ACCREDIA Osservatorio - L'età dell'incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo

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ACCREDIA Osservatorio - L'età dell'incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo
Osservatorio
                 ACCREDIA             2017

STUDIO

Realizzato da:

                 L’età dell’incertezza.
                 Il mondo tra conflitti
                 e protezionismo
ACCREDIA Osservatorio - L'età dell'incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo
OA   Osservatorio ACCREDIA | STUDIO

                                                 Osservatorio ACCREDIA - STUDIO

                                Lo studio “L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo”
                     è stato realizzato dall’area di ricerca dell’ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale.

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OA
OA                Osservatorio
                  ACCREDIA

                                               Sommario
STUDIO - 2017

L’età dell’incertezza.
Il mondo tra conflitti e protezionismo

      Le incertezze a livello globale:
  1   crisi acute e governance debole     4

      Le incertezze in Europa.
  2   Verso la (dis)integrazione?         8

      Il commercio internazionale:
  3   ancora un motore per la crescita?   9

      Il commercio internazionale:
  4   l’Europa ancora protagonista?       11

  5   L’Italia nel Mercato Unico          13

                                                          3
OA                          Osservatorio ACCREDIA | STUDIO

                                      L’età dell’incertezza.
                                      Il mondo tra conflitti
    Le incertezze globali

                                      e protezionismo

                                      Le incertezze a livello                                ticolare, si presenta oggi un insieme etero-
                                      globale: crisi acute                                   geneo di potenze il cui contributo al PIL
                                      e governance debole                                    mondiale sta crescendo e che sta ridu-
                                                                                             cendo sempre più le distanze che lo sepa-
                                      A oltre venticinque anni dalla caduta del              rano dai paesi avanzati. Questi attori
                                      muro di Berlino, un avvenimento dalla                  aspirano a ritagliarsi uno spazio più ampio
                                      portata tale che qualcuno vi ha addirittura            sullo scacchiere internazionale, o quanto-
                                      letto la “fine della storia”, si assiste oggi a        meno nella regione nella quale si trovano.
                                      un nuovo mutamento del panorama geo-                   Sul versante demografico, le economie
                                      politico mondiale. Se l’ultimo quarto del              avanzate arrancano a causa di un progres-
                                      secolo scorso pareva essere dominato da un             sivo invecchiamento della popolazione,
                                      paese, gli Stati Uniti, che sembrava potersi           mentre quelle emergenti, in particolare in
                                      accreditare come il grande decisore del si-            Africa (si veda grafico 1), registrano un
                                      stema internazionale, negli ultimi anni                continuo aumento. Le conseguenze, anche
                                      sono emersi nuovi attori, statali e non, ca-           in termini di flussi migratori, sono note-
                                      paci di influenzare in misura sempre più               voli e saranno potenzialmente più dirom-
                                      profonda la politica internazionale. In par-           penti nel futuro.

                                      Grafico 1. Trend di crescita della popolazione

                                                                2500
                                                                       UE28
                                                                       Africa subsahariana
                                                                2000
                                                                       Cina
                                                                       Nigeria
                                          milioni di abitanti

                                                                1500

                                                                1000

                                                                 500

                                                                   0
                                                                       1950
                                                                       1953
                                                                       1956
                                                                       1959
                                                                       1962
                                                                       1965
                                                                       1968
                                                                       1971
                                                                       1974
                                                                       1977
                                                                       1980
                                                                       1983
                                                                       1986
                                                                       1989
                                                                       1992
                                                                       1995
                                                                       1998
                                                                       2001
                                                                       2004
                                                                       2007
                                                                       2010
                                                                       2013
                                                                       2016
                                                                       2019
                                                                       2022
                                                                       2025
                                                                       2028
                                                                       2031
                                                                       2034
                                                                       2037
                                                                       2040
                                                                       2043
                                                                       2046
                                                                       2049

                                                                                                            Fonte: UNPP, elaborazione ISPI

4
OA

Questa considerazione fa inevitabilmente               tiche migratorie passando dalla mera emer-

                                                                                                          Le incertezze globali
emergere l’inadeguatezza delle politiche               genza a una loro gestione più oculata e
migratorie che vengono oggi proposte e                 coerente con le esigenze di medio-lungo
implementate a livello comunitario e dai               periodo dei paesi europei.
vari stati membri. In linea generale, queste
sono ancora guidate da una visione emer-               Dal punto di vista dell’equilibrio del potere
genziale del fenomeno, che presuppone la               mondiale, gli Stati Uniti sono destinati a
temporaneità e straordinarietà dei flussi. I           restare il primo paese per dimensioni eco-
trend demografici e le differenze di reddito           nomiche, con una capacità di proiezione
indicano invece che nei prossimi decenni               militare ancora incontrastata (si veda gra-
le pressioni migratorie dall’Africa cresce-            fico 2). In Cina aumentano invece i dubbi
ranno ulteriormente, tanto più se si consi-            sugli effettivi risultati dell’annunciato re-
derano anche gli effetti legati ai                     balancing economico (lo spostamento del
cambiamenti climatici. Inoltre, vale la                motore di crescita del paese dalle esporta-
pena sottolineare che l’invecchiamento                 zioni ai consumi interni). Nonostante ciò,
della popolazione in Europa renderà                    sembra sempre più evidente che il Presi-
quanto mai necessario il continuo afflusso             dente Xi Jinping stia tentando di rafforzare
dei migranti anche ai fini della sostenibi-            la propria leadership con l’obiettivo di gui-
lità del sistema di welfare. Basti pensare             dare il paese per diversi anni ancora, con-
che negli anni Ottanta in Italia – così come           ducendo peraltro una politica estera
in Germania – c’erano circa 4,5 lavoratori             sempre più assertiva e nazionalista, per te-
per ogni pensionato, mentre oggi ce ne                 nere unito il paese e contenere le tensioni
sono 2,5 che potrebbero addirittura ridursi            politiche e sociali che potrebbero emergere
fino a circa 1,5 entro il 20501. Motivo in             in vista di un fisiologico rallentamento
più per cambiare la logica stessa delle poli-          economico.

