avanti, all’inizio degli anni ’90, tra gli altri, da Karl Lamers e Il commercio internazionale è stato per Wolfgang Schäuble, attuale Ministro delle decenni favorito dalle regole fissate, a par- Finanze tedesco, per continuare nel per- tire dal 1992, dall’Organizzazione Mon- corso di integrazione europea con un nu- diale del Commercio, e del GATT prima. cleo di stati più ristretto. L’abbassamento delle barriere tariffarie e dei dazi ha permesso a molti paesi di com- La necessità di riprogrammare il futuro piere passi significativi nel proprio sen- dell’Europa unita è apparsa sempre più tiero di crescita, permettendo a milioni di evidente negli ultimi anni, ed è esplosa a persone di uscire dalla soglia di povertà e seguito del referendum britannico. Il co- aumentare la loro propensione al con- siddetto blocco di stati dell’Est, entrati sumo. 9
OA Osservatorio ACCREDIA | STUDIO Come è possibile osservare dal grafico 4, il celerazione delle economie asiatiche e una Il commercio internazionale commercio internazionale è cresciuto no- prima posizione del G20 di netto rifiuto del tevolmente fino al 2001 quando, complici ritorno al protezionismo. Dal 2011 in poi, le conseguenze della crisi finanziaria asia- l’aumento del costo del greggio e la crisi del tica del 1997 e lo scoppio della bolla delle debito sovrano in Europa hanno progressi- “dot-com”, il commercio ha subito un’im- vamente frenato gli scambi commerciali. portante frenata. Dal 2002 in poi, anche Ancora oggi, a causa delle instabilità geo- grazie all’ingresso della Cina nell’Organiz- politiche e dell’aumento delle barriere non zazione Mondiale del Commercio e l’in- tariffarie da parte di numerosi paesi, il com- troduzione di una moneta unica nell’area mercio fatica a riprendere lo slancio che lo euro, gli scambi sono aumentati ininter- aveva caratterizzato fino al 2007. rottamente fino al 2008, con un ritmo più alto rispetto alla crescita economica mon- Gli ultimi anni sono anche stati caratteriz- diale. In altri termini, il commercio inter- zati dal crescente disinteresse verso le forme nazionale rappresentava un motore per la di multilateralismo allargato e da una rina- crescita globale. scita degli accordi regionali e bilaterali. In- fatti, in seguito allo sviluppo delle Catene Sebbene la crisi economica e finanziaria Globali del Valore (GVC), il sistema di ac- abbia avuto un impatto estremamente ne- cordi commerciali ha cambiato la sua fun- gativo sul commercio internazionale, que- zione, passando da una rete pensata sto è ripreso a crescere velocemente, esclusivamente per vendere a un vero e pro- complici misure di stimolo monetario, l’ac- prio sistema di produzione internazionale. Grafico 4. Crescita del PIL e crescita del commercio mondiale 12% 8% 4% 0% -4% -8% -12% Differenza tra crescita PIL e crescita commercio (in rosso se negativa) Crescita PIL Crescita del commercio Fonte: Organizzazione Mondiale del Commercio, 2016 10
OA Ma anche questi ultimi accordi vivono oggi Questi due elementi indicano chiaramente Il commercio internazionale una fase di difficoltà, con il fallimento dei come la globalizzazione porti con sé rischi negoziati per il TTIP (Transatlantic Trade e opportunità. È necessario impegnarsi af- and Investment Partnership) tra UE e USA finché la politica commerciale europea e il ritiro di Trump dal TPP (Trans-Pacific apra sempre più mercati alle imprese e con- Partnership), un accordo con numerosi tribuisca al miglioramento della competi- stati emergenti della regione del Pacifico tività dell’Europa nel mondo. che aveva l’obiettivo di non cedere lo scet- tro alla Cina in quella regione del mondo. Dal 2009, con l’entrata in vigore del Trat- tato di Lisbona, la centralizzazione a li- Nonostante