77 ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE - SPECIALE 25 APRILE - Report Difesa

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77 ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE - SPECIALE 25 APRILE - Report Difesa
SPECIALE 25 APRILE 2022 - 77° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

SPECIALE 25 APRILE

77° ANNIVERSARIO
DELLA LIBERAZIONE

IN QUESTO NUMERO

- Giornata della Liberazione.
Il contributo delle Forze Armate
- Storia militare: Donne spie
- Il Generale Filippo Crimi
e la banda partigiana “Fiamme Gialle”

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IN QUESTO NUMERO

06
     REPORTAGE
     Giornata della Liberazione. Il contributo delle
     forze armate

14
     REPORTAGE
     II Guerra Mondiale Settembre 1943

     STORIA MILITARE

29   Donne spie: Christine Granville, Hannah Senesh,
     Nancy Wake

     STORIA MILITARE
40   Il generale Filippo Crimi e la Banda Partigiana
     “Fiamme Gialle”
77 ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE - SPECIALE 25 APRILE - Report Difesa
EDITORIALE

Di Luca Tatarelli*

In occasione delle celebrazioni per il 77° anni della Liberazione, Report Di-
fesa intende riportare alla memoria delle proprie lettrici e dei propri lettori
alcuni aspetti, a volte poco raccontati, di quei giorni.
E lo fa con un articolo del Generale di Corpo d’Armata (ris), Enrico Pino pre-
sidente dell’Associazione Nazionale Combattenti della Guerra di Liberazio-
ne inquadrati nei Reparti Regolari delle Forze Armate che evidenzia quanto
fatto dai nostri soldati, subito dopo l’armistizio iniziando una lunga Resisten-
za che ci portò poi al 25 aprile 1945.
Reportage sui luoghi di quella che è passata alla Storia come la Battaglia di
Porta San Paolo, a Roma per la difesa della Capitale dall’attacco tedesco
dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943.
Inoltre, grazie al supporto dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della
Difesa (SMD sono state narrate le vicende relative a tre donne impiegate
nell’Intelligence.
Una, Kristyna Skarbek, alias Christine Granville, di nazionalità polacca, è stata
la donna più decorata fra le spie britanniche.Fu anche la prima donna agen-
te segreto in Gran Bretagna.
La seconda, Hannah Senesh, unghrese, fu la prima donna a offrirsi volonta-
ria, una volta arruolata nella British Army, per una pericolosa missione: quella
di aiutare gli ebrei del suo Paese a fuggire prima di essere inviati al campo di
sterminio di Auschwitz, a cui erano destinati.
E la terza, Nancy Wake, agente segreto neozelandese con cittadinanza au-
straliana, dimostrò di possedere grande temperamento e grande coraggio.
Fu, infatti, la donna più decorata della Seconda Guerra Mondiale e la più
ricercata dalla Gestapo.
Infine, narriamo le azioni militari di Filippo Crimi, Generale di Corpo d’Ar-
mata della Guardia di Finanza, un autentico Eroe della Resistenza romana, al
quale la “sonnecchiante” Capitale della Repubblica, così come del restio la
natia Salemi, non ha mai pensato di dedicare una via o comunque un luogo
simbolo che ne immortalasse la memoria.
Buona lettura e Buona Festa della Liberazione

*Giornalista, Direttore responsabile Report Difesa
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GIORNATA DELLA LIBERAZIONE,
8 SETTEMBRE 1943 INIZIA
LA RESISTENZA. GRANDE IL
CONTRIBUTO DELLE NOSTRE
FORZE ARMATE
Di Enrico Pino*

R
       OMA. Oggi, in Italia si festeg-     quindi, inizia quella lotta che gene-
       gia la fine della Guerra di Libe-   ralmente chiamiamo “Resistenza”.
       razione dal nazifascismo, un pe-    Una battaglia alla quale gli italiani si
riodo storico che generalmente viene       dimostrano scarsamente preparati,
abbinato alla parola “Resistenza”.         contrariamente ai tedeschi i quali, già
Questo termine fu coniato a guerra         dal maggio 1943, nella convinzione
finita e generalmente viene inteso         che il nostro Paese sia sull’orlo del
come quel tipo di lotta portata dalle      collasso militare, hanno elaborato un
bande partigiane nelle campagne, in        Piano (Alarich) che prevede l’esauto-
città o sulle montagne, generalmen-        razione dei comandi italiani e l’occu-
te nelle retrovie del fronte tedesco.      pazione dell’Italia settentrionale.
In realtà con la parola Resistenza si      A tale scopo, affluiscono in Italia un
può ben esprimere l’insieme dello          certo numero di Divisioni tedesche
sforzo italiano nella Guerra di Libe-      che, rendendo manifesta la minac-
razione, che è rappresentata solo          cia, obbliga gli italiani ad organizzare
in parte dalla guerra partigiana, ma       la difesa della Capitale, in cui insisto-
comprende anche la resistenza pas-         no i centri decisionali.
siva dei militari italiani nei campi di    Alla data dell’8 settembre, a difesa
concentramento, i militari che com-        di Roma, vi è una forza costituita dal
battono all’estero nelle formazioni        Corpo d’Armata Motocorazzato del
partigiane e infine le Forze Armate        Generale. Carboni (Divisioni “Piave”,
regolari che combattono in Italia          “Ariete” e “Centauro”), dal XVII Cor-
contro l’esercito tedesco fin dal mo-      po d’Armata del Generale. Zangheri
mento in cui il nostro Paese cerca, l’8    (Divisioni “Piacenza” e “Granatieri
settembre 1943, di uscire dal conflit-     di Sardegna”) e dal Corpo d’Arma-
to nel quale Mussolini l’ha trascinato.    ta Territoriale di Roma del Generale
E’ in quel momento che inizia la “Re-      Barbieri (Divisione “Sassari”, reparti
sistenza”; quando, cioè, le nostre         di polizia e truppe dei Depositi).
Forze Armate vengono attaccate dai         Stanno, inoltre, giungendo proprio
tedeschi e molti militari, ben più di      in quei giorni i primi reparti delle Di-
quanti non si voglia ammettere, ini-       visioni “Re”, provenienti dalla Croa-
ziano a battersi contro la volontà di      zia, e “Lupi di Toscana”, provenienti
sopraffazione tedesca.                     dalla Francia.
Con la “battaglia dell’8 settembre”,
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25 APRILE 2022                                                                               REPORTAGE

                       Le Divisioni “Granatieri” e “Piave”       fronte, fra la Toscana e la Campania.
                       costituiscono l’anello interno di dife-   In definitiva, in buona efficienza si
                       sa della città, rispettivamente a Sud     presentano solo le Divisioni ”Ariete”
                       e a Nord, mentre l’anello esterno è       e “Piave”, le uniche due veramente
                       composto dalla Divisione “Ariete” a       in grado di opporre una valida resi-
                       Nord, dalla “Centauro” ad Est e dal-      stenza alle unità tedesche.
                       la “Piacenza” a Sud.                      Queste ultime sono la 3a Divisione
                       Queste forze hanno, però, diversi         Panzer Granadier, a Nord di Roma
                       problemi che ne limitano l’efficienza     nella zona di Viterbo, e la 2a Divisio-
                       operativa. Le Divisioni “Granatieri”,     ne paracadutisti, a Sud della Capita-
                       “Sassari” e “Piacenza” hanno un ar-       le nel settore Ostia-Pratica di Mare.
                       mamento non adeguato per com-             Nella zona di Frascati, sede del Co-
                       battere contro reparti modernamen-        mando delle Forze tedesche Sud, vi
                       te attrezzati, e la “Sassari” è pure      sono poi un gruppo tattico della Di-
                       esausta dopo il suo rientro dalla Cor-    visione Panzer ed un Battaglione Pa-
                       sica, per cui è quasi tutta impegnata     racadutisti a difesa. All’interno della
                       in servizio di ordine pubblico.           città di Roma sono presenti molti
                       La Divisione “Centauro”, corazzata        elementi tedeschi addetti ai coman-
                       ed in parte armata con mezzi moder-       di e servizi che possono costituire, in
                       ni forniti dai tedeschi, è composta       caso di bisogno, una massa di oltre 6
                       da uomini già appartenenti alla Mi-       mila armati.
                       lizia volontaria ed inquadra istruttori   La Capitale italiana, il cui controllo
                       tedeschi, per cui non ispira molta fi-    all’indomani dell’armistizio ha una
                       ducia nei comandi superiori.              straordinaria importanza politica,
                       Dal XVII Corpo d’Armata dipendono         militare e propagandistica, è quindi
                       anche la 220a e la 221a Divisione         minacciata non solo dalle tre masse
                       costiera le quali, oltre alle note ca-    raccolte nelle sue vicinanze, ma an-
                       renze di tutte le Divisioni costiere,     che dal suo interno.
                       sono schierate su 150 chilometri di