Grafico 2. I 12 paesi che nel 2015 hanno destinato maggiori risorse alla difesa (in miliardi di $)

    700

    600

    500

    400

    300

    200

    100

      0

                                                                        Fonte: SIPRI, elaborazione ISPI

1
    United Nations, World Population Prospects, 2016

                                                                                                                                  5
OA                          Osservatorio ACCREDIA | STUDIO

                                      La Russia, dal canto suo, nonostante ri-                              25%3. Questi dati sono emblematici di
    Le incertezze globali

                                      manga un paese dalle mille debolezze, è cre-                          come nell’ultimo quarto di secolo il bari-
                                      sciuta molto nell’ultimo decennio,                                    centro dell’economia mondiale si sia spo-
                                      sostenuta da una notevole stabilità politica                          stato più a est, verso l’Asia.
                                      interna e dagli alti prezzi di petrolio e gas.
                                      Questi ultimi sono però diminuiti conside-                            Sebbene alcuni dei paesi emergenti stiano
                                      revolmente negli ultimi tre anni (-51,6% tra                          affrontando diverse difficoltà, come la sfida
                                      marzo 2014 e marzo 20172), comportando                                della diversificazione economica per la Rus-
                                      una contrazione del PIL che nel 2016 si è at-                         sia, dove oggi il settore oil & gas rappresenta
                                      testata al -3,7%. Il mutamento degli equili-                          ancora il 62%4 delle esportazioni, o il biso-
                                      bri economici globali appare chiaro se si                             gno di nuovi motori per la crescita per Cina
                                      osserva la distribuzione della produzione                             e Brasile, non sembra che tali passi indietro
                                      della ricchezza mondiale (si veda grafico 3).                         possano mutare gli equilibri ormai esistenti,
                                      Infatti, se nel 1990 i paesi avanzati produ-                          a meno che questi non vengano scompagi-
                                      cevano l’80% del PIL mondiale e le econo-                             nati da lunghi periodi di stagnazione o im-
                                      mie emergenti solo il restante 20%, oggi                              provvise e profonde recessioni economiche.
                                      queste ultime raggiungono il 39% (dati
                                      2015) – con la Cina balzata dall’1,5% al 15%                          Ma non è certo solo il fattore economico
                                      e l’India dall’1% al 3% – mentre le econo-                            che va considerato. A mutare è infatti l’in-
                                      mie mature mostrano crescenti segnali di                              tero quadro geopolitico: il numero di attori
                                      debolezza: la quota dell’Unione europea, in-                          rilevanti aumenta, si moltiplicano gli inte-
                                      cluso ancora il Regno Unito, è calata dal                             ressi in gioco, i tavoli si allargano (si veda
                                      31% al 22%, mentre gli USA sono riusciti a                            l’affiancamento del G20 al G7) e gli spazi di
                                      mantenere gli stessi livelli del 1990, ossia il                       compromesso si riducono.

                                       Grafico 3. Quota di PIL mondiale prodotta da economie avanzate ed economie emergenti

                                                                               90%

                                                                               80%
                                           % di PIL mondiale (in $ correnti)

                                                                               70%

                                                                               60%

                                                                               50%

                                                                               40%

                                                                               30%

                                                                               20%

                                                                               10%

                                                                               0%

                                                                                        Economie avanzate       Economie emergenti

                                                                                                                          Fonte: UNCTAD, elaborazione ISPI

                                       2
                                                    Media prezzo al barile WTI
                                       3
                                                    IMF, World Economic Outlook, 2016
                                       4
                                                    World Bank, Annual Report, 2016

6
OA

Anche la questione del cambiamento cli-                         250.000 persone impiegate nel settore