ciò, appare ancora poco chiaro vello europeo delle decisioni di politica se questo sia l’inizio di una stagione di commerciale è stata rafforzata, permet- nuovi muri e frontiere, soprattutto perché, tendo così al nostro continente di avere in termini economici, una guerra com- un maggiore potere negoziale e riuscire a merciale non porterebbe benefici a nes- concludere accordi più vantaggiosi per il suno e danni a molti; cosa che vale anche nostro sistema produttivo. Un esempio è per un paese come il nostro, per il quale l'Accordo di Libero Scambio con la Corea l’export rappresenta circa il 30% del PIL8. del Sud, che elimina circa il 99% delle barriere tariffarie e riduce anche quelle È quindi auspicabile che, sebbene con non-tariffarie: a quattro anni dall’entrata maggiore cautela, si prosegua nella fitta at- in vigore, a fronte dell’aumento di im- tività di negoziati internazionali, seguendo portazioni in alcuni settori, soprattutto principalmente due direttrici, ovvero il ri- nel petrolchimico e nell’elettronica, le lancio del sistema multilaterale e l’inaugu- esportazioni europee sono cresciute del razione di una stagione di accordi 55%, quelle nel settore automobilistico commerciali di nuova generazione che sono triplicate e la bilancia dei pagamenti non riguardino soltanto standard com- europea verso questo paese, tradizional- merciali, ma anche crescenti esigenze mente negativa, nel 2015 si è attestata a come quella del rispetto degli standard am- 6 miliardi di surplus9. bientali e dei diritti umani. Una grande in- cognita rimane comunque quella di Inoltre, se l’UE vuole continuare a essere Donald Trump, che sembra indicare un attrattiva, è necessario lavorare per com- percorso opposto. pletare il Mercato Unico in tutte le sue parti. Il Mercato Unico è infatti uno dei più grandi asset europei, perché rappre- Il commercio internazionale: senta un'area senza frontiere interne e con l’Europa ancora protagonista? un unico sistema di barriere tariffarie e dazi verso il resto del mondo, che Nell’Unione europea circa 1 posto di la- permette una libera circolazione di beni, voro su 7, ovvero 31 milioni in totale (di persone, servizi e capitali così ampia da cui circa 3 milioni solo in Italia), dipende non avere pari nel mondo. Il Mercato dalle esportazioni. Allo stesso tempo, è im- Unico è oggi uno degli strumenti più in- portante sottolineare che, nei prossimi 15 cisivi per l’aumento della competitività anni, circa il 90% della crescita mondiale europea, alla luce dell’affermazione delle avverrà al di fuori dell’Unione europea. catene globali del valore. 8 OECD, National Accounts at a Glance, 2016 9 European Commission, Annual Report on the Implementation of the EU-Korea FTA, 2016 11
OA Osservatorio ACCREDIA | STUDIO Il Mercato Unico trova le sue origini nei hanno adottato una serie di sanzioni eco- Il commercio internazionale Trattati di Roma del 1957 ed è divenuto nomiche, ancora in vigore, riguardanti gli realtà a partire dal 1° gennaio 1993. scambi con la Russia in settori specifici. È parte integrante del modello comunita- Tali sanzioni limitano l'accesso ai mercati rio di economia sociale di mercato, giac- dei capitali primari e secondari dell'UE da ché il processo concorrenziale prevede un parte dei maggiori enti finanziari pubblici intervento pubblico al fine di mantenere russi e delle loro controllate estere, di e proteggere la coesione sociale. Il suo grandi società russe del settore energetico funzionamento si basa, principalmente, e della difesa; impongono un divieto di su due fattori: la libera concorrenza come esportazione e di importazione per il set- forma di mercato prevalente nei diversi tore militare; limitano l'accesso russo a de- settori