Porta San Paolo oggi

                                                                                                       7
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8 SETTEMBRE 1943 - SERA

La sera dell’8 settembre la Divisione      sere raggiunta.
“Piacenza” è la prima ad essere attac-     L’improvvisa notizia dell’armistizio
cata dai paracadutisti tedeschi, che       sorprende, però, la Divisione ancora
mettono in atto il Piano Achse, il pro-    sulle sue posizioni ed alle ore 22 i te-
getto operativo globale di occupazio-      deschi lanciano le prime aggressioni
ne dell’Italia e dei Balcani che sosti-    contro alcuni suoi caposaldi i quali,
tuisce i vari piani tedeschi studiati in   attaccati di sorpresa e nel buio della
caso di uscita dell’Italia dalla guerra.   notte, sono costretti alla resa da forze
Le sue unità sono schierate su di un       soverchianti.
fronte di ben 30 chilometri ed il suo      Nello stesso tempo anche i Coman-
impiego è previsto in concorso ai          di, i quali hanno la loro dislocazione
Granatieri di Sardegna, l’altra Divisio-   in case private, vengono circondati
ne del Corpo d’Armata. che è schie-        e, nonostante una improvvisata resi-
rata più a Nord e che quindi deve es-      stenza, vengono sopraffatti.

                                                                     Targa civica intitolata al sottotenente
                                                                     Raffaele Persichetti

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25 APRILE 2022                                                                            REPORTAGE

                 9 SETTEMBRE

                 Così, alle ore 6 del mattino del 9 set-     I Comandanti dei caposaldi non ca-
                 tembre, il Comandante e molti uffi-         dono nell’inganno e fanno aprire il
                 ciali della “Piacenza” sono catturati e     fuoco, dando il via ad aspri combat-
                 l’efficienza della Divisione annientata.    timenti nei quali i Granatieri combat-
                 Mentre sono in corso queste opera-          tono tenacemente pur subendo gra-
                 zioni, una colonna di Paracadutisti         vi perdite ma, con l’entrata in azione
                 tedeschi marcia sulla via Laurentina,       delle riserve, anche il posto di bloc-
                 da Sud verso la Capitale, ed un’altra       co precedentemente occupato dai
                 muove simultaneamente contro le             tedeschi ritorna nelle loro mani.
                 batterie costiere italiane, alle quali si   Tutto il settore della Granatieri, però,
                 avvicina agitando bandiere bianche          è sotto una pressione sempre mag-
                 ed assicurando di voler solo passare        giore per tutta la notte e soprattutto
                 per ritirarsi verso Nord.                   il caposaldo della Magliana, bersa-
                 Ottenuto il passaggio, però, con un         gliato da tutte le parti, per non farsi
                 immediato dietro-front i tedeschi at-       sopraffare accenna ad un tentativo di
                 taccano gli italiani alle spalle e si im-   ripiegamento
                 possessano delle batterie.                  Accorrono, però, in rinforzo il Reggi-
                 Mentre vengono messe fuori com-             mento Lancieri di Montebello, rag-
                 battimento i reparti costieri e dopo        gruppamento esplorante corazzato
                 aver occupato il deposito di Mez-           dell’ “Ariete”, ed un gruppo semo-
                 zocammino, che con le sue 16 mila           venti da 105/25 della stessa Divisio-
                 tonnellate di benzina è la principale       ne, che assieme ad un Battaglione
                 fonte di rifornimento per le divisioni      di Allievi Carabinieri e ad un Batta-
                 schierate a difesa della Capitale, for-     glione della Polizia dell’Africa italia-
                 ti colonne di Paracadutisti procedo-        na all’alba del giorno 9 danno inizio
                 no verso la periferia sud di Roma e         ad un contrattacco che consente di
                 raggiungono la zona dell’EUR, dove          contenere ogni ulteriore azione ne-
                 sorprendono un posto di blocco dei          mica e ricacciarne indietro le punte
                 Granatieri, che viene sopraffatto.          più avanzate.
                 A Sud della città è schierata, infatti,     I combattimenti per impedire l’in-
                 la Divisione “Granatieri di Sardegna”       gresso a Roma delle unità tede-
                 che occupa una linea di capisaldi           sche, nei quali si distinguono anche
                 predisposti in corrispondenza di tut-       i Dragoni del Genova Cavalleria ed
                 te le vie di accesso alla capitale, de-     i carristi del 4° Reggimento, durano
                 signati con un numero progressivo           tutto il giorno 9 e la mattina del 10
                 da 1 a 13.                                  settembre, durante i quali il nemico
                 Verso le 23 i Paracadutisti tedeschi        viene respinto più volte con il fuoco
                 si presentano ai caposaldi della Ma-        e con contrattacchi, tanto che alcuni
                 gliana e di Valleranello, dove chiedo-      caposaldi avanzati della nostra. dife-
                 no il passaggio, alternando minacce         sa vengono più volte perduti e poi
                 e tentativi di inganno.                     riconquistati.

                                                                                                    9
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10 SETTEMBRE

Soltanto alle ore 12 del giorno 10 set-       di un gran numero di tedeschi.
tembre la pressione sempre più mi-            Nel corso della notte, intanto, era giun-
nacciosa dei tedeschi, che tentano di         to all’”Ariete” l’ordine di far ripiegare
aggirare le posizioni italiane e di infil-    una parte della Divisione su Tivoli, per
trarsi fra i nostri reparti, costringe que-   cui nella mattinata ha inizio il trasferi-
sti ultimi a ripiegare verso Porta San        mento, mentre i reparti incaricati di
Paolo, dove la resistenza viene ripresa       sbarrare le vie per la Capitale vengo-
e continuata con lo stesso accanimen-         no attaccati dai tedeschi nei caposaldi
to fino alle ore 16 quando, non poten-        avanzati di Monterosi e Manziana.
do sperare nell’afflusso di riserve ed a      A Monterosi, nonostante l’inferiorità
corto di munizioni, gli italiani devono       numerica, il caposaldo resiste fino
cessare i combattimenti, anche per la         alle ore 14 in una lotta accanitissima,
convenzione di armistizio stipulata dal       mentre a Manziana una fortissima re-
Maresciallo Kesselring con le autorità        sistenza si protrae fino alle 18.
italiane rimaste a Roma.                      Entrambi i caposaldi ripiegano, però,
Nella Difesa della Capitale, i Grana-         su ordine, assieme agli altri reparti
tieri di Sardegna perdono 8 ufficiali,        dell’”Ariete” la quale si trova schiera-
150 uomini di truppa uccisi e 600 fe-         ta all’alba del giorno 10 nella zona di
riti, i Lancieri di Montebello 4 ufficiali,   Tivoli, senza che i tedeschi siano stati
20 soldati uccisi e circa 100 feriti, per-    in grado di inseguirla per le gravi per-
dite analoghe a quelle subite dal 13°         dite subite, né di riprendere la marcia
Reggimento di Artiglieria e dagli altri       verso Roma sino al pomeriggio dello
reparti del presidio, accorsi in difesa       stesso giorno.
della capitale.                               L’altra Divisione a difesa a Nord della
Nel frattempo, la Divisione “Ariete”,         città, la “Piave”, l’8 settembre è schie-
che è schierata a Nord di Roma a ca-          rata tra la via Cassia e la via Tiburtina,
vallo del lago di Bracciano, la sera          con il compito di sbarrare le strade
dell’8 settembre riceve l’allerta dal         che portano alla capitale. Le sue unità
Comando del Corpo d’Armata e, di              sono efficienti e dotate di mezzi e mu-
conseguenza, attiva due caposaldi             nizioni adeguati al compito.
avanzati a Manziana ed a Monterosi.           Subito dopo l’annuncio dell’armistizio
Subito dopo l’annuncio dell’armistizio        la Divisione riceve l’ordine di allarme
la 3a Divisione Panzer tedesca inizia         ed alle ore 21 tutti i reparti si trovano
il suo movimento verso la Capitale            al loro posto, pronti al combattimento.
e poco dopo l’alba un’avanguardia             La notte passa tranquilla, ma alle 5 del
si presenta ad un posto di blocco             mattino del giorno 9 settembre arriva
dell’”Ariete” predisposto sulla Cas-          l’ordine telefonico di trasferirsi ad Est
sia, chiedendo l’autorizzazione al pas-       della capitale, poco a Nord di Tivoli.
saggio, che non viene concesso.               Il Comandante della Divisione è rilut-
La colonna tedesca forza il posto di          tante ad abbandonare la difesa della
blocco e prosegue fino allo sbarra-           Capitale ed indugia tutta la mattina
mento successivo, dove è in corso il          nella speranza di un contrordine.
minamento di un ponte da parte di             Alle ore 9, però, un Battaglione Para-
una unità Genio italiana.                     cadutisti viene lanciato contro le sue
Al Tenente, Comandante del reparto,           unità schierate nel settore di Monte-
viene intimato lo sgombero, ma l’uf-          rotondo-Mentana-Osteria del Grillo.
ficiale risponde lanciandosi su di una        che dal mattino era circondato dai Pa-
mina il cui scoppio provoca la morte          racadutisti, mentre a Mentana, dove i