                                                                                                                   Le incertezze globali
matico va inserita in questo contesto glo-                      idroelettrico. Nel 2014, prima della crisi do-
bale. Per esempio, dopo aver incentrato                         vuta al crollo dei prezzi del petrolio, gli
parte della propria campagna elettorale                         americani che lavoravano all'estrazione e
sulla necessità di eliminare le “regole ec-                     produzione di idrocarburi erano invece
cessive che distruggono posti di lavoro”,                       410.0005.
Donald Trump si sta oggi adoperando per
mantenere almeno in parte le sue pro-                           Da notare, comunque, come oggi il primo
messe. A fine marzo, il Presidente degli Stati                  emettitore mondiale di gas serra sia la Cina,
Uniti ha firmato un ordine esecutivo che                        che da sola ne produce il 28%, superando le
impone la revisione del Clean Power Plan,                       emissioni di Stati Uniti (16%) e Unione eu-
una delle iniziative più importanti dell’era                    ropea (10%) insieme6.
Obama che mirava a ridurre le emissioni di
gas serra da parte delle centrali elettriche.                   Cina e India emettono oltre un terzo dei
Inoltre, il Presidente ha nominato a capo                       gas serra mondiali, mentre le emissioni
dell’Agenzia per la protezione dell’am-                         americane ed europee sono stabili o in di-
biente americana (EPA) Scott Pruitt, un po-                     minuzione. Anche in questo caso, l’arrivo
litico notoriamente scettico nei confronti                      di nuovi importanti attori è cruciale per
dell’origine antropica del cambiamento cli-                     comprendere gli scenari di medio periodo,
matico.                                                         perché sarà nei grandi paesi emergenti che
                                                                si giocherà la battaglia per frenare la crescita
Benché al momento le azioni di Trump ap-                        delle emissioni globali nei prossimi de-
paiano relativamente simboliche e segna-                        cenni.
lino l’intenzione politica di operare una
netta inversione di rotta rispetto all’impe-                    Ai singoli focolai di crisi, sia in campo po-
gno sul fronte climatico da parte dell’am-                      litico che in campo economico, che già
ministrazione Obama, vi sono diverse                            hanno costellato lo scenario internazionale
ragioni che impongono cautela e un conti-                       degli ultimi decenni, vengono oggi dunque
nuo monitoraggio di ciò che avviene oggi                        ad aggiungersi ulteriori e crescenti incer-
negli Stati Uniti. Innanzitutto, qualsiasi                      tezze a livello globale. Oltre alla crisi e ai
azione dirompente da parte dell’ammini-                         problemi sopra citati, vanno aggiunte le
strazione Trump si scontra con i limiti im-                     pericolose tensioni con la Corea del Nord,
posti dalla struttura federale del paese, dove                  le crisi politico-economiche in America
molte competenze in campo energetico e                          Latina e, soprattutto, l’intensificarsi del-
ambientale sono in capo agli stati.                             l’instabilità mediorientale, con il coinvol-
                                                                gimento nella crisi siriana di potenze
Inoltre, negli Stati Uniti le fonti di energia                  straniere, compresi ora anche gli Stati
rinnovabile sono sempre più vicine a poter                      Uniti di Trump. Crisi che, singolarmente
competere con la generazione di energia                         prese, non si discostano molto da quanto
elettrica da fonti fossili, senza più bisogno                   accaduto in passato, ma che oggi preoccu-
di incentivi. Per quanto riguarda i posti di                    pano maggiormente perché avvengono
lavoro, le cifre parlano da sole. Nel 2015,                     contemporaneamente e producono frizioni
negli Stati Uniti 770.000 persone erano oc-                     geopolitiche e scompensi negli equilibri
cupate nell'industria "verde" non tradizio-                     globali che hanno retto il sistema interna-
nale (eolico, fotovoltaico, biomasse), oltre a                  zionale negli scorsi decenni.

5
    U.S. Bureau of Labor Statistics, Green Jobs Initiative, 2017
6
    United States Environmental Protection Agency, Report on the Environment, 2017

                                                                                                                                           7
OA                            Osservatorio ACCREDIA | STUDIO

                                        D’altra parte, la governance mondiale e le          soprattutto nei paesi dell’Europa del Sud,
    Le incertezze in Europa

                                        grandi organizzazioni multilaterali a essa          dove la crisi ha avuto un maggiore im-
                                        preposte appaiono oggi molto più deboli             patto. A risentirne maggiormente sono le
                                        di prima: se gli Stati Uniti non sembrano           classi più deboli e la forza lavoro del set-
                                        più disposti ad assumersi gli oneri del lea-        tore manifatturiero, nel quale peraltro
                                        der globale indiscusso (e non vengono ne-           l’automazione sta facendo aumentare la
                                        anche più percepiti come tali dal resto del         produttività, ma, a volte, anche a scapito
                                        mondo), anche le istituzioni internazio-            dell’intervento umano con la conse-
                                        nali create a partire dalla fine della Se-          guente riduzione dell’occupazione.
                                        conda guerra mondiale sono oggi
                                        bloccate, in crisi – si veda, per esempio, lo       Una delle principali debolezze comunita-
                                        stato di inerzia in cui langue oggi l’Orga-         rie, ovvero la difficoltà di rafforzare la col-
                                        nizzazione Mondiale del Commercio –                 laborazione intra-europea per fornire
                                        oppure sfidate da nuove e potenti orga-             risposte più efficaci alle tante crisi (interne
                                        nizzazioni create dagli attori emergenti,           ed esterne), è stata uno dei fattori che ha
                                        come nel caso della Asian Infrastructure            dato forza a quegli attori politici, vecchi e
                                        Investment Bank (AIIB) a guida cinese che           nuovi, che chiedono la fine o il ridimen-
                                        potrebbe diventare un concorrente sem-              sionamento dell’esperienza sovranazionale
                                        pre più forte di istituzioni esistenti quali        e il ritorno alle monete nazionali.
                                        la Banca Mondiale o la Asian Develop-
                                        ment Bank (ADB).                                    Se il ritorno alle monete nazionali pare
                                                                                            oggi difficilmente realizzabile, con rischi
                                                                                            significativi per economie fragili come
                                        Le incertezze in Europa.                            quella italiana, l’anno scorso, per la prima
                                        Verso la (dis)integrazione?                         volta in 60 anni di storia, uno degli stati
                                                                                            più rilevanti, il Regno Unito, ha scelto di
                                        L’Unione europea esce sfinita da una                uscire dall’Unione europea.
                                        lunga crisi economica, da tre anni di dra-
                                        stico aumento dei flussi migratori verso            Il Regno Unito contribuisce oggi per il 17%
                                        le sue sponde meridionali, dall’avvio di            al PIL europeo. L’UE è di gran lunga il mag-
                                        Brexit e, se non bastasse, da profonde              gior partner commerciale del paese, al
                                        crisi geopolitiche che sono avvenute alle           quale Londra destina il 44% dell’export.
                                        sue frontiere (Libia, Siria, Ucraina). In-
                                        somma, l’Europa si trova oggi a essere at-          Le esportazioni britanniche che dipen-
                                        traversata da dinamiche che ne mettono              dono in qualche modo dall’appartenenza
                                        in dubbio sia il processo di integrazione           all’Unione lievitano fino al 62% se si con-
                                        degli ultimi 60 anni che il ruolo a livello         siderano anche gli accordi di libero scam-
                                        internazionale.                                     bio negoziati dall’UE con paesi terzi e
                                                                                            membri dello spazio economico europeo,
                                        Sul piano economico, alcuni paesi hanno             di cui Londra ovviamente beneficia.
                                        recuperato i livelli di crescita pre-crisi,
                                        mentre altri, come l’Italia, faticano ancora        Si tratta di un rapporto commerciale molto
                                        a colmare il divario. Le prospettive occu-          stretto, se si considera che l’export britan-
                                        pazionali, seppur migliori rispetto a qual-         nico verso gli Stati Uniti, storico alleato,
                                        che anno fa, rimangono deboli,                      rappresenta soltanto il 17% del totale7.