e l’assenza di discriminazione – terminati servizi e tecnologie sensibili che specie in base alla nazionalità – per con- possono essere utilizzati per la produzione sumatori e imprese. e l’esplorazione petrolifera in acque pro- fonde e zona artica. Da un punto di vista giuridico, il princi- pio del “mutuo riconoscimento” e, lad- In risposta alle sanzioni sopra descritte e dove se ne riscontri la necessità, una ad analoghe misure adottate da altri paesi, armonizzazione delle norme rappresen- nell’agosto del 2014 la Federazione Russa tano gli strumenti alla base del funziona- ha introdotto il divieto di importare dal- mento del Mercato Unico. Tuttavia, l’Unione europea (oltre che da altri paesi) benché gli obiettivi e i principali stru- numerosi prodotti agricoli e alimentari, menti del Mercato Unico siano stati deli- tra i quali figurano frutta e verdura, carni neati sessanta anni fa, oggi alcuni settori bovine e suine, pollame, pesce, latte, for- non possono ancora definirsi concorren- maggi e derivati. L’effetto di questo divieto ziali e integrati in una dimensione euro- sulle esportazioni italiane è stato visibile, pea, slegati da un contesto puramente benché l’impatto diretto rimanga per il nazionale. Il suo completamento passa at- momento limitato. traverso miglioramenti nel settore dei mercati finanziari, nella mobilità del la- Nel 2015 i dati mostrano una diminuzione voro, che rimane ancora limitata da bar- del 25,2% rispetto all’anno precedente riere nazionali, così come nel movimento delle esportazioni italiane verso la Russia, degli investimenti, limitati dall’eteroge- esportazioni che si sono attestate su un va- neità delle regole esistenti. lore complessivo di 7.109 milioni di euro. Secondo una stima recente del Parlamento Si è trattato del secondo calo consecutivo europeo10, se si completasse il Mercato (-11,8% nel 2014) con una complessiva di- Unico in tutte le sue parti, questo appor- minuzione nel biennio di 3.663 milioni terebbe un beneficio complessivo di 1.600 delle vendite in Russia dal picco massimo miliardi di euro, pari al 12% del PIL attuale del livello del 2013 (si veda grafico 5). Ma dei 28 membri. Un’attenzione particolare considerando specificatamente i prodotti merita il rapporto che lega l’UE alla Rus- italiani colpiti dall'embargo russo, la fles- sia. A partire da marzo 2014, in seguito al- sione delle loro esportazioni complessive l'annessione della Crimea alla Federazione ammonta a circa 151 milioni di euro nel Russa, l'Unione europea e gli Stati Uniti, biennio 2014-15, una percentuale bassa ri- oltre a non riconoscere tale annessione, spetto alle esportazioni complessive. 10 European Parliamentary Research Service, Mapping the cost of Non Europe 2014-2019 12
OA Nel 2015 i principali prodotti italiani le stime di aprile del Fondo Monetario In- L’Italia nel Mercato Unico esportati in Russia erano i macchinari e le ternazionale, nel 2015 il PIL russo è dimi- apparecchiature, che incidono per il nuito del 3,7%12, e tale situazione di 31,6% sul totale delle esportazioni, seguiti recessione è stata ulteriormente aggravata dall’abbigliamento con una quota del dalle sanzioni adottate dall’Unione euro- 10,9%, dai prodotti chimici con il 7,2%, pea e dagli Stati Uniti, poiché queste si ri- dalle apparecchiature elettriche e quelle percuotono negativamente sulla capacità per uso domestico non elettriche con il delle banche russe di concedere prestiti e 6,5%, dai mobili con il 6,4% e dagli arti- sull’afflusso di capitali, rischiando di ri- coli in pelle con il 6,2%11. Negli ultimi durre ulteriormente gli scambi commer- due anni tutti i principali comparti hanno ciali in settori non direttamente colpiti registrato andamenti negativi, sebbene