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                                tedeschi sono riusciti ad entrare, cit-    la Divisione viene informata del suo
                                tadini armati e guidati da un tenente      compito, che consiste nella gestione
                                dei carabinieri costringono i Paraca-      dell’ordine pubblico alle dipendenze
                                dutisti alla fuga.                         del Comando della “Città Aperta”.
                                Intanto il Comandante della Divisio-       La Divisione inizia, perciò, la sua si-
                                ne alle ore 12 riceve la conferma del      stemazione nelle caserme della città,
                                trasferimento e così i restanti reparti    ma il giorno 23 settembre, improvvi-
                                della “Piave” iniziano la marcia ver-      samente circondata da reparti tede-
                                so la zona assegnata, dove giungo-         schi, viene costretta a cedere le armi
                                no alle ore 19, mentre le unità che        e viene catturata.
                                stanno combattendo continuano a            Delle Divisioni predisposte alla dife-
                                resistere e nella notte costringono        sa della Capitale, quindi, l’ “Ariete”
                                addirittura il comandante tedesco a        e la “Granatieri” sono quelle impe-
                                chiedere una tregua.                       gnate nei principali combattimenti,
                                Una volta giunta a destinazione e          mentre la “Piacenza” e la “Piave”
                                preso contatto con il comando su-          hanno avuto scontri minori; la “Sas-
                                periore, la Divisione riceve un nuo-       sari” ha appoggiato con reparti di
                                vo ordine di ritorno alla Capitale per     Artiglieria l’azione della “Piave” e la
                                cercare di dare man forte alle trup-       “Centauro”, poco affidabile, già la
                                pe che stanno combattendo in città,        mattina del giorno 9 è stata inviata
                                dove però giunge troppo tardi per          a Tivoli senza entrare mai a contatto
                                partecipare alle operazioni. Infatti, in   con i tedeschi.
                                base agli accordi di armistizio presi      A Roma, comunque, ufficiali e soldati,
                                con il comando tedesco, i combat-          assieme a numerosi civili accorsi a dare
                                timenti vengono sospesi alle 16.30         loro man forte, hanno opposto una
                                del 10 settembre.                          strenua resistenza nel tentativo di pre-
                                                                           servarla dall’occupazione nemica; una
                                11 SETTEMBRE                               resistenza che è cessata solo dopo la
                                Il mattino seguente, 11 settembre,         decisione della tregua d’armi.

Militari e civili festeggiano
la ritrovata libertà

                                                                                                                 11
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RESISTENZA ITALIANA, ANCHE PATRIMONIO DELLE FORZE ARMATE ITALIANE

                                                                                           Un momento della
                                                                                           battaglia di Porta San Paolo

Da questi fatti prende il via, quindi,
la Resistenza italiana; dalla “Batta-
glia dell’8 settembre”, che non si
combatte solo a Roma, ma anche
in altre parti del territorio nazionale
e da tutte e tre le Forze Armate: a
Bari, a Napoli, ad Anzio e Nettuno,
ad Orte, ad Ascoli Piceno, a Piom-
bino, sull’Isola d’Elba, a Livorno, a
La Spezia, al passo della Futa, nella
Venezie, in Emilia, in Lombardia, in
Piemonte, sulle Alpi, in Corsica, nelle
isole dello Jonio e dell’Egeo, nei Bal-
cani ed in Grecia.
Pertanto, senza minimamente disco-
noscere o voler sottovalutare l’opera
del movimento resistenziale partigia-
no, è necessario evidenziare il fatto
che la Resistenza non è patrimonio
solo della forza politica a cui colpe-
volmente è stato consentito, nel do-
poguerra, di appropriarsi nell’imma-
                                          *Generale di Corpo d’Armata (ris). Presiden-
ginario collettivo dell’eredità della     te dell’Associazione Nazionale Combattenti
Guerra di Liberazione, ma è anche         della Guerra di Liberazione inquadrati nei Re-
patrimonio delle Forze Armate italia-     parti Regolari delle Forze Armate
ne, pur se molte poche volte viene
                                                        © RIPRODUZIONE RISERVATA
ricordato.

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II GUERRA MONDIALE:
SETTEMBRE 1943, GLI INIZI
DELLA RESISTENZA, I GIORNI
DELLE BATTAGLIE DI PORTA SAN
PAOLO, DELLA MONTAGNOLA
E DINTORNI
Di Luca Tatarelli*

R
        OMA (dal nostro inviato). In      Dicevano, dunque che subito dopo
        occasione della celebrazione      l’annuncio alla radio (ore 19,42 dai
        del 77° anniversario della Li-    microfoni dell’EIAR – Ente italia-
berazione, Report Difesa grazie al        no per le Audizioni radiofoniche)
contributo del Generale di Brigata        dell’Armistizio con le truppe alleate
(ris) Ernesto Bonelli, presidente della   (8 settembre 1943) firmato 5 giorni
Centro Studi dell’Associazione na-        prima a Cassibile (Siracusa) del Ge-
zionale Granatieri ha ripercorso stra-    nerale Pietro Badoglio (Il Governo
da per strada di quella che è passata     italiano, riconosciuta la impossibilità
alla Storia come la Battaglia di Porta    di continuare la impari lotta contro
San Paolo (8-9-10 settembre 1943).        la soverchiante potenza avversaria,
In questo modo, abbiamo voluto            nell’intento di risparmiare ulteriori
rendere omaggio ai Caduti civili e        e più gravi sciagure alla Nazione, ha
militari, ai combattenti di varie Armi    chiesto un armistizio al Generale Ei-
e Specialità, ai loro Comandanti, ai      senhower, Comandante in capo del-
religiosi come Don Pierluigi Occelli,     le Forze Alleate anglo-americane. La
parroco della Montagnola, una zona        richiesta è stata accolta. Conseguen-
periferica del Quartiere Ardeatino        temente, ogni atto di ostilità contro
della Capitale, a pochi chilometri        le forze anglo-americane deve ces-
dall’EUR, che diede sostegno ai Gra-      sare da parte delle forze italiane in
natieri impegnati nella battaglia e       ogni luogo. Esse però reagiranno ad
a cui restò vicino in ogni momento,       eventuali attacchi da qualsiasi altra
alle suore che collaborarono con Don      provenienza) nella Capitale iniziaro-
Occelli fungendo da infermiere e an-      no i primi combattimenti con l’ex al-
ch’esse sostenendo i nostri soldati.      leato tedesco.
A questo proposito, citiamo la figura     Su queste colonne cercheremo, sep-
di Madre Teresina che ruppe la testa      pure in sintesi, di raccontarli.
ad un soldato tedesco con un pesan-
te crocifisso.