                                         7
                                             HM Revenue & Customs, Trade Statistics, 2016

8
OA

In questo contesto, rimane da chiarire            nell’UE grazie a un disegno strategico

                                                                                                  Il commercio internazionale
come si struttureranno le relazioni euro-         post-sovietico, oggi non sembra interes-
britanniche nel post Brexit. La premier           sato a una maggiore integrazione (almeno
britannica Theresa May ha espresso la vo-         quando sono in gioco interessi nazionali
lontà di uscire dal Mercato Unico.                ritenuti intoccabili). Proprio per questo, i
                                                  paesi fondatori, che per l’Europa hanno
L’intenzione del suo governo è di nego-           sempre pensato a una cooperazione sem-
ziare un nuovo accordo, che non ricalchi          pre più stretta, stanno faticosamente cer-
modelli del passato come quelli degli ac-         cando una via per rafforzare la
cordi con Svizzera e Norvegia. Nelle in-          cooperazione tra di loro. In questo scena-
tenzioni di May, l’intesa dovrebbe essere         rio, il Mercato Unico non è comunque
strutturata attorno a un accordo di libero        messo in discussione. Anzi, rimane l’ele-
scambio del tutto nuovo sia per le merci          mento unificante e condiviso da tutti i 27
che per i servizi, inclusi quelli finanziari      membri.
che rendono la City londinese una delle
più importanti piazze d’affari al mondo.          Anche l’Europa è dunque, oggi, a un
Il tutto assicurandosi, però, il diritto di li-   bivio. Da un lato, Brexit e le politiche di
mitare la circolazione dei lavoratori.            Trump potrebbero costituire stimoli per il
Chiaramente questa rappresenta un’op-             passaggio alla fase di maturità dell’Unione
zione che difficilmente l’Unione europea          europea, soprattutto in materia di politica
potrebbe accettare, giacché potrebbe in-          estera e di unione economica e fiscale.
durre anche altri paesi ad avanzare ri-           Dall’altro, il rischio è che le elezioni
chieste simili.                                   chiave del 2017 esacerbino divisioni e la-
                                                  cerazioni, aumentando le incertezze eu-
La posizione negoziale ufficiale dei re-          ropee e il rischio di paralisi e implosione.
stanti 27 membri vuole minimizzare l’in-          Non va infine dimenticata l’incognita
certezza che la Brexit creerà per i cittadini     greca: la rinegoziazione del debito con i
europei, le imprese e gli stati membri. Ov-       principali creditori è un’operazione com-
viamente le elezioni in Francia, Germania         plessa, anche perché si inserisce in un
e Italia influiranno pesantemente sugli           quadro di debole crescita e di grande ten-
esiti del negoziato stesso: in breve, non si      sione sociale.
sa ancora quale Unione europea – e con
quante velocità – negozierà con Londra.
                                                  Il commercio internazionale:
Proprio la questione di un’Europa a più           ancora un motore
velocità non è affatto nuova. Si tratta di
                                                  per la crescita?
un progetto portato avanti, all’inizio degli
anni ’90, tra gli altri, da Karl Lamers e         Il commercio internazionale è stato per
Wolfgang Schäuble, attuale Ministro delle         decenni favorito dalle regole fissate, a par-
Finanze tedesco, per continuare nel per-          tire dal 1992, dall’Organizzazione Mon-
corso di integrazione europea con un nu-          diale del Commercio, e del GATT prima.
cleo di stati più ristretto.                      L’abbassamento delle barriere tariffarie e
                                                  dei dazi ha permesso a molti paesi di com-
La necessità di riprogrammare il futuro           piere passi significativi nel proprio sen-
dell’Europa unita è apparsa sempre più            tiero di crescita, permettendo a milioni di
evidente negli ultimi anni, ed è esplosa a        persone di uscire dalla soglia di povertà e
seguito del referendum britannico. Il co-         aumentare la loro propensione al con-
siddetto blocco di stati dell’Est, entrati        sumo.