dalle sanzioni. non colpiti dai divieti di importazione. L’impatto diretto dell’embargo russo sta colpendo più fortemente i paesi europei L’Italia nel Mercato Unico le cui esportazioni erano rappresentate in misura maggiore dai prodotti agricoli e Lo sviluppo di un sistema di produzione in- alimentari. Sull’andamento dell’inter- ternazionale per il quale le distanze geo- scambio tra Italia e Russia ha influito grafiche, sia fisiche che virtuali, sono maggiormente l’indebolimento del qua- annullate dalla necessità, in tutte le fasi in- dro macroeconomico russo, su cui pesano termedie di produzione, di ricercare conve- la persistente diminuzione dei prezzi pe- nienza economica e specializzazione delle troliferi, la forte volatilità del rublo e l’am- imprese coinvolte, fissa una inevitabile ne- pio calo della domanda interna. Secondo cessità di maggiore standardizzazione. Grafico 5. Perdite dell’export italiano tra il 2013 e il 2015 6 60% 5 50% perdita 2013-2015 4 40% miliardi di 3 30% 2 20% 1 10% 0 0% Macchinari e Prodotti Vestiti e Prodotti Mobili Calzature Animali vivi trasporti industriali accessori chimici e prodotti Valore settore 2013 (scala sinistra) Perdita 2013-2015 (scala destra) Fonte: UNCTAD, elaborazione ISPI 11 ISTAT, Commercio estero Extra UE, 2017 12 IMF, World Economic Outlook, 2017 13
OA Osservatorio ACCREDIA | STUDIO In Europa, il Mercato Unico è parte inte- dei flussi commerciali, necessario alla rea- L’Italia nel Mercato Unico grante di un modello economico nel lizzazione delle naturali dinamiche di quale l’accreditamento svolge un ruolo di mercato. fondamentale importanza. L’Unione eu- ropea con il Regolamento (CE) n. 765 del In questo senso il vigente modello di svi- 2008 ha obbligato i singoli Stati Membri a luppo, nonostante le crescenti insicurezze nominare un Ente unico di accredita- e i rapidi mutamenti internazionali, con- mento affidandogli la responsabilità di tinuerà ad agire su un livello globale nel presidiare un sistema di valutazione della quale il commercio dovrebbe continuare conformità in quegli ambiti in cui la sicu- ad essere un importante driver di crescita rezza e la salute dei cittadini sono prero- per i paesi. gative imprescindibili per la realizzazione del Mercato Unico. Il ruolo centrale dell’accreditamento e della normazione tecnica continuerà a tro- In Italia, ACCREDIA, in qualità di Ente Ita- vare sicura giustificazione nella naturale liano di accreditamento, è firmatario degli propensione ai mercati esteri delle im- Accordi internazionali di mutuo ricono- prese, anche e soprattutto, italiane. In pre- scimento a livello europeo EA MLA e mon- senza di differenti normative infatti, le diale IAF MLA e ILAC MRA. L’adesione a imprese italiane che volessero entrare in tali Accordi rende i certificati di confor- un mercato estero si troverebbero ad af- mità e di taratura e i rapporti di ispezione frontare barriere tecniche che farebbero e di prova, rilasciati da organismi e labo- aumentare i costi di produzione ostaco- ratori accreditati, validi a livello interna- lando le economie di scala con un au- zionale. L’omologazione degli standard, mento dei prezzi di vendita. Differenti basata sul “principio di armonizzazione” e standard tra paesi, ostacolando i flussi di di “mutuo riconoscimento”, rende più af- scambio internazionale, causerebbero un fidabile e fluido lo scambio internazionale danno collettivo a imprese e consumatori. di beni e servizi. La fiducia nel sistema di valutazione della Il clima di incertezza alimentato dai rapidi conformità a norme e standard nazionali e cambiamenti economici e politici in atto internazionali è testimoniata, a partire nello scacchiere internazionale mette in dalla costituzione di ACCREDIA