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                 SITUAZIONE MILITARE ALL’8 SETTEMBRE

                 All’8 settembre, i tedeschi avevano            Di contro, i soldati italiani potevano
                 dislocato intorno a Roma soldati del-          disporre di 6 Divisioni di Fanteria già
                 la 3^ Divisione “Panzer Granadieren”           schierate per la difesa di Roma: “Gra-
                 (nei pressi di Viterbo; con 24 mila uo-        natieri di Sardegna”, al comando del
                 mini e 350 carri), della 2^ Divisione pa-      Generale Solinas, la “Piave” al coman-
                 racadutisti che era stata aviotrasporta-       do del Generale Tabellini.
                 ta dalla Francia (collocata tra Pratica di     A loro supporto operavano le Divisioni
                 Mare ed Ostia con 14 mila effettivi).          corazzate “Centauro”, al comando del
                 Nella base del Comando tedesco, a              Generale Calvi di Bergolo e l’”Ariete”,
                 Frascati (sui Castelli di Roma), a Sud         agli ordini del Generale Cadorna.
                 della Capitale erano dislocati circa 12        Tutte erano inquadrate nel “Corpo
                 mila uomini del Gruppo tattico della           d’Armata motocorazzato” al co-
                 3^ Divisione corazzata di un Battaglio-        mando del Generale di Corpo d’Ar-
                 ne paracadutisti e di alcuni reparti di-       mata Carboni.
                 retti al fronte ma che erano stati tratte-     Erano anche operative la Divisione di
                 nuti, nell’Urbe, già dal mese di agosto.       Fanteria “Piacenza”, agli ordini del
                 Infine, sempre nella Capitale opera-           Generale Rossi e dipendente dal XVII
                 vano, in borghese, circa 6 mila tede-          Corpo d’Armata (Comandante Gene-
                 schi, forniti però di armi ed automezzi.       rale Zanghieri) e la Divisione di Fante-
                 Saranno proprio queste unità che si            ria “Sassari” (al comando del Genera-
                 scontreranno il 9 e il 10 settembre con        le Zani) che ara inquadrata nel Corpo
                 i civili e militari sbandati nei pressi del-   d’Armata di Roma (al comando del
                 la Stazione Termini e delle strade limi-       Generale Barbieri).
                 trofe fino al quartiere di san Giovanni.

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                                                                                            italiani, posti a difesa della
                                                                                            Capitale

Secondo quanto evidenzia il Generale           li laziali teneva il presidio la Divisione
Bonelli nel suo libro “Eroi nel giorni del     “Piacenza” e verso il mare la 220^ Divi-
caos”, un volume che racconta, pas-            sione costiera.
so per passo, quanto avvenne in quei           La seconda linea era quella che dove-
tragici mesi del 1943 dalla fine del fa-       va proteggere direttamente Roma era
scismo in poi, di queste Divisioni solo        tenuta, a Nord (zona Due Ponti), dai
due erano in piena efficienza: l’Ariete e      soldati della “Piave” e a Sud, dalal Divi-
al Piave.                                      sione Granatieri (appiedata e con pochi
La Centauro era formata da ex elemen-          mezzi per lo svolgimento servizi).
ti della disciolta Milizia Volontaria per la   Malgrado lo sforzo, il fronte meridio-
Sicurezza nazionale (MVSN) ed era ar-          nale era troppo frazionato e i capisaldi
mata con mezzi forniti dalla Germania          troppo distanti l’uno dall’altro. Tale di-
ed inquadrata con istruttori tedeschi. Le      stanza fu sfruttata , a proprio vantaggio,
Divisioni Granatieri di Sardegna, Sassari      dall’ex alleato.
e Piacenza non avevano non avevano             A supporto delle Divisioni sopracitate,
un armamento non del tutto efficiente,         operavano quella di Fanteria “Re” (al
senza armi controcarro e contraerei e          comando del Generale Traniello) e la
privi di automezzi.                            “Lupi di Toscana” (agli ordini del Ge-
I nostri soldati erano schierati su una        nerale Cappa) una in trasferimento dal-
doppia linea difensiva. A Sud sui Col-         la Croazia e l’altra dalla Francia
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                 A supporto delle Divisioni sopracita-          bre arrivarono i primi ordini.
                 te, operavano quella di Fanteria “Re”          Le Divisioni “Piave” ed “Ariete”,
                 (al comando del Generale Traniello)            secondo queste disposizioni, avreb-
                 e la “Lupi di Toscana” (agli ordini del        bero dovuto abbandonare la difesa
                 Generale Cappa) una in trasferimen-            della Capitale e trasferirsi nella zona
                 to dalla Croazia e l’altra dalla Francia.      di Tivoli, dove già si trovava la Divi-
                 Ad esse si aggiungevano, una Legio-            sione “Centauro”.
                 ne territoriale e una Legione Allievi          Un ordine che il Generale Tabellini,
                 Carabinieri per un numerico di circa           Comandante della “Piave”, riten-
                 10mila uomini. Ed ancora una Legio-            ne assurdo e non lo volle eseguire.
                 ne territoriale ed una Legione Allievi         Mando infatti il capo di Stato Mag-
                 della Guardia di Finanza, personale            giore, Tenente Colonnello Salvini,
                 della Polizia dell’Africa italiana (PAI        al Comando di Corpo d’Armata per
                 del Corpo metropolitano e alcuni               averne conferma.
                 Battaglioni di Paracadutisti.                  Le battaglie si svolsero in quello che,
                 In tutto questo dispiegamento di forze,        all’epoca, era terreno aperto (oggi
                 fu grazie all’alta capacità di combattenti     sono quartieri densamente abitati)
                 della Granatieri di Sardegna, della Di-        ed in alcuni agglomerati urbani.
                 visione Ariete (con il suo Reggimento          Quest’ultimo aspetto era tenuto in
                 dei Lancieri di Montebello), di un Bat-        considerazione dai nostri militari che
                 taglione dei Carabinieri, di uno dei Ber-      cercarono, il più possibile, di evitare di
                 saglieri, di uno dei Fanti della Divisione     coinvolgere la popolazione civile.
                 “Sassari” (impiegata a mantenere l’or-         Pensare, dunque, come ricorda Bonel-
                 dine in città), alcuni reparti di Guasta-      li di rendere la Capitale una fortezza
                 tori, i Dragoni del Genova Cavalleria e i      e di rispondere agli attacchi tedeschi
                 carristi del 4° Reggimento.                    come una “Stalingrado” sul Tevere era
                 Come ricorda il Generale Bonelli I primi       assolutamente impensabile.
                 scontri si verificarono già alle ore 22 cir-   Dal punto di vista di un esame del
                 ca dell’8 settembre, a poche ore dun-          terreno, ricordiamo che l’unico osta-
                 que dalla dichiarazione dell’Armistizio.       colo naturale di una certa importan-
                 Vennero, infatti, in contatto soldati della    za era il Tevere.
                 Seconda Divisione germanica con alcu-          Ma per una difesa ravvicinata il fiume
                 ni reparti della Granatieri di Sardegna.       esso non rappresentava nessun impe-
                 Luoghi degli scontri il quartiere pe-          dimento significativo per l’andamen-
                 riferico della Cecchignola e il Ponte          to del suo corso.
                 della Magliana, molto vicino all’EUR.          Un corso che oltre a spezzare la
                 Patttuglie esploranti della Terza Di-          con¬tinuità dell’anello della difesa
                 visione tedesca vennero in contatto            esterna grazie al suo bacino era una
                 con i carri armati dell’Ariete.                via di facilitazione ove correvano le
                 Le prime raffiche diedero il via ad            Vie Flaminia, Tiberina e Salaria a nord,
                 una serie di avvenimenti incredibili e         Portuense ad Ostiense a Sud.
                 forse anche un po’ paradossali.                Proseguiamo nell’esame del terreno,
                 Dal Comando supremo italiano, in-              evidenziando come a sbarramen-
                 fatti, non giunsero ordini di sorta. I         to delle direttrici convergenti (Ostia
                 Comandi Divisionali e quelli dei re-           - EUR e Pomezia - Castel di Decima
                 parti direttamente impegnati dovet-            – EUR) esse si avvalevano della Via
                 tero agire di propria d’iniziativa.            Ostiense e della Via Laurentina.
                 Alle cinque del mattino del 9 settem-