                                                                                                                                9
OA                                 Osservatorio ACCREDIA | STUDIO

                                             Come è possibile osservare dal grafico 4, il                 celerazione delle economie asiatiche e una
     Il commercio internazionale

                                             commercio internazionale è cresciuto no-                     prima posizione del G20 di netto rifiuto del
                                             tevolmente fino al 2001 quando, complici                     ritorno al protezionismo. Dal 2011 in poi,
                                             le conseguenze della crisi finanziaria asia-                 l’aumento del costo del greggio e la crisi del
                                             tica del 1997 e lo scoppio della bolla delle                 debito sovrano in Europa hanno progressi-
                                             “dot-com”, il commercio ha subito un’im-                     vamente frenato gli scambi commerciali.
                                             portante frenata. Dal 2002 in poi, anche                     Ancora oggi, a causa delle instabilità geo-
                                             grazie all’ingresso della Cina nell’Organiz-                 politiche e dell’aumento delle barriere non
                                             zazione Mondiale del Commercio e l’in-                       tariffarie da parte di numerosi paesi, il com-
                                             troduzione di una moneta unica nell’area                     mercio fatica a riprendere lo slancio che lo
                                             euro, gli scambi sono aumentati ininter-                     aveva caratterizzato fino al 2007.
                                             rottamente fino al 2008, con un ritmo più
                                             alto rispetto alla crescita economica mon-                   Gli ultimi anni sono anche stati caratteriz-
                                             diale. In altri termini, il commercio inter-                 zati dal crescente disinteresse verso le forme
                                             nazionale rappresentava un motore per la                     di multilateralismo allargato e da una rina-
                                             crescita globale.                                            scita degli accordi regionali e bilaterali. In-
                                                                                                          fatti, in seguito allo sviluppo delle Catene
                                             Sebbene la crisi economica e finanziaria                     Globali del Valore (GVC), il sistema di ac-
                                             abbia avuto un impatto estremamente ne-                      cordi commerciali ha cambiato la sua fun-
                                             gativo sul commercio internazionale, que-                    zione, passando da una rete pensata
                                             sto è ripreso a crescere velocemente,                        esclusivamente per vendere a un vero e pro-
                                             complici misure di stimolo monetario, l’ac-                  prio sistema di produzione internazionale.

                                             Grafico 4. Crescita del PIL e crescita del commercio mondiale

                                                12%

                                                8%

                                                4%

                                                0%

                                                -4%

                                                -8%

                                               -12%

                                                       Differenza tra crescita PIL e crescita commercio (in rosso se negativa)
                                                       Crescita PIL
                                                       Crescita del commercio
                                                                                                   Fonte: Organizzazione Mondiale del Commercio, 2016

10
OA

Ma anche questi ultimi accordi vivono oggi                    Questi due elementi indicano chiaramente

                                                                                                            Il commercio internazionale
una fase di difficoltà, con il fallimento dei                 come la globalizzazione porti con sé rischi
negoziati per il TTIP (Transatlantic Trade                    e opportunità. È necessario impegnarsi af-
and Investment Partnership) tra UE e USA                      finché la politica commerciale europea
e il ritiro di Trump dal TPP (Trans-Pacific                   apra sempre più mercati alle imprese e con-
Partnership), un accordo con numerosi                         tribuisca al miglioramento della competi-
stati emergenti della regione del Pacifico                    tività dell’Europa nel mondo.
che aveva l’obiettivo di non cedere lo scet-
tro alla Cina in quella regione del mondo.                    Dal 2009, con l’entrata in vigore del Trat-
                                                              tato di Lisbona, la centralizzazione a li-
Nonostante ciò, appare ancora poco chiaro                     vello europeo delle decisioni di politica
se questo sia l’inizio di una stagione di                     commerciale è stata rafforzata, permet-
nuovi muri e frontiere, soprattutto perché,                   tendo così al nostro continente di avere
in termini economici, una guerra com-                         un maggiore potere negoziale e riuscire a
merciale non porterebbe benefici a nes-                       concludere accordi più vantaggiosi per il
suno e danni a molti; cosa che vale anche                     nostro sistema produttivo. Un esempio è
per un paese come il nostro, per il quale                     l'Accordo di Libero Scambio con la Corea
l’export rappresenta circa il 30% del PIL8.                   del Sud, che elimina circa il 99% delle
                                                              barriere tariffarie e riduce anche quelle
È quindi auspicabile che, sebbene con                         non-tariffarie: a quattro anni dall’entrata
maggiore cautela, si prosegua nella fitta at-                 in vigore, a fronte dell’aumento di im-
tività di negoziati internazionali, seguendo                  portazioni in alcuni settori, soprattutto
principalmente due direttrici, ovvero il ri-                  nel petrolchimico e nell’elettronica, le
lancio del sistema multilaterale e l’inaugu-                  esportazioni europee sono cresciute del
razione di una stagione di accordi                            55%, quelle nel settore automobilistico
commerciali di nuova generazione che                          sono triplicate e la bilancia dei pagamenti
non riguardino soltanto standard com-                         europea verso questo paese, tradizional-
merciali, ma anche crescenti esigenze                         mente negativa, nel 2015 si è attestata a
come quella del rispetto degli standard am-                   6 miliardi di surplus9.
bientali e dei diritti umani. Una grande in-
cognita rimane comunque quella di                             Inoltre, se l’UE vuole continuare a essere
Donald Trump, che sembra indicare un                          attrattiva, è necessario lavorare per com-
percorso opposto.                                             pletare il Mercato Unico in tutte le sue
                                                              parti. Il Mercato Unico è infatti uno dei
                                                              più grandi asset europei, perché rappre-
Il commercio internazionale:                                  senta un'area senza frontiere interne e con
l’Europa ancora protagonista?                                 un unico sistema di barriere tariffarie e
                                                              dazi verso il resto del mondo, che
Nell’Unione europea circa 1 posto di la-                      permette una libera circolazione di beni,
voro su 7, ovvero 31 milioni in totale (di                    persone, servizi e capitali così ampia da
cui circa 3 milioni solo in Italia), dipende                  non avere pari nel mondo. Il Mercato
dalle esportazioni. Allo stesso tempo, è im-                  Unico è oggi uno degli strumenti più in-
portante sottolineare che, nei prossimi 15                    cisivi per l’aumento della competitività
anni, circa il 90% della crescita mondiale                    europea, alla luce dell’affermazione delle
avverrà al di fuori dell’Unione europea.                      catene globali del valore.