nel 2009, crisi le logiche liberiste che hanno, fino a dalla costante crescita degli accreditamenti. questo momento, dettato l’agenda econo- 1.700 soggetti accreditati detengono, nel mica dei paesi. L’inizio dei trattati per 2016, circa 2.000 accreditamenti, in au- l’uscita del Regno Unito dall’Unione euro- mento rispetto all’anno precedente del 3%. pea consegna il futuro dell’Europa ad un periodo di profondi e necessari cambia- Accreditamento e normazione sono un va- menti dai quali sarà necessario ripartire per lore per cittadini e imprese, ma anche uno definire una nuova governance con nuove strumento a disposizione dei Governi per priorità. In tale contesto il modello eco- sviluppare politiche economiche e indu- nomico basato sul libero scambio e, più in striali efficaci. L'Accordo economico e generale, sulla standardizzazione dei pro- commerciale globale tra Canada e Unione dotti, fissando “regole comuni volontarie”, europea (CETA - Comprehensive Econo- non sembra però messo in discussione. mic and Trade Agreement) prevede un Accreditamento e certificazione, con ogni Protocollo relativo al mutuo riconosci- probabilità, continueranno ad essere un mento dei risultati delle valutazioni di fondamentale strumento di facilitazione conformità. 14
OA EA - European co-operation for Accredita- all'abbassamento dei prezzi determinato L’Italia nel Mercato Unico tion e SCC - Standards Council of Canada dalla concorrenza; ha generato un'ulteriore hanno firmato un Accordo con l'obiettivo crescita dell'1,8% negli ultimi 10 anni e ha di rafforzare i rapporti commerciali tra Ca- creato circa 2 milioni e mezzo di nuovi nada e UE, sulla base del riconoscimento posti di lavoro, riavvicinando nel con- internazionale dei risultati delle prove di tempo i livelli di reddito dei vari Stati laboratorio e delle certificazioni di pro- membri14. dotto rilasciate dai laboratori e dagli orga- nismi mutualmente riconosciuti. Ciò si Tutte le imprese – piccole, medie e grandi traduce in un vantaggio concreto per le – che hanno sede in uno o più dei 27 Stati aziende europee e canadesi che vedono membri dell'Unione europea beneficiano aprirsi nuove opportunità commerciali e della semplificazione portata dal Mercato un maggior contenimento di costi a bene- Unico. Per esempio, l’armonizzazione ficio di una maggiore competitività. Par- delle normative ha consentito scambi liamo di un valore degli scambi in beni e commerciali transfrontalieri più facili: servizi tra Unione europea e Canada pari, l'abolizione delle formalità amministrative nel 2016, a circa 94 miliardi di euro13. alle frontiere e la diffusione dell'euro hanno accorciato i termini di consegna e Secondo le stime della Commissione euro- ridotto i costi. Prima il solo sistema fiscale pea, la creazione del Mercato Unico ha in- richiedeva ogni anno milioni di docu- crementato gli scambi all'interno dell'UE menti di sdoganamento, oggi non più ne- di circa il 15% l'anno per un decennio; ha cessari. Inoltre, nella maggior parte dei casi stimolato la produttività e ridotto i costi è oggi sufficiente un'unica autorizzazione, grazie all'abolizione delle formalità doga- dello Stato membro di origine, per fornire nali, all'armonizzazione e al riconosci- un prodotto in qualsiasi località del- mento reciproco delle norme tecniche e l'Unione europea. 13 http://ec.europa.eu/trade/policy/countries-and-regions/countries/canada/ 14 European Commission, Report on Single Market Integration and Competitiveness in the EU and its Member States, 2016 15
OA Osservatorio ACCREDIA | STUDIO Via Guglielmo Saliceto, 7/9 00161 Roma - Italy Tel. +39 06 8440991 Fax. +39 06 8841199 info@accredia.it www.accredia.it
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