                                                                                                        17
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LE POSIZIONI ITALIANE ALL’INIZIO DELLE BATTAGLIE

Nel corso delle battaglie per la di-         Ora, analizza il Generale Bonelli,
fesa di Roma fondamentali si sono            “non si comprende come mai nello
rilevate le posizioni dell’EUR e della       schierare le forze si sia badato più a
Montagnola.                                  costituire posti di blocco che ad oc-
La presenza tra la Pontina e l’Ardea-        cupare posizioni tatticamente forti”.
tina di numerosi impluvi e di fossati
e con sviluppo tortuoso avrebbero
facilitato, come in effetti avvenne, la
tattica di infiltrazione di piccoli repar-
ti in quanto difficilmente battibili dal
fuoco delle armi a tiro teso ed altret-
tanto poco localizzabili da osserva-
tori terrestri senza l’ausi-lio di un’os-
servazione aerea indispensabile per
dirigere il tiro delle artiglierie.
La Divisione Granatieri di Sardegna,
reduce dal fronte balcanico, era dal
4 agosto 1943 già schierata a Sud di
Roma. Aveva formato, una sorta di
semicerchio di sbarramenti di circa
30 chilometri.
I Granatieri avevano come missione
il presidio degli incroci delle vie che
portavano alla Capitale, controllan-
do il traffico in entrata e in uscita.

Questo lo schema dello schieramento.
Il 1° settore era ad Est con: il 1° Reg-
gimento Granatieri del Colonnello
Di Pierro. Altre unità d’Artiglieria e
del Genio sotto il comando del Ge-
nerale De Rienzi erano dislocate ad
Ovest.
Il 2° Reggimento Granatieri (meno
il 3° Battaglione impiegato con al-
tri com¬piti nella difesa interna di
Roma) era alle dipendenze del suo
Comandante Colonnello Carignani.
In totale erano stati creati 13 capi-
saldi che dovevano sbarrare tutte
le rotabili che convergevano verso
il centro città, con larghi spazi vuoti
interposti.                                  Schieramento delle Forze contrapposte intorno Roma

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25 APRILE 2022                                                                             REPORTAGE

                 “In effetti – aggiunge - non si tratta-     con i capisaldi 6 e 7 era destinato di
                 va di capisaldi veri e propri, perché       lì a poco a sostenere l’urto più vio-
                 mancavano gli elementi essenziali           lento della battaglia nel settore”.
                 che caratterizzano tali strutture difen-    Il caposaldo 5 era situato all’altezza
                 sive ossia ostacoli (reticolati e mine)     della Chiesa dell’Esposizione 42 (at-
                 e rincalzi. Quest’ultimo elemento,          tuale Basilica dei Santi Pietro e Pa-
                 essenziale nella condotta della di-         olo all’EUR) la cui cupola svettava
                 fesa non esisteva neanche a livello         sul crinale del pianoro ed era in una
                 Compagnia, Battaglione e Comando            posizione cruciale per i tedeschi, sia
                 di settore. Solo a livello divisionale      che avessero intenzione di entrare in
                 esisteva un Battaglione di riserva del      città sia che intendessero risalire ver-
                 1° Granatieri, al comando del mag-          so il Nord.
                 giore Costa, dislocato nel bosco del-       Da qui, a poche ore dalla dichiara-
                 le Tre Fontane”.                            zione dell’armistizio, alle 22.10 dell’8
                 Elemento importante in ogni batta-          settembre, fu sparato il primo colpo
                 glia la logistica. Ricorda ancora Bo-       d’arma da fuoco.
                 nellli: “La situazione dei reparti non      Poco prima una camionetta tedesca
                 era delle migliori: il rancio e il pane     si era presentata a tutta velocità al
                 non erano buoni, difettavano il ve-         posto di blocco antistante al capo-
                 stiario e le calzature, l’armamento e       saldo e aveva urtato il cavallo di frisia
                 le munizioni inadeguate,. Anche se          che aveva tuttavia resistito.
                 vestiario e calzature erano disponi-
                 bili, come dimostrarono i tedeschi
                 quando si impossessarono dei ma-
                 gazzini militari”.
                 Analizziamo, ora, un altro tema che, in
                 quelle ore degli scontri fece la diffe-
                 renza: il ruolo della Divisione Piacenza.
                 Facciamo ancora parlare il Generale
                 Bonelli: “Davanti alla Divisione Gra-
                 natieri erano schierati i repar¬ti del-
                 la Divisione Piacenza che avrebbero
                 dovuto costituire il primo sbarramen-
                 to per il nemico che si fosse mosso
                 da Ardea, Pratica di Mare e Ostia.
                 Questi reparti si lasciarono in gran
                 parte catturare dai tedeschi, senza
                 sparare un colpo e senza preoccu-
                 parsi di dare l’allarme ai retrostanti
                 capisaldi tenuti dalla divisione gra-
                 natieri. Come e perché ciò avvenne
                 è inspiegabile, certo è che il dissol-
                 versi della Piacenza consentì a un
                 nucleo di paracadutisti tedeschi di
                 giungere inaspettatamente al posto
                 di blocco numero 5 che, a cavallo
                 della Via Ostiense, sbarrava gli sboc-
                 chi del ponte della Magliana, e che         Pianta del Caposaldo n. 5

                                                                                                    19
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Il Granatiere Emilio Frantellizzi         tutte, nella difesa di Roma: Porta
della 9^ Compagnia s’era fatto            San Paolo. Erano le 16.10 del 10
avanti chiedendo ai due occupanti         settembre 1943.
cosa intendessero fare. I due mili-
tari tedeschi risposero: “Per voi la
guerra ormai è finita, andatevene
a casa”. Ora, in quelle convulse
ore dove non arrivano dalle supe-
riori autorità militari ordini precisi,
i Granatieri lasciarono transitare i
due militari tedeschi.
Forse sarà stato un diversivo?
Tant’è che nel giro di pochi minu-
ti, si presentò al medesimo osto di
blocco un forte nucleo di paraca-
dutisti tedeschi.
Era notte e i soldati nemici con il
favore del buio e con il prete-sto
di voler parlamentare, trassero in
inganno i militari di guardia e cat-
turarono i pochi Granatieri, disar-
mandoli tutti.
Un altro episodio di quelle ore: l’ar-
rivo di un Tenente tedesco, prove-
niente dalla via Ostiense. Il quale
si presentò allo stesso caposaldo
chiedendo (dopo che inutilmente
il Capitano Meoli, Comandante
del caposaldo aveva cercato di
trattare) di parlare con il Coman-
dante della Divisione.
Fu portato al Comando e ricevuto
dal Capo di Stato Maggiore Co-
lonnello Viappiani.
Il tenente tedesco chiese che i
Granatieri si arrendessero e per
primo lo facessero quello di guar-
dia al caposaldo 5. Pretendeva
una risposta che arrivò appunto
alle 22.10 quando una Batteria            8 settembre 1943. Situazione delle Unità Militari italiane, tedesche
di artiglieri, agli ordini del Capi-      ed alleate. Cartina tratta dall’inserto sulla Seconda Guerra Mondiale
tano Villoresi, situata sulla collina     della Domenica del Corriere. Ed. 1964.
dell’Esposizione, sparò i primi col-
pi di cannone.
Da questo momento ebbero inizio
i tre giorni delle prime battaglie
che, si può, dire segnarono gli inizi
della Resistenza ai nazisti.
Battaglie che si conclusero con
quella più conosciuta, forse Più di