8
    OECD, National Accounts at a Glance, 2016
9
    European Commission, Annual Report on the Implementation of the EU-Korea FTA, 2016

                                                                                                                                          11
OA                                 Osservatorio ACCREDIA | STUDIO

                                             Il Mercato Unico trova le sue origini nei                      hanno adottato una serie di sanzioni eco-
     Il commercio internazionale

                                             Trattati di Roma del 1957 ed è divenuto                        nomiche, ancora in vigore, riguardanti gli
                                             realtà a partire dal 1° gennaio 1993.                          scambi con la Russia in settori specifici.
                                             È parte integrante del modello comunita-                       Tali sanzioni limitano l'accesso ai mercati
                                             rio di economia sociale di mercato, giac-                      dei capitali primari e secondari dell'UE da
                                             ché il processo concorrenziale prevede un                      parte dei maggiori enti finanziari pubblici
                                             intervento pubblico al fine di mantenere                       russi e delle loro controllate estere, di
                                             e proteggere la coesione sociale. Il suo                       grandi società russe del settore energetico
                                             funzionamento si basa, principalmente,                         e della difesa; impongono un divieto di
                                             su due fattori: la libera concorrenza come                     esportazione e di importazione per il set-
                                             forma di mercato prevalente nei diversi                        tore militare; limitano l'accesso russo a de-
                                             settori e l’assenza di discriminazione –                       terminati servizi e tecnologie sensibili che
                                             specie in base alla nazionalità – per con-                     possono essere utilizzati per la produzione
                                             sumatori e imprese.                                            e l’esplorazione petrolifera in acque pro-
                                                                                                            fonde e zona artica.
                                             Da un punto di vista giuridico, il princi-
                                             pio del “mutuo riconoscimento” e, lad-                         In risposta alle sanzioni sopra descritte e
                                             dove se ne riscontri la necessità, una                         ad analoghe misure adottate da altri paesi,
                                             armonizzazione delle norme rappresen-                          nell’agosto del 2014 la Federazione Russa
                                             tano gli strumenti alla base del funziona-                     ha introdotto il divieto di importare dal-
                                             mento del Mercato Unico. Tuttavia,                             l’Unione europea (oltre che da altri paesi)
                                             benché gli obiettivi e i principali stru-                      numerosi prodotti agricoli e alimentari,
                                             menti del Mercato Unico siano stati deli-                      tra i quali figurano frutta e verdura, carni
                                             neati sessanta anni fa, oggi alcuni settori                    bovine e suine, pollame, pesce, latte, for-
                                             non possono ancora definirsi concorren-                        maggi e derivati. L’effetto di questo divieto
                                             ziali e integrati in una dimensione euro-                      sulle esportazioni italiane è stato visibile,
                                             pea, slegati da un contesto puramente                          benché l’impatto diretto rimanga per il
                                             nazionale. Il suo completamento passa at-                      momento limitato.
                                             traverso miglioramenti nel settore dei
                                             mercati finanziari, nella mobilità del la-                     Nel 2015 i dati mostrano una diminuzione
                                             voro, che rimane ancora limitata da bar-                       del 25,2% rispetto all’anno precedente
                                             riere nazionali, così come nel movimento                       delle esportazioni italiane verso la Russia,
                                             degli investimenti, limitati dall’eteroge-                     esportazioni che si sono attestate su un va-
                                             neità delle regole esistenti.                                  lore complessivo di 7.109 milioni di euro.