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25 APRILE 2022                                                                            REPORTAGE

                 UNA BREVE CRONACA DEGLI SCONTRI

                 I tedeschi, in molte occasioni uti-        tisti preceduti da armati, probabilmen-
                 lizzarono l’inganno. Come quando           te alto-atesini, con indosso giubbe da
                 il Comandante del caposaldo 5, il          Granatiere.
                 Capitano Meoli ed il Tenente Co-           Gli alto-atesini gridavano in italiano
                 lonnello Ammassari andarono a par-         “Granatieri, è finita la guerra. Basta
                 lamentare. Furono fatti prigionieri        con la guerra, andiamo a casa!”.
                 mostrando, sul momento, l’intenzio-        Altri paracadutisti arroc¬catisi in al-
                 ne di fucilarli.                           cuni punti tatticamente importanti
                 Nel caposaldo 5 gli scontri furono         sempre nelle zone afferenti all’E42,
                 violentissimi. Salve di artiglierie,       facevano temere che potessero riu-
                 raffiche di mitragliatrici, scoppi di      scire a prendere il posto di blocco di
                 bombe a mano si susseguivano sen-          fianco e rendevano ancor più caoti-
                 za interruzione.                           ca e critica la situazione.
                 Intanto, lungo il vialone dell’E42         Per cercare di risolvere la situazione
                 muovevano forti nuclei di Paracadu-        furono fatti intervenire i soldati del II
                                                            Battaglione del 1° Reggimento Gra-
                                                            natieri, già di riserva e che era stato
                                                            già inviato sul posto.
                                                            Arrivò l’ordine di attacco sul fianco
                                                            del caposaldo. Con esso entrò in
                                                            azione anche un reparto corazzato
                                                            (Re-Co) del Reggi-mento “Monte-
                                                            bello” della Divisione “Ariete” al co-
                                                            mando del Colonnello Giordani.
                                                            I carristi erano arrivati dal Nord e
                                                            avevano attraversato nottetempo le
                                                            vie di Roma. Avevano varcato Porta
                                                            San Paolo, percorso la via Ostiense.
                                                            Alle 5 del mattino del 9 settembre
                                                            erano giunti con i loro semoventi
                                                            alla Montagnola presso il Comando
                                                            del 1° Granatieri. Parte del reparto
                                                            era rimasto alle Tre Fontane (sulla
                                                            Via Laurentina) per coprire, da even-
                                                            tuali attacchi tedeschi, il fianco sini-
                                                            stro dello schieramento.
                                                            Il resto delle forze corazzate si era
                                                            schierato sulla Via Ostiense per soste-
                                                            nere il II battaglione nella riconquista
                                                            del caposaldo numero 5.
                                                            Alle ore 7 del 9 settembre il Battaglio-
                                                            ne al comando del Maggiore Costa,
                                                            con i Carabinieri del Battaglione Allie-
                                                            vi, un gruppo di Bersaglieri del depo-
                                                            sito del 2° Reggimento e con elemen-
                                                            ti della P.A.I., appoggiato dai carri del
                                                            Reggimento Montebello, iniziò l’azio-
                                Pianta del Caposaldo n. 6   ne per la riconquista della posizione.

                                                                                                   21
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Alle 10.30 il caposaldo era interamen-         chevole transito delle loro colonne
te riconquistato. I tedeschi battuti e         sulla Via Laurentina.
gravemente decimati affievolirono la           Affermavano che non era nelle loro
loro azione, ed infine la sospesero.           intenzioni di occupare Roma ma di
L’8 settembre, intorno alla 23, fu col-        raggiungere la Via Aurelia per ritirar-
pito il caposaldo 6 collocato sulla Lau-       si a Nord.
rentina. E di seguito, il 7 (in località       Il Comandante del Battaglione co-
Casale Raimondi al quadrivio di Torre          municò ai Comandi superiori la ri-
Chiesaccia), l’8 tenuto dal 2° Reggi-          chiesta. I Comandi italiani aderirono,
mento Granatieri sulla via Ardeatina. I        ma queste precise condizioni: “Solo
difensori reagirono violentemente.             se i tedeschi, come i parlamentari di-
In particolare, intorno 1.00 ci furono         chiarano, non hanno in¬tenzione di
raffiche di mitragliatici che investiro-       varcare le difese di Roma e di entrare
no il caposaldo 7.                             in città, si concederà il passaggio di
Davanti al caposaldo 6, i tede¬schi si         piccoli gruppi di autocarri che, prece-
presentarono con un au-tocolonna di            duti e seguiti da artiglierie semoventi
circa 40 automezzi e, dopo aver ten-           ed autoblindo di Montebello saranno
tato inutilmente di proseguire, assun-         accompagnati per un itinerario ester-
ta la formazione di combattimento,             no alla città, lungo la strada di arroc-
passarono all’attacco. Volevano aprir-         camento, sulla Via Ostiense. Sarà in
si, adogni costo, una strada sia verso         tal modo fatto traversare il caposaldo
Roma che verso il Nord. Per raggiun-           numero 5 e il ponte della Magliana,
gere tale obiettivo ricorsero ad ogni          imboccare la via Portuense, supera-
possibilità.                                   re il caposaldo numero 4 e verran-
Alle ore 5.30 del 9 settembre, di fron-        no condotti fino a ponte Galeria da
te al caposaldo 6, i tedeschi sospin-          dove potranno per la Via Aurelia ri-
sero una colonna di oltre 500 soldati          salire al Nord.”
italiani, disarmati e fatti prigionieri.. Un   Alle 17.00 del 9 settembre, quando i
ufficiale tedesco gridò ai nostri soldati      tedeschi vennero a conoscenza delle
schierati a difesa del caposaldo di ar-        condizioni, non concordando, imme-
rendersi, altrimenti avrebbe fatto ucci-       diatamente aprirono un violento fuoco
dere sul posto tutti quei prigionieri.         di mortai e di cannoni da 88 mm che
Pronta arrivò la risposta del Coman-           frattanto, nelle more delle trattative,
dante del III battaglione che fece re-         avevano serrato sotto al caposaldo 6.
plicare, in tedesco, dal Maggiore De           Contemporaneamente un altro Bat-
Mori così: “I Granatieri ignorino il si-       taglione di paracadutisti attaccò con
gnificato della parola resa”.                  decisione il caposaldo.
Da parte loro i soldati germanici so-          I combattimenti furono violentissimi.
spesero l’azione e si limitarono ad            I nostri soldati al comando del Mag-
intensificare il tiro dei mortai sul Co-       giore D’Ambrosio e dal Maggiore De
mando di Battaglione e sulle artiglie-         Mori risposero colpo su colpo. Cad-
rie italiane.                                  dero, in combattimento, il Capitano
Alle 10.30, si presentarono due tede-          Vincenzo Pandolfo Comandante del
schi, con gli occhi bendati ed inalbe-         caposaldo ed il Maggiore Giuliani co-
rando bandiera bianca che chiesero             mandante del gruppo semoventi da
una tregua d’armi per trattare un ami-         105/25 del Reggimento Montebello.

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                 Verso le 20.00 sempre del 9 settem-       ti ed avevano inviato nuove truppe,
                 bre, una colonna tedesca, appoggia-       molti reparti italiani avevano abban-
                 ta da due carri armati, tentò di avvi-    donato le armi e co-minciavano a
                 cinarsi al caposaldo.                     giungere alla spicciolata sui vari ca-
                 Al fuoco degli artiglieri un carro ven-   pisaldi.
                 ne centrato e la pronta reazione di       Tutto ciò avrebbe potuto produrre
                 tutte le armi disperse la Fanteria av-    effetti deleteri sul morale dei Gra-
                 versaria che ripiegò sotto la prote-      natieri e degli altri combattenti, ma
                 zione del carro superstite.               questi non si sbandarono. Nessun
                 Sempre alla stessa ora, anche il ca-      Granatiere depose le armi!
                 posaldo 8 venne attaccato nuova-          All’alba giunse l’ordine del Comando
                 mente. I reparti che lo presidiavano,     del Corpo d’Armata motocorazzato
                 in perfetta collaborazione con alcuni     con il quale veniva disposto che, a
                 mezzi corazzati inviati dal Coman-        seguito di accordi intercorsi, il fuoco
                 dante del Sottosettore, respinsero        doveva cessare alle ore 6.30.
                 ancora una volta l’avversario che la-     Ma alle 10.00 pervenne un altro fo-
                 sciò morti sul terreno.                   nogramma del Corpo d’Armata mo-
                 II 10 settembre la battaglia divampò      tocorazzato che ordinava la resisten-
                 sempre più forte ovunque.                 za ad oltranza ed assicurava l’arrivo
                 Mentre gli avversari si erano rafforza-   prossimo di forze corazzate.

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Alle 11.30 il Generale Solinas, su ica-      Sulla Via Ardeatina, le posizioni era-
rico del Generale Carboni, ordinò al         no tenute dal Tenente Paparozzi con
Comandante del II Battaglione del            un pugno di conducenti e dal Tenen-
1° Granatieri l’immediata cessazione         te Amadori con pochi cucinieri.
delle ostilità in quanto un ulteriore        Il pezzo da 65/17, dopo aver sparato
accordo era stato raggiunto per il           alcuni colpi, non fu più in grado di
libero transito delle colonne tede-          proseguire il fuoco; era stato preso
sche, attraverso le strade di circon-        sotto il tiro di un’arma automatica
vallazione ed il successivo deflusso         avversaria, provocando sensibili per-
da Ovest ad Est della Capitale.              dite fra i serventi.
Nel caos creato dal susseguirsi degli        Sulla Via Appia Antica era rimasto il
ordini tra loro contrastanti, i Paraca-      Sottotenente Cau, con il Sergente
dutisti tedeschi attaccarono ancora          Maggiore Polesani ed alcuni Grana-
una volta il caposaldo 8 che respinse        tieri che brillantemente tenevano te-
gli attacchi, non cedendo. Contem-           sta ad un reparto tedesco avanzante
poraneamente, la pressione sul capo-         in formazione spiegata.
saldo 9 si accentuava notevolmente.          Anche qui un pezzo da 65/17, dopo
I Fanti tedeschi tentavano di aprirsi        alcuni colpi, venne inquadrato dal
un varco con l’appoggio delle armi           fuoco nemico e non fu più in condi-
automatiche e dei cannoni da 88 mm           zione di rispondere al fuoco.
che colpivano gli elementi avanzati          La situazione divenne insostenibile
del II Battaglione.                          quando un Battaglione della Sassa-
La reazione fu violentissima, gli uo-        ri, dislocato al bivio “Quo Vadis?”,
mini del Maggiore Pensabene co-              ripiegò senza alcun preavviso ed il
strinsero alla ritirata gli attaccanti       Comando del 2° Reggimento ordinò
che lasciarono sul terreno due moto-         al Comandante del III Battaglione,
ciclette con i relativi equipaggi.           Capitano Lombardo, il quale da oltre
Il nemico, vista l’impossibilità di ef-      24 ore aveva perduto i contatti con il
fettuare ulteriori tentativi in direzio-     Comando d’Armata di ripiegare ver-
ne dell’Appia Nuova, dove, in ogni           so San Giovanni.
caso, gli eventuali successi venivano        Sul fronte del 1° Reggimento si era
pagati a caro prezzo, deviò il proprio       appena realizzato il nuovo schiera-
iti¬nerario e, sfruttando l’occupazio-       mento quando alle 6.30 il Comando
ne della Cecchignola ed il fatto che         della Divisione Granatieri comunicò
in tale direzione le posizioni arretrate     che era stata stabilita con i tedeschi
erano tenute da reparti di formazio-         una tregua d’armi che doveva inizia-
ne costituitisi all’ultimo momento, e        re un’ora dopo.
perciò probabilmente meno solidi di          Alle 7, il Comandante del Reggimen-
quanto non si erano dimostrti i Gra-         to che aveva ormai il suo comando
natieri, tentò di aprirsi un varco fra la    nella isolata casetta rossa della Mon-
Via Ardeatina e la Laurentina.               tagnola, a immediato contatto con la
Già verso le 11, aveva aperto im-            linea del fuoco, chiamò a rapporto i
provvisamente il fuoco, con bocche           Comandanti di Battaglione.
da fuoco da 88 mm e con mortai, sul          Mentre era in corso il rapporto, da
posto di blocco Appia Antica - Arde-         dietro le case della Montagnola, in
atina, presidiato dal Comando del III        direzione alla Via Laurentina, sbuca-
Battaglione. I Granatieri avevano a di-      rono alcuni carri armati ed autoblin-
sposizione le armi in dotazione ai ser-      do germanici, i quali violando la tre-
vizi, e con un solo pezzo di artiglieria.    gua d’armi, attaccarono il Comando
I Granatieri rimasero sul posto e rispose-   del Reggimento
ro con le armi automatiche e con i fucili.
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                 Le unità blindate nemiche fecero           Il Generale De Rienzi affidò al Co-
                 fuoco da brevissima distanza e col-        lonnello il comando di tutte le forze
                 pirono in pieno due autoblindo del         disponibili che affluivano per la dife-
                 Re-co, l’auto personale del Coman-         sa della zona del Testaccio e di Porta
                 dante del reggimento e l’ufficio stes-     San Paolo.
                 so del Colonnello Di Pierro.               Queste le forze in campo: Reparto co-
                 L’attacco provocò la morte del Sotto-      razzato, Lancieri di Montebello, i resti
                 tenente Perna (a cui è stata dedica-       dei due decimati Battaglioni del 1°
                 ta una via nelle immediate vicinanze       Granatieri, un Battaglione di un Reggi-
                 dei luoghi che stiamo raccontando) e       mento della Divisione Sassari, resti del
                 di molti Granatieri del Comando. Vi        V Battaglione Guastatori, un gruppo
                 furono anche vittime i civili che abi-     di obici da 100/17 della Sassari.
                 tavano nella zona della Montagnola.        Giunse, in un secondo tempo, un
                 Infranta la tregua, la situazione della    gruppo Squadroni del Genova Ca-
                 difesa precipitò.                          valleria al comando del Tenente Co-
                 I tedeschi avanzavano e i Granatieri       lonnello Nisco.
                 resistevano. Arretravano con ordine e      Ed ancora: un Battaglione, un grup-
                 sempre combattendo su di una nuo-          po di Artiglieria, una sezione del Bat-
                 va linea che si stendeva dalla Basilica    taglione mortai, che però non era in
                 di San Paolo alla Garbatella.              grado di sparare, della Sassari, una
                 Con l’abbandono dei caposaldi sulla        Compagnia camionette comandata
                 Via Ostiense e sul Tevere adde la pos-     dal Capitano Giuffrò, vari carri ar¬m-
                 sibilità di tenere il pianoro dominante    ati del 4° Reggimento carri (che su-
                 dell’Esposizione Universale (EUR) e        birà molte perdite).
                 l’abbandono conseguente della zona         La difesa divenne disperata intorno
                 dell’E42 e delle Tre Fontane rese pra-     a quest’ultima improvvisata trincea.
                 ticamente impossibile qualsiasi ulte-      Dalla Via Ostiense le granate tede-
                 riore e valida difesa della città.         sche scoppiavano tra le tombe del ci-
                 La battaglia si estese tra le case, per    mitero degli inglesi, intorno al prisma
                 le strade, in mezzo alla popolazione.      della Piramide Cestia, sconvolgendo
                 I tram correvano alle spalle dei sol-      il piazzale dinanzi agli archi dove i car-
                 dati, i ciclisti pedalavano in mezzo       ri armati ed i semoventi di Montebel-
                 alle linee. I combattimenti investiva-     lo formavano una barriera di ferro.
                 no la Via Ostiense.                        Tra spunzoni di rotaie recise ed eret-
                 Dalla Basilica di San Paolo a Porta        te, grovigli della rete tranviaria lacera-
                 San Paolo attraverso i Mercati Gene-       ta, rami di alberi trinciati dagli scoppi,
                 rali reparti ed autocolonne delle più      i superstiti semoventi, le ultime au-
                 diverse provenienze furono coinvol-        toblinde del Colonnello Giordani si
                 ti nel flusso di un moto retrogrado        lanciavano in puntate offensive sulla
                 inarrestabile.                             pista micidiale della Via Ostiense.
                 Solo i Granatieri ed i Lancieri ripiega-   Questi carri, guidati alla carica con lo
                 vano combattendo. Il Colonnello Di         spirito dell’antica cavalleria italiana,
                 Pierro privo completamente di col¬l-       furono protagoniste di quelle ore dei
                 egamenti e di mezzi di trasporto ri-       combattimenti a difesa della Caput
                 uscì a raggiungere in motocicletta il      Mundi. Erano i resti di uno Squadro-
                 vice Comandante della Divisione al         ne semoventi M15 e di uno L40, di
                 quale sottopose la gravità della si-       due Squadroni di autoblindo e di
                 tuazione che si era determinata.           due Squadroni di motociclisti.