                                             Secondo una stima recente del Parlamento                       Si è trattato del secondo calo consecutivo
                                             europeo10, se si completasse il Mercato                        (-11,8% nel 2014) con una complessiva di-
                                             Unico in tutte le sue parti, questo appor-                     minuzione nel biennio di 3.663 milioni
                                             terebbe un beneficio complessivo di 1.600                      delle vendite in Russia dal picco massimo
                                             miliardi di euro, pari al 12% del PIL attuale                  del livello del 2013 (si veda grafico 5). Ma
                                             dei 28 membri. Un’attenzione particolare                       considerando specificatamente i prodotti
                                             merita il rapporto che lega l’UE alla Rus-                     italiani colpiti dall'embargo russo, la fles-
                                             sia. A partire da marzo 2014, in seguito al-                   sione delle loro esportazioni complessive
                                             l'annessione della Crimea alla Federazione                     ammonta a circa 151 milioni di euro nel
                                             Russa, l'Unione europea e gli Stati Uniti,                     biennio 2014-15, una percentuale bassa ri-
                                             oltre a non riconoscere tale annessione,                       spetto alle esportazioni complessive.

                                             10
                                                  European Parliamentary Research Service, Mapping the cost of Non Europe 2014-2019

12
OA

Nel 2015 i principali prodotti italiani                                       le stime di aprile del Fondo Monetario In-

                                                                                                                                                L’Italia nel Mercato Unico
esportati in Russia erano i macchinari e le                                   ternazionale, nel 2015 il PIL russo è dimi-
apparecchiature, che incidono per il                                          nuito del 3,7%12, e tale situazione di
31,6% sul totale delle esportazioni, seguiti                                  recessione è stata ulteriormente aggravata
dall’abbigliamento con una quota del                                          dalle sanzioni adottate dall’Unione euro-
10,9%, dai prodotti chimici con il 7,2%,                                      pea e dagli Stati Uniti, poiché queste si ri-
dalle apparecchiature elettriche e quelle                                     percuotono negativamente sulla capacità
per uso domestico non elettriche con il                                       delle banche russe di concedere prestiti e
6,5%, dai mobili con il 6,4% e dagli arti-                                    sull’afflusso di capitali, rischiando di ri-
coli in pelle con il 6,2%11. Negli ultimi                                     durre ulteriormente gli scambi commer-
due anni tutti i principali comparti hanno                                    ciali in settori non direttamente colpiti
registrato andamenti negativi, sebbene                                        dalle sanzioni.
non colpiti dai divieti di importazione.
L’impatto diretto dell’embargo russo sta
colpendo più fortemente i paesi europei                                       L’Italia nel Mercato Unico
le cui esportazioni erano rappresentate in
misura maggiore dai prodotti agricoli e                                       Lo sviluppo di un sistema di produzione in-
alimentari. Sull’andamento dell’inter-                                        ternazionale per il quale le distanze geo-
scambio tra Italia e Russia ha influito                                       grafiche, sia fisiche che virtuali, sono
maggiormente l’indebolimento del qua-                                         annullate dalla necessità, in tutte le fasi in-
dro macroeconomico russo, su cui pesano                                       termedie di produzione, di ricercare conve-
la persistente diminuzione dei prezzi pe-                                     nienza economica e specializzazione delle
troliferi, la forte volatilità del rublo e l’am-                              imprese coinvolte, fissa una inevitabile ne-
pio calo della domanda interna. Secondo                                       cessità di maggiore standardizzazione.

Grafico 5. Perdite dell’export italiano tra il 2013 e il 2015

                   6                                                                                                  60%

                   5                                                                                                  50%
                                                                                                                            perdita 2013-2015

                   4                                                                                                  40%
     miliardi di

                   3                                                                                                  30%

                   2                                                                                                  20%

                   1                                                                                                  10%

                   0                                                                                                  0%
                       Macchinari e Prodotti       Vestiti e       Prodotti        Mobili    Calzature Animali vivi
                        trasporti   industriali   accessori        chimici                              e prodotti

                            Valore settore 2013 (scala sinistra)                   Perdita 2013-2015 (scala destra)

                                                                                            Fonte: UNCTAD, elaborazione ISPI

11
     ISTAT, Commercio estero Extra UE, 2017
12
     IMF, World Economic Outlook, 2017

                                                                                                                                                                             13
OA                                Osservatorio ACCREDIA | STUDIO

                                            In Europa, il Mercato Unico è parte inte-       dei flussi commerciali, necessario alla rea-
     L’Italia nel Mercato Unico