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Dalle 9 della mattina e fino circa alle    dal luogo degli eventi), con alcuni
16 del 10 settembre essi si batterono      Granatieri, fece una sortita per trarre
a San Paolo disseminando il piazza-        in salvo alcuni feriti.
le e la Via Ostiense con i roghi delle     Poi tornò ad appostarsi e a dirigere
loro macchine.                             il fuoco della fucileria contro i Para-
Il comando era sotto le mura, tra gli      cadutisti tedeschi, che avanzavano a
archi. Da lì i semoventi partivano per     sbalzi di dieci, cinque, tre metri.
le loro disperate puntate offensive        Teneva d’occhio, intanto, sullo sboc-
sulla Via Ostiense e sulla sinistra del-   co del viale Aventino, il punto di rac-
lo schieramento.                           colta dove aveva convocato gli amici.
“Non ritornavano – ricorda il Gene-        La battaglia ebbe altri alti e bassi,
rale Bonelli - fulminati dagli anticarro   pause di minuti e furiose riprese.
dei Paracadutisti tedeschi postati sui     Alle 15,10, Persichetti entrò in un bar
fianchi della strada e nei bassi padi-     e telefonò alla madre, per tranquil-
glioni dei Mercati Generali; oppure        lizzarla. Si scusò di non essere rien-
tornavano colpiti con morti e feriti       trato la notte, la rassicurò che tutto
a bordo. Caddero così il Maggiore          andava bene e le promise di tornare
Guido Passero, Comandante del 2°           prima di sera. Dovette interrompe-
Gruppo, il Capitano Sabatini, il Sot-      re più volte il discorso, per tappare
totenente Silvano Gray. Nello scafo        il microfono con la mano, perché la
del suo carro folgorato lasciava la        madre non si ascoltasse gli spari. La
vita il Capitano Romolo Fugazza, il        donna udì lo stesso i colpi. E non lo
quale, semicarbonizzato, gridò a chi       vide tornare la sera.
lo voleva soccorrere: Non mi tocca-        Gli archi e le antiche mura salvarono
te, voglio crepare qui”.                   i superstiti da quei tiri vicini e centrati
Ma ormai la situazione della precaria      che scavavano voragini nel selciato.
difesa di Porta San Paolo precipitava.     Raffiche di mitragliatrice falciavano
Tra le 14.30 e le 15.00 ogni ulteriore     anche dal lato sinistro. I tedeschi si
resistenza divenne vana. La piazza e       erano infiltrati sulla sinistra dello schie-
le mura furono centrate dai tiri mas-      ramento di Porta San Paolo. Alle ore
sicci dei mortai tedeschi.                 17.00 del 10 settembre i Paracadutisti
Anche Raffaele Persichetti (anche a        tedeschi varcarono Porta San Paolo e
lui è stata dedicata una via a fianco      penetrarono nel cuore di Roma.
della Piramide Cestia, a pochi metri

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                 SUI LUOGHI DEI COMBATTIMENTI, OGGI

                 Con il Generale di Brigata (ris) Erne-       le, iniziò una Resistenza che ci portò
                 sto Bonelli, presidente della Centro         poi alla Liberazione.
                 Studi dell’Associazione nazionale
                 Granatieri, partiamo per questo no-                           © RIPRODUZIONE RISERVATA
                 stro giro sui luoghi dei combattimen-         si ringrazia l’Associazione nazionale Granatieri per la
                 ti per la difesa di Roma dal luogo                               forntiura delle foto

                 dove, dall’8 settembre 2011, è collo-
                 cata una colonna che ricorda i reparti
                 combattenti. Subito dopo la II Guer-
                 ra mondiale, quando fu ricostruita la
                 Divisione Granatieri (1952) fu posta a
                 Piazza di Porta Capena.
                 I Granatieri erano accasermati in Via
                 delle Milizie (1° Reggimento) e in Via
                 di Santa Croce in Gerusalemme (2°
                 Reggimento). Tra il 1942 ed il 1943
                 erano dislocati in Croazia e Slovenia
                 e furono richiamati per organizzare la
                 difesa della Capitale.
                 Dobbiamo immaginarci quei giorni, in
                 una realtà urbana a traffico intenso, col-
                 legando la periferia al centro città.
                 “Piazzale Ostiense - ricorda Bonelli – fu
                 un grande baluardo di resistenza con
                 Porta San Paolo, la Piramide Cestia,
                 Via Marmorata e la più lontana Via Lau-
                 rentina. Lungo le strade erano schierati
                 Fanti, Lancieri, Artiglieri e Carristi”.
                 I colpi dell’artiglieria tedesca colpiro-
                 no tutto intorno, compreso il vicino
                 cimitero degli Inglesi. I nostri carri
                 percorrevano avanti e indietro per
                 Via Ostiense fino ad arrivare ai Mer-
                 cati Generali e alla Basilica di San Pa-
                 olo. Contro avevano i “Diavoli Verdi”
                 della Divisione Paracadutisti, prima
                 dislocati in Francia.
                 I combattimenti si svolgevano in pie-
                 no centro abitato. I nostri soldati riu-
                 scirono a bloccare l’avanzata nazista.
                 Si ricordano numerosi atti di eroi-
                 smo anche tra i civili, non solo qui
                 ma anche in altre parti della città che
                 curavano i feriti, li rifocillarono, altri
                 imbracciarono le armi a sostegno dei
                 nostri soldati.
                 Possiamo dire che a Porta San Paolo,
                 ma anche in altre parti della Capita-

                                                                                                                     27
25 APRILE 2022

                 CHRISTINE GRANVILLE.
                 LA DONNA PIU’ DECORATA
                 DELLE SPIE BRITANNICHE
                 Di Paola Ducci*

                 L
                        ONDRA. Kristyna Skarbek, alias       se la spia preferita di Churchill, che
                        Christine Granville, di nazionali-   il suo charme riuscisse persino ad
                        tà polacca, è stata la donna più     ammansire i feroci dobermann della
                 decorata fra le spie britanniche.           Gestapo, che fosse riuscita a sfuggi-
                 Fu anche la prima donna agente se-          re a tortura e morte certa fingendo i
                 greto in Gran Bretagna.                     sintomi della tubercolosi mordendo-
                 Una vita ai confini fra realtà e il mito,   si la lingua a sangue per mimare una
                 tanto che si ritiene che lo scrittore       emottisi.
                 Ian Fleming si sia ispirato a lei per la    Una personalità speciale, una donna
                 protagonista del suo romanzo “007-          che della libertà e del coraggio ha
                 La spia che mi amava”.                      fatto la sua bandiera.
                 Una vita, quella della Granville, vissu-    Come spesso accade agli eroi com-
                 ta ai limiti fra audacia e incoscienza,     battenti quando il mito si fonde con
                 fra sprezzo del pericolo e totale eser-     la storia, la sua vita speciale, la sua
                 cizio di libertà di pensiero, sentimenti    straordinaria personalità, è stata in-
                 e azione. Su di lei si è scritto molto,     terrotta bruscamente da un fatto vio-
                 ma solo negli ultimi anni: che fos-         lento e improvviso.

                                                                                                 29
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