                                            grante di un modello economico nel              lizzazione delle naturali dinamiche di
                                            quale l’accreditamento svolge un ruolo di       mercato.
                                            fondamentale importanza. L’Unione eu-
                                            ropea con il Regolamento (CE) n. 765 del        In questo senso il vigente modello di svi-
                                            2008 ha obbligato i singoli Stati Membri a      luppo, nonostante le crescenti insicurezze
                                            nominare un Ente unico di accredita-            e i rapidi mutamenti internazionali, con-
                                            mento affidandogli la responsabilità di         tinuerà ad agire su un livello globale nel
                                            presidiare un sistema di valutazione della      quale il commercio dovrebbe continuare
                                            conformità in quegli ambiti in cui la sicu-     ad essere un importante driver di crescita
                                            rezza e la salute dei cittadini sono prero-     per i paesi.
                                            gative imprescindibili per la realizzazione
                                            del Mercato Unico.                              Il ruolo centrale dell’accreditamento e
                                                                                            della normazione tecnica continuerà a tro-
                                            In Italia, ACCREDIA, in qualità di Ente Ita-    vare sicura giustificazione nella naturale
                                            liano di accreditamento, è firmatario degli     propensione ai mercati esteri delle im-
                                            Accordi internazionali di mutuo ricono-         prese, anche e soprattutto, italiane. In pre-
                                            scimento a livello europeo EA MLA e mon-        senza di differenti normative infatti, le
                                            diale IAF MLA e ILAC MRA. L’adesione a          imprese italiane che volessero entrare in
                                            tali Accordi rende i certificati di confor-     un mercato estero si troverebbero ad af-
                                            mità e di taratura e i rapporti di ispezione    frontare barriere tecniche che farebbero
                                            e di prova, rilasciati da organismi e labo-     aumentare i costi di produzione ostaco-
                                            ratori accreditati, validi a livello interna-   lando le economie di scala con un au-
                                            zionale. L’omologazione degli standard,         mento dei prezzi di vendita. Differenti
                                            basata sul “principio di armonizzazione” e      standard tra paesi, ostacolando i flussi di
                                            di “mutuo riconoscimento”, rende più af-        scambio internazionale, causerebbero un
                                            fidabile e fluido lo scambio internazionale     danno collettivo a imprese e consumatori.
                                            di beni e servizi.
                                                                                            La fiducia nel sistema di valutazione della
                                            Il clima di incertezza alimentato dai rapidi    conformità a norme e standard nazionali e
                                            cambiamenti economici e politici in atto        internazionali è testimoniata, a partire
                                            nello scacchiere internazionale mette in        dalla costituzione di ACCREDIA nel 2009,
                                            crisi le logiche liberiste che hanno, fino a    dalla costante crescita degli accreditamenti.
                                            questo momento, dettato l’agenda econo-         1.700 soggetti accreditati detengono, nel
                                            mica dei paesi. L’inizio dei trattati per       2016, circa 2.000 accreditamenti, in au-
                                            l’uscita del Regno Unito dall’Unione euro-      mento rispetto all’anno precedente del 3%.
                                            pea consegna il futuro dell’Europa ad un
                                            periodo di profondi e necessari cambia-         Accreditamento e normazione sono un va-
                                            menti dai quali sarà necessario ripartire per   lore per cittadini e imprese, ma anche uno
                                            definire una nuova governance con nuove         strumento a disposizione dei Governi per
                                            priorità. In tale contesto il modello eco-      sviluppare politiche economiche e indu-
                                            nomico basato sul libero scambio e, più in      striali efficaci. L'Accordo economico e
                                            generale, sulla standardizzazione dei pro-      commerciale globale tra Canada e Unione
                                            dotti, fissando “regole comuni volontarie”,     europea (CETA - Comprehensive Econo-
                                            non sembra però messo in discussione.           mic and Trade Agreement) prevede un
                                            Accreditamento e certificazione, con ogni       Protocollo relativo al mutuo riconosci-
                                            probabilità, continueranno ad essere un         mento dei risultati delle valutazioni di
                                            fondamentale strumento di facilitazione         conformità.

14
OA

EA - European co-operation for Accredita-                        all'abbassamento dei prezzi determinato

                                                                                                                          L’Italia nel Mercato Unico
tion e SCC - Standards Council of Canada                         dalla concorrenza; ha generato un'ulteriore
hanno firmato un Accordo con l'obiettivo                         crescita dell'1,8% negli ultimi 10 anni e ha
di rafforzare i rapporti commerciali tra Ca-                     creato circa 2 milioni e mezzo di nuovi
nada e UE, sulla base del riconoscimento                         posti di lavoro, riavvicinando nel con-
internazionale dei risultati delle prove di                      tempo i livelli di reddito dei vari Stati
laboratorio e delle certificazioni di pro-                       membri14.
dotto rilasciate dai laboratori e dagli orga-
nismi mutualmente riconosciuti. Ciò si                           Tutte le imprese – piccole, medie e grandi
traduce in un vantaggio concreto per le                          – che hanno sede in uno o più dei 27 Stati
aziende europee e canadesi che vedono                            membri dell'Unione europea beneficiano
aprirsi nuove opportunità commerciali e                          della semplificazione portata dal Mercato
un maggior contenimento di costi a bene-                         Unico. Per esempio, l’armonizzazione
ficio di una maggiore competitività. Par-                        delle normative ha consentito scambi
liamo di un valore degli scambi in beni e                        commerciali transfrontalieri più facili:
servizi tra Unione europea e Canada pari,                        l'abolizione delle formalità amministrative
nel 2016, a circa 94 miliardi di euro13.                         alle frontiere e la diffusione dell'euro
                                                                 hanno accorciato i termini di consegna e
Secondo le stime della Commissione euro-                         ridotto i costi. Prima il solo sistema fiscale
pea, la creazione del Mercato Unico ha in-                       richiedeva ogni anno milioni di docu-
crementato gli scambi all'interno dell'UE                        menti di sdoganamento, oggi non più ne-
di circa il 15% l'anno per un decennio; ha                       cessari. Inoltre, nella maggior parte dei casi
stimolato la produttività e ridotto i costi                      è oggi sufficiente un'unica autorizzazione,
grazie all'abolizione delle formalità doga-                      dello Stato membro di origine, per fornire
nali, all'armonizzazione e al riconosci-                         un prodotto in qualsiasi località del-
mento reciproco delle norme tecniche e                           l'Unione europea.

13
     http://ec.europa.eu/trade/policy/countries-and-regions/countries/canada/
14
     European Commission, Report on Single Market Integration and Competitiveness in the EU and its Member States, 2016

                                                                                                                                                       15
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